Openpolis - Argomento: energia elettricahttps://www.openpolis.it/2016-05-21T00:00:00ZAlberto Suppa: "Verso i rifiuti Zero" anche in Brianza2016-05-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it769176
Ringrazio i Sindaci soci per aver confermato il mio incarico nel CdA di Brianza Energia Ambiente spa, l'azienda di servizi ambientali di cui il Comune di Muggiò è proprietario con il 7,20%.
Di prossima attuazione è la fusione con CEM e la nascita di Differentia, un’ azienda pubblica al 100% che gestirà il ciclo integrato dei rifiuti su un’area di 70 Comuni fra Brianza ed est milanese. Il progetto, ben accolto lo scorso dicembre da tutti i Sindaci ed Amministratori, metterà insieme le competenze di BEA e CEM e consentirà di traguardare l’80% di raccolta differenziata nei nostri Comuni: prevenzione, il riutilizzo, la riparazione, il riciclo, il recupero e, soltanto da ultimo, lo smaltimento , sono già i punti fondamentali di una vera e propria "Strategia Rifiuti Zero" che progressivamente interesserà tutti i Comuni soci e non solo.
Uno dei nostri punti forza è l’impianto di Desio che produce energia elettrica e termica partendo dalla frazione “indifferenziata” dei rifiuti e a cui è collegata la rete di teleriscaldamento che riguarda ampie zone di Desio, Varedo, Bovisio Masciago e Nova Milanese. Nel solo 2015 l'impianto di Desio ha generato più di 24 mila MegaWatt/ore di energia elettrica e quasi 41 mila MegaWatt/ore di energia termica consentendo di evitare oltre 40 mila tonnellate di emissioni di CO2 (il più importante gas serra), poiché l'energia prodotta con fonti rinnovabili (rifiuti e fotovoltaico) non proviene dall’utilizzo di combustibili fossili ed assicura che tonnellate di gas serra non vengano emesse: e’ anche questo il piccolo ma importante contributo che BEA fornisce per conseguire gli impegni nazionali ed europei assunti a Parigi durante la recente “COP21" dell'ONU sul clima.
Al termine dei lavori l'impianto avrà le migliori tecnologie disponibili, e nonostante sin da ora assicuri già un più che abbondante rispetto dei limiti di legge, nei prossimi mesi migliorerà ancora di più la sua performance energetica e ambientale.
L’evoluzione in atto in Brianza nell'ambito della gestione dei rifiuti è anche frutto di precisi indirizzi deliberati mesi fa dal Consiglio Comunale di Muggiò che sta facendo un grande lavoro per garantire servizi ambientali ed energetici sempre più virtuosi ed efficienti.<br/>fonte: <a href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10208926272370951&set=a.2342082348388.2141317.1139835930&type=3&theater">Il Cittadino di Monza e Brianza</a>Corrado Clini: Dalle rinnovabili risparmio e sviluppo2012-04-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626795Alla data della dichiarazione: Ministro Ambiente<br/><br/><br />
Caro direttore, l'articolo di Massimo Mucchetti, Corriere del 14 aprile, sulla bolletta elettrica (che mi chiama in causa per un mio giudizio sulla valutazione dell'Autorità per l'Energia, che aveva attribuito agli incentivi per le rinnovabili la responsabilità dell'alto prezzo dell'elettricità in Italia proprio alla vigilia della emanazione dei decreti sulle fonti rinnovabili) offre un'occasione per fare chiarezza.
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<b>1)</b> Le fonti rinnovabili coprono oggi il 26% dell'offerta di elettricità. Il peso delle fonti rinnovabili sulla bolletta elettrica è pari a circa il 20%, e rimarrà pressoché costante nel prossimo triennio, di fronte a un aumento dell'offerta di elettricità dalle fonti rinnovabili fino a circa il 35%, per effetto della rimodulazione in basso degli incentivi, che abbiamo concordato con i ministri Catania e Passera. Un peso proporzionato.
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L'effetto delle fonti rinnovabili sulla bolletta elettrica è ben rappresentato dall'articolo di Stefano Agnoli sempre sul Corriere (13 aprile), e dai dati della borsa elettrica: domenica 15 aprile, per esempio, il prezzo medio era sceso a circa 72 euro per mille chilowattora, ma nelle ore centrali della giornata è ad appena 35 per effetto dell'elettricità prodotta dalle rinnovabili. Ovvero, le rinnovabili diminuiscono in modo significativo il prezzo dell'elettricità.
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Inoltre entrano in concorrenza con un sistema di generazione (centrali elettriche convenzionali) caratterizzato da un eccesso di offerta (100 mila megawatt circa contro un fabbisogno di punta di 56.000) e da costi incomprimibili (forniture, personale, rete) che pesano in modo significativo sulla bolletta elettrica: in altre parole la bolletta elettrica copre sia l'elettricità prodotta da fonti rinnovabili e da centrali convenzionali, sia in gran parte i costi della non produzione dalle centrali convenzionali «spiazzati» dalle fonti rinnovabili.
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Le fonti rinnovabili sono anche il settore che ha conosciuto negli ultimi 5 anni e nonostante la crisi una crescita costante e vertiginosa degli investimenti in ricerca e sviluppo: 260 miliardi di dollari nel 2011 contro meno di 100 nel 2007. Gli Usa, la Cina, l'India, il Brasile e la Corea del Sud sono i Paesi extraeuropei maggiormente impegnati. In Europa, dopo la Germania, c'è l'Italia. Il mercato di riferimento per gli investimenti è sia quello delle economie emergenti, dove il Pil (Prodotto interno lordo) cresce tra il 7% e il 10% all'anno, sia quello delle economie con minori risorse energetiche tradizionali.
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Quello che avviene su scala globale nelle rinnovabili è paragonabile all'evoluzione tecnologica e di prodotto che si è verificata negli anni Novanta e nello scorso decennio nel settore della telefonia mobile e dell'informazione. La ricerca e sviluppo è fortemente orientata alla messa a punto di soluzioni innovative, in particolare nel solare, nelle bioenergie e nella geotermia, finalizzate ad aumentare l'efficienza e ridurre i costi. In questi settori l'Italia ha imprese di punta, che hanno già un ruolo rilevante nei mercati internazionali, e che hanno ancora bisogno del supporto di incentivi mirati al rafforzamento dell'innovazione. È difficile comprendere perché l'Italia dovrebbe rimanere fuori da un mercato così importante e strategico.
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<b>2)</b> La generazione distribuita di energia (elettricità, calore e freddo), sostenuta da tecnologie ibride con l'impiego di piccoli cogeneratori a gas naturale ad alto rendimento e delle fonti rinnovabili, ha un effetto duplice:
sulla organizzazione del sistema elettrico, perché è orientata prevalentemente sull'autoconsumo e sulla distribuzione nelle reti locali intelligenti (smart grids), e di conseguenza riduce la domanda sulla grande rete di distribuzione ed i relativi costi;<br />
aumenta l'efficienza dell'impiego delle risorse energetiche, perché ha un rendimento energetico che arriva sino al 100% (sul pci, potere calorifero inferiore, del combustibile) contro un rendimento energetico medio cumulativo delle grandi centrali e della rete di distribuzione non superiore al 40%.
