Openpolis - Argomento: Gelmini Maria Stellahttps://www.openpolis.it/2011-07-01T00:00:00ZMariastella GELMINI: GELMINI, BENE ANNULLAMENTO RADIAZIONE RENATO FARINA2011-07-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589690Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Istruzione Università e Ricerca (Partito: PdL) <br/><br/>GIORNALISTI: GELMINI, BENE ANNULLAMENTO RADIAZIONE RENATO FARINA
(ASCA) - Roma, 1 lug - <b>''Sono molto lieta di apprendere la notizia dell'annullamento della radiazione di Renato Farina dall'Ordine dei giornalisti. Quella di Farina e' una voce preziosa del giornalismo e del dibattito politico italiano, che da sempre suggerisce spunti e riflessioni di estremo interesse. Finalmente si conclude una vicenda spiacevole che non ha colpito soltanto un intellettuale di grande valore ma la l'idea stessa di liberta' di espressione''.</b> <i>Lo dichiara in una nota il ministro Mariastella Gelmini.</i>
http://www.asca.it/news-GIORNALISTI__GELMINI__BENE_ANNULLAMENTO_RADIAZIONE_RENATO_FARINA-1031345-POL-1.html<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-GIORNALISTI__GELMINI__BENE_ANNULLAMENTO_RADIAZIONE_RENATO_FARINA-1031345-POL-1.html">www.asca.it</a>Mariastella GELMINI: "Con gli istituti-tecnici 110 mila occupati in più"2011-05-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572870Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Istruzione Università e Ricerca (Partito: PdL) <br/><br/>La ricetta della Gelmini contro la disoccupazione. "Con gli istituti-tecnici 110 mila occupati in più"
oggi, 25 maggio 2011 09:34
"E' il completamento dell'istruzione tecnica e professionale, un piano realizzato in continuita' con il precedente governo, un altro tassello di una riforma che vuole dare pari dignita' a istituti tecnici e licei. Ed e' la risposta migliore al dato allarmante fornito dall'Unioncamere: 110 mila posti per lavoratori esperti in tecnologie non sono coperti". Lo afferma Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, in un'intervista al quotidiano 'La Stampa'. "Esiste una domanda di lavoro - continua il ministro - che in questo momento il nostro Paese non e' in grado di soddisfare, in questo modo speriamo di riuscirci senza avere un atteggiamento rassegnato nei confronti della disoccuapzione". "E' una grande opportunita' offerta ai giovani ma anche ad adulti che sentano la necessita' di un aggiornamento - spiega Gelmini - Potranno formarsi nelle aree tecnologiche del piano di intervento Industria 2015: efficienza energetica, mobilita' sostenibile negli ambiti della logistica, del trasporto aereo, marittimo e ferroviario; nuove tecnologie per il made in Italy nei settori meccanica, moda, alimentare, casa e servizi alle imprese; beni, attivita' culturali e turismo; informazione e comunicazione''.
''E potranno farlo - aggiunge - grazie al coinvolgimento delle universita', dei centri di ricerca, delle camere di commercio, delle imprese e di altre strutture in grado di creare le figure necessarie per mantenere alto il nome del made in Italy". "Faremo di tutto - evidenzia Gelmini - per mantenere la peculiarita' di questi istituti che devono impartire un'istruzione prevalentemente pratica. La difficolta' e' di far cadere le differenze tra il mondo della scuola che accusa le imprese di voler trovare manodopera a buon mercato e le imprese che invece accusano le scuole di non essere in grado di preparare le persone di cui hanno bisogno.Se riusciremo a trovare un equilibrio fra questi due mondi cosi' diversi avremo vinto la nostra sfida".
http://www.italiainformazioni.it/giornale/scuola/125405/gelmini.html
<br/>fonte: <a href="http://www.italiainformazioni.it/giornale/scuola/125405/gelmini.html">www.italiainformazioni.it</a>Mariastella GELMINI: TEST ANCHE IN INGLESE DAL 20122011-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560404Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Istruzione Università e Ricerca (Partito: PdL) <br/><br/>http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104I/104IHI.pdf
...SUI TEST NON TORNO INDIETRO: DAL 2012 SI FARANNO ANCHE IN INGLESE...TUTELATA PRIVACY INSEGNANTI...<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104I/104IHI.pdf">www.rassegna.governo.it</a>LUCA ZAIA: «Cara Gelmini, la lingua veneta merita più rispetto»2009-05-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391285Alla data della dichiarazione: Ministro Politiche Agricole e Forestali (Partito: Lega) <br/><br/><br />
Gentile direttore,<br />
la proposta della Lega Nord di inserire il dialetto fra le materie da insegnare a scuola, proposta rilanciata da Umberto Bossi in una sua recente visita a Vittorio Veneto, può far sorridere soltanto chi il territorio veneto non lo conosce profondamente.
<p>Cara Gelmini<br />
Non voglio fare polemica con il Ministro Maria Stella Gelmini, ma le sue dichiarazioni sulla lingua veneta altro non sono che questo: l’indizio di una mancanza di conoscenza. <br />
Che potrei aiutarla a colmare, se il Ministro fosse disponibile a fare due passi con me, per le strade della mia Regione. <br />
Incontreremmo capitani d’industria abituati a trattare affari nelle parti più lontane del mondo, pensando in veneto e parlando tedesco, cinese o inglese.<br />
Potremmo trovare interi Consigli di amministrazione che si svolgono in dialetto e incontrare gli extracomunitari. La stragrande maggioranza di loro, di quelli che lavorano e si sono integrati in questo territorio, passano senza difficoltà dalle loro lingue al dialetto: segno tangibile di coesione sociale e culturale, come può esserlo solo il parlare la stessa lingua.
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Non voglio insegnare al Ministro della Pubblica Istruzione ciò che ovviamente già sa, ma credo fosse l’imperatore Adriano, uno dei più grandi, ad affermare che aveva sempre governato in latino ma pensato in greco, in quella che considerava la sua lingua madre.<br />
La maternità della lingua veneta, che si è fatta letteratura e poesia nonostante in questi 138 anni di unità sia stata spesso censurata in nome di un’idea falsa dello sviluppo della lingua e della letteratura nazionali, è testimoniata ovunque e da chiunque.<br />
Non è la lingua di un ceto “basso”, del “popolino”, da contrapporre all’italiano aulico dei ricchi.<br />
Tutti, sia in questa Regione che là dove la nostra storia ci ha portati, da Arborea alla provincia di Latina, tutti noi pensiamo e parliamo nello stesso modo: perché non insegnare anche a scuola questa lingua che unisce?<br />
Sette veneti su dieci si riconoscono in ciò che dico: perché non dare loro gli strumenti culturali più avanzati e moderni per studiare la loro storia, perché non dare un supporto scolastico al patrimonio umano di questo popolo?<br />
Su temi come questo si gioca l’identità del nostro territorio.<br />
Noi difendiamo e difenderemo la nostra radice profonda, nazionale- veneta e cristiana, che ci fa essere e lavorare e immaginare il futuro in un modo piuttosto che in un altro.
In questa battaglia, ci troviamo al fianco della Chiesa cattolica, che di questo patrimonio storico e culturale è la prima custode, con le centinaia di sacerdoti che da sempre vivono in mezzo alle loro comunità, interpretandone i pensieri, parlando nella loro stessa lingua e vivendo gli stessi comuni valori, quelli cristiani e universali.<br />
Tenere vivi i nostri valori religiosi, identitari e culturali è nostro dovere, come lo è mantenere fertile la terra che nutre le nostre famiglie. Compassione e solidarietà sono principi che si imparano lavorando nei campi. Come i veneti hanno sempre fatto, cementando la loro comunità attorno a questi principi, tanto più importanti oggi, che siamo chiamati a riscrivere il nostro futuro su basi nuove, più giuste, più eque.<br />
Luca Zaia<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=M2QVX">Il Gazzettino</a>Elisabetta ZAMPARUTTI: Terremoto. Servono misure a tutela degli studenti dell’università de L’Aquila - Interrogazione2009-05-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391177Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
I deputati radicali hanno presentato una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Università Gelmini sulla necessità di adottare misure per assicurare il diritto allo studio degli studenti fuori sede dell’Università del L’Aquila.
