Openpolis - Argomento: Commissione Giustiziahttps://www.openpolis.it/2014-04-24T00:00:00ZDELIA MURER: Droghe leggere, il decreto in Aula2014-04-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718970Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
Via libera da parte delle commissioni Giustizia ed Affari sociali della Camera al <a href="http://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0062790.pdf"><b>disegno di legge</b></a> di ratifica del cosiddetto “decreto sulle droghe leggere”, che arriva così in Aula, a Montecitorio, per la discussione generale e per la successiva votazione. Il testo del decreto ha recepito alcune modifiche tra le quali il "rimodellamento delle tabelle, la riduzione di pena per il piccolo spaccio, la reintroduzione dei lavori di pubblica utilità e l'esclusione di sanzioni penali per l'uso personale.
<p>"Arriva in Aula – commenta Delia Murer – un testo più completo ed efficace rispetto a quello inizialmente proposto dal governo. La normativa è stata armonizzata anche alla luce della sentenza della Consulta che ha bocciato la Fini-Giovanardi ripristinando la distinzione tra le droghe cosiddette leggere e quelle pesanti. Con questo decreto si forniscono soluzioni equilibrate e serie su temi complessi".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=5%3Ainterventi-in-aula-e-commissione&id=668%3Adroghe-leggere-il-decreto-in-aula&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Giulia BONGIORNO: «Energie sprecate per le leggi pro-premier» - INTERVISTA2011-06-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it584753Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) - Pres. commissione Camera Giustizia <br/><br/>
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<b>Presidente, secondo lei le due ultime sconfitte elettorali della maggioranza sanciscono anche la sconfitta della politica della giustizia fin qui seguita?</b>
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«Tre. Non bisogna dimenticare il 13 febbraio, quando per la prima volta si è manifestata in modo chiaro l`insofferenza verso il premier.
Le donne hanno riempito le piazze spontaneamente, mosse dal desiderio, direi quasi dalla necessità, di prendere le distanze dal modello femminile proposto da Silvio Berlusconi. Quindi rivendico il primato delle donne: il primo colpo è stato il loro».
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<b>Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera e alter ego di Gianfranco Fini sulla giustizia, non ha dubbi sul peso politico di quella manifestazione.</b>
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«Dietro non c`erano disegni o strategie, solo l`impulso e la responsabilità di dire basta. Molte scendevano in piazza per la prima volta, ma l`insofferenza era tale che non hanno potuto fare a meno di partecipare».
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<b>Poi ci sono state le urne. Quanto hanno contato le vicende processuali di Berlusconi?</b>
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Non credo abbiano avuto un peso le vicende processuali in sé, piuttosto il modo in cui lui ha scelto di comportarsi.
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<b>L`attacco alle toghe non doveva essere la carta vincente?</b>
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Questa strategia ha avuto un appeal subito dopo Mani pulite.
Quando emerse la consapevolezza degli eccessi nella carcerazione preventiva, mentre alcuni continuavano a solidarizzare con i pm, altri ne misero in discussione i metodi e Berlusconi intercettò questi umori, tanto che all`inizio la sua sembrò una battaglia garantista, quasi nell`interesse generale.<br />
Oggi, invece, è chiaro a tutti che quando inveisce contro la magistratura lo fa unicamente nel proprio interesse.
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<b>L`azione di questo governo sulla giustizia muove da una premessa politica: c`è una persecuzione giudiziaria nei confronti del premier, paradigmatica di una magistratura faziosa e irresponsabile.
Da qui le leggine per fermare i processi, e la riforma "epocale". Condivide questo ragionamento politico?</b>
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Per esperienza personale, posso dire che un po`tutti gli imputati si sentono vittime di complotti. Il punto è che se tutti si sentissero legittimati ad attaccare i giudici, a eludere i processi, a "vendicarsi", sarebbe il caos. Berlusconi non è molto diverso da ogni altro imputato se non fosse che ha il potere di legiferare, e così tenta di farsi giustizia da sé.
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<b>In tre anni, per la giustizia è stato fatto poco o niente. Come presidente della commissione Giustizia non si sente frustrata per questo magro bilancio?</b>
<p> Di certo, una notevole parte di energie, di risorse e di tempo è stata impiegata per leggi pro - Berlusconi. E questo è molto grave: il Parlamento non dovrebbe mai essere utilizzato per fini personali. Inoltre, poiché energie, risorse e tempo non sono illimitati, è evidente che quelli utilizzati per fare le leggi ad personam sono stati giocoforza sottratti ad altre leggi utili alla comunità. L`anomalia quindi è doppia per quel che si è fatto e per quel che si è trascurato dì fare.
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<b>Un po’ di autocritica?</b>
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A dire il vero io ho contrastato una serie di leggi che voleva Berlusconi prima ancora della rottura tra il premier e Fini. La mia posizione aspramente critica risale alla legge sulle intercettazioni, il primo provvedimento fortemente voluto da Berlusconi. Non credo si possa dire che ho cambiato idea solo quando Fli è passata all`opposizione.
