Openpolis - Argomento: riforma elettoralehttps://www.openpolis.it/2012-11-16T00:00:00ZEmma BONINO: Il Quirinale fa stalking sulla legge elettorale - INTERVISTA2012-11-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684209Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Vicepresidente del Senato, Radicale, donna. Arrabbiata per il "pessimo spettacolo" che stanno dando i partiti sulla legge elettorale e per le ingerenze del Quirinale.
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<b>Emma Bonino, il Capo dello Stato ha appena dichiarato che il suo ruolo non è solo quello di "tagliare i nastri".</b>
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Lo dice la Costituzione cosa può fare il presidente della Repubblica. In uno Stato di diritto ognuno deve fare il proprio mestiere attenendosi alle regole stabilite.
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<b>E Giorgio Napolitano dove le sta contravvenendo?</b>
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Come dice il mio collega Maurizio Turco, la pressione su questo tema è arrivata a livello di stalking.
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<b>Addirittura?</b>
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Magari l'espressione "stalking" sarà un po' iperbolica per descrivere il pressing, ma questa ennesima violazione del processo elettorale, aggiunta alle quotidiane condanne al sistema giustizia e carcerario, conferma l'Italia come il paese pluripregiudicato d'Europa.
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<b>Infatti una riforma a meno di un anno dalle elezioni riceverebbe una sanzione.</b>
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Il Consiglio d'Europa lo chiede, non solo per dare il tempo necessario per disegnare i nuovi collegi, ma anche per assicurare che elettori e partiti abbiano modo di prenderne le misure e organizzarsi. Se oggi cominciamo a raccogliere le firme per le liste e poi cambiano la legge che facciamo, le buttiamo?
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<b>C'è anche un precedente.</b>
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Il 6 novembre la Corte europea dei diritti umani ha condannato la Bulgaria per aver introdotto nuove norme poco prima del voto del 2005, una sorta di Porcellum bulgaro.
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<b>Allora perché anche voi Radicali avete proposto una modifica meno di un mese fa? Se lo fanno gli altri è sbagliato, se lo fate voi è giusto?</b>
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Se non si riesce a fermare il fiume, almeno si cerca di non farlo straripare. Noi riteniamo che il sistema maggioritario con collegi uninominali sia l'unico che garantisce rappresentatività, governabilità e, fatto nuovo, il "vincolo" europeo.
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<b>Alla fine agirà il governo con un decreto?</b>
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Ma per carità, adesso basta. Questo governo si era preso un impegno extraparlamentare per sciogliere alcuni nodi economici, del resto devono occuparsi i partiti.
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<b>Che non stanno dando un bello spettacolo.</b>
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La definirei una prova invereconda basata sulle convenienze.
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<b>Quali?</b>
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I leader dei partiti pensano ad una legge elettorale non per il Paese ma per prefigurare l'esito che politicamente vogliono, cioè nessuna governabilità e nessuna maggioranza per essere "costretti", dopo aver creato le condizioni per arrivarci, a richiamare Monti.
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<b>Cosa pensa di un Monti bis?</b>
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Penso che se Monti vuole fare il presidente del Consiglio deve presentarsi alle elezioni. I governi di unità nazionale sono sempre stati una tragedia e stiamo assistendo solo al ritorno di una partitocrazia sempre più arrogante.
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<b>Temete Grillo?</b>
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Temo piuttosto l'inadeguatezza delle forze politiche. Non avevano alcuna scusa per non varare una riforma elettorale degna di questo nome, restituendo ai cittadini la possibilità di decidere sulle due cose che distinguono una democrazia da un sistema non democratico: scegliere l'esecutivo sulla base di un programma e la persona che va a rappresentarlo in Parlamento.
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<b>Quindi il Porcellum va abolito.</b>
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Va abolito se si fa una legge migliore. La nuova proposta è il combinato disposto dei due obbrobri che abbiamo vissuto fino a qui, il proporzionale con preferenze per il 75% (quelle dei casi Fiorito o del caso 'ndrangheta in Lombardia), e per il 25% liste bloccate scelte dai segretari di partito. Un'altra violazione delle prescrizioni europee e di un esito referendario.
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<b>I Radicali con chi vanno alle elezioni?</b>
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Non ne ho idea, ma non voglio far parte di uno schieramento ideologico di quelli che vedo riunirsi nei teatri, sempre in tre e sempre maschi, salvo sostituire Di Pietro con Nencini.
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<b>Oggi sembra avvicinarsi il voto a febbraio.</b>
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Sentiamoci domani e vediamo che succede.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1NFGHL">Il Fatto Quotidiano | Caterina Perniconi </a>Maurizio SAIA: ASSEMBLEA COSTITUENTE: REFERENDUM2012-11-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684284Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>Preannuncia il voto favorevole del suo Gruppo. Contrariamente a quanto ritiene il senatore Pardi, l'indizione di un referendum contestuale alle elezioni per la Commissione costituente rappresenta un presupposto necessario e persino tardivo rispetto all'ipotesi di riforma elettorale a cui la Commissione affari costituzionali sta lavorando senza il necessario quadro di riferimento istituzionale.<br/>fonte: <a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=683967">www.senato.it</a>Emma BONINO: «Il Colle fa stalking sulla legge elettorale» 2012-11-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684087Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />«Seguiamo l'Europa in alcuni settori ma quando non ci conviene i dettami europei poi non fanno parte del comportamento delle forze politiche. Siamo ad un livello di stalking perché venga cambiata la legge».
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Il «tempo è scaduto» perché l'Europa ci chiede di non fare una riforma elettorale nell'ultimo anno prima del voto, quindi «spiace dirlo» ma dal Quirinale «siamo ad un livello di stalking in questa pressione perché venga cambiata la legge elettorale».
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Il duro attacco di Emma Bonino al presidente della Repubblica arriva dai microfoni di «Radio Radicale», dove la vicepresidente del Senato ha sottolineato come «nella conferenza dei capigruppo di mercoledì a Palazzo Madama ho fatto presente che il tempo è scaduto da molto e che voler fare la legge elettorale ben che vada a dicembre ci porta fuori da qualunque schema raccomandato dall'Europa».
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/print/rassegna-stampa/colle-fa-stalking-sulla-legge-elettorale">Il Giornale</a>Elio LANNUTTI: Porci senza ali2012-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656937Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
"Ciao a tutti gli amici del Blog di Beppe Grillo e faccio un grande in bocca al lupo, io ritengo e penso che la forza del cambiamento sarà più forte delle resistenze di palazzo.
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Io sono Elio Lannutti, Presidente dalla Adusbef. Beppe Grillo ha fatto la prefazione a un mio libro: “La Repubblica della Banche”, ho partecipato al primo V Day, quello sul Parlamento pulito nella raccolta delle firme per raccogliere 350.000 mila firme che poi sono rimaste lettera morta. Beppe Grillo è venuto anche in <b>Commissione Affari Costituzionali</b> a presentare un sollecito a quella legge, ma non c’è stato nulla da fare.
<p>Sono senatore indipendente dell’Italia dei Valori e soprattutto ho partecipato, con Beppe Grillo a tantissime assemblee degli azionisti, dalla a Torino alla Telecom, a molte assemblee degli azionisti dove c’era anche l’azione di responsabilità verso il tronchetto dell’infelicità, come lo aveva ribattezzato Beppe Grillo, che era Marco Tronchetti Provera.
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Questi fanno le cose contro Beppe Grillo, tra l’altro anche questo <b>aumento al 42,5%</b> è in funzione anti Grillo, uno non può fare una legge Anti Grillo! Uno fa la legge nell’interesse della governabilità, del Paese, non anti Grillo.
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La paura che io ho colto (poi nei resoconti le cose scomode vengono tolte), ho sentito con le mie orecchie, ero presente. Io non faccio parte della Commissione Affari Costituzionali, però ogni senatore può andare in tutte le commissioni, sono andato a ascoltare, e ci sono senatori che hanno detto una volta: “<i>Noi pensavamo di aumentare dal 4% al 5% la soglia per accedere al Parlamento, quando abbiamo iniziato questa legge per, diciamo, fare uno sbarramento anti Grillo</i>”, questo testualmente. “<i>Attualmente invece poiché l’area di voto di Grillo è intorno al 30% ci dobbiamo attrezzare per evitare quanto più possibile che Grillo possa andare al governo</i>”, perché se dovesse restare questa legge elettorale <b>il MoVimento 5 Stelle diventa il primo partito</b>, con il premio di maggioranza va al governo del Paese! Quindi questa è la situazione.
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Più volte in aula ho affermato che i Movimento 5 Stelle non rappresenta l’antipolitica, ma il bisogno di milioni di cittadini di liberare l’Italia da cricche, da faccendieri, da un ciarpame di lestofanti e affaristi, combriccole che hanno occupato le istituzioni e hanno prodotto uno dei più grandi debiti pubblici del mondo, quasi duemila miliardi di debito pubblico. Questa politica che ha portato il Paese sull’orlo del precipizio e della bancarotta, al punto da avere avuto bisogno di un commissario, di un tecnocrate, che risponde al nome di Monti, un commissario scelto dalle tecnocrazie, da Goldman Sachs, nel gruppo Bildeberg, per commissariare l’Italia e cedere quella residua sovranità.
<p>Voglio ricordare che la sovranità in Italia, lo prevede la Costituzione, appartiene al popolo, invece noi la cediamo ai tecnocrati, agli oligarchi, ai cleptocrati europei e i cittadini restano in balia di se stessi, i giovani non trovano lavoro, abbiamo una disoccupazione che è la più elevata, soprattutto a livello giovanile, abbiamo un Paese allo sbando e come si può fare per rimediare? Solo dal basso, solo dai cittadini che si organizzano, perché la gente non crede più ai ladri, ai mariuoli, ai faccendieri.
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Quello che è accaduto ieri è grave. Questa paura, questo terrore sacro per gente pulita, che vuole sostituire gli indagati, i condannati, i trafficanti da parte di chi viene qui semplicemente non per essere al servizio dei cittadini, ma di qualche cricca e combriccola, amicale. Mi auguro che il popolo saprà valutare anche quello che il Palazzo sta facendo. L’Italia dei Valori si è opposta, e anche il Partito Democratico non era d’accordo su questo sbarramento al 42 e mezzo per cento. C’è una ricostruzione molto interessante che ha fatto Repubblica e che chiama in causa anche il Presidente della Repubblica, fa insinuazioni, io però queste cose non sono in grado di confermarle.
