Openpolis - Argomento: indaginihttps://www.openpolis.it/2017-10-06T00:00:00ZMassimo Depaoli: Sindaco di Pavia indagato: "Nulla da nascondere, tutto fatto secondo le regole"2017-10-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it925234Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Pavia (PV) (Partito: PD) <br/><br/>Venerdì Depaoli, sulla sua pagina Facebook, replica alle polemiche della minoranza con un lungo post.
"Tanto per fare chiarezza sul "tintinnio di manette". 1) Ciò che ho ricevuto è una richiesta di indicare domicilio e difensore di fiducia, come riportato nella immagine, in relazione a un presunto abuso d'ufficio. 2) A tutt'oggi non ho ancora potuto visionare la denuncia/querela presentata e questo è il motivo per cui non ho voluto dare una informazione incompleta e parziale. Difficile motivare le proprie scelte senza conoscere le accuse specifiche. 3) La comunicazione riguarda anche la dirigente del Personale e ciò, unitamente con la data indicata, porta a pensare che si tratti del procedimento previsto dall'art. 110 TUEL per la assunzione di un dirigente a tempo determinato. La data indicata, infatti, è quella della pubblicazione della delibera che ha avviato il procedimento, delibera votata all'unanimità dalla Giunta. 4) Ricordo che l'art.110 configura un incarico di tipo fiduciario, quindi la conoscenza preesistente di chi poi viene assunto non implica nulla, anzi potrebbe costituire elemento di scelta. Ma in questo caso non è stato così. Prima che sostenesse il colloquio, né io né la giunta né la dirigente avevamo mai conosciuto la persona poi scelta, e per la prima volta abbiamo attivato una procedura del tutto trasparente per la scelta del dirigente a tempo determinato, puntando a assumere la persona più adeguata. E oggi, dopo un anno di lavoro della persona in questione, posso affermare con assoluta tranquillità che si tratta di uno dirigente capace e efficiente. Ma in tutta questa vicenda agli pseudo cultori della legalità il merito non interessa davvero nulla. La valutazione sul possesso o meno dei titoli riguarda temi del diritto civile e del lavoro e non certo penali. 5) Quindi, tanto per essere chiaro, la comunicazione riguarda il normale operato di una amministrazione, non chissà quale oscuro reato o, peggio, interesse personale. 6) Non appena il mio legale avrà qualche elemento a disposizione, lo comunicherò e sono pronto a essere ascoltato dalla magistratura, in cui ho piena fiducia. 7) Non sono mai stato un forcaiolo e ho sempre pensato, per esempio, che Berlusconi andasse sconfitto nelle urne e, prima ancora, nella società e nella cultura".<br/>fonte: <a href="http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2017/10/06/news/sindaco-di-pavia-indagato-nulla-da-nascondere-tutto-fatto-secondo-le-regole-1.15951366">La Provincia Pavese</a>FRANCO MIRABELLI: Telefonata tra i Renzi dimostra che Matteo è ok. 2017-05-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it779571Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>“Non è normale che le telefonate private tra l’ex Presidente del Consiglio e suo padre finiscano sui giornali, specie perché trattasi di intercettazione irrilevante ai fini dell’inchiesta. Dopodiché dal contenuto diffuso Renzi esce più che bene: non solo non ha nulla di cui vergognarsi, ma dimostra una volta per tutte che ciò che ha detto pubblicamente è vero. Renzi può rivendicare di aver sempre chiesto e voluto la verità. Mentre M5s sta dimostrando ancora una volta di fare polemica sul nulla”. Lo ha detto a Skytg24 il senatore <b>Franco Mirabelli</b>, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia.
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“Sul tema delle intercettazioni – ha proseguito <b>Mirabelli</b> – c’è una discussione in Parlamento. È evidente che bisognerà regolamentare l’uso del contenuto delle intercettazioni, per evitare la diffusione di telefonate che non ha senso che siano pubbliche. Se un’intercettazione ha un rilievo penale è giusto sia a disposizione dei giornalisti, altrimenti è gossip e va quindi va tutelata di più la privacy delle persone”.<br/>fonte: <a href="http://www.senatoripd.it/stampa/comunicati-stampa/mirabelli-telefonata-renzi-dimostra-matteo-ok-conversazioni-private-senza-rilievo-penale-non-vanno-diffuse/">senatoriPD</a>FRANCO MIRABELLI: La Lega ha riposto le scope per non perdere potere2012-07-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647618Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“L’incontro di oggi tra Formigoni e i vertici della Lega conferma che, sulla pelle dei lombardi e della credibilità dell’istituzione regionale, la loro alleanza si fonda su uno scambio che nulla ha a che vedere con le scelte necessarie per il futuro della Lombardia. La Lega, dopo aver spazzato via Renzo Bossi e Monica Rizzi, ripone le scope di fronte al rischio di perdere potere. Dall’altra parte Formigoni si impegna a lasciare che la Lega possa usare la Regione per fare la propria propaganda proponendosi come il campione della difesa del Nord e della Lombardia. Ovviamente tutto ciò non porterà nessun beneficio ai lombardi, né restituirà a questa giunta la credibilità che ha ormai definitivamente perso. In compenso consentirà di mantenere il potere a forze che quando si andrà alle elezioni anticipate lo perderanno”.
