Openpolis - Argomento: giudicihttps://www.openpolis.it/2014-06-17T00:00:00ZPaolo Cova: Di arance e di giudici2014-06-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it720579Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>In settimana, alla Camera, abbiamo approvato la Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea, o Legge di delegazione europea 2013 bis. La solita dicitura lunga e complicata per dire che serviva un atto del Parlamento italiano – ora tocca al Senato – per superare tutte le infrazioni in cui siamo incorsi finora. E non sono poche. Tant’è che non mi sogno di farvi una pesante elencazione di quanti e quali ambiti siamo andati a toccare. Vi parlerò solo dei tre che hanno colpito maggiormente l’immaginario collettivo.
I primi due toccano direttamente il settore di cui mi occupo ed una interessa da vicino quanti in Lombardia praticano la caccia. Con un emendamento è stato, infatti, ridotto il numero di inanellamenti e delle specie di volatili da usare come richiami vivi, mentre per altre specie si mantengono gli inanellamenti, ma con un numero minore di catture. Molti vorrebbero l’eliminazione tout court della caccia che usa i richiami vivi, ma questo dovrebbe rappresentare il giusto compromesso tra le diverse opinioni.
L’altra questione di cui avrete senz’altro sentito parlare ha a che fare con l’agroalimentare. Grazie a un emendamento del Pd è passata la nuova regola sul limite minimo di frutta nelle bibite analcoliche: da ora nell’aranciata ci dovrà essere non più il 12 ma il 20% di succo d’arancia. Con buona pace sia dei produttori del frutto sia dei consumatori. Rimane il dubbio sulle bevande che provengono dall’estero e che potrebbero continuare a contenere una percentuale inferiore. Non posso che invitarvi a bere italiano.
Infine, un emendamento leghista ha introdotto la responsabilità civile dei magistrati. Passato per soli 7 voti e con molte astensioni, il provvedimento stabilisce che chi ha subìto un danno ingiusto per motivi che si possono far risalire direttamente alla persona del magistrato, può agire contro lo Stato e contro il suo rappresentante per ottenere il risarcimento dei danni. Anche questa potrebbe sembrare una battaglia di civiltà, ma per il Pd andava fatta dentro un quadro più preciso e completo: in Parlamento esistono diverse proposte sulla responsabilità civile dei giudici, mentre così il delicato tema è stato trattato forse in modo troppo frettoloso.
<br/>fonte: <a href="http://politici.openpolis.it/static/bookmarklet">politici.openpolis.it</a>FRANCO MIRABELLI: Allarme Di Matteo inquietante. Alfano dica parole chiare2013-12-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712507Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>"Le notizie che giungono dalla Sicilia riguardo a ipotetiche minacce a Nino Di Matteo sono preoccupanti ed inquietanti. Lunedì audiremo in commissione antimafia il Ministro degli Interni Alfano e ascolteremo ancora una volta il procuratore nazionale antimafia Roberti.
Ci attendiamo risposte chiare su quello che sta succedendo e sulle misure che si intendono adottare per sventare pericoli di questa natura."
<p>
Lo dichiarano i senatori <b>Giuseppe Lumia</b>, capogruppo Pd in commissione Giustizia e <b>Franco Mirabelli</b>, capogruppo Pd in commissione Antimafia. <br/>fonte: <a href="http://www.senatoripd.it/doc/3496/lumia-mirabelli-allarme-di-matteo-inquietante-alfano-dica-parole-chiare.htm">senatoripd.it</a>David-Maria SASSOLI: Berlusconi ha fatto fare all'Italia una figura da tappetari2011-05-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it573029Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/> <br />
“Una bella figura da ‘tappetari’ quella che al G8 ha fatto fare il presidente del Consiglio al nostro Paese. Non contento della figuraccia con il presidente degli Stati Uniti, Berlusconi non perde l’ennesima occasione e impone un altro teatrino dei suoi”.
<p>Lo afferma il capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli. “Sarà insieme divertente e tragico vedere stasera i telegiornali amici del premier alle prese con le parole di fuoco che Berlusconi ha pronunciato contro i giornalisti. La verità è che a delegittimare le istituzioni, purtroppo, è invece chi dovrebbe rappresentarle e la prova più evidente di quello che è ormai un fatto è l’imbarazzo di Obama mentre ascolta gli stessi ritornelli contro i giudici che Berlusconi impone al Paese da 17 anni”.
<p>“Con il voto di domenica – conclude Sassoli - i cittadini italiani sapranno dire a voce alta di voler finalmente voltare pagina per restituire autorevolezza al Paese”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.davidsassoli.it">davidsassoli.it</a>Giuseppe GIULIETTI: Il Caimano all'assalto della Consulta2010-12-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548973Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
"Se la Corte costituzionale non mi darà ragione, mi scatenerò contro di loro, in tv e sulle piazze." <br />
Questa l’ultima molotov lanciata da Berlusconi contro la Costituzione e i giudici.
<p>
In questi giorni Maroni e Gasparri hanno minacciato di usare il daspo contro gli studenti, anzi Gasparri avrebbe voluto fermare preventivamente i potenziali molestatori delle piazze. Ebbene quale provvedimento dovrebbe essere applicato ad un presidente del Consiglio che usa queste parole, che minaccia la suprema corte, che oltraggia la carta fondamentale?
<p>
Se c’è qualcuno da fermare è proprio il piccolo Cesare, a lui andrebbe impedito l’accesso alle tv e alle piazze, la zona rossa andrebbe realizzata attorno a palazzo Grazioli, per impedire al molestatore di disturbare i cittadini e la carta costituzionale.
<p>
Parole simili hanno lo sgradevole sapore del ricatto, della pressione preventiva per indurre i giudici a non procedere "secondo scienza e coscienza", ma a decidere secondo convenienza, facendo prevalere l’interesse particolare sull’interesse generale.
<p>
Chiunque abbia a cuore lo stato di diritto, ha il dovere di costruire un cordone sanitario attorno ai giudici della Consulta, per consentire loro di lavorare e di decidere in pace, senza essere condizionati dall’acre odore delle molotov verbali e dagli annunciati cortei, secondo il copione profeticamente anticipato da Nanni Moretti nel film "Il Caimano".
<p>
In ogni caso se e quando Berlusconi dovesse mai decidere di promuovere una marcia dal chiaro sapore golpista, altra parola non troviamo, sarà il caso di farsi trovare pronti e di schierarsi a presidio dell’ordinamento democratico e costituzionale.
<p>
Marco Travaglio ha già proposto di indire una grande giornata per la legalità repubblicana, una iniziativa segnata dalla lettura degli articoli della Costituzione e dalla esposizione del tricolore, che dovrà essere, aggiungiamo noi, il colore unificante della giornata. Per una volta dovremo esserci tutti, abbandonando vecchi schemi, spirito di fazione e di frazione inconcludenti discussioni sulle alleanze e sulle tattiche.