<p>Probabilmente non era d’accordo (il PD) perché aveva fatto degli accordi in precedenza con <b>Casini</b> e con il Popolo della Libertà e questo accordo non è stato mantenuto, perché è rientrata in gioco la Lega e hanno la maggioranza in commissione, con l’UDC , e quindi si sono approvati un “<i>porcellinum</i>”: il 42,5 %, ma chi ci arriva per avere il premio? Oggi nell’attuale “<i>porcellum</i>” se una coalizione prende il trenta per cento, e potrebbe essere anche il MoVimento di Beppe Grillo, con la attuale legge, prende il premio di maggioranza e governa il Paese! Con questa riforma invece bisogna arrivare al 42,5 % per il premio di maggioranza e adesso stanno discutendo se dare un piccolo premio dal 7 al 10% al primo partito. Questa è la situazione.
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Si sono compattati, è rinata la maggioranza del porcellum, ossia UDC di Casini, che qui il capogruppo è D’Alia, Lega Nord rappresentata da <b>Calderoli</b>, autore della prima porcata e allora c’era Forza Italia e adesso è Popolo della Libertà, con l’aggiunta di Api, <b>Rutelli</b>, che ha proprio affermato, anche alla stampa, che bisogna fermare Beppe Grillo.
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C’è un clima di paura, terrore verso liste pulite, verso un Parlamento pulito! Verso la possibilità che come dice Beppe Grillo: "Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere !" non è solo un auspicio, ma sarà la realtà, quando si voterà a aprile. Io lo dico spesso ai miei colleghi, Beppe Grillo esoderà, per utilizzare il linguaggio della Fornero, l’80% dell’attuale Parlamento.
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Non è vero come dice Cesa, abbiamo messo una soglia alta perché la stessa Corte Costituzionale sta lavorando sul premio di maggioranza del Porcellum e non si può prendere un bonus del 25%. “<i>Un tetto va messo, è necessario</i>”, dice Cesa.
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A me non risulta che la Corte Costituzionale abbia messo alcuna soglia. <b>Monti</b> sprona i partiti all’intesa, dice “<i>Non costringetemi a intervenire, perché potrebbe essere tecnicamente possibile una nostra iniziativa, ma politicamente non è auspicabile</i>”.
<p> Qui o si vuole eliminare i nominati in Parlamento, quindi il porcellum, o fare una riforma a uso e consumo dell’attuale potere politico, dell’attuale <b>casta politica</b>.
<p>Io non so se Monti vorrà intervenire, ma in quel caso non dovrebbe farlo per ricostituire quella alleanza che c’era e che ha fatto il porcellum, ma invece per offrire anche alle nuove forze che non sono mai state presenti in Parlamento stesse possibilità e opportunità". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.beppegrillo.it/2012/11/porci_senza_ali.html#commenti?s=n2012-11-08">www.beppegrillo.it</a>FRANCO MIRABELLI: Pdl e Lega bloccano la discussione sulla legge elettorale2012-09-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650547Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Questa mattina in commissione affari istituzionali del Consiglio regionale Lega e Pdl hanno ufficialmente bloccato il percorso di riforma della legge elettorale che era iniziato con l’approvazione bipartisan della mozione che impegnava l’assemblea ad approvare la legge entro la fine del 2012. Alla nosta richiesta di riconvocare al più presto il gruppo di lavoro istituito mesi fa, che non viene riunito da giugno, il presidente della commissione Stefano Galli e il consigliere Alboni, vicecapogruppo del PDL, hanno risposto no, insistendo, con motivazioni diverse, sull’inutilità della prosecuzione del lavoro sulla riforma.
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Duro il commento del consigliere regionale del PD <b>Franco Mirabelli</b>: “La decisione della maggioranza di bloccare l’iter di riforma è evidente e grave – dichiara -. Non ci sono ragioni per interrompere il lavoro iniziato se non le divisioni tra PDL e Lega o la paura che la nuova legge elettorale possa spingere anche una parte della maggioranza ad interrompere la legislatura. La discussione, infatti, può tranquillamente proseguire in contemporanea con la definizione delle misure decise nell’ambito della Conferenza Stato Regioni sul taglio dei costi e con la definizione dei nuovi assetti territoriali legati alla revisione delle Provincie. Discutere del listino, della sua abolizione, di quale debba essere il premio di maggioranza e come debba essere ripartito, dell’eventuale soglia di sbarramento, della possibilità di esprimere due preferenze, una per genere, sono tutte questioni che prescindono dalla riduzione dei costi e dalla revisione delle Province e che possono quindi essere tranquillamente discusse. Il fatto è che evidentemente PDL e Lega non vogliono o non sono in grado di discuterne. Così, ancora una volta, alla stretta, il centrodestra lombardo dimostra di non saper mantenere gli impegni solennemente presi in Consiglio e di non avere la coesione necessaria per fare le riforme.”<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.blogdem.it/blog/2012/09/27/pdl-e-lega-bloccano-la-discussione-sulla-legge-elettorale/">BlogDem</a>Paolo GIARETTA: Bersani apra a doppio turno e semipresidenzialismo | 15 firmatari2012-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650425Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Lettera aperta al segretario del Pd da parte del gruppo di promotori dell'Agenda Monti all'interno del partito. Obiettivo: chiedere una riforma del governo in senso semipresidenziale, con doppio turno per l'elezione del Parlamento e un nuovo Senato con funzione di Camera delle Autonomie.
<p> La ormai evidente paralisi del negoziato in corso da molti mesi sulla auspicata riforma della legge elettorale ripropone lo scenario inaccettabile di un Parlamento inconcludente e incapace di produrre una qualsiasi concreta iniziativa riformatrice. Se per un verso in questi mesi ha sorretto il Governo e, pur fra incertezze e difficoltà, ha prodotto riforme e prospettato soluzioni che hanno aiutato l'Italia a non perdere il suo ruolo di grande Paese fondatore dell'Unione Europea, per l'altro il Parlamento, pur svolgendo l'essenziale e decisivo compito di sostegno all'azione dell’esecutivo, non ha colto finora nessuno degli obiettivi di riforma istituzionale ed elettorale che si era autonomamente assegnato all'atto di nascita del governo Monti.
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Ora, a pochissimo dalla conclusione della legislatura, siamo giunti a un bivio: è meglio rassegnarsi all'impotenza riformatrice dell'attuale Parlamento e affidare l'elezione del nuovo Parlamento alla vecchia legge elettorale, o promuovere un ulteriore tentativo per produrre il cambiamento che tutti a parole considerano necessario?
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Si può propendere per la seconda soluzione a condizione che si tenga realisticamente conto delle posizioni in campo e di quanto si è prodotto finora nel voto di prima lettura, al Senato, sulla riforma istituzionale. È all'esame della Camera la riforma della Costituzione, approvata dal Senato, che introduce l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e prevede, con soluzioni incerte e contraddittorie, un nuovo senato “federale”.
<p>Come è noto al Senato si è prodotta una profonda divisione nel voto degli emendamenti e del testo finale, tanto da far ritenere molto difficile una definitiva approvazione della riforma, considerati i diversi rapporti di forza fra i gruppi alla Camera e le differenti posizioni espresse.
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È dunque pressoché certo il definitivo blocco del processo riformatore: nessun riduzione del numero dei parlamentari (contenuta nel testo approvato dal Senato); nessuna riforma del bicameralismo perfetto; nessuna nuova legge elettorale, che consenta ai cittadini di scegliere al contempo rappresentanti e governo.
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Giunti a questo punto, non sarebbe forse necessario un profondo mutamento delle posizioni assunte fino ad oggi?<br />
Nella lettura del testo Senato alla Camera, si potrebbero introdurre le modifiche sufficienti a renderlo coerente e razionale: una seria riforma della forma di governo in senso semipresidenziale, che preveda il doppio turno per l'elezione del Parlamento, accanto ad un nuovo Senato, che superi l'attuale bicameralismo perfetto e svolga prevalentemente la funzione di Camera delle Autonomie.
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La legislatura formalmente ha davanti ancora tempo sufficiente per svolgere questo compito. Servirebbe ciò che finora è mancato: uno sforzo convinto delle forze politiche, a partire da quelle che sostengono il governo Monti.
<p> Riprendiamo il dibattito alla Camera sul testo di riforma istituzionale e portiamo da subito al Senato la riforma elettorale a doppio turno.
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Noi chiediamo al nostro partito, al PD, di farsi protagonista di un’iniziativa in questo senso.
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I promotori dell'iniziativa del 20 luglio<br />
<a href="http://www.agendamonti.eu/"><b>«Il Pd e l'Agenda Monti»</b></a>
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<b>Alessandro Maran</b>
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<b>Antonello Cabras</b>
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<b>Claudia Mancina</b>
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<b>Enrico Morando</b>
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<b>Giorgio Tonini</b>
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<b>Magda Negri</b>
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<b>Marco Follini</b>
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<b>Marilena Adamo</b>
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<b>Paolo Gentiloni</b>
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<b>Paolo Giaretta</b>
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<b>Pietro Ichino</b>
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<b>Salvatore Vassallo</b>
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<b>Stefano Ceccanti</b>
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<b>Umberto Ranieri</b>
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<b>Vinicio Peluffo</b><br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1KGZR4">Corriere della Sera</a>Giulietto CHIESA: L'esproprio della Democrazia - INTERVISTA2012-08-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649955<br />
L'ipotesi di riforma della legge elettorale con una soglia del 5% è un tentativo di stroncare sul nascere l'ascesa di nuovi protagonisti politici. Il principale responsabile è il Pd, in combutta con il Pdl. Bisogna contrastare questa truffa con una sollevazione popolare.
<p><b>Diverse ipotesi a vaglio per la riforma della legge elettorale attualmente in vigore. Come si muoveranno i partiti secondo Lei?</b>
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«Da quel che vedo, è in corso un nuovo grave tentativo di sottrarre agli italiani la possibilità di decidere chi li governerà. Questo tentativo viene inequivocabilmente dal Partito Democratico, che è il principale responsabile di questa truffa imminente e dal PDL, che sono evidentemente in combutta per togliere agli Italiani ogni possibilità di decidere.