<p>Lo dichiara il consigliere regionale del PD <b>Franco Mirabelli</b> commentando gli esiti dell’incontro odierno tra il presidente della Lombardia Formigoni e i segretari nazionale e regionale della Lega Nord Roberto Maroni e Matteo Salvini.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pdregionelombardia.it/documenti.asp?ID=36176">pdregionelombardia.it</a>PASQUALINO DI LEVA: A seguito dell'inchiesta mi dimetto2011-07-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590190Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Sesto San Giovanni (MI)<br/><br/>“A seguito degli ultimi accadimenti – si legge nella lettera – ho maturato la convinzione che le mie dimissioni siano un atto opportuno per evitare ogni sorta di strumentalizzazione. Sono certo che il tempo ed il corso dell’inchiesta mi renderanno giustizia e dimostreranno la mia assoluta estraneità ai fatti”.<br/>fonte: <a href="http://www.sestosg.net/pls/portal30/COMUNICATI.DYN_VISUALIZZA_COMUNICATI_CMS.show?p_arg_names=id&p_arg_values=1831">Comune sesto San giovanni</a>Silvio BERLUSCONI: E' suicida che il Paese proceda contro chi costituisce la forza del Paese2010-11-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548334Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
... Finmeccanica è un'asset straordinario ha firmato un contratto con la Russia, mi auguro queste indagini portino a nulla come sono convinto. Considero suicida che il Paese proceda contro chi costituisce con la propria capacità operativa la forza del Paese.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/26/news/perquisizioni_enav_finmeccanica-9520002/?ref=HREA-1">www.repubblica.it</a>Felice CASSON: Intercettazioni. "Con questa normativa le mie inchieste sarebbero fallite"2009-02-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388735Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Venezia (VE) (Gruppo: PD) - Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Con una legge così sulle intercettazioni, la grandissima parte delle mie indagini non sarebbe arrivata in porto». Ne è convinto l’ex magistrato Felice Casson, capogruppo del PD al Senato, che lo dichiara in un’intervista oggi sui quotidiani Finegil.
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«L’indagine sull’incendio doloso al teatro La Fenice di Venezia – esemplifica Casson - avremmo perso molte prove fondamentali. Penso anche a indagini sul terrorismo: nella fase iniziale bisogna individuare le persone, mentre il vincolo dei “gravi indizi di colpevolezza” significa che le persone devono essere già state individuate».
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Nell’intervista Casson spiega cosa accadrà se il disegno di legge sulle intercettazioni sarà approvato: «Non si faranno più intercettazioni per reati molto gravi, verrà tagliata la possibilità di indagare su concussione, corruzione, oltre a rapine, omicidi, sequestri di persona, certe forme di violenza. La pericolosità di questa modifica normativa è evidente, come è evidente la volontà del governo di annullare il meccanismo delle intercettazioni».
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E il limite dei 60 giorni? «Siamo sull’orlo del ridicolo. Succederà che se la polizia viene a sapere che il giorno successivo si verificherà un incontro su cui indagare non potrà far niente».
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L’ex magistrato veneziano ritiene che di questo strumento in passato non si sia abusato: «Nella passata legislatura – racconta - sono stato relatore di un’indagine conoscitiva da cui è emerso che l’Italia è l’unico Paese in grado di contare le intercettazioni fatte perché è l’unico Stato che le fa fare solo alla magistratura. Inoltre se c’è il timore di abusi, l’organo preposto per controllare è l’ufficio del Gip».
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In questa proposta, inoltre, non c’è nulla che la tuteli la privacy. All’obiezione che sottosegretario Caliendo ha mosso – e cioè che 20 anni fa si combatteva mafia e terrorismo senza intercettazioni – il senatore veneto del PD risponde: «Bisognerebbe ricordargli che oggi mafia e terrorismo non sono quelle di 20 anni fa».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=682">sito web - Pd Veneto</a>GIOACCHINO GENCHI: «Un archivio? Leggenda. Sono contatti incrociati tra cellulari di servizio» - INTERVISTA2009-01-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388434<br />
L’archivio Genchi? «Una mistificazione». I milioni di dati in suo possesso? «Leggende. Tanto per cominciare non esistono intercettazioni ma solo tabulati, cioè i contatti di una utenza telefonica con altre utenze». Gioacchino Genchi, il perito informatico custode «del più grande scandalo nella storia della Repubblica» (Berlusconi) e « un pericolo per la sicurezza del Paese» (magistrati di Catanzaro), trova pace un’oretta intorno alle sei di pomeriggio in una giornata dedicata a interviste radio e tivù. È in un albergo nel centro di Roma. L’uomo è di stazza robusta («ciò che temo di più è la dieta a cui cerca di costringermi il mio dietologo»), ha occhi chiari e indossa un gessato scuro, beve un caffè ristretto e molta acqua.<br />