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Dopo il terremoto, vi è una diffusa preoccupazione di riduzione della popolazione studentesca, sulla quale si basa parte dell'economia aquilana. Non devono però essere gli studenti, in particolare quelli fuori sede, a pagarne il prezzo vedendo compromesso il loro diritto allo studio.
Per questo, con l’interrogazione al Ministro Gelmini, chiediamo innanzitutto se sia vero che i rettori dell’Università del L’Aquila abbiano unitariamente concordato di bloccare i trasferimenti, per evitare l’esodo in massa degli studenti. Al Ministro Gelmini chiediamo poi di far sì che le Università italiane accettino le richieste di trasferimento per tutte le facoltà, comprese quelle a numero programmato, in modo da garantire un immediato inserimento nelle attività didattiche in corso degli studenti dell’Università del L’Aquila, lasciando comunque che le tasse universitarie di chi chiede il trasferimento restino nelle casse dell’ateneo abruzzese anche per i prossimi due anni.
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Segue testo interrogazione:
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Al Ministro per l’Università e la ricerca scientifica
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Premesso che:
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l’Università del L’Aquila è frequentata da numerosi studenti (oltre 30.000) molti dei quali, ben il 35% del totale, provengono da altre regioni;
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questi studenti “fuori sede”, in particolare quelli provenienti da regioni lontane come la Calabria e la Sicilia, oltre ad aver già versato un tributo di sangue a seguito del crollo della casa dello studente, rischiano oggi di non avere garantito il diritto allo studio;
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per i fuori sede, infatti, fra le tante difficoltà che devono essere affrontate dopo il terremoto, c’è anche quella di poter continuare a frequentare l’Università del L’Aquila, essendo pressoché impossibile trovare un alloggio;
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inoltre, gli esami e le attività didattiche si svolgono in tende prive dei più elementari requisiti, compresi quelli igienici e sanitari, in un contesto degradato dal fango e insicuro per le continue scosse di terremoto;
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risulterebbe all’interrogante che i rettori dell’Università del L’Aquila abbiano unitariamente concordato di bloccare i trasferimenti, per evitare l’esodo in massa degli studenti;
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si chiede di sapere se:
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- risponde al vero quanto sopra riportato;
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- cosa intende fare per assicurare che il massimo delle attività riprendano al più presto in loco
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- se non ritenga di adoperarsi, al fine di risolvere il problema dei fuori sede dell’Università de L’Aquila, disponendo che le Università italiane accettino le legittime istanze di trasferimento per tutte le facoltà, comprese quelle a numero programmato, così da garantire un immediato inserimento nelle attività didattiche in corso, lasciando comunque che le tasse universitarie siano versate alla scuola del L'Aquila e comunque che le tasse di qualsiasi studente che dovesse trasferirsi dall'Università dell'Aquila ad altra università siano per due anni versate all'Università del L'Aquila.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=141536">www.radicali.it</a>Renato BRUNETTA: Brunetta: «Quelli dell'Onda sono guerriglieri e li tratteremo come tali»2009-03-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390709Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Gli studenti dell'Onda sono dei «guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri». Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, al termine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi tenuta insieme alla collega della scuola, Mariastella Gelmini.
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A chi faceva notare al ministro che nella scuola la protesta sta montando, il ministro ha risposto: «Non vedo molta protesta, vedo ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte della associazione Onda. Ma vedo - ha aggiunto - che nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti l'Onda non esiste. Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti - ha insistito Brunetta - quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri».
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<b>La Gelmini</b> ha tentato di sdrammatizzare: «Come tutti sanno, a volte Brunetta usa toni forti e provocatori ma mi auguro vivamente che gli episodi della Sapienza non si ripetano più. Il diritto di manifestare va sempre rispettato, ma la democratica dimostrazione del dissenso non può mai trascendere nella violenza, che non può mai essere accettata. In questo senso credo vadano interpretate anche le dichiarazioni del ministro Brunetta».
<p><b>«QUATTRO RAGAZZOTTI»</b> - Poco dopo, intervistato da Sky Tg24, è tornato all'attacco: «Mi sono sbagliato, non hanno la dignità di guerriglieri, che sono una cosa seria: sono solo quattro ragazzotti in cerca di sensazioni. Se Fioroni e il Pd li difendono ce ne facciamo una ragione e prendiamo atto che il Pd difende quattro ragazzotti in cerca di sensazioni: io preferivo il vecchio Partito comunista. A Roma ci sono state cariche e scontri perché un gruppo di giovani un po' estremisti ha infranto delle regole che la città si era data nel definire le manifestazioni. Come si definisce chi infrange le regole, chi fa violenza sulle strade e costringe la polizia a scontri che ha altro da fare? Io sto dalla parte dei poliziotti, dell’ordine pubblico, delle regole, di chi vuole manifestare legalmente e democraticamente, dalla parte dei rappresentanti degli studenti, non di questi signori che per avere una qualche visibilità usano la violenza».
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<b>«ALIMENTA TENSIONE»</b> - Per il Pd ha parlato Pina Picierno: «Amareggiano e sorprendono i toni usati dal ministro Brunetta che dovrebbe scusarsi con gli studenti, le loro famiglie e il paese tutto per l'asprezza e la violenza delle parole usate. In tale maniera si alimenta in modo sconsiderato uno stato di tensione. Simili parole offendono le stesse istituzioni che il ministro Brunetta è chiamato a rappresentare, sarebbe bene che il governo prendesse rapidamente le distanze da simili atteggiamenti». E il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero: «Che il ministro Brunetta sia un provocatore non mi stupisce, ma che ora vesta i panni anche del manganellatore rispetto agli studenti dell'Onda caricati dalla polizia a Roma e che lui ritiene dei guerriglieri che come tali vanno trattati, la dice lunga sull'idea di democrazia, libertà e rispetto del dissenso di Brunetta e del governo di cui fa parte. La verità è che il governo delle destre sta attentando al diritto di manifestare così come attenta al diritto di sciopero, in puro stile anni Cinquanta, e che usa la polizia come la usava allora il ministro degli Interni Scelba, a puro scopo repressivo».
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<b>DONADI: PICCOLO DUCE</b> - «Deve esserci stato un corto circuito tra il cervello e la lingua del ministro Brunetta. Non c'è altra spiegazione per giustificare le affermazioni nei confronti dei ragazzi dell'Onda. Parole incendiarie da piccolo duce. Il governo chieda scusa immediatamente - è il duro commento del capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera Massimo Donadi -. Le esternazioni del ministro sono inqualificabili e pericolose, aumentano senza motivo la tensione e il conflitto. Brunetta non si illuda di infuocare gli animi. Gli studenti sono molto più maturi di lui e non cadranno in provocazioni».
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<b>L'UNIONE STUDENTI</b> - L'Unione degli studenti chiede le dimissioni e le «immediate» scuse del ministro Brunetta. «Un ministro non dovrebbe mai permettersi di definire dei giovani che esprimono il loro pensiero come dei "guerriglieri" da trattare come tali. Mercoledì - afferma l'Uds - c'è stata un'aggressione di cui gli studenti sono state vittime. Quella di Brunetta è una dichiarazione degna dei peggiori regimi sudamericani, dove gli studenti sono equiparati a terroristi. Già il presidente del Consiglio in autunno aveva provato a usare metodi repressivi, invocando la polizia nelle scuole pur di reprimere la protesta, ma aveva incontrato la netta ostilità della società tutta. Chiediamo le immediate scuse e le dimissioni del ministro Brunetta. Non ci lasceremo intimidire».
