Openpolis - Argomento: banda largahttps://www.openpolis.it/2016-04-07T00:00:00ZMarco Scibona: BANDA LARGA – SCIBONA (M5S): “Bene l’accordo con Enel per cablare l’Italia” 2016-04-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it778694Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: M5S) <br/><br/><b>BANDA LARGA – SCIBONA (M5S): “Bene l’accordo con Enel per cablare l’Italia”</b>
Esprimiamo soddisfazione per l’intervento di Enel a favore della banda larga.
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Indubbiamente il colosso energetico (in cui il principale azionista è lo Stato Italiano) è già gestore di una capillare rete che raggiunge ogni abitazione d’Italia, l’idea di poter sfruttare questa infrastruttura, se pur tardiva, è indubbiamente positiva perché finalmente si fornirebbe una connessione a quelle aree periferiche che oggi si vedono maggiormente tagliare i servizi al cittadino.
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D’altro canto si fa sempre più pressante la necessità che ogni abitazione italiana sia raggiunta dalla banda larga e l’immobilismo degli attuali gestori telefonici deve essere finalmente superato.
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D’altronde la banda larga deve essere un intervento prioritario dello Stato e quelle società di telecomunicazione che non si sono sufficientemente impegnate su questo ora, da aziende private quali sono, stanno alle regole del mercato. C’è domanda di banda larga, se il mercato non riesce a soddisfarla, è giusto che lo Stato individui nuovi partner per portare a casa il risultato.
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Marco Scibona – Senatore M5S, Segretario 8a Commissione Lavori pubblici e comunicazioni.<br/>fonte: <a href="http://www.marcoscibona.it/home/?p=1027">www.marcoscibona.it</a>William TAMI: ANCHE LA LEGA NORD SOLLECITA LA BANDA LARGA2012-11-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684247Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Pavia di Udine (UD) (Gruppo: Lega) <br/><br/>“Dopo 9 anni di promesse, speriamo si sia trovata la strada giusta per trovare una soluzione”
È polemica a Pavia di Udine sul problema annoso della Banda Larga, oggi ad esprimere il suo punto di vista è il Capogruppo in Consiglio Comunale Lega Nord Tami William.
“Rimango sbigottito, è dal lontano 2004 che se ne parla e si promette, ma dopo quasi 9 anni non si è giunti ad una soluzione di questa difficoltà che colpisce le Famiglie di Pavia di Udine ma soprattutto per le attività produttive, che tante volte scelgono altri luoghi dove investire per colpa di questa mancanza”.
“Noi in Consiglio Comunale – continua Tami – già alla fine del 2009, assieme alla Lista Indipendente per Pavia avevamo già avanzato proposte tipo Wi-Fi, ADSL e addirittura avevamo raccolto centinaia di firme per una Petizione Popolare che risolvesse il problema dell’informatizzazione di Pavia di Udine”.
“La risposta è stata sempre la stessa, conosciamo il problema ed abbiamo già avviato i contatti con la Regione per il progetto ERMES, che per il 2013 porterà la fibra ottica sull’intero territorio comunale”.
“Il risultato è che alla fine del 2012 nulla è stato fatto, anzi ora si avanza la proposta fatta a suo tempo da noi sul Wi-FI gratuito (comuni vicini da anni sfruttano questo servizio), in attesa che la Regione che si attivi il progetto Fibra Ottica”.
“Non vogliamo polemizzare su questa cosa – conclude Tami – speriamo però, che sia data finalmente risposta alle Famiglie e alle imprese che disperatamente da moltissimi anni chiedono questo servizio indispensabile al giorno d’oggi”.<br/>fonte: <a href="http://leganordpaviadiudine.blogspot.com/">Privata</a>Corrado Passera: «Mai più veti agli investimenti industriali» - INTERVISTA 2012-08-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648035Alla data della dichiarazione: Ministro Sviluppo economico- Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti<br/><br/><br />Niente dirigismo su Fiat ma Marchionne deve chiarire sul piano.