<b>Chi è Gioacchino Genchi?</b><br />
«Ho 48 anni, sono palermitano e laureato in Giurisprudenza, sono cresciuto in polizia avendo come punti di riferimento uomini che si chiamavano Parisi, Masone e La Barbera. Sono sempre stato un esperto di tecnologie e nel 2000, per evitare conflitti di interesse, ho preso una aspettativa sindacale (difende i poliziotti, ndr) e ho aperto un ufficio per le consulenze alle procure».<br />
<b>Secondo un rapporto del Ros dei carabinieri trasmesso al Copasir lei ha archiviato 578 mila dati record anagrafici (telefonate), 1.042 tabulati relativi a 392 mila persone fisiche. Non sembra «una mistificazione».</b><br />
«Qualcuno si diverte a dare i numeri. Nell’ambito dell’inchiesta “Why not” di cui era titolare il pm De Magistris, su sua delega, ho acquisito 792 tabulati relativi a 641 utenze e 151 apparati Imei (il numero del telefono senza la scheda, ndr)».<br />
<b>Come è possibile questa differenza di cifre?</b><br />
«Perchè sviluppando tabulati e singole utenze, cioè lavorando e cercando di capire cosa si è mosso intorno a un numero di telefono in un certo periodo in cerca di indizi e prove, i numeri sono aumentati».<br />
<b>Si spieghi meglio.</b><br />
«Il magistrato mi incarica con un quesito di acquisire, elaborare e analizzare i dati relativi a una persona utile alle indagini. Nell’inchiesta Poseidon (fondi per l’ambiente in Calabria, ndr) e Why not (truffa alle Ue, ndr) parliamo di imprenditori in contatto con politici locali e nazionali e magistrati e uomini delle forze dell’ordine. Non è colpa mia se queste persone utilizzano centinaia di volte per fini personali e impropri il cellulare di servizio».<br />
<b>Quindi lei, nel suo ufficio di Palermo, dispone di queste migliaia di dati?</b><br />
«Ne dispone la procura. E io in quanto perito, oppure testimone o, anche, parte offesa».<br />
<b>
9 anni di attività e decine di processi. Quanto materiale ha archiviato?</b><br />
«Quando cessano le esigenze processuali butto tutto via. Conservo solo le mie relazioni che sono mia proprietà intellettuale».<br />
<b>Perchè tra i tabulati ci sono anche quelli di persone estranee alle indagini come l’ex capo del Sismi Pollari, l’ex capo della polizia De Gennaro, politici come Prodi e Mastella, Cesa o Minniti? La lista è lunga.</b><br />
«E comprende anche magistrati. Ma di questi non si parla. Comunque, arriviamo a Pollari, quando non è più capo del Sismi, perché analizziamo l’utenza del generale della Finanza Cretella che fu perquisito in Poseidon. De Gennaro non c’è. Indagavamo su una grave fuga di notizie su Fortugno e strage di Duisburg».<br />
<b>Prodi e Mastella e altri politici sì. E non ha chiesto l’autorizzazione.</b><br />
«Se fossero state utenze con prefissi riconducibili a Camera, Senato, Palazzo Chigi, ancora di più alla nostra intelligence, lo avrei fatto. Invece i parlamentari usano anche decine di utenze tramite società esterne. Insomma, non posso sapere a priori chi vado a vedere».<br />
<b>Nei tabulati è andato indietro anche di due anni. Grave, non crede?</b><br />
«Se avessimo potuto saremmo andati ancora più indietro. I fatti reato cominciano nel 2000, quando in Calabria c’è il passaggio delle consegne tra il presidente Chiaravalloti (Fi) e Loiero (centrosinistra) e quest’ultimo fa fuori l’imprenditore Saladino. Noi cominciamo ad acquisire nel 2005...».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KKWFR">l'Unità - Claudia Fusani</a>GIOACCHINO GENCHI: «Ecco i segreti del mio archivio. I veri scandali li hanno fatti altri» - INTERVISTA2009-01-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388420<br />
SCANDALO? «Lo scandalo - ribatte il perito Gioacchino Genchi, nel mirino del premier Berlusconi per il maxi-archivio di utenze telefoniche - lo dà piuttosto chi si intesta decine di utenze coperte dal segreto parlamentare e le dà agli amici».
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Gioacchino Genchi è l’uomo del giorno. È il perito nel mirino delle polemiche, il grande esperto dell’inchiesta Why Not di Luigi De Magistris, l’uomo indicato da Silvio Berlusconi come «la persona che ha messo sotto controllo 350 mila telefoni». E il suo archivio, per il presidente del Consiglio, è «il più grande scandalo della storia della Repubblica». Lui non ci sta. E insiste ancora: «Forse sono altri che danno scandalo. Ad esempio quel parlamentare che ha intestato a suo nome decine di schede telefoniche e le ha distribuite ai suoi conoscenti. Schede che giravano per tutta la Calabria e che non si potevano controllare, perché erano coperte dal segreto parlamentare».