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Stabilire una barriera del 5%, che pare l'unica cosa certa al momento, con tutta una serie di variazioni sul tema, incluse le percentuali regionali che dovrebbero essere raccolte, fa pensare in tutti i casi che si voglia eliminare ogni possibilità di apparizione di nuovi protagonisti elettorali, a iniziare dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ma non solo. Questi progetti di legge sono tutti funzionali a escludere tutti gli altri partiti, che sono milioni di persone, dalla possibilità di accedere al Parlamento.
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Ora, io considero questo un evento di una gravità senza precedenti, addirittura peggiore del famoso porcellum, cioè della legge elettorale che abbiamo attualmente in vigore. E' una vera e propria organizzazione criminale della casta, che sta espropriando illegalmente i cittadini della democrazia rappresentativa. Questo è lo stato delle cose. La questione vera che abbiamo di fronte è: riusciamo a impedirglielo?
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Il problema si pone in questi termini: una minoranza della popolazione italiana e dei suoi rappresentanti sta cercando di scippare la democrazia alla maggioranza. Si va verso la fine di un sistema e l'introduzione di un nuovo che con la democrazia non avrà più nulla a che fare. Di fronte a questa illegalità io credo che bisogna studiare le forme per ripristinare la legalità e questo si potrà fare solo con una vera e propria sollevazione popolare di massa. Per questo, faccio un appello a una sollevazione popolare contro questa casta politica».
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<b>Lei menzionava il porcellum. Perché fu fatta quella legge, e non un'altra?</b>
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«Per le stesse ragioni per cui è stata fatta questa. Il porcellum doveva impedire agli italiani e agli iscritti dei partiti esistenti, di intervenire sulle decisioni delle segreterie. E' stata la seconda tappa espropriativa dopo l'introduzione del sistema maggioritario, che è stato l'inizio della gigantesca truffa antidemocratica in cui stiamo vivendo.
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Quindi: primo, passaggio al maggioritario con la scusa della governabilità; secondo, tutte le varianti del porcellum; terzo, oggi un vero e proprio atto eversivo che si presenta però con la faccia della legalità, perché verrebbe deciso da un Parlamento che non rappresenta niente altro che se stesso. Tutto questo naturalmente è giocato su un equivoco di base che è il discorso sul bipartitismo. Ci hanno voluto imporre un bipartitismo che non ha nulla a che vedere né con la storia né con l'esperienza né con la realtà del popolo italiano. Hanno voluto imitare la Gran Bretagna con il suo bipartitismo o gli Stati Uniti: sono due forme di totale espropriazione della volontà popolare! Vogliono fare la stessa cosa in Italia in una situazione in cui non c'è nessuna condizione per poterla realizzare. Questo si è trasformato, come negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, in un inciucio, cioè in una truffa elettorale e politica ai danni dei cittadini».
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<b>Anche il Capo dello Stato sollecita la riforma. Quali partiti si avvantaggeranno della modifica e quali no?</b>
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«Solo due si avvantaggeranno, di fatto: il Pd e il Pdl. Gli altri saranno costretti a coalizzarsi e quindi di fatto resterà un terzo possibile polo rappresentato dall'IDV di Di Pietro e probabilmente da Sel, lasciando in un angolo Grillo, che in queste condizioni potrebbe rappresentare, credo, un notevole successo elettorale con una quindicina di seggi. Tutti gli altri fuori, e sono moltissimi, milioni, che saranno comprabili, variamente riconducibili alle case madri che vorranno ripristinare il loro bipartitismo. Questa è, ripeto, una gravissima lesione del corpo democratico del Paese ed è palesemente incostituzionale. Io non so che cosa voglia il Presidente della Repubblica, ma i suoi appelli mi pare che siano del tutto privi di sostanza».
<br /><br/>fonte: <a href="http://www.cadoinpiedi.it/2012/08/28/legge_elettorale_lesproprio_della_democrazia.html">www.cadoinpiedi.it</a>Antonio MARTINO: «L'elusione è peggio dell'evasione» - INTERVISTA2012-08-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648512Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />La pratica dell'elusione è una furbata mentre l'evasione è reato.
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Ogni ulteriore balzello «non è più sostenibile». Di più: «se si persegue il pareggio immediato di bilancio si ammazza il paese». Bisogna, al contrario, «agire sulla spesa pubblica con le riforme, non con manovre correttive». Perché, i veri risparmi da fare sono «su spesa sanitaria e enti locali»; tagli che «non si possono fare a legislazione invariata».
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Le circonlocuzioni e i toni soft non fanno per Antonio Martino. Tessera n. 2 di Forza Italia, ministro degli esteri del primo governo Berlusconi e capo della difesa nei due successivi esecutivi di centrodestra, Martino è un liberista impenitente. Il pessimismo non è nelle sue corde: «l'Italia è il paese più solido dell'Eurozona, più della Germania», dice. E al conformismo non si arrende: «gli speculatori? Rischiano i loro soldi. Invece, i banchieri centrali», graffia, «speculano con i nostri soldi».
Martino svela la sua visione. Senza sconti a chicchessia. «Perché», ghigna, «restare solo, in minoranza, non mi fa paura».
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<b>Il suo maestro è stato Milton Friedman. Questo basta a dire con chi sta nella storica tenzone tra keynesiani e friedmaniani?</b>
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Io ho scritto la mia tesi su Keynes. E già allora avevo le mie perplessità. Poi, sa, stando a Chicago.
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<b>Secondo i keynesiani, e il Fondo monetario internazionale, la compressione sul fronte salari impedisce la ripresa dell'economia. Perché azzoppa i consumi. Secondo i friedmaniani, l'eccessivo debito pubblico, la spesa pubblica esagerata e la conseguente alta tassazione, espongono il paese alla speculazione internazionale, inchiodano la ripresa e costringono a manovre lacrime e sangue. Lei con chi sta?</b>
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Vede, nella storia non c'è un caso uno di un paese in cui la spesa pubblica superi il 40% del Pil, che abbia uno sviluppo di lunga durata, uno sviluppo rilevante. Ne sanno qualcosa gli svedesi. Lo sviluppo che l'Italia ha ormai da molti anni è molto simile all'errore statistico. Sotto l'1%. Da quando la spesa pubblica ha superato il 50% del Pil, l'Italia ha smesso di crescere.
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<b>La sua lettura?</b>
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Dobbiamo tener presente che la spesa privata viene spiazzata dalla spesa pubblica, indipendentemente da come essa sia finanziata. Perché se la spesa pubblica è finanziata con le imposte, chi paga le imposte non ha più quei soldi da spendere. Se, invece, la spesa pubblica è finanziata con l'indebitamento, gli acquirenti, quelli che comprano i titoli di debito pubblico, non hanno più quei soldi da spendere. Ma li danno allo Stato con obbligazioni. Quindi, se la spesa pubblica viene finanziata in un modo, spiazza la spesa per consumo, se è finanziata nell'altro spiazza la spesa per investimenti.
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<b>Come se ne esce?</b>
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La prima cosa da fare è ridurre il rapporto spesa pubblica/Pil. Agendo sui cosiddetti entitlements, cioè su quelle voci di spesa pubblica che, a legislazione invariata, non possono essere ridotte o fatte variare. Prendiamo, ad esempio, il servizio sanitario nazionale: se non lo si riforma, ma lo si tocca a legislazione invariata, le spese andranno avanti senza che il governo possa fare alcunché. Idem per gli enti locali. Se non li si riforma, la spesa andrà per conto suo. E sono proprio queste due, le categorie più grosse della spesa pubblica locale. Alla fine, le spese riducibili a legislazione invariata sono una piccola parte della spesa pubblica.
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<b>Quindi?</b>
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L'Italia ha bisogno di riforme, non di manovre. Vanno cambiate le leggi che vanno per conto loro. Non bisogna più fare manovre a legislazione invariata, che finiscono per agire solo su piccole voci di spesa pubblica.
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<b>Un esempio?</b>
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Pensi alla spesa di esercizio militare. Viene sempre toccata da tutte le manovre: i carburanti, la manutenzione, l'addestramento e cosi via. Insomma, le cose essenziali per far funzionare la macchina. Mentre era ministro dell'economia Giulio Tremonti, in Francia cadde un elicottero e morirono sette militari. Il pilota non voleva partire perché non era stata fatta la manutenzione. Avevano tagliato lì. Quei piloti sono stati ammazzati da una manovra, che ha tagliato le spese di esercizio.
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<b>Dove si taglia si sbaglia?</b>
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In Italia l'esistente non deve essere gestito, deve essere cambiato. Ci vogliono riforme. Il Servizio sanitario nazionale costa 3.500 euro l'anno a italiano.
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<b>Addirittura?</b>
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Lei pensa che l'ho sparata grossa. E, apparentemente, avrebbe ragione. Ma facciamo due conti: la spesa sanitaria contabilizzata è di 110-130 miliardi di euro l'anno; a questi, però, vanno aggiunti altri 50 miliardi l'anno, che i privati spendono per procurarsi quello che il Ssn non fornisce. E non è finita: l'80% del bilancio delle regioni è utilizzato in spesa sanitaria. Il che significa che l'80% del costo delle regioni va imputato alla spesa sanitaria. Quindi, per l'80% le regioni esistono per gestire la spesa sanitaria. A conti fatti sono più di 200 miliardi di euro l'anno. Diviso 60 milioni di italiani fa qualcosa come 3.500 euro l'anno a persona. Ogni persona, sia essa bambino o anziano.
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<b>Un pozzo senza fondo?</b>
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Abbiamo un sistema sanitario inefficiente e regressivo: tassiamo il bracciante agricolo affinché anche Berlusconi possa avere le medicine gratis! Se, poi, aggiunge che il sistema è marcio e corrotto, con migliaia di frodi nel sistema farmaceutico, allora ne consegue che va riformato al più presto. Perfino un esponente del Pd, Umberto Veronesi, ha proposto di limitare le prestazioni del Ssn ai meno abbienti, così da passare dal servizio sanitario universale a un sistema selettivo, che dia, non tutto a tutti, ma tutto a chi ne ha bisogno.
<p>
<b>La sua posizione in economia, che definisce “semplicemente liberista”, l'ha messa spesso in condizione di «disagio» all'interno del centro-destra.</b>
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Quando ero iscritto al Pli, facevo parte di una minoranza composta da una sola persona (sorride, <i>ndr</i>).