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<b>«È LUI IL GUERRIGLIERO»</b> - Secondo l'Unione degli universitari è il ministro Brunetta «l'unico guerrigliero». «È fuori dalla realtà - afferma l'Udu in una nota - definire guerriglieri centinaia di migliaia di studenti che da questo autunno a oggi sono scesi nelle piazze dimostrando all'opinione pubblica di voler manifestare pacificamente il proprio dissenso contro i provvedimenti del governo per l'università. Intendiamo ricordare, a questo punto con maggior vigore, che il ruolo di un governo, come dei ministri che lo compongono, è quello di ascoltare le esigenze della popolazione, non di rimanere sordi a straordinarie manifestazioni di protesta, di discutere con il Paese e con il Parlamento, non di essere autoreferenziali alimentando un clima di tensione contro chi dissente».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/09_marzo_19/brunetta_onda_guerriglieri_3cbec0d4-1476-11de-9dd5-00144f02aabc_print.html">Corriere.it</a>Paolo GIARETTA: Scuola, il PD veneto contro Gelmini e Donazzan: «Snobbati i problemi delle famiglie venete»2009-03-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390501Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Dando forfait ai sindaci, oggi ad Abano Terme, il ministro Gelmini e l’assessore Donazzan hanno preso in giro le migliaia di famiglie venete che ancora non sanno quale offerta formativa e orario scolastico potranno avere i loro figli il prossimo anno. Se fossero amministratori seri, si dimetterebbero». Lo denuncia Paolo Giaretta, senatore e segretario regionale del PD veneto.
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«Ancora una volta non c’è stata la possibilità di interloquire con il Ministro dell’Istruzione a testimonianza del fatto che il vero ministro è Giulio Tremonti, il quale ha fatto della scuola un serbatoio per coprire i tagli della Finanziaria – attacca Andrea Ferrazzi, vicepresidente della Provincia di Venezia e assessore all’Istruzione - Lo stesso Tremonti, nel varare tali tagli alla scuola, che colpiscono soprattutto la scuola elementare ai primi posti a livello mondiale, sosteneva che “non ce la possiamo permette”. Forse per taluni è meglio permettersi un popolo di ignoranti?»
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«Da 6 mesi è un calvario – lamenta Claudio Piron, assessore all’Istruzione del Comune di Padova – Il ministro Gelmini non si fa mai vedere e la Donazzan non ha mai convocato un tavolo regionale per affrontare il problema della scuola, mentre è accorsa alla riunione dei sindaci di destra autoconvocati. Questo è il peggiore servizio che si può fare alle istituzioni: distruggerle dall’interno. Intanto le 30 mila famiglie venete che scelgono il tempo lungo non sanno cosa succederà il prossimo settembre, con chi staranno i loro figli, dove verranno messi. Né ai sindaci sono state date le risposte che aspettavano: hanno speso milioni di euro per fare le mense scolastiche, verranno chiuse o rimarranno aperte? Tutto questo senza parlare della qualità della scuola, che questa riforma impoverisce e riduce ai minimi termini».
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«Si è tentato di far passare per una riforma i tagli indiscriminati alla scuola e una pesante diminuzione dei servizi alle famiglie – conclude Paolo Giaretta – Oggi tutti i nodi stanno venendo al pettine nel silenzio assordante e imbarazzato di chi invece dovrebbe dare risposte e servizi ai cittadini».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=713">official web site - Partito Democratico Veneto</a>Umberto BOSSI: «Tonino? Penso alla sua sofferenza» - INTERVISTA2008-12-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383288Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) - Ministro Riforme per il Federalismo (Partito: Lega) <br/><br/><br />
«Di Pietro si muove bene. Certe volte esagera ma è preparato e conosce la magistratura»<br />
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Ponte Di Legno(Brescia) — «La prima cosa che mi è venuta in mente è la grande sofferenza che deve aver provato quell’uomo lì». Umberto Bossi contempla le fiamme del gran camino che riscalda la sala dell’Aquila a Castelpoggio, il castello di Bruno Caparini immerso nella neve dell’alta Val Camonica. Di sottofondo, si sente lo scrosciare dell’Oglio appena nato. «Quell’uomo lì» è Antonio Di Pietro, il leader dell’Italia dei valori, il cui figlio Cristiano è coinvolto nell’inchiesta napoletana su Alfredo Romeo.<br />
<b>Ha davvero pensato al dolore di Di Pietro?</b><br />
«Ma sì. Uno passa la vita a costruirsi una faccia. E poi... mai, io credo, si sarebbe aspettato che il casino gli sarebbe scoppiato in casa, per un figlio ».<br />
<b>Cristiano Di Pietro ha dato le dimissioni dal partito paterno.</b><br />
«Beh, erano quasi inevitabili... ».<br />
<b>Qualcuno a volte la paragona a Di Pietro. Linguaggio diretto, distanza dalla «casta», il rivolgersi agli elettori senza troppi giri di parole...</b><br />
«Io ho un altro progetto».<br />
<b>Delle volte, sembra comunque che lei abbia una certa stima per il leader Idv.</b><br />
«Di Pietro si muove bene, un piccolo partito solo facendosi vedere cresce in forza e in voti. Certo, dato che è costretto ad attaccare sempre, delle volte Di Pietro esagera. Però, è anche preparato: conosce la magistratura, sa quel che è necessario dire e sa quali tasti toccare per farsi capire».<br />
<b>
Fin troppo, secondo qualcuno. C’è chi immagina sia il regista della raffica di inchieste che stanno tormentando il Pd.</b><br />
«Io non credo. Se lei mi chiede come mai venga fuori tutto questo adesso, non so rispondere. Certo, la sinistra prima poteva fare tutto, ora sembra che le vada tutto storto».<br />
<b>Altri sostengono che le inchieste siano un altolà al Pd contro possibili accordi con la maggioranza sulla Giustizia.</b><br />
«Ma che mi vuol far dire?».<br />
<b>
Berlusconi ha detto di averla convinta sulla necessità di vietare le intercettazioni anche per i reati contro la pubblica amministrazione.</b><br />
«Convinto... non so. Però Berlusconi non ha tutti i torti, dice cose che fanno riflettere. Non possiamo più avere magistrati che, attraverso le intercettazioni, buttano la rete per procacciarsi il processo. Devono prima ricevere la segnalazione di un reato dalla polizia giudiziaria. Altrimenti, anche fatti che non hanno nulla di penale, vengono utilizzati a fini politici ».
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<b>In che senso?</b><br />
«Prenda le amanti, i comportamenti privati. Vengon fuori, ed è fango su una persona. Questo è un obiettivo politico, non un’altra cosa. E poi, la gente non vuole le intercettazioni, pensa che quel che deve pagare in termini di privacy sia troppo rispetto all’obiettivo».<br />
<b>Negli ultimi mesi, si è avuta la sensazione che ci fosse qualche incomprensione tra lei e Tremonti.</b><br />
«Giulio Tremonti è un amico. Certo, forse è più facile essergli amico quando non è ministro. Ma è una persona di una saggezza straordinaria. E vede molto più lontano di tutti gli altri. È una fortuna che lui abbia tenuto ben chiusi i cordoni della borsa, altrimenti oggi non avremmo potuto pagare le casse integrazioni e i provvedimenti straordinari per l’economia».<br />
<b>E Mariastella Gelmini? Lei era stato abbastanza secco nei suoi confronti.</b><br />
«Sì, ma devo dire che si è molto raddrizzata. È stata brava, ha fatto cose importanti: soprattutto ha fatto capire che si può cambiare anche quel che sembrava intoccabile. Dare questa sensazione, è un segno politico fondamentale». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KBHL8">Corriere della Sera - Marco Cremonesi</a>Andrea Marcucci: Approvata una pessima legge sulla scuola2008-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381811Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>Roma, 29 ottobre- Il Senato ha approvato oggi una pessima legge, che causerà un danno grave alla scuola italiana e comporterà un problema in più a milioni di famiglie.