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<b>Chi è questa persona?</b><br />
«Sono pronto a dirlo non appena la Commissione Antimafia mi convocherà».<br />
<b>Non poteva essere sempre lui ad utilizzarle?</b><br />
«No. C’è la prova provata. Ha partecipato a una votazione in Parlamento. E non poteva essere coperto da un “pianista”, perché era una votazione ad appello nominale. Eppure, mentre lui era a Roma a votare, altre schede telefoniche a suo nome avevano contatti inquietanti in Calabria. Ma non si sarebbero mai potute intercettare se non chiedendo l’autorizzazione alla sua Camera. Come dire? A quel punto non sarebbe servito a nulla».<br />
<b>Ecco. L’hanno accusata di aver intercettato senza autorizzazione il telefono dell’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella.</b><br />
«Premessa: io non ho mai fatto intercettazioni in vita mia. Ho solo controllato dei numeri di telefono e dei tabulati. Cioè ho ricostruito chi parlava con chi. Ma mai ho ascoltato una telefonata in vita mia».<br />
<b>Però il caso Mastella l’ha tenuto sulla corda...</b><br />
«Il Ros dei carabinieri non ha saputo nemmeno acquisire correttamente l’intestatario dell’utenza cellulare di Mastella, che non era da tempo intestata alla “Camera dei Deputati” ma al Dap (il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ndr) quando ne sono stati acquisiti i tabulati. Mai e poi mai avrei potuto ipotizzare o supporre, quando ho acquisito il tabulato, che quel numero fosse di Mastella. Peraltro non mi sarebbe servito a nulla. Posto che avessi voluto dimostrare i contatti di Mastella con Saladino (Antonio, imprenditore e tra i protagonisti della vicenda giudiziaria di Why Not, ndr), questi sarebbero già emersi dal tabulato di quest’ultimo».<br />
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Poi c'è la vicenda delle utenze riservate dei servizi segreti che sarebbero contenute nel suo archivio.</b><br />
«Mi è sembrato sin da subito che preludesse ad un tranello l’equivoca ed indeterminata asserzione del dottor Dolcino Favi (il procuratore generale di Catanzaro che ha avocato l’inchiesta Why Not, ndr) secondo cui io avrei detenuto “documentazione riservata ed in un caso almeno anche classificata”».<br />
<b>Non era così? Non ha controllato l’utenza di uomini dell’intelligence?</b><br />
«Non ho eseguito alcuna acquisizione di tabulati dell’utenza cellulare riferita a Massimo Giacomo Stellato (capocentro del Sismi a Padova, ndr) e indicata nella delega del dottor Favi al Ros. E non ho mai nemmeno rilevato l’utenza, nemmeno in modo indiretto, nei tabulati da me acquisiti, fino al momento della revoca dell’incarico».<br />
Un numero di telefono, quello di Stellato, che il Secolo XIX ha provato a comporre. Risulta però disattivato.<br />
<b>Genchi, quella dei numeri riservati degli 007 è però una delle accuse che le viene rivolte con maggior clamore.</b><br />
«In questi giorni si sono aggiunte non poche inesattezze sul numero dei tabulati da me acquisiti, come quelle sulle “utenze coperte dal Segreto di Stato”. Che ancora non capisco come avrei potuto individuare. Sempre che esista un “Segreto di Stato” sui numeri telefonici».<br />
<b>Non esiste?</b><br />
«Hanno forse un prefisso particolare? Hanno una intestazione particolare? C’è qualche indicazione che mi è sfuggita e che fa riferimento al “Segreto di Stato”?».<br />
<b>Sull’ampiezza del suo dossier? Del suo archivio “segreto”?</b><br />
«Sul numero delle utenze acquisite, 792, debbo precisare che in capo a diversi soggetti è stata accertata la disponibilità di diverse utenze telefoniche, con le quali sono state nel tempo utilizzate decine e decine di Imei, con l’ulteriore utilizzazione di decine e decine di altre sim. Quasi sempre intestate a soggetti terzi, appartenenti cioè a reti straniere, o intestate ad Enti, alla Regione Calabria ed altri uffici. È conseguita un’acquisizione di dati di traffico assolutamente ridotta e selettiva».<br />
<b>Però questa “selezione” poi si è ampliata...</b><br />
«Si è stati costretti ad ampliarla solo dopo le acquisizioni della Procura della Repubblica di Reggio Calabria sulle gravissime fughe di notizie sulle indagini sull’omicidio Fortugno e sulla strage di Duisburg, la faida di San Luca. Anche a seguito delle vibrate denunce del Procuratore Nazionale Antimafia».<br />
<b>Il suo, insomma, è stato solo estremo scrupolo professionale.</b><br />
«In un procedimento penale non si può certo indugiare con dei pressapochismi nell’attribuzione di una data utenza ad un dato soggetto, specie quando possono discendere delle conseguenze. Ricordo un paio di casi».<br />
<b>Quali sono?</b><br />
«Quello delle indagini sulla cosiddetta banda della Magliana. Danilo Abbruciati, esponente di spicco della criminalità romana, era ritenuto autore dell’attentato al vicepresidente del Banco Ambrosiano, Roberto Rosone. Da controlli frettolosi risultò che Abbruciati avesse chiamato, prima dell’attentato, il procuratore generale della Cassazione Ferdinando Zucconi Galli Fonseca».<br />
<b>Risultò poi che non era così.</b><br />
«Ma la vicenda ha suscitato interventi parlamentari, atti di sindacato ispettivo, interventi del Csm, impugnative del Procuratore generale della Cassazione, decisioni delle Sezioni Unite, iniziative disciplinari del Ministro della Giustizia, oltre alle polemiche politiche, alle querele ed agli strascichi giudiziari e parlamentari, protrattisi per quasi venti anni. Sta di fatto che le indagini hanno dissipato ogni sospetto su Ferdinando Zucconi Galli Fonseca, escludendo in modo categorico l’esistenza di contatti telefonici con l’Abbruciati. Poi c’è il caso Biagi».<br />
