Openpolis - Argomento: ricercatorihttps://www.openpolis.it/2012-10-04T00:00:00ZMariastella GELMINI: Gelmini I numeri da cambiare: scuola, università e ricerca 2012-10-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it655707Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/>Parte dell'intervento dell'ex ministro Gelmini sul tema della scuola e della sua riforma<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=a06A6PPW7zU">LUISS</a>Giorgio NAPOLITANO: No a tagli con il machete sulla ricerca2011-03-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558843Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
No a tagli con il machete sulla ricerca: le parole che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto oggi ai fisici del Cern di Ginevra sono state una ''boccata d'aria fresca'' per i tanti ricercatori italiani che, con l'istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) sono protagonisti di uno dei momenti piu' promettenti della ricerca internazionale. ''Anche in questa fase di tagli della spesa pubblica, di rigore in seguito all'accumulo di un grande stock di debito pubblico, ritengo che questi tagli non possano essere fatti con il machete. Non si possono mettere sullo stesso piano tutte le spese'', ha detto Napolitano al termine della visita al Cern, dove ha sollecitato anche un maggiore contributo del settore privato alla ricerca.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/03/04/visualizza_new.html_1560043787.html">Ansa</a>Manuela GHIZZONI: Università. Dopo due anni il ministro ripete sempre le stesse parole2011-01-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557202Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Università, Pd: le dichiarazioni della Gelmini dimostrano il suo fallimento.
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"La Gelmini pare un disco rotto: annuncia l’approvazione del primo provvedimento attuativo della legge sulla università come il regolamento che porrà fine ai concorsi truccati e colpirà baronie, privilegi e sprechi. Le stesse identiche parole utilizzate dal medesimo ministro quando fu approvata la legge 1 del 2009 che intervenne sui concorsi, anche quelli già banditi, determinandone il blocco per oltre un anno. Anche allora l’ineffabile ministro annunciò con incrollabile certezza “trasparenza nei concorsi, stop alle baronie” (comunicato dell’8 gennaio 2009).
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Evidentemente una missione fallita, se a distanza ravvicinata il ministro non rinuncia a proporre una nuova ricetta per il reclutamento.
<p>Per il bene delle università servono meno annunci e maggior impegno per un confronto costruttivo. Ci auguriamo che questo accada nei due decreti ministeriali che dovranno completare il nuovo sistema di reclutamento sempre ammesso che questo modo di legiferare a scatole cinesi non paralizzi tutto il sistema”.
<p> Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni.
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Ufficio Stampa del MIUR - Roma, 8 gennaio 2009
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<b>Trasparenza nei concorsi, stop alle baronie, più spazio ai giovani, premiare i bilanci virtuosi delle Università</b><br />
<b>Sintesi legge Università</b>
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Trasparenza nei concorsi
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<b>*</b> reclutamento professori universitari:
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Le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accadeva fino ad ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando.<br />
Si evita così il rischio di predeterminare l’esito dei concorsi e si incoraggia un più ampio numero di candidati a partecipare.
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<b>*</b> reclutamento ricercatori:
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In attesa di un riordino organico del sistema di reclutamento dei ricercatori universitari le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore ordinario o associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando.<br />
La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale.<br />
Le università con una spesa per il personale troppo elevata (più del 90% dello stanziamento statale) non potranno effettuare nuove assunzioni.
La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune università (soprattutto nel rapporto entrate-uscite).<br />
Da oggi le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo.
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<b>*</b> Più ricercatori assunti dalle Università:
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Per favorire l’assunzione dei giovani ricercatori, il blocco del turn over (a quota 20% sia nel numero che nelle risorse nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50% delle risorse senza alcuna limitazione numerica.<br />
Delle possibili assunzioni presso le Università, almeno il 60% dovrà essere riservato ai nuovi ricercatori.
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<b>*</b> I concorsi di ricercatore già banditi fuori dal turn over:
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I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over.
2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over.
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<b>*</b> Gli enti di ricerca potranno assumere più ricercatori:
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Gli enti di ricerca sono esclusi dalla riduzione del 10% della pianta organica prevista per tutte le altre amministrazioni.<br />
Queste tre iniziative permetteranno di assumere 4000 nuovi ricercatori
Più finanziamenti alle Università migliori<br />
Più finanziamenti (cioè almeno il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) saranno distribuiti alle Università migliori: quelle con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, qualità, efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori.<br />
Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario).
Per la prima volta in Italia si distribuiscono soldi alle Università in base a standard di qualità.
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<b>*</b>Borse di studio ai ragazzi più meritevoli:
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Per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.
L’incremento di 135 milioni di euro sarà destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici.<br />
180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l’esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto già oggi.<br />
65 milioni per nuove strutture per il 2009
1700 posti letto in più per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie.
