Openpolis - Argomento: Draghi Mariohttps://www.openpolis.it/2011-10-29T00:00:00ZSERGIO CHIAMPARINO: Intervento al Big Bang 2011 alla Stazione Leopolda. [Video]2011-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617810<br />
"Se mi permettete lo ringrazio (Matteo Renzi <i>ndr</i>) perché mi ha invitato - come molti altri - senza chiedere giuramenti di fedeltà né ad una corrente né ad un capo-corrente..."<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=3iBLzSmM9ic&feature=player_embedded#!">youtube.com</a>FRANCESCO PIOBBICHI: La lettera di Berlusconi è inviata in Europa ma dichiara guerra al popolo italiano2011-10-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617698<br />
Dopo la lettera di Mario Draghi al Governo italiano, il Governo italiano scrive una lettera agli euro-padroni. Oramai la democrazia dei Paesi passa per lettere e letterine riservate, un po’ come fanno gli adolescenti innamorati, solo che invece di baci e carezze, i gangster che governano l’Europa si scambiano idee per il massacro sociale dei soliti noti . Il risultato della giornata è che Berlusconi passa anche questa prova e spiazza l'opposizione parlamentare che per tutta la settimana ha invocato il senso di responsabilità.
<p>Di fatto il Governo si è mostrato capace di rassicurare i mercati, come chiedeva l'opposizione, Giorgio Napolitano, la BCE, il FMI, la Commissione Europea, l'ABi e Confindustria. Lo fa chiaramente sulla pelle dei lavoratori,ma di questo non importa quasi a nessuno. Le prime anticipazioni della lettera firmata da Berlusconi ricevono infatti l'approvazione della Commissione europea che la giudica soddisfacente e riceve anche gli applausi dei leader europei. Libertà di licenziare, innalzamento della pensione a 67 anni a partire dal 2026, liberalizzazioni, privatizzazioni, modifica della Costituzione. Ci sono tempi e date, e non è vero come dicono le "sole" dell'opposizione che questo è un cerotto per salvare un governo che contiete cose vecchie, questo è un massacro sociale calendarizzato.
<p>Questa lettera è sale sulle ferite dei lavoratori che la crisi non l'hanno prodotta ma la pagano tutta ed ha ragione da vendere Massimo Rossi quando lo scrive nella sua bacheca. Enrico Letta o Matteo Renzi che per tutta la settimana hanno proposto di mandare in pensione la gente a 67 anni attaccando da destra il governo saranno ora finalmente contenti, il loro obbiettivo è raggiunto. Secondo me, loro come Berlusconi devono andare a casa e restarci perché sono parte del problema e della crisi che viviamo. In questo momento non so cosa stia balenando in testa alla Camusso, non so ancora se di fronte a questo attacco abbia ancora in testa di ritardare uno sciopero generale che doveva già essere convocato preventivamente. Decida pure di attendere Bonanni ed Angeletti ed i loro comodi, per quanto ci riguarda la responsabilità è finità, è ora di andare in piazza e di restarci fino alla cacciata del Governo delle banche, ci hanno dichiarato guerra ed occorre agire di conseguenza.
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Questa volta potete fare tutti i caroselli che volete, dalle piazze non ci caccerà più nessuno.
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<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2011/10/26/16881-la-lettera-e-inviata-in-europa-ma-dichiara-guerra-al-popolo/">controlacrisi.org</a>Giorgio NAPOLITANO: "Mario Draghi guiderà con mano sicura la BCE per la stabilità finanziaria"2011-06-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it586669Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
"La nomina ufficiale da parte del Consiglio Europeo di Mario Draghi a Presidente della Banca Centrale Europea - intervenuta a un giorno di distanza dal voto favorevole espresso a larghissima maggioranza dal Parlamento Europeo - costituisce un fatto di significato e di portata tale da non poter sfuggire all'attenzione della più vasta opinione pubblica". E' quanto ha dichiarato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
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"Desidero innanzitutto esprimere - ha proseguito il Presidente Napolitano - la profonda soddisfazione dell'Italia, di tutte le sue forze sociali e politiche, e rivolgere il mio apprezzamento ai Capi di Stato e di governo che hanno, oggi a Bruxelles, concorso a questa decisione. In essa si può ben vedere il solenne riconoscimento sia dell'impegno storico del nostro paese e dei suoi molteplici apporti concreti, oggi come ieri, per la costruzione dell'Europa unita, sia del valore delle personalità che il nostro paese e' stato ed è in grado di esprimere".