<b>Marco Biagi, ucciso dalle Br.</b><br />
«Come si ricorderà, prima di essere ucciso aveva denunciato di avere ricevuto delle minacce telefoniche. Biagi aveva pure informato vari politici, oltre al Presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini, al sottosegretario al ministero del Welfare, Maurizio Sacconi, a Stefano Parisi, direttore di Confindustria, a Roberto Maroni, ministro del Welfare, al prefetto di Bologna Sergio Iovino. Nessuno lo ha scritto, in molti lo hanno pensato e qualcuno lo ha pure detto (incautamente). Biagi stava passando per un mitomane, che aveva denunciato le minacce per avere la scorta e beneficiare di alte considerazioni».<br />
<b>Non fu così, evidentemente.</b><br />
«Mesi dopo l’omicidio e le dimissioni del ministro Claudio Scajola si è scoperto che gli accertamenti svolti sui tabulati delle utenze erano stati fatti in modo errato e parziale e che le telefonate di minaccia vi erano state, proprio come le aveva denunciate il consulente , senza essere creduto».<br />
<b>Poteva essere evitato, quell’omicidio.</b><br />
«A parte le sorti politiche del ministro Scajola, costretto alle dimissioni per delle dichiarazioni che mai avrebbe fatto se fosse stato correttamente informato, penso a come si sarebbe potuto certamente evitare l’omicidio del professor Biagi, se le autorità di pubblica sicurezza di Bologna e di Roma fossero state correttamente informate sulle telefonate».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KKHPO">Il Secolo XIX - Marco Menduni</a>Felice Laudadio: Suicidio Nugnes. «Era Giorgio il titolare della delibera sulle strade» - INTERVISTA2008-12-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382659<br />
<b>Tira una brutta aria al Comune, si parla di una nuova tangentopoli: lei ha paura?</b><br />
«No, perché se hai fiducia nei magistrati non puoi mai avere paura». Felice Laudadio, titolare dell’Edilizia, si mostra tranquillo e tiene a chiarire due cose: «Non ho visto il povero Giorgio il giorno prima del tragico gesto»; «Con il Global service non c’entro nulla».<br />
<b> Quando ha visto per l’ultima volta il suo ex collega?</b> <br />
«Qualche giorno prima dell’arresto. Poi né visto, né sentito».<br />
<b> Ma è passato in Comune poche ore prima di suicidarsi.</b><br />
«Sì ma non ci siamo incontrati: ero in conferenza stampa. Prima ancora in una giunta. In totale 2 ore e mezza in cui tutti mi hanno visto. E comunque Giorgio non è passato solo dai miei uffici ma anche per quelli dei miei colleghi e da quello del direttore generale».<br />
<b> Le dispiace di non averlo incontrato?</b><br />
«Resto amareggiato perché con il senno di poi sei portato a pensare che avresti potuto fare qualcosa per cambiare il corso degli eventi. Ma ci pensi solo dopo, purtroppo. Io, però, lo onorerò portando avanti il contratto di quartiere per Pianura. Un’iniziativa valida che non può morire con Giorgio. Ci teneva tanto ed è giusto così».<br />
<b> Non era ai funerali.</b><br />
«Avevo gli esami all’università ma sono stato alla messa a piazza del Gesù, il giorno prima, e in serata sono andato a casa sua».<br />
<b> Qualcuno accusa: «L’assessore, dopo il suo arresto, è stato lasciato solo dai colleghi di partito e di giunta».</b><br />
«C’è sempre il rimpianto di non aver fatto qualcosa. Ma spesso noi veniamo travolti da mille problemi quotidiani indifferibili e ti dimentichi anche della dei figli, della famiglia. E degli amici».<br />
<b> In questi giorni c’è un’aria molto tesa in Comune.</b><br />
«L’indagine è un’attività doverosa della magistratura. Valuteranno loro se ci sono responsabilità. Sempre che ve ne siano visto che sino ad ora non abbiamo alcun atto ufficiale. L’atmosfera è solo condizionata dal dolore per la perdita di un amico e di un collega e c’è un impegno del sindaco per continuare a lavorare nell’interesse della città».<br />
<b> Non ha pura, quindi?</b><br />
«La paura è una sensazione. Per quanto mi riguarda, e non è per spavalderia sia chiaro, io non ne ho. Perché ho fiducia nei magistrati».<br />
<b> Global service. Attorno a questo maxi appalto milionario, di cui anche lei si è occupato, gira l’inchiesta.</b> <br />
«Chiariamo: io non me ne sono mai occupato. Titolare e firmatario della delibera era Giorgio Nugnes che aveva la delega per le strade. Una delega che io non ho mai avuto. Tenga presente, però, che il Global service non si è mai realizzato perché mancavano i fondi da stanziare in bilancio».<br />
<b> Non crede, quindi, a questo filone d’indagine?</b><br />
«Se il magistrato ritiene di verificare determinate cose, è doveroso. Lo faccia pure».<br />
<b> Poi ci sono le dimissioni del suo collega al Bilancio Enrico Cardillo. Esattamente un giorno prima della morte di Nugnes.</b><br />
«Fatti coincidenti solo temporalmente ma frutto di scelte autonome».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=K28M4">Il Mattino - Adolfo Pappalardo</a>Renzo LUSETTI: Suicidio Nugnes. «Io qui per amicizia, silenzio del Pd a Roma» - INTERVISTA2008-12-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382658Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) <br/><br/><br />
«Nel nostro Paese i partiti dimenticano i loro morti». È amareggiato Renzo Lusetti, deputato del Pd, 50 anni, 24 dei quali passati a fare politica con Giorgio Nugnes. «Eravamo amici - racconta - abbiamo anche litigato a volte, ma ci siamo sempre ritrovati nelle battaglie più difficili». Ieri era l’unico parlamentare non campano del Pd presente ai funerali dell’ex assessore comunale.<br />
<b> Diserzioni?</b><br />