<p>
Se il Caimano dovesse tentare l’assalto finale spetterà a ciascuno di noi reagire con la dovuta intransigenza democratica, questa volta davvero senza se e senza ma.<br />
<br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-caimano-allassalto-della-consulta/?printpage=undefined">micromega-online</a>Marco CAPPATO: «Formigoni continua l'opera di intimidazione nei confronti dei giudici: deve dimettersi»2010-07-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503521<br />
Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, intervenendo oggi sul quotidiano La Repubblica, non solo non si scusa, ma prosegue e aggrava la sua opera intimidatoria.
<p> Infatti, senza spendere una parola sui contatti con oscuri personaggi per fare pressione sui Tribunali che dovevano decidere il ricorso della Lista Bonino-Pannella, oggi Formigoni accusa proprio i magistrati della Corte di Appello di Milano (ripetutamente insultati, sulla base delle intercettazioni, da parte degli esponenti della cosiddetta “P3”, e contro i quali Formigoni avrebbe voluto fossero inviati gli ispettori ministeriali) di avere compiuto “un reato gravissimo” contro di lui, per il solo fatto di aver osato verificare l’inesistenza del minimo di firme regolari in calce alle sue Liste.
<p>
Si tratta della prosecuzione di quell’opera di intimidazione e falsificazione già messa in atto nei giorni successivi all’esclusione delle sue Liste, quando Formigoni accusò pubblicamente noi Radicali di aver ordito una macchinazione e di aver manomesso i suoi moduli sottraendo certificati.
<p>
Formigoni dimostra così di voler continuare ad abusare di quel potere accumulato in 16 anni di esercizio ininterrotto del suo mandato, trattando le istituzioni come cosa sua, all’interno di una logica per bande e di metodi che nulla hanno a che vedere con il senso dello Stato necessario per ricoprire quella carica.
<p>
E’ per questa ragione che ritengo che Roberto Formigoni, al di là di ogni rilievo giudiziario delle intercettazioni che spetta alla magistratura accertare, <a href="http://www.marcocappato.it/"><b>debba lasciare la carica</b> </a> <b>che occupa</b>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=159361">Radicali.it | marcocappato.it</a>Giorgio NAPOLITANO: "Le nuove indagini su Borsellino e Falcone rispondano a verità e giustizia"2010-07-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503438Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
"Alla esperienza professionale, alla dirittura morale e all'impegno coraggioso spinto fino all'estremo sacrificio, Paolo Borsellino - si legge nel messaggio - affiancava la convinzione che il contrasto alla criminalita' non si esaurisce nell'opera di repressione, ma richiede un movimento culturale che promuova, specie nei giovani, crescente fiducia nello stato di diritto.
<p>
I risultati conseguiti grazie all'impegno di magistrati e forze dell'ordine vanno integrati da uno sforzo costante e coerente della societa' civile nell'opporsi ad atteggiamenti di collusione e indifferenza rispetto al fenomeno mafioso.
<p>
Altrettanto indispensabile è il convinto e forte sostegno alle nuove indagini in corso sulla terribile stagione delle stragi che sconvolse il Paese nei primi anni novanta. Con armonia d'intenti e pieno spirito di collaborazione, le istituzioni tutte debbono contribuire a fare piena luce su quegli episodi rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene innanzitutto da chi, come lei e i suoi famigliari, è stato colpito negli affetti più cari, ma nello stesso tempo e più che mai dall'intero Paese.
<p>
Con questo animo sono vicino a lei, ai suoi figli e ai famigliari degli agenti di scorta, rinnovandole i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=9173">Il Quirinale.it</a>Antonio DI PIETRO: «L'ex giudice Caliendo, oggi sottosegretario, deve dimettersi perché coinvolto nello scandalo eolico» - INTERVISTA2010-07-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503336Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
«Ho trovato un'altra gallina morta! Che devo fare? A questo punto ho fatto uccidere galline e gallinacci dal macellaio e le ho messe nel freezer per mangiarmele io»: prima di puntare il dito contro i suoi ex colleghi giudici, Tonino Di Pietro se la prende con una faina che ha fatto fuori i suoi amati pennuti sotto la calura di Montenero di Bisaccia. Toltosi questo pensiero, l'ex pm può passare all'attacco, per chiarire che non c'è «nessuna copertura» nei confronti dell'ex giudice Caliendo, «che si deve dimettere e se non lo farà spontaneamente sappia che stiamo mettendo in piedi un'operazione di accerchiamento».
<br />
E tutti gli altri magistrati finiti nell'inchiesta «devono finire ai giardinetti», con una postilla: «la posizione di Miller, il capo degli ispettori, è ancora più delicata di quella di Caliendo perché è lui che ha il manico in mano».
<p>
<b>Sarà amareggiato nel vedere coinvolti diversi giudici in questa vicenda, o no?</b>
<p>
«E' questa l'anomalia nell'anomalia. Che esistesse un comitato d'affari, un cartello di imprese e il lobbismo illegale era risaputo fin da Mani Pulite. Ora il risultato è che dopo aver preso atto che i giudici potevano scoprire questa malattia sociale, invece di curare la malattia hanno contagiato i giudici. La situazione ora è delicatissima: o ai interviene subito con un'operazione di chirurgia con il taglio netto della parte infetta oppure si rischia che anche il corpo sano della magistratura possa infettarsi».
<p>
<b>Perché finora ha lanciato più bordate al governo che ai magistrati coinvolti?</b>
<p>
«No,no, l'ho detto e ribadisco: sto dalla parte dell'Anm che ha preso una posizione netta senza se e senza ma. Coloro che sono rimasti coinvolti in questo affare, a prescindere dalle questioni penali che voglio anche pensare non ci siano, ormai hanno perso le caratteristiche di terzietà che deve avere un giudice e devono lasciare la magistratura».
<p>
<b>Quindi mano dura anche con loro per non farsi accusare di esser garantista con gli ex colleghi?</b>
<p>
«Assolutamente, Il Csm ha avuto un atto di resipiscenza operosa nell'aprire una pratica di trasferimento d'ufficio, ma è troppo poco: Marra dovunque lo mandi è una persona che ha sfregiato il suo ruolo e l'unica cosa che deve fare è prendersi uno zainetto e andarsi a fare una passeggiata».
<p>
<b>E come mai non ha firmato la mozione di sfiducia del Pd contro l'ex giudice Caliendo?</b>
<p>
«Chi l'ha detto? Intanto lui è senatore e dunque va presentata al Senato. E poi ho fatto la scelta degli Orazi e dei Curiazi perché bisogna colpire sempre a colpo sicuro: se li metti tutti insieme in una mozione, quelli si ricompattano. Oggi invece abbiamo una fotografia di Brancher squarciata, e via! <br />
E così una di Scajola e un'altra di Cosentino. Ora passiamo alle altre».
