Openpolis - Argomento: rimborsi elettoralihttps://www.openpolis.it/2012-11-16T00:00:00ZMichele Mancuso: Michele Mancuso a M5S:”Gli slogan hanno le gambe corte cosi come le bugie. 2012-11-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684356Alla data della dichiarazione: Pres. Consiglio Provincia Caltanissetta (Lista di elezione: PdL) - Consigliere Provincia Caltanissetta (Lista di elezione: PdL) <br/><br/>CALTANISSETTA – L’esponente nisseno di Grande Sud e
presidente del Consiglio Provinciale, Michele Mancuso,
interviene in merito alle dichiarazioni dei grillini
Cancelleri e Lo Monaco: “Certo non avevamo bisogno
dei Grillo Cancelleri e compagni per essere informati dei
costi della politica. Ma la gente, le persone che ogni
giorno lottano per vivere e spesso per sopravvivere,
vanno rispettate nella loro dignita’.
Gli slogan hanno le gambe corte cosi come le bugie. I
signori eletti del M5S sarebbe bene che imparassero sin
da subito a distinguersi da quella che chiamano vecchia
politica degli imbroglioni e soprattutto e’ bene che
cominciano subito a studiare e ad informarsi oppure
tacciano come direbbe il loro leader ligure. E’ falso quello che dice Grillo Cancelleri e i loro adepti
sulle provincie! E’ falso dire che costano il 7 0% in politica…di fronte ai fatti pretendiamo le loro
scuse. E non si permettano a rilanciare con le minchiate perchè allora gli chiediamo un incontro
pubbico in televione se mai ne avranno il coraggio. Come possono pretendere il rispetto dagli altri se
loro i primi tradiscono il bisogno della gente comune. Qui servono facce pulite per una politica
pulita, non predicatori di problemi senza soluzione! Va dato loro il merito di rinunciare ai
finanziamenti ai partiti, ma sarebbe stato meglio che al posto delle foto di falsi assegni giganti
avrebbero letto un disegno di legge in materia capace di migliorare lo stato dei fatti. E poi la
sceneggiate del Muos! Ma noi abbiamo fatto il primo consiglio provinciale straordinario proprio a
Niscemi almeno tre anni fa. A forza di dirle vi siete conviti che sone vere! La meta’ dei siciliani non
ha votato perche’ si aspetta alternative valide nel metodo e nella sostanza. Pertanto se davvero
volete bene a questa terra e non avete come obiettivo solo la debacle, cominciate con il portare
avanti cose nuove, vere e soluzioni ai tanti problemi che conoscevamo gia’.”<br/>fonte: <a href="http://www.ilfattonisseno.it/2012/11/michele-mancuso-a-m5sgli-slogan-hanno-le-gambe-corte-cosi-come-le-bugie-non-rilanciate-con-le-m/">ilfattonisseno.it</a>Dario FRANCESCHINI: Ex Margherita-DL: fondi usati per attività politiche2012-05-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it641284Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"Come ho detto più volte, raggiunto telefonicamente dall'Ansa per un commento sulla vicenda - la Margherita non ha versato nulla al Comitato che sosteneva la mia candidatura, il cui bilancio di quella campagna, che tutti ricordano come povera di mezzi, fu di poco meno di 250 mila euro.
<p>Il mio ex partito decise di stampare e spedire una lettera ai propri indirizzari di iscritti ed elettori di tutta Italia per invitarli a votare alle primarie del Pd del 2009, a cui, voglio ricordare, parteciparono 3 milioni e mezzo di persone.
<p> D'altronde una operazione così ampia e certamente dispendiosa era motivata dal fatto che la gran parte degli oltre mille candidati di tutte le province italiane presenti nelle liste che mi sostenevano erano provenienti proprio dalla Margherita, tutti i big compresi ad eccezione di Bindi e Letta.
<p>Le quantità, le modalità, le tipografie le decise ovviamente il partito in modo autonomo. Non è attività politica questa? E per cosa di diverso si dovrebbero spendere i fondi assegnati ai partiti?". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.dariofranceschini.it/adon.pl?act=doc&doc=7254">dariofranceschini.it</a>Pierluigi MANTINI: Soldi ai partiti. Emendamento sul DDL alla Camera2012-05-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it640355Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) <br/><br/><br />
Primo firmatario dell'emendamento che richiede uno Statuto al partito che richiederà finanziamenti.
<p>«Lo Statuto di un partito deve essere conformato a principi democratici nella vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti».
<p> Il che significa che il Movimento 5 Stelle, se un giorno decidesse di accedere al rimborso elettorale che oggi rifiuta, dovrebbe dotarsi di uno Statuto vero e proprio. Al momento, infatti, come si legge sul sito della nuova forza politica, è in vigore un 'Non-Statuto' di 7 articoli che, oltre ad attribuire a Grillo l'unica proprietà del marchio, dà delle indicazioni su iscrizioni e candidature dicendo che per le prime non si prevedono «formalità maggiori rispetto alla registrazione a un normale sito internet».
<p>«La nostra proposta di modifica sullo Statuto dei partiti - spiega Mantini - ci sembra una norma di assoluta civiltà che vogliamo sia inserita in questo provvedimento a prescindere dalla riforma sull'applicazione dell'articolo 49 della Costituzione che non si sa quando vedrà la luce».
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«Ci siamo stufati di attendere. Si parli subito di Statuto dei partiti» nel testo 'ABC' sul finanziamento. «Se questo avrà ripercussioni su Grillo? Ma tanto lui ha sempre detto che i rimborsi non li voleva...». «E se poi ci ripenserà dovrà diventare prima un partito o un movimento strutturato...». Ma sempre nel 'Non-Statutò si legge che il 'M5S' «non è un partito politico nè si intende che lo diventi in futuro..».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.leggo.it/stampa_articolo.php?id=180753">Leggo.it</a>FRANCO MIRABELLI: Il centrosinistra ha conquistato comuni dove fino a poco tempo fa era impensabile arrivare2012-05-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it627312Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“C’è una crisi grandissima del centrodestra: non c’è più, non ha una leadership e un progetto credibile”, è stato il commento di <b>Franco Mirabelli</b> (consigliere regionale Pd della Lombardia) agli <b>esiti elettorali del primo turno delle amministrative</b>. “Il fallimento del Pdl e della Lega non sono dovuti esclusivamente all’ondata di antipolitica e agli scandali di questi mesi”, ha sottolineato <b>Mirabelli</b>, segnalando che “c’è stato soprattutto un loro fallimento politico”. Un fallimento evidente in Lombardia, dove Pdl e Lega sono nati e hanno avuto maggior forza perché hanno cercato di farsi interpreti delle domande del Nord, di chi voleva liberarsi dall’apparato statale, dall’eccesso di burocrazia e anche dalle tasse. Un fallimento delle ricette proposte da Pdl e Lega per rispondere alle esigenze del Nord e senza le quali ora resta un vuoto e tocca al Pd riempirlo.