«Credo purtroppo che siano distrazioni. È brutto quando la politica dimentica il lato umano, diventa cinica. Certo, ognuno ha i suoi problemi ed è preso da mille impegni. Ma io ho spostato i miei appuntamenti per dare l’ultimo saluto a un amico».<br />
<b> Qualcuno si aspettava la presenza del segretario del Pd, Veltroni...</b><br />
«So che era impegnato a Madrid. In ogni caso un partito ha mille modi per esprimere la propria vicinanza».<br />
<b> Il suicidio di Nugnes è stato come un fulmine a ciel sereno...</b> <br />
«Infatti, non avrei mai immaginato che potesse andare così. Era un uomo forte, combattivo e amato dalla gente. Ieri a Pianura ho toccato con mano il suo rapporto, profondo e radicato, con il territorio».<br />
<b> Come si spiega questa tragedia?</b><br />
«Stento a crederci. L’ho incontrato qualche settimana fa e mi sembrava calmo, anche se provato dalle vicissitudini giudiziarie».<br />
<b> Che cosa vi siete detti?</b><br />
«Abbiamo parlato del futuro. Com’è noto, avrebbe voluto candidarsi alla Regione, però sapeva che a questo punto non sarebbe stato possibile».<br />
<b> Il traguardo mancato lo turbava?</b><br />
«Non più di tanto. Anzi, era già proiettato verso il 2011, per il suo ritorno in consiglio comunale. Ragionava in prospettiva, i suoi progetti mi avevano rassicurato».<br />
<b> Quando vi siete conosciuti?</b><br />
«Eravamo amici da 24 anni, una vita. Abbiamo militato nella Dc, poi nella Margherita e infine nel Partito democratico. Tra di noi ci sono state anche incomprensioni, ma nelle battaglie più importanti era sempre al mio fianco».<br />
<b> E le polemiche sulla fuga di notizie?</b><br />
«Occorrono equilibrio e buon senso. In Procura gli atti processuali sono a disposizione di troppe persone e così spesso diventano pubblici. Eppure non ricordo nessuno che sia stato condannato per la fuga di notizie».<br />
<b>Il suo giudizio sulle intercettazioni?</b><br />
«È giusto che gli inquirenti le utilizzino per le indagini, tuttavia c’è bisogno di regole certe che ancora non sono state decise».<br />
<b> Da arrestato, Nugnes è stato sospeso dal Pd. Da morto viene “riabilitato”. Ieri la città era tappezzata di manifesti del partito che ne ricordava «il costante e tenace impegno politico».</b><br />
«Prendo atto di un sempre maggiore imbarbarimento e impoverimento della politica. Anche qui servirebbero delle regole certe e uguali per tutti».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=K28J6">Il Mattino - Gerardo Ausiello</a>GRAZIANO CIONI: Coinvolto in un'indagina giudiziaria: "Non mi dimetto"2008-11-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382547Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Firenze (FI) (Partito: DS) <br/><br/>L'assessore alla Sicurezza e alla Vivibilità Graziano Cioni, indagato nell'ambito dell'inchiesta sull'area di Castello, non si dimette. Lo ha detto lo stesso Cioni: ''Ho parlato con il sindaco Leonardo Domenici e lui mi ha detto che non sarebbe d'accordo. E, siccome non sono d'accordo neppure io..., è chiaro che non mi dimetto''.
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Dopo <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/382545">le dimissioni del suo collega all'urbanistica</a>, Gianni Biagi, anche lui indagato insieme al presidente onorario di Fondiaria-Sai Salvatore Ligresti, al suo assistente Fausto Rapisarda, a due architetti e a un tecnico, in Palazzo Vecchio qualcuno si aspettava anche le dimissioni di Cioni: ''La presunzione d'innocenza
deve esserci per tutti...'', ha detto l'assessore parlando con i giornalisti, ''anche per me'' ha aggiunto sorridendo.
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Da parte sua non c'è neppure l'intenzione di far un passo indietro sulla candidatura alle primarie del Pd per la corsa a sindaco di Firenze. Proprio per fare il punto su questo appuntamento la settimana scorsa il segretario nazionale Walter Veltroni ha convocato per domani, a Roma, i 4 candidati (Cioni, Daniela Lastri, Matteo Renzi e Lapo Pistelli), i vertici del Pd fiorentino e regionale, il sindaco Leonardo Domenici e il presidente della Regione Claudio Martini. ''Io intanto ho convocato un incontro con i miei sostenitori per sabato pomeriggio e voglio sentire loro... perchè questo io lo chiamo rinnovare la politica'', ha concluso.
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IL SINDACO DI FIRENZE LEONARDO DOMENICI
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Il sindaco Leonardo Domenici conferma ''fiducia'' e ''stima'' all'assessore alla Sicurezza e alla Vivibilità Graziano Cioni, ''nel suo operare a servizio della città ''. Lo ha detto il primo cittadino di Firenze, parlando con i giornalisti. Domenici, che oggi ha accettato ''con dispiacere'' le dimissioni presentate dall'assessore all'Urbanistica Gianni Biagi, dicendosi certo della ''correttezza del suo operato'', conferma poi di aver chiesto ''a Cioni di restare al suo posto''.<br/>fonte: <a href="http://lanazione.ilsole24ore.com/firenze/2008/11/27/135667-assessore_cioni_dimetto.shtml">La nazione</a>LEONARDO DOMENICI: Risposta alle dimissioni di Biagi: "Mi dispiace molto di dover accogliere le tue dimissioni, .... Sono certo della correttezza del tuo operato e sono certo che lo potrai dimostrare.2008-11-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382546Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Firenze (FI) (Partito: DS) - Assessore Comune Firenze (FI) (Partito: DS) <br/><br/>La risposta del sindaco alla <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/382545">lettera di dimissioni</a> dell'assessore Biagi coinvolto in un'inchiesta giudiziaria.
