Openpolis - Argomento: patrimonio pubblicohttps://www.openpolis.it/2012-09-19T00:00:00ZPier Paolo BARETTA: Superare il patto di stabilità e ridurre il cuneo fiscale per ripartire2012-09-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650302Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>
<br />
"Il pareggio di bilancio nel 2013 è un obiettivo positivo che allenta la morsa sul debito e consente di orientare le scelte del governo sulla crescita, evitando una manovra bis o un nuovo aumento delle tasse e dell’Iva. La strada c'è: dismissioni, con la creazione di un grande fondo nel quale far confluire il patrimonio pubblico da gestire nel mercato; superamento del Patto di stabilità, per consentire agli enti locali di investire; riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. La discussione sulla Legge di stabilità è imminente, e ci chiamerà ad un compito arduo: riuscire a coniugare crescita e austerità, come ricordato anche oggi dal Presidente Napolitano".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=14712">www.areadem.info</a>Pier Paolo BARETTA: “No a manovra bis o all’aumento di tasse o Iva” 2012-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650120Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“Il pareggio di bilancio nel 2013 è un obiettivo positivo che allenta la morsa sul debito e consente di orientare le scelte del governo sulla crescita, evitando una manovra bis o un nuovo aumento delle tasse e dell’Iva”.
<p>
“La strada c’è: dismissioni, con la creazione di un grande fondo nel quale far confluire il patrimonio pubblico da gestire nel mercato; superamento del Patto di stabilità, per consentire agli enti locali di investire; riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. La discussione sulla Legge di stabilità è imminente, e ci chiamerà ad un compito arduo: riuscire a coniugare crescita e austerità, come ricordato anche oggi dal Presidente Napolitano”.
<p><i>Lo ha dichiarato il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.</i><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pierpaolobaretta.it/sito/no-a-manovra-bis-o-allaumento-di-tasse-e-iva/">www.pierpaolobaretta.it</a>Paolo FERRERO: Sullo Spread la più grande disinformazione di massa dopo i nazisti2012-08-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648458<br />
Parlano di tetto segreto per lo spread ma lo sanno anche i muri che la BCE nell’ultimo vertice ha deciso di intervenire direttamente nell’acquisto di Titoli di stato nel caso in cui lo spread salga oltre ad un certo limite. Lo farà in virtù di un memorandum – come quello greco – che il paese sotto attacco dovrà firmare e che toglierà ogni sovranità sulla politica economica al paese in questione.
<p> <b>Infatti dopo l’ultimo vertice della BCE lo spread è sceso: In pratica siamo di fronte alla prova provata che per fermare lo spread è sufficiente che la BCE minacci di intervenire in quanto nessun speculatore usa i suoi soldi per speculare al ribasso quando rischia di perderli.</b>
<p> <b>E’ la dimostrazione che lo spread è stato volutamente lasciato salire in questi mesi per spaventare i popoli e spingere ad accettare come male minore i tagli al welfare e ai diritti.</b>
<p> <b>Sullo Spread abbiamo avuto la più grande operazione politica e mediatica di disinformazione di massa dopo quelle del nazismo orchestrate da Goebels. I governanti europei sono dei criminali e hanno la stessa concezione dei nazisti della democrazia: il popolo va imbonito di menzogne in modo da tenerlo calmo.</b>
<p> Adesso, dopo aver tagliato i diritti sono passati alla fase due, basata sulle privatizzazioni di tutto il patrimonio pubblico. Per questo Monti dice di vedere la fine della crisi: per obbligare a tagliare i diritti hanno spaventato i popoli con la speculazione e adesso ci rassicurano dicendo che siamo quasi fuori dalla malattia e basta svendere il patrimonio pubblico. Era un menzogna prima ed è una menzogna adesso: la speculazione era un fenomeno voluto ma il taglio della spesa pubblica ha aggravato la crisi, per questo l’Italia e gli italiani stanno molto peggio di come stavano un anno fa.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/8/20/25566-montibce-ferrero-prc-sullo-spread-la-piu-grande/">www.controlacrisi.org</a>Vittorio Grilli: «Vendite da 15-20 miliardi l'anno. Ecco il piano per ridurre il debito» - INTERVISTA2012-07-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647373Alla data della dichiarazione: Ministro Economia<br/><br/><br />
Il primo successore di Monti al ministero dell'Economia, economista, milanese, bocconiano, è già stato direttore generale del Tesoro con Tremonti.