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<b>Lei è anche avvocato e di pm e giudici ne ha incontrati molti. Quante volte si è imbattuta in una giustizia "ingiusta" perché il pm non è separato dal giudice?</b>
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Ho visto un po` di tutto: giudici succubi dei pm, ma anche giudici e pro del tutto autonomi e indipendenti. La separazione delle carriere è un principio di civiltà. Il giurista britannico Herbert Hart sosteneva che nella legge c`è una parte di facile interpretazione e una zona di penombra in cui il giudice di volta involta esercita la sua discrezionalità. Ecco, il fatto che il giudice sia "terzo" garantisce che la discrezionalità sia esercitata in assoluta indipendenza.
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<b>La guerra presuppone che vi siano due litiganti: anche lei ritiene che la magistratura abbia le sue responsabilità?</b>
<p>Che alcuni magistrati non siano stati all`altezza del loro compito è un dato certo, e un magistrato non all`altezza può creare danni gravissimi e irreparabili. Ma trovo sbagliato il concetto di guerra, e inaccettabili i toni usati. Credo inoltre che il premier attacchi la magistratura con un duplice scopo: difendere se stesso e guadagnare consensi.
Mi ha colpito vedere in tv persone, evidentemente non in grado di valutare l`operato della magistratura, che insultavano giudici e pm proprio come fa Berlusconi. Finora il premier è stato abile nel fornire un bersaglio all`aggressività di quella parte di opinione pubblica che sente sempre e comunque il bisogno di avere un nemico. Un bersaglio che, guarda caso, è anche il suo. Ma ora anche questa strategia ha stancato tutti.
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<b>Mancano due anni alla fine della legislatura, se ci si arriverà: la riforma "epocale" è davvero la priorità?</b>
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Innanzitutto, una riforma costituzionale che viene definita "epocale" sarebbe dovuta partire all`inizio e non poche settimane fa. Ma a parte questo, il problema è lo scollamento tra le priorità del governo e quelle dei cittadini. Come ha ricordato anche il governatore della Banca d`Italia Mario Draghi, ai cittadini e al paese serve una giustizia credibile ed efficiente. Dunque è in questa direzione che bisognava e bisogna muoversi.
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<i>Avvocato. Ha fatto parte, dal 1993, del collegio di difesa di Giulio Andreotti dalle accuse di associazione mafiosa, e dal 1996 dapprima come sostituto processuale poi come componente del collegio difensivo insieme al professor Franco Coppi, che la chiama a Roma, di entrambi i processi contro il senatore. Nel 2008 ha assunto la difesa di Raffaele Sollecito, uno degli indagati per l`omicidio di Meredith Kercher dove l`imputato è stato condannato a 25 annidi reclusione in primo grado. In Parlamento È stata eletta deputato alle elezioni politiche del 21 aprile 2006 nelle file di Alleanza Nazionale. È stata rieletta nel 2008 nelle liste del Popolo della libertà. È presidente della commissione Giustizia della Camera Nel luglio 2010 ha</i> <i>lasciato il gruppo parlamentare del PdL alla Camera, per aderire a Futuro e Libertà, guidato da Gianfranco Fini</i>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=119I7Z">Il Sole 24 Ore - Donatella Stasio </a>Anna Paola CONCIA: «Costretta a dare le dimissioni da relatore in commissione Giustizia»2011-05-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572799Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Sottolineo di aver fatto un ulteriore sforzo per arrivare a un testo davvero condiviso, riprendendo il vecchio testo bocciato ieri e inserendo modifiche che lo rendevano identico al Trattato di Lisbona, che l'Italia ha recepito».
<p> «Gli ho dunque chiesto di ritirare gli emendamenti soppressivi e di votare, insieme a noi, questa nuova proposta che si rifà interamente alla normativa europea.
E invece loro non hanno minimamente ascoltato ribocciando tutto un'altra volta.
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Così mi sono trovata costretta a dare le dimissioni da relatore. Voglio vedere ora Enrico Costa se riuscirà davvero, per l'Aula, a trovare una mediazione tra i suoi.
In Comitato dei nove avranno la possibilità di rimediare a questo loro no. Voglio vedere proprio se lo faranno, anche alla luce delle critiche del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna».<br />
Che ha promesso che in aula voterà in favore dell'approvazione di una legge sull'omofobia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-05-19/anche-nuovo-testo-contro-120251_PRN.shtml">ilsole24ore.com</a>Maria Rosaria CARFAGNA: «Il Pdl ha perso un'occasione, la voterò in Aula»2011-05-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572802Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Pari opportunità (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Il Popolo della libertà, col voto di oggi in commissione, ha perso un'occasione», ha commentato il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, dopo il voto in commissione alla Camera. «Il testo, infatti, non prevedeva il reato di omofobia, ma introduceva aggravanti per i reati commessi a scopo discriminatorio; una norma di stampo europeo. Voterò a favore del provvedimento non appena arriverà in aula». <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-05-18/bocciata-commissione-giustizia-proposta-155805_PRN.shtml">ilsole24ore.com - Nicoletta Cottone</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «L'arroganza della politica è una brutta malattia» - INTERVISTA [Antonio Guglielmino, Adriana Turriziani e Maurizio Marceca*]2009-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391101Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocità del progresso scientifico. Le difficoltà della professione sanitaria oggi in una società multirazziale, piena di paure, che una parte della politica cavalca per imporre nuove figure. Come il medico-spia, obbligato a denunciare i clandestini, o addirittura il "medico- assassino", colui che, varato il ddl Calabrò, deciderà di staccare il sondino a un malato terminale. La scarsità, la disomogeneità territoriale e l`assenza di fondi per gli hospice in un Paese come l`Italia che pure punta a protrarre artificialmente la vita finché possibile. All`Unità ne abbiamo discusso con Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo; Antonino Guglielmino, ginecologo esperto in riproduzione assistita; Adriana Turriziani, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliatine; Maurizio Marceca, medico epidemiologo e della Sanità pubblica.