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È evidente l'effetto prevedibile sia sull'attuale sistema elettrico sia sulla riduzione della domanda di energia primaria di importazione, anche in termini di liberalizzazione e concorrenza nel mercato.
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Va anche detto che la generazione distribuita di energia è «l'infrastruttura» del sistema delle «smart cities», che secondo le previsioni delle agenzie internazionali mobilizzerà nei prossimi anni investimenti per almeno 3 mila miliardi di dollari nelle economie più sviluppate del pianeta. Ovvero, lo sviluppo di capacità tecnologiche in questo settore rafforza la competitività delle imprese italiane nei mercati europeo e internazionale, come già stanno sperimentando imprese italiane di punta in Germania, Francia, India, Cina, Brasile.
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<b>3)</b> Nel 2010 l'occupazione diretta e indiretta in Italia nei settori delle fonti rinnovabili e delle nuove tecnologie per la generazione distribuita è stimata tra 110.000 (EurObserver 2012) e 150.000 (Confartigianato) addetti, in gran parte giovani e con elevata specializzazione.<br />
Perché dovremmo mettere a rischio questa importante fonte di occupazione, mentre la bolletta elettrica ha sostenuto per anni e sostiene ancora con contributi impropri settori produttivi che non raggiungono un terzo di questi occupati?
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In conclusione, le rinnovabili e la generazione distribuita devono essere considerate un driver di crescita e un fattore di modernizzazione e trasparenza nel sistema industriale italiano. Evitiamo l'errore di chi voleva difendere le carrozze contro i «cavalli di ferro».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1DP7YT">Corriere della Sera</a>Maurizio SAIA: 684a Seduta: mozione 1-00575 p. a.2012-03-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626048Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>Il Senato,
premesso che:
per effetto del combinato disposto dei decreti legislativi n. 23 del 2011 e n. 68 del 2011, dei decreti del Ministero dell'economia e delle finanze del 30 dicembre 2011 concernenti l'aumento dell'accisa erariale sull'energia elettrica e del decreto-legge n. 1 del 2012, in corso di esame in Parlamento, attualmente nei territori delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome si è venuta a creare una grave sperequazione impositiva rispetto ai territori delle Regioni a statuto ordinario;
i cittadini delle Regioni a statuto speciale devono, infatti, corrispondere, in relazione ai propri consumi di energia elettrica, l'accisa quintuplicata dal decreto ministeriale del 30 dicembre 2011 e continuano a corrispondere, inoltre, anche l'addizionale comunale ormai soppressa nel resto d'Italia;
le imprese delle Regioni a statuto speciale devono corrispondere in relazione ai propri consumi di energia elettrica l'accisa quadruplicata dal decreto ministeriale del 30 dicembre 2011 e continuano, inoltre, a corrispondere l'addizionale provinciale ormai soppressa nel resto d'Italia;
il maggiore gettito stimato derivante alle Regioni a statuto speciale dalla compartecipazione all'incrementata accisa erariale sull'energia elettrica è stato destinato alla copertura della spesa per interessi derivante dall'esigenza di maggiori emissioni di titoli di Stato;
premesso, inoltre, che l'attuale assetto normativo in materia risulta, pertanto, pesantemente discriminatorio nei confronti dei cittadini e delle imprese delle Regioni a statuto speciale: l'ingiustificato assoggettamento ad una duplice imposizione risulta particolarmente gravoso nell'attuale situazione economica sia per i bilanci delle famiglie che per quelli delle aziende e può comportare una perdita di competitività per il territorio nel suo complesso;
preso atto che:
l'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, e l'articolo 18, comma 5, del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, hanno rispettivamente disposto la cessazione dell'applicazione dell'addizionale comunale e di quella provinciale all'accisa sull'energia elettrica nelle Regioni a statuto ordinario a decorrere dall'anno 2012;
a favore degli enti locali delle Regioni a statuto ordinario sono state altresì espressamente previste misure a compensazione del minor gettito stimato;
con separati decreti del Ministero dell'economia e delle finanze del 30 dicembre 2011 è stata corrispondentemente aumentata l'accisa erariale calcolata in modo da assicurare la neutralità finanziaria nei territori delle Regioni a statuto ordinario ai fini del rispetto dei saldi di finanza pubblica;
l'aumento dell'accisa erariale ha trovato, tuttavia, applicazione sull'intero territorio nazionale, poiché l'applicazione di aliquote diversificate in relazione al luogo geografico in cui avviene il consumo non sarebbe risultato coerente con il diritto comunitario;
successivamente, l'articolo 35, comma 4, del decreto-legge n. 1 del 2012 ha stabilito che, in relazione alle maggiori entrate rivenienti nei territori delle autonomie speciali dagli incrementi delle aliquote dell'accisa sull'energia elettrica, il concorso alla finanza pubblica delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano sia incrementato di 235 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2012,
impegna il Governo ad intervenire con celerità al fine di promuovere il riequilibrio della disparità tributaria derivante dal mantenimento delle addizionali comunali e provinciali all'accisa erariale sull'energia elettrica nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province autonome a fronte della simultanea applicazione dell'aumento dell'accisa stessa, assicurando, nel contempo, la piena neutralità finanziaria nei confronti dei vari livelli di Governo coinvolti.
(1-00575p. a.)
<br/>fonte: <a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=647486">www.senato.it</a>Elisabetta ZAMPARUTTI: Nord Adriatico. Approfondire le analisi sulle schiume nelle vicinanze del rigassificatore di Porto Viro. Interrogazione 2012-02-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625655Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Il fenomeno delle schiume, legato con molta probabilità all'attività del rigassificatore di Porto Viro, si ripete. Gli ultimi due episodi si sono verificati tra gennaio e febbraio di quest'anno in cui una coltre vischiosa ghiacciata ha raggiunto la spiaggia delle acque polesane e veneziane di Bocassette e dell'Isola Verde. Nella primavera del 2010 venne segnalata una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero che arrivava anche a lambire la costa. Maria Grazia Lucchiari, della direzione di Veneto Radicale e del Comitato nazionale Radicali Italiani ha sollecitato l'intervento della deputata Radicale e membro della commissione Ambiente, Elisabetta Zamparutti che ha presentato un'interrogazione con la quale chiede al Ministro dello Sviluppo economico, dell'Ambiente e dell'Agricoltura e della pesca "quali azioni urgenti si intendano assumere per chiarire la natura della schiuma per approfondire e documentare con maggior precisione il tipo di danni ambientali prodotti, in particolare per quanto riguarda i cloroderivati organici e gli alo-derivati in genere". Il rigassificatore di Porto Viro si configura "a ciclo aperto", si preleva acqua di mare per sottrarle il calore che serve a riportare allo stato gassoso il Gnl, gas naturale arrivato via nave sotto forma liquida a 162°C. L'acqua viene restituita al mare più fredda e clorata. Questo comporta una sterilizzazione quasi totale della massa d'acqua adoperata a causa degli shock meccanico e termico e l'impiego di cloro implica il rilascio di sostanze tossiche.