<p><b>Una personalità quest'ultima agli antipodi rispetto all'attuale premier. Vero?</b>
<p>«Il rapporto personale con Giulio non è cambiato, quello gerarchico era molto diverso, prima io ero parte dell'amministrazione dello Stato, oggi sono membro di un governo che fa della collegialità un punto di forza, lo dimostra se non altro la durata dei consigli dei ministri, ma va subito detta una cosa fondamentale».
<p> <b>Quale?</b>
<p> «La legittimazione di questo governo è nella persona del presidente del Consiglio; la mia, di conseguenza, ne è una derivata».
<p> <b>Sì, d'accordo, ma il comitato di coordinamento costituito a Palazzo Chigi con Passera e Visco non lo vede come un limite ai suoi poteri?</b>
<p> «Assolutamente no».
<p><b> E la presenza del Governatore della Banca d'Italia in un organismo governativo non rappresenta un'anomalia?</b>
<p>«Non credo, non riduce minimamente il suo livello di autonomia».
<p> <b>Allora diciamo che con un governo politico la cosa non sarebbe avvenuta.</b>
<p> «Forse sì».
<p> <b>All'indomani della bocciatura di Moody's, che ha ridotto di due gradini la valutazione del debito italiano (da A3 a Baa2), la delusione per il voto ritenuto ingiusto non scalfisce in Grilli la soddisfazione per l'andamento delle aste dei titoli pubblici con rendimenti in calo?</b>
<p> «Una grande differenza rispetto a poco meno di un anno fa».
<p><b>Io non mi farei, ministro, grandi illusioni, lo spread è sceso di poco dai massimi di novembre (575).</b>
<p> «Sì, ma la curva dei rendimenti dei nostri titoli è completamente diversa. Prima, quelli a breve erano superiori a quelli a lungo termine, segno che per l'Italia l'accesso ai mercati si stava chiudendo. Oggi accade il contrario. I tassi a breve sono più bassi di quelli a lunga. Ancora troppo elevati, però».
<p><b>Così alti da far salire il servizio del nostro debito pubblico al 5,8 per cento del Pil, qualcosa come 85 miliardi di interessi all'anno.</b>
<p> «I mercati non riconoscono ancora la bontà degli sforzi compiuti dal nostro Paese per mettere in ordine i conti, il pareggio di bilancio è a portata di mano, le riforme strutturali sono avviate. Nessun altro Paese ha fatto tanto, in così poco tempo».
<p> <b>Lo spieghi alle agenzie di rating , ci ha provato?</b>
<p> «Certo, anche se i rapporti sono diventati difficili, se non impossibili. Prima il confronto era più facile».
<p> <b>Che cosa è accaduto nella vostra relazione con le agenzie di rating?</b>
<p> «Prima della crisi dei subprime (i prestiti immobiliari senza garanzie, <i>ndr</i>) veniva data la tripla A, il voto massimo, anche a degli autentici pericoli pubblici, come gli special purpose vehicle, società fuori dai bilanci principali. Dopo lo scoppio della bolla, le procedure si sono ingessate. Le agenzie di rating, che sono aziende private in potenziale conflitto d'interesse con i propri clienti, esponenti di una cultura solo americana, si sono mosse sempre in ritardo, finendo per ampliare gli effetti dei fenomeni, anziché anticiparli. E il dialogo si è interrotto. Oggi ci avvertono quando tutto è deciso, non accettano spiegazioni».
<p>
<b>E i governi appaiono impotenti, devono sempre subire?</b>
<p> «In un'economia di mercato è assolutamente normale che vi sia una valutazione dei crediti privati, un voto di affidabilità su un debitore, può essere discutibile che ciò possa essere richiesto anche per uno Stato. L'aspetto grave, che una democrazia non dovrebbe sottovalutare, è però un altro. Un giudizio privato, pur legittimo, rientra poi automaticamente nelle procedure, di natura pubblica, di un ente regolatore che difende gli interessi di tutti. Il vero nodo è questo».