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<b>L`analisi di quattro tematiche - il biotestamento, la Legge 40, l`obbligo di denuncia dei clandestini per i medici, lo stato delle cure palliative - evidenzia un rapporto difficile tra politica e medicina. È davvero così?</b>
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MARINO, «Esiste, ma non è un problema solo italiano. È oggettivo, legato allo sviluppo della scienza più rapido che nei secoli passati. Abbiamo impiegato centinaia di anni per definire la morte come cessazione del respiro, altri secoli per stabilire che invece è lo stop del battito cardiaco. Adesso si è morti con la cessazione irreversibile delle attività cerebrali. Ma è un dato molto recente, acquisito nel 1968. Il punto è che l`articolo 32 della Costituzione, che vieta trattamenti sanitari obbligatori, è stato scritto nel 1947 quando per il legislatore era scontato che le persone potessero a voce accettare o rifiutare una terapia. Basta considerare che il primo respiratore artificiale è arrivato solo nel `52 e i primi esperimenti sulla nutrizione artificiale sono degli anni `60. La velocità del progresso scientifico è superiore a quella di adeguamento del Parlamento e, forse, della società».
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MARCECA: «Il tema dell`immigrazione è importante perché diventa cartina tornasole di come il sistema sanitario reagisce ai mutamenti sociali e si configura in grado di reagire ai bisogni diffusi. L`approccio della politica è enfatico, allarmistico, parcellizzato. Per i cittadini è difficile agire sul processo decisionale influenzato dalle lobby. Ancor più lo è per la comunità di immigrati, che in realtà ne comprende diverse centinaia. A mio avviso la politica guarda alla salute come a uno spazio di potere, un mercato. I temi nascono dal nulla e scompaiono nel nulla. Adesso c`è l`allarme per la febbre suina che durerà qualche giorno, mentre dimentichiamo la scarsità di organi per i trapianti, la carenza di emoderivati, l`assistenza domiciliare negata da molte regioni. Da epidemiologo mi preoccupo di comunicare i problemi della salute secondo il loro peso specifico.
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<b>L`Italia nel modo in cui affronta questi temi può essere considerata un`anomalia?</b>
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MARINO: «Certi Paesi come l`Italia sono più lenti. Negli Usa il testamento biologico è stato affrontato in tempi diversi. La California ha scritto la prima normativa nel 1976, un terzo di secolo fa. Da noi non è così. Uno strumento come il respiratore artificiale è positivo perché può consentire a chi ha un trauma cranico di essere operato e tornare al- la vita di prima. A volte però il paziente finisce in un limbo senza possibilità di recupero e la legge non sa come intervenire. I medici lo saprebbero ma non possono perché un magistrato sarebbe obbligato a indagarli per omicidio volontario.
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GUGLIELMINO: «In questi ultimi anni le bio-tecnologie hanno fatto enormi passi in avanti, velocemente: in Italia l`approccio che la politica ha nei confronti delle tematiche legate al progresso scientifico è di grande invadenza. Il nostro paese è arrivato al dibattito - che prima era re- legato alla sfera privata degli individui e che ora ha assunto contorni di carattere pubblico - in modo non adeguato. Non è un caso che in questi ultimi anni il tema della laicità dello Stato - che non è certo di oggi - sia tornato di attualità. Il punto è che non c`è un approccio laico».
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<b>Qual è il paese che da questo punto di vista è più attento quando si tratta di legiferare sui temi di inizio e fine vita?</b>
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MARCECA : «È un paradosso che si debba guardare ad altri paesi. Alla fine degli anni Novanta è stata proprio l`Italia, con la legge Turco-Napolitano sull`immigrazione, ad essere un punto di riferimento per gli altri, equiparando gli stranieri residenti nel nostro Paese agli italiani.
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TURRIZIANI: «L`Inghilterra e gli Stati Uniti hanno avuto una grande intuizione: investire nella formazione. Qui da noi ancora oggi tutto il personale impiegato negli hospice ha come unica formazione quella che deriva dal proprio curriculum personale. Non esistono corsi ad hoc e non c`è una distribuzione uniforme su tutto il territorio rendendo così effettiva una diseguaglianza».
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MARINO: «Basta un esempio. Gli hospice sono 120: 103 sono al Nord, 17 al Sud. In Lombardia ce ne sono 50, in Sicilia, con una popolazione di 5 milioni di persone, ce ne sono 5. Il diritto alla salute sancito dalla Costituzione è evidentemente violato».
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<b>Come deve orientarsi il legislatore quando scrive una legge sui temi cosiddetti "eticamente sensibili"?</b>
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GUGLIELMINO: «Sulla legge 40 come sul testamento biologico la politica dovrebbe avere un approccio "leggero", dettare linee generali, non scrivere leggi ideologiche. Il testo sulla fecondazione assistita, che prevede l`obbligo di trattamento sanitario, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. E evidente che il punto di partenza era sbagliato.