<p> "Il rischio è che venga seriamente danneggiato l'ecosistema marino con relativi danni all'economia costiera". L'esponente Radicale ricorda che dal 2000, con decreto del Ministero dell'Ambiente, la Regione Veneto ha ottenuto il divieto dell'utilizzo del cloro come "agente antifouling" nei circuiti industriali che scaricano in laguna di Venezia, in considerazione dei problemi che questa sostanza causa alle biocenosi di un habitat tanto delicato. "L'Adriatico è un mare semi-chiuso, considerato sotto più aspetti quale zona ecologicamente sensibile – afferma ancora Zamparutti – ed è opportuno valutare di estendere la limitazione in vigore in laguna di Venezia a tutti gli impianti di questa voracità lungo l'Adriatico, attivandosi anche per creare una governance comune con gli altri Paesi che si affacciano su questo mare. Gli impianti proposti, che in questi tempi procedono nel loro iter autorizzativi – aggiunge la deputata - consumano notevoli quantità d'acqua di mare, "senza che siano adeguatamente valutate le alternative tecnologiche percorribili, il cosiddetto "ciclo chiuso". Il vecchio rigassificatore di Panigaglia, che è in funzione dal 1971, lavora unicamente in modalità a ciclo chiuso. Ecco quindi la richiesta di Zamparutti ai Ministri "rafforzare nelle procedure autorizzative la presa in considerazione delle alternative tecnologiche percorribili a quanto proposto dal gestore, nel caso in questione il cosiddetto "ciclo chiuso", anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto, ed in particolare considerare la possibilità di riconvertire il rigassificatore di Porto Viro da ciclo aperto a "ciclo chiuso".
<p><b>Il testo dell'interrogazione</b>
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Al Ministro dello Sviluppo economico<br />
Al Ministro dell'Ambiente<br />
Al Ministro dell'Agricoltura e della pesca
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<b>
Premesso che:</b>
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il rigassificazione offshore di Porto Viro, entrato in regime di esercizio provvisorio da settembre 2009, ha registrato le prime due ricadute ambientali: nella primavera del 2010 quando venne segnalata una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero che arrivava anche a lambire la costa, e la seconda, segnalata nel gennaio 2012, in cui sulla spiaggia di Boccassette di Porto Tolle (RO) si poteva osservare uno spesso strato di piccoli cristalli di ghiaccio per una profondità verso mare di 10, 20 metri che accompagnava tutta la lunghezza della battigia;
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tra la notte di venerdì 17 e sabato 18 febbraio, dopo la spiaggia di Boccasette, la schiuma è arrivata anche a Isola Verde, completamente ghiacciata dalle rigide temperature della notte;
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a seguito del primo episodio la Procura della Repubblica di Rovigo ha indagato per danneggiamento aggravato due dirigenti di Adriatic Lng, la società che gestisce il rigassificatore. Una perizia della Procura dimostra che a produrre queste schiume sono le lavorazioni sul rigassificatore per trasformare il metano da liquido a gas, che poi viene immesso nelle condotte e convogliato nella rete nazionale di distributore. Le conseguenze sull'ecosistema sono di alterazione della clorofilla e del fitoplancton marino;
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il fenomeno della "schiuma" è stato analizzato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il quale ha concluso che: "E' una matrice di origine naturale (…) in quanto miscela polifasica principalmente caratterizzata da un elevato contenuto organico (…). La formazione di schiume pertanto non sembra dovuta ad immissione nell'impianto di sostanze esogene all'ambiente marino quanto piuttosto all'azione meccanica dello stesso". "..la presenza di composti cloro organici è, con molta probabilità, dovuta all'impiego di cloro attivo, utilizzato come biocida nelle acque di scambio termico dell'impianto (…)". "…La particolare composizione di tutti i componenti costituenti la miscela (fino ad ora individuati) è tale da indurre effetti biologici avversi riscontrabili anche ad elevate diluizioni riproducibili in laboratorio";
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il rigassificatore di Porto Viro si configura "a ciclo aperto": si preleva acqua di mare per sottrarle il calore che serve a riportare allo stato gassoso il Gnl (arrivato via nave sotto forma liquida, a -162°C) restituendola poi al mare più fredda e clorata. Questo comporta una sterilizzazione quasi totale della massa d'acqua adoperata a causa degli shock meccanico e termico (a questi sono da imputare il fenomeno delle schiume); a causa dell'impiego di cloro che implica il rilascio di sostanze tossiche (i cloro-derivati organici), ed infine per la perdita dei servizi ecosistemici forniti dall'habitat marino (autodepurazione, assorbimento di CO2, habitat di specie ittiche);
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secondo quanto riferito da Carlo Franzosini, biologo dell'Area Marina Protetta di Miramare,a seguito della reazione della Sostanza Organica Disciolta in acqua di mare ("DOM") ed il cloro attivo immesso nel circuito si formano dei composti: i cloro-derivati organici che sono tossici, persistenti e mutageni (trialometani, clorammine, ecc.). Una prima quantificazione di questi prodotti parte dal tenore di DOM in acque costiere non eutrofiche, che in Adriatico è indicativamente di 2 mg/litro. Il funzionamento di un rigassificatore comporterebbe l'immissione di quantità dell'ordine di 32,8 chili per ora di cloro-derivati, qualcosa più di 280 tonnellate all'anno. Gli effetti del cloro e dei cloro-derivati (ad esempio: a seguito di disinfezione) sono studiati da oltre 40 anni, tanto che già nel 1972 in USA (US Federal Water Pollution Control Act) era obbligatorio l'abbattimento del tenore di cloro nelle acque di scarico e la riduzione chimica dei sottoprodotti alogenati. Questi composti, stabili e non facilmente degradabili, si accumulano nelle acque, da qui entrano nella catena alimentare, si depositano nei tessuti grassi degli organismi marini e possono finire sulle nostre tavole. Nell'uomo, alcuni effetti tossici noti sono la possibile azione mutagenica e /o cancerogenica. L'esposizione cronica comporta una possibile relazione con cancro del retto e del colon e della prostata (IARC International Agency for Research on Cancer);
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nei documenti di VIA questo aspetto non è considerato perché ci si limita a valutare i soli effetti del cloro attivo in uscita dall'impianto: questo viene limitato a non più di 0,2 mg/litro, paragonabile a quello dell'acqua di acquedotto conforme a norma di legge. Quindi questo procedimento è apparentemente innocuo "come bere un bicchier d'acqua". Ma il cloro, utilizzato in quantità massiccia (all'interno dell'impianto si hanno tenori di 2 mg/litro), viene abbattuto prima di restituire l'acqua al mare, neutralizzandolo con bisolfito (reazione: si forma solfato), al fine di rientrare nei parametri di legge (max 0,2 mg/litro);
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inoltre, poiché è il proponente dell'opera a redigere gli studi di impatto ambientale, non sempre vi è l'interesse ad illustrare alternative di progetto in fase di VIA migliori dal punto di vista ambientale anche se meno convenienti economicamente e non sempre i funzionari che devono valutare questi studi sono adeguatamente attrezzati e tecnicamente supportati dagli enti preposti
l'acqua di mare è ricca di sostanza organica da neutralizzare, contrariamente all'acqua di acquedotto che possiamo bere a volontà ed in cui il cloro è aggiunto solo per un'azione preventiva antibatterica. La differenza tra le 2 acque – pur con lo stesso tenore di cloro attivo – è che l'acqua in uscita dall'impianto è carica di sostanza organica degradata combinata chimicamente al cloro;
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questo vale in particolare per quanto riguarda l'acqua di mare di Porto Viro in considerazione della produttività primaria dell'Adriatico (parametro collegato alla concentrazione di cellule fitoplanctoniche per unita' di volume dell'acqua di mare) e della posizione collocata di fronte alla foce di uno dei maggiori fiumi del Mediterraneo;
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Adriatic Lng prima che iniziassero i lavori di realizzazione del terminal aveva valutato il tenore del disturbo ambientale che l'impianto andava a causare al territorio circostante, arrivando nel febbraio 2008 ad un accordo con gli Enti locali "per la compensazione territoriale destinata al Polesine e legata all'insediamento del terminal". Si tratta in tutto di 12,1 milioni di euro di cui 2,45 per il comparto della pesca professionale, che si è visto imporre una nuova zona di interdizione dell'attività;
già alcuni mesi dopo l'avvio dell'attività del rigassificatore di Porto Viro le associazioni dei pescatori avevano osservato con preoccupazione la presenza di schiume attorno all'impianto e la morìa di fasolari e vongole di mare nelle acque veneziane e polesane. Fenomeni insoliti e inspiegabili alla luce della loro esperienza;
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l'area dell'alto Adriatico è attualmente interessata da 3 progetti di rigassificatori: uno in Slovenia, uno on-shore (Zaule), uno off-shore (al largo di Grado). Per il rigassificatore proposto da "Gas Natural", l'intero volume d'acqua della Baia di Muggia (circa 100 milioni di m3) verrebbe fatto fluire attraverso l'impianto per oltre due volte all'anno. In un anno circa il 4-5% dell'acqua dell'intero bacino del golfo di Trieste (8.800 milioni di m3) verrebbe a circolare attraverso l'impianto, una quantità di gran lunga superiore a quella utilizzata da tutti gli stabilimenti industriali attualmente in esercizio sulle sponde del golfo.