Un governo appena insediato, un ministro alla prima esperienza, in pochi giorni hanno imposto uno stravolgimento della qualità della formazione, impedendo il dibattito nelle commissioni e nelle aule parlamentari, negandosi al confronto con gli insegnanti, gli studenti e gli operatori.
Il risultato di tutto ciò è il testo licenziato dal Senato con il maestro unico e 24 ore
di lezione settimanale per quanto concerne la scuola elementare: dal prossimo anno ci saranno meno insegnati e l'assoluta impossibilità di mantenere il tempo pieno.
E' improprio anche definirla "riforma Gelmini": il decreto è infatti una mera operazione di taglio economico dettata dal ministro Tremonti. E purtroppo non è finita così: nei prossimi giorni il Parlamento sarà chiamato a convertire in legge il decreto 154 sugli accorpamenti degli istituti con meno di 500 studenti e la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni e delle aree montane con meno di 50 iscritti. Anche in Toscana le conseguenze saranno particolarmente pesanti: con il prossimo anno scolastico avremo 5791 posti di lavoro in meno, 93 istituti che perderanno l'autonomia e la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni. Come Partito Democratico, faremo di tutto e con tutti gli strumenti utili per bloccare l'applicazione di una legge sbagliata.<br/>fonte: <a href="http://www.andreamarcucci.it">sito</a>Andrea Marcucci: Approvata una pessima legge sulla scuola2008-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381810Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>Roma, 29 ottobre- Il Senato ha approvato oggi una pessima legge, che causerà un danno grave alla scuola italiana e comporterà un problema in più a milioni di famiglie.
Un governo appena insediato, un ministro alla prima esperienza, in pochi giorni hanno imposto uno stravolgimento della qualità della formazione, impedendo il dibattito nelle commissioni e nelle aule parlamentari, negandosi al confronto con gli insegnanti, gli studenti e gli operatori.
Il risultato di tutto ciò è il testo licenziato dal Senato con il maestro unico e 24 ore
di lezione settimanale per quanto concerne la scuola elementare: dal prossimo anno ci saranno meno insegnati e l'assoluta impossibilità di mantenere il tempo pieno.
E' improprio anche definirla "riforma Gelmini": il decreto è infatti una mera operazione di taglio economico dettata dal ministro Tremonti. E purtroppo non è finita così: nei prossimi giorni il Parlamento sarà chiamato a convertire in legge il decreto 154 sugli accorpamenti degli istituti con meno di 500 studenti e la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni e delle aree montane con meno di 50 iscritti. Anche in Toscana le conseguenze saranno particolarmente pesanti: con il prossimo anno scolastico avremo 5791 posti di lavoro in meno, 93 istituti che perderanno l'autonomia e la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni. Come Partito Democratico, faremo di tutto e con tutti gli strumenti utili per bloccare l'applicazione di una legge sbagliata.<br/>fonte: <a href="http://www.andreamarcucci.it">sito</a>Silvana MURA: SCUOLA: MURA (IDV), GOVERNO PRENDA ATTO DEL DISSENSO DEL PAESE2008-10-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375792Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/>(ASCA) - Roma, 16 ott - ''L'intero Paese e' attraversato da un'ondata di dissenso e proteste che unisce tutto il mondo della scuola dalle Universita' alle elementari''. Lo dichiara Silvana Mura deputata di Idv.
''Un dissenso cosi' ampio e compatto, che e' difficile ricordare e' frutto di una scriteriata riforma delle scuola primaria, e dei futuri provvedimenti che si vogliono adottare nei confronti dell'Universita' e della ricerca. Sarebbe irresponsabile se Il Ministro Gelmini e la maggioranza continuassero ad ignorare una protesta cosi' diffusa e l'invito ad un confronto piu' costruttivo rivolto ieri dal Capo dello Stato''. res-dnp/sam/lv<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/moddettnews.php?idnews=784307&canale=ORA&articolo=SCUOLA:%20MURA%20(IDV),%20GOVERNO%20PRENDA%20ATTO%20DEL%20DISSENSO%20DEL%20PAESE">ASCA</a>Gabriella GIAMMANCO: «Consegniamo al Paese una scuola più efficiente, più moderna e più meritocratica» - INTERVISTA2008-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375672Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
<b>"Si lavora perché la scuola non diventi unicamente veicolo di nozioni ma percorso formativo dell`individuo, del cittadino"</b><br /><br />
Il centrosinistra ha criticato la scelta della maggioranza di Governo di affidarsi al voto di fiducia per affrontare la riforma della scuola che ha visto protagonista il Ministro Gelmini.
Secondo l`opposizione, con la scelta dell`Esecutivo, è mancata le necessaria discussione che il provvedimento meritava.
Ci ha pensato Gabriella Giammanco, giornalista professionista e parlamentare del Popolo della Libertà alla prima esperienza, a dimostrare che il voto di fiducia non mortifica la politica. E` stata lei
senza volerlo, a smontare le polemiche strumentali della sinistra. L`approvazione di un ordine del giorno, se risponde ad una reale esigenza dei cittadini e se chiede una cosa semplice e facilmente realizzabile, è politica vera.
La settimana scorsa, durante la discussione sul provvedimento, la parlamentare ha fatto `parlare la politica del fare`.
Certi soloni, maestri della pedagogia, avrebbero preferito discettare, nell`emiciclo, sui massimi sistemi, sugli effetti del 68, sulla eterna crisi generazionale.
Gli italiani sono alle prese, però, con altri problemi. In un periodo di difficoltà economiche molte famiglie hanno difficoltà a programmare le vacanze. Il mese di Settembre è quello che, per ovvi motivi, offre migliori soluzioni. Molto spesso gli italiani hanno difficoltà nel prenotare perché non è dato sapere, in tempi ragionevoli, l`inizio dell`anno scolastico. Ecco allora che dal pragmatismo di una giovane parlamentare nasce usa semplice ed efficace proposta che impegna il Governo e che, probabilmente, aiuterà i bilanci di molti nuclei familiari.
L`odg presentato dalla Giammanco chiede "che la data d`inizio dell`anno scolastico possa essere resa nota alle famiglie entro la fine dell`anno scolastico precedente a quello di riferimento. Allo stato attuale - dichiara la parlamentare- la data effettiva del primo giorno di scuola viene resa nota generalmente solo durante il mese di settembre, dopo un serie di passaggi eccessivamente lunghi e complessi".
"Il calendario scolastico regionale una volta fissato dalle singole Regioni, per effetto dell`autonomia delle istituzioni scolastiche, e` suscettibile infatti di ulteriori modifiche da parte dei consigli di istituto.
Il Governo - spiega - si e` impegnato a sottoporre la questione alla Conferenza Stato-Regioni affinché si possano concordare nuove norme e soprattutto nuove tempistiche per fissare i calendari scolastici regionali".
Tutto qua. Nessuna iperbole ideologica ma un provvedimento che, alla lunga, sarà benedetto da molte famiglie.