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"Mario Draghi - ha sottolineato il Capo dello Stato - appartiene a quella schiera di public servant italiani, di servitori della cosa pubblica nazionale ed europea, che nel corso dei decenni si e' espressa attraverso molte forti personalità. Forti per devozione all'interesse generale, per rispetto delle regole e per indipendenza intellettuale e morale, per elevata cultura, competenza specifica e professionalità. Mario Draghi ha sviluppato e mostrato queste doti nel suo lungo servizio al Ministero del Tesoro e infine, negli ultimi cinque anni, come governatore della Banca d'Italia, collaborando sin dai primi anni Novanta, in momenti importanti, anche all'evoluzione e al consolidamento delle istituzioni europee".
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"Siamo certi - ha concluso il Presidente Napolitano - che egli saprà pienamente corrispondere alla fiducia manifestatagli dalle autorità italiane ed europee, guidando con mano sicura, in una fase difficile, l'istituzione che opera a Francoforte per la stabilità finanziaria come base per il rafforzamento della moneta unica e per uno sviluppo sostenibile dell'economia e della società in Europa".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=18182">Il Quirinale.it</a>Giulia BONGIORNO: «Energie sprecate per le leggi pro-premier» - INTERVISTA2011-06-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it584753Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) - Pres. commissione Camera Giustizia <br/><br/>
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<b>Presidente, secondo lei le due ultime sconfitte elettorali della maggioranza sanciscono anche la sconfitta della politica della giustizia fin qui seguita?</b>
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«Tre. Non bisogna dimenticare il 13 febbraio, quando per la prima volta si è manifestata in modo chiaro l`insofferenza verso il premier.
Le donne hanno riempito le piazze spontaneamente, mosse dal desiderio, direi quasi dalla necessità, di prendere le distanze dal modello femminile proposto da Silvio Berlusconi. Quindi rivendico il primato delle donne: il primo colpo è stato il loro».
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<b>Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera e alter ego di Gianfranco Fini sulla giustizia, non ha dubbi sul peso politico di quella manifestazione.</b>
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«Dietro non c`erano disegni o strategie, solo l`impulso e la responsabilità di dire basta. Molte scendevano in piazza per la prima volta, ma l`insofferenza era tale che non hanno potuto fare a meno di partecipare».
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<b>Poi ci sono state le urne. Quanto hanno contato le vicende processuali di Berlusconi?</b>
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Non credo abbiano avuto un peso le vicende processuali in sé, piuttosto il modo in cui lui ha scelto di comportarsi.
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<b>L`attacco alle toghe non doveva essere la carta vincente?</b>
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Questa strategia ha avuto un appeal subito dopo Mani pulite.
Quando emerse la consapevolezza degli eccessi nella carcerazione preventiva, mentre alcuni continuavano a solidarizzare con i pm, altri ne misero in discussione i metodi e Berlusconi intercettò questi umori, tanto che all`inizio la sua sembrò una battaglia garantista, quasi nell`interesse generale.<br />
Oggi, invece, è chiaro a tutti che quando inveisce contro la magistratura lo fa unicamente nel proprio interesse.
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<b>L`azione di questo governo sulla giustizia muove da una premessa politica: c`è una persecuzione giudiziaria nei confronti del premier, paradigmatica di una magistratura faziosa e irresponsabile.
Da qui le leggine per fermare i processi, e la riforma "epocale". Condivide questo ragionamento politico?</b>
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Per esperienza personale, posso dire che un po`tutti gli imputati si sentono vittime di complotti. Il punto è che se tutti si sentissero legittimati ad attaccare i giudici, a eludere i processi, a "vendicarsi", sarebbe il caos. Berlusconi non è molto diverso da ogni altro imputato se non fosse che ha il potere di legiferare, e così tenta di farsi giustizia da sé.