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Ufficio Stampa del MIUR - Roma, 21 gennaio 2011
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Università, Cdm approva decreto su Abilitazione scientifica nazionale dei docenti
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E’ stato approvato stamattina in Consiglio dei Ministri il primo e il più urgente dei decreti attuativi della riforma dell’università sul reclutamento dei docenti universitari. Per emanare il decreto la legge prevedeva 90 giorni di tempo ma, come annunciato dal ministro, il decreto è stato presentato immediatamente nel primo Cdm utile dopo la pausa natalizia, per far sì che la riforma venga messa a regime subito.<br />
Il regolamento pone fine ai concorsi truccati e introduce l’abilitazione nazionale secondo criteri meritocratici e di trasparenza, i principi cardine del ddl Gelmini che vuole così colpire baronie, privilegi e sprechi.
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L’abilitazione scientifica nazionale diventa la condizione per l’accesso all’associazione e all’ordinariato attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.
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Le procedure di abilitazione saranno bandite inderogabilmente ogni anno nel mese di ottobre per concludersi cinque mesi dopo e l’abilitazione avrà durata quadriennale.
Le chiamate saranno effettuate dalle singole università con procedure pubbliche di selezione bandite, cui potranno accedere solo gli abilitati e i docenti di pari livello in università straniere.
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Le nuove procedure di abilitazione prevedono:<br />
<b>*</b> commissioni di abilitazione nazionale autorevoli composte da 5 studiosi di elevata qualificazione scientifica di cui, per la prima volta, uno straniero o italiano attivo all’estero;<br />
<b>*</b> Sorteggio dei commissari tra coloro che presentano un curriculum scientifico di qualità;<br />
<b>*</b> Tutte le procedure saranno informatizzate anche per consentire la più ampia partecipazione all’estero;<br />
<b>*</b> abolizione dell’elezione dei commissari per evitare cordate e accordi interni;<br />
<b>*</b> attribuzione dell’abilitazione, a numero aperto, sulla base di rigorosi criteri di qualità stabiliti con Decreto Ministeriale, sulla base di pareri dell’ANVUR e del CUN;
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Due successivi Decreti ministeriali completeranno il quadro delle misure necessarie per mettere a regime il nuovo sistema di reclutamento:<br />
Il decreto che accorpa e dimezza i settori concorsuali (da 370 a 190) e quello che specifica, novità assoluta in Italia, area disciplinare per area disciplinare, i requisiti di qualificazione scientifica richiesti sia ai commissari sia ai candidati per l'abilitazione.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.manuelaghizzoni.it/?p=18326">www.manuelaghizzoni.it</a>GUGLIELMO VACCARO: Proposta di Legge "Controesodo", finalizzata a far rientrare i talenti in Italia.2011-01-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559475Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La dichiarazione rilasciata a S. Francisco, concerne la Proposta di Legge "Controesodo", finalizzata a far rientrare i talenti in Italia con dei "grandi incentivi fiscali".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=1300H1htpsk">www.youtube.com</a>Paolo Giacon: 150° dell'Unità d'Italia: "Rottamiamo il Comitato Provinciale. Largo ai giovani"2010-12-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it549515Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Padova (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“Solidarieta’ al professor Bertolissi, che non ha ricevuto dalla Provincia di Padova adeguato supporto, ne’ un budget adeguato per le celebrazioni e nemmeno un sostegno politico dalla Presidente Degani o dal presidente della II Commissione Cultura Domenico Menorello”. La solidarieta’ al docente padovano che ha deciso di gettare la spugna da presidente del Comitato Provinciale per le celebrazioni dei 150 Anni di Unita’ d’Italia, arrivano a sorpresa da Paolo Giacon, consigliere provinciale del Partito Democratico primo firmatario della mozione che ha istituito il Comitato.
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“Sono molto deluso dal lavoro che fino ad ora e’ stato svolto dal Comitato e dallo scarso interesse della Provincia verso le celebrazioni per i 150 anni. Davvero un pessimo esempio. Il centrodestra padovano, ed in primis Degani e Menorello, devono incassare questo fallimento politico e se ne devono assumere la pesante responsabilita’. – attacca Giacon e aggiunge - A questo punto non ci resta che rottamare il comitato che ha prodotto poche proposte, che ha visto poche presenze e molto disinteresse da parte dei consiglieri provinciali di PDL, della Lega e degli assessori della Giunta Provinciale. Vadano tutti a casa – questa la proposta provocatoria di Giacon – e lascino spazio a ragazzi piu’ giovani che sappiano vivere l’incarico e le celebrazioni con maggiore entusiasmo e disponibilita’. Lancio la proposta di un nuovo comitato. Questa volta pero’ soloni, parrucconi, presidenti, consiglieri provinciali e politici rimangano a casa: diamo spazio a giovani ricercatori universitari, a manager under 40, a giovani giornalisti, ad un paio di artisti emergenti e perche’ no anche a qualche giovane sindaco che proprio in queste settimane ha dimostrato grinta e determinazione”.