Con l`onorevole Gabriella Giammanco, componente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il Socialista Lab ha analizzato le principali novità della Riforma Gelmini.<br />
<b>Onorevole, via libera alla Riforma. Massimo D`Alema dice che non sarebbe il caso di utilizzare questa terminologia per il provvedimento</b> <br />
"Le riforme della Scuola che si sono succedute in questi anni sono state spesso molto radicali ma non hanno colpito nel segno. Noi in Aula abbiamo approvato un provvedimento che è costituito da pochi articoli, proposte semplici che contribuiranno ad avviare il cambiamento e che consegneranno al Paese una scuola più efficiente, più moderna e più meritocratica. Ci si è confrontati con le difficoltà economiche del momento e ci si è concentrati sulla riqualificazione e razionalizzazione della spesa pubblica e delle risorse umane. Il Governo ha tutta l`intenzione di migliorare qualità dell`insegnamento puntando innanzitutto sulla formazione e sulla valorizzazione del capitale umano. Una buona riforma non deve necessariamente essere una riforma complessa"<br />
<b> La riforma colpisce perché, rispetto agli ultimi anni al centro del ragionamento c`e` la singola persona.</b><br />
"Sicuramente si lavora perché la scuola non diventi unicamente veicolo di nozioni ma percorso formativo dell`individuo, del cittadino. La reintroduzione dell`educazione civica, d`altra parte, non è che un segno che va in questa direzione.
E` sul percorso formativo del singolo studente che è necessario intervenire.
Questa riforma consentirà la nascita di un nuovo rapporto docente-discente.
Anche in questa direzione la scelta del maestro prevalente per le scuole elementari non farà altro che aiutare questo percorso" Ed è qui che l`onorevole spiega questa misura che tanto ha fatto discutere. Con efficace capacità di sintesi ricorda le genesi della scelta, chiarisce alcuni aspetti e promuove una riflessione che non si limita solo al sistema Italia.
"E` bene chiarire alcuni aspetti. Nel nostro Paese si passò al modello modulare all`inizio degli anni novanta.
Si mandò in soffitta un sistema che funzionava e che era all`avanguardia in tutto il mondo. La scelta di abbandonare il maestro unico non fu dettata da motivazioni di merito ma da una particolare situazione sociale.
Erano gli anni del decremento demografico e c`era la necessità di salvare i livelli occupazionali. Oggi si fa un passo indietro ma si guarda alla modernità. Non ci sarà, nei fatti, un maestro unico ma un maestro prevalente che insegnerà le discipline di base ed è chiaro che sarà coadiuvato per altre materie, penso all`inglese, da altri colleghi.
Il modello stellare, che ci accingiamo ad adottare, è poi la regole nei Paesi dell`Unione europea".
<b><br />
Lavorare alla modernità, recuperando idee del passato che con troppa fretta si erano archiviate.
Il voto in decimali e il voto in condotta sono misure che garantiranno maggiore efficacia e che, nel caso del voto in condotta, diminuiranno il fenomeno del bullismo nelle scuole?</b> <br />
"Il voto in decimali aiuta le famiglie e soprattutto i ragazzi. Il giudizio è più chiaro e diretto e non è di difficile decifrazione. Anche il voto in condotta è una significativa novità. In Commissione cultura il primo Luglio con il Ministro Gelmini posi il problema e si è aperta una discussione.
Il voto in condotta già c`è ma non fa media e rischia di essere inutile. Non credo la misura possa essere risolutiva del problema del bullismo ma certamente aiuta: sarà maggiore l`attenzione verso la disciplina, la responsabilità ed il rispetto dell`altro" <br />
<b>C`è poi, la battaglia sull`utilizzo del grembiule. E`la sua tenacia che ha aperto una breccia</b> <br />
"Penso che il grembiule rappresenti innanzitutto un simbolo e che favorisca il senso di appartenenza ad una comunità. La divisa è dei militari, è dell`esercito, è di un gruppo che ha regole condivise.
Credo che aiuti, fra le altre cose, a superare la corsa al consumismo che non può appartenere ai bambini delle scuole elementari. Nessuno vuole mettere un grembiule alle personalità, nessuno vuole uniformare i bambini, si ha l`intenzione di favorire un confronto non su quello che si possiede ma su quello che si è. Sarebbe una scelta etica, bella e perché no, anche utile" <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JJNB2">Lab Il Socialista - Gaetano Amatruda</a>Giovanni BERLINGUER: "Servono riforme che premino i prof più bravi" - INTERVISTA2008-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375670Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: Gruppo socialista al Parlamento europeo) <br/><br/><br />
«Il mondo della scuola ha bisogno di un time-out. Una pausa durante la quale il governo, l’opposizione e i sindacati devono trovare un terreno di discussione per confrontarsi nel merito sui contenuti educativi ai quali poi agganciare le misure economiche di risparmio. Occorre raffreddare il clima perché altrimenti sarà difficile se non impossibile varare qualsiasi provvedimento. È un appello il mio che rivolgo sia al governo sia all’opposizione». Il professor Luigi Berlinguer è convinto che la tensione sia alta nelle scuole e nelle università. Un clima surriscaldato dalle polemiche però non fa bene a nessuno e rende difficile affrontare i cambiamenti indispensabili attesi da anni dalla scuola italiana.<br />
<b>Professor Berlinguer l’opposizione contesta qualsiasi iniziativa del ministro Mariastella Gelmini «a prescindere». Il piano di dimensionamento degli istituti, con l’accorpamento di quelli con meno di 500 alunni, fu varato da Prodi quando lei era ministro della Pubblica istruzione. Ora che la Gelmini lo vuole attuare il Partito democratico l’attacca a testa bassa. Perché?</b><br />
«Si è diffusa l’idea tra gli insegnanti che si può perdere il posto di lavoro e questa ipotesi ovviamente ha alzato la tensione. Le manifestazioni di contrarietà che qualche mese fa sembravano sporadiche ora stanno crescendo. Richiamo l’attenzione del governo a non sottovalutarle. Da un lato c’è sconcerto ma è pure vero che dall’altra parte c’è un reale consenso rispetto ad alcune iniziative del governo. La contrapposizione però tende a crescere e lo sciopero generale la alimenterà. In un clima simile sarà molto difficile attuare qualsiasi provvedimento, allora mi permetto di dare un suggerimento. Fino a ora è apparso prioritario il bisogno del risparmio rispetto a quello del cambiamento: occorre ribaltare questa prospettiva con la proposta di un disegno educativo davvero rivolto al futuro».<br />
<b>Ma la sinistra non sembra disponibile al confronto.</b><br />
«Per la verità non lo sembra neanche Berlusconi. In questo clima comunque il rischio per l’opposizione è che, visto il malessere crescente, sia spinta ad arroccarsi in una posizione di difesa e non sarebbe fruttuoso né per gli interessati né per la scuola».<br />
<b>Se i risparmi sono necessari ed anche il centrosinistra riconosceva la necessità del cambiamento perché ora critica senza fare proposte alternative?</b><br />
«Anche l’opposizione deve puntare a un cambiamento profondo della nostra scuola. Mi auguro che il governo trovi il registro giusto. Il dimensionamento è un aspetto secondario non comporta neppure la perdita delle classi. Voglio ricordare che nella mia riforma dei cicli scolastici varata nel 2000 c’erano tre punti fondamentali. Si rendeva più fluido il passaggio dalle elementari alle medie. Si riduceva di un anno il corso degli studi da undici a dieci sfruttando il vantaggio della scolarizzazione già avviata nella materna. E infine il piano di ammortamento che riduceva di 100mila il numero dei docenti in cinque anni col blocco del turn over. Nessuno aveva mai osato tanto. Però contemporaneamente si arricchiva l’offerta formativa: l’inglese, la musica che stimola la creatività dei nostri ragazzi. Un risparmio straordinario che però era frutto della riforma e che fu bloccato dalla Moratti che appena insediata cancellò la riforma dei cicli».<br />