<p><b>A cinque anni dallo scoppio della bolla dei subprime, qual è la sua personale valutazione, qual è stato il più grande errore commesso?</b>
<p> «La velocità della globalizzazione ci ha colto di sorpresa e nessuno di noi pensava che l'attività di supervisione dei governi fosse così lenta e miope, a volte persino inconsapevolmente complice delle patologie dei mercati».
<p><b>Lei pensa che la scelta della banca universale, senza la separazione dell'attività di investimento da quella commerciale, sia la causa principale?</b>
<p> «Il modello andrebbe cambiato. Dovremmo avere l'onestà di dirlo. Guardi, una volta le banche d'affari erano boutique e tutti conoscevano tutti. Oggi sono istituzioni estremamente complesse con migliaia di persone dove la cultura super tecnocratica dei prodotti finanziari domina su tutti».
<p>
<b>Sono tornati gli investitori esteri, nonostante tutto, sui nostri titoli?</b>
<p> «È presto per dirlo».
<p> <b>Quant'è attualmente la quota del nostro debito pubblico in mano straniera?</b>
<p>«Grosso modo il 40 per cento».
<p> <b>Teme l'agosto sui mercati?</b>
<p> «L'agosto è sempre un mese difficile perché i mercati sono più sottili e volatili».
<p><b>Lo scudo anti-spread riuscirà nell'intento di convincere gli investitori ad accettare un premio al rischio più basso, quello fisiologico secondo il Governatore della Banca d'Italia dovrebbe essere intorno a quota 200?</b>
<p>«Condivido l'analisi di Visco, dopo il summit di Bruxelles e l'ultimo Eurogruppo è in corso un intenso lavoro tecnico per dare corpo definitivo a questo strumento, ma molto dipenderà dalla volontà politica di proseguire, a tappe forzate, lungo una maggiore unione politica e fiscale dando ai fondi Efsf (European Financial Stability Facility) e Esm (European Stability Mechanism) compiti precisi e dotazioni adeguate».
<p><b>Diciamo la verità, lo scudo non piace a tedeschi e olandesi e forse resterà sulla carta.</b>
<p> «Io non credo. Sa perché è necessario a tutta l'Unione? Perché la moneta unica ha spento i tradizionali meccanismi macroeconomici di riequilibrio delle economie nazionali. Prima, una recessione spingeva la banca centrale a ridurre i tassi e a favorire il riequilibrio, consentendo a famiglie e imprese di indebitarsi a costi più bassi. Oggi questo non funziona. E quando la Bce taglia il costo del denaro, per noi non cambia nulla. Colpa dello spread troppo alto. Una volta, quando i flussi di capitale in uscita da un Paese erano eccessivi, i tassi di cambio si muovevano di conseguenza. La Svizzera ha fatto recentemente così, impedendo tra l'altro di apprezzare troppo il franco. La Germania, se avesse ancora il marco, lo avrebbe visto schizzare verso l'alto e si sarebbe preoccupata per le sue esportazioni. Come Berna. Oggi, con lo spread elevato, Berlino riceve addirittura un sussidio pagando tassi negativi. Ecco alcune ragioni che rendono lo scudo anti-spread importante per tutti».
<p><b> E l'ostacolo maggiore da superare qual è?</b>
<p> «Dimostrare a tutti i partner che non vi è alcuna intenzione di monetizzare i disavanzi di bilancio. L'Italia ha quasi annullato il proprio deficit, mettendo poi il pareggio di bilancio in Costituzione. Si tratta di stabilizzare i mercati e dare più assicurazioni sulla liquidità e la stabilità dell'Eurozona nel suo complesso. Oggi sta avvenendo un sostanziale ritorno di sistemi finanziari operanti prevalentemente all'interno dei propri confini nazionali con danni per tutti».
<p> <b>Sono molti i capitali in fuga dall'Italia e anche dall'euro?</b>
<p> «Non mi risultano fenomeni apprezzabili».