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<b>In tre anni, per la giustizia è stato fatto poco o niente. Come presidente della commissione Giustizia non si sente frustrata per questo magro bilancio?</b>
<p> Di certo, una notevole parte di energie, di risorse e di tempo è stata impiegata per leggi pro - Berlusconi. E questo è molto grave: il Parlamento non dovrebbe mai essere utilizzato per fini personali. Inoltre, poiché energie, risorse e tempo non sono illimitati, è evidente che quelli utilizzati per fare le leggi ad personam sono stati giocoforza sottratti ad altre leggi utili alla comunità. L`anomalia quindi è doppia per quel che si è fatto e per quel che si è trascurato dì fare.
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<b>Un po’ di autocritica?</b>
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A dire il vero io ho contrastato una serie di leggi che voleva Berlusconi prima ancora della rottura tra il premier e Fini. La mia posizione aspramente critica risale alla legge sulle intercettazioni, il primo provvedimento fortemente voluto da Berlusconi. Non credo si possa dire che ho cambiato idea solo quando Fli è passata all`opposizione.
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<b>Lei è anche avvocato e di pm e giudici ne ha incontrati molti. Quante volte si è imbattuta in una giustizia "ingiusta" perché il pm non è separato dal giudice?</b>
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Ho visto un po` di tutto: giudici succubi dei pm, ma anche giudici e pro del tutto autonomi e indipendenti. La separazione delle carriere è un principio di civiltà. Il giurista britannico Herbert Hart sosteneva che nella legge c`è una parte di facile interpretazione e una zona di penombra in cui il giudice di volta involta esercita la sua discrezionalità. Ecco, il fatto che il giudice sia "terzo" garantisce che la discrezionalità sia esercitata in assoluta indipendenza.
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<b>La guerra presuppone che vi siano due litiganti: anche lei ritiene che la magistratura abbia le sue responsabilità?</b>
<p>Che alcuni magistrati non siano stati all`altezza del loro compito è un dato certo, e un magistrato non all`altezza può creare danni gravissimi e irreparabili. Ma trovo sbagliato il concetto di guerra, e inaccettabili i toni usati. Credo inoltre che il premier attacchi la magistratura con un duplice scopo: difendere se stesso e guadagnare consensi.
Mi ha colpito vedere in tv persone, evidentemente non in grado di valutare l`operato della magistratura, che insultavano giudici e pm proprio come fa Berlusconi. Finora il premier è stato abile nel fornire un bersaglio all`aggressività di quella parte di opinione pubblica che sente sempre e comunque il bisogno di avere un nemico. Un bersaglio che, guarda caso, è anche il suo. Ma ora anche questa strategia ha stancato tutti.
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<b>Mancano due anni alla fine della legislatura, se ci si arriverà: la riforma "epocale" è davvero la priorità?</b>
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Innanzitutto, una riforma costituzionale che viene definita "epocale" sarebbe dovuta partire all`inizio e non poche settimane fa. Ma a parte questo, il problema è lo scollamento tra le priorità del governo e quelle dei cittadini. Come ha ricordato anche il governatore della Banca d`Italia Mario Draghi, ai cittadini e al paese serve una giustizia credibile ed efficiente. Dunque è in questa direzione che bisognava e bisogna muoversi.
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<i>Avvocato. Ha fatto parte, dal 1993, del collegio di difesa di Giulio Andreotti dalle accuse di associazione mafiosa, e dal 1996 dapprima come sostituto processuale poi come componente del collegio difensivo insieme al professor Franco Coppi, che la chiama a Roma, di entrambi i processi contro il senatore. Nel 2008 ha assunto la difesa di Raffaele Sollecito, uno degli indagati per l`omicidio di Meredith Kercher dove l`imputato è stato condannato a 25 annidi reclusione in primo grado. In Parlamento È stata eletta deputato alle elezioni politiche del 21 aprile 2006 nelle file di Alleanza Nazionale. È stata rieletta nel 2008 nelle liste del Popolo della libertà. È presidente della commissione Giustizia della Camera Nel luglio 2010 ha</i> <i>lasciato il gruppo parlamentare del PdL alla Camera, per aderire a Futuro e Libertà, guidato da Gianfranco Fini</i>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=119I7Z">Il Sole 24 Ore - Donatella Stasio </a>Silvio BERLUSCONI: «Non c’è nessun gelo con il Quirinale»2011-05-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560819Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>http://www.secoloditalia.it/stories/Politica/1167_stretta_di_mano_tra_berlusconi_e_fini._e_dalema/
Il Cavaliere: nessun gelo col Colle
«Non c’è nessun gelo con il Quirinale», ha puntualizzato il Berlusconi conversando con i cronisti a Villa Miani. <b>«Ieri – ha detto il premier – ho parlato della riforma della Costituzione, dell’architettura istituzionale, che tra l’altro, se riusciremo a realizzare, avrà vigore fra alcuni anni. Non c’è quindi nessun motivo di distacco o di gelo tra il Quirinale e Palazzo Chigi»</b>, ha concluso il premier, che si è anche detto felice per l’appoggio della Germania alla cadidatura di Mario Draghi alla guida della Bce: «È un buon successo per l’Italia». Berlusconi ha parlato anche della situazione in Libia. E alla domanda se Gheddafi sia vivo o morto, ha detto non di non avere notizie certe.