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“Nel frattempo noi democratici chiederemo che il presidente della Seconda Commissione Menorello faccia una relazione al Consiglio con urgenza per chiarire l’intera vicenda ed assumersi le dovute responsabilita’. Chiederemo l’azzeramento dell’attuale comitato, la creazione di un nuovo comitato di giovani che abbiano voglia di fare e di mettersi davvero al servizio della Comunita’ ed infine in sede di Bilancio proporremo un emendamento per ridurre le spese di rappresentanza dell’ente e destinare le risorse disponibili alle celebrazioni dell’anno 2011”. Questa la roadmap dei democratici che promettono una nuova battaglia in occasione del prossimo Consiglio Provinciale.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=1872">www.partitodemocraticoveneto.org</a>VINCENZO MARIA VITA: Manifestare è un diritto sacrosanto2010-12-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548970Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Manifestare è un diritto sacrosanto. Perché Maurizio Gasparri fomenta con dichiarazioni irresponsabili gli animi già tesi? A quale fine?
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E' doveroso tutelare le espressioni della democrazia. Si tratta di dichiarazioni fuori dal mondo che non tengono conto di un diritto costituzionalmente garantito per tutti i cittadini, quindi anche per gli studenti.
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Chiediamo la trasmissione in diretta in televisione e per radio della manifestazione degli studenti del 22 dicembre.
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La mobilitazione contro il ddl Gelmini sull'università non può e non deve essere confinata a una questione di ordine pubblico.
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E sono persino inquietanti gli attacchi ad associazioni come la rete '29 aprile' dei ricercatori, letti su qualche quotidiano.
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La giusta e legittima critica ad un ''brutto progetto governativo'' non deve essere l'alibi per un regolamento dei conti contro il mondo dei saperi, non omologati al pensiero unico televisivo.
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NO a qualsiasi forma di violenza, ma si auspica che non si aizzi il già incandescente serbatoio sociale.
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<br/>fonte: <a href="http://www.vincenzovita.net/sezione/articoli/manifestare-e-un-diritto-sacrosanto.html">www.vincenzovita.net</a>Marco CAPPATO: Eutanasia e alternativa. L’essere altro Radicale2010-12-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548869<br />
Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato. La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione.
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Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato.<br />
La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione. Solo di testamento biologico si poteva parlare, per meglio accompagnare l’imbroglio della legge in preparazione “contro” il testamento biologico. Poi sono accaduti alcuni fatti, molto diversi tra loro: prima lo spot australiano per la legalizzazione dell’eutanasia, presentato in Italia dall’associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale. Poi Saviano che ha raccontato a 10 milioni di persone la storia d’amore e di vita di Piero e Mina Welby, e anche quella di Beppino Englaro.
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I falsari di Rai/Mediaset hanno subito messo in scena il gioco sporco di presentare i “malati-che-vogliono-vivere” in contrapposizione ai “malati-che-vogliono-morire”, come se noi volessimo far morire chi vuole vivere. <br />
Infine, il suicidio di Mario Monicelli, avvenuto con motivazioni che nessuno può conoscere, ma realizzato in una modalità atroce e, almeno quella sì, evitabile.
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In poche settimane abbiamo avuto un esempio di cosa accade quando una delle questioni che solleviamo entra in contatto con l’opinione pubblica. Nonostante la grande confusione di termini e situazioni, l’effetto è esplosivo: la riflessione entra nelle conversazioni quotidiane, scatena la reazione scomposta dei potenti contro ciò che i cittadini possono pensare quando non addomesticati dalla tv delle risse e dell’indottrinamento.
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Nel suo nuovo numero, Agenda Coscioni vi propone di rileggere l’anno radicale così, guardando a una serie di fatti e di obiettivi, e a fare uno sforzo di fantasia: cosa accadrebbe se su quei temi la gente davvero fosse informata, se fosse coinvolta nel dibattito pubblico, se davvero potesse scegliere? Rispondere serve per il futuro.
<p>Nello sfascio delle istituzioni e nell’abuso di potere che si fa regola, la violenza investe i corpi: quelli della morte nella sofferenza, della malattia senza assistenza, della fecondazione assistita impedita, della tortura penitenziaria, del fascismo proibizionista, delle speranze negate ai malati nel nome dell’embrione-feticcio.
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Se non perdiamo fiducia nel nostro essere “altro” rispetto al bla bla politicante, possiamo costruire l’alternativa con la disobbedienza civile, la resistenza giudiziaria, la nonviolenza: quella di Welby, Englaro e Nuvoli; <br />
dei malati di Sla e di Maria Antonietta Farina Coscioni che chiedono i Livelli Essenziali di Assistenza; <br />
dei portatori di malattie geneticamente trasmissibili che con noi demoliscono la legge 40; <br />
dei ricercatori che sfidano il divieto alla finanziabilità della ricerca sulle staminali embrionali; <br />
dei disabili che abbattono barriere architettoniche.
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Diverse persone chiamano l’Associazione per chiedere l’eutanasia, e noi cerchiamo di aiutarli. Ci sono laboratori di ricerca internazionali pronti a ricevere gli embrioni che marciscono nei centri di fecondazione, e noi li stiamo inviando. Sono aperti molti fronti - dalla cannabis terapeutica alla “vita indipendente”- e devono stare aperti tutti insieme, perché non sappiamo quale sarà la nostra prossima incursione, cioè quale dei nostri obiettivi raggiungerà la gente.