<p><b>Io non sarei così sicuro. State trattando con la Svizzera per raggiungere un accordo sulla tassazione dei capitali italiani?</b><br />
«Il negoziato è avviato, esaminiamo le intese già raggiunte da Berna con tedeschi e inglesi. Sono ottimista».
<p><b>È allo studio una terapia antidebito?</b>
<p> «Premetto subito che sarei felice di dare un colpo secco al nostro debito pubblico, oggi intorno al 123 per cento, e portarlo sotto quota 100, sarebbe bellissimo. Purtroppo, diciamo la verità, non ci sono più gli asset vendibili dello Stato e degli enti pubblici, come vent'anni fa. Vi è un patrimonio immobiliare di difficile valorizzazione, come insegnano le esperienze non felici di Scip 1 e Scip 2 (società create per vendere o cartolarizzare le proprietà degli enti, <i>ndr</i>), molte attività sparse a livello locale».
<p><b> Ma sulle privatizzazioni potreste avere più coraggio, no?</b>
<p> «Giusto, alcuni passi significativi sono già stati compiuti, per esempio costituendo alcuni veicoli, come quello del Demanio o le due società di gestione del risparmio (Sgr) per gli immobili e le utilities locali della Cassa depositi e prestiti (Cdp), molto sarà fatto con il recente decreto sulla spending review e riducendo drasticamente le società municipali in house, ovvero con un solo cliente, l'ente fondatore, in modo da favorire l'apertura dei mercati ai privati».
<p><b>Ma, insomma, un possibile percorso di rientro del debito c'è o no?</b>
<p>«Io non credo alle virtù di prestiti forzosi, la mia cultura liberale fa sì che certe soluzioni non mi convincano».
<p> <b>E allora? Dovremo vivere all'infinito con un fardello così pesante sulla testa degli italiani?</b>
<p> «La strada praticabile è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l'anno, pari all'1 per cento del Pil».
<p> <b>Un po' poco, ministro.</b>
<p> «No, tutt'altro, se lei pensa che già abbiamo un avanzo primario, cioè prima del pagamento degli interessi sul debito, del 5 per cento e calcoli una crescita nominale del 3 per cento, cioè tolta l'inflazione all'1, vorrebbe dire ridurlo del 20 per cento in 5 anni».
<p><b>Le tasse, specie sul lavoro, sono troppo elevate, ministro. I malumori sono giustificati.</b>
<p> «Intanto le abbiamo ridotte».
<p> <b>Scusi?</b>
<p> «Sì, quello che si dimentica è che l'aumento dell'Iva al 23 per cento era già previsto per legge».
<p><b> È stato solo rinviato al luglio del 2013.</b>
<p> «E cercheremo di creare le condizioni perché non aumenti del tutto. La spending review del ministro Giarda consente risparmi al di là delle cifre di cui si parla in questi giorni. Si possono ridurre ancora le agevolazioni fiscali e assistenziali, intervenire sui trasferimenti alle imprese, le ipotesi sono tante».
<p> <b>E le imposte sul lavoro scenderanno mai in questo Paese?</b>
<p> «Io me lo auguro e la lotta all'evasione fiscale dovrebbe creare le condizioni per renderlo possibile».
<p> <b>Quanto pensate di incassare quest'anno dalla lotta all'evasione fiscale?</b>
<p> «Più dei dieci miliardi previsti».
<p> <b>Perché è così ottimista?</b>
<p> «Perché l'Agenzia delle Entrate ha a disposizione nuovi strumenti. Ha, per esempio, una migliore accessibilità agli istituti di credito. Sono stati fotografati due milioni di immobili fantasma non accatastati. L'uso del contante è stato limitato».
<p><b> Ma la crisi farà inevitabilmente calare il gettito. Qual è la vostra previsione sull'andamento dell'economia, in vista dell' aggiornamento del Def, previsto a settembre? Quanto morde la recessione? Visco prevede un calo del 2 per cento, il Fondo monetario è più pessimista.</b>
<p> «Io direi un po' meno del 2».