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<b>Il suo «disagio» è sfociato in netto contrasto con l'indirizzo, da taluni definito di “destra sociale”, assunto dall'ex ministro dell'economia, Giulio Tremonti.</b>
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Tremonti è un ottimo tributarista, ma non capisce niente di economia. All'inizio lo negava, perché voleva essere etichettato come economista. Poi ne andava fiero perché convinto che gli economisti non capiscono niente. Come ministro dell'economia è stato persino più disastroso di Padoa Schioppa, da cui ha ricevuto i complimenti.
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<b>Ne ha per tutti</b>
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Forse il meno peggio tra i ministri dell'economia è quello attuale, Grilli. I suoi predecessori, tutti disastrosi. Il mio amico Bassanini ha unito in un dicastero ciò che deve restare diviso, Finanze e Tesoro, entrate e uscite. Se le unisci, poi, non si muove foglia che il ministro dell'economia non voglia.
<p>
<b>Sempre in polemica con Tremonti, nel 2008 scrisse su Libero un fondo dal titolo: “Viva gli speculatori”. In quel caso la speculazione colpiva le commodity e, in particolare, il petrolio, alterandone le quotazioni.</b>
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Vede, come spesso fa, Tremonti doveva trovarsi un capro espiatorio. In quell'occasione prese di mira gli speculatori. Ma gli speculatori privati rischiano i loro soldi sulle previsioni. Scommettono i loro soldi e, se sbagliano, li perdono. Poi c'è anche lo speculatore pubblico, che scommette con i soldi degli altri. E, se sbaglia, la perdita la subiscono gli altri.
<p>
<b>Lo speculatore pubblico? A chi allude?</b><p>
Il banchiere centrale è uno speculatore pubblico. Quando c'è un deficit potenziale con l'estero, nella bilancia dei pagamenti, lo speculatore privato vende moneta nazionale per comprare divise estere. Scommette cioè sulla svalutazione della moneta nazionale. Lo speculatore pubblico fa l'esatto contrario. Un esempio? Mercoledì, 16 settembre 1992. In quel giorno, la Banca d'Italia vendette 60 mila miliardi di lire di riserve ufficiali, per impedire la svalutazione della lira. Dopo aver fatto perdere all'Italia 60 mila mld, Bankitalia dovette arrendersi e lasciar svalutare la lira. Tutti diedero la colpa a Soros, perché, si disse, aveva fatto svalutare la lira. Ma Soros scommise i soldi suoi sulla lira svalutata. I 60 mila miliardi di lire che l'Italia perse, a causa della scommessa fallita dal banchiere centrale finalizzata a tener su la lira, erano invece soldi degli italiani. Io tra i due speculatori scelgo lo scommettitore privato, perché rischia i suoi soldi.
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<b>La pensa ancora così, oggi che la speculazione fa cassa sui titoli di stato e su fondamentali di un paese, impossibili da correggere nel breve periodo. Ad esempio il debito pubblico, che fa impennare lo spread. Direbbe anche oggi “viva gli speculatori”?
</b>
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Guardi, sgombriamo il campo da un equivoco: l'Italia è di gran lunga il paese finanziariamente più solido dell'Eurozona. E' molto più solido della Germania e di tutti gli altri. Le dico subito il perché:
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<i>Primo:</i> gran parte del debito pubblico è in mano agli italiani; in Italia ci sono debiti pubblici italiani e crediti privati italiani, che si elidono tra loro.
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<i>Secondo:</i> mai nessuna asta di titoli italiani di debito pubblico è andata deserta. Anzi, quasi sempre la domanda ha superato l'offerta.
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<i>Terzo:</i> il patrimonio statale mobiliare e immobiliare è difficile sapere quanto valga, ma non mi stupirei valesse molto più del debito pubblico.
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<i>Quarto:</i> perché esiste lo spread? Perché prendere a prestito Euro in Germania costa meno che in Italia?
<p>
<b>Perché?</b>
<p>
Solo, per motivi psicologici: c'è la diffusa convinzione che la Germania come debitore sia più solida dell'Italia come debitrice. Non è vero. È solo una percezione diffusa, che non si può cambiare con la bacchetta magica. Ma è sbagliata. L'Italia è assolutamente solvibile come debitrice. Uno studio Bankitalia dello scorso anno sostiene che, anche se lo spread arrivasse a 800 punti base, la situazione sarebbe comunque sostenibile.
<p><b>Conseguenza?</b>
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Dobbiamo smetterla di piangerci addosso! La cosa essenziale è far ripartire la crescita. Se cerchiamo di far pareggiare in tempi brevi il bilancio dello stato, ammazziamo l'Italia. Perché, per farlo, il contribuente medio dovrebbe versare il 52% allo stato. E le imprese? Quanto dovrebbero versare?
<p>
<b>Nello scontro, tutto tra pensatori liberali e tutto interno al Pdl, tra montiani e anti-montiani, lei sembra iscriversi nel primo filone. L'ultimo episodio è andato in onda sul Foglio, dove un irritato Piero Ostellino continua a combattere la voracità del Fisco e non condivide l'approccio dell'Elefantino, che considera Monti il meglio che oggi possa passare il convento. Perché la lotta agli evasori, dice Giuliano Ferrara, non è più eludibile.</b>
<p>
Il fatto che Giuliano Ferrara mi citi come se io fossi d'accordo con lui non va. Secondo me Ostellino ha assolutamente ragione. Non si possono introdurre nuovi balzelli in un'Italia moribonda. L'Italia ha necessità assoluta di una riforma fiscale. Nel 2012, il gettito Irpef, Irpeg e Irap è stato il 19,6% del Pil. Tutte le imposte dirette prese assieme hanno preso meno del 20% del Pil! Come ce lo spieghiamo? Solo con l'evasione?
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<b>E come lo spiega?</b>
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Certo l'evasione esiste, è un reato. Ma sono l'erosione e l'elusione il vero problema. Sono modi perfettamente legali per evadere le tasse. Perché, chi è già ricco va dal Tremonti di turno e quello gli trova un modo per non pagare. O per pagare poco. Invece, chi potrebbe diventare ricco, cioè crescere, viene ammazzato da queste aliquote. Sono i piccoli commercianti e gli imprenditori, che vengono mitragliati da queste aliquote. Abbiamo un sistema fiscale inefficiente, iniquo e aperto alle furbizie dei tributaristi, che fanno si che chi è già ricco le tasse non le paghi. E a pagarle sono quelli, che ricchi non diventeranno mai.
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<b>Pane al pane, vino al vino?</b>
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Lei crede possibile che io faccia parte dell'1 per mille dei contribuenti più ricchi in Italia? Abito nello stesso appartamento da 30 anni, prendo in affitto la stessa casa al mare, ho una barca da otto metri e mezzo, circondata da enormi yacht. Ma posso essere in quell'1 per mille? Secondo l'Agenzia delle Entrate io ne faccio parte. Lei crede davvero che ci siano tutti questi più poveri di me? E tutti questi yacht di chi sono? Io non credo.
<p>
<b>Di recente, nel corso di una manifestazione del Tea party all'italiana, in piazza Campo San Geremia a Venezia, lei ha detto “Patriota è colui che evade!”</b>
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Io ho premesso: l'evasione vìola la legge e, quindi, è un reato da perseguire. Ma, se si guarda alle conseguenze, l'evasore è un patriota, che sottrae scarse risorse al pubblico spreco per destinarle a scopi produttivi. Non c'è dubbio che il privato spenda meglio i suoi soldi del pubblico. Lo diceva perfino Milton Friedman.
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<b>Monti dice: la crisi sta passando. Passera gli fa eco. Moody's elogia Monti. E dice: Italia salva nel 2013. Per dirla con una battuta, l'agenzia di rating che assicura l'Italia sui mercati si chiama “Moonti's”?</b>
<p>
(Ride, <i>ndr</i>)Se prendiamo per buono ciò che le ho già detto, l'Italia è salva di suo. Il vero problema da cui l'Italia deve salvarsi sono i politici che spendono, spandono e contraggono debiti con i soldi degli altri. Ho sempre detto che, se vogliono far del bene, usino i soldi propri, non quelli degli altri.
<p>
<b>Ultimamente, lei si è detto favorevole a una grosse koalition, guidata da Monti, per le elezioni del 2013. Eppure lei disse a Monti, che conosce dal 1975, che non avrebbe mai votato il suo governo tecnico. Così come non votò quello di Dini, «perché», disse allora, «i tecnici devono essere al servizio dellapolitica e non viceversa».</b>
<p>
Vero. Ma in realtà ho detto un'altra cosa sulla grosse koalition. Dissi che, se si va a votare con una legge elettorale come quella attuale o sua una variazione sul tema, e nessuno dei due schieramenti raggiunge la maggioranza, a quel punto, se i partiti più grandi riuscissero a trovare un accordo sulle riforme, sarebbe auspicabile una grande coalizione, guidata anche da Mario Monti.
<p>
<b>La prospettiva sembra quella di un Monti quirinalizio e un Passera a palazzo Chigi. Sembra tutto preconfezionato. E gradito ai mercati. Una simile impostazione non farà contento Beppe Grillo?</b>
<p>
Non c'è dubbio. I cosiddetti governi tecnici, o governi del presidente, sono l'ammissione che la politica democratica non è riuscita a fornire una risposta. Ciò alimenta l'antipolitica. E' pericolosissimo. Perché produce la richiesta dell'uomo forte. Il fatto di aver avuto il Fascismo potrebbe averci immunizzato da questa pulsione. Anche i Greci hanno avuto i colonnelli. Ma se non ci fossero stati questi episodi recenti, in Grecia e in Italia ci sarebbe stata la tentazione. Chi è democratico deve sfuggire a simili tentazioni e deve esaltare le forme democratiche. Possibilmente con una riforma elettorale. La legge attuale è inaccettabile.
<p>
<b>Lei che legge elettorale vorrebbe?</b>
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Io sono per l'uninominale maggioritario all'americana, con le primarie. Ma va bene anche quello alla francese, purché, nel doppio turno, il ballottaggio sia limitato ai due candidati più votati.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1JE6NL">Italia Oggi | Luigi Chiarello </a>Giorgio NAPOLITANO: ai partiti: «Non si voti con la vecchia legge»2012-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648138Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
«Resto inquieto nel non vedere ancora vicine a un approdo le discussioni, che procedono attraverso continui alti e bassi, su una nuova legge elettorale mentre rimane ancora bloccato il progetto di sia pure delimitate modifiche costituzionali che era stato concordato prima di un'improvvisa virata sul tema così decisivo di un improvvisato cambiamento in senso presidenzialistico della Costituzione».
