Openpolis - Argomento: commissione di vigilanzahttps://www.openpolis.it/2012-07-30T00:00:00ZSergio ZAVOLI: Rai. «Grave situazione finanziaria. Sì al risanamento»2012-07-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647708Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Peggiora la situazione finanziaria della Rai. Lo certifica la Corte del Conti nella relazione sulla gestione finanziaria del servizio pubblico, sollecitando un piano di razionalizzazione dei costi. Nel 2010 la perdita di Rai SpA si è attestata a 128,5 milioni di euro; i valori negativi del conto economico di 61,8 milioni nel 2009, sono giunti a 98,2 nel 2010.
<p> «L'analisi della Corte dei Conti fa giustizia di tante ottimistiche previsioni succedutesi sui bilanci della Rai».
<p> «Un solo dato espunto dalle cifre relative al 2010 basterebbe per giustificare un allarme: quello riguardante la raccolta pubblicitaria che, come dice la Corte, "risulta inferiore di oltre 200 milioni di euro rispetto al 2007", differenziale negativo ulteriormente aumentato nel corso dell'esercizio 2011 (meno 270 milioni di euro). E tutto ciò senza aver predisposto un rigoroso piano di razionalizzazione e di contenimento dei costi. Questo scenario richiede che la nuova governance dell'azienda applichi da subito un piano di risanamento, a cui corrisponda una ritrovata, più alta qualità del prodotto».
<p>Lo ha dichiarato il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai, Sergio Zavoli. Se ne discuterà presto in commissione dl viglianza, a partire dall'Ufficio di Presidenza convocato per il 31 luglio.<br /><br/>fonte: <a href="http://www.corteconti.it/opencms/opencms/handle404?exporturi=/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2012072822268915.pdf&%5d">l'Unità</a>Davide CAPARINI: Rai. «Corte dei conti conferma, tagli imprescindibili»2012-07-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647705Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) <br/><br/><br />
«I rilevi della Corte dei Conti non fanno che confermare le denunce fatte dalla Lega in questi anni. La Rai non ha razionalizzato né contenuto i costi quando i ricavi da pubblicità sono crollati. I tagli sono imprescindibili. A partire dal costo del lavoro e degli oneri connessi che, come ha sottolineato la Corte, incide per circa il 30% sul costo della produzione».
<p> «Altro doloroso capitolo sono i costi per le consulenze e appalti esterni per cui è necessario una volta per tutte definirne l'utilità considerato l'abnorme numero di dipendenti a tempo indeterminato. Basta spulciare i bilanci per capire cosa c'è da tagliare. magari partendo dall'aggancio dei compensi ai risultati di produzione.
<p>Magari a partire dal faraonico accordo di Antonella Clerici. Circa 3 milioni di euro per due anni. A quello di Fabio Fazio del valore di 1.5 milioni che non prevedono voci variabili legate agli ascolti. Oppure dei doppi incarichi come quelli di Licia Colò che non solo prende il ricco cachet da conduttrice ma vende alla Rai i filmati da lei stessa prodotti per mandare avanti la sua trasmissione».<p>
Lo dice Davide Caparini, responsabile Comunicazione della Lega Nord e segretario della commissione Vigilanza. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corteconti.it/opencms/opencms/handle404?exporturi=/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2012072822269035.pdf&%5d">la Padania</a>Furio COLOMBO: Rai. Il servizio pubblico che non c’è2012-07-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647382Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«La Rai porta male? No, ma non porta voti». Cito una sorprendente rivelazione di Pierluigi Battista (<a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HEBWO">Corriere della Sera, 9 luglio</a>) che smentisce con coraggio sia Silvio Berlusconi che Mitt Romney.
<p>Berlusconi aveva appena ordinato al presidente del Senato di cambiare in fretta e furia un membro della Commissione di Vigilanza sulla Rai perché non prometteva esecuzione fedele e rigorosa delle istruzioni per l’uso della televisione secondo il Pdl.
<p>Romney ha appena annunciato di avere superato i fondi raccolti da Obama per trasmettere il numero più alto di spot televisivi contro l’avversario. <br />
Battista ha un suo argomento, valido solo per l’Italia. <br />
Dice: “Un minimo, solo un minimo di aderenza ai fatti dimostra che il controllo della Rai non ha mai favorito il partito dei controllori”. <br />
L’affermazione è inesatta, Vostro Onore, e basteranno due frasi per smontarla.
<p><b>Prima frase</b>. Le due vittorie di Prodi sono sempre state minime e risicate (la seconda volta con la maggioranza di uno, come i gatti delle canzoncina del Mago Zurlì), le tre vittorie di Berlusconi, invece, ottime e abbondanti.
<p><b>Frase due</b>. Berlusconi, da grande editore in perfetto conflitto di interessi, ha sempre mantenuto controllo ed egemonia su Tv private e di Stato anche quando non era al governo. Chi vuol farsi nemico il più grande editore del Paese?
<p>
L’evidenza continua anche adesso. Qualcuno sa dove si trova o che cosa fa adesso Sarkozy, fino a poche settimane fa iperattivo presidente francese con bella e celebre moglie italiana? Ma nel Paese del conflitto di interessi, anche Battista vorrà convenire che abbiamo sempre saputo tutto, e sappiamo tutto di Berlusconi, compreso un dimagramento di quattro chili che lui annuncia come prova che si candiderà di nuovo.
<p>Ma il problema sollevato da Pierluigi Battista è espresso anche più nettamente, in una sfida coraggiosa alle diffuse credenze del mondo, che lui ritiene “pura superstizione”. Sentite: “Ovviamente quelli che fingono di saperla molto lunga e con aria assorta spiegano che è la Tv a decidere le sorti elettorali, potrebbero domandarsi con ficcante perspicacia perché i partiti sono così infervorati per conquistare la Rai?”.
<p>La domanda è strana perché la seconda parte è il rovescio della prima e contiene la risposta. Infatti la risposta (dello stesso Battista) è: “Perché la Tv non porta voti ma potere. Ecco che si compie, di fronte a noi, un nuovo esercizio retorico, mai tentato prima: dire e negare nella stessa frase. <br />
Infatti il potere sono voti. E i voti sono potere.
<p>Infatti, alla fine dell’articolo, il vicedirettore del Corriere della Sera scrive: “Che qualche secondo in più di una nota politica di qualche telegiornale sia sufficiente per generare seguito elettorale è solo una superstizione. “Scrivere una frase simile su un grande giornale nel Paese di Minzolini, dove intere notizie di portata internazionale sparivano, o apparivano gravemente lesionate (la famosa soppressione dell’audio nello scontro tra Berlusconi e il deputato Martin Schulz al Parlamento europeo) è certamente un atto di sprezzo del pericolo.