<p>
<b>Ma lei invece ha proposto al Pd di firmare una mozione per far dimettere il governo. Non ha chiesto di mettere ai voti quella su Caliendo. Perché?</b>
<p>
«Oggi ho chiesto a Fini una cosa diversa. Ci sono altri due passaggi: il primo è la richiesta di autorizzazione all'uso delle intercettazioni telefoniche per Cosentino, rinviata da mesi alla Camera e che va messa all'ordine del giorno per vedere chi ha il coraggio di opporsi. Secondo, è in arrivo la richiesta di utilizzo delle intercettazioni che riguardano i parlamentari, cioè i Caliendo, i Verdini, i Dell'Utri. <br />
Sono fondamentali, perché avremo la riprova della insostenibilità della loro posizione. Ma attenzione, non ho bisogno di questo per chiedere la sfiducia di Caliendo, ne ho bisogno per ottenerla ed è cosa ben diversa».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=SUNJW">La Stampa - Bertini Carlo</a>Silvio BERLUSCONI: Alla vigilia di ogni sfida elettorale l'alleanza ormai scoperta tra la sinistra e una parte della magistratura interviene indebitamente nella campagna elettorale per influenzare il voto dei cittadini2010-03-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it495192Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>E' la giornata che potrebbe approfondire lo scontro tra i magistrati e Palazzo Chigi. E potrebbe essere anche la giornata delle nuove polemiche sull'informazione. E dalle parole del premier si capisce che i toni resteranno alti. "Da quando sono sceso in campo alla vigilia di ogni sfida elettorale l'alleanza ormai scoperta tra la sinistra e una parte della magistratura interviene indebitamente nella campagna elettorale per influenzare il voto dei cittadini" scrive Silvio Berlusconi in una lettera inviata oggi ai sostenitori dei club della liberta' presieduti da Mario Valducci. Il senso della missiva non è nuovo. Con quel rilanciare la congiura ordita da sinistra e toghe pronte a lanciare "accuse ad orologeria", enfatizzate "dai media compiacenti".
<p>
"Di fronte a questo ultimo attacco, non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo reagire. Per questo motivo Vi invito a mobilitarvi per il 20 di marzo, quando, tutti insieme, in piazza San Giovanni a Roma manifesteremo in difesa del nostro diritto a votare, in difesa del nostro diritto alla privacy, per ribadire i risultati del nostro Governo e per far sottoscrivere ai tredici candidati governatori dei precisi impegni di lavoro" conclude il Cavaliere.<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/politica/2010/03/16/news/trani_16_marzo-2685073/">repubblica.it</a>Giuseppe GIULIETTI: Con la targa a Craxi vogliono riscrivere la storia del Paese2009-12-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474926Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Ci abbiamo messo un grande impegno, ma non siamo riusciti a comprendere perchè mai si dovrebbe dedicare una strada a Bettino Craxi. Per fortuna ci hanno aiutato le molte dichiarazioni rilasciate da diversi esponenti del sedicente "partito dell’amore" che, senza nulla concedere alla retorica e alla finzione, ci hanno fatto sapere che non si tratta solo e soltanto di onorare un amico scomparso, ma di riscrivere la storia di questi ultimi decenni.
<p>
Ci dispiace che alcuni amici e compagni, e non solo del Pd, facciano finta di non comprendere, ma dietro quella targa c’è anche il progetto di riscrivere la storia, di ribaltare i ruoli, di trascinare sul banco degli imputati quei giudici, quei poliziotti, quei politici, a cominciare da Enrico Berlinguer, che non si piegarono ad una idea malata e degenerata della poltica e del rapporto tra amminsistrazioni e affari. Non a caso i più interessati a questa operazione, politica e mediatica, sono i berlusconiani delle origini, ai quali sta a cuore non il ricordo del passato e neppure la memoria dell’amico di un tempo, ma la cancellazione delle responsabilità, la cancellazione delle sentenze, una sorta di amnistia postuma che sia la premessa per quello che sta per arrivare.<br />
Comprendiamo la richiesta della famiglia, ma l’operazione complessiva è talmente palese e trasparente che non può certo trovare forma alcuna di copertura da parte delle autorità poltiche, istituzionali e costituzionali.
<p>
Non occorre essere iscritti ad un fantomatico partito dei giudici per concordare con le parole, sagge e autorevoli, prounciate dal dottor Borrelli che ha voluto ricordare come Craxi si è sottratto al giudizio e dal giudizio, preferendo la latitanza.
Non sono parole d’odio o di rancore, ma semplicemente parole vere e incontestabili.
In un paese civile, probabilmente, il giudice Borrelli sarebbe stato proposto per la carica di senatore a vita per aver contribuito a liberare l’Italia da una piovra che stava corrodendo l’ordinamento democratico.<br />
Forse non sarebbe una cattiva idea cominciare a raccogliere le firme per formalizzare una simile proposta.<br />
Pensiamoci…<br />
<br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/con-la-targa-a-craxi-vogliono-rhttp://temi.repubblica.it/micromega-online/con-la-targa-a-craxi-vogliono-riscrivere-la-storia-del-paese/?printpage=undefined">MicroMega-online</a>Giorgio NAPOLITANO: Sono preoccupato per le frasi pronunciate da Berlusconi a Bonn. Attacco violento alle istituzioni.2009-12-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474403Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
<b>Il presidente della Repubblica reagisce con una <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=3689"><b>nota ufficiale</b></a> alle</b> <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/474402"><b>parole</b></a> <b>del premier.</b>
<p>
Il presidente della Repubblica reagisce. Con parole gravi, e inusuali per l'inquilino del Colle. Napolitano è preoccupato e rammaricato per le frasi pronunciate da Berlusconi a Bonn contro giudici, Consulta e i tre ultimi capi dello Stato. Parla di "attacco violento alle istituzioni". Torna ad invocare "leale collaborazione" tra i poteri dello Stato.
<p>
<b>La</b> <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=3689"><b>nota ufficiale</b></a> <b>del Colle parla chiaro.</b> <br />
"In relazione alle espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla costituzione italiana, il presidente della repubblica esprime profondo rammarico e preoccupazione".
<p>
Nel comunicato si precisa che "il capo dello Stato continua a ritenere che, specie per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l'Italia abbia bisogno di quello "spirito di leale collaborazione" e di quell'impegno di condivisione che pochi giorni fa il senato ha concordemente auspicato". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/politica/napolitano-4/risposta-a-premier/risposta-a-premier.html">La Repubblica.it</a>Silvio BERLUSCONI: La Consulta da organo di garanzia si è trasformato in organo politico che abroga le leggi.2009-12-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474402Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Silvio Berlusconi esporta in Europa la polemica personale contro i giudici italiani accusati di voler sovvertire con i processi nei suoi confronti il voto popolare e solleva un nuovo scontro istituzionale con il presidente della Repubblica e il presidente della Camera.