<p>Il presidente della Repubblica <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IUT6C">Giorgio Napolitano a colloquio con l'Unità</a>, ragiona sugli impegni che attendono le forze politiche.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1IUT6C">l'Unità</a>Luciano VIOLANTE: «Entro ottobre la legge elettorale ci sarà» - INTERVISTA 2012-08-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648123<br />Serve anche la riduzione dei parlamentari, ma su questo non sono ottimista. Il sì al presidenzialismo sarebbe destabilizzante.
<p>«La legge elettorale? Tra settembre e ottobre si farà... C'è la determinazione di tutti, senza dimenticare le sollecitazioni del capo dello Stato».
<p>Luciano Violante, impegnato a lungo a nome del centrosinistra nella estenuante trattativa che dovrebbe portare a un nuovo sistema di voto, è piuttosto ottimista. E forse anche abbastanza soddisfatto, perché la soluzione in vista si basa in gran parte sulla sua proposta originaria. «La ripartizione dei seggi tra collegi e listini circoscrizionali sembra un fatto acquisito».
<p>
<b>Qualcuno lo considera un po' come un ritorno al proporzionale della Prima Repubblica.</b>
<p> «Non è così: perché i seggi non vengono assegnati sulla base dei voti presi a livello nazionale; il proporzionale sarebbe interno a ciascuna circoscrizione senza recupero su scala nazionale».
<p> <b>Sul premio di maggioranza però non c'è ancora nulla di deciso.</b>
<p> «Ci sarà, ma dovremo decidere se andrà al partito o alla coalizione vincente».
<p>
<b>Non crede che tutto questo dibattere sulla legge elettorale possa apparire tanto inconcludente da ampliare ulteriormente la distanza tra cittadini e politica?</b>
<p> «In un certo senso sì, anche perché le regole del sistema informativo impediscono di rendere l'idea della complessità di alcuni processi decisionali. Si parla di nuova legge elettorale dalla fine della scorsa legislatura. Sono trascorsi inutilmente cinque anni e la disillusone ha le sue ragioni. Peraltro la crisi tra cittadini e politica è iniziata a metà degli Anni 70, da quando i partiti hanno progressivamente abbandonato la funzione di ponte permanente tra società e istituzioni politiche e si sono concentrati sulla lotta per il governo. Una seria legge elettorale può riattivare il legame tra società e istituzioni».
<p> <b>In che modo?</b>
<p>«I sindaci di piccole e medie città, una volta, se avevano un problema, tipo una frana o una fabbrica che chiudeva, potevano mobilitare i parlamentari locali; adesso non si sa neanche chi sono i parlamentari locali. La nuova legge elettorale può riattivare la rappresentanza».
<p><b>E le altre riforme, auspicate dai cittadini, promesse dai politici e mai arrivate a compimento? Un esempio, la riduzione del numero dei parlamentari.</b>
<p>«Non faccio polemiche, ma i partiti su questo tema non sono tutti uguali. Le riforme, dalla Commissione D'Alema in poi, le ha sempre bloccate il centrodestra. Servirebbe anche la riduzione del numero dei parlamentari, favorirebbe una selezione migliore. Però su questa riforma non sono ottimista».
<p><b> E sul «semifatto» semipresidenzialismo?</b>
<p> «Lo chiamo l'errore perfetto: da qualunque parte lo si guardi, è sbagliato. Anche se fosse approvato avrebbe bisogno di circa undici leggi attuative e di un referendum, che potrebbe svolgersi soltanto due mesi dopo le elezioni: insomma, la destabilizzazione assoluta. Spero che prevalga il buon senso e si metta in piedi un processo vero di cambiamento per la prossima legislatura».
<p> <b>Con quale strumento?</b>
<p>
«Il Parlamento potrebbe approvare in questa legislatura l'istituzione di una Commissione, esterna alle Camere, con il compito di redigere un progetto di riforma secondo le indicazioni che impartirebbero le stesse Camere. Il voto lo darebbe, articolo per articolo, senza emendamenti, il Parlamento in seduta comune. Poi ci sarebbe il referendum confermativo».
<p><b> Anche un continuo rinvio al dopo rischia di sembrare un modo per non cambiare nulla.</b>
<p> «Senza riforme la crisi istituzionale andrà avanti; non sarà garantito neppure lo status quo. Oltre trenta tiducie votate in nove mesi dimostrano che esistono gli strumenti per intervenire nell'emergenza; ma fanno intuire che insistere su questo metodo domani potrebbe svuotare totalmente la funzione costituzionale del Parlamento».
<p>
<b>Qualcuno ha detto che ultimamente il suo contributo nel negoziato sulla legge elettorale è venuto meno.</b>
<p> «Se ne dicono tante. Speravo, ottimisticamente, che tutto l'iter si sarebbe concluso prima dell'estate. A metà giugno ho avvertito i miei colleghi che, per motivi personali, fino a settembre non avrei potuto garantire la mia presenza. In queste settimane ha lavorato, molto bene, Maurizio Migliavacca, con il quale, naturalmente, ci sentiamo spesso. Tutto qui». <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corteconti.it/opencms/opencms/handle404?exporturi=/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2012080922363458.pdf&%5d">Corriere della Sera | Daria Gorodisky</a>Gianfranco Polillo: Isolare i black bloc della politica - INTERVISTA2012-08-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647948Alla data della dichiarazione: Sottosegretario Economia e finanze<br/><br/><br />Siamo tutti sul Titanic. E l'agenda del prossimo governo è già scritta. Da irresponsabili i fatti di Taranto e gli attacchi a Napolitano.
<p>«Ci sono delle frange, si comportano come se la crisi non ci fosse, come se bastasse ancora fare la voce grossa per risolvere i problemi.<br />
Ma non è così, la crisi impone coesione e responsabilità».
<p>Gianfranco Polillo, sottosegretario all'economia, stigmatizza i disordini di Taranto, gli attacchi al capo dello stato e anche certe dichiarazioni sul commissariamento dell'Italia, «fanno male al paese, non aiutano ad uscire dalla crisi. I black bloc della politica vanno isolati». E si dice certo che, tatticismo a parte, i partiti faranno la riforma elettorale, anche se il responso delle urne servirà a definire solo i pesi di ciascuno all'interno di un'agenda, di un programma di azioni «che è già definito».
<p>
<b>Chi sono i black bloc della politica?</b>
<p>
Penso ai parolai, che aizzano le piazze, penso ai disordini di Taranto, è da irresponsabili non farsi carico dei problemi sociali della chiusura dell'Ilva. Così come sono intollerabili gli attacchi al capo dello stato costretto a sollevare il conflitto di attribuzione avanti alla Corte costituzionale. Ma anche parlare di un commissariamento dell'Italia da parte della Bce. Noi ci siamo autocommissariati, dall'esterno ci arrivano solo gli input a fare quello che l'Italia dovrebbe fare comunque. Si tratta di frange estremiste, che però vanno isolate. Nel resto del paese c'è piena consapevolezza della difficoltà e c'è molta più coesione.
<p>
<b>Anche in politica?</b>
<p>
Mi ha colpito il senso di responsabilità dei partiti, anche delle opposizioni, sull'approvazione di un provvedimento duro come il decreto di Spending Review. La politica, come la maggior parte dei cittadini, ha capito che le contrapposizioni sterili, le guerre di religione appartengono al passato. Poi certo, ci sono irriducibili che non lo accettano, che hanno bisogno di alimentare contrapposizioni fittizie.
<p>
<b>Portato alle sue estreme conseguenze, questo significa che tutti hanno le stesse idee sulla crisi.</b>
<p>
No, non significa omologarsi, ma portare avanti idee e valori diversi all'interno di un quadro che è chiaro e definito e nel quale devono stare tutti.
<p>
<b>Dai partiti giungono voci perplesse su molti procedimenti del governo Monti. Solo chiacchiere?</b>
<p>
C'è una sorta di dissociazione nella politica, c'è la politica della comunicazione, dove va in scena il vecchio teatrino dei dissidi e delle polemiche. E poi c'è la politica della responsabilità che prova a smussare gli angoli, a trovare l'intesa migliore. Ed è quella che lavora tutti i giorni in parlamento.
<p>
<b>Teatrino anche sulla riforma elettorale?</b>
<p>
C'è un po' di tattica, è normale, ogni partito cerca il miglior posizionamento per trattare. Sono convinto che la soluzione si troverà.<br />
Così come sono convinto che la prossima legislatura imporrà una condivisione forte di azione tra i partiti.
<p>
<b>Una grande coalizione?</b>
<p>
Non so, certo tutto spinge in quella direzione. La crisi sta scomponendo i vecchi equilibri politici e sta creando una sorta di metapolitica. Processo che non riguarda solo l'Italia ma tutta Europa. Nella stessa Germania, la Merkel ha l'aiuto dei socialdemocratici. <br />
Anche in Italia le forze politiche si stanno attestando sulla necessità di dare continuità all'azione politica del governo Monti.
<p>
<b>Ci sono forze sia nel Pd che nel Pdl che chiedono, e a volte promettono, discontinuità rispetto al governo Monti.</b>
<p>
Io sono convinto che non ci si sposterà dalla prospettiva di governare e uscire dalla crisi. Come le singole forze articoleranno l'agenda degli interventi si vedrà, ma l'agenda è già definita. Non c'è spazio per protagonismi radicali. E le elezioni serviranno probabilmente solo a individuare i pesi dei singoli partiti all'interno di questa prospettiva.
<p>
<b>
Insomma, è tutto segnato.</b>
<p>
La crisi è anche questo. Per farcela, l'Italia ha bisogno di coesione e responsabilità, dei cittadini, della politica e dei poteri dello stato in generale. Siamo tutti sulla tolda del Titanic, basta sbilanciare i pesi e andiamo a picco.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IMEG5">Italia Oggi - Alessandra Ricciardi</a>Pier Ferdinando CASINI: Il mio partito correrà da solo. Ma poi possibile un'alleanza con il Pd - INTERVISTA2012-08-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647946Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) <br/><br/><br />
Da Vendola non accetto lezioni, è un problema dei Democratici.