<b>Ma veramente lei fu sostituito da Tullio De Mauro quando Amato divenne premier. Insomma fu fatto fuori dai suoi...</b><br />
«È vero che sono stato sostituito ma la damnatio memoriae nei miei confronti è tutta opera della Moratti. De Mauro portò avanti la mia riforma che fu bloccata invece dal governo Berlusconi».<br />
<b>Professore, lei ha tentato di introdurre il principio del merito nella valutazione degli insegnanti, cosa che vuole fare anche la Gelmini, e il mondo della scuola le si è rivoltato contro.</b><br />
«Difendo quell’idea fino in fondo. Forse il test era un errore perché i tempi non erano maturi. Oggi grazie anche a quello che fu fatto allora forse quel passo può essere finalmente compiuto».<br />
<b>Ma lo sciopero generale proclamato dai sindacati è sbagliato?</b><br />
«Non spetta a me dare un simile giudizio. I sindacati stanno interpretando il volere della categoria. Detto questo credo che si possa e si debba ancora tentare un confronto».<br />
<b>Perché chi tocca la scuola si brucia?</b><br />
«Non credo di essermi bruciato. E vero però che la ricerca educativa in Italia è tremendamente arretrata, ancora legata all’idea classista che deriva da Giovanni Gentile. Il sapere non può essere somministrato come una purga. Lo studente non è un vaso nel quale travasare conoscenze. Lo studente deve diventare protagonista, parte attiva del processo formativo».<br />
<b>La Gelmini vuole appunto mettere lo studente al centro...</b><br />
«Penso che in questo sia sincera. Purtroppo tutti i nostri intellettuali rimpiangono la scuola del loro passato che hanno frequentato da piccoli. Invece bisogna saper guardare al futuro».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JJMFM">Il Giornale - Francesca Angeli</a>Giorgio NAPOLITANO: Scuola. «Non possumus»2008-10-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375638Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br /><i>E' un pressing diverso dal solito e, per il modo in cui è stato esercitato, più irritante di altre volte, per il Quirinale. «Un`iniziativa di evidente strumentalità», commenta a denti stretti qualche membro dello staff.</i><br />
Una chiara allusione al cumulo di aspettative che così viene «impropriamente» caricato sulle spalle del presidente della Repubblica. Quasi che già il puro e semplice appellarsi a lui potesse garantire, se non una bocciatura istituzionale, almeno un`estrema forma di dissuasione verso il ministro Gelmini, firmataria di un contestatissimo pacchetto di norme destinate a cambiare volto alla scuola. A partire da un primo, drastico taglio del corpo docente.<br />
La valanga di email arrivate da tutt`Italia ha insomma preoccupato, e infastidito, Giorgio Napolitano. Perché, sia pur ammettendo che a ispirare le migliaia di firmatari non ci fosse un equivoco disegno per sfruttare anche mediaticamente il Colle (azzardiamo, cercando di intuire le possibili diffidenze quirínalizie: un disegno dei sindacati in difficoltà? o dei partiti del centrosinistra, altrettanto in crisi?), ciò che quei messaggi rivelano è - dal punto di vista della massima carica istituzionale del Paese - una grave ignoranza di quanto prescrive la Costituzione. Che - si osserva - non attribuisce al capo dello Stato il ruolo di giudice delle leggi (compito che è invece della Consulta) né di una sorta di Cassazione alla quale i cittadini pensino di affidare le proprie speranze o i propri dissensi. O, magari, le proprie «resistenze più o meno corporative», se condo il liquidatorio giudizio che ne dà il centrodestra.<br />
E` dunque per sgombrare il terreno da ogni ambiguità che ieri sera il presidente ha fatto diramare un comunicato che ufficializza il suo «non possumus». Pur «nella viva attenzione e comprensione per le motivazioni» degli appelli che gli sono stati recapitati, spiega di non poter fare nulla. Il provvedimento, infatti, è «ancora all`esame» delle Camere. Ed è semmai lì, «nel Parlamento stesso», che può essere «contrastato o respinto», mentre <b>«il governo si assume la responsabilità del merito delle sue scelte politiche».</b><br />
Il capo dello Stato «non può esercitare ruoli che la Costituzione non gli attribuisce», insiste puntigliosamente la nota del Quirinale. Nella quale si aggiunge, a futura memoria, uno scenario ulteriore: posto anche che Napolitano chieda «una nuova deliberazione», rifiutando di firmare la legge oggi in corso di approvazione, resta il fatto che quella legge avrà comunque «l'obbligo di promulgarla», quando gli venisse riproposta. E tutto questo indipendentemente dal fatto che consideri i tagli «indispensabili», come ha detto il 29 settembre scorso.<br />
Quando ha invitato tutti a «evitare contapposizioni pericolose» e a «impegnarsi in un clima di dialogo» francamente impossibile.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JJ70T">Il Corriere della Sera - Marzio Breda</a>Mariastella GELMINI: Nel 2012 bonus di 7 mila euro a 250 mila insegnanti.2008-09-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359548Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Istruzione Università e Ricerca (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>Parte la fase due:individuati sprechi e risparmi si puo'investire</b><br />
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Nel 2012 oltre duecentocinquantamila insegnanti potranno avere un bonus annuo fino settemila euro lordi. Una percentuale minore di docenti sarà premiata gradualmente già nei due anni precedenti, mentre alla fine della legislatura (2013) il nuovo sistema di incentivi coprirà una percentuale rilevante. Lo ha anticipato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini a Bruno Vespa per il suo nuovo libro "Un'Italia diversa. Viaggio nella rivoluzione silenziosa" in uscita il 3 ottobre da Mondadori Rai-Eri. Vespa ha chiesto alla Gelmini se - per migliorare gli stipendi degli insegnanti - intende utilizzare gli oltre due miliardi di euro che sono il 30 per cento del risparmio di 7.8 miliardi che entro il 2012 arriveranno dal mancato rinnovo contrattuale a 87mila insegnanti. Il ministro stava preparando una lettera al mensile 'Tuttoscuola' nella quale scrive: "Non è irrealistico pensare a una somma tra i 5 e i 7 mila euro di premio a fine anno per i professori migliori. Proprio a loro, a quelli che in questi anni hanno mandato avanti la scuola, spesso anche con sacrifici, penso che dobbiamo guardare con riconoscenza, e non solo a parole, come si è fatto finora, ma finalmente con iniziative concrete. Dipenderà dal fatto di riuscire a ottenere le economie e dalla situazione dei conti dello stato, ma il calcolo da noi eseguito ci lascia ottimisti". Dice la Gelmini a Vespa: "Ora parte la fase due. Abbiamo individuato le sacche degli sprechi e dove risparmiare. Ora si inizia a reinvestire in qualità, innovazione e premialità". Gelmini ha illustrato a Vespa analiticamente il provvedimento: " L'articolo 64 della legge 133 destina il 30% delle economie di spesa all'incremento delle risorse contrattuali per la valorizzazione e lo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola, a decorrere dal 2010. Si tratta pertanto di oltre 2 miliardi di euro nel triennio 2010-2012, e in particolare di 956 milioni a partire dal 2012. Prendendo in considerazione l'anno a regime (2012), il risparmio di sistema potrebbe essere destinato per una parte (circa il 10%) a compensare le prestazioni aggiuntive del docente unico della scuola primaria e per altre iniziative di accompagnamento e incentivazione, e per almeno 850 milioni per premiare qualità professionale e impegno, in particolare dei docenti". Il ministro nel libro di Vespa propone questo esempio sul 2012: quota da destinare ai docenti degli 850 milioni: 90% (765 milioni di euro), numero di docenti previsti nel 2012 in base alla legge 133: 644 mila. Percentuale docenti beneficiari (ipotesi di larga massima): 40% (257 mila). Dal momento che saranno previste delle fasce di premio ( minimo, medio, massimo), si può stimare premi massimi fino a 7 mila euro. "Già a partire dal 2010-2011 però - aggiunge la Gelmini - verranno erogati gradualmente i primi premi di