<p><b>Ministro, con il decreto sviluppo l'Italia ha messo un altro importante tassello nel puzzle dei suoi compiti a casa, ma i mercati restano molto inquieti. Le parole di Draghi sul ruolo della Bce hanno avuto interpretazioni contrastanti. Come è possibile una reazione così schizofrenica come quella che i mercati hanno avuto tra giovedì e venerdì?</b>
<p>Draghi giovedì ha detto una cosa molto importante per la costruzione dell'Europa che vogliamo: ha detto che la Bce non solo sarà agente del fondo Efsf e dell'Esm, come aveva deciso il Consiglio europeo del 28-29 giugno, ma che metterà anche risorse proprie per garantire la stabilità dell'euro. Un passo avanti decisivo. Probabilmente il primo impatto sui mercati è stato negativo perché si erano create aspettative eccessive e perché nella comunicazione di giovedì scorso sono rimaste alcune ambiguità sulle condizioni e sui tempi degli eventuali interventi.
<p><b>Una cosa è chiara: i Paesi che vogliono che scattino gli acquisti sui propri titoli dovranno chiedere l'attivazione del meccanismo di aiuti. La Spagna, ormai è chiaro, lo farà. Anche l'Italia è a quel punto?</b>
<p> Escludiamo che chiederemo aiuti come un Paese che non ce la fa a garantire i propri fabbisogni di finanza pubblica. L'Italia ha fatto tutto quello che andava fatto per essere padrona di se stessa e ha conti solidi. Anzi, noi siamo tra i principali contributori degli aiuti che affluiscono ad altri Paesi. E tuttavia, se il mercato dovesse continuare a non riconoscere in termini di spreads il valore di quanto fatto in Paesi come il nostro, allora l'Europa dovrà intervenire, in difesa dell'euro prima ancora che dell'Italia.
<p> <b>Con quali condizioni?</b>
<p>Quando si parla di condizioni per l'intervento la mia opinione è che si chiederebbe all'Italia di confermare ulteriormente le cose che stagià facendo. Niente di più. Ad altri Paesi magari ci sarà da chiedere misure aggiuntive per garantire la stabilità dei loro conti per abbassare il rischio sistemico che oggi circonda l'euro. I nostri compiti a casa - come oggi si suole dire - li abbiamo fatti.
<p> <b>Ma la richiesta è pronta a partire?
</b>
<p>No. E comunque sarebbe per questo secondo tipo di intervento, non per altro.
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<b>Monti per caso vi ha detto di tenervi in allerta ad agosto?</b>
<p> Monti ha detto in pubblico che non c'è ad oggi nessuna richiesta di aiuto di nessun genere.
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<b>II decreto sviluppo è stato appena approvato in Parlamento. Da quali misure si aspetta i primi effetti?
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La forza del decreto che venerdì è diventato legge sta nelle tante misure vere, concrete che contiene: i project bond, gli strumenti per i finanziamenti alle imprese, la riforma del diritto fallimentare che introduce anche in Italia il Chapter ii, il credito di imposta per chi assume ricercatori, la strumentazione a disposizione delle Pmi per raccogliere fondi a breve e medio termine, nuove regole per ridurre la dipendenza energetica nazionale, che si inseriscono in un piano che già ci ha visto intervenire con la separazione di Snam e con la riforma degli incentivi alle rinnovabili. E poi il piano città e la defiscalizzazione che consentiranno di sbloccare ulteriori infrastrutture, su cui oggi ci sono già in campo risorse per 35 miliardi: ogni singolo cantiere di quei 35 miliardi può essere seguito sul nostro sito "Cantieri Italia". Questa legge - per la quale ringrazio il Parlamento per il contributo e la fiducia - è una tappa importante nella realizzazione concreta dell'Agenda per la crescita lanciata nel dicembre scorso.
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<b>Ma la scarsità di risorse a disposizione non ha finito per limitare il raggio d'azione del provvedimento?</b>
<p> Abbiamo deciso di puntare le limitate risorse a disposizione soprattutto su un settore con leva fortissima sull'economia diffusa come quello dell'edilizia. Una misura che per 12 mesi, fino a 96milaeuro, consente di portare il 50% in detrazione, alla quale si aggiunge il bonus sull'efficienza al 55%, vuol dire per le famiglie fino a quasi aoomila euro di lavori pagati, per circa metà, dallo Stato.