<p>Però, perché continuare a negare – e dunque rilanciare – il caso italiano del conflitto di interessi, denunciato dalla grande stampa del mondo, e reso possibile da un clamoroso caso di cedimento dell’opposizione, che non ha mai voluto insistere sullo scandalo? E serve poco negare che il vasto controllo dell’editoria italiana provochi notevoli anomalie di voto, di opinione e di governo.
<p>
È un’alterazione che dura da quasi venti anni e che non esiste altrove. <a href="http://www.apt.it/focus/la-rai-del-futuro-il-futuro-della-rai"><b>Fabiano Fabiani</b> (già direttore di telegiornale, già direttore centrale Rai in tempi molto diversi, e ora presidente dei produttori televisivi) e <b>Riccardo Tozzi</b> (presidente dei produttori di cinema) descrivono così lo stato in cui è stata ridotta la Rai</a> divenuta deposito di cascami politici e di un vasto conflitto di interessi fra padrone abusivo e azienda disastrata: “Attenzione maniacale ai contenitori e ai Tg come strumenti di comunicazione partitica, ipertrofia delle strutture burocratiche e dei costi generali, appiattimento dell’offerta sempre allo stesso pubblico (…) in un quadro di complessiva chiusura autoreferenziale e corporativa.
<p>(…) Occorre invertire la rotta, recuperare il senso del servizio pubblico, che è un mestiere difficile: aprirsi all’esterno e parlare a un pubblico vasto, con una lingua che sappia far crescere la conoscenza e il gusto”. (<a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HHZSZ">Il Messaggero, 11 luglio</a>).
<p>Ecco, questa sarebbe una televisione che non cerca i voti, ma la propria naturale missione di informazione, di cultura, di divertimento. L’altra, invece, quella che esiste adesso, quella partitica denunciata così spesso, in un mare di silenzio, da Pannella e dai Radicali, ma poco, troppo poco, dal Partito democratico non è stata inventata da Berlusconi. Ma Berlusconi ne ha fatto il suo mausoleo.
<p>La salma del berlusconismo dentro la Rai è rimasta in loco, come quella di De Pedis (banda della Magliana) sepolta per 20 anni in una illustre chiesa romana, fino a quando – a richiesta generale – ne è stata ordinata la rimozione. Ora vedremo se si provvederà, per prima cosa, allo spostamento in altri tumuli dei resti di un regime finito.<br /><br/>fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/16/il-servizio-pubblico-che-non-ce/295396/">il Fatto Quotidiano</a>Furio COLOMBO: Il Parlamento inutile2012-07-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647109Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Sei stato convocato ‘con urgenza e tassativo ordine di partecipazione e puntualità’. Ma l’aula è vuota. Non c’è alcuna presenza e <b>alcun dibattito</b>. <br />
Sono i commessi a dirti sottovoce: annunceranno il voto di fiducia a mezzogiorno o all’una, e si vota qualche ora dopo. Vuol dire che passi di fronte al banco della Presidenza della Camera e puoi solo di dire un “sì” o un “no”.Segue una breve discussione finale sugli ordini del giorno, più che altro un po’ di conversazione e una gentilezza verso i pochi parlamentari che prenderanno la parola, ciascuno per pochi minuti, su questioni che sono per forza marginali. Subito dopo siamo pronti per <b>un altro voto di fiducia</b>.
<p>
Perché è necessario? Perché il tempo è stretto, perché “il governo non può rischiare cambiamenti”. <br />
Ogni dettaglio è già stato concordato con amici e meno amici in Europa. <b>Tecnicamente è una democrazia strana</b>.
<p>
<b>Costituzionalmente è un Parlamento inutile</b>. Politicamente non c’è via di scampo, perché non si possono sciogliere le Camere.
Non solo non è stata cambiata la legge elettorale, ma la situazione economica, che sta condizionando così gravemente la vita interna, non tollera sospensioni.
<p>
Vedete? Ci muoviamo lungo un percorso necessario e impossibile. Come se ne esce, a parte indignazione e protesta (che, come abbiamo imparato, è mal tollerata)? Bisogna accettare una verità amara e banale. Il male che sta rendendo assurda non solo la funzione del Parlamento ma anche, e soprattutto, la vita dei cittadini, non è, come tutti diciamo, la cattiveria aggressiva dell’economia e delle sue feroci speculazioni. È qui, è tra noi, è politica.
<p><b>Partiti corrotti</b> ci hanno portati al terminal e consegnato ai guardiani. Partiti esangui si accodano senza volere o sapere cos’altro fare. Guardali dentro. Non c’è vita. Osservali nelle piccole cose, tipo la Rai. Ricominciano da capo, al livello della continua ricerca di un minimo garantito. Niente coraggio, <b>nessuna idea</b>, neppure l’ombra di una visione del che fare. Se la scorciatoia è illegale (come la sostituzione arbitraria e improvvisa di un membro della Commissione di Vigilanza) la prendiamo per buona in cambio di una cosina.
<p>
A piccoli passi strascicati che non lasciano traccia, usciamo dalla politica, dando la colpa all’economia, ed entriamo nel sottomondo del baratto: ti do, mi dai. È una fine che non assomiglia all’inizio.<p>
La Resistenza, ricordate?<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HI2SJ">il Fatto Quotidiano</a>Furio COLOMBO: Rai, Schifani il fuorilegge2012-07-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646616Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Paolo Amato era un senatore Pdl membro della Commissione di Vigilanza Rai. In queste ore era chiamato, con i suoi colleghi di destra e di sinistra, a indicare e votare alcune persone, presumibilmente con qualche titolo e qualche valore in qualche campo,
per comporre il nuovo consiglio di amministrazione della Rai. Questo piccolo, modesto intervento parlamentare nella storia italiana, non è mai avvenuto.
<p>Il sen. Paolo Amato non ha scelto né votato nessuno perché al momento di votare non c’era più.<p>
Era accaduto che il suo partito l’aveva improvvisamente rimosso per
divergenza di idee: non aveva indicato e non avrebbe votato la stessa
persona imposta dal suo partito. C’è però una fastidiosa complicazione: la Costituzione stabilisce che i parlamentari sono eletti “senza vincolo di mandato”.
<p>
Provvede subito il presidente del Senato. Rimuove subito e sostituisce
un membro della Commissione di Vigilanza Rai sgradito a Berlusconi.
<p>
La prima, ferma protesta, anche piuttosto rude, è di Gianfranco Fini,
che vede e denuncia la rottura del gioco. Formalmente, infatti, è il
presidente di ciascuna Camera che (ovviamente su indicazione dei
partiti) nomina e assegna i componenti delle Commissioni. Il potere di
nomina non comprende il potere di revoca. La revoca non esiste.