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MARINO: «Credo sia giusto emanare leggi con poche norme chiare, ma dobbiamo tener presente che oggi, mentre parliamo, i reparti di terapia intensiva dei nostri ospedali sono pieni di pazienti non più in grado di decidere se continuare o meno le terapie. E già in questo momento un medico che decide di staccare il respiratore o interrompere l`alimentazione e l`idratazione artificiale ad un paziente in fin di vita, con metastasi diffuse in tutto il corpo, sedato per non farlo soffrire troppo, infrange la legge. Invece la legge dovrebbe dare la possibilità ad ognuno di noi di decidere cosa fare della propria vita in casi simili. Una normativa giusta deve permettere a chiunque quando è nel pieno delle proprie facoltà intellettive di potersi esprimere sul fine vita avendo la certezza che le sue volontà saranno rispettate».
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<b>Spesso si dice "fare all`italiana": vale a dire interrompere l`alimentazione artificiale senza pubblicizzarlo. Quello che, in sostanza, è stato rimproverato al padre di Eluana Englaro: "perché non se l`è portata a casa invece di creare questo putiferio?". Succede così anche negli hospice? Si fa ma non si dice?</b>
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TURRIZIANI: «Bisogna capire che chi arriva negli hospice è un paziente la cui evoluzione della malattia non possiamo contrastare. La morte arriverà: si tratta di mettere in campo un team in grado di attuare le scelte condivise tra medico e famiglia. La nutrizione viene adeguata e graduata rispetto al decorso della malattia. L`idratazione non viene sospesa anche per veicolare i farmaci. Il problema per noi è che la politica non ci offre luoghi di formazione: non esiste un esame universitario per le cure palliative, non ci sono infermieri specializzati».
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<b>È corretto dire che la desistenza terapeutica configura omicidio volontario?</b>
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MARINO, «Il punto è che bisognerebbe avere un Parlamento che lavora in parallelo con il progresso della scienza. Il vero salto è stato quando con le tecnologie si è potuta protrarre l`esistenza in modo artificiale. Sospendere le terapie non è uccidere ma lasciare che il processo di morte naturale riprenda il suo corso. Sono decisioni da assumere in una vera alleanza con il paziente e, se non può esprimersi, con la famiglia. Non si può procedere come accade oggi nell`illegalità o facendo, appunto, le cose all`italiana».
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TURRIZIANI: «Per noi una cartella clinica ben redatta è uno strumento di bordo. Ed è multidisciplinare. Io ci scrivo tutto quello che è utile per quel paziente».
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MARINO: «Se il disegno di legge Calabrò verrà approvato, però, o la desistenza terapeutica non viene scritta in cartella o si verrà indagati per omicidio. Non colposo, volontario: come se si sparasse in testa a un cittadino».
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GUGLIELMINO: «La vera stranezza del ddl Calabrò è che né il medico né il paziente potranno più intervenire su alcune aree. C`è un aspetto che va chiarito: nutrizione e idratazione artificiali sono terapie o no? Se lo sono non si possono somministrare contro la volontà del destinatario perché si viola la Costituzione. E a mio avviso lo sono: non si può pensare che un buco nello stomaco, praticato da un chirurgo per inserire un sondino, necessario per sopravvivere, non sia una forma di cura».
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<b>Arriviamo ai medici "spia": non c`è una contraddizione tra la paura di non riuscire a individuare malattie contagiose e, dall`altra parte, una norma che spinge alla clandestinità sanitaria?</b>
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MARCECA: «La norma che impone la denuncia dei clandestini mostra come si mette in discussione il ruolo degli operatori della salute. Ai medici si chiede di denunciare persone che, dall`oggi al domani, diventano criminali. E assurdo creare dei "clandestini sanitari". Solo l`effetto annuncio ha già prodotto ansia, paura, allontanamento dai servizi. Nessuno dice che in 13 anni questo sistema ha funzionato benissimo, e neppure la Bossi-Fini ha toccato norme che rispondono a esigenze di sanità pubblica. Anche se mi preoccupa l`approccio "dagli all`untore". Le malattie non conoscono confini: riguardano la mobilità umana, non degli immigrati. Ricordo le sofferenze della comunità cinese ai tempi dell`aviaria: la nazionalità diventava elemento di discriminazione per persone che non tornavano in Oriente da anni. Temo che l`enfasi mediatica non aiuti il ragionamento bensì lo complichi».
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<b>È in Parlamento la legge sulle cure palliative e la regolamentazione degli hospice a livello nazionale. C`è un`attenzione reale della politica in un paese dove l`obiettivo sembra essere l`allungamento della vita ad ogni costo?</b>
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TURRIZIANI: «Sarebbe auspicabile ascoltare chi ogni giorno piega la schiena sui pazienti. L`hospice non deve essere ultimo a livello di preparazione e formazione. Seguire malati terminali richiede grande competenza. Ed è enorme il significato sociale di queste strutture che assistono intere famiglie. Si va a morire, è vero, ma si vive fino alla fine. Bisogna promuovere un clima positivo, sostenerli culturalmente, evitare che diventino solo dei letti. Mi auguro che il lavoro svolto in questi anni negli hospice attraverso l`ascolto dei pazienti e dei familiari, venga tenuto nella debita considerazione dal legislatore che dovrà scrivere delle norme al riguardo».
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MARINO: «La competenza è cruciale. E stato un errore smembrare in due tronconi gli hospice e il biotestamento che per formazione e ricerca dovrebbero stare insieme. Poi, la Commissione Sanità non ha neppure audito gli oncologi».