<p> <b>E per le imprese? La carenza di liquidità resta la vera emergenza: che cosa si pub fare in questo campo?
</b>
<p>Anche su questo tema siamo intervenuti attraverso il decreto sviluppo, con l'estensione del regime dell'Iva secondo il criterio della cassa. Anche i 20 miliardi di garanzie attraverso il Fondo centrale di garanzia e i primi 6 miliardi per il ripagamento dello scaduto andavano in questa direzione. A quest'ultimo proposito, aver sbloccato la certificazione, l'assicurazione e la compensazione dei debiti con la Pa è stato un lavoro di grande portata, malgrado le difficoltà.
<p> <b>Ma le imprese continuano a domandarsi quando e come potranno recuperare i propri crediti...</b>
<p>Possono cominciare a farlo da subito. È possibile scaricare dal sito del ministero dell'Economia il modulo di richiesta. Quindi si fa la domanda per vedersi certificare il credito. Se la pubblica amministrazione non lo fa entro 6o giorni, interviene un commissario ad acta. A quel punto hai un titolo che certifica il credito e puoi renderlo bancabile e andarlo a scontare, oppure cederlo, oppure compensarlo con un debito fiscale. È un forte alleviamento del problema anche se non ancora la soluzione defmitiva, che consiste nel pagare lo scaduto e nel non ricrearne di nuovo, obiettivo che potremo raggiungere con l'adozione della direttiva Ue sui pagamenti prevista entro l'anno. Non dimentichiamoci che per moltissime imprese che aspettano di essere pagate il debitore è privato e non pubblico.
<p><b>Sulla crescita ci sono però molte più attese. Potrà essere questo l'obiettivo sui cui concentrare gli sforzi negli ultimi mesi della legislatura?</b>
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È la mia priorità. Le nuove normative già in produzione riguardano innanzitutto la nascita di nuove aziende e l'Agenda digitale che consisterà in un pacchetto corposo su digital divide, e-government, e-commerce, ottimizzazione dell'informatica pubblica, alfabetizzazione informatica. E ancora: lavoriamo su strumenti per facilitare gli investimenti esteri in Italia, per ulteriori semplificazioni anche nell'ottica della legge annuale per le Pmi.
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<b>Queste ulteriori misure saranno accorpate in un nuovo decreto sullo sviluppo?</b>
<p> Abbiamo sempre detto che Agenda digitale e start up sarebbero arrivate entro l'estate, cioè entro fine settembre. È possibile che questi due provvedimenti siano accorpati, ma naturalmente deciderà Monti. Ad ogni modo sono ancora tanti i fronti ancora aperti per completare l'attuazione dell'Agenda della crescita entro i tempi del nostro Governo.
<p><b>Le imprese si aspettano un vero credito di imposta per gli investimenti in ricerca. Arriverà nel nuovo decreto?</b>
<p> Per questa misura dobbiamo trovare 600-700 milioni e occorre aspettare gli effetti della spending review, possibile perciò che arrivi in una fase successiva. L'equilibrio dei conti pubblici rimarrà vincolo assoluto nel nostro lavoro.
<p><b>Il piano Giavazzi per tagliare gli incentivi verrà attuato o resterà un esercizio accademico?</b>
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È un contributo autorevole e ci stiamo lavorando per vedere come trasformarlo in norme. Il rapporto conferma il riassetto già fatto al Mise con l'abrogazione di 43 norme e la creazione di un fondo unico perla crescita sostenibile. Dovremo occuparci di tutta un'altra serie di incentivi alle attività economiche, pubbliche e private, per i quali introdurremo criteri di filtro e meccanismi per valutare di volta in volta se un incentivo è giustificato o meno.