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"Caro Gianni, ti ringrazio per la tua lettera, piena di dignità. Così come ti ringrazio per il lavoro di questi anni al servizio della città. Mi dispiace molto di dover accogliere le tue dimissioni, ma lo faccio sapendo di rispondere ad una tua esigenza. Sono certo della
correttezza del tuo operato e sono certo che lo potrai dimostrare. Con sincera amicizia ed affetto".<br/>fonte: <a href="http://lanazione.ilsole24ore.com/firenze/2008/11/27/135537-dimette_assessore_gianni_biagi.shtml">La nazione</a>GIANNI BIAGI: Mi dimetto. Non sono un corrotto nè ho agito contro gli interessi della città e dei suoi cittadini.2008-11-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382545Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Firenze (FI)<br/><br/>Stralci della lettera inviata al sindaco di Firenze <a href="http://www.openpolis.it/politico/241477">Domenici</a> con cui Biagi annuncia le sue dimissioni dalla Giunta comunale.
<p>"Carissimo Leonardo, ti voglio prima di tutto ringraziare per l'affetto che hai dimostrato nei miei confronti martedì scorso presenziando alla perquisizione nei miei uffici - continua -. Le accuse che mi sono rivolte mi offendono come persona e come amministratore della città. E le respingo in toto. Io non ho mai percepito compensi illeciti nè per me nè per terze persone. E sinceramente ho agito perchè a Castello - scrive Biagi nella lettera a Domenici - ci fosse un vero pezzo di città con tutte le funzioni che un pezzo di città deve avere. Non una periferia senza capo nè coda. Questa è stata la mia più grande preoccupazione in questi anni. Ho sempre agito nell'interesse della città".
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"Ma io voglio essere libero di difendermi da queste accuse senza il condizionamento del mio attuale ruolo - prosegue -. Ti dico sinceramente che non sarei neppure in grado di svolgere con la necessaria serenità dovendo affrontare aspetti che inevitabilmente riguarderebbero l'area in questione e che potrebbero essere lette dagli inquirenti come un segnale di reiterazione dei presunti reati. D'altra parte proprio la mia uscita di scena potrà forse riportare un po' di quella serenità - afferma Biagi - che io comunque mi sento dentro e che mi ha sempre accompagnato in questi anni di lavoro comune. Non sono un corrotto nè ho agito contro gli interessi della città e dei suoi cittadini. Questo posso affermarlo con certezza e con la consapevolezza della stima e dell'affetto che in questi giorni ho ricevuto da tantissimi cittadini, dalla maggioranza che governa Palazzo Vecchio e anche da alcuni esponenti delle opposizioni".
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"Spero proprio che il Consiglio comunale di Firenze, possa concludere con serenità il suo lavoro e che tutta questa vicenda danneggi il meno possibile le sorti future della coalizione che governa la città - afferma Biagi -. Anche per questo penso che sia meglio che lasci l'incarico che tu mi hai affidato oramai quasi dieci anni fa. D'altra parte io mi sono sempre sentito un tecnico prestato alla politica che un lavoro lo ha e che può in ogni momento tornare a farlo. Questo momento per me è giunto".
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"Lo faccio con tranquillità d'animo e nella consapevolezza - scrive sempre Biagi - che in tutti questi anni abbiamo avviato un processo irreversibile di cambiamento che porterà questa città nel prossimo futuro ad essere più funzionale e vivibile dell'attuale. Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini in questi anni e in questi giorni. Un pensiero alle mie segretarie che sono state l'oasi di tranquillità nei momenti più delicati di questa lunghissima storia. A te un abbraccio pieno di stima e di affetto". <br/>fonte: <a href="http://lanazione.ilsole24ore.com/firenze/2008/11/27/135537-dimette_assessore_gianni_biagi.shtml">La nazione</a>Giorgio Nugnes: Mi dimetto. Ribadisco l'estraneità assoluta ai reati contestatimi e confido di provare al più presto la mia innocenza2008-10-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382576Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Napoli (NA)<br/><br/>Stralci della lettera di Nugnes al sindaco Jervolino con la quale annuncia le sue dimissioni dall'incarico di assessore dopo essere stato arrestato per i fatti della discarica di Pianura.