E stiamo parlando di 1 dei 3 rigassificatori proposti;
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il rigassificatore di Capodistria è l'unico, della decina di progetti che interessano tutto l'Adriatico, che funzionerebbe "a ciclo chiuso": i progettisti, consci dei problemi ambientali di questo litorale, non ricorrerebbero all'impiego di acqua di mare ma ricaverebbero il calore utile alla rigassificazione da altre fonti. Ad esempio la combustione di un'aliquota marginale del gas conferito in impianto (ne basta l' 1,3%) è sufficiente per riportare il metano dalla fase liquida a quella gassosa. L'aliquota che andrebbe bruciata corrisponde a quanto viene spontaneamente perso durante il trasporto (per via del cosiddetto "boil-off") ed immesso in atmosfera (il metano è tra i più potenti gas-serra, 25 volte più della CO2). Gli impianti sono inoltre dotati di "torce" che, per questioni di sicurezza, bruciano o immettono direttamente in atmosfera il gas in sovrapressione che si sviluppa nel processo di rigassificazione;
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dal 2000, con decreto del Ministero dell'Ambiente, la Regione Veneto ha ottenuto il divieto dell'utilizzo del cloro come "agente antifouling" nei circuiti industriali che scaricano in laguna di Venezia, in considerazione dei problemi che questa sostanza causa alle biocenosi di un habitat tanto delicato;
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l'Adriatico è un mare semi-chiuso, considerato sotto più aspetti quale "zona ecologicamente sensibile" e gli impianti proposti, che in questi tempi procedono nel loro iter autorizzativo, consumano notevoli quantità d'acqua di mare, senza che, a giudizio degli interroganti, siano adeguatamente valutate le alternative tecnologiche percorribili (il cosiddetto "ciclo chiuso"), anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto;
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al Veneto e al Polesine non sono state riconosciute quelle royalties sui ricavi previste dalla legge nel caso della presenza di impianti come il rigassificatore, circostanza per cui è pendente un ricorso della Regione verso il governo";
se per eccesso di offerta i rigassificatori rimanessero fermi, ai gestori è comunque sempre assicurato l'introito del 71% delle royalties calcolate sulla capacità nominale di rigassificazione, per tutta la durata di vita dell'impianto. Sono gli effetti delle delibere dell'Autorità per Energia Elettrica e Gas n. 178 del 2005 e n. 92 del 2008, che andranno a prelevare gli importi da girare ai gestori dalle nostre bollette del gas;
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<b>si chiede di sapere:</b>
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quali azioni urgenti si intendano assumere per chiarire la natura della schiuma;
quali analisi abbia fatto finora Ispra e se non si ritenga debbano essere approfondite per documentare con maggior precisione eventuali danni ambientali prodotti, in particolare per quanto riguarda i cloroderivati organici e gli alo-derivati in genere;
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se non si ritenga di valutare l'estensione della limitazione in vigore in laguna di Venezia a tutti i gli impianti di questa voracità lungo l'Adriatico, attivandosi anche per creare una governace comune con gli altri Paesi che si affacciano su questo mare anche attraverso una ratifica più stringente dei protocolli "Dumping" o "Land-Based Sources of pollution",
se e come si intenda rafforzare nelle procedure autorizzative la presa in considerazione delle alternative tecnologiche percorribili a quanto proposto dal gestore, (nel caso in questione il cosiddetto "ciclo chiuso"), anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto, ed in particolare se non si ritenga di considerare la possibilità di riconvertire il rigassificatore di Porto Viro da ciclo aperto a "ciclo chiuso";
in alternativa, se in vista della predisposizione di un piano energetico nazionale, si intenda rivedere la soglia del 71% comunque garantita ai gestori dei rigassificatori in modo che la remuneratività sia legata all'adozione da parte dei gestori di tecnologie che tutelino maggiormente l'ambientale.<br />
<br/>fonte: <a href="http://venetoradicale.blogspot.com/2012/02/approfondire-le-analisi-sulle-schiume.html">venetoradicale.blogspot.com</a>Paolo FERRERO: La Grecia diventa una colonia della Germania a questo serviva la stangata?2011-08-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it607990<br />
“Veniamo a scoprire in questi giorni che il governo Greco mette a disposizione della Germania 20.000 ettari di territorio per installare pannelli solari e produrre 200 megawatt di energia elettrica da esportare in Germania per un investimento complessivo di 20 miliardi di euro.
<p>Adesso si comincia a capire meglio perché la Germania si è opposta in ogni modo alla soluzione della crisi e ha portato la Grecia al fallimento: per trasformare la Grecia in una colonia ubbidiente, disponibile a qualsiasi cosa pur di avere qualche briciola.
<p>Un tempo i paesi imperialisti usavano i carri armati, adesso la speculazione finanziaria, il risultato di trasformare i paesi più deboli in colonie non cambia. Si tratta della stessa strada che il governo italiano sta seguendo, fedele esecutrice dei dictat di Berlino e Parigi. Per questo non basta cambiare la manovra ma occorre rovesciare la politica economica del governo e dell’Europa”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://web.rifondazione.it/home/index.php/comunicati-stampa/716-crisi--ferrero-prc--federazione-della-sinistra-la-grecia-diventa-una-colonia-della-germania-a-questo-serviva-la-stangata?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">Ufficio stampa Prc-SE</a>Ermete REALACCI: Nucleare: «Scelte superate. Il modello è la Germania» - INTERVISTA2011-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it583715Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Non vogliamo guardare indietro. Il nucleare è una scelta vecchia, costosa e pericolosa, inadatta all'Italia che deve rispondere alle sfide del futuro investendo su ricerca, conoscenza, risparmio energetico».