<p> <b>L'Italia fatica ad attrarre investimenti dall'estero. Come recuperare?</b>
<p> Ci sono tanti fondi sovrani o fondi istituzionali, comunque investitori internazionali, interessati all'Italia sia nel mondo delle infrastrutture che delle aziende italiane. Mi aspetto alcuni primi segnali importanti già nei prossimi mesi. <br />
E stiamo lavorando a strumenti che aiutino a facilitare questi investimenti: la principale difficoltà per gli investitori esteri riguarda tempi e modi della interlocuzione con i vari enti autorizzativi sul territorio e con le autorità fiscali.
<p><b> Lo stop alla centrale Enel in Calabria è l'ultimo caso di investimenti bloccati da veti di ogni tipo.</b>
<p> Perché non accadano più i tanti casi di ritardo o blocco ingiustificato bisogna avere il coraggio di intervenire sulla organizzazione della Pubblica amministrazione e della politica, soprattutto sul territorio. Oggi troppe decisioni sono di responsabilità condivise da troppe entità. La prima riforma da fare, che necessita però di un tempo superiore a quello che ha questo governo, dovrebbe essere ripulire il numero di livelli istituzionali e stabilire con chiarezza chi ha il potere di decidere, su che cosa e in che tempi. Su questi temi ci giochiamo l'Italia dei prossimi anni. Sulla banda larga il nostro Paese è in netto ritardo.
<p> <b>Per la nuova rete il modello giusto può essere una newco con Telecom e Cassa depositi e prestiti attraverso Metroweb?</b>
<p>Ci stiamo adoperando perché venga accelerato molto il processo di ammodernamento della nostra rete di telecomunicazioni: è una priorità. Per le reti il modello Terna per l'elettricità o Snam per il gas può essere la scelta più saggia sia in termini di efficienza che di promozione della concorrenza.
<p> <b>Non c'è il rischio che la Cdp diventi una sorta di ritorno all'Iri?</b>
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È necessario assicurare risorse adeguate alle reti sulle quali si deve investire per ammodernare il Paese. Non sempre il solo privato garantisce questa visione di sistema e, in taluni casi, un impegno pubblico-eventualmente associato al mercato - può garantire in maniera più efficace investimenti, apertura di mercato e interesse nazionale.
<p> <b>Lei ha capito che fine ha fatto il piano Fabbrica Italia di Fiat?</b>
<p> Seguiamo ovviamente con grande attenzione il progetto Fabbrica Italia. Dalle dichiarazioni che si sono susseguite è evidente che tale progetto si è modificato. Ci aspettiamo, a questo punto, che responsabilmente l'azienda chiarisca con nettezza al Paese, nell'ambito della sua nuova fisionomia globale, obiettivi e piano di investimenti che ha rispetto all'Italia. Siamo molto attenti a questo.
<p><b>Incontrerà Marchionne per chiedere aggiornamenti?</b>
<p>Non è un problema di incontri.
<p><b>Il problema è il ruolo che lo Stato deve avere davanti a pezzi importanti dell'industria italiana che possono essere a rischio.</b>
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<p>Noi dobbiamo creare condizioni perché ci siano investimenti nel nostro Paese e perché sia meno difficile fare impresa. L'Agenda per la crescita affronta concretamente molte delle problematiche che riguardano i principali fattori di competitività. Senza mai diventare dirigista: che lo Stato si sostituisca alle imprese per determinarne le scelte strategiche, industriali o commerciali è lontanissimo dalle idee di questo governo e, del resto, ogni volta che si è agito diversamente si sono fatti pasticci.
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<b>Tra i rumors c'è quello di un interesse di Volkswagen per Alfa Romeo...</b>
<p> Ovviamente, anche se ci fosse, non potrei dirlo.
<p><b>Ma lei ha segnali di investitori internazionali interessati a entrare nel settore automobilistico in Italia?</b>
<p> Di sicuro la produzione automobilistica in Italia ha grande tradizione e qualità, ci può certamente essere interesse da parte di investitori internazionali, almeno me lo auguro.