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<b>La politica riuscirà a dialogare e trovare un punto di sintesi che rappresenti la società civile sul testamento biologico? E il Partito Democratico raggiungerà infine una posizione chiara sui temi etici?».</b>
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MARINO: «Credo che serva un passo indietro rispetto all`arroganza attuale con cui si affrontano questi temi. Quanto al Pd: se non riesce a risolvere queste questioni con spirito maggioritario, discutendo al suo interno e votando sulla posizione da prendere, non avrà speranze. Scomparirà, fallirà: non può non dare risposte sui temi che scuotono le coscienze. Purtroppo oggi c`è una classe dirigente che fa riferimento ai due maggiori partiti che c`erano prima, che ragiona per quote e sta sempre a contarsi. Delle due l`una: o tutti costoro verranno spazzati via e si formerà un partito riformista, moderno, oppure sarà il Pd stesso ad essere spazzato via».
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<b>In Senato, durante il dibattito sul testamento biologico, il Pdl ha applaudito Marcello Pera, intervenuto contro la legge. Poi, però, ha votato compatto per il si, malgrado dai sondaggi risulti che l`opinione pubblica vuole un testamento biologico vincolante. Perché la politica pensa di non dover rispondere di ciò che fa?</b>
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MARINO: «Questo è il problema centrale: ormai si viene eletti per indicazione del leader e non per le proprie convinzioni. Il 25 febbraio del 2009 la Commissione Giustizia del Senato ha inviato un parere alla Commissione Sanità in cui affermava che il testamento biologico deve essere giuridicamente vincolante. La Commissione Sanità ha dovuto prenderne atto, ma in aula è cambiato tutto. Gli stessi membri della Commissione hanno votato contro il valore vincolante del testamento. Di fatto non hanno espresso un convincimento personale ma hanno risposto ad un ordine di partito. Siamo di fronte alla corruzione della politica, messa sotto ricatto da chi decide le candidature dei singoli».
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<b>Alla luce di queste nuove leggi, la professione del medico sta diventando un mestiere pericoloso nel nostro Paese? Sta nascendo la figura del "medico disobbediente"?</b>
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MARCECA: «Il nostro è da sempre un mestiere complesso, ma nel caso della denuncia degli immigrati si sono scatenati degli anticorpi che sembravano sopiti. La Federazione degli Ordini dei medici, gli psicologi e gli infermieri hanno reagito compatti per far cambiare una norma che va contro tutti i nostri principi deontologici. Credo sia necessario, però, che si crei una forte alleanza tra medico e società e che i medici ricomincino a rendere conto di quello che fanno in modo trasparente perché ormai la sanità sembra preda di una deriva economicistica».
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GUGLIELMINO: «Quella del medico disobbediente è una posizione scomoda. I medici non possono essere costretti a compiere ogni giorno atti di "microcriminalità" perché la legge impedisce loro di fare il proprio mestiere secondo scienza e coscienza. È fondamentale alleggerire le norme garantendo la possibilità di fare questo mestiere senza essere costretti a scegliere tra il codice deontologico e la legge dello Stato».
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NOTE<br />
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*rispettivamente, ginecologo esperto in riproduzione assistita, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliative, medico epidemiologo.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=141108">L’Unità - Federica Fantozzi e Marzia Zegarelli</a>Rita BERNARDINI: Quando l'urgenza non si vede. - INTERVISTA2009-04-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390838Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) - Assessore Provincia Avellino (Partito: Radicali italiani) <br/><br/><br />
Il decreto sulla sicurezza pubblica e sul contrasto alla violenza sessuale dovrebbe essere ritirato. Lo ha detto alla "Voce Repubblicana" la parlamentare radicale, eletta nelle liste del Partito democratico, Rita Bernardini. <br /><br />
<b>Onorevole Bernardini, quali sono le sue valutazioni sul decreto sicurezza e di contrasto alla violenza sessuale?</b><br />
“Penso che questo decreto dovrebbe essere ritirato. Per dichiarazione stessa del Governo non c`è l`ammissione della necessità e dell`urgenza. Se leggiamo la relazione che accompagna il decreto, notiamo che questa urgenza è motivata dall`aumento dei reati di violenza sessuale. Quando è stata posta la domanda al ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, il ministro ha ammesso che c`è stata una diminuzione dell`8,4% dei reati di violenza sessuale. A questo punto avrei preferito che mi avessero spiegato quale fosse la vera urgenza di questo decreto a meno che non si sia voluto dare ascolto all`amplificazione che è stata data di certi episodi. Quindi, se c`è stata un`urgenza, questa è stata dettata da ragioni di tipo mediatico".<br />
<b>Definirebbe questo provvedimento come "omnibus"?</b><br />
"Sì, sono stati presi pezzi di altri provvedimenti in discussione alla Camera dei deputati come quello sulla violenza sessuale già approvato dal Senato o come quello sullo stalking, approvato in commissione Giustizia. Sono state prese alcune parti di questi ddl per metterli in questo decreto. Il lavoro dei parlamentari è stato mortificato".<br />
<b>Lunedì scorso c`è stata una manifestazione delle forze di pubblica sicurezza davanti al ministero dell`Interno che criticavano l`assenza di una politica di sostegno per la sicurezza. Cosa pensano i sindacati di polizia di alcune parti di questo decreto?</b><br />
"Nel mio intervento in aula ho citato alcune prese di posizione che ci sono state da parte del sindacato di polizia COISP, che ha dato parare favorevole sull`amministrazione comunale di Pescara che ha bocciato le cosiddette ronde. In questo modo si è voluta ribadire la fiducia nelle forze dell`ordine. Nel decreto legge in questione non sono nemmeno stabilite le regole per queste ronde. Tutto viene rimandato ad un successivo decreto".<br />
<b>Come trova la filosofia di questo provvedimento?</b><br />
"Non credo che si possa risolvere tutto solo con il carcere. Sappiamo tutti che questa risposta è fallimentare perché non sono applicate le misure alternative al carcere e non viene data la possibilità di accedere ai benefici di legge. In questo modo i reati vengono ripetuti. Ricordo che i dati sull`affollamento delle carceri italiane sono preoccupanti. Nei nostri istituti di pena possono essere accolti 42mila detenuti, mentre in realtà sono in carcere ben 61mila persone. Lo stesso ministro della Giustizia Angelino Alfano ha parlato di sovraffollamento anticostituzionale".