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“Non è più il tempo di ipotizzare un partito del Nord o di rincorrere altri”, ha affermato <b>Mirabelli</b>, segnalando che “adesso dobbiamo mettere in campo un progetto nazionale in grado di rispondere alle domande del Nord”. <p>
Guardando i dati elettorali, secondo <b>Mirabelli</b>, è preoccupante che vi sia un astensionismo così alto per delle elezioni in cui si vota per i sindaci: “il dato dell’astensionismo indica che c’è una distanza sempre più ampia tra i cittadini e le istituzioni”, ha commentato il consigliere. La crisi della politica ha coinciso ed è stata alimentata dalla crisi sociale e questo, per <b>Mirabelli</b>, si è tradotto in un non voto o nel voto al Movimento Cinque Stelle. Movimento quello dei grillini che <b>Mirabelli</b> ha ricordato che non va sottovalutato perché la loro vicenda ricorda molto gli inizi della Lega. “Noi dobbiamo togliere l’acqua di cui sia alimenta il movimento di Grillo”, ha chiarito Mirabelli, affermando che “provvedimenti come quelli sulla riduzioni dei rimborsi elettorali che si è votato in Parlamento o quello sulla trasparenza dei bilanci e sullo statuto dei partiti – che si spera vengano presto calendarizzati e approvati – vanno in questa direzione”. <p>
Secondo <b>Mirabelli</b> c’è stato anche il tentativo di far passare l’idea che tutti sono uguali per voler rimuovere i fallimenti del governo Berlusconi ma, con questo voto, i cittadini hanno dimostrato chiaramente di sapere chi ha delle responsabilità per la situazione in cui siamo arrivati. <p>
“Il centrosinistra ha conquistato comuni come Cernusco o Pieve Emanuele ed è arrivato al ballottaggio in luoghi dove fino a poco tempo fa era impensabile, come Legnano e Magenta”, ha commentato <b>Mirabelli</b>, segnalando che l’analisi dei risultati andrebbe fatta tenendo presente che a questa tornata elettorale si sono presentate numerose liste civiche legate al Pd per dare maggiore forza ai candidati e che, comunque, in questo scenario, in cui “ci sono macerie ovunque, c’è un partito che tiene ed è il Pd e questo dobbiamo rivendicarlo ed esserne orgogliosi”. <p>
“La crisi sociale ha provocato la crisi del sistema politico. – ha evidenziato <b>Franco Mirabelli</b> - Il risultato ottenuto dal Partito Democratico non va minimizzato: siamo in un sistema politico terremotato e dentro ad una crisi sociale che ha prodotto questo terremoto in tutta Europa. Nessun commentatore aveva previsto che il Pd avrebbe tenuto in questo scenario”. “Abbiamo retto, nonostante gli scandali Lusi e Penati, perché siamo un partito, perché non abbiamo cercato la risposta in un leader ma abbiamo cercato la partecipazione con le primarie e discutiamo (a volte anche troppo sui giornali) e questo ci fa essere un partito popolare, radicato sul territorio e da lì riusciamo a costruire un rapporto con i cittadini”, ha affermato il consigliere, rivendicando che “Dobbiamo scommettere sul Pd, il Paese deve scommettere sul Pd. L’alternativa a questo è il populismo, si chiami Grillo o Montezemolo”. <p>
In un quadro in cui la politica fatica a trovare risposte nazionali e ad essere incisiva perché ci sono centri decisionali sovranazionali che scavalcano gli Stati, secondo <b>Mirabelli</b>, è facile che trovi spazio chi cavalchi le proteste e, nei prossimi mesi, cercheranno di colpire chi è rimasto in piedi e quindi il Pd deve essere preparato a questo. “Se non ci fosse stata la crisi, il disagio sociale e famiglie che sono passate dall’essere ceto medio al non avere più niente, non sarebbe stato così facile attecchire per l’antipolitica”, ha sottolineato <b>Mirabelli</b>.<p>
In questo scenario, secondo il consigliere Pd, quattro sono le tematiche su cui puntare: innanzitutto occorre recuperare il tema della credibilità perché “non dobbiamo lasciare passare l’idea che siamo tutti uguali” e questo è possibile mandando segnali concreti come quello sul taglio dei rimborsi elettorali; poi un altro tema è quello della necessità di mettere mano al patto di stabilità per permettere ai comuni che hanno i soldi di usarli per finanziare progetti concreti e utili; una proposta da portare avanti è poi quella di utilizzare i soldi recuperati dalla lotta all’evasione fiscale per sostenere chi non ha reddito; e infine una riforma elettorale che vada verso il doppio turno alla francese (come previsto dal documento approvato dall’Assemblea Nazionale). Per fare tutto questo, secondo <b>Mirabelli</b>, ci vorrà del tempo ed è impossibile andare alle urne ad ottobre. <p>
Venendo alle <b>vicende della Regione Lombardia</b>, <b>Franco Mirabelli</b> ha sottolineato che ormai si è esaurita la spinta propulsiva di Formigoni e il governatore resta chiuso nel palazzo e pensa solo a difendersi degli scandali che lo hanno travolto. La crisi di Formigoni coincide con la crisi del centrodestra ed è sicuramente una crisi morale, in quanto ci sono 8 assessori di giunte attuali o precedenti, scelti personalmente da Formigoni, che sono inquisiti e alcuni sono anche stati condannati o si trovano in carcere e, a questo, “non si può rimediare semplicemente con un rimpasto di giunta”, ha denunciato il consigliere Pd. Rimpasti che – ha segnalato <b>Mirabell</b>i - oltretutto, “non sono stati fatti nel tentativo di rilanciare l’azione politica per la Lombardia, ma solo per sostituire delle persone arrestate o perché mancavano le donne (come ha stabilito il tribunale) e queste sostituzioni sono state fatte secondo logiche interne alle fratture della Lega e al congresso del Pdl”. <p>
La crisi morale si lega anche ad una crisi politica di quello che è stato un modello, un sistema di potere che è stato costruito in questi anni, secondo <b>Mirabelli</b> che ha segnalato come questo si veda anche in Consiglio Regionale dove tutto si regge su rapporti di scambio all’interno della maggioranza composta da Pdl e Lega (per cui vengono approvate legge incostituzionali come quella sul dare la precedenza agli insegnanti lombardi nelle scuole o la legge Harlem contro i negozi di kebab, ma vengono anche spartiti posti in Asl, ospedali e società). “Oggi c’è una maggioranza che non è in grado di dare niente alla Regione” ha commentato <b>Mirabelli</b>, ricordando che, invece, “la Lombardia, con le sue potenzialità dovrebbe essere la locomotiva per aiutare ad uscire dalla crisi”. <b>Mirabelli</b>, però, ha segnalato anche che, con questi risultati elettorali, è chiaro che il centrodestra resterà arroccato ancora di più in Consiglio Regionale perché Pdl e Lega non sono in grado di andare da nessun altra parte e, in caso di elezioni, potrebbero perdere tutto. <p>
“Oggi, l’unico posto in cui il centrodestra ha la maggioranza in Lombardia è il Consiglio Regionale e il fatto che, dopo questi risultati elettorali, Formigoni si sia affrettato a dire che la sua maggioranza è salda, non fa altro che contribuire all’aumento della distanza che c’è tra i cittadini e la politica”, ha commentato <b>Mirabelli</b>, segnalando che in questo modo, si rischia di dimostrare che “la politica sta da un’altra parte rispetto a quanto hanno chiesto i cittadini con il voto”. <p>
<b>Mirabelli</b> ha precisato che il Partito Democratico, a breve, chiederà che Formigoni si dimetta da Commissario all’Expo e presenterà un’altra mozione di sfiducia al governatore ma, considerati i numeri in Consiglio Regionale, è difficile che passi. Merito del Partito Democratico in Regione, però, è quello di esser riuscito a tenere unite tutte le opposizioni e su questo occorre continuare a lavorare: “Dobbiamo essere bravi a costruire una proposta politica con un’alleanza tra le forze politiche e le forze della società civile che vogliono un cambiamento in Lombardia”. <b>Mirabelli</b> ha anche ricordato che la Regione è un’istituzione molto importante, dove si giocano le politiche per la casa, la sanità e altri settori chiave e su questo occorre fare iniziativa politica, mentre troppo spesso ci si è concentrati esclusivamente su Comune e Provincia. “Serve dare l’idea di una Regione diversa, non centralista e trasparente. Dobbiamo cominciare a dire cosa vogliamo fare e che il candidato presidente sarà scelto con le primarie. Serve anche avviare un percorso per cominciare a mettere insieme le competenze e far relazionare i vari mondi, per costruire una credibilità sui progetti che si vogliono portare avanti”, ha concluso <b>Mirabelli</b>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://pdpratobicocca.ilcannocchiale.it/2012/05/11/commento_del_voto_e_vicende_de.html">PdPratoBicocca</a>Dario FRANCESCHINI: Partiti: ridurre da subito il rimborso del 50%2012-05-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it627181Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>"Il Pd presenterà un emendamento per dimezzare da subito il finanziamento ai partiti". Lo dice il capogruppo dei democratici alla Camera, <b>Dario Franceschini</b> che sottolinea come "la proposta di ridurre la rata di luglio del 33% è una soluzione tecnica, accettata dal Pd unicamente per consentire che il testo arrivi in Aula il 14 maggio".
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"Il rifiuto delle altre forze politiche di ridurre del 50% il finanziamento ai partiti già dalla rata di luglio avrebbe di fatto comportato, in assenza di un testo base concordato con i due relatori, il rischio di vedere naufragare l'intero provvedimento. In questo modo, invece, il Pd presenterà un emendamento per dimezzare da subito il finanziamento sarà quella l'occasione per verificare, con un voto, le reali intenzioni di tutte le forze politiche", conclude <b>Franceschini</b>.<br/>fonte: <a href="http://www.dariofranceschini.it/adon.pl?act=doc&doc=7202">dariofranceschini.it</a>Luciano VIOLANTE: Finanziamenti ai partiti: «Basta ipocrisie, tagliarli è impossibile» - INTERVISTA2012-05-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it627157<br />
<b>Presidente Violante, sui finanziamenti ai partiti accordo slittato e polemica sempre più rovente. Vedremo mai la riforma?</b>
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«Il voto amministrativo fa prevalere i toni propagandistici».