<p> Per Ermete Realacci, responsabile della <i>green economy</i> del Pd, la strada per lo sviluppo è obbligata: no all'atomo, sì alle rinnovabili.
<p><b>Le fonti rirmovabili non bastano, secondo i nuclearisti</b>
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«Il nucleare quando va bene risponde solo in piccola parte al fabbisogno energetico di un Paese: su scala mondiale rappresenta il 3% degli usi finali di energia e in Italia, nella piu ambiziosa delle ipotesi, si sarebbe arrivati a coprire il 25% dell'energia elettrica consumata, cioé un terzo dell'energia che usiamo, a cui vanno aggiunti trasporti e riscaldamento. Se pensiamo solo al risparmio energetico, le case italiane consumano il doppio di quelle tedesche o irlandesi: tra un edificio costruito bene e uno fatto male passa una bolletta di mille euro l'anno. Il vero piano casa è stato varato dal govemo Prodi: il 55% di credito di imposte a chi rinnovava l'abitazione, che ha prodotto un milione di interventi»
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<b>La Germania si ferma, ma Usa, Cina, Russia vanno avanti. L'Italia resterà indietro?</b>
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«Gli Usa a causa dei costi, non ordinano una centrale da prima di Chernobyl. Con Obama, che ha innalzato il contributo per il kilowattora nucleare, sono state avviate le pratiche per due impianti, ma nel frattempo ne chiudono dieci. Il nucleare è una battaglia di retroguardia, che in più genererebbe un enorme “debito atomico”, per dirla con Tremonti. <br />
Già oggi noi paghiamo in bolletta 300 milioni di euro l'anno per le vecchie scorie.<br />
Vogliamo come modello l'Iran o la Germania che cresce quattro volte più di noi e punta al 40% di energia elettrica da rinnovabili entro il 2020 e a nuovi mercati? Secondo uno studio di Unioncamere e Fondazione Symbola la <i>green economy</i> può produrre un milione di posti in quattro anni».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1127JO">Gruppo Editoriale L'Espresso</a>Matteo Olivieri: Interrogazione su depuratore di Roncocesi: perchè non sfruttare biogas per produrre energia verde?2011-06-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it582279Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Reggio nell'Emilia (RE) (Gruppo: M5S) <br/><br/><br />
Il depuratore di Roncocesi produce grandi quantità di biogas che attualmente vengono bruciate in una torcia e l'energia dispersa in atmosfera. Presentata interrogazione in Consiglio Comunale per proporre lo sfruttamento come energia rinnovabile.
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Il depuratore di Roncocesi è dotato di una struttura "gonfiabile", detta gasometro, dove si raccoglie il biogas prodotto dai processi digestivi. Tuttavia questo gas viene attualmente bruciato senza sosta da una grande torcia, che disperde l'energia in atmosfera.<br />
Il biogas è infatti ricco di metano, e l'energia contenuta può essere sfruttata per produrre energia elettrica e calore in cogenerazione. Energia pulita e rinnovabile.
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Abbiamo presentato un'interrogazione in Consiglio Comunale per conoscere quali sono i limiti tecnici che non hanno consentito finora di sfruttare questa preziosa risorsa, dove chiediamo anche tutti i dati tecnici per eseguire autonomamente una nostra valutazione.
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Si allegano foto del depuratore e testo dell'interrogazione.
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Matteo Olivieri, Consigliere Comunale<br />
Vito Cerullo, Cons. Circoscrizione OVEST<br />
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TESTO INTERROGAZIONE:
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA</b>
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<b>Premesso che:</b><br />
- presso il depuratore di Roncocesi è attivo un sistema di raccolta del biogas, detto gasometro, che è quasi costantemente al massimo livello di contenimento quasi tutti i giorni dell’anno;<br />
- accanto al gasometro è attiva, quasi senza interruzioni, una torcia, cioè un sistema di combustione del gas che evita il rilascio in atmosfera di gas inquinanti e climalteranti, primo fra tutti il metano;
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<b>Considerato che:</b><br />
- lo sfruttamento del biogas, in macchine a diversa tecnologia, è una tecnica consolidata, che consente di produrre energia rinnovabile, di incassare incentivi sulla produzione di elettricità dai certificati verdi e convogliare il calore verso utenze che lo necessitino;
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<b>
Tutto ciò premesso si interroga il Sindaco e la Giunta in merito:</b>
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- si richiede di conoscere l’eventuale presenza di un cogeneratore presso l’impianto, ipotesi remota vista l’intensità del lavoro svolto dalla torcia durante tutto l’anno;<br />
- si chiede se sono stati effettuati studi sulla possibilità di sfruttare il biogas prodotto in un processo di cogenerazione;<br />
- si chiede quali sono gli eventuali ostacoli tecnici all’utilizzo del biogas per la cogenerazione;<br />
- si richiede una descrizione dettagliata, se possibile corredata da schemi di flusso ed impiantistici per cui rivolgiamo contestuale richiesta di accesso agli atti, del processo che innesca la produzione di biogas, nonché documenti attestanti la quantità e qualità del gas prodotto, anche attraverso analisi chimico fisiche e/o dichiarazioni già fornite, meglio se in serie storica.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.reggio5stelle.it/2011/06/02/biogas-a-roncocesi-si-puo-fare/">www,reggio5stelle.ii</a>Pierfelice ZAZZERA: Energia. Indagare su gestioni tariffarie incentivanti del GSE2011-05-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it573021Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
"Acquisire elementi sulla modalità di gestione delle richieste delle tariffe incentivanti da parte del Gestore dei servizi energetici (GSE)" e stabilire "se la mancata comunicazione entro i termini di legge della valutazione della tariffa incentivante nel senso descritto in premessa, equivalga al silenzio assenso previsto dall'articolo 20 della legge 7 agosto 1990, n. 241".
<p>E' quanto chiede un gruppo di deputati Idv, <b>primo firmatario Pierfelice Zazzera</b>, al Ministro dello Sviluppo Economico Romani e al Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo.
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"Il decreto-legge 8 luglio 2010, n. 105 - spiega il gruppo Idv - recante misure urgenti in materia di energia, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 13 agosto 2010, n. 129, regola le tariffe incentivanti da riconoscere alla produzione di energia elettrica ottenuta da impianti fotovoltaici che entreranno in servizio nel triennio 2011-2013.
<p>In particolare, il decreto-legge n. 105 del 2010 dispone all'articolo 1-septies che 'Le tariffe incentivanti di cui all'articolo 6 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 19 febbraio 2007, recante criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 23 febbraio 2007, sono riconosciute a tutti i soggetti che, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 5 del medesimo decreto ministeriale, abbiano concluso, entro il 31 dicembre 2010, l'installazione dell'impianto fotovoltaico, abbiano comunicato all'amministrazione competente al rilascio dell'autorizzazione, al gestore di rete e al Gestore dei servizi elettrici-GSE S.p.a., entro la medesima data, la fine lavori ed entrino in esercizio entro il 30 giugno 2011'".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20110527-energia-idv-indagare-gestione-tariffe-incentivanti-del-gse">AgenParl</a>Emma BONINO: Contro il nucleare non solo per paura. Non conviene.2011-03-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559436Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Non solo paura, bisogna fare i conti.
