Openpolis - Argomento: Letta Enricohttps://www.openpolis.it/2013-07-26T00:00:00ZRoberto MARONI: Riforme/Maroni: Per Lega rinvio è inaccettabile, pronti a reagire 2013-07-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it703435Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Lombardia (Partito: Lega) - Consigliere Regione Lombardia (Lista di elezione: Lista Civica - Cen-Des) - Consigliere Regione Lombardia (Lista di elezione: Lega) <br/><br/>"La Lega Nord si è astenuta sulla fiducia al Governo sulla base di un solenne impegno preso dal presidente Letta di fronte al Parlamento per la realizzazione di riforme tempestive e incisive. Esse sono di grande urgenza anche rispetto ad alcuni decreti già in itinere, come lo svuota carceri, che riteniamo persino dannoso. Se quindi si andasse verso un rinvio delle riforme sarebbe una cosa incettabile a cui la Lega reagirebbe con decisione". Lo ha affermato in una dichiarazione il segretario della Lega Roberto Maroni. <br/>fonte: <a href="http://www.larena.it/stories/100_ultima_ora/542026_riformemaroni_per_lega_rinvio__inaccettabilepronti_a_reagire/">Il giornale L'Arena</a>Maurizio FUGATTI: Fisco: Fugatti (LN); Letta sbaglia, peso tasse è insopportabile2013-07-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it703317Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Avio (TN) (Lista di elezione: AN) <br/><br/>“Quando Enrico Letta dice che le tasse sono alte perché non tutti le pagano si sbaglia. Le tasse non le pagano tutti perché sono troppo alte”.
Lo dichiara il responsabile Economia e Sviluppo della Lega Nord, Maurizio Fugatti.
“L’evasione è elevata perch é la pressione fiscale è arrivata a livelli insostenibili. Solo diminuendo le tasse potrà emergere l’economia sommersa, e non certo tramite l’azione di Equitalia che ha invece ridotto sul lastrico migliaia di imprese e famiglie”.<br/>fonte: <a href="http://www.leganord.org">Sito Lega Nord</a>FRANCESCO PIOBBICHI: La lettera di Berlusconi è inviata in Europa ma dichiara guerra al popolo italiano2011-10-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617698<br />
Dopo la lettera di Mario Draghi al Governo italiano, il Governo italiano scrive una lettera agli euro-padroni. Oramai la democrazia dei Paesi passa per lettere e letterine riservate, un po’ come fanno gli adolescenti innamorati, solo che invece di baci e carezze, i gangster che governano l’Europa si scambiano idee per il massacro sociale dei soliti noti . Il risultato della giornata è che Berlusconi passa anche questa prova e spiazza l'opposizione parlamentare che per tutta la settimana ha invocato il senso di responsabilità.
<p>Di fatto il Governo si è mostrato capace di rassicurare i mercati, come chiedeva l'opposizione, Giorgio Napolitano, la BCE, il FMI, la Commissione Europea, l'ABi e Confindustria. Lo fa chiaramente sulla pelle dei lavoratori,ma di questo non importa quasi a nessuno. Le prime anticipazioni della lettera firmata da Berlusconi ricevono infatti l'approvazione della Commissione europea che la giudica soddisfacente e riceve anche gli applausi dei leader europei. Libertà di licenziare, innalzamento della pensione a 67 anni a partire dal 2026, liberalizzazioni, privatizzazioni, modifica della Costituzione. Ci sono tempi e date, e non è vero come dicono le "sole" dell'opposizione che questo è un cerotto per salvare un governo che contiete cose vecchie, questo è un massacro sociale calendarizzato.
<p>Questa lettera è sale sulle ferite dei lavoratori che la crisi non l'hanno prodotta ma la pagano tutta ed ha ragione da vendere Massimo Rossi quando lo scrive nella sua bacheca. Enrico Letta o Matteo Renzi che per tutta la settimana hanno proposto di mandare in pensione la gente a 67 anni attaccando da destra il governo saranno ora finalmente contenti, il loro obbiettivo è raggiunto. Secondo me, loro come Berlusconi devono andare a casa e restarci perché sono parte del problema e della crisi che viviamo. In questo momento non so cosa stia balenando in testa alla Camusso, non so ancora se di fronte a questo attacco abbia ancora in testa di ritardare uno sciopero generale che doveva già essere convocato preventivamente. Decida pure di attendere Bonanni ed Angeletti ed i loro comodi, per quanto ci riguarda la responsabilità è finità, è ora di andare in piazza e di restarci fino alla cacciata del Governo delle banche, ci hanno dichiarato guerra ed occorre agire di conseguenza.