<p>Nichi Vendola ha chiamato Polo della Speranza l'accordo politico fra lui e Bersani, fra Sinistra e libertà e Partito democratico.
<p>
<b>Le piace questo nome, onorevole Casini?</b>
<p>
«Dico la verità: mi è indifferente. Non mi riguarda. Bersani sta organizzando il campo progressista e io non mi impantano nelle eterne questioni della sinistra italiana. Gioco un'altra partita».
<p>
<b>Organizza l'area moderata: cattolici di Todi, Cisl, Confindustria, ministri del governo Monti...</b>
<p>
«Sono convinto che la politica abbia bisogno di un'apertura alla società civile e l'Udc è disponibile ad ogni passo indietro, fieri del ruolo che avremo in questa nuova costruzione. Ci va dato atto di aver rinunciato alle seduzioni del potere negli ultimi dieci anni».
<p>
<b>Progressisti e moderati potrebbero governare assieme.</b>
<p>
«Da tempo in Europa sostengo la collaborazione delle grandi famiglie socialista riformista e popolare europeista. Che sono diversi e tali rimarranno».
<p>
<b>Se la futura (ipotetica) legge elettorale prevedesse un premio alla coalizione potreste anche fare un patto pre-elettorale?</b>
<p>
«Una convergenza per il bene del Paese, sull'onda dell'emergenza, è possibile, come lo è stato in questa legislatura. Ma dopo che ognuno alle elezioni si sarà presentato con i propri programmi e le proprie liste. Non ho avuto paura di scomparire nell'epoca di Berlusconi, figurarsi se ho paura di presentarmi da solo adesso».
<p>
<b>Faccia un pronostico: si farà una nuova legge elettorale prima delle prossime elezioni?</b>
<p>
«Alla fine sì, perché i grandi partiti percepiscono che se non fanno neanche questo, sarà il de profundis per la politica».
<p>
<b>Progressisti e moderati potrebbero fare un programma comune?</b>
<p> «E' necessario combattere le pulsioni antieuropee, lavorare per gli Stati uniti d'Europa superare ideologismi e veti corporativi che hanno ucciso l'Italia. Noi andremo a trattare con il nostro programma. Vogliamo restare nell'euro, vogliamo parlare di economia e di mercato del lavoro. La direzione di marcia è quella del governo Monti: non si torna più indietro».
<p>
<b>Vendola non è d'accordo su quest'ultima affermazione.</b>
<p>
«Questo è un problema per Bersani. Apprezzo molto gli sforzi di Pier Luigi, credo sia un leader responsabile. Mi fa piacere che abbia ritenuto incompatibili le scelte di Di Pietro. Ma si ritrova a fronteggiare l'antico problema del riformismo che si scontra con radicalismo e populismo».
<p>
<b>C'è la questione dei diritti civili.</b>
<p>
«Non penso certo di farmi fare da Vendola l'esame del sangue. Non mi pare che le sue ricette abbiano avuto grandi ricadute né in Italia, né in Puglia. E le dimissioni di Berlusconi non sono dovute a lui, ma all'iniziativa di riformisti e moderati».
<p>
<b>Le unioni omosessuali...</b>
<p>
«Trovo stucchevole la strumentalizzazione dei diritti civili da parte di Vendola. Così come da parte di certi ambienti cattolici che cercano di obbligarci all'alleanza col Pdl sfruttando i "temi eticamente sensibili". Su questi si vota secondo coscienza, e l'Udc non accetta lezioni».
<p>
<b>Lei ha paragonato la politica in questi tempi al teatro siciliano dei Pupi.</b>
<p>
«E' impressionante lo stacco fra il momento che stiamo vivendo e la modestia del dibattito politico. Il mondo si occupa di aiuti a chi ha accumulato troppi debiti, di unione bancaria, di fondi salva Stati, di Bce. E noi ci gingilliamo con una riforma elettorale che un mese fa era fatta ed è stata rinviata per tatticismi vari. C'è anche chi gode se lo spread sale, così può dare la colpa a Monti».
<p>
<b>Dopo Monti ci sarà Monti?</b>
<p>
«I problemi che ho appena elencato fanno sì che siamo oltre il nome di Monti. Qui si tratta di aver capito che il Paese va risanato, che vanno fatte scelte impopolari. Più pragmatismo e meno ideologie».
<p>
<b>Monti dopo Monti?</b>
<p>
«Sono un grande estimatore di Monti. Perciò non mi permetto di tirarlo dentro questo dibattito. Lo affianco nel lavoro, fin dove posso. Assisto senza parole alle solite resistenze, tribunali che non vogliono essere chiusi, Province che non si vogliono accorpare, la mitologia del federalismo che non vede gli enormi sprechi avvenuti negli enti locali».
<p>
<b>La politica nazionale rischia di essere commissariata dall'Europa, col fiscal compact, con le garanzie per l'eventuale richiesta d'aiuti?</b>
<p>
«L'emergenza ci impone di seguire le indicazioni dell'Europa. Forse i partiti hanno fatto spazio a Monti con troppe riserve mentali: Berlusconi perché non sapeva come uscire dalle difficoltà, il Pd perché convinto di dover pagare questo prezzo per la caduta di Berlusconi».
<p>
<b>Se Berlusconi dovesse farsi da parte davvero, si potrebbe riproporre la larga coalizione di oggi?</b>
<p>
«La Germania si prepara a tornare alla larga coalizione: stiamo sempre a criticare i tedeschi, ma in questo non possiamo imitarli?».
<p>
<b>Senza Berlusconi si rimescolano tutte le carte?</b>
<p>
«C'è una gran confusione nel Pdl, si mettono d'accordo solo se c'è da insolentire me il mio partito».
<p>
<b>E se Berlusconi resta in campo?</b>
<p>
«E' un suo diritto democratico e per noi una grande opportunità perché lascia liberi enormi settori politici, offre grandi spazi. Non gli faremo cortesie».
<p>
<b>L'onorevole Lupi dice che se l'Udc si allea con Vendola, il Pdl chiederà la sua espulsione dal Partito popolare europeo.</b>
<p>
«Un simpatico scherzo. Conservo moltissime lettere di apprezzamento ricevute da membri del Ppe per aver lavorato alla svolta del governo Monti. La caduta di Berlusconi fu ritenuta una vera e propria liberazione».
<p>
<b>Cosa succede di Fini, che era alleato con lei nel Terzo polo?</b>
<p>
«Fini ha dichiarato che farà alleanze con chi ha sostenuto il governo Monti. Sono d'accordo con lui».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IMG7U">Corriere della Sera - Andrea Garibaldi </a>Roberto GIACHETTI: Legge elettorale: «Vado avanti con lo sciopero della fame»2012-08-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647936Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«La notizia che il Comitato ristretto della Commissione Affari Costituzionali del Senato ha iniziato la discussione sulla riforma del Porcellum è una buona notizia dopo mesi di scontri frontali e trattative più o meno segrete al di fuori della sede parlamentare».
<p>Lo dichiara in una nota Roberto Giachetti, deputato Pd, giunto al <b>28°giorno di sciopero della fame</b>.
<p>
«Ora auspico che il Comitato ristretto, che certamente tornerà a riunirsi prima della pausa estiva, lavori costruttivamente per consentire ai relatori di formulare una proposta di partenza sulla quale poi procedere con le votazioni. Proprio per questo ritengo necessario proseguire con la mia iniziativa non violenta, confortato anche dall'adesione di tanti colleghi che condividono con me l'esigenza di procedere rapidamente al superamento del <a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/08/01/roberto-calderoli/%C2%ABrester%C3%B2-sempre-quello-del-porcellum-ma-l%E2%80%99ho-fatto-per-fini-silvio-e-casini%C2%BB-intervista/647901">Porcellum</a>».<br /><br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-L_elettorale__Giachetti_28Pd29__vado_avanti_con_sciopero_fame-1183740-POL.html">asca</a>Luciano VIOLANTE: «Sinistra e centristi, alleanza possibile. Smettiamola di guardare al passato» - INTERVISTA 2012-08-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647902<br />
«Un frenetico immobilismo», così l'ex presidente della Camera e responsabile delle Riforme per il Pd, definisce le trattative sulla riforma del sistema di voto.
<p>
<b>I partiti sembrano fuori dalla realtà. Non riescono neanche ad archiviare il Porcellum.</b>
<p>
«La legge attuale sarà cambiata. Dubito però che ci si possa fare prima dell'estate».
<p>
<b>Il Pdl presenta ora la sua proposta, dicendo che è il Pd a non voler cambiare nulla.</b>
<p>
«Il Pdl ha paralizzato il Senato per un mese e mezzo».
<p>
<b>Alfano e i suoi non sono credibili?</b>
<p>
«Ho rispetto per il Pdl. Ma ci sono incertezze e contraddizioni paralizzanti. Prima hanno fatto saltare l'intesa sulle riforme costituzionali presentando e facendo approvare al Senato un ridicolo progetto di semipresidenzialismo. Quel progetto richiederebbe una legge elettorale a doppio turno, anche sulla base di loro dichiarazioni. Oggi invece presentano un progetto elettorale del tutto diverso, segno che non credono più neanche loro al semipresidenzialismo. Nel Pdl prevale su tutto l'esigenza di ricostruire un rapporto con la Lega. È legittimo, ma questa ambizione non può ridicolizzare il Parlamento».
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<b>Quali i paletti del Pd?</b>
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«Gli elettori devono poter scegliere i parlamentari e la maggioranza che li governerà. Non possiamo consentirci il lusso di decidere settimane dopo il voto, tra defatiganti trattative parlamentari, chi guiderà il Paese, mentre l'economia va a rotoli».
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<b>Che cosa le fa credere che a settembre si troverà un accordo sulla legge elettorale?</b>
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«Non c'è parte politica che non intenda cambiare, ma le incertezze del Pdl sono un problema, che spero possa risolversi».
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<b>Per il premier Monti è anche la «disordinata rissa» tra i partiti a far salire lo spread.</b>
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«Moody's fa capire che a pesare non è tanto l'aspetto economico quanto l'incertezza politica. Si dice di volere la riforma della Costituzione e non si fa, si promette di cambiare il Porcellum e non succede nulla. Questo crea un clima di sfiducia, che va rovesciato».
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<b>Neanche il Pd sembra molto ben messo.</b>
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«Non nego le difficoltà, ma siamo il partito più solido e più affidabile, la carta d'intenti presentata ieri da Bersani dimostra che guardiamo con concretezza ai futuro».