<p>
L'occasione per un nuovo attacco ai pm e alla Corte costituzionale è stata data dal congresso del Partito popolare europeo a Bonn dedicato al tema dell'economia sociale.
<p>
"La sinistra cerca di avere ragione del centrodestra con i processi", ha detto Berlusconi. La Consulta "da organo di garanzia si è trasformato in organo politico che abroga le leggi".
<p>
"Il Parlamento fa le leggi ma, se queste leggi non piacciono al partito dei giudici, questo partito si rivolge alla Corte costituzionale, dove 11 giudici su 15 sono di sinistra perché purtroppo sono stati eletti dagli ultimi tre presidenti della Repubblica di sinistra, e abroga le leggi. Così la sovranità è passata dal Parlamento al governo dei giudici", ha aggiunto.
<p>
Con questo sistema, secondo il premier, sono state abrogate la riforma della giustizia che non permetteva l'appello per chi veniva assolto in primo grado ed il lodo Alfano sulla sospensione dei processi per le prime quattro cariche dello Stato tra cui il capo del governo.
<p>
In questo modo, ha proseguito Berlusconi, la Consulta ha detto ai giudici "riprendete la caccia all'uomo contro il presidente del Consiglio".
<p>
Il Cavaliere, che con l'abrogazione del lodo Alfano deve essere sottoposto ad almeno due processi - uno sui diritti tv Mediaset per frode fiscale e falso in bilancio e l'altro per corruzione giudiziaria, per avere versato, secondo l'accusa, 600.000 dollari all'avvocato inglese David Mills affinché rendesse falsa testimonianza in due processi - sostiene di essere perseguitato dai giudici e, per dimostrarlo, ha detto oggi di essere stato coinvolto in "2.520 udienze".
<p>
Berlusconi ha rassicurato i presenti dicendo di non preoccuparsi per gli attacchi che deve subire in patria perché lui è uno "con le palle".
<br />
<br/>fonte: <a href="http://it.reuters.com/articlePrint?articleId=ITMIE5B90AK20091210">Reuters.com</a>Antonio POLITO: Il Lodo Alfano viola l’articolo 3 della Costituzione sull’uguaglianza dei cittadini. La Consulta ha deciso. Ora, rispettare la sentenza. 2009-10-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418105<br />
La Corte costituzionale ha bocciato ieri la legge cui più teneva Berlusconi, il presunto padrone dell’Italia. Fino all’ultimo i suoi uomini e Umberto Bossi hanno minacciato di conseguenze politiche gravi il collegio giudicante. Subito dopo la sentenza Berlusconi, in un evidente stato di alterazione, ha dichiarato che è una sentenza politica, che la Consulta non è più un organo di garanzia, che è di sinistra come Napolitano.
<p>
Eppure, in questo regime, la suprema magistratura di garanzia ha fatto ciò che riteneva giusto fare. I check and balances funzionano anche nel nostro sistema democratico. Non perfettamente, ma funzionano. C’è sempre un giudice a Berlino, o meglio, su quella piazza del Quirinale che ospita, uno di fronte all’altro, il palazzo presidenziale e quello della Consulta. I mestatori in giro con la coppola alla Di Pietro che invitano il popolo alla rivolta perché nessuno più protegge la Costituzione, dovrebbero vergognarsi dopo la sentenza di ieri per tutte le bugie che hanno raccontato agli italiani, invece di festeggiare. Dovrebbe vergognarsi anche Berlusconi delle dichiarazioni che ha fatto. Perché anche lui, finché fa il premier, è la Repubblica italiana, e deve difenderne la dignità e gli altri organi costituzionali.
<p>
Dunque <b>la Consulta ha deciso</b>. Avevamo scritto prima di conoscerla che, come fece Gore negli Usa quando la Corte suprema diede ragione a Bush, <b>non si può fare altro che rispettare la sentenza</b>.<br />
Avevamo anche scritto che, quando si prevede un’immunità giudiziaria, bisogna agire per via costituzionale, e cioè cambiare la Costituzione con le procedure previste all’articolo 138. Facile previsione, la nostra. Cinque anni fa, interrogata sul Lodo Schifani, la Consulta non si espresse su questo. Non ne ebbe il coraggio. Prese il Lodo Schifani dalla coda, invece che dalla testa. E gli trovò un paio di difetti correggibili. Il centrodestra li corresse, e ripresentò il Lodo con la firma di Alfano. Stavolta, invece, il collegio ha preso il toro dalle corna. E si è espresso sul punto cruciale. La Consulta ha cioè stabilito che quella prevista nel Lodo Alfano era una vera e propria immunità, non una «sospensione funzionale», come hanno argomentato gli avvocati del premier, che dunque viola l’articolo 3 della Costituzione sull’uguaglianza dei cittadini. Cosa che si può fare, ma si può fare solo scrivendolo in Costituzione. Il centrodestra ha avuto anni per agire in modo più saggio, per introdurre una norma che non c’è in tutto il mondo democratico, ma da qualche parte c’è eccome. Però ha sempre risposto alle emergenze giudiziarie con la logica delle leggine ad hoc e ad personam, in corsa con il tempo e con le procure.
<p>
Forse sarebbe l’ora di ammettere che l’intera strategia del berlusconismo sulla giustizia è stata sbagliata, è stata una strategia da avvocaticchi, non da riformatori, perché di riforme vere non ne ha fatte nemmeno una, ma di pezze a colore ne ha messe tante, purtuttavia senza riuscire ad evitare l’epilogo: Berlusconi che torna da imputato davanti agli odiati giudici di Milano, per un processo la cui sentenza è già scritta, avendo lo stesso tribunale condannato l’avvocato Mills come corrotto e non avendo finora potuto condannare Berlusconi come corruttore solo grazie al Lodo Alfano. Non ci vorrà molto, dicono gli esperti, perché ora quella condanna arrivi. E potrebbe essere pesante, e potrebbe prevedere la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici. Potrebbe segnare cioè il più grave colpo mai assestato dai giudici alla carriera politica di Silvio Berlusconi.