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Questa volta potete fare tutti i caroselli che volete, dalle piazze non ci caccerà più nessuno.
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<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2011/10/26/16881-la-lettera-e-inviata-in-europa-ma-dichiara-guerra-al-popolo/">controlacrisi.org</a>Riccardo VILLARI: Io vado avanti con il mio lavoro2008-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382266Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) - Pres. commissione Senato Vigilanza Rai (Gruppo: Misto) - Senatore (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
C`è qualcosa di grandioso in questo Riccardo Villari, bisogna comunque avere del fegato per lasciare che i commessi di Palazzo San Macuto stiano li, chini, a chiederti se il signor presidente ha bisogno di questo, o di quello, e se la poltrona è abbastanza comoda, la scrivania di suo gradimento, e soprattutto «se possiamo far entrare il sottosegretario Letta che, intanto, è arrivato...».
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A metà mattina, la strategia di Villari è piuttosto chiara: in attesa di eventi (e quali siano questi eventi, davvero, solo lui lo sa) ha deciso di far finta di niente, e di cominciare ad agire, sul serio, nonostante la bufera politica che infuria, da presidente della commissione di Vigilanza Rai.
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Quindi, prima mossa: andarsi a prendere il caffè alla buvette di Montecitorio. Farsi una vasca di Transatlantico, il nodo della cravatta morbido e il mento alto come quando entra nel - la chicchettosa caffetteria dipiazza dei Martiri, a Napoli (mentre Fabrizio Morri, capogruppo democratico in Vigilanza, non smette di ripetere:
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«Questo Villari, mio ex compagno di gruppo al Senato, è un degnissimo erede dei maggiori maestri del teatro napoletano, da Scarpetta a De Filippo...»).<br />
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Cronisti che lo seguono, pressanti. E lui, Villan, che si volta sorridente, rilassato: «Sono sereno... ma non vi dico nulla».
Invece, quattro passi dopo, quando gli chiedono dell`invito «a fare un passo indietro» che s`è visto recapitare dai presidenti delle Camere e da Berlusconi:<br />
«Mah... voi mi fate mille domande... Però dovete tenere conto che io non leggo giornali, non leggo agenzie di stampa, non guardo la televisione e...». C`è un momento di silenzio.<br />
«Vabbé, no, per la verità ora dovrò cominciare a guardame almeno una..».<br />
Se ne va ammiccante: «Ma che domande mi fate? Certo che mi do da fare... ho sentito il direttore generale della Rai... e a tutti i capigruppo ho già inviato la bozza di regolamento per le elezioni politiche in Abruzzo... insomma, lavoro sodo...».
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E infatti poi viene qui, a Palazzo San Macuto. Chiede una bottiglia d`acqua. Si fa portare il carteggio relativo alle domande per la programmazione dell`Accesso (gli spazi autogestiti della tivù di Stato). Quindi spegne i due cellulari: «Oh, guagliò, mi sa che a tenerli sempre nelle orecchie fanno male...
quasi quasi mi gira la testa...».
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La testa non gira a <b>Marco Pannella</b>, nonostante sia in sciopero della sete. L`incontro con Villan è cordiale, ci scappa un altro caffè. Poi Pannella esce magrissimo, i capelli di un bianco fiabesco - e annuncia:
«Ho sospeso lo sciopero della sete, e sapete perché? Perché Villani si sta comportando con dignità e fermezza».<br />
Bell`incontro. Ma l`incontro del giorno è quello che i commessi annunciano facendo capolino dalla porta: «Allora, lo facciamo entrare il dottor Letta?».<br />
Villani e Letta restano a colloquio per lunghi minuti. Letta è molto determinato nel chiedere a Villari di dimettersi. Però Villari non cede. Con Letta non è facile. Ma lui (chiedendo tempo? o cosa?) ci riesce. Solo che quando Letta esce, Villani riaccende un cellulare e scrive un sms al suo amico Gianfranco Rotondi, ministro per l`Attuazione del programma. Testo:<br />
«Gianfrà, calma i tuoi...».<br />
In verità, c`è poco da calmare.