<p>La posizione Radicale sul nucleare si esprime magistralmente nelle parole di Emma Bonino: «Investire 30 miliardi di euro pubblici per ottenere il 4% di consumo finale di energia tra vent'anni non ha senso economico, in assenza di qualunque quadro compessivo di bisogno energetico nel nostro Paese».
<p>Il nucleare dà solo energia elettrica, che in Italia fra quella già installata e quella programmata supera già ampiamente il nostro fabbisogno . Fondamento della posizione Radicale non è l'inseguimento disperato del consenso, bensì una politica di concreta difesa dell’ambiente e soprattutto di oculatezza delle scelte economiche per un Paese come il nostro che non può permettersi errori così onerosi.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/primopiano/20110322/speciale-nucleare-oltre-paura-una-scelta-economicamente-sbagliata">radicali.it</a>ENNIO PASTORET: SaintDenis protagonista di uno studio per il consumo intelligente di "energia elettrica" 2010-11-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548409Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Valle D'Aosta (Partito: UV) <br/><br/>In questo ambito il comune di Saint-Denis, e in particolare i suoi cittadini, saranno protagonisti di una sperimentazione relativa ai consumi di energia elettrica, che verrà condotta su alcuni edifici privati e pubblici per un massimo di 25 utenze. “Stiamo cercando, attraverso questo progetto – ha spiegato l’Assessore regionale Ennio Pastoret – di muoverci verso un equilibrio tra produzione e consumo intelligente dell’energia elettrica, cercando di non pesare sulla distribuzione generale e cercando di intervenire sui picchi di consumo. È un progetto che mira a formare i cittadini e a creare una cultura in questo campo”.<br/>fonte: <a href="http://www.aostasera.it//articoli/2010/11/24/16057/saint-denis-protagonista-di-uno-studio-per-il-consumo-intelligente-di-energia-elettrica">www.aostasera.it</a>MASSIMO CARRUBBA: Centrale del Tifeo, Enel fiduciosa «Aspettiamo la nuova conferenza» Il sindaco Massimo Carrubba spera nel mantenimento dell'impianto 2010-11-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548208Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Augusta (SR) (Partito: PD) <br/><br/>Anche il sindaco Massimo Carrubba nutre la concreta speranza che l'azienda realizzi quegli interventi migliorativi, così come dichiarato durante gli incontri nei mesi scorsi a palazzo di città nel corso dei quali, l'amministrazione comunale si è dichiarata disponibile a riesaminare la propria posizione alla luce di elementi nuovi che dovessero emergere riguardo alla mitigazione dell'impatto ambientale. «L'azione del Comune – ha evidenziato il primo cittadino – è tesa ancora una volta alla salvaguardia della salute dei cittadini e dei livelli occupazionali, che purtroppo nel nostro territorio sono interessati da fattori negativi<br/>fonte: <a href="http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=156332&Edizione=15&A=20101123">www.gazzettadelsud.it</a>DOMENICO TALARICO: NO A CENTRALE DEL MERCURE 2010-11-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548069Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Rende (CS) (Lista di elezione: RnP) - Consigliere Regione Calabria (Lista di elezione: IdV) <br/><br/>Mimmo Talarico, Consigliere Regionale dell'Italia dei valori, ha presentato, unitamente a Giuseppe Giordano e al capogruppo in Consiglio regionale della Calabria, Emilio De Masi, una mozione in ordine alla conversione a biomasse della centrale Enel sita nel Comune di Laino borgo (CS) ''per impegnare la Giunta regionale a rappresentare, sul piano politico ed istituzionale, l'inequivocabile e netta espressione di contrarieta' alla riattivazione della centrale Enel della Valle del Mercure nel Comune di Laino Borgo (CS), per la sua manifesta incompatibilita' con il quadro ambientale e la vocazione economica dell'area in cui e' ubicata, stante l'area di che trattasi ricompresa nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino e classificata in sede europea quale Important Bird Areas (IBA), in immediata adiacenza di aree ulteriormente protette dallo stesso diritto comunitario, ZPS (Zona di Protezione Speciale - Pollino/Orsomarso) e SIC (Sito di Interesse Comunitario)''.
''La mozione- dice Talarico - ha lo scopo di impegnare definitivamente il consiglio regionale ad assumere, di concerto con le amministrazioni locali interessate e con l'Ente Parco Nazionale del Pollino, le iniziative necessarie atte a bloccare, anche ai fini di una piu' attenta valutazione della problematica sotto il profilo tecnico-amministrativo e ambientale, gli effetti del Decreto n.13109, con cui la Regione Calabria -Dipartimento n*5 /Attivita' Produttive - Settore Politiche Energetiche ha autorizzato la riattivazione della sezione 2 della predetta centrale. Cio' - continua Talarico- anche in considerazione del fatto che il Decreto e' stato emanato in assenza di parere favorevole da parte del Parco Nazionale del Pollino, al quale, in base alla Legge quadro sui parchi, la 394/1992, e' riconosciuta competenza specifica nel procedimento autorizzatorio e, non<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/regioni-CALABRIA__TALARICO(IDV)__NO_A_CENTRALE_DEL_MERCURE-552596-calabria-4.html">www.asca.it</a>Raffaele LAURO: Velocizzare iter progetti Terna2010-11-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547601Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Misto) <br/><br/>Con una interrogazione urgente, sottoscritta da circa un centinaio di senatori del Pdl, del Pd, di Fli, dell'Idv e dell'Udc, il senatore Raffaele Lauro (Pdl) ha chiesto al Ministro dello Sviluppo Economico di velocizzare gli iter autorizzativi dei progetti della Terna ''finalizzati a dotare la Penisola Sorrentina di un servizio elettrico efficiente, a soddisfare le crescenti richieste di energia dei comuni costieri, a spostare la cabina di trasformazione dal centro dell'abitato di Sorrento ed a bonificare uno dei paesaggi piu' suggestivi al mondo dalla presenza di tralicci pericolosi ed obsoleti''.
"I comuni della Penisola Sorrentina - scrive Lauro - rappresentano una delle aziende turistiche piu' importanti del Paese e uno dei poli economici piu' significativi della Regione Campania. Nonostante gli sviluppi della tecnologia, questi comuni vivono una situazione assolutamente precaria, specie nella stagione estiva, per quanto riguarda l'approvvigionamento di energia elettrica, perche' la sola linea di alimentazione, a 60mila volt, risulta del tutto fatiscente e non affidabile. Inoltre, l'unica cabina di trasformazione che serve tutti i comuni costieri (Sorrento, Sant'Agnello, Piano, Meta, Massa Lubrense e anche parzialmente Positano) e' ubicata nel centro urbano di Sorrento, a ridosso di palazzi e di scuole."