<p>
Che cosa vuol dire? Che è finito Berlusconi e con lui il berlusconismo? Sono giustificati i boati che hanno accolto la sentenza in molti luoghi di Roma e che solo il timing ha evitato risuonasse anche nella sede dove Montezemolo e Fini si incontravano per scrivere insieme l’Italia futura? È giustificato il paragone tra Palazzo Grazioli e il Raphael, che a molti è venuto in mente ieri vedendo la sede romana di Berlusconi circondata da centinaia di poliziotti pronti a scacciare un eventuale nemico di piazza? Secondo noi no. Ogni conclusione politica è prematura. Berlusconi è ferito, ma nient’affatto morto. È forse finita la sua sesta vita, ma può averne una settima.
<p>
Mai sottovalutare la forza del consenso popolare di cui gode ancora il premier, che in democrazia non è un optional. Le ere politiche finiscono solo quando quel consenso si esaurisce. Non che questa maledetta estate di Berlusconi, dalle escort, al Lodo Mondadori, a quello Alfano, non lasci segni sul suo rapporto con il pubblico. Ma i segnali di uno smottamento non si vedono affatto. E questo per una ragione molto semplice: l’elettorato giudica i risultati, non le inchieste. Però, se e quando Berlusconi sarà condannato a Milano per corruzione in atti giudiziari, la sua posizione interna e internazionale sarà gravemente compromessa. Forse non più temibile. Per questo il suo mondo si divide oggi tra quelli che dicono: andiamo subito al popolo, scioglimento e nuove elezioni, perché così ti cuociono a fuoco lento. E l’altro fronte che dice: no, stai al tuo posto, continua a governare, concentrati sul programma, e magari fai finalmente quella riforma della giustizia che finora hai sempre barattato per un po’ di tregua dalle toghe.
<p>
La giornata di ieri è stata una perfetta dimostrazione di questo dibattito interno. È partita con Bossi che annunciava il ricorso alla piazza (e con Bersani che minacciava di contro-mobilitare il suo popolo). Ed è finita con più miti consigli. Per quanto Berlusconi abbia gridato ieri a Piazza Venezia, sembra avere escluso per ora la via dell’ordalia popolare, di chiamare al voto contro i giudici, in uno scenario sudamericano. La via che sembra aver scelto, quella di rimanere dov’è e di farsi i suoi processi da imputato, è di gran lunga la più corretta dal punto di vista istituzionale (se la terrà). Quella cui l’ha richiamato in questi giorni il Quirinale, il quale non concederebbe crisi extra-parlamentari e soluzioni extra-costituzionali (ecco perché ieri Berlusconi ce l’aveva tanto con lui).
<p>
E per quanto i demagoghi alla Di Pietro possano strillare chiedendo dimissioni ed elezioni, in realtà per il paese è molto meglio se le cose vanno così. Lo stesso Pd non deve cadere nel tranello della scorciatoia: se crolla oggi il berlusconismo, il primo partito a spappolarsi sarebbe proprio il Pd, seguito a ruota dal Pdl. (Per un curioso - ma mica tanto - caso del destino, proprio ieri si presentava all’Italia l’aspirante successore del bipolarismo Pdl-Pd: Luca Montezemolo).
<p>
La via della Costituzione, ancora una volta, è dunque la più saggia. Non sappiamo però quanto sia saggia la classe politica di questo paese, visto che da quindici anni combatte la stessa ed unica battaglia, berlusconiani e antiberlusconiani, per trovarsi quindici anni dopo al punto di partenza, mentre il paese scivola ogni anno un po’ più indietro. È interessante notare che, proprio mentre arrivava la sentenza sul Lodo, l’Italia apprendeva che in termini di prodotto interno pro capite è stata superata, dopo che dalla Spagna, anche dalla Grecia e dalla Slovenia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NM1DX">Il Riformista - Antonio Polito</a>Maurizio GASPARRI: La Corte Costituzionale e' una sezione di un partito di sinistra.2009-10-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418093Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
La Corte Costituzionale ''da ieri non e' piu' un organo di garanzia'', ''ha ingannato il Capo dello Stato facendo una scelta gravissima''. Insomma, ''ci troviamo di fronte ad una Corte Costituzionale che e' una sezione di partito di sinistra''. D'altronde ieri ''il presidente del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha ricordato che la Corte ha recepito quello che ha detto il Pd''. Lo afferma il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, intervenendo a 'La Telefonata' su Canale 5.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-LODO_ALFANO__GASPARRI__CONSULTA_E__UNA_SEZIONE_PARTITO_DI_SINISTRA-865090-ORA-.html">asca</a>Silvio BERLUSCONI: Il capo dello Stato sappiamo da che parte sta. [video]2009-10-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418099Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Dichiarazioni del Presidente del Consiglio subito dopo la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=ELPHuuJbwFk&feature=related">youtube</a>Silvio BERLUSCONI: Sentenza Mills. «Processerò i giudici in Parlamento»2009-05-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391298Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Aspettate qua, che ritorno. Saluto il presidente Barroso». Silvio Berlusconi aveva deciso dalla mattina, di sfruttare l`occasione della dodicesima visita sui luoghi del terremoto per chiarire con i giornalisti la sua posizione sulla sentenza di condanna dell`avvocato inglese David Mills.
<p> In un`altra occasione, la presenza del presidente della Commissione europea a L`Aquila avrebbe ovviamente monopolizzato l`attenzione generale dei media. Non così ieri.<br />
Finita la conferenza stampa con un Barroso quantomai prodigo di promesse e di aiuti comunitari in favore dell`Abruzzo, il Cavaliere lo ha ringraziato, lo ha accompagnato fuori della caserma di Coppito e dopo pochi minuti è tornato: «Credo che abbiate qualche altra domanda da farmi», ha ammiccato ai giornalisti. A conti fatti, forse era più lui che aveva qualcosa da dire.
<p>
«IN AULA MI SENTIRETE»<br />
«Cosa penso della sentenza Mills? Che si tratta di una sentenza semplicemente scandalosa», ha attaccato cercando di mantenere la calma, «una sentenza che ribalta la realtà, che nondimeno confido che verrà accertata in sede di appello, per un processo che comunque, vorrei ricordarlo, non riguarda me». Poi, tutto difilato, in un crescendo inarrestabile di animosità:<br />
«Ho annunciato la mia intenzione di intervenire in Parlamento su questa sentenza: in quella sede dirò quello che da tempo penso di una certa magistratura.<br />
No, non ho alcuna intenzione di anticiparvelo, lo sentirete quando prenderò la parola in Aula, cosa che avverrà appena possibile. Questa opposizione divisa al suo interno e completamente annullata nei sondaggi ha dovuto inventarsi accuse vergognose sulla mia vita privata, sui miei rapporti con queste ragazze, con queste preveline:
tutte cose inventate. <br />
Questa ragazza (Noemi Letizia, ndr) è stata bersagliata in modo inaccettabile dai giornali: uno si è perfino interessato alle proprietà immobiliari della sua famiglia, scrivendo che il papà gli aveva intestato una nuda proprietà. Una cosa vergognosa. Io provo vergogna nel leggere questi giornali.<br />
Oltretutto, con interviste inventate.