<p>
<b>Il ministero dell'Economia è anche azionista di peso di molte società. Una di queste, la Rai, ha da qualche giorno un nuovo vertice con la nomina di Anna Maria Tarantola. Ma la Rai verrà mai privatizzata?</b>
<p> «L'obiettivo principale oggi è la qualità dei programmi, la trasparenza e l'efficienza della gestione, poi sarà forse possibile tracciare una linea di confine tra ciò che è servizio pubblico e ciò che è pura attività commerciale».
<p> <b>Finmeccanica tra scandali e vertici in discussione.</b>
<p> «Osserviamo da vicino, anche qui la trasparenza è indispensabile».
<p><b> La Cassa depositi e prestiti, secondo alcuni critici, si avvia ad essere una sorta di nuovo Iri, l'ente pubblico in vita dal '33 al 2002?</b>
<p> «Lo escludo, la Cdp svolge, in un'economia profondamente cambiata, un ruolo insostituibile di motore della crescita, pubblico e privato, garantisce lo sviluppo e la tutela nazionale delle grandi reti, con le sue partecipazioni in Terna, Snam, Metroweb, ma anche in F2I, nel Fondo strategico e in quello per le piccole e medie imprese».
<p><b>Il governo durerà fino alla primavera del 2013. Ormai, le sorprese sembrano escluse. E dopo che farà?</b>
<p>«Guardi, io non ci penso, la politica non fa per me. Sono orgoglioso di fare qualcosa per il mio Paese».
<p><b>Pagato meno di prima?</b>
<p> «Sì, guadagno il 40 per cento rispetto a quand'ero direttore generale, ma non mi lamento, ci mancherebbe altro».<br /><br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HOWWP">Corriere della Sera - Ferruccio de Bortoli </a>Vittorio Grilli: «La fase acuta della crisi italiana è stata superata»2012-04-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626847Alla data della dichiarazione: Viceministro Economia e finanze<br/><br/><br />
«La fase acuta della crisi italiana è stata superata e il Governo non sta tralasciando nulla».
<p> <i>Di sicuro, ha osservato nel corso di una conferenza stampa a margine dei lavori dell'Fmi,</i> «la priorità è il riequilibrio dei conti pubblici senza cui non si possono costruire politiche strutturali di riattivazione della crescita».
<p>
«Per abbattere il debito non stiamo tralasciando nulla, anche eventuali dismissioni del patrimonio pubblico». «Occorre «evitare la sensazione che abbiamo fatto l'aggiustamento fiscale ma non c'è crescita, e che dunque abbiamo sbagliato».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-21/crisi-grilli-visco-202729_PRN.shtml">il Sole 24 Ore</a>Gregorio FONTANA: «All'insegna della trasparenza» - INTERVISTA2011-10-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617604Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />Ritengo più che giusto il fatto che Silvio Berlusconi incontri il leader radicale Pannella.
<p>
<b>Onorevole Fontana, cosa è necessario fare per superare la crisi del centrodestra?</b>
<p>
"La crisi economico-finanziaria internazionale ha coinvolto tutti i governi del pianeta. Chi ha governato in questi anni oggi deve fare i conti con la perdita di consensi. Il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha visto piombare la sua popolarità ai minimi storici. Anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha fronteggiato una crisi difficile da risolvere. Il problema vero è quello di prendere delle misure coraggiose e di fare scelte ambiziose. Il vero problema è quello di liberare risorse per l'economia e vendere il patrimonio pubblico che è mal sfruttato. Un altro tema su cui dobbiamo riflettere è la legge elettorale".
<p>
<b>Il Pdl teme il ritorno del Mattarellum?</b>
<p>
"L'esito delle elezioni del 2006 è ancora tutto da verificare. Non so se potremo mai farlo. Noi non temiamo affatto il ritorno alla precedente legge elettorale. Con questo sistema elettorale abbiamo vinto le elezioni politiche due volte: nel 1994 e nel 2001. E abbiamo vinto le elezioni politiche senza difficoltà. Per vincerle, nel 1996, il centrosinistra è ricorso alla desistenza con Rifondazione comunista. Non abbiamo paura nemmeno di una legge elettorale con le preferenze. Se lei scorre le elezioni che si sono svolte dal 2008 in poi si può constatare che abbiamo vinto tante elezioni con il voto di preferenza e con sistemi di tipo proporzionale. Come ha detto il segretario Alfano, il Pdl ha vinto con tutti i sistemi elettorali. Basta tenere fermo il principio del maggioritario e quello che il vincitore è chiamato a governare l'Italia. Gli elettori italiani vogliono sapere chi guiderà il paese e con quali alleanze piuttosto che sapere il nome del deputato che sarà eletto".