<p>Dobbiamo restare pronti, cercando di iscrivere anche solo una persona in più per il 2011, perché da lì arrivano le risorse minime indispensabili. Ed è importante fare tesoro di queste pagine clandestine, rappresentazione unica in Italia delle nuove libertà possibili.
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*<i>Questo editoriale apparirà sul numero di dicembre dell'agenda Coscioni</i>
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<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/18300">Terra - Marco Cappato</a>Giuseppe GIULIETTI: La Rai non oscuri le ragioni degli studenti2010-12-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548628Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
«Non vi chiediamo di farci propaganda, vi chiediamo solo di dare voce e volto alle ragioni di chi lotta per difendere il diritto alla formazione pubblica e dare un futuro all’Università e all'Italia».<br />
Così ci hanno accolto i ricercatori e gli studenti che, da settimane, stanno sul tetto della facoltà di architettura, a Roma, in piazza Fontanella Borghese.
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Che differenza tra i loro modi e le loro parole argomentate, documentate, fondate su una rigorsa conoscenza del pessimo testo Gelmini e la sciatteria, la violenza, l’approssimazione con la quale i berlusconiani hanno affrontato il tema della formazione: "Vadano a lavorare, quelli bravi non protestano, non hanno voglia di fare nulla", queste alcune delle perle uscite dalla bocca dei seguaci di un premier che ci ha sputtanato, in senso letterale, in mezzo mondo.
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Sul tetto non abbiamo incontrato escort e neppure vecchi arnesi della P2 o della P3, e non abbiamo trovato neppure parenti di quel Verdini che in queste ore ha rispolverato il fascistissimo "Me ne frego", anzi qui se ne fregano non solo dei loro destini individuali, ma anche di quelli degli altri, persino di quelli che verranno dopo di loro.
<p> Nulla di più lontano dallo spirito dei tempi, forse proprio per questo queste ragazze e questi ragazzi faticano a bucare gli schermi, meglio non farli vedere troppo, altrimenti con le loro facce, con le loro parole, con la loro preparazione potrebbero mettere in discussione ore e ore di propaganda a reti quasi unificate.
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Proprio per questo i promotori della rete 29 aprile hanno voluto inviare il loro appello ai dirigenti della Fnsi, dell’Usigrai, della stampa romana, rappresentati da Roberto Natale, Carlo Verna, Paolo Butturini, chiedendo loro solo e soltanto di essere descritti per come sono e non per come vorrebbe la signora Maria Stella.
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"Il ministro Maroni ha potuto godere di ore e ore di trasmissione per poter relicare al minuto che gli aveva dedicato Roberto Saviano… a noi non viene concesso, perchè?", domanda retorica, ovviamente, a loro non viene concesso perchè dicono e fanno cose che non piacciono al piccolo Cesare e alla sua corte.
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Per quanto ci riguarda come articolo 21 non intendiamo lasciare cadere questa richiesta e promuoveremo una campagna affinchè il diritto di replica sia concesso anche a queste donne e a questi uomini.
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<b>Possibile che</b> non si possa organizzare un faccia a faccia tra la Gelmini e una loro rappresentanza? Perchè la ministra non affronta mai un contraddittorio ad armi pari? <br />
<b>Possibile che</b> alcuni direttori non si rendano conto che questo continuo censurare, deformare, omettere è un potente contributo al livore sociale, una violenza morale intollerabile?
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Il lodo Maroni deve essere reclamato e richiesto per chiunque sia stato cancellato o manganellato dai mazzieri del conflitto di interessi.
<p> Vale per gli studenti sui tetti, vale per i terremotati dell’Aquila, prima illusi e poi truffati, vale per quelle decine di migliaia di cittadini che hanno firmato la petizione promossa da Valigia Blu e che ancora attendono che il Tg1 precisi che una prescrizione non è una assoluzione, vale per il giudice Ingroia insultato in diretta tv dal condannato Dell’Utri e che non ha mai potuto replicare, così, tanto per fare qualche esempio.
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Speriamo che l’appello sia raccolto da un grandissimo numero di direttori e di giornalisti, anche perchè è assai probabile che, tra qualche settimana appena, si conosceranno i testi di telefonate e dispacci con i quali si concordavano le scalette dei Tg e si decideva insieme con il governo cosa illuminare e cosa oscurare.