"L'Amministrazione Comunale di Sorrento - precisa Lauro nell'interrogazione - ha ribadito alla societa' Terna la volonta' di vietare l'entrata in esercizio di altre linee aeree e di smantellare al piu' presto quelle esistenti sul territorio, prevedendo nel piano regolatore generale della citta' una apposita area dove localizzare una nuova cabina di trasformazione. La societa' Terna ha tempestivamente presentato al Comune di Sorrento ed al Ministero dello Sviluppo Economico un nuovo progetto che potrebbe risolvere definitivamente la situazione, collegando la nuova cabina di trasformazione con due elettrodotti da 150mila volt, uno dei quali destinato anche all'alimentazione dell'isola di Capri."<br/>fonte: <a href="http://www.libero-news.it/regioneespanso.jsp?id=523273">www.libero-news.it</a>SILVANO ROMETTI: La centrale di Bastardo ha un ruolo strategico per l'economia2010-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547516Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Umbria (Partito: Lista Civica - Cen-Sin) - Consigliere Regione Umbria (Lista di elezione: Lista Civica - Cen-Sin) - Consigliere Regione Umbria<br/><br/>“La Regione – ha informato l’assessore Rometti – sta seguendo puntualmente presso il Ministero dell’Ambiente l’iter dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che si prevede possa essere rilasciata nel corso delle prossime settimane. Inoltre, sono in corso approfondimenti per conseguire un effettivo miglioramento delle prestazioni ambientali senza compromettere la funzionalità dell’impianto e i livelli occupazionali”.
“La centrale di Bastardo – prosegue Rometti - ha un ruolo strategico per l’economia regionale. Siamo consapevoli che senza garantire l’approvvigionamento energetico non possiamo offrire neanche certezze al nostro sistema produttivo”.
Rometti ha informato che la Regione Umbria è impegnata a integrare le politiche riferite alla qualità dell’aria, con quelle in materia di energia. A tal fine l’assessore ha ricordato che si stanno definendo le intese necessarie a prevedere misure coordinate da inserire nel nuovo Piano Energetico Regionale, il cui aggiornamento costituisce una delle priorità di questo mandato amministrativo, e che si sta inoltre provvedendo alla revisione del Piano di Risanamento della Qualità dell’aria. <br/>fonte: <a href="http://www.regione.umbria.it/news.asp?id=11704">www.regione.umbria.it</a>Vincenzo MARINELLO: L' impianto produzione energia a Ribera fermerebbe vocazione turistica e agricola del territorio 2010-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547515Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Sicilia (Gruppo: PD) <br/><br/>La realizzazione a Ribera di un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato da biomassa, già autorizzata dalla Regione, è inconciliabile con le ambizioni di sviluppo turistico e con la vocazione alle produzioni agricole di qualità presenti sul territorio”. Lo dice, in un’interrogazione presentata all’assessore regionale all’Energia, il deputato regionale del Partito Democratico Vincenzo Marinello.
La costruzione dell’impianto è prevista in contrada “Castellana”, una delle zone più pregiate della Sicilia da un punto di vista agrumicolo, posta a pochi chilometri dal centro abitato e dalle località balneari. “L’intero iter procedimentale che ha portato all’emissione del decreto autorizzativo – si legge nell’interrogazione – si è svolto senza che la comunità cittadina ne abbia avuto effettiva conoscenza”.
Domani, venerdì 29 ottobre alle 17,00 il consiglio comunale di Ribera si riunirà per discutere della vicenda.
“Proprio nella stessa zona – dice Marinello – nel breve e medio termine potrebbero nascere iniziative imprenditoriali turistiche di notevole rilevanza e con importanti ricadute occupazionali, che potrebbero essere messe in discussione dalla realizzazione di questo impianto, considerato che le emissioni prodotte si diffonderebbero nel raggio di decine di chilometri<br/>fonte: <a href="http://www.agrigentoweb.it/ambiente-marinello-pd-impianto-produzione-energia-a-ribera-fermerebbe-vocazione-turistica-e-agricola-del-territorio_61281/">www.agrigentoweb.it</a>Stefano SAGLIA: Energia, sbloccati 110 milioni di euro per gli incentivi2010-10-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547265Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. commissione Camera Lavoro - Sottosegretario Sviluppo economico (Partito: PdL) <br/><br/>110 milioni di euro per gli incentivi nel settore dell'energia. Il ministero dello Sviluppo economico fa infatti sapere che "le risorse residue del piano governativo di incentivi, varato in aprile per sostenere i consumi nei settori previsti, sono state rimesse in circolo liberando così circa 110 milioni di euro". Dunque, il ministro Paolo Romani "ha firmato il decreto con cui sono riassegnati i fondi ancora disponibili per il sostegno della domanda finalizzata ad obiettivi di efficienza energetica, eco-compatibilità e di miglioramento della sicurezza sul lavoro". La rimodulazione è stata fatta sulla base delle informazioni sullo stato delle prenotazioni dei contributi per i 10 settori incentivati fornito da Poste Italiane Spa. Contestualmente è stata anche avviata la procedura di pagamento dei contributi spettanti ai rivenditori.
Romani sottolinea che "la misura di sostegno ai consumi si è dimostrata un successo". Come spiega, "ben quattro dei dieci settori economici interessati agli incentivi hanno esaurito le risorse originariamente loro destinate già a poche settimane dall’avvio del provvedimento". In particolare, "ad oggi risultano concessi oltre 925 mila contributi, per un totale di 189 milioni di euro di risorse erogate, sui 300 milioni di euro originariamente messi a disposizione". Con questa rimodulazione, prosegue, "intendiamo consentire da parte dei consumatori il pieno ed ottimale utilizzo delle risorse residue, in questo momento pari a 110 milioni di euro", e di "massimizzare i risultati che il Governo si era posto con il decreto a favore del sistema delle imprese".
Vale a dire, ricorda Romani, "il sostegno della domanda di mercato per la ripresa economica, di cui fortemente tuttora si avverte l’esigenza in un contesto di perdurante stagnazione".
Tutte le informazioni sugli incentivi disponibili su www.sviluppoeconomico.gov.it dove sono anche disponibili e scaricabili le tabelle e i grafici sull’andamento dell’iniziativa.<br/>fonte: <a href="http://www.dire.it/DIRE-AMBIENTE-/index.php?menu=11&cont=34766">www.dire.it</a>Elio LANNUTTI: Enel green power. Lannutti: governo vigili su un collocamento con troppe ombre 2010-10-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547264Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Misto) <br/><br/>“Il governo vigili sul collocamento di Enel Green Power, un’operazione con poche luci e tante ombre. Si deve assolutamente evitare che i risparmiatori, attratti dalle promesse dei rendimenti fino al 6% su base annua, possano essere indotti ad impiegare i propri risparmi per pagare i debiti di Enel”. E’ quanto chiede il senatore Elio Lannutti, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Finanze, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia. Per l’esponente IdV “è necessario rendere note e più visibili per i risparmiatori le insidie che si nascondono nell’investimento e che sono ben celate nelle oltre 700 pagine del prospetto informativo. Enel chiede i soldi ai piccoli risparmiatori, allettandoli con promesse di rendimento pari ad un tasso del 6% annuo, per ridurre il debito che ha con le banche. Tra l’altro nel prospetto, che nessun piccolo investitore comprenderà per il linguaggio criptico e tecnico in cui è scritto, sono ben mimetizzati i conflitti d’interesse del presidente di Enel, Pietro Gnudi, che siede anche nel Cda di Unicredit, e dell’ad della società, Fulvio Conti, che è pure consigliere di Barclays. Tali condotte rappresentano una artato aggiramento dell’art. 2359-bis del codice civile, che vieta la sottoscrizione di azioni o quote della controllante. L’Italia dei Valori – conclude Lannutti – continuerà a vigilare per prevenire fenomeni di risparmio tradito e di possibili frodi ai danni dei risparmiatori”<br/>fonte: <a href="http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/comunicati/2010/10/enel_green_power_lannutti_gove.php">italiadeivalori.antoniodipietro.com</a>LORENZO GUERINI: Lodi, illuminazione intelligente.2010-10-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547260Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Lodi (LO) (Partito: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Lodi (LO) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/>Un progetto congiunto di Comune e Regione, con un investimento di circa 715.000 euro, mirati ad abbattere 115 tonnellate di emissioni di CO2, con un minor consumo di energia elettrica, pari a circa 166mila kilowatt l’ora.