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<b>Ma quante probabilità ci sono che vada in porto una riforma del finanziamento pubblico?</b>
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«I partiti hanno il dovere di trovare un accordo. Però è un lavoro da fare su basi serie».
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<b>Cosa vuol dire?</b>
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«Si legge che alcuni partiti hanno già cartolarizzato con le banche la quota di finanziamento prevista per quest’anno. Un atto legittimo. Ma se è così capisco la difficoltà che, al di là dei discorsi, alcuni hanno ad accettare il principio del dimezzamento delle risorse a partire da oggi».
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<b>Nulla però impedisce di cambiare almeno per il futuro, i segnali di irritazione dell’opinione pubblica sono evidenti e anche il Quirinale...</b>
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«Oggi è necessario ridimensionare il flusso dei finanziamenti. Ma occorre serietà».
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<b>Che vuol dire?</b>
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«Bisognerebbe essere meno ipocriti e dividere il rimborso elettorale vero e proprio dal finanziamento pubblico annuale che resta necessario».
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<b>Come calcolerebbe l’entità del finanziamento?</b>
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«La quota di fondi pubblici dovrebbe essere rapportata a quella raccolta da ciascun partito presso privati. Bisognerebbe porre un tetto al finanziamento privato e garantire la conoscenza dell'identità del finanziatore che superi una certa soglia. E' in gioco la indipendenza della democrazia dalle forze economiche, che non possono apparire come forze occulte con collegamenti opachi con i partiti».
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<b>Perché?</b>
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«I cittadini hanno diritto di sapere chi finanzia i partiti e anche le imprese e tutti i partiti hanno lo stesso diritto. La clausola di trasparenza é prevista in molti altri Paesi».
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<b>Questo non ha impedito anche in quei Paesi l’esplosione di scandali anche ai massimi livelli.</b>
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«Ma infatti il problema del rapporto fra politica e risorse non è solo italiano e, da noi, non si può risolvere solo con la legge sui finanziamenti».
<p><b> E come allora?</b>
<p> «Occorre anche una legge che stabilisca cosa sono i partiti, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. I partiti hanno due finalità: concorrere per il potere di governo e garantire la partecipazione dei cittadini alle grandi scelte nazionali. Se c'è solo la prima finalità, la politica si riduce ad uno scontro fra oligarchie e permane una irrisolta nuova questione morale. Dunque l’obiettivo di una legge sui partiti come strumento di partecipazione dei cittadini è irrinunciabile».
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<b>Cosa dovrebbe prevedere questa legge?</b>
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«Presenza organizzata sul territorio, formazione politica e chiare regole democratiche. Ma insisto anche sulla risoluzione della nuova questione morale, che si fa con la volontà non con la legge».
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<b>E’ realistico che si possa arrivare ad una legge di questo tipo in fine di legislatura?</b>
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«Sul finanziamento la soluzione è possibile, sul resto è più difficile. Da quando c’è il governo Monti gli schieramenti sono tornati a parlarsi; il muro è crollato e tutte le questioni irrisolte sono diventate indifferibili; ma bisogna scegliere perché non si può fare tutto».
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<b>Che ruolo avrà Giuliano Amato incaricato di consigliare il governo sul da farsi sul fronte partiti e sindacati?</b>
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«Un ruolo positivo perché aiuterà a mettere a fuoco le misure da prendere».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1EJ904">Il Messaggero - Diodato Pirone</a>Gianfranco FINI: Si può fare politica senza rimborso elettorale2012-04-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626949Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
"Fli ha dimostrato che si può fare politica senza ricevere alcun rimborso elettorale e se la politica vuole davvero dare un segnale di credibilità bisogna cambiare e fare in modo che recuperi le dimensioni del volontariato".
<p> Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini intervenendo a Palermo.<br />
<br/>fonte: <a href="http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/19:58/4154553">la Repubblica / Palermo</a>FRANCO MIRABELLI: La maggioranza PDL e Lega non è più in grado di dare un futuro alla Regione Lombardia2012-04-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626909Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"Le cronache di questi giorni che raccontano di un uso spregiudicato, da parte della Lega, dei soldi dei rimborsi elettorali; richiedono, da parte della politica, alcune riflessioni e iniziative non più rinviabili. Ciò che è accaduto e accade nella Lega segna la crisi evidente di un movimento nato per protestare contro la politica dei Palazzi, per rappresentare il disagio dei territori del Nord di fronte ad uno Stato distante e non amico, per segnare una alterità che lo slogan <i>Roma Ladrona</i> ben sintetizzava. La Lega, tutta la Lega, ha usato la forza del consenso per entrare nei governi, a Roma e nelle Regioni del Nord, ma non ha segnato alcuna discontinuità, anzi, si è adeguata al sistema. A ciò si aggiunge il fatto che, ciò che si sta scoprendo, avviene all’interno di un movimento in cui è mancata ogni forma di vita democratica: tutto si risolve nella fedeltà al leader, non si sono fatti congressi e le forme di partecipazione si esauriscono nella possibilità di acclamare i capi.
<p> L’uso improprio di soldi pubblici, quali sono i rimborsi elettorali, i clan famigliari, i conflitti risolti con le espulsioni decise dal leader, la mancanza di trasparenza, trovano origine proprio lì, nella mancanza di democrazia. La Lega affronterà i propri problemi come vorrà. Ma, anche a fronte di ciò che è emerso, è chiaro che serve, al più presto, una legge, così come propone il PD, che imponga ai partiti regole e norme che ne garantiscano la democrazia interna, la trasparenza e che li obblighi, come prevede la Costituzione, ad essere strumenti di partecipazione, mezzi per fare l’interesse comune e non altro.
<p>È chiaro che la vicenda leghista, con i soldi dei rimborsi usati per finalità estranee alle attività politiche e istituzionali, coinvolge tutti perché ha fatto esplodere un problema non più rinviabile: quello, in una fase in cui alle famiglie si chiedono sacrifici grandissimi, dei rimborsi elettorali eccessivi e della mancanza di trasparenza nella loro gestione. Se si vuole impedire che si continui ad alimentare un sentimento di antipolitica che rischia di travolgere i partiti, la politica e le stesse istituzioni democratiche, occorre fare e fare subito. Entro luglio una legge che dimezzi immediatamente i rimborsi elettorali, riduca ancora di più il loro peso sul bilancio dello stato puntando su contributi volontari da parte dei cittadini, fissi norme chiare per la trasparenza, dia alla Corte dei Conti il ruolo di controllo sull’uso dei soldi di provenienza pubblica e obblighi alla certificazione dei bilanci da parte di società esterne come già oggi fa il PD e ha annunciato di voler fare la Lega".
<p>Lo scrive il consigliere regionale Pd della Lombardia, <b>Franco Mirabelli</b>.
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<p>"Infine, è ormai chiaro da tempo che la Regione Lombardia vive una crisi morale e politica profonda. La maggioranza PDL e Lega non è più in grado di dare un futuro ad una regione tanto importante e risposte ai cittadini e alle imprese lasciati sempre più soli davanti alla crisi.
<p>Il governo Formigoni non ha più né la credibilità, né le idee che servono, è sempre più arroccato a difendere un sistema di potere costruito in troppi anni di permanenza al comando. I guai del Carroccio si aggiungono a questo quadro. Quando chiediamo le dimissioni di Formigoni lo facciamo non spinti da sentimenti giustizialisti, né solo dalla certezza che occorre cambiare, ma dalla convinzione che il Celeste Presidente non può pensare ai Lombardi se deve pensare a difendere se stesso dalle accuse e se è ostaggio, come dimostrano i rimpasti di Giunta, dei regolamenti interni al PDL dopo il loro congresso e delle faide interne alla Lega che si sono scatenate dopo gli scandali di queste settimane. Insomma,anche per ridare credibilità alla politica e alle istituzioni le dimissioni di Formigoni sarebbero un gesto utile e “normale” visto tutto ciò che è accaduto" - conclude <b>Mirabelli</b>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://francomirabelli.it/html/comunicati-stampa/464-la-lega-formigoni-cronaca-di-un-fallimento">francomirabelli.it</a>Stefano Boeri: La proposta ABC (Alfano-Bersani-Casini) sul finanziamento dei partiti è indecente2012-04-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626823Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Milano (MI) (Partito: PD) <br/><br/><br />
La proposta ABC (Alfano-Bersani-Casini) per un nuovo sistema di finanziamento della politica si limita ad aggiungere qualche regola di trasparenza. Non basta. Anzitutto bisogna capire qual è il livello adeguato di risorse necessarie, se è vero che i partiti hanno speso negli ultimi 15 anni circa un quarto dei finanziamenti ricevuti. Trattandosi di rimborso spese, tali spese vanno documentate e i fondi vanno ripartiti in base ai voti ricevuti dalle liste. Se non bastano, dovranno provvedere iscritti e simpatizzanti stabilendo però un tetto alle singole donazioni.