<p>
La famiglia, poco pratica, aveva interpellato un`agenzia per negare le frase pubblicate dai giornali, ma nel frattempo lei è stata addirittura ripresa in televisione, ad "Annozero", con dichiarazioni che l`interessata non riconosce perché non le ha mai pronunciate.<br />
Cose inventate di sana pianta.
Che vergogna. Che vergogna. Che vergogna».
<p>
Una pausa, giusto il tempo per prendere fiato, ha dato modo al cronista di Repubblica di chiedergli se per caso in Parlamento risponderà ai quesiti sollevati dal giornale diretto da Ezio Mauro sui suoi legami con la famiglia Letizia:<br />
«Lei è una persona perbene», è stata la replica, «ma con il suo giornale non parlerò fino a quando non deciderà di cambiare atteggiamento. Ho già risposto quando hanno detto che ero malato.
<br />
Ho risposto che eravate voi malati di invidia personale e odio politico. Lo riconfermo in pieno. Questo non è un attentato alla libertà di stampa. Cadete nel ridicolo quando dite che in Italia non c`è libertà e che il premier ha capacità di interferire sulla libera stampa.
<p>
Scherziamo, vero? Volete scherzare?», ha alzato la voce Berlusconi. «Il problema è che all`esterno certe affermazioni vengono prese per vere. <br />
E questo fa male al Paese e a tutti gli italiani». Fortuna che i sondaggi sono quelli che sono:<br />
«Gli italiani, comunque, stanno con me: il mio consenso è al 74,8 per cento e se si pensa che prima ero al 75,1 il decremento è praticamente nullo».<br />
E il fatto che le motivazioni della sentenza siano uscite a due settimane e mezzo dal voto per le Europee? «Tutto puntualmente programmato».
<p>
In effetti, era proprio su quest`ultimo punto, sulla supposta tempestività della mossa dei giudici milanesi, che si erano concentrate le reazioni a caldo del premier, non appena informato dai suoi legali della novità del giorno:<br />
«Questi magistrati sono senza pudore.<br />
Non rispettano mai i termini di deposito delle sentenze (novanta giorni dal giorno della pronuncia, ndr), dovevano farlo proprio nel mio caso? È chiaro che siamo di fronte alla solita giustizia politica: mi voglio colpire prima delle elezioni».
<p>
GIUSTIZIA TEMPESTIVA<br />
In conferenza stampa, la domanda di una giornalista dell`Unità che gli chiedeva di rinunciare al cosiddetto "lodo Alfano" e farsi processare (richiesta identica a quella avanzata da tutti i leader dell`opposizione: da Franceschini a D`Alema a Fassino, a Di Pietro) gli ha fatto perdere la pazienza. <br />
«Di Pietro è una persona pericolosa per la democrazia. E con questi giudici non si può...<br />
Quando il processo riprenderà, si riconoscerà in modo indiscutibile che non c`è stato alcun versamento a beneficio del signor Mills: ne sono certo come è vero che mi chiamo Silvio Berlusconi». E alla giornalista, che insisteva:<br />
Senta. Io su questa cosa mi infurio...<br />
«E allora riferisca in Parlamento sul caso di Noemi». «Ma cosa c`entra?» ha sbuffato il premier al termine di quello che aveva ormai i segni di un contraddittorio.<br />
«Ma le pare che devo andare a riferire in Parlamento sulle vicende intime, private di una famiglia? Io ho partecipato a decine di matrimoni, battesimi, festeggiamenti, e devo andare a riferire su questa cosa in Parlamento? Ma si rende conto? Io mi uccido di lavoro per il mio Paese, e devo sopportare questi attacchi vergognosi?».
<p>
Un concetto, questo di una campagna contro di lui a colpi di «attacchi personali», che ricorrerà nella lettera che si appresta a spedire alle famiglie di tutt`Italia. Perché di una cosa è sicuro, Berlusconi: «Gli italiani sono con me. Sono con me».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/M2N/M2NNZ.pdf">Libero - Mario Prignano</a>Gianfranco FINI: Giustizia, sei punti per cambiare Intercettazioni sui reati amministrativi2009-01-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387833Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/>Caro Direttore, ci sono fin troppe polemiche ma ben pochi dubbi sulla necessità di «riformare la giustizia». Qualche riflessione in materia, senza alcuna pretesa di organicità, può forse essere utile al dibattito.
<p>
1) È auspicabile che le modifiche normative scaturiscano da un ampio confronto parlamentare tra le forze politiche e tutti gli operatori del settore Soprattutto è necessario che queste modifiche derivino da lucide valutazioni delle patologie strutturali del sistema giudiziario e non siano frutto di situazioni contingenti. In altri termini, sarebbe sbagliato prendere le mosse dalle ultime controverse vicende giudiziarie e individuare in esse le ragioni della necessità di una riforma.
<p>
2) C'è una realtà non più tollerabile da cui occorre muovere. I cittadini tendono a rinunciare alla tutela legale dei propri diritti perché frenati dalle lungaggini e dalle disfunzioni che scoraggiano il ricorso alle vie giudiziarie; c'è un crescente sentimento di sfiducia nei confronti della giustizia che rischia di minare, specie per la giustizia civile, le fondamenta della nostra democrazia. La stella polare di una riforma "per il cittadino" dev'essere quella di restituire efficienza al sistema. In questo senso, lo stanziamento di risorse finanziarie adeguate assume un valore determinante quanto l'impegno dei magistrati.
<p>
3) In un sistema giudiziario efficiente, il principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale garantisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, assicurando l'obiettività nell'instaurazione del processo e, di conseguenza, certezza su quel che è lecito fare e su quel che invece non lo è. Di fatto, tale principio risulta però svuotato della sua effettività: dal momento che per l'autorità giudiziaria non è più possibile perseguire tutti i reati, molto (troppo) dipende dalla discrezionalità dei Pm. Ciò mina agli occhi dei cittadini il principio della legge uguale per tutti. Accanto ad una valutazione sui reati che è utile depenalizzare, può quindi essere opportuno che sia il Parlamento, sentita la Procura generale della Cassazione a fissare i criteri per individuare i reati ai quali dare priorità di trattazione (proposta Mancino). C'è semmai da chiedersi se tale metodo deve diventare la regola (ipotesi cui non credo) o piuttosto trovare attuazione per un periodo limitato, durante il quale prendere le misure necessarie per restituire al sistema la sua efficienza.
<p>
4) La riforma dovrà interessare anche il Csm per assicurare che la composizione dell'organismo sia all'altezza delle importantissime funzioni che gli sono proprie. Vanno superate in modo definitivo quelle nefaste logiche correntizie che lo hanno finora penalizzato e screditato.