<br/>fonte: <a href="http://www.secoloditalia.it/stories/Politica/1167_stretta_di_mano_tra_berlusconi_e_fini._e_dalema/">www.secoloditalia.it</a>VALTER VELTRONI: «Non deve essere Draghi a ricordarci dei precari»2010-11-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547679Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
I leaders del ''Movimento Democratico'' sferzano il Pd anche sui temi della crisi economica. ''Non deve essere Draghi a ricordarci la situazione intollerabile dei precari. Noi nel passato ci siamo ribellati per molto meno'', ha detto Walter Veltroni, a margine del convegno di ''Movimento Democratico'' a Mogliano Veneto.
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''L'Italia che abbiamo davanti - ha proseguito l'ex segretario del partito - e' un'Italia piu' povera, che rischia di impoverirsi ulteriormente, perche' la crisi e' stata affrontata senza mettere mano al sostegno che produce ricchezza alle piccole medie imprese, artigianato, commercio, ed e' un paese che soprattutto e' cattivo con i suoi giovani.
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Lo ha detto Draghi ieri: non puo' un Paese come il nostro avere milioni di ragazzi in condizioni di precarieta''.<br />
''Draghi ha detto: noi stiamo entrando nella fase piu' brutta della crisi perche' siamo stati meglio per i risparmi dell'impresa e della famiglia''
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<br/>fonte: <a href="http://it.notizie.yahoo.com/19/20101106/tpl-pd-veltroni-non-dev-essere-draghi-a-1204c2b.html?printer=1">Asca</a>Bruno TABACCI: «La cattiva politica rientra nelle banche» - INTERVISTA2010-09-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507235Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
«La paura della calata libica (l’aumento del peso di Gheddafi in Unicredit senza l’avallo degli azionisti, ndr) è una questione esclusivamente strumentale. Non c’entra nulla con le dimissioni presentate da Profumo». Il portavoce nazionale di Api, Bruno Tabacci, fa parte di quei politici che non abboccano alle motivazioni “ufficiali”della mossa dell’amministratore delegato, ma che guardano a tutta la vicenda come un regolamento di conti domestico, tutto interno alla guerra di posizionamento nel mondo politicofinanziario italiano. «È fuorviante tirare in ballo interessi internazionali. Profumo non viene attaccato per la troppa vicinanza al mondo libico. Del resto, i capitali africani sono presenti nel nostro paese da anni: lì sdoganò prima l’avvocato Agnelli, accogliendoli in Fiat, poi Cesare Geronzi, quando era amministratore della Banca di Roma. E oggi Gheddafi è il migliore amico del premier Berlusconi, come dimostra l’ultima visita romana del Colonnello. Allo stesso modo, tenderei a escludere anche la questione degli interessi tedeschi e il presunto risentimento del presidente Dieter Rampl nei confronti di Profumo. Tutta la faccenda è solo italiana».
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<b>Si riferisce alla sfiducia a Profumo arrivata dalle fondazioni bancarie, sotto forte spinta della Lega?</b>
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Sì. Da oggi la cattiva politica rientra nelle banche. Tremonti e la Lega ci provarono già nel 2003 e nel 2004 ad arrivare a un redde rationem con le fondazioni bancarie ma non ci riuscirono. Adesso, sull’onda dei successi elettorali del paese che hanno spostato i rapporti di forza in alcune aree, ci stanno riprovando. Ad esempio, ultimamente nella fondazione Cariverona sono entrati sette-otto consiglieri in quota Lega. A dimostrazione di come Bossi alle parole di qualche mese fa abbia fatto seguire i fatti.