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È difficile dire se la proposta dei partiti della maggioranza sul nuovo sistema di finanziamento della politica produca più rabbia o più sgomento. In un momento difficilissimo per il paese, in cui rischiano di prevalere le forze più demagogiche e populiste, sembra che i partiti cosiddetti responsabili siano strenuamente impegnati nel fare tutto il possibile per aumentare il proprio discredito agli occhi dell'opinione pubblica. La proposta si limita, infatti, ad aumentare la trasparenza sull'utilizzo dei soldi pubblici, cosa ovviamente più che giusta e necessaria, ma evita completamente di affrontare il problema vero, la dimensione delle risorse pubbliche messe a disposizione del sistema dei partiti. Eppure il problema è relativamente semplice e potrebbe essere affrontato semplicemente anche all'interno del sistema corrente.
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<b>UN "RIMBORSO" MOLTIPLICATO PER CINQUE</b>
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<b>Primo.</b> Si tratta di capire qual è il livello adeguato delle risorse necessarie. I dati della tabella qui sotto indicano che le cifre spese dai partiti per la campagna elettorale del 2008 ammontano a un quinto dei finanziamenti ricevuti. Questo significa che il finanziamento pubblico dovrebbe essere ridotto di quattro quinti. <p>
<b>Secondo.</b> Il finanziamento deve essere commisurato ai voti ricevuti, non agli elettori potenziali, per evitare la spinta alla moltiplicazione dei partiti inutili.
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<b>Terzo.</b> Un rimborso spese, è un rimborso spese. Si esige in cambio della presentazione di ricevute attestanti le spese sostenute nelle fattispecie consentite dalla legge per svolgere determinate attività, non ex ante.
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<b>Quarto.</b> Il rapporto fra i voti effettivamente raccolti e il rimborso massimo consentito deve essere stabilito prendendo come riferimento il partito che ha ricevuto più voti in rapporto alle spese elettorali. È lo stesso principio di efficienza che si vuole applicare nelle spending review e che ispira la definizione dei costi standard nelle prestazioni sanitarie. I partiti devono dare il buon esempio. Vediamo come questo principio può essere applicato alle elezioni del 2008.
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<b>UN ESEMPIO: LE CIFRE DELLO SPRECO PER LE ELEZIONI DEL 2008</b>
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Come si vede dalla tabella (link a fine pagina), alle ultime elezioni politiche nel 2008 il partito che segna il rapporto più basso tra spese elettorali accertate dal Collegio di controllo delle spese elettorali e numero di elettori è la Lega Nord. Ogni voto leghista costa effettivamente 0,52 euro. È il costo unitario più basso rispetto agli altri maggiori partiti italiani. In termini di rimborso effettuato dalle casse dello stato, però, ogni voto della Lega Nord costa ben 7,30 euro. Ciò significa che alla Lega Nord sono andati 38,4 milioni in più di quelli necessari a rimborsare le spese elettorali. Se il fine della legge è rimborsare le sole spese elettorali, allora è ragionevole che i rimborsi non superino una soglia ottenuta moltiplicando per 0,52 i voti effettivamente ricevuti da ogni partito. Se applichiamo questa regola alle elezioni del 2008, troviamo che si potevamo risparmiare più di 440 milioni di finanziamento pubblico ai partiti in questa legislatura. Non pochi di questi tempi.<p>
<b>
UN TETTO ALLE DONAZIONI</b>
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<b>Quinto.</b> I partiti sono associazioni volontarie di cittadini e tutti possono liberamente donare a delle associazioni volontarie, purché queste donazioni siano scrupolosamente documentate e rese trasparenti.
Sesto, però, per evitare che qualche signore ricco o qualche ricco gruppo di pressione abbia un'influenza eccessiva sulla politica, è necessario che esista un tetto massimo e fatto scrupolosamente rispettare, delle donazioni che individui, imprese o associazioni possono fare ad un partito. Lavoce.info funziona così da sempre ed egregiamente. Forse è opportuno che i partiti la prendano ad esempio.
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La tabella con gli open data è accessibile <a href="https://docs.google.com/spreadsheet/ccc?key=0ArUkhCFdrqKDdEtJWVZwd0tSOElqYXE5aktZd05GSmc#gid=0"><b>da questo link</b></a>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.cadoinpiedi.it/2012/04/18/una_proposta_indecente.html">www.cadoinpiedi.it</a>Magda NEGRI: Rimborsi bassi e su spese davvero contenute2012-04-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626818Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“Finalmente dalla segreteria nazionale del PD arriva determinazione non solo sul come (trasparenza, controlli etc.) ma anche sul quanto ridurre l'attuale sproporzionato finanziamento pubblico al sistema dei partiti. Ci si riferisce infatti a una 'misura europea' riparametrata alle attuali condizioni della finanza pubblica italiana, anche se però, senza un vero dibattito pubblico, questa definizione potrebbe rischiare di restare piuttosto indistinta. In quanto presentatrici in tempi non sospetti di numerosi disegni di legge su questa materia, proponiamo che - insieme alla rinuncia alla terza tranche del rimborso - si prevedano soglie molto basse di rimborso delle spese effettivamente sostenute che devono essere erogate da un'autorità terza. Inoltre, si facilitino con detrazioni significative le contribuzioni liberali di singoli, gruppi e categorie. L'opinione pubblica è stata fin troppo ferita, le risposte non devono più tardare. I partiti, e il Pd è nato con questa vocazione, devono essere nella piena disponibilità degli iscritti e degli elettori, anche dal punto di vista economico”. Lo dichiarano le senatrici del PD Magda Negri e Franca Chiaromonte. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.senatoripd.it/dettaglio/81326/">www.senatoripd.it</a>Giuseppe GIULIETTI: Lavoro. Perché non voterò la fiducia2012-04-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626807Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Il governo metterà la fiducia sulla riforma del mercato del lavoro, queste almeno sembrano le intenzioni. Se ciò dovesse accadere, non voteremo mai quella fiducia, qualunque cosa sarà messa nel testo, compresa, ma non accadrà di certo, la integrale salvaguardia dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
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Non la voteremo, come articolo 21, perché una materia come questa non si può affrontare a colpi di voti di fiducia.
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Perché se fosse accaduto con Berlusconi e Sacconi ci saremmo giustamente indignati, perché quel testo è stato discusso in vertici sempre più ristretti, perché, al di là delle apparenze e delle dichiarazioni pubbliche, non un solo euro si sposterà dall’alto verso il basso della scala sociale.
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Al di là del merito, non certo rimuovibile, non voteremo la eventuale fiducia, anche per una ragione di metodo.
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Perche mai si può mettere la fiducia sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e non sull’articolo 21 della Costituzione?
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Un governo che affronta l’ira dei cittadini su pensioni e salari, perché ha paura di affrontare l’ira di pochi, anzi di uno, in materia di conflitto di interessi?
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Presenti il governo una norma per mettere fuori i partiti dal consiglio di amministrazione della Rai e delle Autorità di garanzia, sospenda i rimborsi elettorali, annulli subito la legge mancia, presenti il tutto in Parlamento, anche con un decreto e chieda la fiducia, così per vedere l’effetto che fa…., tanto per parafrasare Enzo Iannacci.
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Forse, in questo caso, anche a costo di scontentare “amici e compagni”, non faremmo mancare un voto favorevole, senza mal di pancia.
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Abbiamo tuttavia la sensazione, anzi la quasi certezza che questo “atroce dilemma” ci sarà risparmiato dal governo medesimo, perché, in Italia, ancora oggi, è possibile mano-mettere l’articolo 18, ma non è ancora possibile “restaurare” l’articolo 21 della Costituzione.
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<b>In questo caso l’Europa resta lontana, anzi lontanissima!</b><br />
<br/>fonte: <a href="http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/04/17/giuseppe-giulietti-lavoro-perche-non-votero-la-fiducia/">micromega</a>GIUSEPPE TASSONE: ”VERGOGNA, IN PIEMONTE SI SPRECANO 22 MILIONI DI EURO PER UN REFERENDUM CHE SI POTEVA ACCORPARE ALLE AMMINISTRATIVE DI MAGGIO!”2012-04-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626686Alla data della dichiarazione: Pres. Consiglio Comunale Cuneo (CN) (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Costerà non meno di 22 milioni di euro (tanto é il mutuo che la regione Piemonte dovrà stipulare per il finanziamento) il Referendum sulla caccia che si terrà il 3 giugno 2012 in tutti i comuni della Regione.