<p>
5) Se è vero — come è vero — che la separazione delle carriere dei magistrati è ipotizzata per garantire l'imprescindibile terzietà del giudice, è comunque evidente che ciò non può avvenire a discapito dell'autonomia e indipendenza del Pm. È necessario pertanto scindere i ruoli, ma senza che ciò comporti la subordinazione del magistrato requirente ad altro potere che non sia quello giudiziario. Fino a oggi il dibattito non ha toccato un tema rilevante: i criteri di selezione dei magistrati sono inadeguati alle loro funzioni. Perché non prevedere per l'aspirante magistrato un periodo di tirocinio sotto la guida di un magistrato esperto, come attualmente avviene per chi si prepara a superare l'esame da avvocato? Mi sembra ipotesi maggiormente in sintonia con la nostra tradizione rispetto alla elezione dei magistrati.
<p>
6) Infine sul tema intercettazioni. Sono e devono restare uno strumento indispensabile di ricerca della prova dei reati. Sarebbe insensato privare la magistratura della possibilità di avvalersene nel contrasto alle mafie, al terrorismo ma anche ai reati contro la Pubblica amministrazione. Escludere la corruzione getterebbe un discredito sulla politica devastante per la credibilità della democrazia parlamentare, a esclusivo vantaggio del populismo più demagogico e giustizialista. Non è però più tollerabile che le intercettazioni siano lo strumento per «fare giustizia» attraverso la gogna mediatica. Ciò che accade oggi è indegno di un Paese civile. Per porvi rimedio non è sufficiente trovare un punto di equilibrio tra esigenze investigative degli inquirenti e diritto di riservatezza del cittadino se poi i divieti di pubblicazione delle intercettazioni e i presupposti che le giustificano vengono ignorati. L'obiettivo prioritario dovrà dunque essere quello di rendere effettivi i divieti già esistenti, creando un sistema di sanzioni pecuniarie effettive a carico di quanti le violano e di misure disciplinare specifiche per i magistrati che abusano sistematicamente delle intercettazioni. Non è un bavaglio alla libertà di informazione o una limitazione del potere inquirente, ma una garanzia di rispetto della dignità della persona. <br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/09_gennaio_10/fini_sei_punti_per_cambiare_la_giustizia_8a47756e-deeb-11dd-bb3a-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano">Corriere della Sera</a>Lanfranco TENAGLIA: Non sussistevano le ragioni per le quali è stato arrestato il sindaco di Pescara2008-12-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383201Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>"Si tratta di una vicenda grave, e Veltroni ha fatto bene a definirla così". A due giorni dalla scarcerazione del sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso, la posizione del Partito democratico rimane quella espressa a caldo dal segretario. A ribadirlo è oggi il ministro della Giustizia del governo ombra Lanfranco Tenaglia in un'intervista a Sky Tg24. "Forse - sottolinea Tenaglia - sarebbe stata necessaria più prudenza nell'emettere i provvedimenti di custodia cautelare, anche perché ci sono state conseguenze gravi, come le dimissioni del sindaco di Pescara. Quando prendono questo tipo di decisioni, i magistrati devono agire con prudenza e rispetto delle procedure".
<p>
"Ora - conclude l'esponente dei democratici - ai magistrati chiediamo di fare presto, perché i cittadini hanno diritto di sapere presto quello che è accaduto a Pescara e quale sarà il destino della giunta". Ma il caso abruzzese ha aperto anche una riflessione all'interno del partito del quale si è fatto portavoce l'ex presidente della Camera Luciano Violante. "Serve molta prudenza ma anche una valutazione seria dei dati che va fatta nei confronti di tutta la magistratura", dice l'esponente democratico.
<p>
Poi, senza mezze misure, aggiunge: "Non sussistevano le ragioni per le quali è stato arrestato il sindaco di Pescara, credo ci voglia molta prudenza perché è caduta una amministrazione per ragioni, a quanto pare, insussistenti. Serve prudenza e una valutazione seria dei dati che va fatta nei confronti di tutta la magistratura".<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/cronaca/abruzzo-concussione-2/abruzzo-prudenza/abruzzo-prudenza.html">repubblica.it</a>Luciano VIOLANTE: Gli impostori saranno giudici? L'Anm chiami l'Onu2008-11-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382522<br />
Secondo il direttore dell’ufficio concorsi del Ministero della Giustizia è tutto regolare. Ma le segnalazioni sulle irregolarità del concorso per entrare in magistratura si moltiplicano di ora in ora. Il sito www.sarannomagistrati.it contiene molte denunce analoghe a quella, estremamente dettagliata, pubblicata ieri sul il Riformista. Un giornalista di Italia Oggi, che ha partecipato alle prove, ha dato la stessa versione dei brogli.
<p>
Vediamo di che si tratta. Alle prove del concorso in magistratura è possibile portare per consultazione solo codici non commentati. Sono vietati manuali, commentari, annotazioni, raccolte di giurisprudenza. Ciascun candida o consegna qualche giorno prima i codici che userà durante le prove. I testi vengono esaminati dalla Commissione; se corrispondono ai requisiti, vengono timbrati e collocati sul tavolo del candidato. Ebbene, alcuni candidati hanno constatato che parecchi loro colleghi disponevano di testi vietati, ma regolarmente vistati dal ministero. E difficile pensare che fossero inavvertitamente sfuggiti al vaglio della Commissione. Chiunque abbia studiato giurisprudenza sa distinguere un codice semplice da un codice commentato. Qualcuno, colluso con i disonesti, non pochi secondo le proteste, ha introdotto in aula i testi vietati, vidimati come se fossero in regola. Questi testi sono rimasti nella disponibilità dei candidati durante tutte le prove scritte e qualcuno di loro potrebbe superarle non per competenza ma per frode. Molti avrebbero protestato presso la Commissione esaminatrice ricevendo per tutta risposta l’invito a presentare ricorso. Successivamente sarebbero stati espulsi non coloro che avevano i testi vietati, ma coloro che protestavano contro l’illegalità.
<p>
Il 24 novembre l’onorevole Rita Bernardini ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia Angelino Alfano. Anche il Consiglio superiore della magistratura avrebbe deciso di discuterne, in base alle proprie competenze. Ha taciuto invece fino a ieri sera l’Associazione nazionale magistrati. Dopo l’appello all’Onu, ci si sarebbe attesi una pronta e altrettanto vibrata presa di posizione su una vicenda che rischia di far precipitare nel fango l’intera categoria. Invece c’è stato per giorni il silenzio.