<p>
In un articolo della legge che istituisce la Commissione, si dice che
l’incarico cessa soltanto per dimissioni, per sopraggiunto incarico di
governo, o per fine legislatura. Infatti, nei Parlamenti democratici
qualsiasi possibilità di rimozione di una persona eletta da una
commissione parlamentare configurerebbe un limite alla libertà dei
suoi componenti, qualunque sia la ragione, salvo richieste della
magistratura, se accolte dal voto degli altri parlamentari.
<p>
<b>Ricostruiamo la sequenza.</b>
<p>
Il senatore Amato, del Pdl, viene mandato in Commissione di Vigilanza con precise istruzioni. Prima di votare annuncia che non seguirà quelle istruzioni, che ha altro in mente. Fa il nome di una persona di buone credenziali culturali, attualmente
alla guida dell’Istituto Sturzo. Niente di rivoluzionario, ma non è questo il punto.
<p>
Bolle ben altro in pentola per gli interessi del gruppo Berlusconi- Mediaset, altro che la buona reputazione culturale. Poiché Amato appare persuaso di questa sua candidata, che farebbe mancare un voto indispensabile ai piani già predisposti non dal
Senato, non dalla Commissione di Vigilanza Rai, ma negli uffici di
Merdiaset (di cui la Commissione si vuole che sia il vero organo
tutelare) occorre rimuovere il senatore che non sta al gioco.
<p>A un lavoro sporco di questo genere di solito provvede il Gruppo, tanto più
che il Gruppo dei senatori Pdl è presieduto da uno fidato come
Gasparri, che darebbe l’anima (anzi, l’ha data e non solo quella) per
essere il nuovo Dell’Utri o il nuovo Previti di Berlusconi (il suo
Provenzano no, non gli piace il 41 bis).
<p>
Ma l’intervento del Gruppo, che può agire solo con un adeguato misto
di minaccia e promessa per arrivare a una decisione “spontanea” è
troppo lungo, chiede troppo tempo.<p>
Serve l’autorità insindacabile del presidente del Senato. Non può farlo ma lo fa.
E lo fa, nel giro di un po’ meno di un’ora, con autorità indiscutibile
e inesistente. Rutelli, nella stessa seduta d’emergenza del Senato, formula questa
accusa: “È come fare irruzione in un seggio elettorale e fermare
qualcuno mentre sta per votare”.
<p>
La differenza grave, nel caso di cui stiamo parlando, è che il voto che viene fatto mancare d’autorità, è il voto decisivo.
<p>
Questo è accaduto il giorno 4 luglio. Il 5 luglio, verso sera, Schifani si precipita in aula e si difende con una affermazione curiosa. Dice: “Non ho fermato la mano del senatore mentre stava votando. L’ho fatto prima.” Non si vede che cosa cambi.
<p>
Glielo dicono i senatori Pardi e Zanda. Schifani, seconda carica dello
Stato, non poteva prendere quella decisione che ha falsato il voto.
<p>
La vera giustificazione, che Schifani non può esibire in Senato è che
il Pdl, partito di Berlusconi, di Merdiaset e il conflitto di
interessi che non dorme mai, hanno esigenze e ragioni che non possono
essere negoziati, meno che mai, discussi e spiegati in Parlamento.
<p>
Ne consegue che l’intera operazione “elezione del nuovo consiglio di
amministrazione della Rai” è avvenuta fuori dalla legge, in violazione
della Costituzione, e agli ordini esclusivi di Pompetta Berlusconi,
eseguiti dal presidente del Senato.<p>
<a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/05/paolo-amato/cda-rai-%C2%ABfatto-fuori-democratici-pi%C3%B9-liberi-di-noi%C2%BB-intervista/646592"><b>Qui l'intervista al senatore Paolo Amato: «Fatto fuori, democratici più liberi di noi»</b></a>
<p><br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HAH5R">il Fatto Quotidiano</a>Michele Santoro: Con La7 «Restiamo noi i padroni con autonomia, grazie al pubblico» - INTERVISTA2012-07-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646614<br />
«I telespettatori ci versano ancora dieci euro per Servizio Pubblico. Non celebriamo qualcosa che finisce, ma festeggiamo un progetto che avanza. La7 ci garantisce libertà editoriale, e noi rispetteremo le leggi. Faremo il nostro mestiere, ma non saremo dipendenti interni».
<p><b>Adesso cos’è cambiato, perché siete riusciti a trovare l’accordo saltato dodici mesi fa?</b>
<p>
Tante cose, tutte fondamentali. Arriviamo a La7 dopo un lungo percorso: centomila italiani hanno pagato per avere una trasmissione libera, per 26 volte su 27 abbiamo battuto proprio la rete di Telecom facendo informazione attraverso una multi-piattaforma. Non credo che chiunque l’avrebbe fatto… Ora c’è un soggetto imprenditoriale con un carattere sociale che si chiama Servizio Pubblico. La7 è un’evoluzione, direi quasi naturale. Il canale sarà diverso e raggiungerà un pubblico più ampio, ma avremo lo stesso studio, stesso gruppo, e saremo sempre in diretta da Cinecittà.
<p>
<b>Non teme censure, quelle che la spinsero a mollare l’ultima volta?</b>
<p>
Sono ottimista. Perché Servizio Pubblico è una società (Zerostudio’s, il Fatto detiene il 17,4%, ndr) che consegna un prodotto chiavi in mano. La7 ci garantisce libertà editoriale, e noi rispetteremo le leggi. Faremo il nostro mestiere, ma non saremo dipendenti interni. Noi siamo nati grazie a centomila italiani e stranieri che credono nel concetto più cristallino di servizio pubblico, un’idea per il momento impensabile in questa Rai.
<p>
<b>Che deve pensare chi vi ha aiutato con dieci euro e ora avrà tante domande per voi?</b>
<p>
I nostri sostenitori ci hanno donato dieci euro per avere un programma libero, e ci siamo riusciti. Non soltanto abbiamo fatto quello che ci chiedevano, cioè una stagione di televisione indipendente, ma non abbiamo sprecato un centesimo. Queste risorse restano nel progetto sociale di Servizio Pubblico, che a luglio darà un premio ai giovani reporter, che avrà uno spazio su La7, che ha un sito operativo, che farà documentari e mi auguro anche film. La rivoluzione non era andare sulla piccola tv locale, ma conquistarsi autonomia. Noi siamo una fabbrica culturale e un movimento che vuole riformare la televisione.
<p>
<b>Non è preoccupato di lavorare per una televisione che Telecom ha messo ufficialmente in vendita?</b>
<p>
Anzi, è una sfida che mi affascina. Il panorama televisivo è in continua trasformazione. La7 e Rai2 sono fondamentali per i prossimi equilibri, per il duopolio che si sfarina sempre di più, e noi siamo felici di giocare un ruolo in questa delicatissima partita.