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=L9AGC">La Voce Repubblicana - Lanfranco Palazzolo</a>Maurizio Enzo LUPI: «Scuole paritarie, ripristinare i fondi» - INTERVISTA2008-12-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382708Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Vicepres. Camera <br/><br/><br />
L'impegno oggi non è solo restituire i fondi che sono stati sottratti alla scuola paritaria, ma far sì che alla fine di questa legislatura il sistema scolastico del nostro Paese riconoscala libertà di educazione fino in fondo, e concretamente, cioè anche sul piano finanziario». Ne è decisamente convinto Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e esponente del Pdl.<br />
«I tagli alla scuola paritaria spiega - sono un`evidente contraddizione con il programma del centrodestra di cui la libertà di educazione è sempre stato un pilastro».<br />
<b>Allora che ne sarà dei fondi decurtati?</b><br />
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dell`Economia, Giulio Tremonti, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta hanno sempre riconosciuto che si deve annullare il taglio di fondi alla scuola paritaria. Perciò sono convinto che si raggiungerà questo risultato nei prossimi giorni, prima dell`inizio del 2009. Come dicevo, però, questo deve essere solo un inizio.
Tra l`altro i tagli mettono in gioco il sistema di base della paritaria, gli asili e le scuole elementari, che in questo caso non garantiscono solo la libertà di educazione. Infatti l`Italia è un Paese composto da tanti piccoli comuni dove le famiglie hanno come principale presidio educativo sul territorio il sistema paritario che completa l`offerta dello Stato, altrimenti insufficiente.<br />
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Ma si dice che i fondi non ci sono perché c`è la crisi...</b><br />
Proprio in questa situazione il primo investimento che lo Stato deve fare è sull`educazione. E sempre più evidente che la prima risorsa che un Paese ha a disposizione sono le persone.<br />
<b>
In questo senso qual'è il ruolo della parità scolastica?</b> <br />
Nella battaglia per il pieno riconoscimento della scuola non statale sono impegnati, non solo cattolici, anche laici come Benedetto Della Vedova, che ad esempio su altri temi etici la pensa diversamente da me. E' un pilastro ed un cardine su cui reimpostare e ricostruire il sistema educativo di un Paese.<br />
C`è all`origine il valore non negoziabile della libertà di educazione:
la scelta, di cui i genitori non possono essere privati, di decidere che educazione, e che istruzione, dare ai propri figli. E poi in questo modo si mettono in competizione diverse proposte educative.
Quindi è un modo di rendere più efficiente lo Stato. E noto che il costo per alunno delle scuole paritarie è nettamente inferiore a quello delle statali, ed il servizio che offrono è più efficace.<br />
<b>
Attualmente fermo per la sessione di Bilancio, presto riprenderà in commissione Sanità del Senato il dibattito sul fine vita. È importante che il Parlamento arrivi a varare una legge?</b><br />
C`è un fatto di cui non si può non tenere conto: l`inaccettabile sentenza della Corte di Cassazione sul caso Englaro, che ha visto un tribunale decidere della vita e della morte di una persona, sostituendosi alla funzione legislativa del Parlamento ed interpretando a sua discrezione leggi molto chiare.
Per questo diventa urgente ed indispensabile che le Camere con realismo e responsabilità facciano la loro parte. Il tema è delicatissimo: affrontare l`esistenza nella fase terminale e far sì che la legge anche in questa circostanza si metta a servizio della vita.<br />
<b>Quali devono essere le condizioni per fare una buona legge?</b> <br />
Occorre un grande senso di responsabilità, evitando scontri inutili perché è evidente a tutti che la legge per sua natura difende la persona e la vita.
E proprio per questo non possiamo non tener conto di alcuni punti fermi che speriamo siano il più possibile condivisi.<br />
<b>Quali in particolare?</b><br />
C`è una questione preliminare: dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di affrontare la fine della vita nella maniera più dignitosa, intervenendo con aiuti alle famiglie che hanno ammalati terminali in casa, cure palliative, luoghi di accoglienza a dimensione umana. La testimonianza più eloquente nel caso di Eluana infatti è la grande importanza dell`accoglienza che le suore le offrono.<br />
<b>Torniamo ai punti fermi....</b><br />
Il primo è che alimentazione ed idratazione non possono essere considerati terapie mediche. Il secondo è che il parere del medico deve restare il punto di riferimento essenziale.