A quanto sembra, ad essere molto preso da questa storia è soltanto Letta. Da Palazzo Chigi, infatti, ripetono un concetto vecchio ormai di tre giorni:<br />
«Villani? Un problema del Pd.<br />
L`hanno eletto loro in Parlamento, e loro, poi, l`hanno espulso...».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JYJSH">Il Corriere della Sera</a>Enrico LETTA: L’antiberlusconismo non ci fa vincere. E se Tonini evita di attaccare Prodi è meglio. - INTERVISTA2008-09-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it374928Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Enrico Letta, allora: Walter Veltroni denuncia una deriva autoritaria del governo, Silvio Berlusconi reagisce chiudendo a ogni forma di dialogo. La scena politica sembra, di nuovo, bloccata. O no?</b><br />
«Bloccata...» .<br />
<b>
Siamo a quel «muro contro muro» che Veltroni, per tutta la campagna elettorale, aveva giurato di voler evitare.</b><br />
«Guardi che è Berlusconi ad aver alzato ripetutamente i toni e...».<br />
<b>
Può fare degli esempi?</b><br />
«Prendiamo la legge elettorale per le prossime Europee: Berlusconi se la immagina identica a quella delle recenti Politiche».<br />
<b>
Con i candidati nominati direttamente dai leader.</b><br />
«Esatto. Un metodo che, come è noto, non è piaciuto agli elettori, eppure lui insiste, pretende... Berlusconi pretende sempre. O ci siamo già dimenticati di Scajola, il ministro per lo Sviluppo economico, che voleva addirittura azzerare l’Autorità per l’energia e il gas? Se non fosse stato per l’intervento nostro e di Confindustria... E poi c’è la grave questione del cosiddetto Lodo Alfano, c’è quel tentativo di intimidire la Corte Costituzionale... Vede, il problema è lui, Berlusconi: che sbaglia i toni, i modi e che, soprattutto, non capisce che il Paese ha bisogno d’altro...».
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<b>A cosa sta pensando?</b><br />
«A ciò che è accaduto, in queste ore, all’economia europea. Che sta crollando, trascinata dalla crisi dei mutui americani. Wall Street è precipitata a -6,98%, ma stavolta anche Milano ha chiuso a -4,74%. In una sola giornata, le Borse europee hanno bruciato 320 miliardi di euro. Speravamo che questo tsunami finanziario ci sfiorasse, e invece... Perciò, ecco: io dico che poiché noi siamo pronti a "intese repubblicane" su questo tema, un po’ come Obama ha fatto con McCain, davanti a un simile scenario il governo dovrebbe lanciare un allarme serio e dimostrarsi disponibile a collaborare con l’opposizione».
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<b>
È un po’ complicato sperare che il Cavaliere le dia ascolto, se poi legge non solo Veltroni, che lo paragona a Putin, ma anche Leoluca Orlando che, sempre sul «Corriere», addirittura alza il tiro, e ritiene il paragone tra Berlusconi e Putin insufficiente, preferendo paragonare il governo Berlusconi a certi governi autoritari argentini...</b><br />
«Senta, io non rispondo delle frasi di Orlando, l’Italia dei valori fa un’opposizione piuttosto diversa dalla nostra».<br />
<b>Appunto. Secondo alcuni osservatori, Veltroni avrebbe bruscamente cambiato i toni nei confronti di Berlusconi per non farsi scavalcare dall’opposizione dura e militante di Di Pietro.</b><br />
«Mah, io non credo ci sia un’inseguimento a Di Pietro, anche perché, se così fosse, io non sarei d’accordo...».<br />
<b>
Lei non sarà d’accordo, però Veltroni è stato assai ruvido nei confronti di Berlusconi.</b><br />
«Guardi, io credo che Veltroni abbia fatto bene a denunciare l’allarmante riduzione, nel nostro Paese, di certi spazi di democrazia».<br />
<b>
Senta, Letta: nell’intervista che Veltroni ha rilasciato su questo giornale ad Aldo Cazzullo, Berlusconi è stato descritto un po’ come poi fu descritto a lungo e fino a un paio di anni fa da buona parte della sinistra italiana. Berlusconi come male assoluto, come «il Caimano» immaginato al cinema dal fondatore dei Girotondi, Nanni Moretti.</b><br />
«Mah, se stiamo parlando dell’antiberlusconismo...».<br />
<b>
Sì, stiamo parlando dell’antiberlusconismo.</b><br />
«Ebbene, le dico senza indugi: io sono profondamente convinto che, nel 2013, se vogliamo vincere le elezioni, non possiamo pensare di vincerle con l’antiberlusconismo».<br />
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E come, allora?</b><br />
«Dobbiamo saper fornire agli italiani tutte le risposte che, su temi fondamentali come sanità, scuola e lavoro, non hanno, e non avranno, dal governo».<br />
<b>
Intanto, contro Berlusconi, Veltroni ha voluto la manifestazione del prossimo 25 ottobre.</b><br />
«Sbaglia: perché quelle che riempiremo non saranno piazze contro Berlusconi ma, mi passi il gioco di parole, "piazze per", piazze con un’idea nuova di governo».