<p>
Ancora più preoccupante è una certa passività delle Camere di fronte a vicende che dovrebbero invece richiamare immediatamente l’attenzione di tutti i gruppi parlamentari. L’avevamo già notato quando quaranta neofascisti invasero indisturbati il palazzo della Rai per minacciare la conduttrice di un programma televisivo. Il fatto alla Camera fu delegato a un breve scambio tra due deputati. Che cosa sarebbe accaduto se a Berlino o a Parigi un gruppo di neofascisti avesse assalito la sede della televisione di Stato tedesca o francese? E innanzitutto sarebbe stato possibile farlo in quei Paesi?
<p>
Sui brogli nel concorso deve esserci una risposta diversa. Un Parlamento e un Governo che permettessero l’ingresso in magistratura di decine di impostori sarebbero totalmente screditati. La magistratura ricopre ruoli sempre più rilevanti nella vita delle istituzioni e in quella dei cittadini, ben al di là delle tradizionali funzioni. Magistrati dirigono tutti gli uffici più importanti del ministero della Giustizia e del Consiglio superiore della magistratura; dirigono uffici chiave di molti altri ministeri; sono presenti in Parlamento; sono sottosegretari, assessori regionali, sindaci. La magistratura, in buona sostanza, oltre ad amministrare giustizia, coopera con il governo nazionale e con quelli locali nella direzione del Paese.
<p>
La valanga di imposizioni, limiti e divieti che pesa sulle spalle di cittadini e di imprese fa del magistrato una sorta di controllore generale di innumerevoli aspetti della vita civile ed economica. Le lentezze della politica si scaricano spesso sulla magistratura, come si è visto nel drammatico caso di Eluana Englaro e nella improvvida accusa di autorizzazione all’omicidio rivolta alla Corte di cassazione, per non essersi inventata una norma che il Parlamento non è sinora riuscito ad approvare.
<p>
Un corpo professionale che amministra giustizia, si autogestisce in modo pressoché esclusivo, coopera con l’Esecutivo nel governo della cosa pubblica, interviene, in forza delle responsabilità che la Costituzione gli attribuisce, nelle più significative vicende civili, sociali ed economiche deve essere affidabile. Questa virtù non è un patrimonio dei soli magistrati; è, ancor prima, un patrimonio morale della nazione. Parlamento e Governo devono tutelarlo con rigore, anche per difendere l’affidabilità propria.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=K0CBQ">Il Riformista - Luciano Violante</a>Graziella MASCIA: «Scandalosi quei prefetti in fuga. Forti pressioni ci furono sui pm» - INTERVISTA2008-11-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382473<br />
Era in prima fila nei giorni del G8,
in prima fila nella Commissione
parlamentare che indagò su quei
fatti nell’estate del 2001 ed era lì
la sera del 13 novembre scorso
quando i vertici della polizia sono
stati assolti per l’irruzione alla
Diaz.<br />
Adesso non è più in parlamento.
Graziella Mascia era eletta in
Rifondazione comunista.<br />
<b>
Onorevole Graziella Mascia, i legali
del questore Colucci sollevano il rischio
del fumus ambientale.</b><br />
«Ancora una volta le massime autorità
dello Stato, perché di questo
parliamo visto gli indagati sono
prefetti, hanno paura di dover
affrontare il processo e di dire la
verità. Non si difendono nel processo
ma dal processo. Decidono
di fuggire da Genova. Altro che tutta
la verità senza reticenze e i fatti...»<br />
<b>A cosa si riferisce?</b><br />
«Alla lettera del nuovo capo della
polizia, il prefetto AntonioManganelli
che ha promesso chiarezza,
verità, trasparenza basate sui fatti».<br />
<b>Che c’entra Manganelli con la scelta
del legale di Colucci?</b><br />
«Le scuse del prefetto sono sempre
bene accette ma per essere valide
devono basarsi sui fatti. Invece
al primo banco di prova disponibile
assistiamo a una fuga dalle responsabilità.
A una fuga da Genova».<br />
<b>Nel ricorso, il legale di Colucci indica
come esempio di «persecuzione» e «scarsa serenità» le urla e le minacce dopo la sentenza Diaz.</b><br />
«La sentenza è stata ascoltata in religioso
silenzio.Ma cosa si aspettavano?<br />
Quella è stata la legittima
reazione di chi non poteva credere
a quello stava accadendo. Che
dire allora dei pubblici ministeri?
Sono state persone coraggiose che
hanno subito veramente costanti
pressioni politiche. Allora ero deputato
e so cosa è stato detto in
quegli anni».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JZYK7">l'Unità - Graziella Mascia</a>Claudio SCAJOLA: Thyssen, Scajola attacca i giudici "Difficile credere alla volontarietà"2008-11-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382172Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Sviluppo economico (Partito: PdL) <br/><br/><i>Ministro Scajola, la decisione di rinviare a giudizio l'amministratore delegato della Thyssen per omicidio volontario, sta dividendo il paese: giusto si dice a sinistra, di "decisione eccessiva" parla invece la Confindustria e qualche perplessità è stata avanzata anche da Michele Tiraboschi, già collaboratore di Marco Biagi. E lei?</i><br />
"Sinceramente, con tutto il rispetto per il procuratore e per il gup torinesi, e non conoscendo le carte processuali, mi riesce difficile immaginare che l'amministratore delegato della Thyssen abbia voluto provocare la morte dei suoi dipendenti. Agli altri indagati è stato infatti contestato l'omicidio colposo. Ed è un'accusa gravissima, intendiamoci".
<p>
<i>Gli infortuni sul lavoro restano tuttavia una tragedia quotidiana: si tratta di 700 morti all'anno. Non crede che bisognerebbe tentare di bloccare il fenomeno?</i><br />
"Credo, con il capo dello Stato Napolitano e con il presidente del Senato Schifani, che le morti sul lavoro siano una tragedia nazionale intollerabile. Anzi, una tragedia europea, visto che secondo le più recenti stime Eurostat, in Europa le vittime sul lavoro sono ancora 5.700-5.800 l'anno. Tutti dobbiamo impegnarci al massimo perché i luoghi del lavoro non diventino luoghi di morte. Noi, per esempio, stiamo studiando di utilizzare fondi europei e nazionali per incentivare investimenti in sicurezza nelle imprese, per aumentare la formazione alla sicurezza degli ispettori e degli stessi lavoratori. E mi chiedo se non sia possibile incrementare gli organici degli ispettori del lavoro attingendo dagli uffici pubblici che hanno esuberi di personale. Ne parlerò a Brunetta e Sacconi".
<p>
<i>Il procuratore di Torino Raffaele Guariniello propone la creazione di una superprocura che indaghi sugli infortuni sul lavoro. Condivide l'idea?</i><br />
"Può essere una buona idea avere sezioni specializzate negli incidenti sul lavoro, come avviene per altri temi".<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/thyssen/scajola-attacca/scajola-attacca.html">repubblica.it</a>