<p>
<b>Servizio Pubblico si alternerà il giovedì con Piazzapulita, com’è il suo rapporto con Corrado Formigli?</b>
<p>
Noi andremo in onda dal 25 ottobre, poi faremo la pausa natalizia e riprenderemo per seguire la campagna elettorale e la nascita del prossimo governo. Avremo la parte di stagione più importante, faremo almeno 24 puntate, esattamente quello che avevamo chiesto. Abbiamo lavorato tanti anni insieme con Formigli, si è formato con le nostre esperienze. E ha dimostrato di poter condurre un programma, come sostenevo da sempre. Io stesso avevo spiegato a La7 le sue capacità di conduttore. È mia intenzione andare sempre di meno davanti alle telecamere nel corso del tempo.
<p>
<b>Vuole ritirarsi?</b>
<p>
Forse è troppo di moda, ma posso dire che questa potrebbe essere la mia ultima stagione a condurre un programma con tante puntate. Questa è la mia volontà, poi vedremo quel che succede. Non dico niente di definitivo. Dovessi andare in Africa, ve lo direi quando sarei lì.
<p>
<b>La Rai è morta o cosciente?</b>
<p>
Ci penserei mille volte prima di seppellirla. Ci chiamiamo Servizio pubblico perché tendiamo verso la Rai, crediamo in una televisione che non si concentri soltanto sul mercato. La Rai è troppo importante. Per questo con Freccero ci siamo candidati, pensavamo di avere i titoli a posto. Vorrei conoscere i criteri con cui la Commissione di Vigilanza ha scelto i sette consiglieri d’amministrazione.
<p>
<b>Chi le piace dei sette?</b>
<p>
Paradossalmente potrei dire che quello più competente è quello più distante da me, Antonio Pilati. Viviamo nel mondo che ha disegnato lui con la legge Gasparri. Gli altri sono la solita storia.
<p>
<b>E Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi?</b>
<p>
Ovvio che Colombo ha una straordinaria qualità morale e che la Tobagi è una donna giovane e dinamica, ma perché il Pd si è tirato via delegando la propria responsabilità a quattro associazioni? Per andare contro la logica di lottizzazione, la Vigilanza poteva leggere e analizzare i quasi 400 curricula e comunicarci quali sono le caratteristiche più adatte per la televisione pubblica. Mario Monti ha spedito i tecnici. Troppa grazia San Mario. Stesso dubbio: con quali criteri? Li ha scelti per i conti? Tanti dirigenti di viale Mazzini sanno fare bene i conti.
<p>
<b>Rimpiange la coppia Paolo Garimberti-Lorenza Lei o Mauro Masi?</b>
<p>
Non raggiungo questi livelli di depravazione. Chi avrà il coraggio di fare un timido passo in avanti farà certamente meglio di Garimberti. Il solito discorso: se uno critica Monti, allora rivuole Berlusconi. Non è così. C’erano forti speranze su Monti. Queste indicazioni le ha fatte di sua spontanea volontà o le ha contrattate con il Cavaliere? Io andrei per la seconda ipotesi.
<p>
<b>Cosa farà per piacere a Beppe Grillo?</b>
<p>
Io non devo piacere a Grillo. L’ho sempre considerato un fenomeno da raccontare. Quando mi ha criticato con leggerezza, gli ho risposto con un segnale: ascolta, senti com’è facile dire vaffanculo. Non ci siamo chiariti e non c’è bisogno di farlo. Capisco che lui debba difendere la sua impronta di uomo contro.
<p>
<b>Voterà una lista civica?</b>
<p>
Facile: chi vuole fingere un rinnovamento che non c’è, può usare questo trucco. Questa è la cattiva copia di un’ottima intuizione di Grillo. Lui ha parlato di un panorama politico desolante ed è riuscito a creare entusiasmo. Io credo in una democrazia con i partiti. Non posso negare che siano quasi defunti, ma questo mi inquieta terribilmente.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HAF75">ilfattoquotidiano.it - Carlo Tecce</a>Paolo AMATO: Cda Rai. «Fatto fuori, democratici più liberi di noi» - INTERVISTA2012-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646592Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
Cacciato perché penso con la mia testa.
<p>
Paolo Amato ha la voce di un cane bastonato, il tono della rassegnazione. «Ma deve sapere che dentro sono incazzato nero». Lo hanno fatto fuori dalla Commissione di Vigilanza della Rai con un clamoroso blitz del presidente del Senato, Renato Schifani. Sostituito perché volevo pensare con la mia testa, perché ho letto i curriculum. Mi sembrava giusto farlo, ne sono arrivati a centinaia, potevamo mandare un bellissimo messaggio alla società civile». <br>
Amato si preparava a votare, per il Cda di Viale Mazzini, Flavia Piccoli Nardelli, segretario generale dell'Istituto Sturzo, sostenuta da Idv, Fli e Giovanna Melandri del Pd.<br>
«Ho letto la sua storia professionale, mi è sembrata eccellente. E' una donna, è cattolica, aveva un profilo perfetto». <br>
Poi è successo il patatrac. Adesso, chiuso nel suo ufficio del senato, ha un viso lungo così. Fiorentino, 56 anni, ex repubblicano del cenacolo di Spadolini, era amico di Denis Verdini. Ora no.<p>
<b>L'hanno minacciata?</b><p>
«Macché! E' stata una cosa civile, molto più di quanto si pensi». <p>
<b>Scherza? La eliminano fisicamente fra un voto e l'altro. Scoppia un caso istituzionale tra Fini e Schifani. E lei non reagisce?</b><p>
«Ho rispetto del mio presidente di assemblea. Non condivido la sua scelta, ma la rispetto. La tempistica è davvero imbarazzante, stavolta ha davvero esagerato».<p>
<b>Allora faccia ricorso. Salta l'operazione del Pdl, si capirà se c'è un disegno politico dietro la decisione del presidente Schifani. Si dia una mossa.</b><p>
«Aspetto, vediamo cosa succede nei prossimi giorni. Le ragioni regolamentari possono essere giuste o sbagliate, devo ancora verificare».<p>
<b>Non c'è molto tempo, stamattina si vota.</b><p>
«Lo so, lo so. Sta diventando una cosa molto più grande delle mie intenzioni».<p>
<b>Gasparri e Quagliarello sostengono che lei è lo strumento di un complotto architettato da Fini, Casini e Pisanu.</b><p>
«Pensieri in libertà, insulti all'intelligenza. Quale complotto? Ho agito alla luce del sole, ho deciso in piena autonomia e in totale solitudine».<p>
<b>L'hanno trattata a pesi in faccia. Gasparri e Quagliarello hanno parlato di sue dimissioni annunciate a voce, davanti a testimoni.</b><p>
«Ho letto. Come se le dimissioni uno le potesse dare al bar, davanti ad un caffè. Sono dichiarazioni indegne».<p>
<b>Se non è un complotto perché voleva rompere la disciplina di partito, all'improvviso?».</b><p>
«Perché un parlamentare lavora senza vincoli. Perché ho pensato fosse il modo migliore per smetterla di lavorare a favore di Grillo. Arrivano i curriculum, si leggono e si decide in assoluta libertà di coscienza. Abbiamo perso un'occasione straordinaria di dare una risposta concreta alla società civile».<p>
<b>Parla come un girotondino. Bersani però si è fatto guidare dalle associazioni, non ha scelto con il Cencelli.</b><p>
«E' vero. A maggior ragione anche noi dovevamo mandare un segnale di apertura. Invece siamo chiusi a riccio in un circuito autoreferenziale. Il Pd è stato più bravo».<p>
<b>«I nomi del Pdl sono così indigeribili?</b><p>
«Per carità, saranno pure competenti. Alcuni. Ma c'era il dovere di esaminare altri profili».<p>
<b>Resta da capire perché non si ribella. Dicono che le hanno promesso ritorsioni pesanti se non sta buono.</b><p>
«Non è vero. Mi ribello, ho l'amaro in bocca. Ma non voglio danneggiare le istituzioni».<br>
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1H8EC3">la Repubblica</a>Marco BELTRANDI: «Non intendo votare vadano pure avanti a oltranza» - INTERVISTA2012-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646591Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Radicale, da sempre. Non è la prima volta che vota in dissenso dal Pd, ma ieri i colleghi democrat erano imbufaliti. Se beltrandi si fosse presentato, invece di disertare la seduta della commissione di Vigilanza della Rai, al Pdl non sarebbe riuscita l'operazione di far saltare il numero legale e, con i voti di 21 consiglieri su 40, il centrosinistra si sarebbe ritrovato maggioranza , dentro il cda Rai. Solo che mancava un voto, il suo.