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<b>Nei prossimi due anni ci sarà una vera e propria pioggia di rinnovi nelle altre fondazioni che controllano i principali istituti bancari. La musica sarà la stessa?</b>
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Il rischio c’è, non ci sono dubbi. Così le banche invece di dare prestiti sulla base di scelte di mercato, preferiranno concedere finanziamenti “orientati”. E non so fino a che punto questo ritorno al passato possa essere nell’interesse degli stessi istituti. Del resto è abbastanza chiaro: se suggerisco di dare crediti ai miei amici sul territorio non faccio l’interesse della banca, tutt’altro. Questa è una china sbagliata e pericolosa.
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<b>La vicenda Profumo ci insegna anche un’altra cosa: nel nostro paese chi è al vertice degli istituti bancari o diventa “banchiere di sistema” oppure si offre in pasto alla voracità dei politici locali. È d’accordo?</b>
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Certamente qualità e merito prendono un brutto colpo. Si badi bene: non contesto il fatto che dopo 13 anni gli azionisti di Unicredit possano avere la legittima aspirazione di cambiare il top manager. Contesto le modalità: questo non è un ricambio fisiologico.
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<b>Infatti il titolo Unicredit ha perso più del 2 per cento in una sola seduta. È a rischio la credibilità del nostro paese sui mercati?</b>
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Gli azionisti hanno perso un’occasione per dare tutte le rassicurazioni ai mercati, peraltro già in fibrillazione. La strategia di internazionalizzazione di Profumo perseguita in questi anni, soprattutto a Est, è stata giusta. Non è un bel segnale cercare di mandarlo via per motivi politici.
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<b>Come giudica il ruolo del ministro dell’economia in questa vicenda?</b>
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Penso che Giulio Tremonti non abbia apprezzato questa sostituzione, lo reputo una persona intelligente. Purtroppo quando si accetta la supremazia degli interessi del territorio poi è difficile opporsi più di tanto o addirittura tornare indietro. Anche qualora si dimostra che questa supremazia non funziona, per lo meno a livello bancario. Faccio l’esempio della Germania: lì le banche dei Lander, controllate dagli enti locali, hanno sofferto tantissimo la crisi, tanto che è dovuto intervenire lo stato centrale per aiutarle.
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<b>Questo non mette in discussione il tanto decantato modello italiano delle fondazioni?</b>
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Ormai non è possibile cambiarlo, le fondazioni si sono radicate in maniera molto profonda sul territorio. Quello che si potrebbe fare invece, è far capire loro come il socialismo municipale non aiuti minimamente la trasparenza nel rapporto fra banche e risparmiatori.
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<b>Potrebbe essere il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, a farsi carico di questa moral suasion?</b>
<p> Sicuramente Draghi ha tutti gli strumenti per richiamare e orientare i protagonisti del mondo finanziario italiano.
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<b>Un’ultima domanda: Profumo potrebbe aspirare alla presidenza del consiglio?</b>
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E qual'è il problema? Profumo ha fatto molto bene il suo mestiere, è ancora molto giovane, e mi auguro che non voglia negare in futuro il suo contributo al rinnovamento del nostro paese. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=U492K">Europa - Gianni Del Vecchio </a>Silvio BERLUSCONI: «Bisogna chiudere la bocca a tutti gli organismi internazionali e alla stampa che ogni giorno parlano della crisi» 2009-06-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391716Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/> <br />
Per combattere davvero la crisi economica bisogna «chiudere la bocca a tutti questi organismi internazionali che ogni giorno dicono la crisi di qua e la crisi di là» e anche «agli organi di stampa che tutti i giorni danno incentivi alla paura e diffondono il panico».
<p>Lo dice il premier Silvio Berlusconi in conferenza stampa a Palazzo Chigi per l’approvazione del Dl manovra.<br />
«Gli organi di stampa - ha insistito Berlusconi - riprendono le posizioni del tanto peggio tanto meglio delle opposizioni e danno incentivi alla paura».