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Se proprio la Rai non vuole applicare il lodo Maroni agli esclusi, potrebbe sempre ripiegare sul lodo Bonev, dal nome della signora bulgara, amica di Silvio, alla quale è stato donato un milione di euro per acquistare i diritti di un film che nessuno ha ancora avuto il piacere di vedere; in questo caso il direttore generale Masi, magari con una lettera di raccomandazione, potrebbe chiedere ai direttori rete o di testata di" donare" alle ragazze e ai ragazzi che reclamano un futuro, almeno un milione di… secondi di trasmissione, comunque sarebbe molto meno di quanto è stato regalato alla signora Michelle, in arte Dragomira.<br />
<br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-rai-non-oscuri-le-ragioni-degli-studenti/?printpage=undefined">micromega-online </a>Mariastella GELMINI: «Basta con i ricercatori precari a vita»2010-12-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548545Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Istruzione Università e Ricerca (Partito: PdL) <br/><br/><br />
"I ricercatori nel tempo sono stati sfruttati per didattica e supplire a carenze di molti prof.. Il precariato della ricerca non comincia certo oggi. Per i ricercatori a tempo determinato e non ci sono i concorsi per diventare associato: ci sono 4500 posti in tre anni messi in campo dall'emendamento di Fli. <br />
E un contratto di 3+3 anni di ricerca non mi pare poco. Il ricercatore non è più qualcuno da sfruttare ma un ruolo che è di inizio di una carriera, si passa da 1200 euro a 1800 euro al mese. E soprattutto: basta con i ricercatori precari a vita, questo è un elemento qualificante del disegno di legge. Solo in Italia si pensa che l'unico percorso del ricercatore debba essere all'interno dell'Università".
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"Privatizzazione dell'Università? E' una banalità, una sciocchezza che non corrisponde al vero. Gli altri investono di più? Certo, ma anche grazie a risorse private!".
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"Vorrei venire in Sapienza, se potrò venire senza le forze dell'ordine verrò volentieri".
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<br/>fonte: <a href="http://www.rainews24.rai.it/it/news_print.php?newsid=147950">Rainews24</a>Paolo Giacon: Riforma dell’università. «No alla mancia di 150 euro mensili ai ricercatori, no alla fretta in Parlamento»2010-10-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546581Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Padova (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Tre modifiche necessarie: governance, fondo per il merito, precarietà.
<p>Più in fretta possibile solo per un palese scopo elettorale. La maggioranza di centrodestra dimostra arroganza, autosufficienza ed autoreferenzialità quando dice di voler approvare il prima possibile la legge di riforma dell’università alla Camera dei Deputati. Non ci stupiremmo se il Governo decidesse di approvarla a colpi di fiducia.
<p>Gli Atenei, i rettori i ricercatori, gli studenti ed i docenti protestano e la risposta del Governo qual'è? <br />
Un’accelerazione ingiustificata dell’iter in commissione”.
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Paolo Giacon, responsabile regionale Università del Partito Democratico del Veneto, interviene sul rischio di discussione e di accelerazione alla Camera del provvedimento Gelmini.
<p>“La fretta è cattiva compagna: la riforma andrebbe condivisa, discussa e ponderata. Non è possibile liquidare il progetto di legge in poche sedute di commissione o in pochi minuti di dibattito parlamentare afferma il dirigente democratico.
<p>“E’ assurda – aggiunge Giacon – anche l’idea della Gelmini di “comprare” i ricercatori che attualmente protestano e hanno bloccato la didattica in numerosi Atenei, proponendo l’istituzione di una mancia di 150 euro mensili per convincerli a svolgere la didattica.<br />
Invece che alle mance, il ministro non dovrebbe dormire la notte pensando ai tagli pesantissimi che il vero ministro dell’Università, Giulio Tremonti, ha imposto negli ultimi anni”.
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“Gelmini – puntualizza Giacon –dimostra di non aver capito le ragioni profonde del malessere degli Atenei. Dovrebbe pensare a riformare lo status giuridico di ricercatori e docenti invece di elargire mance. E non ha capito che solo tre modifiche fondamentali potrebbero calmare la protesta: modifica della governance, modifica o abolizione del fondo per il merito (non è giusto che questo non sia collegato anche al reddito) ed infine eliminazione di forme eccessive e degenerate di precariato universitario. E naturalmente la restituzione dei tagli alle università virtuose”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=1669">Pd Veneto</a>Manuela GHIZZONI: «Ricercatori, ancora alla porta» - INTERVISTA2010-10-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it526890Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Manuela Ghizzoni, deputata del Partito democratico, segue alla Camera l’iter di approvazione del decreto Gelmini. Tra i punti deboli la carenza di fondi: «Mancano 1,35 miliardi di euro».
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L'accelerazione che il governo, tramite il ministro dell’Istruzione Gelmini, voleva dare all’approvazione della Riforma universitaria ha incontrato un primo ostacolo nella riunione dei capigruppo della Camera. La discussione parlamentare è slittata di dieci giorni e la votazione avverrà, come ha sottolineato il presidente Fini, al termine della sessione bilancio che parte a metà novembre. Ad accogliere queste novità con una certa soddisfazione i ricercatori dei comitati in lotta dei vari atenei che considerano il rallentamento frutto della propria mobilitazione. Un’agitazione che ha iniziato a ricevere il conforto di professori anche ordinari, di qualche rettore, e degli studenti che pure si troveranno a vivere il disagio di blocchi e ritardi della didattica. La difesa dell’università pubblica e del diritto allo studio generalizzato è il bene comune che unisce docenti e discenti. Manuela Ghizzoni, deputato Pd e lei stessa ricercatrice, sta seguendo nella VII Commissione della Camera lo sviluppo del decreto, del quale uno dei punti più deboli è la carenza di fondi.