<p>
<b>Il Pd dice che siete come il centrodestra: irresponsabili. Le donne si sono appellate a Emma Bonino perchè, inducendola a votare, spianasse la strada al primo cda per metà di donne.</b>
<p>
«Sono settimane, mesi, che chiedo di audire i tantissimi curriculum arrivati alla commissione di Vigilanza per il cda della Rai. L'ostinazione del presidente Zavoli e del Pd come del Pdl lo hanno impedito. Si poteva fare in pochi giorni e oggi avremmo il nuovo cda. Invece niente. Non mi si può chiedere di votare nomi al buio. Mi è stata impedita ogni analisi dei curricula».
<p>
<b>Lei già dopo le due votazioni finite nel nulla dell'altra sera aveva parlato di spettacolo penoso, ma non è che abbia contribuito granchè a sbloccare la situazione. O no?</b>
<p>
«Si sono accorti solo nelle ultime ore che il voto dei Radicali faceva la differenza, ma noi sosteniamo le stesse proposte da anni e non ci ascoltano mai. C'è una mia proposta di legge del 2006 per fare l'asta sul canone e privatizzare la Rai, mai l'hanno presa in considerazione. Per me possono andare avanti a votare a oltranza, tanto io continuerò a non votare».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1H8DNO"> Il Messaggero </a>Sergio ZAVOLI: Rai. Ecco il nuovo Cda. Nulla sarà più come prima.2012-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646590Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La commissione di vigilanza ha eletto i 7 componenti del cda Rai di pertinenza parlamentare.
<p>«Possiamo comunque compiacerci che al di la' di imprecisioni e incongruenze, contraddizioni e malesseri, manifestati legittimamente anche in quest'aula, qualcosa da oggi non sarà più come prima nel rapporto tra una politica malintesa e l'azienda. Il segno dell'apertura di un varco c'e' stato e va colto in un momento difficile per il Paese, che chiede a tutti legittimità e confronto, coesione e spirito costruttivo».<p>
«Lasciatemi dire, a conclusione dei lavori di stamane, che ero e rimango un ottimista, sebbene, scusatemi la citazione, 'senza illusioni', come diceva Kennedy. Devo cioè aggiungere che stavolta non so se ha vinto l'ottimismo, specie il più ostinato come il mio, o lo stato di necessità. Eppure, nonostante circostanze rese difficili da più di una temperie, credo di poter dire che abbiamo indebolito, se non proprio sbugiardata, la regola secondo cui 'nessuno va tanto lontano come chi non sa dove sta andando».
<p>«Sapevamo di dover condurre in porto la nave anche quando il viaggio si è fatto periglioso e inquietante. Ma sapevamo di non essere la Concordia, che aveva in mente di fare l'inchino a qualcosa d'altro, tradizionale omaggio della grande marineria: a noi spettava di 'inchinarci' solo di fronte al dovere di contribuire, per la nostra parte, al compito che il Parlamento si assume, attraverso questa Bicamerale, di vigilare sulla crescita di un'azienda 'incaricata di Servizio pubblico', come statutariamente deve essere interpretata la natura, il carattere, la forma della Rai, la più importante impresa culturale e civile del Paese. Vorrei, per inciso, ricordare se non sia il caso, proprio in funzione di un 'Servizio pubblico' l'ingaggio del giornalista Santoro, annunciato stamane da una sempre più reputata tv commerciale».<p>
<b>I 7 componenti del cda Rai:</b>
<p>Antonio Verro, Guglielmo Rositani, Antonio Pilati, Luisa Todini, tutti e 4 per Pdl-Lega; Rodolfo De Laurentiis per l'Udc; Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, indicati dal Pd.
<p>Rispetto al precedente cda di Viale Mazzini sono riconfermati Verro, Rositani e De Laurentiis. A questi 7 nomi sono poi da aggiungere Anna Maria Tarantola e Marco Pinto, indicati invece dall'azionista di riferimento, il ministero dell'Economia. La nomina di Tarantola dovrà passare prima per il vaglio della stessa commissione di vigilanza, dove occorrerà una maggioranza del due terzi per l'ok definitivo alla sua nomina. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201207051238-ipp-rt10093-rai_ecco_il_nuovo_cda_zavoli_nulla_sara_piu_come_prima">AGI</a>Anna FINOCCHIARO: Rai: Schifani spieghi ragioni di scelta illegittima2012-07-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646583Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"Atto illegittimo e di evidente parzialità compiuto dal presidente del Senato, con la sostituzione del senatore Amato, componente della commissione di Vigilanza Rai con il senatore Viespoli".
<p>"L'atto è illegittimo, se non altro perchè in contrasto con l'articolo 3 del regolamento della Vigilanza. Non dubitiamo che il presidente Schifani saprà attingere al massimario dei precedenti per tentare di giustificare questa sua scelta. Ma io vorrei ripercorrere con i colleghi una cronologia assai interessante.