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Uno spreco di denaro pubblico inaccettabile, soprattutto se si tiene conto che nelle settimane precedenti già si svolgono in molti comuni della Regione le elezioni amministrative alle quali la consultazione si sarebbe potuta abbinare.
Si è scelta la data del 3 giugno per far fallire il referendum: scelta non nuova, del resto, anche se miseramente fallita nel 2011 quando si votò su acqua e leggi ad personam di berlusconiana memoria.
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In questo caso la predisposizione dei seggi coinciderà con un giorno particolare, il 2 giugno: penso si sia voluto, in questa maniera, dare un colpo anche alla Festa che richiama l’Unità nazionale.
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Mai si era giunti a tanto: il 2 giugno é una festa che appartiene a tutti gli Italiani e nessuno ha il diritto di andarla ad oscurare con manovre da basso impero.
La questione più importante resta comunque quella dello spreco di denaro pubblico.
In giorni nei quali, a gran voce, si chiede ai partiti politici di fare un passo indietro dopo gli scandali che ultimamente hanno coinvolto Margherita e Lega Nord, rinunciando ai 100 miliardi d’elargizioni previste per luglio per i rimborsi elettorali (che poi rimborsi proprio non sono, ma un mascherato finanziamento già abrogato da un altro referendum) viene da chiedersi in quale mondo viva il presidente della giunta regionale Cota quale rispetto porti per i cittadini, per le difficoltà economiche che stanno vivendo, per gli obblighi fiscali ai quali (gli onesti) soggiacciono.
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Si poteva modificare la legge regionale sulla caccia, si poteva far propria la legislazione italiana il che avrebbe annullato il referendum, si poteva accorpare la consultazione alle amministrative del 6 maggio o almeno ai ballottaggi del 20 maggio: le strade erano tante!
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Si è preferito individuare una nuova data, tanto per sprecare un po’ di soldi.
Non sono d’accordo e, già come feci a settembre davanti al palazzo della Regione quando nessun assessore né il presidente ebbero il coraggio di uscire e venire in mezzo ad una folla di amministratori pubblici e di disabili, grido “Vergogna!”.
Lo faccio col cuore gonfio, pensando ai soldi che mancano per il sociale, ai centri per disabili privi di finanziamento, ai lavoratori delle cooperative a stipendio ridotto e penso ai seggi vuoti il 3 giugno, ai soldi buttati via ed a quello che sarebbero serviti se si fosse rispettato un po’ di più la gente, i suoi bisogni e le sue aspirazioni e ripeto il mio appello.
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Si fermino almeno i versamenti di luglio ai partiti e li si destini al welfare, a quella disabilità grave i cui stanziamenti sono stati azzerati nel maggio 2010 e dei quali nessuno se n’è più occupato… mentre in Piemonte alcuni erano intenti a studiare una data per far fallire un referendum e per gettare fuori dalla finestra almeno 22 milioni di euro.
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<b>Lo ripeto: ”Vergognatevi!”</b>
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Beppe Tassone<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.beppetassone.it">web</a>Antonio MISIANI: Rimborsi elettorali, il Pd non può rinunciare: “Non sopravviveremmo” - INTERVISTA2012-04-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626684Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“Rinunciare all’ultima tranche dei rimborsi elettorali? Impossibile, i partiti chiuderebbero. Sarà una verità impopolare, ma qualcuno deve dirla”. Antonio Misiani, tesoriere del Pd, bilanci alla mano, rivela un dato sorprendente. Soprattutto se rapportato alle cifre incassate dai partiti negli ultimi anni: 503 milioni di euro solo per le politiche del 2008.
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<b>Onorevole Misiani, quanti soldi ha in cassa il Pd?</b>
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Abbiamo un disavanzo di 43 milioni di euro.
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<b>Quindi siete in rosso? Ma negli ultimi 4 anni avete ricevuto 200 milioni di euro.</b>
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I 5 anni di rimborsi elettorali per la legislatura del 2008 li abbiamo messi a bilancio tutti insieme, ma arrivano rateizzati. L’anno scorso ci siamo dovuti far anticipare qualche milione di euro per arrivare a luglio.
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<b>Se l’ultima rata dei rimborsi non dovesse arrivare il Pd non sopravviverebbe?</b>
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Esatto. L’ 80-90 per cento dei nostri introiti sono i soldi pubblici. E il problema non vale solo per noi. Il Pdl i soldi dei rimborsi delle politiche del 2008 li ha tutti cartolarizzati, ovvero se li è fatti anticipare dalle banche. E’ notizia risaputa. Tutti i partiti hanno bisogno di quella rata per sopravvivere.
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<b>Stiamo parlando di tantissimi soldi, però.</b>
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Negli ultimi 4 anni per i rimborsi relativi alle varie elezioni abbiamo incassato 37, 4 milioni di euro nel 2008, 46, 3 nel 2009, 60, 1 nel 2011, 58 nel 2012.
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<b>Ma come avete fatto a spenderli tutti?</b>
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Un partito vive sempre, mica solo in campagna elettorale. Quei soldi li usiamo per pagare l’attività politica, il personale. Il nostro bilancio è certificato. E rimborsi per le amministrative li trasferiamo sul territorio. Capisco il tema della corrispondenza tra spese e rimborsi, ma in tutta Europa i rimborsi elettorali vengono calcolati con criteri forfettari.
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<b>Dipendete dallo Stato.</b>
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Noi abbiamo una quota di autofinanziamento (circa 1500 euro mensili a parlamentare), ma le donazioni da privati sono poche. I cittadini hanno molta poca propensione a donare ai partiti, anche per effetto del logoramento del rapporto con la politica.
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<b>Secondo la Gazzetta Ufficiale però nel 2010 i partiti in cassa avevano 205 milioni di euro.</b>
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E’ un dato legato al ciclo finanziario. I bilanci si chiudono a dicembre e a luglio quei soldi non ci sono più. Almeno per i partiti veri che fanno politica.
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<b>Qual è la somma che i partiti riceveranno il 31 luglio?</b>
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La tranche di luglio è di 180 milioni, perché si sommano – appunto – i rimborsi per le politiche, le europee e le amministrative.
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<b>Alfano, Bersani e Casini hanno promesso un rinvio. Ma poi nel testo dell’emendamento, che la proposta di legge recepisce, non ce n’era traccia.</b>
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Il rinvio è legato all’entrata in vigore delle norme sulla trasparenza e dei controlli dei bilanci. Si dovrebbe arrivare al 30 settembre. Ma non è scritto da nessuna parte. Era implicito nel passaggio in cui si parla del “giudizio di regolarità e conformità a legge” dei rendiconti dei partiti per il 2010 e il 2011. Certo, se poi si va molto per le lunghe, finisce che non ci sarà nessun rinvio.
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<b>Dozzo della Lega ha detto che loro rinunceranno. Dai partiti di maggioranza nessuna rinuncia in programma?</b>
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Anche Di Pietro ha detto che rinuncerà in favore degli esodati. Se può lo faccia. Noi non possiamo.
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<b>Ma anche sulla trasparenza il compromesso non è convincente. Dopo il controllo sui bilanci dei partiti da parte dell’Authority l’ultima parola sulle sanzioni spetterà ai presidenti di Camera e Senato. Il controllato controlla il controllore.</b>
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Nelle nostre intenzioni si tratta di una mera ratifica.
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<b>Ma si sa che può succedere nelle pieghe delle “mere ratifiche”…</b>
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Finirà che con tutte queste polemiche, non si farà neanche questa legge.
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<b>Dunque, lei non crede che i finanziamenti siano troppi?</b>
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Sicuramente si deve ripensare strutturalmente la questione, e noi faremo una proposta. Ma il taglio ai finanziamenti già c’è stato.
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<b>Ma dal ’93, quando il referendum abolisce i finanziamenti pubblici, i soldi erogati dallo Stato sono cresciuti 10 volte.</b>
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E’ vero che c’è stata un’escalation nei primi anni 2000, con punte massime tra 2008 e 2010, col rimborso doppio dovuto al fatto che i partiti prendevano i soldi anche se la legislatura finiva prima. Cosa cancellata con un decreto legge del 2011. Ma adesso siamo in una fase di effettiva discesa. I partiti prenderanno 180 milioni di euro quest’anno, 165 nel 2013, 163 nel 2014, 153 nel 2015. Come dovrebbe essere a regime.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/14/i-milioni-di-luglio-ci-servono-senn-i-partiti-chiudono/204361/">www.ilfattoquotidiano.it</a>Arturo Mario Luigi PARISI: «I RIMBORSI SONO UN IMBROGLIO, MEGLIO IL CONTRIBUTO DIRETTO» - INTERVISTA2012-04-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626679Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br>Arturo Parisi da anni litiga, anche con il proprio partito, sull’uso dei finanziamenti pubblici. Ha polemizzato con i Ds, quando lui militava nella Margherita; ha criticato la gestione della Margherita, poi finita sotto inchiesta.