Infine l`espressione della dichiarazione anticipata di trattamento deve essere continuamente attualizzata e non può andare contro la vita.<br />
<b>Come andrà avanti l`iter parlamentare?</b><br />
Su questi temi c`è un confronto aperto, serio, dobbiamo abituarci tutti a lavorare con un principio di realismo, evitando contrasti inutili. Proprio per la delicatezza del tema è giusto che sia il Parlamento a lavorare, e non ci siano iniziative del governo.
Sono le Camere che devono trovare su questi temi posizioni il più possibili condivise. Da questo punto di vista mi sembra che il relatore in commissione Sanità del Senato, Raffaele Calabrò, stia facendo un buon lavoro.<br />
<b>Non vede rischi nella proposta in discussione in Commissione Giustizia della Camera contro la discriminazione fondata sull`identità di genere?</b><br />
La violenza contro qualsiasi persona va comunque perseguita. Qui è in gioco qualcosa di diverso.
Il rischio in questa proposta di legge è isttuire un reato di opinione. In termini più generali, c`è il pericolo di una deriva culturale: cioè che in nome del politicamente corretto non sia più possibile esprimere, pur nel rispetto della persona, la propria opinione sulla natura di certi rapporti e dare punti di riferimento per il futuro della nostra società. Per fare un esempio:
non vorrei che per il fatto di sostenere che la famiglia è solo quella tra un uomo ed una donna si finisse per essere incriminati.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=K30S3">Avvenire - Pier Luigi Fornari</a>Antonio DI PIETRO: "Io e Veltroni sulla stessa linea" - INTERVISTA2008-11-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382469Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
<b>Un'ora a Repubblica tv</b><br />
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ROMA - Antonio Di Pietro per un'ora risponde agli spettatori di Repubblica Tv. Più di 400 messaggi arrivati in diretta su tutti gli argomenti principali, dalle alleanze al pasticcio della Vigilanza Rai, dalle misure anti-crisi alle elezioni in Abruzzo.
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<b>Lei pensa di essere l'unica opposizione a Berlusconi?</b><br />
"No, riconosciamo il ruolo del Pd. E' una realtà importante. In questa fase hanno enormi problemi al loro interno, e li rispettiamo. Nessuno dei partiti all'opposizione può governare senza il 51 per cento. Veltroni vuole stringere la mano all'avversario, vuole il bon ton. Ma la mano non la puoi dare a Berlusconi, come l'agnello non può sedersi a tavola con il lupo. Comunque, è vero o non è vero, che da qualche tempo anche Veltroni parla di regime? Siamo sulla stessa linea".<br />
<b>Ma perché Berlusconi ha tanto successo?</b><br />
"Intanto, ha perso le uniche elezioni recenti, a Trento. Usando le tv, ha convinto la gente. Ma durerà poco, contano i fatti. Guardate il caso Alitalia: venduto agli elettori in campagna elettorale, il salvataggio si è dimostrato un fallimento".<br />
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Ma il muro contro muro, ad esempio in Vigilanza Rai, serve realmente?</b><br />
"Ma cosa dovevamo fare? Loro, il Pdl, non volevano a priori un esponente dell'Italia dei Valori. Ci hanno negato il diritto di scegliere come opposizione il presidente della Vigilanza. Non potevamo accettare il principio per cui un signore capo delle tv private, e controllore di quelle pubbliche, vuole anche vigilare la Rai. Così si esce dalla democrazia e dalla legalità. Io voglio denunciare il comportamento del diavolo tentatore. Del corruttore politico, che va dall'avversario e tenta di ottenere qualcosa".<br />
<b>La querela di Berlusconi è arrivata?</b><br />
"Magari arrivasse... Vedete, il problema è la moralità nella politica. Il consenso si ottiene tra i cittadini, non comprandolo dagli gli avversari. E chi tradisce, è un Giuda. Sapete come sono andate le cose con Orlando? Che Schifani ha chiesto personalmente a Orlando di incontrare in privato Berlusconi. Orlando ha risposto: non posso. E solo allora Berlusconi ha detto: Orlando non va bene. Il gioco fatto con Petruccioli, questa volta non ha funzionato.<br />
<b>Ma non siete ossessivi nel vostro anti-berlusconismo?</b><br />
"Noi vogliamo solo denunciare i misfatti della maggioranza. Ad esempio in commissione Giustizia, dove siamo bloccati ogni giorno dal lodo Consolo. E questo mentre nei tribunali manca pure la carta igienica. Ma allora, di chi è la colpa? Di chi denuncia i misfatti, o di chi li commette? Del medico o della malattia?"<br />
<b>Alitalia, come finirà?</b><br />
"Dobbiamo dirlo chiaro: Berlusconi ha ceduto l'Alitalia a una cordata di speculatori coraggiosi. E' in corso, in questi giorni, una ristrutturazione propedeutica, affinché vengano tagliati i voli che non rendono abbastanza. Ma questo lo si doveva fare con la vecchia Alitalia, e la si sarebbe salvata. Invece teniamo i voli per Albenga, che servono solo a Scajola. Lo sapete che hanno proposto anche a me, quando ero ministro, di mettere un volo Alitalia a Campobasso, apposta per me? Naturalmente ho rifiutato".<br />
<b>
Quale è la vostra politica di alleanze, andrete con Rifondazione o con l'Udc?</b><br />
"Da soli non si vincono le elezioni, e questo lo dico a Veltroni. Ma è vero che non ci si può alleare con cani e porci. Dobbiamo allontanare le ideologie. E dunque quella parte della sinistra che gode a stare all'opposizione. Un'altra parte invece è una sinistra di governo, con la quale vogliamo dialogare. Per quanto riguarda l'Udc, non si capisce cosa vogliono. Sono in attesa di darsi al miglior offerente. Io rispetto Tabacci, e ho da imparare da lui. Ma da Cuffaro cosa imparo?".<br />
<b>In Abruzzo il centro-sinistra ha un candidato dell'Italia dei Valori.</b><br />
"Costantini farà bene. Abbiamo imposto agli alleati regole che hanno prodotto candidati puliti. E' già una vittoria".