<p> Alle 12.30 di oggi il senatore Amato annuncia con un comunicato stampa di votare liberamente per una candidata, la signora Nardelli, disattendendo in questo modo alle direttive del gruppo del Pdl.
<p> Alle 13.20 il senatore Viespoli si alza in aula rivendicando per il proprio gruppo, peraltro in coerenza con una richiesta avanzata oltre un mese fa, una rappresentanza all'interno della commissione di vigilanza e alle 14.15 il gruppo del Pdl individua nel senatore Amato il componente da sacrificare sull'altare di una più corretta composizione proporzionale della commissione di Vigilanza.
<p> A questo punto il presidente Schifani, quindi tra le ore 14.15 e le ore 15.15, nomina il senatore Viespoli, mentre la commissione di Vigilanza è costituita in seggio elettorale ininterrottamente e dunque non potrebbe subire alcuna sostituzione dei propri componenti. E mentre le tormentate vicende della nostra legislatura ci mostrano come per giungere alla sostituzione di un componete di una qualunque commissione, come anche della commissione di Vigilanza, in occasione di disattenzioni palesi e violazioni gravi degli obblighi di lealtà nei confronti dei gruppi di appartenenza, tutti gli altri gruppi hanno dovuto attendere mesi le decisioni del presidente Schifani e mentre i gruppi che legittimamente da mesi reclamano che più correttamente venga organizzata la rappresentanza proporzionale in altre commissioni bicamerali come l'Antimafia, vedono da mesi la questione assolutamente irrisolta da parte del presidente Schifani".
<p>
''Temo che questa vicenda che matura mentre si sta procedendo a d una delicata votazione per il Cda della Rai, che vede peraltro coinvolti soggetti terzi rispetto alla contesa in campo, e che accade mentre la commissione è costituita in seggio elettorale, non trovi riscontro in nessuno dei precedenti che certamente verranno citati in quest'aula a giustificazione di un atto che, lo ripeto, noi riteniamo illegittimo, assolutamente parziale in favore del Pdl e scandaloso.
<p> Non abbiamo nessuna intenzione di tacere, riteniamo che quest'atto si ponga in coerenza con altri atti parziali compiuti dal presidente Schifani nelle settimane scorse. Noi riteniamo che questa questione vada risolta prontamente e che il presidente del Senato debba riferire le ragioni di una decisione che rischia di compromettere la vivibilità delle istituzioni".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-Rai__Finocchiaro__Schifani_spieghi_ragioni_di_scelta_illegittima-1173093-POL.html">Asca</a>Emma BONINO: Inaccettabile in pochi minuti, e a seggio aperto, alterare composizione di Commissione. A quando risale la lettera di Viespoli a Schifani?2012-07-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646581Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />Dichiarazione anche a nome di Donatella Poretti e Marco Perduca.
<p>
"Sconcerto per la decisione di voler rispondere alla richiesta del gruppo di Coesione Nazionale nel momento in cui la Commissione di vigilanza RAI era convocata per l'elezione del CdA.
<p> Per mesi abbiamo chiesto procedure trasparenti, cv, audizioni, che tutto avvenisse alla luce del sole, oggi invece abbiamo una risposta totalmente contraria in linea colla spartizione partitocratica di sempre.
<p> Auspico che tanto il Presidente del Senato che il Presidente del Gruppo del PdL ritornino sulle loro decisioni che sono un altro colpo alla crebibilità delle istituzioni e del modo in cui vengono rispettate le regole".
<p> Perduca e Poretti hanno aggiunto che "ora non vogliamo entrare nel merito della questione, anche se cogliamo l'occasione per manifestare la nostra simpatia e vicinanza al Senatore Amato, ma chiediamo di poter se non altro sapere quando sarebbe stata inviata la lettera del Gruppo di Coesione Nazionale al Presidente Schifani che denunciava l'illegittimità della composizione della Commissione di vigilanza Rai oggi ricordata a fine seduta dal Senatore Viespoli (vedi resoconto stenografico qui sotto).
Sulla composizione della Commissione di vigilanza RAI
<p>
VIESPOLI (CN:GS-SI-PID-IB-FI). Domando di parlare.
<p>
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
<p>
VIESPOLI (CN:GS-SI-PID-IB-FI). Signor Presidente, le ho chiesto di intervenire proprio in relazione alla Commissione di vigilanza RAI perché debbo denunciare con forza qui in Aula quello che già più volte, reiteratamente, abbiamo inutilmente denunciato, e cioè che la composizione della Commissione di vigilanza RAI è illegittima poiché non conforme alla previsione dell'articolo 2 del regolamento della Commissione. Quell'articolo prevede infatti la partecipazione di tutti i Gruppi, ma il nostro Gruppo parlamentare non vi è rappresentato.<br />
Abbiamo scritto al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente della Commissione di vigilanza RAI. Mi vedo ora costretto, dopo averlo fatto pubblicamente, a denunciare anche nell'Aula del Senato questa illegittimità che ci auguriamo venga al più presto sanata perché è intollerabile.
<p><a href="http://politici.openpolis.it/politico/296">PRESIDENTE</a>. La lettera che lei ha ricordato è all'attenzione del Presidente del Senato. Io comunque parlerò con il presidente Schifani per richiamare un intervento sul tema delicato che ha posto cui va data una risposta oggi al termine dei nostri lavori.<p>
_______________________________
<p><b>Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi</b>
<p><b>Regolamento interno</b>
<p>
<b>Art. 2 - Composizione e durata</b>
<p>
<b>1.</b> La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi è composta di venti deputati e venti senatori nominati dai Presidenti delle due Camere del Parlamento, sulla base delle designazioni effettuate da tutti i Gruppi parlamentari e in maniera da assicurarne la rappresentanza proporzionale.
<p>
<b>2.</b> La Commissione è rinnovata totalmente all'inizio di ciascuna legislatura. In caso di elezione di una sola Camera si rinnovano i componenti della Commissione appartenenti a tale Camera.
<p>
<b>3.</b> La Commissione esercita i propri poteri sino alla prima riunione delle nuove Camere.
<p>
<b>Art. 3 - Sostituzione di membri</b>
<p>
<b>1.</b> In caso di dimissioni, incarico governativo e cessazione dal mandato elettorale i membri della Commissione sono sostituiti da altri nominati con le stesse modalità di cui all'articolo 2.
<p>
<b>2.</b> Non sono ammesse sostituzioni temporanee.<br /><br/>fonte: <a href="http://radicali.it/print/comunicati/20120704/vigilanza-senatori-radicali-recedere-da-decisioni-onore-reputazione-delle-istitu">Radicali.it</a>Gianfranco FINI: «Inaudita gravità. Schifani paralizza la Rai»2012-07-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646579Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
L'ira di Fini esplode quando Schifani decide di nominare il capogruppo di Coesione Nazionale, Viespoli al posto di Amato.