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“Ho sempre cercato di utilizzare gli strumenti amministrativi per risolvere i problemi dei cittadini, specialmente quelli delle periferie”: così l’assessore comunale Giorgio Nugnes - agli arresti domiciliari perché ritenuto uno degli organizzatori degli incidenti avvenuti lo scorso anno a Pianura durante le manifestazioni contro la discarica - scrive in un passaggio della lettera inviata al sindaco Rosa Russo Iervolino in cui conferma le sue dimissioni dall’incarico. Il testo della lettera è stato diffuso, per volontà di Nugnes, solo una volta conclusa l’udienza che si è svolta oggi davanti al Riesame (i giudici sono in camera di consiglio). Nel corso dell’udienza il legale di Nugnes, l’avvocato Nello Palumbo ha chiesto l’annullamento della misura cautelare. “Dopo aver a lungo riflettuto - scrive Nugnes - superati i primi momenti di comprensibile disorientamento e sconcerto, al fine di toglierti da qualsiasi disagio, evitando che la mia vicenda possa ulteriormente riverberarsi sul sereno, corretto ed efficiente funzionamento dell’attività amministrativa, ritengo che sia opportuno rassegnare le dimissioni dall’incarico di assessore comunale”. Nugnes ribadisce inoltre “l’estraneità assoluta ai reati contestatimi e confido - afferma - di provare al più presto la mia innocenza”. Nugnes si sofferma inoltre sulla situazione del “disagio e degrado” esistente nel quartiere Pianura. “Tu questa condizione - scrive alla Iervolino - l’avevi capita più di tutti e prima di tutti e probabilmente mi hai nominato assessore anche perché sono nato in questa realtà così delicata. In due anni sono state realizzate e sono in corso di realizzazione opere che nemmeno si erano ipotizzate negli ultimi cinquanta anni”. “Apprezzo la sua sensibilità e lo ringrazio per il lavoro svolto” – sono state le parole con cui il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha commentato la lettera. Nuovi atti sono stati depositati ieri, nel corso dell’udienza presso il Tribunale del Riesame di Napoli, dal Pm Antonio Ardituro: in particolare, per quanto riguarda Nugnes, la misura degli arresti domiciliari viene sostituita con il divieto di dimora nel quartiere di Pianura.<br/>fonte: <a href="http://www.julienews.it/notizia/15325_lettera-dellassessore-nugnes-alla-iervolino.html">Julie News</a>OTTAVIANO DEL TURCO: Mi dimetto a partire da oggi 17 luglio2008-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358104Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Abruzzo (Partito: Unione) - Consigliere Regione Abruzzo (Lista di elezione: SDI) <br/><br/>"Mi dimetto a partire da oggi 17 luglio per la necessità di chiarire la mia posizione senza trascinare l'istituzione regionale in una vertenza giudiziaria. Se ci sono responsabilità sono di natura personale e non collettive". È uno dei passi della lettera che Ottaviano Del Turco ha inviato al Presidente del consiglio regionale d'Abruzzo, Marino Roselli.
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"Si tratta - aggiunge Del Turco - di una decisione compiuta al fine di favorire il funzionamento degli organismi regionali e consentire il programma di rinnovamento concordato con il Governo".
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Oltre alle dimissioni, Del Turco si è poi auto-sospeso dal Pd. Lo ha fatto con una lettera scritta a Walter Veltroni, inviata al segretario regionale del partito Luciano D'Alfonso, nella quale comunica la propria decisione. E' lo stesso D'Alfonso, interpellato telefonicamente, a dare notizia della lettera.<br/>fonte: <a href="http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2008/07/17/105345-turco_dimette_governatore.shtml">quotidiano nazionale</a>Marco CAPPATO: Sostegno e stima per Bolognetti e Leporace2008-03-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331083Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Apprendiamo che Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali lucani e Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica di Cosenza a firma della dott.ssa Roberta Conforti.<br />
Bolognetti viene accusato di aver diffamato l’agente della Polizia di Stato Andrea Coronella in servizio presso la Questura di Matera. <br />
Analizzando i fatti, risulta davvero difficile comprendere quale sarebbe il “disegno criminoso” perseguito da Bolognetti, visto che le vicende alle quali Bolognetti si era pubblicamente riferito erano già di dominio pubblico.<br />
Confermando tutto il nostro sostegno per l’operato di Maurizio Bolognetti, non possiamo mancare di sottolineare come il Segretario di Radicali lucani si sia occupato per mesi delle vicende legate al cosiddetto caso De Magistris, oltre ad essere uno di coloro che da anni hanno posto l’accento sul cattivo utilizzo dei fondi Ue e su certe relazioni pericolose tra potentati politici, affaristici e criminali.<br /><br />
La nostra stima va anche al direttore del Quotidiano della Basilicata Paride Leporace, che in questa vicenda è indagato come “associato a delinquere” con Maurizio Bolognetti, oltre ad essere tutt’ora sotto processo, con Giancarlo Santalmassi e Vittorio Zucconi, per aver pubblicato su Calabria Ora la relazione del Viminale sulla Asl di Locri. <br />
Vogliamo ringraziarlo per l’opera di verità, di inchiesta e di denuncia che sta svolgendo. <br />
Come radicali, cercheremo di dare il nostro contributo affinché queste voci libere, che denunciano corruzione e illegalità capillarmente diffuse in Basilicata come in Calabria, non siano messe a tacere.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.fainotizia.it/2008/03/28/radicali-sostegno-e-stima-per-bolognetti-e-leporace">fainotizia.it</a>Clemente MASTELLA: Mai più in un governo con Di Pietro2008-01-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it327971Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Misto) - Sindaco Comune Ceppaloni (BN) (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Sindaco Comune Ceppaloni (BN) (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/>"Io non so cosa succederà per il governo di Roma. Ci sono tante incognite… Però una cosa gliela posso dire: io in un governo con Di Pietro non ci posso stare più. Un signore che si permette di attaccarmi e che intanto ha fatto avere al giudice di Brescia che lo prosciolse un incarico da tre milioni di euro in faccende di autostrade ..."
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"Come semplice osservazione, perché è anche un amico: ma a Totò Cuffaro lo stanno processando per mafia, ed è rimasto libero; a Sandra l’indagano per concussione e l’arrestano."<br/>fonte: <a href="http://blog.panorama.it/italia/2008/01/18/mastella-mi-hanno-lasciato-solo-il-governo-futuro-pieno-di-incognite/">Panorama.it</a>