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<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/di-pietro-repubblica-tv/di-pietro-repubblica-tv/di-pietro-repubblica-tv.html">La Repubblica - Edoardo Buffoni</a>Rita BERNARDINI: Consulta. Non ci facciamo illusioni. I fatti hanno mostrato che il peggio è sempre il fatto più probabile.2008-10-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375191Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) - Assessore Provincia Avellino (Partito: Radicali italiani) <br/><br/><br />
<i>• Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia, da quattro giorni in occupazione con altri parlamentari radicali del corridoio antistante la Commissione parlamentare di Vigilanza a Palazzo S. Macuto</i><br /><br />
Non ci facciamo illusioni, come nel passato quando abbiamo imposto le obbligate elezioni da parte del Parlamento dei membri mancanti al plenum della Corte Costituzionale: i fatti hanno mostrato che il peggio è sempre il fatto più probabile.
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Mi pare personalmente di poter osservare che fra i tre nomi che circolano, ve ne è ad esempio uno che non solo a me è noto (se è noto) come colui che ha come principale titolo quello di essere stato nel CSM uno zelota (di destra o di sinistra non importa) dell'ANM. Detto questo, facciano pure, anche il peggio. Da parte nostra stiamo chiedendo finalmente un fatto e non il proseguimento di un misfatto.
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=130343">Radicali.it</a>Giulia BONGIORNO: «Separare le carriere è un atto di civiltà» - INTERVISTA2008-09-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359578Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) - Pres. commissione Camera Giustizia <br/><br/><br />
Sulla possibilità di arrivare a una riforma condivisa, la presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Giulia Bongiorno è ottimista.<br />
<b>Onorevole Bongiorno, come commenta l'intervento del presidente Anm, Palamara?</b><br />
«Condivido la premessa del presidente Palamara sulla necessità indifferibile di riforme che abbiano come oggetto l'efficienza della giustizia.
Questa, del resto, è una battaglia che conduco da molti anni».<br />
<b>Cosa intende per efficienza, scusi?</b><br />
«Non ho dubbi sulla necessità di porre come primo punto dell'agenda delle riforme lo snellimento dei tempi processuali, senza però ridurre le garanzie. Non vorrei che, presi dall'ansia di ridurre la durata dei processi, perdessimo parte dei processi stessi, come ad esempio il grado d'appello».<br />
<b>L'Associazione nazionale magistrati apre al dialogo ma critica quanto fatto, o detto, sinora.</b><br />
«Prima di assumere un atteggiamento di chiusura occorrerebbe esaminare e discutere il testo. Il mio invito al presidente Palamara è quello di avere pazienza e aspettare i testi».<br />
<b>Il timore, ribadito ieri, è quello di una riforma costituzionale che indebolisca l'autonomia dei giudici. Timore fondato?</b><br />
«Vorrei tranquillizzare i magistrati, sarei la prima ad oppormi a una riforma che sottometta la magistratura all'esecutivo. Le riforme si fanno per migliorare e rinnovare, non certamente per peggiorare».<br />
<b>
L'Anm darà vita a delle assemblee aperte al personale amministrativo e alla stampa per far conoscere i disservizi ai cittadini, cosa ne pensa di questa iniziativa?</b><br />
«Condivido qualsiasi tipo di iniziativa capace di mettere al centro dell'agenda politica la riforma della giustizia e in questo va dato merito al presidente Berlusconi di averla posta come priorità del governo, insieme al federalismo».<br />
<b>Un punto sul quale i magistrati sembrano non voler trattare è quello della separazione delle carriere, è davvero il male dei mali?</b><br />
«Ritengo che la separazione delle carriere sia un segno di civiltà giuridica. Occorre chiarire che separare le carriere non significa sottomettere il Pubblico ministero all'Esecutivo, ma semplicemente garantire parità tra accusa e difesa».<br />
<b>
Trovare un punto di incontro con l'Anm e dar vita a una riforma condivisa, resta ancora una missione impossibile?</b><br />
«Magistrati e avvocati sono i protagonisti della giustizia, una riforma senza il loro contributo sarebbe destinata ad essere cancellata da maggioranze politiche diverse. Dobbiamo cominciare subito a rianimare il sistema giustizia con riforme condivise sull'efficienza. Riduciamo subito i tempi dei processi. Già questa sarebbe una vittoria condivisa».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JATKJ">Il Tempo - Susanna Novelli</a>