<p>«Schifani ha ravvisato l'urgenza di intervenire solo oggi perchè era chiaro che la libertà di voto del senatore Amato avrebbe determinato un esito della votazione non gradito al Pdl? - chiede Fini in una nota durissima - se così fosse, saremmo in presenza di un fatto senza precedenti e di inaudita gravità politica».
<p> Fini sottolinea che «non è sulla correttezza formale della sostituzione del senatore Amato che bisogna riflettere visto che la questione della presenza di un esponente di Coesione Nazionale in Commissione era già stata valutata. Piuttosto, bisogna riflettere sulla tempistica della decisione del Presidente Schifani. Mi auguro che Egli sentirà il dovere di chiarire perchè essa sia improvvisamente maturata solo oggi, con la Commissione di Vigilanza già costituitasi in seggio elettorale per eleggere i membri del Cda Rai, e dopo che, andate a vuoto le precedenti votazioni, il senatore Amato aveva pubblicamente annunciato di votare liberamente e secondo coscienza, disattendendo le indicazioni del suo Gruppo di appartenenza». <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.unita.it/italia/rai-l-ultimatum-di-bersani-br-nomine-oggi-o-si-commissaria-1.426627">l'Unità</a>Marco FILIPPESCHI: «Contro ogni principio democratico pensare di annullare il referendum» | Authority non incide sui referendum2011-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560309Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Pisa (PI) (Partito: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Pisa (PI) (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
"La prevista istituzione nel decreto sviluppo dell'Autorità di vigilanza e regolazione sulle risorse idriche non incide sul quesito referendario e sarebbe arbitrario e contro ogni principio democratico pensare di annullare il referendum in materia''. A sostenerlo e' Marco Filippeschi, presidente di Legautonomie e sindaco di Pisa.
<p>
''L'autorità indipendente, se effettivamente tale, deve svolgere una funzione di garanzia e di vigilanza che prescinde dalle forme di gestione del servizio che sono oggetto del referendum, questo anche a prescindere dalla condivisione o meno del quesito referendario", prosegue Filippeschi, che aggiunge: "nel merito poi dell'istituzione dell'Agenzia, occorrerà valutarne le garanzie di reale indipendenza da ogni forma di controllo politico".
<p>
Recentemente, nel corso di un'audizione di fronte alla Commissione Affari costituzionali della Camera, Legautonomie aveva proposto l'istituzione di una Commissione di vigilanza e controllo sulle risorse idriche con compiti molto articolati di verifica sull'appropriatezza dei piani d'ambito, degli standard di qualità, di definizione dei parametri tariffari omogenei, di controllo e garanzia della qualità del servizio e della sua più ampia accessibilità. Uno dei punti qualificanti della proposta di Legautonomie, che si estende all'intero sistema delle autorità indipendenti, è anche quello di prevedere un coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali, anche attraverso la costituzione di una Commissione parlamentare appositamente integrata, nell'indicazione dei nomi che devono essere nominati come componenti della costituenda Autorità. "Ciò rafforzerebbe il ruolo istituzionale della Autorità. Infatti essa - spiega Filippeschi - interviene in settori sottoposti anche alla legislazione delle Regioni e alla competenza amministrativa degli enti locali".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=113062">Ansa</a>Sergio ZAVOLI: Rai. Inammissibili emendamenti su par condicio nei talk show2011-03-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559508Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Gli emendamenti presentati dalla maggioranza che equiparano i talk show ai programmi di comunicazione politica sono inammissibili.
<p>Lo ha dichiarato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, relatore del regolamento per la par condicio per le elezioni amministrative del 15-16 maggio.
<p> Zavoli, richiamandosi alla legge 28/2000 sulla par condicio e alle sentenze della Corte costituzionale e del Tar del Lazio, ha parlato di "effetti impropri sull’autonomia Rai" nel caso ci fosse l'equiprazione tra i programmi di informazione e approfondimento e le tribune politiche.
<p>Il presidente della Vigilanza ha detto di condividere le preoccupazioni di una riproposizione della situazione dello scorso anno quando, in occasione delle elezioni regionali, la Rai decise di sospendere del tutto i talk show.
<p>Per Zavoli verrebbe minata non solo l’autonomia professionale dei giornalisti, ma finirebbero per essere tolti spazi al servizio pubblico per coprire una tornata elettorale che coinvolge appena poco più della percentuale prevista dalla legge sulla par condicio per la sua applicazione, cioè il 27 per cento.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilvelino.it/articolo_stampa.php?isEnglish=&Id=1325869">Il Velino.it</a>Marco BELTRANDI: Rai: Gravissima non firma del contratto di servizio 2010 – 2012 2011-03-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559222Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Gli italiani non lo sanno, ma da un anno e tre mesi a fronte del pagamento del canone Rai non hanno più cogenza i doveri a cui la Rai deve assolvere come concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, in quanto la Rai, per scelta del suo Consiglio di Amministrazione, ancora non ha firmato il Contratto di Servizio Rai – Ministero delle Comunicazioni 2010 – 2011.
<p>
Infatti, il precedente contratto è scaduto il 31 dicembre 2009, e con esso è decaduta la possibilità in capo All’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, audita oggi in Commissione di Vigilanza, di ottenere l’applicazione dei doveri connessi all’espletamento del servizio pubblico radiotelevisivo.
<p>
E’ una situazione di una gravità senza precedenti per il servizio pubblico radiotelevisivo, su cui l’azienda ma anche le istituzioni preposte ad essa dovranno prendere iniziative senza indulgere ulteriormente.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/comunicati/20110322/rai-beltrandi-gravissima-non-firma-del-contratto-di-servizio-2010-2012">www.radicali.it</a>Marco BELTRANDI: «Televisione: va in onda lo scempio» - INTERVISTA2010-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547647Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>On. Beltrandi, in questi giorni si sono moltiplicate le polemiche sulle fiction della Rai. I radicali hanno fatto una dura polemica contro "Il sorteggio" e "Sotto il cielo di Roma" che raccontano, rispettivamente, la storia di un operaio, giurato popolare in un processo alle Br, e il comportamento di Pio XII durante l’occupazione nazista. Pensa che sia necessario ristabilire la verità storica su queste produzioni della Rai?</b>
<p>
"Questo e quello che ho chiesto in Commissione di Vigilanza Rai. Uno degli aspetti del pluralismo, tema di cui stiamo discutendo nella Commissione bicamerale, riguarda proprio le fiction. Queste trasmissioni hanno un grande successo di pubblico, costano molto. E oltretutto hanno un’incidenza culturale considerevole. Questo non può non avere conseguenze politiche. La polemica sulla verità storica delle fiction non è nuova. Va avanti da diverso tempo".