<p>
<b>Pensa che Bersani voglia la politica delle cosiddette "mani Libere"?</b>
<p>
"Non so cose pensi il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Sulla riforma elettorale il Pd ha cambiato idea troppe volte. Prima ha appoggiato i referendum, poi se ne è pentito. Il problema è quello di avviare un confronto anche su queste cose, anche con l'opposizione, per cercare di capire se ci sono i margini per approvare una riforma elettorale che abbia l'obiettivo della governabilità".
<p>
<b>Cosa pensa del dialogo tra i radicali e Berlusconi?</b>
<p>
"L'incontro tra Pannella e Berlusconi è un confronto giusto e si è svolto con la massima trasparenza. Questi incontri dovrebbero avvenire più spesso anche per ascoltare, sui temi della giustizia, chi non la pensa come noi. Io sono segretario d'aula. E posso dire che i Radicali non hanno mai tradito l'opposizione. Ritengo che questi incontri siano una questione di civiltà politica".<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=15ZQTQ">la Voce Repubblicana - Lanfranco Palazzolo</a>Pier Luigi BERSANI: «Sulle pensioni sono pronto a discutere» - INTERVISTA2011-08-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it607914Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Ne ha per il tandem Berlusconi-Tremonti, rei «di aver disseminato il Paese di macerie»; e ne ha - naturalmente - per la Lega, perché «è un anno che denuncio le loro contraddizioni, e ora osservo l’effetto della crisi strategica in cui sono caduti». Ma Pier Luigi Bersani commenta anche l’ultima uscita (lunedì a Cortina) di Luca Cordero di Montezemolo, prendendosela con «un certo terzismo che attacca destra e sinistra ma non dice mai da che parte sta». Interrotte le vacanze (in realtà mai cominciate) per tornare a Roma e definire gli emendamenti pd alla manovra-bis del governo, il leader democratico accoglie con cortesia la richiesta di intervista. Che non può che cominciare dall’intervento pronunciato dal Capo dello Stato l’altroieri a Rimini.
<p>
<b>Il Presidente Napolitano è parso avercela anche col Pd, colpevoli di far risalire a Berlusconi qualunque problema investa il Paese.</b>
<p>
«Noi ripassiamo sempre due o tre volte, nella nostra testa, quello che dice il Presidente. Lo ascoltiamo. Io rivendico al Pd di aver fin dal primo giorno, inascoltato, descritto la situazione per quel che era: inascoltato sia da chi raccontava le favole sia da chi faceva finta di crederci. La crisi è stata sottovalutata e tenuta nascosta: è un’accusa che teniamo ferma e che siamo pronti a documentare. Mi pare che il Presidente riconosca che sia andata così. Mi piacerebbe un riconoscimento anche da parte di altri...».
<p>
<b>Quanto al resto?</b>
<p>
«Quale resto?».
<p>
<b>Chiamiamolo un presunto eccesso di antiberlusconismo.</b>
<p>
«Il Presidente, come tutto il Paese, sa che noi intendiamo essere un’opposizione di governo assolutamente responsabile: ma alternativa. Ripeto: alternativa. Perché la cura berlusconiana cui è sottoposta l’Italia, è un assoluto disastro».
<p>
<b>Il Quirinale insiste nel chiedere a tutti coesione e senso di responsabilità. Dopo il varo della manovra di luglio e poi le mancate dimissioni del governo, lei disse: la nostra responsabilità si ferma qui. E oggi, dunque?</b>
<p>
«Intendevo ed intendo che la nostra responsabilità si ferma alla soglia del merito delle scelte. Noi ci prendiamo come sempre la responsabilità di cercare soluzioni, garantiamo il saldo di bilancio e perfino i patti con l’Europa fatti da Tremonti (sui quali avremmo molto da dire). Però le ricette no: la nostra collaborazione si ferma davanti a un merito che non condividiamo. Perché non ci possono raccontare, per esempio, che in un momento così non si può far pagare chi non ha mai pagato».