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No pubblicità ai media catastrofisti.<br />
Illustrando i contenuti del decreto anti crisi, torna a parlare del rapporto con la stampa che da spazio al catastrofismo: «Occorre incentivare l'azione affinchè editori e direttori dei giornali non contribuiscano a diffondere pessimismo».<br />
Poi attacca: «L'ho detto a Santa Margherita anche se ha fatto scandalo e lo ripeto: gli imprenditori devono minacciare di non dare pubblicità a quei media che sono essi stessi fattori di crisi». <br />
Al G8 e G27 che «presiederò dirò agli imprenditori di non avere paura, di pubblicizzare i loro prodotti e di essere più convincenti con i direttori e i responsabili degli organi di stampa, incentivandoli affinchè non diffondano la paura».
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Organismi internazionali<br />
«Bisogna rilanciare i consumi come prima. E per risollevarli bisogna far sì che prima di tutto il governo e in secondo luogo tutte le organizzazioni internazionali, lavorino per rilanciare la fiducia».<br />
Secondo il Cavaliere queste organizzazioni internazionali «un giorno si» e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, meno consumi del 5%, crisi di qui, crisi di lá, la crisi ci sará perfino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011... un disastro.
<p>Dovremmo - avverte - <b>veramente chiudere la bocca</b> a tutti questi signori che parlano, magari perché di cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo, distruggono la fiducia dei cittadini dell'Europa e del mondo».
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Tra gli altri, a parlare del pil a meno 5% era stato giovedì il governatore di Bankitalia Mario Draghi.
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Gli italiani sono con me<br />
A suffragare il suo pensiero, il presidente del Consiglio cita gli italiani: «Gli italiani ci hanno votato e continuano a darci consenso nonostante tutti i miasmi, le calunnie e i veleni che tentano di lanciarci addosso per sommergerci. Gli italiani - prosegue Berlusconi - ne vengono fuori con un maggiore attaccamento a noi, alla nostra parte politica e a me personalmente. Io credo che gli italiani ci premino perché rispettiamo gli impegni assunti, questa è la vera moralità che abbiamo portato nella politica. Con il testo di questo decreto guardiamo al domani perché è un decreto di spinta all'economia».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/09_giugno_26/berlusconi_crisi_tappare_bocca_16af8380-626c-11de-8ba1-00144f02aabc_print.html">Corriere della Sera.it</a>Pier Luigi BERSANI: E le bugie (di Tremonti) hanno le gambe corte.......2008-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359554Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Wall Street crolla. Le borse di tutto il mondo, dall’America, all’Europa, alla Russia all’estremo Oriente, vanno a picco. Le banche centrali di Stato, dalla Federal Reserve all’Banca centrale europea, dalla Bank of England alla Banca nazionale svizzera, dalla Bank of Japan alla Bank of Canada, intervengono per salvare il salvabile e continuano ad immettere liquidità nel mercato. E’ una crisi che sta investendo tutti, nessuno escluso, e che molto probabilmente lascerà dietro di sé molte carcasse, tra cui la concezione stessa di economia e di capitalismo per come l’abbiamo intesa fino a oggi. <br />
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<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=59298">Sito web del Partito Democratico</a>Vittoria FRANCO: Allarme Ocse : più disoccupati e salari bassi.2008-07-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357404Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Allarme per il mondo del lavoro: il numero dei disoccupati è destinato a crescere già da quest’anno con un balzo di circa tre milioni in due anni .</b>A rivelarlo è l’Ocse, l’organizzazione internazionale con sede a Parigi per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa i Paesi più industrializzati del mondo , nel suo rapporto annuale sul mercato del lavoro. Previsioni nere che riguardano anche l’Italia, e che vedrà penalizzati in questo senso i giovani, le donne e i lavoratori stranieri.<br />
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Dopo un 2007 in cui la disoccupazione era calata ai minimi da oltre 25 anni, ora l'Ocse prevede che sulla media degli stati membri si assista a un peggioramento sia sul 2008 che nel prossimo anno. La creazione di nuovi posti di lavoro accuserà un notevole rallentamento in tutta Europa con particolare ripercussioni anche in Italia. <br />
<b>Nei paesi dell’area Ocse nel 2008 il numero dei disoccupati salirà a un totale di 33 milioni mentre nel 2009 diventeranno 35 milioni e il tasso di disoccupazione tornerà a superare il 6 per cento..</b>
"La tendenza al ribasso della disoccupazione a cui si è assistito in questi ultimi anni dovrebbe invertirsi nel 2008 - si legge nel rapporto - il numero di disoccupati dell'intera area Ocse aumenterà di un milione di unità nel 2008, e di quasi due milioni nel 2009". Per quest'anno l'Ocse prevede un tasso di disoccupazione medio nell'area del 5,7%, dal 5,6% del 2007, e nel 2009 salirà al 6%.<br />.