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<b>Lei parla di piazze piene. Non sarà facile, però, riempirle. Veltroni annuncia un milione di manifestanti e lei sa che...</b><br />
«So che la politica significa anche correre un rischio. E questo dobbiamo correrlo: perché io credo che la nascita del Pd passi soprattutto attraverso questa manifestazione».<br />
<b>
Sarà anche l’occasione per provare a mettervi tutti insieme sottobraccio, capi e capetti del Pd, ciascuno con le proprie correnti.</b><br />
«Premesso che io sono sempre stato a favore del pluralismo interno, e che quando si decide qualcosa è chiaro che poi si debba marciare insieme... beh, se per esempio Giorgio Tonini non desse sempre le colpe d’ogni difficoltà al governo Prodi...».
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<b>Sarebbe meglio.</b><br />
«Molto meglio». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JDW8T">Corriere della Sera - Fabrizio Roncone</a>Enrico LETTA: Sanità, il governo vuole tagliare personale e ospedali.2008-07-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357785Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Letta: "Manovra disastrosa e intollerabile"</b><br />
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Giro di vite per il comparto sanità messo a punto dai ministeri dell’Economia e del Welfare. Il Governo Berluconi, mentre costantemente annuncia in maniera beffarda di avere a cuore gli interessi degli italiani, ha in programma una serie di misure che andranno ad incidere pesantemente sulla vita dei cittadini. I primi tagli interesseranno il personale e i posti letto degli ospedali. Inoltre il governo ha in programma di chiedere un impegno ai governatori delle Regioni ad applicare autonomaticamente i ticket, anche a carico dei non esenti, non appena i conti di Asl e ospedali minimamente accennano a superare il budget. La stretta finale del Governo Berlusconi sul sistema sanitario regionale verrà messa in atto con uno degli emendamenti al decreto legge 112 di stabilizzazione delle finanza all’esame della Camera, un anticipo del “Patto sulla salute” che il governo conta di chiudere con le regioni entro il 31 ottobre 2008. <br />
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I tagli previsti fanno inorridire Enrico Letta, ministro del Welfare nel Governo Ombra del PD, tagli che Letta definisce "intollerabili e disastrosi, annunciati senza il più piccolo segnale di confronto con chi poi dovrà gestirli, ovvero le regioni". L'azione del governo Berlusconi è realizzata, come denuncia il ministro ombra, "senza porsi in alcun modo il problema delle prestazioni che verranno fatte mancare ai cittadini, peggiorando un servizio essenziale e alla fine dei conti spingendo le Regioni o a indebitarsi massicciamente oppure a mettere loro nuove tasse o ticket sanitari". I tagli annunciati mandano su tutte le furie anche Roberto Formigoni, governatore della Regione Lombardia del Pdl, il quale li stronca licenziandoli come "intollerabili"<br />
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Sorprendente anche l'abolizione del superticket da 10 euro sulla specialistica, sul quale il governo non intende piegarsi né tanto meno le Regioni. Di fatti la proposta della maggioranza prevede la cancellazione definitiva del superticket dal 1 gennaio 2009 con l’impegno però del governo a farsi carico solo per 50 milioni della copertura totale di 854 milioni prevista dal 2007. In questo modo le Regioni dovranno coprire totalmente la restante cifra, pari a 784 milioni. Non solo il governo chiede ancora in maniera perentoria alle Regioni il taglio del 20% degli stipendi dei direttori generali, amministrativi e sanitari, dei compensi ai collegi sindacali di Asl e ospedali, e la riduzione degli oneri per gli “organismi politici” e per gli “apparati amministrativi” locali. E non è finita qui perché, nel caso in cui queste misure non siano sufficienti, le Regioni potranno decidere sui ticket, eventualmente graduandoli sulla specialistica, oppure aggiungendo altri ticket per altre prestazioni sanitarie (come per esempio farmaci o altro) in sede locale.<br />