Un’iniziativa chiamata Fossil Free e affidata all’azienda Domec, come spiega il sindaco Lorenzo Guerini:
“Si tratta di un’iniziativa che si inserisce nell’ambito di un piano di riqualificazione della rete dell’illuminazione pubblica che dal 2009 ad oggi ha già portato alla sostituzione di 2.830 dei circa 5.000 impianti della città a cui ora si aggiungeranno ulteriori 366 centri luminosi. Gli interventi realizzati sino ad ora hanno riguardato impianti di proprietà di Enel, sostituiti secondo quanto previsto dal nuovo contratto stipulato lo scorso anno con Sole, la società del gruppo a cui è stata affidata la gestione del servizio. Gli impianti coinvolti in questo nuovo progetto sono invece di proprietà comunale”.
Saranno necessari circa 200mila kilowatt all’ora per alimentare tutti i 366 lampioni e saranno garantiti dagli impianti fotovoltaici dislocati sulle superfici di diverse costruzioni di proprietà comunale, come scuole, il Palazzo di giustizia o il palazzetto dello sport. Una decisa riduzione delle emissioni, ma anche un contemporaneo risparmio economico, come testimoniano le parole dell’assessore all’ambiente del comune, Simone Uggetti:
“Le iniziative di adeguamento e modernizzazione degli impianti di illuminazione pubblica già realizzate hanno permesso una riduzione dei consumi annui di energia elettrica pari a 920 megawatt/ora ed una diminuzione delle emissioni di CO2 di 480 tonnellate, grazie all’adozione di soluzioni tecnologiche (tra cui le lampade a Led, che Lodi è stata una delle prime città capoluogo a sperimentare in Italia) che a fronte di un maggior potere illuminante richiedono minori fabbisogni energetici. Con questo nuovo progetto faremo un ulteriore passo in avanti, alimentando tutti gli impianti con energia prodotta da fonti rinnovabili“.
Fonte: smar<br/>fonte: <a href="http://www.turismoassociati.it/dblog/articolo.asp?articolo=420">www.turismoassociati.it</a>MAURIZIO FRIOLO: CDR nella centrale Enel di Cerano2010-10-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547133Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Puglia (Lista di elezione: PdL) <br/><br/>“Occorre convincere Vendola che Brindisi non è la pattumiera della Puglia”. Questo il commento senza mezzi termini del consigliere regionale del Pdl Maurizio Friolo, alle dichiarazioni rese dal governatore in merito allo smaltimento di CDR nella centrale Enel di Cerano. Secondo il consigliere di centrodestra infatti, questa scelta comporterà l’arrivo a Brindisi del combustibile da rifiuto anche da altre province, se non addirittura da altre regioni. Il tutto, in considerazione del fatto che l’intero territorio non arriverebbe a produrre neanche un quarto della quantità prevista mediante il Pear.<br/>fonte: <a href="http://www.pugliatv.com/web/news.asp?id=22684">www.pugliatv.com</a>PARDO D'ALETE: Dopo otto anni la ricostruzione è ferma, in migliaia ancora fuori di casa e le agevolazioni sono terminate2010-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547093Alla data della dichiarazione: Vicepres. Consiglio Regione Molise (Gruppo: DS) <br/><br/><br />
Lo scorso 12 ottobre il Consiglio regionale ha discusso l’interrogazione, presentata dal capogruppo del PD D’Alete, in merito alla cessazione delle agevolazioni tariffarie concesse, fino allo scorso gennaio, dall’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas) a favore degli abitanti del cratere. Di fatto un atto tangibile della conclusione (per decreto) dello stato d’emergenza.
<p>“Ma i disagi per i residenti dei moduli abitativi come quelli di Bonefro, Colletorto, Montagano, oltre che per tutte le famiglie ancora oggi in alloggi provvisori, non sono mai terminati. Anzi.” è stato il commento del capogruppo D’Alete.
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“Le gravi responsabilità per i ritardi e per la gestione complessiva dell’emergenza sono oramai chiare, e presto saranno i cittadini a giudicare otto anni di amministrazione straordinaria post sisma. Oggi invece quel che più importa è non permettere che si dimentichi!
<p> È indispensabile continuare ad ascoltare ed incontrare le famiglie che rischiano di pagare tutto il prezzo della cattiva politica” è questa la motivazione che ha spinto il capogruppo D’Alete ad organizzare una serie di assemblee pubbliche nei comuni del cratere “assieme ai cittadini dei villaggi provvisori che più di tutti oggi sono al limite del collasso economico e sociale”.
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“Ascoltiamo le loro paure, i timori per il futuro, raccogliendo ogni volta la stanchezza di un disagio quotidiano peggiorato nel corso di otto anni interminabili” continua D’Alete “Una realtà distante anni luce da quella che viene raffigurata nelle riunioni ufficiali”.
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“Oggi al danno si aggiunge anche la beffa! Paradossalmente si interrompono le agevolazioni Enel per i cittadini delle strutture provvisorie in legno che essendo prive di allacci del gas necessitano di un utilizzo di energia elettrica eccezionale.
<p>Quelle stesse casette di legno che dopo quasi un decennio sono diventate inospitali, ed un altro inverno metterà a dura prova chi ci vive! Intanto le case che aspettano ancora di essere ristrutturate sono all’abbandono, in rovina, mentre i costi per il loro recupero aumentano ogni giorno in più che passa”.
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Dopo le assemblee cittadine di Bonefro e Montagano sabato 16 ottobre sarà il turno di Colletorto (presso il centro ANPAS dalle 17,30) “Anche con i cittadini di Colletorto faremo il punto, in particolar modo sulla condizione delle famiglie del villaggio provvisorio”.
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Nel frattempo l’attenzione in Consiglio non si abbasserà “Vigilerò perché agli impegni assunti dal Presidente Iorio lo scorso 12 ottobre seguano fatti concreti. Non ci sono alternative: è necessario che la Regione continui a garantire a tutti i cittadini ancora in difficoltà gli aiuti previsti durante lo stato d’emergenza”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.futuromolise.net/politica/99-ricostruzione-post-sisma/2166-dalete-dopo-otto-anni-la-ricostruzione-e-ferma-in-migliaia-ancora-fuori-di-casa-e-le-agevolazioni-sono-terminate.html">www.futuromolise.net</a>