<p>
<b>Raccontano questo?</b>
<p>
«Da molte parti sta venendo fuori questa favola: che non è possibile, non è mai possibile far pagare chi non ha mai pagato. E’ vergognoso. E noi su questo ci impuntiamo con tutti e due i piedi».
<p>
<b>Si riferisce al “no” ricevuto all’idea di prelievo sui capitali cosiddetti “scudati”?</b>
<p>
«Non solo a quello. La nostra proposta di articola su pochi punti. Primo: una terapia choc contro l’evasione. Proporremo l’uso di sette o otto grimaldelli che, se utilizzati, possono aiutare a cominciare a vincere la battaglia. Secondo: una imposta sui patrimoni immobiliari rilevanti. Terzo: un ridimensionamento drastico di pubblica amministrazione, istituzioni e costi della politica. Quarto: un contributo di solidarietà che finalmente gravi non sui tassati ma sui condonati. A questo aggiungiamo liberalizzazioni, dismissioni ragionevoli del patrimonio pubblico, e un po’ di politica industriale e di sostegno all’economia. Per l’amor di Dio: si può non essere d’accordo, ma non si snobbi questo piano. Perché non ci faremo intimidire da chi dice semplicemente che non si può».
<p>
<b>E le pensioni, scusi?</b>
<p>
«Le pensioni sono un discorso serio, ed è ora di smetterla di tentare di cavar soldi da lì, per coprire il buco del giorno, per non toglierli agli evasori o a chi è sempre al riparo. E’ insopportabile. Comunque, se dopo tutto quello che ho elencato si vuol parlare di evoluzione del sistema pensionistico a favore dei giovani, si ricordi che noi siamo i primi ad aver fatto la riforma. Io sono per discutere, dunque. Abbiamo sempre detto che per noi la messa a regime del sistema consiste nell’individuare una fascia di anni nella quale ci sia flessibilità di uscita in ragione di meccanismi di convenienza. Parliamone. Quel che non accetto è che per colmare il buco degli enti locali si vogliano toccare le pensioni: si facciano pagare i condonati e si metta una tassa sui patrimoni rilevanti. Se non sanno come si fa, glielo spieghiamo noi».
<p>
<b>Magari lo sanno ma non vogliono farlo...</b>
<p>
«Possibile. Allora, però, non accusino noi di chiusura. Della flessibilità di cui dicevo, per altro, avevamo parlato già nella nostra conferenza sul lavoro, mesi fa. Altro che chiusura».
<p>
<b>Anche Montezemolo, però, critica il presunto silenzio del Pd sulla manovra e dice che il poco che avete proposto la ritassazione dei capitali “scudati” non si può fare.</b>
<p>
«Devo dire la verità: a me le sue dichiarazioni non sono piaciute. Nel merito: si limiti a dire se sia più giusto chiedere solidarietà ai condonati o ai tassati, perché siamo grandi e non siamo nati ieri, a renderla praticabile ci pensiamo noi. Più in generale - e alludo a Montezemolo e non solo - è uno sport antico di certo terzismo cercare di farsi largo semplicemente criticando a destra e a manca: ma sono cose, diciamo così, da precampionato...<br />
Noi siamo in un sistema ormai radicalmente bipolare: e oltre a dire cosa si vuol fare, bisogna anche spiegare da che parte si sta. Perché finché c’è il precampionato, va tutto bene: ma quando si arriva al dunque, bisogna scegliere.<br />
Chiunque entra in politica con obiettivi positivi, naturalmente, è sempre benvenuto: ma scelga e spieghi da che parte sta. Perché l’Italia, al punto in cui è, per i precampionati davvero non ha più tempo».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=13FHR3">La Stampa - Federico Geremicca</a>Francesco Maria GIRO: «Monumento malmesso, la situazione è grave» - INTERVISTA2011-07-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589854Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Beni e Attività Culturali (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Il sottosegretario Francesco Giro pesantemente attaccato dalle rivelazioni del sito Dagospia per la Domus Aurea: «Ma in quell’articolo non c’è scritto nulla. Luciano Marchetti è stato nominato commissario quando ancora era ministro Francesco Rutelli, poi noi lo abbiamo incaricato per il terremoto dell’Abruzzo e riconfermato per Roma. Ai tempi di Rutelli se ne occupava il sottosegretario Andrea Marcucci».