<p>
<b>Cosa pensa de "II sorteggio"?</b>
<p>
"Questa fiction dimentica un fatto: il processo alle Brigate Rosse negli anni ‘70 fu possibile soltanto grazie ad Adelaide Aglietta. Mentre la storia che viene raccontata non la cita nemmeno. Fu Adelaide Aglietta, per prima, a fare il gesto simbolico di accettare il sorteggio come giudice popolare. Questo fatto è stato totalmente cancellato. Non solo, la fiction su Pio XII, ‘Sotto il cielo di Roma’, cancella il ventennio fascista e la deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma. Queste sono verità storiche che una fiction non dovrebbe negare assolutamente. Si tratta di autentiche patacche. Questo tipo di rappresentazione mi ricorda il modo di rappresentare la realtà storica nei paesi dell’ex Unione Sovietica. E tutto questo è pagato con i soldi dei contribuenti. Dobbiamo fare una denuncia molto forte su questa vergogna senza limiti. Dobbiamo trovare un modo per ristabilire la verità storica nelle fiction e lavorare su questo in Commissione di Vigilanza Rai. Ecco perché non accetto le giustificazioni sulle omissioni delle fiction".
<p>
<b> Perché tante fiction a sfondo religioso?</b>
<p>
"Bisognerebbe chiederlo alla Lux Vide, tanto per non fare dei nomi, che produce una parte di questi programmi. Ha ragione il rabbino capo di Roma Di Segni a denunciare lo scempio di ‘Sotto il cielo di Roma’. Siamo a dei livelli non degni di un paese democratico".
<p>
<b> Perché la fiction italiana non si vende all’estero?</b>
<p>
"Negli altri paesi non sono interessati allo stravolgimento della realtà che queste fiction operano. Si tratta di prodotti che vengono realizzati esclusivamente ad uso e consumo ‘politico’ degli italiani".<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=V3YZB"> la Voce Repubblicana - Lanfranco Palazzolo</a>Marco BELTRANDI: Report, giornalismo d'inchiesta, con la censura si uccide2010-10-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547039Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
”Sono contrario da sempre ad ogni forma di censura preventiva, ancora di piu’ nel caso di trasmissioni – rare – frutto del giornalismo di inchiesta, come Report”, dichiara Marco Beltrandi, esponente radicale e componente della Commissione di Vigilanza Rai.
<p>”E’ ovvio che deve essere garantita sia la messa in onda che un adeguato diritto di replica, fatto salvo ovviamente – nei casi peggiori – il diritto alla tutela giurisprudenziale dell’immagine ove ve ne fosse ragione. Con la censura si uccide qualsiasi giornalismo di inchiesta”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/17/immobili-off-shore-di-berlusconi-ghedini-minaccia-report-se-va-in-onda-querelo/72126/">Il Fatto Quotidiano.it</a>Marco BELTRANDI: Rai, Beltrandi: il regolamento della della par condicio della Vigilanza non prevede la chiusura del talk show2010-03-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it495061Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>A dichiararlo non sono i radicali, ma Fabrizio Morri, capogruppo PD in Vigilanza, e Roberto Rao, capogruppo UDC in Vigilanza, in una lettera indirizzata ad Agcom del 9 marzo 2010.
"In ultimo, si deve osservare che la decisione della Rai non trova alcun fondamento nella regolamentazione della par condicio approvata dalla Commissione di Vigilanza. Contrariamente a quanto asserito dall'azienda, infatti, il regolamento non impone la sospensione dei programmi informativi, ma prevede unicamente la possibilità di variare il palinsesto per inserire delle tribune elettorali (cfr. art. 3, comma 9 del Regolamento della Vigilanza").
Questo è il passaggio letterale di una lettera scritta e sottoscritta dal Senatore Fabrizio Morri, capogruppo PD in Commissione di Vigilanza Rai, e dall'On. Roberto Rao, Capogruppo UDCin Commissione di Vigilanza, inviata il 9 marzo 2010 ai componenti dell'AGCOM.
Con questo, ogni ipocrisia, e ogni disquisizione su tale regolamento condotta in particolare dal PD e da Fabrizio Morri, sono destinate a cadere, e a lasciare spazio alle responsabilità della Rai in ordine allo stravolgimento del regolamento della Vigilanza.
Peraltro, si ricorda che anche l'Ufficio Legale della Rai aveva espresso identico parere, e lo rivelo Antonio Di Bella, direttore di Raitre, nei giorni scorsi.<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=154366">www.radicali.it</a>Marco BELTRANDI: Dalla Rai una vergognosa campagna contro il Parlamento2010-02-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it477985Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Mai avrei pensato che la campagna che la Rai sta conducendo da alcuni giorni contro le decisioni assunte dal Parlamento, cioè dalla Commissione di Vigilanza, sulla par condicio potesse giungere ad un tale vergognoso livello, quello cioè di attribuire al regolamento sulla par condicio da me proposto un divieto che è imposto da una legge in vigore dal 1993. Quello che ha portato all’assurda decisione di vietare nella trasmissione A Sua Immagine di ieri la presenza dell’On. Giovanni Bachelet.
<p>
Naturalmente, malgrado il puntuale intervento di verità di ieri di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani, oggi diverse testate, politici, e commentatori anche di prestigio, continuano a propalare questa falsità, senza minimamente dar conto di quanto ieri dimostrato dai radicali. Per poi non parlare dei TG di ieri della Rai tv.
<p>
A questo punto mi pare evidente, che oltre alle iniziative politiche, ad ogni livello, andranno intraprese anche iniziative di carattere giudiziario nei confronti di una azienda che sta usando il denaro dei contribuenti per difendere la pretesa di alcuni conduttori di violare ogni norma di legge nell’ultima fase della campagna elettorale, facendosi beffe delle decisioni del Parlamento.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=152958">www.radicali.it</a>Marco BELTRANDI: Rai. Subito audizioni in Vigilanza di Ruffini e Mineo2009-11-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it419179Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai non ha competenze dirette sulle nomine dei responsabili Rai.
Tuttavia, a fronte di voci ricorrenti su ipotesi di sostituzione di autorevoli direttori di testate e di rete che si sono illustrati per i brillanti risultati conseguiti in termini di audience e qualità, anche in rapporto a budget aziendali assai magri, quali Corradino Mineo e Paolo Ruffini, ritengo sarebbe altamente auspicabile – come già sollecitato anche nel corso delle ultime sedute – procedere rapidamente alle rispettive audizioni, invece di procedere ad altre audizioni di oggettiva minore attualità.
<p>
In caso contrario la Commissione non adempierà nemmeno a quelle prerogative che lo connotano come unico di luogo di dibattito trasparente alla pubblica opinione sul presente e e sul futuro dell’azienda.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=149448">www.radicali.it</a>