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<b>A che punto è la discussione?</b>
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Il ministro Tremonti e il governo ci devono dire quante risorse hanno intenzione di rimettere nel fondo di finanziamento ordinario e quanto intendono investire per il fondo di merito ovvero se hanno intenzione di sbloccare il turn over e poi rispondere alle legittime richieste dei ricercatori. In più devono chiarire quante risorse offriranno agli atenei per aprire posizoni da tenure-track (il sistema dei 3 anni più 3 riservato ai ricercatori, ndr). Se anticipiamo il voto prima di conoscere le tabelle della Finanziaria giochiamo a carte scoperte e noi non vogliamo farlo. Mancano 1,35 miliardi di euro, attendiamo risposte.
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<b>Si è ventilata l’ipotesi del Dicastero di offrire 10mila posti di associato nei prossimi sei anni. Una sorta di contentino per annacquare la fase di agitazione?</b>
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Probabilmente sì. Ma quello che è in gioco con l’attuale legge è la funzione del docente universitario e l’ampliamento della precarietà nell’ambito del pre-ruolo. Se questa vuole essere una vera Riforma non può esimersi dall’intervenire sulla figura del ricercatore, che come i dati dimostrano è l’asse portante della didattica negli atenei. <br />
Questa legge avrebbe potuto essere il veicolo per una riflessione sulla docenza, invece si è rimasti ancorati all’idea della Moratti che i professori sono esclusivamente gli ordinari e gli associati mentre i ricercatori risultano figure inutili da esaurire.
<p>Con questa legge non s’intravede nessuna prospettiva reale d’ingresso nelle università per coloro che in condizioni di precariato consentono agli atenei di raggiungere gli eccellenti livelli di ricerca che conosciamo e contribuiscono in maniera fondamentale alla didattica. Come Partito continueremo l’opposizione chiara e netta attuata nelle preliminari discussioni alla Camera. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/15062">Terra - Enrico Campofreda</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: Natale con i ricercatori ISPRA2009-12-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474687Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Questa mattina ho partecipato alle <a href="http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/09_dicembre_25/nuovo_eutelia_natale-1602207243962_print.html"><b>proteste</b></a> dei ricercatori dell’Ispra, Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, da 30 giorni sui tetti dell’Istituto.
<p> <a href="http://ilcarattere.wordpress.com/2009/12/25/niente-natale-per-i-ricercatori-ispra-cosa-ce-da-festeggiare/"><b>Un Natale fuori</b></a> dalle abitudini per segnalare come la ricerca sia una priorità per l’Italia, al contrario di quanto crede il governo, che ai ricercatori ISPRA, come a molti altri, continua a non dare risposte. Buon Natale...<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ignaziomarino.it/natale-con-i-ricercatori-ispra/">web site - ignaziomarino.it</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Stiamo svendendo il futuro» - INTERVISTA 2009-11-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it419096Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/> <br />
“La storia del piccolo Daniele Amanti è uno scempio
e rappresenta bene dove va l’Italia”
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“Cosa ho pensato appena letto l’articolo su Daniele? Beh, che è
uno scempio”. Tono basso, parole scandite, concetti duri.
<br />
Ignazio
Marino, una vita da luminare dei trapianti e ora, anche senatore del Pd, non è una persona portata all’eccesso: ma la vicenda del piccolo malato di distrofia l’ha colpito, molto. “Vede, alcuni pensano che i soldi per la ricerca siano riservati a persone bizzarre che giocano
con delle provette. Insomma, fondi buttati. Poi, però...”
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<b> Si fanno i conti con la realtà...</b>
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“Esatto. Ed è emblematica proprio la vicenda apparsa domenica sul
vostro giornale”.
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<b>Cosa in particolare?</b>
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“Vede, ora si parla di cellule staminali, di trapianti, o din tutta l’altra medicina definita moderna: queste tecniche nascono dalla ricerca. Quella che noi facciamo con grande difficoltà e in pochi casi”.
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<b> Un esempio?</b>
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“L’università di Pavia sta portando avanti un progetto dedicato a malattie simili a quella di Daniele. Lì hanno realizzato dello scoperte straordinarie iniettando delle staminali a cani affetti da distrofia: ebbene, da claudicanti, hanno ricominciato a camminare.
Però, non hanno soldi per andare avanti”.
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<b> E oltre a Pavia?</b>
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“Altri esempi? Basta guardare all’Europa: nel 2000 abbiamo firmato un accordo con tutti gli altri paesi per portare i finanziamenti a ‘ricerca, innovazione e sviluppo’ al 3 per cento del Pil (prodotto interno lordo, ndr) entro il 2010. Sa cosa è successo?”