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Si tratta dunque di interventi rapidi e rigidi che consentono alla maggioranza di ridurre fortemente la spesa sanitaria ai danni naturalmente delle Regioni e di conseguenza sui cittadini, che vedrà in questo modo fortemente penalizzata la risposta sanitaria. Le Regioni ovviamente promettono di dare battaglia a questa serie di misure racchiuse in questi emendamenti al disegno di legge 121, una battaglia che vede in campo anche i governatori del centrodestra, tutti d’accordo e pronti a sferrare una dura opposizione al governo sia sul “Patto sulla salute” che sul superticket. Anzi per quanto riguarda il superticket, gli amministratori ribattono che gli 854 milioni dovrà sborsarli per intero il Governo. Nei prossimi giorni dunque ci sarà lo scontro su questi temi prima in Conferenza unificata proprio sul Dl 112 e subito dopo sul prevedibile maxiemendamento alla Camera con tanto di fiducia, su cui è possibile qualche cambiamento. Misure dunque estremamente pesanti su cui sono pronti a scagliarsi anche i sindacati di settore se saranno confermati i tagli previsti al personale in servizio con l’obiettivo “conseguente di ridimensionare i fondi per la contrattazione integrativa”. Il Patto infatti afferma di garantire un “efficientamento del Sistema sanitario nazionale e dei suoi costi” senza scaricare “tensioni nei bilanci regionali extrasanitari” ed evitando, per coprire i disavanzi, il “ricorrere necessariamente alla leva fiscale”, come invece accade ora con le super addizionali regionali.<br />
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Sarà dunque un vero e proprio scontro vista la posta in gioco, uno scontro che al momento vede nell’occhio del ciclone anche la sanità laziale per la quale il Consiglio dei ministri ha deciso il commissariamento. Marrazzo, governatore e commissario in pectore, non ha nessuna intenzione di accettare alcun incarico né di retrocedere se prima non saranno accolte le richieste avanzate dalla Regione Lazio, tra cui i 5 miliardi di arretrati, in gran parte eredità della giunta Storace, e una spalmatura del piano di rientro. Una guerra all’ultimo sangue, anche perché il Governo fa sapere di essere irremovibile sui 12 punti deliberati dal Consiglio dei ministri, che Berlusconi ha in programma di firmare al suo rientro dal Giappone, dove si trovava per il G8.<br />
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Insorge anche Livia Turco, ex ministro della salute nel Governo Prodi, che osserva che "i tagli ai posti letto, la riduzione di personale medico e del personale sanitario, il carico di lavoro imposto ai medici ed infermieri, la riduzione dei fondi integrativi metteranno sul lastrico la sanità pubblica". E sull'abolizione del tcket la Turca senza mezze parole lo defisce "l'ennesimo bluff"
"Il governo dice di voler abrogare il ticket per la specialistica per il 2009, - spiega la Turco - ma nella relazione tecnica che accompagna l’emendamento al decreto fiscale lo stesso governo dichiara di mettere a disposizione soltanto 50 milioni di euro degli 834 milioni necessari. Altri 7 milioni dovrebbero derivare da riduzioni di indennità, altri 70 milioni dalla riduzione di organismi politici e ben 707 milioni sono a carico delle Regioni che ovviamente possono mantenere il ticket. Siamo così di fronte a uno scarica barile sulle Regioni e non è difficile prevedere che i ticket rimarranno con buona pace dei contribuenti”.<br />
<br /><br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=54706">Sito web del Partito Democratico.</a>