produttività a un numero di docenti inizialmente più limitato ma che entro la fine della legislatura 2013 coprirà una percentuale rilevante di docenti." La Gelmini dice a Vespa di essere stupita e amareggiata perché "si dimentica che una parte consistente (circa un terzo) dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione dell'elefantiaca macchina dell'istruzione verrà reinvestita per la valorizzazione professionale e lo sviluppo della carriera del personale della scuola. Cioè in qualcosa di inedito per il paese, se è vero che il prestigio sociale degli insegnanti è da decenni irrimediabilmente in declino. Come stupirsene, se la paga oraria di un'insegnante di scuola dell'infanzia con meno di otto anni di anzianità è di 14,6 euro lordi, una cifra molto bassa?" <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.apcom.net/newspolitica/20080921_161420_24425a2_47113.html">Apcom</a>Maria Coscia: La Gelmini vuole demolire la scuola pubblica2008-09-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359559Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>Le <a href="http://www.tempi.it/prima-linea/002900-gelmini-interrogata">dichiarazioni</a> rilasciate dal ministro Gelmini al settimanale <i>Tempi</i> non cercano neanche più di nascondere l’intenzione del governo di <b>demolire il sistema pubblico scolastico</b>. Le nostre preoccupazioni hanno trovato purtroppo conferma: non solo siamo in presenza di una vera controriforma ma addirittura viene propugnato il ritorno ad un <b>modello elitario di scuola</b> che mette in discussione lo stesso dettato costituzionale.<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?id_doc=59170">Ufficio stampa PD</a>Franca Donaggio: Illustro il programma del prossimo Forum Lavoro del Pd Veneto.2008-09-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359243Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Venerdì 19 settembre si terrà a Padova il primo incontro del Forum Lavoro del PD Veneto. La senatrice Franca Donaggio, che lo presiede, fa il punto della situazione spiegando come questa sia soltanto la prima tappa di un percorso che vedrà il suo compimento a gennaio.<br /><br />
«Avevamo già iniziato una serie di incontri con gli imprenditori e le rappresentanze sociali – spiega la senatrice Donaggio - poi le elezioni hanno interrotto questo percorso e in seguito abbiamo dovuto riorganizzare il lavoro in maniera organica. Ripartiamo venerdì, dopo aver conferito con il segretario nazionale Walter Veltroni e il segretario regionale Paolo Giaretta, con un primo obiettivo che è quello di portare il nostro contributo alla mobilitazione del 25 ottobre a Roma».<br />
Il cammino che accompagnerà i lavori non si fermerà, tuttavia, alla grande manifestazione nazionale, ma troverà il suo compimento in un’iniziativa prevista per gennaio, che sarà dedicata ai temi dell’occupazione, dello sviluppo e del lavoro in Veneto.<br /><br />
«In questa prima settimana si parlerà di Scuola - precisa la senatrice Donaggio - in quella successiva di Sanità, nella terza di Lavoro. Con i contributi e gli approfondimenti elaborati saremo a Roma e, in seguito, le riflessioni confluiranno in una nostra grande iniziativa che è prevista per gennaio su Veneto, sviluppo e lavoro».<br />
«Inizieremo dalla Scuola – continua la senatrice - perché in questi giorni la protesta suscitata dalle proposte della Gelmini si sta espandendo. È evidente, infatti, che con queste misure stiamo tornando indietro di 50 anni rispetto ad un modello di scuola inclusiva, che è un modello a cui guardano anche altre nazioni».<br /><br />
Secondo la senatrice, la reintroduzione del maestro unico precipiterebbe la situazione nell’arretratezza e in un alone di romanticismo “deamicisiano”, che forse poteva andar bene mezzo secolo fa, ma non può essere la risposta alle nuove esigenze. <br />
«Il nostro è un modello di scuola che guarda all’integrazione – spiega la senatrice - Oggi, i ragazzi diversamente abili entrano nel corso di studi regolari, integrati nelle classi. Con la reintroduzione del maestro unico, invece, andiamo verso un meccanismo di classi differenziate. Un unico maestro, infatti, non potrebbe far fronte a tutte le necessità da solo. A maggior ragione se pensiamo che ci troviamo in un paesaggio sociale sempre più multietnico». <br /><br />
E questo meccanismo della differenziazione si coglie anche alla radice dell’azione di Governo e sembra avere una direzione chiara. «La scuola, la politica sociale, la sanità. In tutti questi ambiti il Governo ha l’identico approccio: una base minima e se vuoi qualcosa in più te la paghi. Con il governo Prodi – fa un esempio la senatrice - si era proposto l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni. Oggi la Gelmini la vuole ridurre a 14. La rimodulazione della durata dei cicli scolastici è la spia di questa idea. Purtroppo l’operazione di portare ad una “scuola di classe” non è nuova. Ci aveva già provato la Moratti: i figli dell’operaio alle professionali e gli abbienti negli istituti privati». <br /><br />
«A questo – conclude la senatrice Donaggio – si potrebbe anche ricondurre la tendenza a criminalizzare i lavoratori pubblici. Calcare la mano nel dare l’impressione che “pubblico” equivalga a “spreco” serve a creare i presupposti di un modello culturale che avvalli, oltre che giustifichi, questo tentativo del Governo di creare disparità di opportunità sulle diversità di reddito».
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<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=391">official web site Pd Veneto - ma.ri.</a>Umberto BOSSI: «Via libera al maestro unico. Federalismo? O così o secessione» - INTERVISTA2008-09-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359181Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) - Ministro Riforme per il Federalismo (Partito: Lega) <br/><br/><br />
<b>Bossi: "Con la Gelmini ho un buon rapporto, il suo è un compito difficile"</b><br /><br />
Milano - Oggi Umberto Bossi vede a Roma il presidente del Consiglio. Spera di strappare il sì all'approvazione, nel Consiglio dei ministri di Giovedì, del testo di legge delega sul federalismo fiscale. Perchè, domenica, sulla veneziana Riva degli Schiavoni, il ministro delle Riforme vuole presentarsi ai padani con in mano qualcosa di più della solita promessa.<br />
<b>Altrimenti, ministro Bossi?</b><br />
Ti guarda quasi con fastidio, è una domanda oziosa ti dice con gli occhi. Poi, risponde:"Venezia è da sempre una riunione per la libertà dei popoli padani. Il federalismo? Beh, se arriva è meglio di niente. Ma là vogliono la libertà, perchè c'è un Nord che sa di avere la forza e i numeri per conquistarsela. Al di là di me e della Lega".<br />
<b>Vuol dire che lei si sta battendo per qualcosa che non placherà tutto il Nord?</b><br />
"Voglio dire che il federalismo è una mediazione. Che ai padani che vengono a Venezia non gliene frega nulla".<br />
<b>Eppure la Lega pone il federalismo fiscale innanzi tutto. Nella maggioranza ci sono voci divergenti, anche vicino a Berlusconi.</b><br />
"Non è vero, tra gli alleati non ci sono nemici. Certo, si vedrà, soprattutto, in commissione e poi in aula come la maggioranza voterà. Ma, attenzione, il Nord può rivelarsi una belva, se viene ancora deluso".<br />
<b>Lei crede che il premier sia un convinto federalista?</b><br />
"Non lo so, lo chieda a lui". Poi si corregge: "Sono sicuro di sì, anche perchè sa bene, il presidente del Consiglio, che l'unica alternativa al federalismo sarebbe la secessione. Il Nord ha milioni di uomini, non ha paura di niente, certamente non di battersi. Meglio non farlo incazzare".<br />
<b>Minacciare ancora la secessione non è come gridare "al lupo, al lupo"?</b><br />
"Il Nord è in grado di farla. Ma, certo, sarebbe meglio poter scegliere una via democratica alla libertà".<br />
<b>La Lega sale nei sondaggi. C'è chi dice che il premier tenda la mano all'Udc per avere un contrappeso.</b><br />
"Noi siamo bravi. Ma siamo fedeli agli alleati. E' il generale Berlusconi che deve decidere chi deve stare nella maggioranza. Per ora non c'è problema".<br />