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<b>E con chi lo immaginate il futuro: Vendola o Casini?</b>
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«L'Italia ha bisogno di un governo di progressisti e moderati. Personalmente terrei molto a sinistra a un rapporto con Sel e al centro con l'UdC».
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<b>Sono compatibili?</b>
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«Le alleanze si fanno su pochi principali indirizzi di programma, definendo senza ambiguità ciò che si vuole fare. Smettiamo di guardare al passato, ai baratri che ci hanno diviso. Abbiamo tutti bisogno di costruire futuro». <br /><br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IGYU3">Il Mattino - Maria Paola Milanesi </a>Benedetto DELLA VEDOVA: Legge elettorale: «Ad agosto digiuno a staffetta al posto di Giachetti»2012-07-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647937Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
«È ora che anche altri parlamentari si facciano carico di <a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/24/roberto-giachetti/sciopero-della-fame-contro-il-porcellum-intervista/647934">proseguire l’iniziativa di Roberto Giachetti</a> per portare al più presto la riforma della legge elettorale nelle aule di Camera e Senato. Per questo, con altri deputati e senatori, ad agosto organizzeremo un digiuno a staffetta che raccolga il testimone del collega del Pd per riconsegnarglielo, se necessario, all’inizio di settembre».
<p> «E’ necessario aumentare la pressione sul parlamento perché l’attuale legge elettorale cambi: lo ha ricordato Napolitano che, interpretando il suo ruolo entro la cornice istituzionale e con la consapevolezza che si tratta di una riforma strutturale, ha dato voce al sentimento quasi unanime degli italiani a cui dobbiamo dare una risposta. Anche perché dobbiamo avere lo sguardo oltre le prossime elezioni e capire che c’è la necessità di governare l’Italia in continuità con quanto fatto finora e in ossequio agli impegni europei presi in modo solenne anche con la ratifica da parte del parlamento del fiscal compact. Ed è anche per questo che sarebbe sbagliato tornare alle preferenze. Meglio il maggioritario di collegio».<p>
Lo annuncia il capogruppo di Fli alla Camera in un’intervista a Radio Radicale.<br /><br/>fonte: <a href="http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20120731-l-elettorale-della-vedova-fli-ad-agosto-digiuno-a-staffetta-al-posto-di-giachetti">AgenParl</a>Giorgio NAPOLITANO: Voto anticipato. «Decisione che appartiene solo al presidente della Repubblica» 2012-07-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647710Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
«Negli incontri che ho avuto nei giorni scorsi con il Presidente del Senato e il Presidente della Camera, abbiamo constatato come a distanza di oltre 20 giorni lo sforzo da me sollecitato con lettera del 9 luglio non abbia purtroppo prodotto i risultati attesi.
<p> Altre settimane sono trascorse senza che abbia avuto inizio in Parlamento l'esame di un progetto di legge elettorale sulla base dell'intesa, pure annunciata come imminente da parte dei partiti rappresentanti attualmente la maggioranza e aperta al confronto tra tutte le forze politiche.
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L'ipotesi che avevo prospettato all'inizio di luglio ai Presidenti delle Camere, perché la ponessero all'attenzione dei Presidenti dei gruppi parlamentari, era quella della formalizzazione di un testo di riforma largamente condiviso, anche se non definito su alcuni punti ancora controversi. Ma nei giorni scorsi anziché chiarirsi e avvicinarsi, le posizioni dei partiti da tempo impegnati in consultazioni riservate, sono apparse diventare più sfuggenti e polemiche. Debbo dunque rinnovare il mio forte appello a un responsabile sforzo di rapida conclusiva convergenza in sede parlamentare. Ciò corrisponderebbe con tutta evidenza al rafforzamento della credibilità del paese sul piano internazionale in una fase di persistenti gravi difficoltà e prove.
<p>In quanto a ipotesi che appaiono sulla stampa di possibile anticipazione delle elezioni politiche normalmente previste per il prossimo aprile ritengo di dover sollecitare la massima cautela e responsabilità in rapporto all'esercizio di un potere costituzionale di consultazione e decisione che appartiene solo al Presidente della Repubblica».
<br /><br/>fonte: <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=28865">Il Quirinale.it</a>Antonio POLITO: Liberateci dal Porcellum2012-07-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647676<br />
C'è una sola cosa peggiore che tenersi il Porcellum: farne un altro. Fare cioè un'altra legge elettorale a furia di colpi di maggioranza, ritagliata sui bisogni del momento di chi la fa, considerata una truffa da chi la subisce, capace dunque di avvelenare per anni la lotta politica spingendo gli schieramenti alla reciproca delegittimazione. Cioè esattamente quanto è avvenuto dal 2006 a oggi col Porcellum.
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Eppure il fantasma di un Porcellum bis ha ripreso a girare nel Palazzo. È bastato ad evocarlo il ritorno sulla scena del delitto di Calderoli, reo confesso della «porcata» e riciclato come esperto della Lega. Raccontano i bene informati che Berlusconi e Maroni stiano considerando di sacrificare anche la riforma elettorale, dopo quella costituzionale, sull'altare di una rinata Alleanza del Nord.
<p>L'idea sarebbe di sfruttare la maggioranza di cui ancora i due partiti dispongono al Senato per far approvare almeno in quel ramo del Parlamento una legge ad personas, gradita cioè solo a loro.
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Il progetto, a dire il vero, sembra così suicida da far sperare che verrà abbandonato: rompere sulla riforma elettorale vorrebbe dire fornire un alibi formidabile a Bersani per mettere fine alla legislatura e tornare a votare con il Porcellum . Il Pd vuole cambiarlo, ed è sincero; però con la vecchia legge vincerebbe le elezioni in carrozza, e se proprio la destra gliene dà il destro, la tentazione di approfittarne diventerebbe irresistibile. Ma poiché tutti dicono che Berlusconi, fino a ieri accusato di puntare alle elezioni anticipate, ora le veda come il fumo negli occhi perché perderebbe malamente, almeno l'interesse di parte dovrebbe sconsigliare un disastro comune.
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Sarebbe infatti bene ricordare ai partiti che toccare le leggi elettorali è la cosa più delicata che esista, e questa è la ragione per cui nelle democrazie mature lo si fa molto raramente. È infatti il momento in cui i giocatori della partita democratica se ne fanno arbitri, fissandone le regole, disponendo dunque del potere di danneggiare gli outsider . Per esempio: qualsiasi nuovo sistema deve oggi sottrarsi al sospetto di essere costruito contro il movimento di Grillo o quello di Vendola, entrambi non rappresentati in Parlamento. L'ideale sarebbe agire sotto il velo dell'ignoranza, cioè così tanto tempo prima del voto e così indipendentemente dai sondaggi da non potersi cucire la legge addosso come un abito su misura, al contrario di quanto avvenne col Porcellum.
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E invece, paradossalmente, la ragione per cui i partiti oggi stanno facendo melina rinviando il più possibile la legge è proprio il velo dell'ignoranza in cui sono immersi: non sanno con che alleanze, con che proposte, e con quali candidati premier andranno al voto. Vogliono decidere dunque prima quello, e poi vedere quale sistema conviene di più.
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In secondo luogo una legge elettorale deve scegliere il punto di equilibrio tra le esigenze di rappresentatività e quelle di governabilità. Per esempio: la legge tedesca garantisce di più la rappresentatività, quella francese di più la governabilità. La nostra legge attuale, unica in Europa, premia invece le coalizioni. Ma ora che le coalizioni non ci sono più non si può premiarle, se non per indurle a formarsi in modo fittizio e poi sciogliersi dopo il voto.
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Infine, non in ordine di importanza, una nuova legge dovrebbe garantire la più elementare delle esigenze: la scelta degli eletti da parte degli elettori. Si può fare con le preferenze o con i collegi uninominali o con le liste bloccate su piccole circoscrizioni. O con un misto di tutti questi sistemi.
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Voglio dire che è assolutamente impossibile, con il vasto repertorio di modelli che le democrazie di tutto il mondo offrono, non trovare quello giusto per l'Italia, o almeno quello meno sbagliato. E che dunque le titubanze, i giochetti e i ritardi finora messi in scena si spiegano esclusivamente con la ricerca esasperata del vantaggio di parte. Questa purtroppo è una delle cause per cui la nostra democrazia è oggi così debole e fragile. Mentre Monti si occupa dello spread dei Btp, sarebbe ora che i partiti si occupassero dello spread democratico che si sta accumulando.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IB1QH">Corriere della Sera - Antonio Polito</a>Roberto GIACHETTI: Sciopero della fame per la legge elettorale «Basta fallimenti della politica» - INTERVISTA2012-07-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647935Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />23 giorni in sciopero della fame. Avanti nella protesta. Continuando a lavorare. Utilizzando il proprio corpo per denunciare un’inerzia politica. Quella che avvolge i partiti alle prese con la modifica della legge elettorale.
<p>Dice: chi ha «l’onere della rappresentanza» ha il dovere di non rassegnarsi. «Giorno dopo giorno i leader dei partiti hanno ripetutamente e solennemente preso l’impegno a modificare il Porcellum. Ci sono state decine e decine di scadenze mai rispettate. Ho scelto questa iniziativa per sollecitare tutti alla responsabilità ed alla credibilità della politica».
<p><b>Onorevole, non è la prima volta che decide di protestare in questo modo...</b>
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«No. La mia formazione culturale e politica nasce nel Partito Radicale. La nonviolenza è nel mio Dna. Ho digiunato molte volte, tra l’altro per l’elezione dei Giudici della Corte Costituzionale che il Parlamento rimandava di continuo e per chiedere che Berlusconi mantenesse l’impegno per il varo di una legge sul conflitto di interessi. E nel 2006 lo feci per sollecitare Ds e Margherita a mantenere l’impegno a fondare il Partito Democratico».
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<b>Lei vive dall’interno il dibattito sulle legge elettorale. La percezione, dall’esterno, è di un non-dialogo, di un finto-confronto. Ci conferma questa lettura?</b>
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«Purtroppo sono almeno 10 anni che la politica consuma fallimenti all’insegna dello scontro “sempre e comunque”. E lo spettacolo cui assistiamo sulla riforma della legge elettorale non si distanzia da quella filosofia, anche se va detto con chiarezza che questa pessima legge elettorale è stata voluta dal centrodestra in pochi giorni con forzature (e allora Presidente della Camera era Casini) che ormai nessuno più ricorda. Devo anche dare atto al Pd che, pur avendo una posizione chiara, quella del doppio turno alla francese, non ha mai smesso di rendersi disponibile ad un testo di mediazione e che, purtroppo, il Pdl, ogni volta che sembrava essere arrivati ad un testo largamente condiviso ha fatto saltare il tavolo».