<p>
<b>Però si parla di costi lievitati, 18 milioni spesi quasi inutilmente, tre ascensori faraonici; ha letto?</b>
<p>
«Io ho partecipato a una sola riunione. E’ stato deciso di intervenire dall’alto; le valutazioni spettano ai comitati tecnico-scientifici: poi, alla luce delle loro indicazioni l’autorità politica compirà le scelte. I fondi: finora sono stati erogati 8,6 milioni, impegnati 3,3 e pagati 1,9; ne serviranno almeno 45, e magari di più: dovremo cercarli; forse, useremo i proventi dell’aumento delle accise sui carburanti».
<p>
<b>Come mai un incremento così pronunciato?</b>
<p>
«Perché lavorando là sotto si è capito come il monumento è malmesso. La situazione è più grave del previsto. Tutto ciò che è stato scritto, appartiene alla valorizzazione della Domus, e vedremo come realizzarla al momento opportuno; e a progetti anche vecchi e sorpassati. Ascensori? Io non so nulla».
<p>
<b>Ma questi progetti lei li ha visti?</b>
<p>
«A una riunione, l’unica cui sono intervenuto, ho potuto dare un’occhiata a un rendering. Ma lo ripeto: dopo, tutto è cambiato. Il commissario Marchetti mi dice che lui, a volte, ha perfino paura a far entrare i funzionari nella Domus, tanto elevati sono gli attuali rischi. Mi sembra che sia abbastanza rivoluzionaria l’idea di provvedere a un consolidamento compiendo un vero e proprio scavo».
<p>
<b>Allora non si sente chiamato in causa da Dagospia?</b>
<p>
«Lo ripeto: è un articolo che non dice nulla e che mi pare denunci anche scarsa conoscenza; parla d’una situazione che da tempo è ormai mutata. Io non adotto la politica degli annunci: riferisco solo quello che mi dicono i tecnici. E so, adesso, che questi mesi sono trascorsi per parecchi interventi d’emergenza: più di quanti si pensasse; e che tutta la situazione si è rivelata assai più complessa. E in più, il luogo è tanto eccezionale che richiede tutte le cautele possibili»<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=11VJSE">Il Messaggero</a>MAURIZIO SALOMONI: Centro commericle a Gorizia: la provincia cede tutti i terreni2008-09-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it374886Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Gorizia (Partito: PD) <br/><br/>È un passo importante ma più sul piano formale che sostanziale. È stato firmato ieri mattina ufficialmente l’atto di vendita dei terreni di via Terza Armata, su cui sorgerà il primo centro commerciale di Gorizia. La Provincia, pertanto, ha ceduto a titolo definitivo l’area, ottenendo - in cambio - qualcosa come 6 milioni 343 mila 764 euro, ovvero 100 mila euro in più rispetto al prezzo base previsto dal bando. Non essendoci altri concorrenti, al gruppo guidato da Commerciale goriziana bastò - nei mesi scorsi - un unico rilancio minimo, appunto, di 100 mila euro. Raggiante l’assessore comunale al Patrimonio Maurizio Salomoni perché con la firma di ieri si chiude l’iter di cessione dei terreni. «Ora, il pallino passa in mano agli imprenditori privati. Per quanto ci riguarda, l’iter è sostanzialmente concluso - sottolinea Salomoni -. Cosa faremo degli oltre sei milioni incassati? Non abbiamo ancora deciso quale sarà la destinazione di tali finanziamenti. Posso comunque dire che serviranno per investimenti sul patrimonio e mi riferisco in particolar modo all’edilizia scolastica e alla viabilità». <br/>fonte: <a href="http://www.mauriziosalomoni.it">Il Piccolo</a>