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<b> È andata peggio?</b>
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“Molto peggio: allora eravamo all’ 1,2 per cento; ora, con l’ultima finanziaria del governo Berlusconi, siamo passati allo 0,9 per cento: ultimi nel Continente insieme a Grecia e Portogallo”.
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<b> Mentre gli altri paesi?</b>
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“La Francia è al 2,2; la Germania al 2,5; Finlandia al 3,5 e Svezia al 4,2. Ah! Non dimentichiamo gli Stati Uniti: loro sono al 2,8. E la crisi c’è per tutti”.
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<b> Per quanto riguarda i ricercatori, come siamo messi?</b>
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“Le offro altri numeri: l’Italia ne ha circa 83 mila; la Francia è a 205 mila, la Germania a 280 mila, gli Usa quasi un milione e 400 mila”.
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<b> Bene, allora tocchiamo l’argomento business: la ricerca porta guadagno, o è solo un costo?</b>
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“Allora prendiamo la Finlandia, un paese grande quasi come il nostro, ma con una popolazione di circa 5 milioni di persone: lì hanno investito e, grazie a una serie di brevetti, sono riusciti a costruire la più grande azienda mondiale di telefonia cellulare. Le basta?”.
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<b> Quindi, con solo 0,9 per cento di risorse impiegate, anche il prossimo futuro non sarà positivo...</b>
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“No, per niente. Ogni cinque anni l’Europa lancia un bando per la ricerca, il ‘Programma quadro’, dove vengono stanziati 52 miliardi di euro, da assegnare a vari progetti di ricerca. In questi anni molti paesi hanno lavorato, investito, promosso studi e pubblicazioni per ottenere i soldi. La Francia, in particolare, ha lavorato molto bene
sulle malattie neurogenerative, settore simile a quello che interessa Daniele. Noi, invece, siamo indietro quasi su tutto. E con le nostre menti più brillanti che preferiscono andare all’estero perché sanno di trovare paesi dove il valore viene privilegiato rispetto a logiche nepotistiche”.
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<b> In sintesi, come giudica l’Italia?</b>
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“Come una nazione che sta svendendo il suo futuro. Non c’è nessuna strategia. Vede, un individuo, dalle elementari fino all’università, costa allo Stato circa 500mila euro. <br />
E noi cosa facciamo? Nel momento in cui diventa produttivo lo lasciamo andare via, con paesi come gli Stati Uniti ben felici di accoglierli nel loro momento migliore. È
come una squadra di calcio che cresce un calciatore dai pulcini fino alla prima squadra e al momento del debutto in ‘A’ lo offre, gratis, agli avversari. Le sembra normale?”.
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<b> Proprio no..</b> <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=O8I46">Il Fatto Quotidiano - Alessandro Ferrucci</a>Maria Anna MADIA: Ricercatori: Madia, "solidarietà a ricercatori Irbm di Pomezia"2008-10-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381755Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>"Esprimo tutta la mia solidarietà ai ricercatori dell'Irbm di Pomezia ed auspico una positiva soluzione di questa vicenda che avrebbe ricadute sociali molto preoccupanti per il territorio della Provincia di Roma". Lo ha dichiarato la deputata del Pd, componente della commissione Lavoro della Camera, Marianna Madia, in merito alla decisione dell'azienda farmaceutica Merck & Co. di chiudere il suo centro di ricerca in Italia, l'Istituto di Ricerca di Biologia Molecolare P. Angeletti (Irbm) di Pomezia.
"La chiusura del sito scientifico della Merck - sottolinea Madia - mette a repentaglio il lavoro di un gruppo di scienziati che ha dato prova di alte qualità professionali e scientifiche e che ora rischia di dover lasciare l'Italia per dare all'estero il proprio contributo alla ricerca scientifica e farmaceutica".
"Si tratta di un problema molto serio che rischia di generare una grave perdita occupazionale per la provincia di Roma e un danno incalcolabile per il territorio e che pertanto - conclude - merita un'alta attenzione da parte di tutti i livelli istituzionali".<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=62590">partito democratico</a>Renato BRUNETTA: «Non sono nemico della ricerca»2008-10-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375712Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Caro direttore, Federico Orlando scrive di non credere nei santi, e sarà forse per equanimità che non indovina nemmeno i fanti. Gli riconosco una certa competenza sulla "corte berlusconiana" anche perché, al contrario di me (aspirante, naturalmente, ma con scarso successo), ne faceva parte. È lui o un omonimo l`autore del libro Il sabato andavamo ad Arcore? Veniamo ai ricercatori universitari, che conosco per esperienza diretta.<br />
Nell'università ho fatto tutta la gavetta, senza saltare mai un gradino. La cattedra l'ho avuta vincendo un concorso.