<b>Eppure, le polemiche tra i ministri leghisti e i colleghi non mancano. Lei ha attaccato la Gelmini, per esempio.</b><br />
"I giornalisti, come accade spesso, hanno capito male. A Torino, durante il mio comizio, c'era chi diceva: mandate via la Gelmini. Ma io ho sempre avuto con lei un buon rapporto e sono d'accordo sul maestro unico. E' difficile fare il ministro della Pubblica istruzione."<br />
<b>Le sarebbe piaciuto per la Lega quel ministero?</b><br />
"Non ci ho mai pensato".<br />
<b>Sua moglie Manuela è una maestra e dirige la scuola bosina a Varese. Ed è molto preoccupata per l'andamento dell'istruzione in Italia, vero?</b><br />
"Sì, lei ha una particolare sensibilità per l'argomento. Manuela ama i ragazzi ed è una brava insegnante. In casa se ne parla, è inevitabile che il problema m'interessi".<br />
<b>Insomma, la Gelmini è promossa. E Raffaele Fitto, ministro degli Affari regionali? Quando andrà a trovarlo in Puglia? Riuscirà a convertirlo al testo Calderoli sul federalismo?</b><br />
"Andrò in Puglia quando avremo l'accordo. Con Fitto va tutto bene. Ci siamo parlati".<br />
<b>Anche con il Partito democratico va tutto bene?</b><br />
"I rapporti sembrano buoni, vedo un'attenzione positiva verso la riforma federalista. D'altra parte, mi dica lei:se il Pd si mostrasse nemico del federalismo, come farebbe a prendere i voti al Nord?".<br />
<b>C'è un'altra partita alla quale lei tiene molto:Malpensa. La Moratti, a volte, sembra in difficoltà con il governo. Lei da che parte sta?</b><br />
"Prima di tutto vorrei far notare che Malpensa non è fallita. Certo, ci vorranno anche un po' di aerei della nuova Alitalia per aumentare il movimento. Ma le cose vanno meglio di quanto si temesse. Sono sicuro che il governo non ha intenzione di declassare Malpensa da hub a piccolo aeroporto. Io non ne ho mai sentito parlare".<br />
<b>Eppure, secondo Moratti, Milano non riceve sufficiente attenzione dal governo di centrodestra.</b><br />
"Milano è tenuta nella dovuta considerazione, tanto è vero che i soldi per l'Expo ci sono. E' chiaro che questo successo è dovuto molto al sindaco e alla sua famiglia. Letizia è una mia cara amica,. una grande lavoratrice, l'unica donna forte della politica".<br />
<b>Domenica, a Venezia, accanto a lei ci sarà suo figlio Renzo?</b><br />
"Non so. Ora è a Saragozza, all'Expo, a studiare il problema delle Acque e Sviluppo sostenibile. Ma ci sarà sicuramente mia moglie con gli altri figli".<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=J673L">Giorno/Resto/Nazione - Flavia Baldi</a>MARIAPIA GARAVAGLIA: Insopportabili i tagli del governo all'istruzione.2008-07-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358235Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
" Circola la favoletta dei fannulloni di Brunetta; la scuola paga i conti della manovra Tremonti ". Ecco in nuce la sintesi della protesta che ha portato in piazza 250 precari provenienti da tutta Italia davanti a Montecitorio per i tagli previsti all'istruzione dalla manovra economica del governo Berlusconi. <br />
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"Gelmini, Moratti solo balle e pochi fatti" un altro leitmotiv che ha fatto da sottofondo. Oltre ai cori di protesta, numerosi fischi sono arrivati per il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, artefice insieme al ministro dell'Economia Giulio Tremonti dei pesanti tagli.<br />
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Si tratta di tagli a risorse e al personale delle scuole e delle università italiane quelli contenuti nel dl n. 112, (8 miliardi di euro e 130.000 posti tra insegnanti e non docenti nei prossimi tre anni), che riguardano anche il futuro del sistema di reclutamento dei docenti previsto nel ddl n. 953 dell'on Valentina Aprea (Fi).<br />
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Gli insegnanti si oppongono anche alla “chiamata diretta” dei dirigenti scolastici, all'aumento degli alunni per classe, ai tagli sul sostegno, ai finanziamenti alle scuole private e alla trasformazione delle scuole in fondazione a capitale privato.<br />
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"Gli effetti devastanti di questa manovra- spiega Maristella Curreli, presidente nazionale dei Cip, Comitati
insegnanti precari, promotori della protesta- si vedranno da subito: i genitori avranno tagli al tempo pieno e figli in classi sovraffollate. Mentre per i precari ci saranno meno assunzioni e meno posti di supplenza gia' questa estate. E come faremo a garantire un adeguata preparazione quando avremo classi da 35 alunni?".<br />
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Curreli e' precaria da 16 anni, insegna lingue straniere cambiando sempre scuola. "Ogni anno il contratto- racconta - scade a giugno. A luglio e agosto sono a casa e,
quindi, niente stipendio ne' contributi. Mi pagano da sempre come una docente di prima nomina- continua - se saro'assunta avro' uno scatto minimo e la pensione, se ci andro' da precaria, sara' la minima Inps, poco piu' di 600 euro".<br />
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Il sit-in è stato organizzato organizzato dai Comitati italiani precari assieme alla Rete docenti precari cui confluiscono numerose sigle e associazioni che tutelano oltre 300.000 lavoratori della scuola non di ruolo, a cui hanno preso parte diversi rappresentanti dell'opposizione.<br />
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"Per questo governo un ragazzo in meno a scuola è un problema in meno,perché allevia il bilancio dellostato, mentre per noi è uno sfregio al futuro". Così la delegazione del PD della Camera, composta dai ministri dell'Istruzione e delle Politiche giovanili del governo ombra, <b>Maria Pia Garavaglia e Pina Picierno</b>, e dai deputati della commissione Cultura, Manuela Ghizzoni, Maria Coscia, Letizia De torre, Caterina Pes, Rosa De Pasquale e Dario Ginefra, ha aderito a questa manifestazione dei precari.<br />
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"I tagli alla scuola sono insopportabili - proseguono i deputati - perché riportano il Paese indietro negli anni, senza considerare che la scuola, l'università e la ricerca sono il punto strategico su cui fare leva per far ripartire la crescita dell'economia e della società civile. La manovra economica che il governo si appresta ad approvare, con il voto contrario delle opposizioni, è una vera e propria mattanza per la scuola: si tagliano 87 mila docenti e 43 mila dipendenti amministrativi(Ata), si mette a repentaglio l'autonomia didattica e si introduce in modo del tutto surrettizio una riforma che fa un passo in dietro rispetto alle norme introdotte dal governo Prodi che,stabilendo l'innalzamento dell'obbligo di istruzione a 16 anni, danno ai ragazzi e alle ragazze l'opportunità di acquisire livelli omogenei di competenze".<br />
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"Il combinato disposto di tagli e modifiche legislative rende molto concreto il rischio che la nostra scuola peggiori qualitativamente e si caratterizzi per la presenza di un doppio binario formativo con percorsi didattici di serie 'A' e percorsi didattici di serie 'B' soprattutto nella formazione professionale".<br />
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"Le proteste dei precari - spiega la delegazione PD - contro i tagli agli organici previsti dal Governo,contro l'aumento degli alunni per classe e contro i tagli sul sostegno per gli studenti diversamente abili sono coerenti con le posizioni che il Pd ha assunto in Parlamento per contrastare la manovra economica di Tremonti, ed è per questo - conclude - che abbiamo voluto portare la nostra adesione e avviare un percorso di ascolto con tutti i soggetti appartenenti al mondo della scuola".<br />
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G.Ra.<br />
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<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=56006">Sito web del Partito Democratico</a>