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<b>In Italia la disoccupazione è calata ai minimi dal 1981, al 6,1% a fine 2007, ma anche così il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è di appena il 59%, "tra i più bassi dell'Ocse", e mentre la disoccupazione giovanile "resta un problema", stanno contemporaneamente "crescendo i casi di disturbi mentali legati al lavoro"; così come resta un problema la bassa partecipazione delle donne, solo al 46%.
<br />.</b>
L'organizzazione parigina pur rilevando "considerevoli miglioramenti" per l'Italia sui livelli di disoccupazione dal 1998 ad oggi, fa sapere che il rallentamento della crescita previsto per il futuro minaccia i risultati raggiunti: oggi la disoccupazione in Italia è di un intero punto inferiore alla media di Eurolandia, e di solo mezzo punto superiore alla media dell'Ocse. "Ma ora ci sono rischi di frenata della crescita economica - avverte l'Ocse - con potenziali effetti negativi sul mercato del lavoro".<br />
L'Ocse segnala l'alto tasso di disoccupazione, e in particolare la forte disoccupazione femminile, e un difficile accesso al lavoro per i giovani. La disoccupazione italiana, dopo essere diminuita dal 6,8% del 2006 al 6,1% dello scorso anno, è stimata in aumento al 6,2% quest'anno e al 6,5% nel 2009, contro una media per gli altri Paesi industrializzati del 5,7% quest'anno e del 6% il prossimo. Ma solo il 46,6% delle donne risulta al lavoro, lontano dal 57,4% che costituisce la media dei Paesi Ocse e dal 59,1% dalla Ue-15: solo Turchia, Messico, Grecia e Sud Corea fanno peggio.<br />
<br />
Inoltre il rapporto sottolinea come le donne in Italia hanno una minore probabilità di trovare un impiego buono e ben pagato rispetto agli uomini: nella fascia tra i 25 e i 54 anni le italiane con un impiego a tempo pieno guadagnano in media il 18% meno degli uomini per ora lavorata (il 22% in meno nel caso delle donne con un diploma universitario).<br />
<br />
"I dati diffusi oggi dall'Ocse confermano quello che purtroppo già in parte sapevamo - <b>sottolinea Vittoria Franco, ministro delle Pari Opportunità del Governo ombra del PD</b> - E cioè che in Italia le retribuzioni delle donne sono inferiori a quelle degli uomini, che una
donna su 5 è costretta a lasciare il lavoro dopo il primo figlio, che la maternità è ancora un ostacolo". La Franco osserva che "l'alto tasso di disoccupazione femminile è uno degli elementi che determina l'arretratezza sociale e culturale del nostro Paese". Una situazione che rischia di peggiorare considerando anche "che il governo Berlusconi non sta facendo niente per le donne". Nessuno dei provvedimenti della manovra finanziaria - fa notare il ministro ombra - contiene una sola misura per l'occupazione femminile".<br />
<br />
<b>Quadro nero anche per i salari, che in Italia sono inferiori di quasi il 20% alla media Ocse, ma se si guarda il potere d'acquisto il divario sale al 22%.</b><br />
L’allarme dell’Ocse si associa dunque a quello lanciato proprio in questi giorni dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che denunciava la perdita del potere d’acquisto degli italiani.<br />
Il rapporto poi smentisce un altro luogo comune, cioè che gli italiani lavorano poco. Al contrario nel 2007 in Italia si è lavorato in media 1.824 ore, dieci in più dell'anno prima e trenta in più della media Ocse. Il salario medio lordo annuo in Italia nel 2006 è stato pari a 31.995 dollari, inferiore del 19,5% rispetto ai 39.743 dollari che costituiscono la media Ocse, ma sotto anche la media dell'Europa (37.516 dollari), della Ue-15 (38.759) e anche della Ue-19 (36.706). Se poi si considera il livello dei salari in termini di potere di acquisto, il dato italiano scende a 29.844 dollari, -22% rispetto ai 38.252 dollari della media Ocse e 34.322 della medie europea. <br />