Lo dico con orgoglio e perché questa è una circostanza fortunata, rendendomi libero di dire quel che penso. I ricercatori che chiedono subito di essere "stabilizzati` rinunciano alla loro libertà scientifica mentre i migliori sperano, al contrario, di girare il mondo arricchendosi di cultura e soldi.<br />
La cultura e la scienza sono cose serie, da trattare con cura e rispetto, risultando inutili non solo le sparate sindacali ma anche le trombonerie retoriche di chi sente offesa un'università nella quale non ha mai vissuto. <br />
Infine, non sfuggo alla curiosità del lettore, che scrive dall Università di Milano ma che dell`università deve avere smarrito lo spirito: da nove anni, in quanto parlamentare, sono in aspettativa non retribuita così come previsto dalla legge.<br />
Dovrebbe saperlo chi vive in quell`ambiente senza essere un vegetale. Riscuoto, invece, i diritti d`autore, e mi preoccupano i cattedratici che non scrivono e non pubblicano. Non è solo legittimo, è anche meritevole. Così come guadagnarsi onestamente, e trasparentemente, i soldi che si hanno in tasca. Ci pensino, il lettore e Orlando, senza che i tornelli girino troppo nella loro testa.
<br />
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<i>Nessuna omonimia, caro ministro, e nessuna corte. Ad Arcore io ci andavo insieme agli altri direttori del gruppo per ragioni editoriali evidenti e perché il direttore Montanelli preferiva che quei riti non proprio formali si sobbarcasse il condirettore:
che non andava per dire i sì, ma per dire i no, due anni di no (1992-93), fino alla nostra espulsione dal Giornale da parte dell`editore, il cui programma politico abbiamo sempre contrastato in nome della democrazia liberale. Circa la polemica sui ricercatori, non io ma lei li ha definiti `capitani di ventura"; e non io ma Ignazio Marino, scienziato che ha dovuto maturare all`estero il suo genio (è in Usa che nell`agosto 2007 ha concluso la sua ultima scoperta contro i rigetti nei trapianti del fegato), ha denunciato l'indifferenza (a dir poco) del nostro paese per la ricerca. Lei è curioso per lo studente che mi ha scritto dalla Statale? È legittimo. A me vorrà riconoscere Legittima la curiosità di sapere perché Lei non abbia risposto al senatore Marino, la cui lettera a Repubblica, più che quella diretta a me dallo studente, mi ha spinto a scrivere. Se posso ricambiare un consiglio sui tornelli che girano nelle teste, direi al ministro di limitare le sue goliardiche definizioni:
sono benzina sul fuoco, in questi giorni di fiamme nella scuola e nell`università.</i><br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JK3ZK">Europa - (f.o.)</a>Andrea Filippini: Premiare i giovani talenti per tornare a competere in Europa2008-04-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358613Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Ancona (AN)<br/><br/>La vicenda della giovane ricercatrice italiana Federica Migliardo, raccontata di recente dal Sole 24 Ore sotto l’eloquente titolo “Genio all’estero, bocciata a Messina. Cento pubblicazioni, pluripremiata, è stata respinta al concorso per ricercatrice universitaria” ha, in realtà, avuto una scarsissima eco sui giornali.
Eppure, questo caso offre un’incredibile occasione di riflessione e approfondimento poiché illumina uno spaccato della vita del nostro Paese cui spesso non si dà il giusto peso: la grande questione dei giovani e del merito.
Federica Migliardo , ma potrebbe chiamarsi in qualsiasi altro modo poiché il caso riguarda migliaia e migliaia di giovani talenti nostrani, è un’autentica eccellenza del nostro Paese: pluripremiata nel settore privato , celebrata con premi europei ed internazionali, anni di esperienza nei laboratori di fisica di Inghilterra, Germania e Francia, decide un giorno di tentare un concorso di ricercatore universitario a Messina, dove viene bocciata in quanto – così sostiene la commissione – “incapace di fare ricerca”.
Ricorda la giornalista autrice del pezzo sul Sole 24 Ore che l’Ateneo di Messina “è famoso per un assassinio, una gambizzazione, la compravendita di cattedre e prove d’esame”; ma, al di là di questi eccessi, il malcostume dei concorsi in cui i vincitori sono già prefissati si riscontra identico in molte, troppe Università italiane (esemplificativo il caso di un altro Ateneo meridionale, in cui tre famiglie di baroni controllano ben ventitré cattedre!).
Ecco che allora che una priorità che qualsivoglia futuro Governo dovrà necessariamente affrontare è il problema della ricerca italiana: premiare i giovani talenti, non umiliarli; incentivarne la ricerca, non costringerli all’esodo o alla fuga all’estero; predisporre sistemi di ammissione chiaramente meritocratici, non legati alle terribili baronie universitarie. Solo così il nostro Paese, che stime OSCE di questi giorni definiscono “a crescita zero”, potrà tornare a competere in Europa.
avv. Andrea Filippini – Dottorando di ricerca in diritto pubblico e giustizia costituzionale
Assessore: Risorse umane - Organizzazione e semplificazione - Servizi demografici e Statistica - Toponomastica - Politiche giovanili
Comune di Ancona<br/>fonte: <a href="http://www.vivereancona.com/index.php?page=articolo&articolo_id=162070">VivereAncona</a>