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<b>Pdl, Pd e Terzo polo hanno raggiunto una prima intesa, basterà ad evitare abusi? </b>
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«Da quello che ho letto sui giornali, potrebbe anche attenuare lo sgomento prodotto dagli scandali recenti, se la domanda principale è la tenuta dei conti e la modalità dei rendiconti. Ma io penso che i cittadini non ci chiedano più solo cosa abbiamo fatto dei loro soldi, ma vogliano sapere perché tanti soldi e perché ci vengono dati. Se non riusciamo a dare conto dell’utilità dei partiti per la libertà e la democrazia, anche se gli euro fossero pochi e il loro uso perfettamente documentato, potrebbero essere considerati troppi».
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<b>Ma non è meglio un sistema in cui lo Stato dà ai partiti solo i soldi per l'attività politica, senza consentire che si facciano “utili”? </b><p>
<p>«Se fosse per i partiti non basterebbero mai. Se i soldi a disposizione dei partiti sono ancora troppi è perché finora siamo riusciti a limitare le spese ma allo stesso tempo abbiamo distribuito ai partiti risorse troppo superiori alle spese consentite. E questo è accaduto perché facciamo passare per rimborsi veri e propri finanziamenti. E abbiamo dato vita a questo imbroglio per aggirare il divieto che i cittadini avevano chiaramente espresso dicendo no al finanziamento dei partiti. A forza di fare i furbi si son fatte pentole senza coperchio e in esse abbiamo sprofondato i partiti e la democrazia». </b>
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<b>Il caso Margherita è emblematico: la legislatura del 2006 è durata due anni ma i partiti hanno preso rimborsi fino al 2011...</b>
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«Il fatto che i partiti prendano soldi anche da morti e che prendano in un anno due rate annuali, è sempre figlio dello stesso imbroglio. Il guaio è che le spese non sono state fatte o non sono state fatte per il motivo dichiarato, e perciò non possono essere documentate. Ecco spiegati gli accumuli di soldi più facili da rubare che da spendere».
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<b>Bersani dice che si deve scegliere se si vuole avere “il miliardario al potere”...</b>
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«Se la politica coincide con i partiti, e li si vuole finanziare bisogna avere il coraggio di dirlo. La strada maestra è tendere la mano e chiedere ai cittadini in modo esplicito il loro contributo, riallacciando il rapporto con elettori e sostenitori».
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<b>Si arriverà alla riforma del finanziamento ai partiti?</b>
<p>«Se si apre una questione generale è perché si riconosce che esiste l’esigenza di una riforma che affronta un problema di tutti i partiti. Non vorrei che alla fine si dicesse che le pensioni le abbiamo tagliate in tre giorni, ma per riformare la questione del finanziamento dei partiti ci abbiamo messo trent’anni».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1DJDNC">Il Secolo XIX - Alessandro Di Matteo</a>Emma BONINO: Ora congelate i rimborsi elettorali - INTERVISTA2012-04-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626668Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
<b>Domanda. Senatrice Bonino, Alfano, Casini e Bersani ci stanno provando, secondo lei combineranno qualche pasticcio oppure dai tre potrebbe uscire qualcosa interessante?</b>
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Credo che i tre farebbero un grande errore a scambiare l'urgenza con la fretta. Due sono le cose che possono essere fatte subito, senza combinare pasticci. La prima è quella di congelare l'ultima tranche del rimborso elettorale relativo alle politiche del 2008; badi bene, ho detto «congelare», il che è tecnicamente possibile perché con un mero congelamento i partiti non verrebbero meno agli impegni assunti e quindi non si porrebbe alcun problema di legittimità costituzionale. La seconda è l'azzeramento della legge-truffa sui rimborsi elettorali: così come fu fatta in quattro e quattr'otto tradendo in un colpo solo Costituzione e volontà popolare, in quattro e quattr'otto può essere abrogata. Poi si deve voltare pagina, ma per davvero. Non con leggine-pecette o riformette per tenere buona l'opinione pubblica, ma con una radicale e profonda riforma a cominciare dall'applicazione, per la prima volta dopo 60 anni, dell'articolo 49 della Costituzione.
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<b>Invece, si va verso altre direzioni. Bersani immagina controllori esterni, il Pdl vuole un modello all'americana, per il Terzo polo qualsiasi cosa è buona purché ci sia un'approvazione lampo?</b>
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Secondo me meglio stare alla larga da operazioni lampo di dubbia legalità costituzionale, per non parlare della natura oligarchica e assolutamente opaca delle discussioni in corso in queste ore. Ma, a parte la forma, nella sostanza andrebbe data prima di tutto diversa veste giuridica ai partiti, passando da soggetti privati a soggetti pubblici con tutto ciò che ne consegue: obblighi di rendicontazione, certificazione e pubblicazione dei bilanci on line, sanzioni in caso di inadempienze così come previsto dai codici. Proprio oggi (<i>ieri per chi legge, ndr</i>) il Consiglio d'Europa ha denunciato carenze importanti nel nostro sistema, a partire dai controlli difficilmente esercitabili dalle autorità pubbliche come pure il ruolo molto limitato che possono svolgere i cittadini in questo senso. Poi sono la prima ad esser d'accordo con il detto «La democrazia non ha prezzo, ma dei costi sì...». Ma il costo della buona politica è assolutamente sostenibile, è quello della partitocrazia a non esserlo. Per questo mi preoccupa non solo lo spreco di denaro pubblico attraverso i rimborsi elettorali - che, tra l'altro, sono sempre superiori alle spese effettivamente sostenute, eccetto per noi Radicali, il che provoca un danno erariale direi unico al mondo - ma anche l'invadenza dei partiti negli enti economici statali e parastatali, senza tener minimo conto del merito, dei curricula.
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<b>Quindi è la fine di ogni forma di finanziamento pubblico?</b>
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Lo stato può senz'altro dare un contributo per sostenere il costo della politica: fornendo risorse per l'autenticazione delle firme necessarie per i referendum, garantendo sconti alle spese postali, assicurando spazi gratis nel servizio pubblico radiotelevisivo, sostenendo quindi attività documentabili, mentre delle spese di struttura devono farsene carico i singoli partiti attraverso le donazioni dei propri sostenitori. Non a caso la tessera radicale è considerata cara: proprio perché, ripeto, la buona politica ha un costo.
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<b>E' favorevole alla certificazione dei conti da parte di una società esterna e al controllo della Corte dei Conti?</b>
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Ma certo, sono cose che dovrebbero essere scontate. Però attenzione: dire che il proprio bilancio è certificato da una società di revisione indipendente va bene forse Tour épater le bourgeois», come dicono i francesi, ma non è certamente sufficiente. Ci sono molti modi per raggirare pure i revisori. Ripeto: la strada maestra è di trasformare i finanziamenti pubblici dati a fondo perduto in servizi per i partiti e per i cittadini organizzati, come fanno in Inghilterra con i cosiddetti «policy development grants».
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<b>Si parla di un un documento ad hoc da incardinare in commissione Affari costituzionali della Camera con la formula della sede legislativa cioè senza passare per l'aula. Intanto, Pannella dice che un intervento legislativo potrebbe generare dubbi di costituzionalità.</b>
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Pannella ha ragione non una, ma cento volte. Ma come si può pensare di assegnare un tale provvedimento in sede legislativa, o addirittura di velocizzare l'iter con un decreto del Governo, senza violare l'articolo 72, comma 4 della Costituzione? A parte la sistematica violazione della «Costituzione più bella del mondo» come ama ripetere Bersani - forse più buona che bella, come dice invece Pannella, visto come è stata divorata dai partiti nel corso degli anni - secondo me una riforma simile dovrebbe essere frutto di un ampio e partecipato dibattito pubblico, altro che non farla neppure passare al vaglio dell'aula.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1DHYBU">Italia Oggi - Emilio Gioventù</a>Patrizia TOIA: I partiti rinuncino alla tranche di luglio del finanziamento pubblico2012-04-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626652Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>“Mentre si prepara la legge, i partiti esprimano subito una rinuncia a incassare la tranche di luglio di finanziamento. Non è demagogia, ma senso di realtà e buon senso. Piuttosto, se mancano risorse per i dipendenti e spese essenziali si promuova una sottoscrizione straordinaria tra gli iscritti e i simpatizzanti. E intanto si prepari una legge più giusta sul finanziamento ai partiti. In un momento in cui si stanno chiedendo ai cittadini enormi sacrifici, i partiti hanno l'obbligo morale di fare un passo indietro”. Lo afferma Patrizia Toia, deputata europea del Partito Democratico e Vicepresidente del Gruppo S&D al Parlamento Europeo.