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<b>Società “liquida”, internet e la politica. Impiegare il proprio corpo come strumento di conflitto politico ha ancora senso?</b>
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«Penso che proprio per contrastare la liquidità della politica sia necessario offrire uno strumento ed uno stile diverso, alternativo. Non c’è solo la liquidità. Questo è un paese che a cominciare dalla sua classe dirigente da anni sceglie di fare a botte su tutto. Fa molto più notizia qualunque azione appartenente a quel tipo di politica che non azioni come la mia. Ma sia chiaro il mio corpo non è assolutamente uno strumento di conflitto politico, la natura della nonviolenza sarebbe snaturata se avesse questo obiettivo. E’ invece è un’opportunità che cerco di offrire per dare quella spinta in più necessaria per giungere ad una soluzione positiva».
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<b>Quali sono stati, in queste settimane, i rapporti con i vertici del Pd e delle altre forze politiche? Le saranno arrivate tante attestazioni di solidarietà...</b>
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«La stupirò ma le dico di no. Questa cultura nei vertici del mio partito non è diffusa, anzi. Al più produce indifferenza, in parte fastidio. Le persone che a loro modo mi hanno manifestato interesse si contano sulla punta di una mano: amici come Gentiloni e Realacci, e Massimo D’Alema che certamente non la pensa come me ma mi ha cercato ed ha voluto parlarmi, capire e discutere con me di questa iniziativa. Fuori dal partito tra gli altri colleghi gesti di amicizia e di affetto non sono mancati. E poi Pannella, ma con lui abbiamo un filo di amicizia e di stima che non si è mai spezzato».
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<b>E i cittadini, i suoi elettori, le sono vicini?</b>
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«Sì, non si deve commettere l’errore di pensare che lo stesso accada anche tra le persone comuni che simpatizzano per il Pd. Ho ricevuto un’infinità di solidarietà ed apprezzamenti che in taluni casi su Facebook e Twitter si sono trasformati in una incredibile e meravigliosa partecipazione e mobilitazione al mio fianco».
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<b>Proprio il mancato cambiamento della legge elettorale è considerato come il fattore principe del distacco dei cittadini dalla politica. Come ricucire questa frattura?</b>
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«Credo che una riforma della legge elettorale sia condizione necessaria ma non sufficiente. Soprattutto per il momento che stiamo attraversando è indispensabile una riforma dei partiti e un nuovo “stile” della politica: sobrietà, serietà, coraggio, responsabilità, amore e dedizione per la comunità che inevitabilmente deve prevedere disponibilità all’incontro e se necessario affrontare l’impopolarità. La credibilità persa non ce la regala nessuno. Dobbiamo riconquistarcela correggendo i tanti errori che abbiamo commesso, ma per farlo occorre riconoscerli e, purtroppo, siamo ancora lontani anche da questo. Ma come diceva Otto von Bismarck, tanti anni fa, “la politica è l’arte del possibile”. <p>
<a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/24/roberto-giachetti/sciopero-della-fame-contro-il-porcellum-intervista/647934"><b>In sciopero della fame contro il Porcellum</b></a> | <b>INTERVISTA</b><br /><br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/politica/2012/07/26/news/in_sciopero_della_fame_per_la_legge_elettorale_continua_la_battaglia_di_roberto_giachetti-39787938/?ref=HREC1-4">repubblica.it | pubblico</a>Mario MONTI: "Mercati rassicurati da nuova legge elettorale. Tagli alle tredicesime? Allarmismi ingiustificati"2012-07-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647612Alla data della dichiarazione: Senatore a vita- Pres. del Consiglio <br/><br/><br />
"I risultati del nostro operato si vedranno soltanto in futuro, più avanti, ma il governo vuole essere sicuro di lasciare quando sarà completato il suo compito. Dobbiamo lasciare un'Italia con i muscoli meglio allenati per una buona crescita economica sociale e civile".
<p>Dopo aver incontrato i leader della maggioranza, Monti ha detto di sentirsi rafforzato nella prospettiva di concludere la legislatura, "soprattutto nella prospettiva di concluderla in modo proficuo".
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<b>Presidente e "allenatore"</b>
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"Io un Presidente allenatore? Dato il mio passato a Bruxelles, a volte si era parlato di me come di un commissario tecnico. Allenatore è una nuova immagine e, perché no, mi piacerebbe essere ricordato come un buon allenatore dell'Italia".
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<b>Ipotesi di taglio delle tredicesime</b>
<p> "C’è un circuito vizioso di aspettative nefaste, dobbiamo evitare allarmismi ingiustificati. Abbiamo già chiesto molti sacrifici agli italiani per il loro benessere futuro e bisogna evitare altri allarmismi ingiustificati".
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<b>Mercati rassicurati da una nuova legge elettorale</b>
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"Solo i politici possono dare rassicurazioni, ma se i mercati hanno considerato rigorose le politiche degli ultimi otto mesi è perché il governo le ha condotte con il consenso del Parlamento; spero che diano ascolto a Napolitano per l'accordo sulla riforma della legge elettorale".
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<b>Spending review </b>
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"Si è fatto molto, alcune cose sono ancora nella pipe line di produzione di questa spending review come la revisione dei sussidi alle imprese che possono essere tagliati. L’apparato pubblico è molto grande nel caso italiano, risultato di molte incrostazioni. Grazie al commissario straordinario Bondi abbiamo fatto molto per ridurre gli sprechi ma resta ancora molto da fare".
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<b>Le lobby attaccano ma non prevalgono</b>
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"Sì, (le lobby <i>n.d.r.</i>) partono all’attacco, ma di solito non prevalgono. Ad esempio, tempo fa non è stato facile separare la produzione del gas dalla distribuzione, c’erano interessi molto forti eppure il governo l’ha fatto. Per quanto riguarda le farmacie e il ciclo farmaceutico abbiamo determinato una riduzione dell’onere complessivo sulla spesa pubblica del ciclo farmaceutico distribuendo il contributo tra industria, grossisti e farmacie. Abbiamo caricato di più i grossisti e meno le farmacie".
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<b>Province. Da gennaio 2013 saranno 43 anziché 107</b>
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"Sì farà, dal primo gennaio del 2013 ce ne saranno 43, incluse le città metropolitane, rispetto alle 107 attuali, è un bel ridimensionamento".<br />
"Alzano i toni, ma lo fanno perché per ogni persona e istituzione il cambiamento è un processo difficile e faticoso. Il nostro compito è stato, in questa fase, di spremere il massimo in termini di capacità di trasformazione che una crisi comporta, per ammodernare l'economia italiana e farla pesare meno sul contribuente in prospettiva futura. Il processo è faticoso, è in corso ma credo che siamo sulla buona strada".
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<b><a href="http://www.ilmessaggero.it/includes/_stampa_articolo.php?id=210496">Rassicurato da Draghi</a></b>
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"L'importante intervento di Mario Draghi mi ha rassicurato e se l'Europa proseguirà nel progetto di dare maggiore stabilità all'Eurozona questo determinerà una ragionevole discesa dello spread".
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<b>Mercati in agosto</b>
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"Non ci saranno cose straordinarie e credo che saremo tutti vigili".<br /><br/>fonte: <a href="http://www.tgcom24.mediaset.it/include/html/popup/stampapopup.shtml?/politica/articoli/stampa/articolostampa1054241.shtml">Tgcom24</a>Roberto GIACHETTI: «Sciopero della fame per cambiare la legge elettorale»2012-07-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647614Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br /> Oggi al ventunesimo giorno di sciopero della fame.
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Ieri il Senato ha approvato l’emendamento del Popolo della libertà dando il primo via libera all’elezione diretta del Capo dello stato. Decisivi i voti degli azzurri e della Lega, come anche le astensioni di massa di Pd e Idv.
<p>Ma l’iter per trasformare in legge il presidenzialismo è ancora molto lungo, e secondo il deputato del Partito democratico Roberto Giachetti «ormai la finestra temporale è troppo risicata, le riforme istituzionali bisogna considerarle sepolte». Per l’esponente democratico l’unico obiettivo conseguibile da qui fino alla fine della legislatura è la riforma della legge elettorale.
<p> Entro oggi gli esperti delle forze politiche avrebbero dovuto elaborare un testo di massima a partire dal quale incardinare l’intera discussione.
<p> «Spero che oggi questo testo arrivi davvero. Anche perché, con il governo impegnato a fronteggiare la crisi, sono i temi più prettamente politici i soli ad essere rimasti in mano ai partiti».
<p> «Un assurdo, visto che quel che pensano i singoli partiti è noto da tempo. Anche se il fatto più grave è che la discussione sia rimasta confinata nelle stanze dei leader, senza mai approdare in Parlamento».
<p> «Da quando la Corte costituzionale ha bocciato i referendum elettorali, tutti hanno detto che la legge si sarebbe dovuta cambiare» dice il deputato democratico, oggi al ventunesimo giorno di sciopero della fame. «E si continua a battere sullo stesso tasto da allora, ma la discussione si è incastrata nei cunicoli della politica senza mai trovare sbocchi concreti».
<p>«Alfano, Bersani e Casini avevano fissato i tempi di un’intesa in tre settimane. Oggi i loro plenipotenziari stanno appena concludendo la fase ricognitiva, anche se le posizioni formali sono note da tempo».
<p>«Mi sembra evidente il fatto che ci siano fortissime spinte a tornare a votare con il Porcellum». «E certo, anche nel Pd c’è chi spinge in questa direzione».
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«La legge elettorale rischia di complicare il dibattito dell’aula, e se perdiamo questo treno a settembre sarà molto difficile portare in porto una qualsiasi modifica. I tempi tecnici di adeguamento sarebbero molto risicati».
<p> «La foto di Vasto è seppellita da tempo. Oggi è più possibile un’intesa con l’Udc».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/print/rassegna-stampa/giachetti-sciopero-della-fame-cambiare-legge-elettorale">L'Opinione delle Libertà - Pietro Salvatori</a>