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<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=54182">Sito web del Partito Democratico</a>Pier Paolo BARETTA: La Corte dei Conti boccia la " Robin tax ".2008-07-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357402Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>La “Robin Tax” come era prevedibile rischia di essere l’ennesima presa in giro per gli italiani, anzi il solito annuncio propagandistico de Governo Berlusconi.</b> <br />
A stabilirlo la Corte dei Conti, che in un’ audizione alla Camera ha spiegato come il teorico fondo di sostegno alle fasce deboli in realtà sia un bluff. Con la stretta fiscale per banche, assicurazioni e imprese del settore energetico (la 'Robin Hood tax', contenuta nella manovra economica), "è concreto il rischio che il maggior prelievo possa essere traslato sui consumatori, attraverso una aumento dei prezzi praticati sui prodotti, o su altri soggetti economici, con un effetto ad esempio sui salari reali dei lavoratori impiegati nei settori colpiti". Così ha esordito il presidente della Corte dei conti, Tullio Lazzaro alla Camera.<br />
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"In proposito - ha aggiunto Lazzaro - il grado di cogenza della cosiddetta 'clausola salva utenti' (divieto di traslazione della maggiorazione d'imposta sui prezzi al consumo) appare inversamente proporzionale alla sua durata, indipendentemente dalla vigilanza affidata all'Autorità per l'energia elettrica e il gas". Nell’audizione in Parlamento sul Dpef, la Corte dei Conti riconosce che la robin tax costituisce la "componente più innovativa della manovra sulle entrate" ma evoca una serie di "rischi" legati alla sua attuazione. Il primo è proprio il rischio "traslazione" sui consumatori con un aumento dei prezzi oppure su altri soggetti, ad esempio i lavoratori dei comparti interessati, attraverso i salari
In sostanza Lazzaro osserva che le maggiori tasse per aziende petrolifere, assicurazioni e banche di gas che in questi anni hanno goduto di maggiori incassi, assomiglia troppo a una "punizione" per un solo settore.
Inoltre la Corte ricorda, che i 733 milioni di maggiori entrate assicurati dall’imposta sostitutiva sui valori latenti delle rimanenze delle imprese petrolifere e del gas "rappresentano, di fatto, una anticipazione della tassazione".<br />
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Gli obiettivi sociali della Robin tax) rischiano quindi di essere "molto limitati", vista la scarsità delle risorse a disposizione. Infatti Lazzaro, ha spiegato che "le risorse che alimentano il Fondo per i meno abbienti ammonteranno inizialmente a meno di 300 milioni. A meno di non ipotizzare nuovi e significativi afflussi dalle altre fonti individuate dalla norma è concreto il rischio che la finalizzazione sociale della Robin tax possa risultare molto limitata".<br />
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"Anche per tale motivo - ha aggiunto il presidente della Corte dei conti - si pone l'esigenza di evitare che i potenziali benefici dell'iniziativa non siano compromessi da costi di gestione (ideazione, creazione, distribuzione e monitoraggio della 'carta acquisti') elevati".<br />
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"La Robin Tax non avrà adeguate finalità sociali e finirà per scaricarsi negativamente sui consumatori, lo ripete anche <b>Pierpaolo Baretta</b>,capogruppo della Commissione Bilancio della Camera, che si aggiunge agli allarmi lanciati dalla Corte dei Conti e da Mario Draghi, presidente di Bankitalia. Inoltre Baretta se la prende con la recente manovra avviata da Tremonti che come spiega non affronta né la crisi economica né quella del potere d'acquisto, ed opera tagli che mettono in ginocchio gli Enti locali, importanti settori della Pubblica amministrazione e che si ripercuotono negativamente sui servizi ai cittadini". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=54245">Sito web del Partito Democratico</a>