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“Non sono solo gli scandali emersi in questi giorni a doverci far riflettere sulla necessità di cambiare le norme vigenti. Anche il Consiglio d’Europa ha punto il dito contro l’Italia, con un documento che denuncia che il sistema di calcolo per i rimborsi é pari anche a tre volte le spese sostenute dai partiti.” – prosegue Toia.
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“Bene ha fatto il segretario Bersani a sollecitare l’apertura di una discussione per giungere ad una proposta condivisa. Il problema va affrontato e risolto presto: non è più accettabile che ai partiti vengano date così ingenti somme di denaro pubblico. Occorre un taglio di questi costi, una gestione corretta e trasparente dei soldi pubblici. Una buona riforma per me deve basarsi su due punti cardine: una riduzione al minimo del rimborso pubblico che pure è necessario se si vuole garantire a tutti l'accesso alla politica, il secondo è precisione e severità nei controlli e non c'è bisogno di creare nuovi organismi e authority, che peserebbero di nuovo sulle spalle dei cittadini” – conclude Toia.
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/index.php?option=com_content&view=article&id=210:i-partiti-rinuncino-alla-tranche-di-luglio-del-finanziamento-pubblico&catid=8&Itemid=204">patriziatoia.info</a>Antonio POLITO: Troppi soldi pubblici ai partiti. Ora rinuncino a quei cento milioni2012-04-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626645<br />
<b>Sarebbe davvero paradossale</b> se, mentre promettono di cambiare la legge, i partiti intascassero a luglio l'ultima tranche di soldi pubblici di questa legislatura: cento milioni tondi tondi. Già da oggi, dunque, dovrebbero annunciare la sospensione di quel versamento: il futuro dipenderà dal varo di una nuova normativa.
<p><b>La misura varrebbe in due sensi:</b> come tagliola per i partiti che dichiarano di voler cambiare, che a questo punto avrebbero una data di scadenza per i loro propositi riformatori; e come sanzione per quei partiti che non volessero cambiare, perché senza una nuova legge niente più soldi neanche a loro. Le tre forze politiche che compongono la maggioranza, Pdl, Pd e Udc, possono votare un decreto del governo che abroghi subito la legge esistente, bloccandone così anche l'ultima rata. Spetterebbe poi a loro, in Parlamento, approvarne una nuova. Il rischio di un lungo vuoto legislativo è remoto: in materie simili i partiti hanno sempre saputo essere velocissimi, senza passare neanche dall'Aula. Ma se anche ci fosse, sarebbe senza costi per la collettività.
<p>Cento milioni non sono molti, nel mare del fabbisogno dello Stato. Però, se si pensa alla difficoltà di trovare la copertura finanziaria per gli esodati o per il nuovo sussidio di disoccupazione previsto dalla riforma, si capisce che di questi tempi anche cento milioni sono preziosi. Si potrebbe lasciare ai partiti la scelta sull'uso sociale cui destinarli. Per tirare avanti, nel frattempo, essi possono comunque contare sugli ingenti risparmi messi da parte in questi anni grazie al generosissimo sistema dei cosiddetti rimborsi spese, risparmi così grandi che non sanno più come investirli, tra immobili, titoli della Tanzania e spese personali. Se anche fossero costretti per un po' a tirare la cinghia, non sarebbe la fine del mondo. Bisogna considerare che sono le aziende più flessibili d'Italia, visto che si sono auto-escluse fin dal 1990 dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e possono dunque licenziare per motivi economici i loro dipendenti senza rischio di reintegro da parte del giudice.
<p>
Nel fare la nuova legge, però, non credo che un po' di trasparenza e di bilanci su Internet possano bastare a convincere l'opinione pubblica che si è voltata pagina. Forse poteva bastare quattro o cinque anni fa. Non adesso, non dopo gli scandali Lusi e Belsito.
<p>«Più trasparenza» va bene, ma ciò che oggi conta è «meno soldi». <br />
Invece si sentono molti proclami sui massimi sistemi e nessuno sull'entità della cifra. Il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, fa notare che nell'estate dello spread il finanziamento ai partiti è già stato ridotto, e secondo lui è ormai «in linea con quanto percepiscono i partiti in Francia, Spagna e Germania». A parte il fatto che questi raffronti europei sono sempre opinabili e difficili da accertare (vedi il fallimento della commissione Giovannini): ma il problema è che nel resto d'Europa i tesorieri dei partiti non diventano consiglieri di amministrazione di Fincantieri, i partiti non governano le Asl, non gestiscono ottomila società pubbliche di servizi locali. Soprattutto, nel resto d'Europa non c'è stato un referendum che ha abrogato il finanziamento pubblico. La legge che l'ha sostituito è infatti pudicamente definita un rimborso spese elettorale. Invece i partiti prendono una cifra fissa indipendentemente dalle spese che dichiarano. Questo forfait è il problema. Viene usato dai «cerchi magici» - ce ne sono in molti partiti - come la Regina d'Inghilterra usa l'appannaggio reale. Bloccano inoltre anche la democrazia interna, perché provate voi a disarcionare un leader che ha le chiavi della cassa.
<p>
<b>Qualsiasi nuova legge</b> deve dunque agganciare i soldi versati alle spese effettivamente sostenute: ci deve essere un rapporto percentuale, oltre alla verifica di un'autorità esterna (che la Corte dei Conti esercita su chiunque maneggi soldi pubblici). Inutile che i partiti si facciano illusioni: hanno ricevuto in questi anni troppi soldi, e li hanno usati troppo male. L'elettorato accetterà solo una riforma che riduca l'assegno di mantenimento.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1DDWH5">Corriere della Sera</a>Emma BONINO: "Azzeriamo le norme sul finanziamento. Ma il nodo è l'occupazione della cosa pubblica" - INTERVISTA2012-04-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626614Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
"Serve un'operazione di verità sul ruolo dei partiti in aziende pubbliche, Asl, municipalizzate. Sui rapporti con il potere economico".
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"Negli ultimi scandali che riguardano i partiti ci sono dati di cronaca che hanno dell'incredibile per il senso di impunità raggiunto. Lo sono anche per chi, come me, pratica la politica da oltre trent'anni. E io non sono un'ingenua, né vengo da Marte". Emma Bonino, radicale e vicepresidente del Senato, accetta di parlare del finanziamento pubblico e delle ultime vicende giudiziarie che agitano la politica. Lo fa appena terminato, davanti al carcere romano di Regina Coeli, il sit-in di Pasqua per i diritti umani e l'amnistia. (in vista della marcia programmata dai radicali per il 25 aprile).
<p>
<b>Partiamo dal possibile intervento del governo sulla la riforma del finanziamento. Il ministro Severino ha offerto il proprio contributo. Alcune forze politiche, in primo luogo il Terzo Polo, invocano il decreto...</b>
<p>
"Trovo quest'invocazione l'ennesima prova di inutilità e incapacità dei partiti. Non capisco perché chiedere l'aiuto di papà. Se proprio vogliono procedere alla riforma, la facciano rapidamente, in sede legislativa. Come è accaduto, nel giro di una notte, per reintrodurre i rimborsi elettorali e sconfessare il referendum del '93".
<p>
<b>Lei non crede alla capacità dei partiti di autoriformarsi?</b>
<p>
"Magari faranno un intervento, se non vogliono essere travolti dalla rabbia dei cittadini. Ma lo limiteranno al solo finanziamento pubblico. E invece il problema della partitocrazia è ben più ampio e il caso che riguarda la Lega e Fincantieri è solo l'ultimo di una lunga serie. Dovremmo parlare della presenza dei partiti nelle Asl, delle nomine nelle municipalizzate, degli accordi e delle spartizioni con il mondo degli affari".
<p>
<b>Voi radicali siete pronti a ripartire con un nuovo referendum per l'abolizione dell'attuale legge sui soldi ai partiti. Ma come va finanziata la politica? Senza soldi pubblici non rischia di restare un'esclusiva dei ricchi?</b>
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"Io dico innanzitutto di azzerare il sistema attuale. Poi noi radicali chiediamo servizi gratuiti per le attività politiche dei cittadini - dall'autenticazione delle firme, ai servizi postali, alla banda larga - che sono servizi essenziali per i partiti. E questo è il senso della proposta di legge presentata da Maurizio Turco alla Camera. Per il resto, torniamo alla Costituzione. Bersani dice che è la più bella del mondo , ma è anche la meno applicata. Ripartiamo allora dall'articolo 49, che prevedeva la democrazia interna. Le forze politiche dovevano diventare soggetti con personalità giuridica, dunque con precisi obblighi anche dal punto di vista dei bilanci. E invece sono rimasti enti privati che gestiscono fondi pubblici sotto la forma ipocrita dei rimborsi elettorali. E poi, non bastano i controlli rigorosi su questi fondi. Bisogna mettere sotto osservazione anche i patrimoni delle forze politiche e i loro rapporti con le fondazioni".
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<b>Lei ha parlato del referendum 'tradito' del '93. Avete ancora fiducia in questo strumento, nonostante tutto?</b>
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"Noi radicali siamo cocciuti, ci abbiamo riprovato anche nel 2000 a seguire la via referendaria ma allora purtroppo non è stato raggiunto il quorum. Siamo consapevoli che, viste le scadenze legislative, potremo raccogliere le firme solo da ottobre e comunque non si potrà votare prima del 2014. Però il referendum è anche una pressione, un modo per informare e sensibilizzare l'opinione pubblica".
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<b>Torniamo allo scandalo più recente, quello esploso in casa Lega. Lei è vicepresidente del Senato come Rosy Mauro. Molte forze politiche chiedono le dimissioni immediate - dall'incarico a palazzo Madama - dell'esponente del Carroccio. Lei è d'accordo?</b>
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"Rosy Mauro non è indagata, quindi le dimissioni sono solo una questione di sensibilità istituzionale. E io spero sempre che la sensibilità istituzionale ci sia".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.emmabonino.it/news/10025">emmabonino.it - Tiziana Testa</a>Flavio TOSI: «Calderoli? In tre mesi non farà troppi danni» - INTERVISTA2012-04-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626604Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Verona (VR) (Partito: Lega) - Consigliere Consiglio Comunale Verona (VR)- Consigliere Consiglio Comunale Verona (VR) (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />
Che il nome di Roberto Calderoli sia finito nelle carte dell`inchiesta tra i beneficiari della gestione allegra di Francesco Belsito "non significa che è colpevole di qualcosa" e "non si può far partire una caccia alle streghe per cui se uno è citato al telefono allora non può essere nominato nel triumviro". E comunque i tre "non devono individuare chissà quali strategie politiche per i prossimi anni, ma semplicemente guidare il partito fino al congresso federale". Pochi mesi "in cui non possono fare troppi danni". Il sindaco di Verona, Flavio Tosi è, insieme con Roberto Maroni, l`uomo simbolo di quella che viene indicata come la nuova Lega Nord.
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<b>Le dimissioni di Umberto Bossi equivalgono alla vittoria di Maroni o ancora il percorso è lungo e in salita?</b>
<p> Il gesto che ha fatto Bossi può dare rilancio e spinta al movimento e penso che sarebbe stupido dividersi proprio adesso. Chi ha a cuore la Lega e quindi le idee del federalismo e dell`autonomia pensa al partito e non alle beghe interne. Poi se qualcuno mi chiedesse se Maroni potrebbe essere il successore cli Bossi io dico di sì. Per meriti, capacità dimostrate non solo al Viminale, ma anche politiche nel partito, Maroni gode di ampio consenso sia nella Lega sia nel paese, per cui sono certo che sarebbe indiscutibilmente un ottimo segretario. Ma sui tempi si devono ancora disputare i congressi in Veneto e Lombardia per nominare i segretari nazionali, solo dopo si potrà convocare il congresso federale.
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<b>Lo statuto però prevede che in caso di morte o dimissioni il congresso deve essere convocato entro 30 giorni.</b>
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Tra trenta giorni ci sono le elezioni amministrative, difficile credere possibile che si possa rispettare su questo punto lo statuto, ripeto: si è perso tempo sulla convocazione dei nazionali, ma non c`è di certo fretta.
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<b>Crede che questa vicenda possa avere delle ripercussioni negative sulla sua campagna elettorale e sul risultato?</b>
<p> Per fortuna sono amministrative, se ci fossero state le politiche avremmo rischiato di pagare un dazio per una situazione che simpatica certamente non è.
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<b>Antipatica, non preoccupante?</b>
<p> La magistratura sta lavorando e mi auguro che si arrivi il prima possibile ad accertare le responsabilità reali di ciascuno. Le indagini sono più che opportune perché quello che sta emergendo è un sistema che va smantellato prima di tutto per i tanti militanti, i nostri elettori e sostenitori che ci chiedono e vogliono una classe politica onesta.
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<b>C`è chi legge nel tempismo dell`indagine una coincidenza particolare con il voto delle amministrative.</b>
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Uno può pensare che ci sia una coincidenza, ma pensare al complotto è eccessivo. Stanno lavorando tre diverse procure e da quanto si legge sembra che le operazioni fossero necessarie e opportune. Insomma decisamente no, il complotto è eccessivo. Se Belsito uscirà pulito meglio, se andasse diversamente allora bisognerebbe anche andare a vedere chi lo ha portato nel movimento. Non basta la rimozione di Belsito, serve di più. E certo bisogna modificare la legge sui rimborsi elettorali in modo che un partito possa essere effettivamente rimborsato solo in base alle spese elettorali e politiche sostenute in senso stretto.
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<b>Lei con quale interesse guarda alla successione di Umberto Bossi?</b>
<p> Io devo pensare alle mie amministrative di maggio e poi è abbastanza normale secondo me, per la logica dei grandi numeri dei partiti, che il segretario sia espressione della Lombardia, poi per carità potrà anche essere un veneto. Si vedrà.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1D9B05">il Fatto Quotidiano</a>Antonio DI PIETRO: Cancellare i rimborsi elettorali ai partiti2012-04-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626602Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
Come annunciato nei giorni scorsi e, ancora giovedì, alla Camera dei deputati nel suo intervento contro il dl semplificazioni, il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro si è recato presso la Corte di Cassazione, insieme con una delegazione del partito, per depositare il quesito per il referendum che chiede di abolire i rimborsi elettorali ai partiti. In sostanza, quel finanziamento pubblico mascherato, con cui le forze politiche hanno aggirato l’esito del referendum del 1993, ingannando in questo modo i cittadini italiani che a grande maggioranza si erano espressi contro.
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"Siamo qui in Cassazione per depositare un quesito referendario, perché vogliamo che ancora una volta i cittadini possano esprimere la loro posizione in ordine al finanziamento pubblico ai partiti. Già qualche decennio fa l'avevano eliminato con un referendum. Attraverso questa legge sui rimborsi elettorali, è stato fatto rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. Noi dell'Italia dei Valori vogliamo che i cittadini si esprimano ancora. per cambiare questa legge porcata".
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<b>Non solo legge elettorale.</b>
<p> “Insieme a questo oggi depositiamo in Parlamento, in nome del Comitato referendario, il disegno di legge di quel milione e 200mila cittadini che attraverso la proposta referendaria, l'anno scorso, avevano dato la loro indicazione su come doveva essere fatta la legge elettorale, che è l'esatto contrario di quello che la ‘Triplice dell'Apocalisse’ (Alfano-Bersani-Casini) vuole oggi proporre al Paese, laddove vorrebbero che i cittadini votassero, ma senza sapere il programma, la coalizione o la squadra di governo. Insomma, pretendono che i cittadini diano un voto che poi verrà venduto al migliore offerente”.
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“Su questi due temi, legge elettorale e finanziamento pubblico ai partiti, noi dell'IdV intendiamo passare dalle parole ai fatti, perché la realtà è molto diversa dal quello che l'informazione di regime, del governo Monti e della sua maggioranza anomala, vuol far credere. Mentre fanno credere che tutto va bene madama la marchesa, nel Paese reale ogni giorno migliaia di fabbriche chiudono e migliaia di lavoratori perdono il lavoro; non c'è futuro per i giovani, e addirittura imprenditori e operai si suicidano. Questa è una responsabilità gravissima della politica che continua a lodarsi e imbrodarsi invece di preoccuparsi di risolvere i problemi del Paese”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.italiadeivalori.it/interna/13214-legge-elettorale-di-pietro-in-cassazione-per-referendum">sito web ufficiale</a>