<p> <b>E i tedeschi interessati ad Ansaldo Energia?</b>
<p> Finmeccanica ha comunicato che non si sente in grado di seguire tutti i settori che oggi ha in portafoglio, in più ha un problema di indebitamento, quindi ha individuato alcune possibili aree di dismissione. Quello che conta è fare in modo che queste aziende abbiano azionisti solidi e in grado di garantire il loro sviluppo di mercato. È ovvio che vediamo con favore l'impegno e la crescita di gruppi italiani, ma ancora di più lo sviluppo in Italia di investimenti e occupazione.
<p> <b>Come sta vivendo l'indagine della Procura di Biella che la coinvolge su Biverbanca, che è stata una controllata di Intesa?</b>
<p> Mi ha fatto piacere che la stessa Procura abbia chiarito con un comunicato che, per quanto mi riguarda, si è trattato di un atto dovuto, visto il ruolo di amministratore delegato del gruppo.
<p> <b>È fiducioso sulla soluzione del caso Ilva?</b>
<p> Siamo ottimisti che gli interventi attuati e programmati possano rendere compatibili il rispetto delle norme e il mantenimento in attività di un'azienda oggettivamente molto importante per il Paese.
<p><b>Si dice che sarà uno dei protagonisti del riordino dell'area moderata italiana. Ha quest'ambizione?</b>
<p> Per il momento ho l'ambizione di fare bene il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1INH31">Il Sole 24 Ore - Fabrizio Forquet e Carmine Fotina </a>Davide BONO: Riconvertiamo le montagne 2012-01-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it623421Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Piemonte (Lista di elezione: M5S) <br/><br/>Mentre Casini, Schifani e Rutelli erano in vacanza alle Maldive, io mi recavo in treno e in bus qualche giorno a Ceresole Reale, nell'Alta Valle Orco, ai piedi del Parco Nazionale del Gran Paradiso, comune recentemente entrato a far parte delle Perle Alpine, insieme a Limone Piemonte e a Pragelato. Le Perle Alpine sono un'associazione di Comuni che puntano a "un nuovo tipo di vacanza, che vi permette di spostarvi senza l'utilizzo dell'auto... Una vacanza ecosostenibile, rispettosa del territorio e del clima, della qualità della vita e della natura...grazie al concetto di mobilità dolce, offrono rilassanti vacanze senza stress. Basta auto, riscoprite la bellezza del viaggio in treno o in autobus, che vi porteranno direttamente a destinazione! Nella vostra località di vacanza vi aspettano poi escursioni, trekking, arrampicate, passeggiate a cavallo, gite con le ciaspole, sci da fondo, offerte gastronomiche e culturali...".
Ovviamente, essendo appena entrata nelle Perle Alpine, è stato ancora complesso muoversi coi mezzi pubblici della GTT a Ceresole Reale. D'estate l'iniziativa "A piedi tra le Nuvole" limita l'accesso delle auto al colle del Nivolet, spettacolare altopiano che si estende per sei chilometri con una vista mozzafiato sul Gran Paradiso e sulle Levanne e che costituisce il cuore del parco ed è riconosciuto come uno dei siti naturalistici più belli d'Europa.
Le giornate di limitazione sono accompagnate da un ricco programma di appuntamenti e proposte sia per gli amanti dell'escursionismo, sia per chi vuole assaporare i prodotti locali, ma anche attività ludiche per le famiglie e culturali.
Ad Arosa in Svizzera addirittura calcolano le emissioni di C02 e misurano i consumi in kwh dei turisti e li compensano. Altrove, si fanno sconti a chi arriva con i mezzi pubblici (un po' come lo sconto sul giornaliero a Bardonecchia per chi arriva in treno).
D'altronde la situazione è critica. Le temperature del pianeta negli ultimi 100 anni si sono alzate in media di 0,74 gradi, in Italia di 1,3 gradi centigradi, con un incremento negli ultimi 30 anni (0,27 °C a decennio), e l'aumento è più forte proprio sulle Alpi, dove a causa dello scioglimento dei ghiacciai e della diminuzione della durata del manto nevoso, la riflessione della luce solare ridotta ha portato ad un aumento della temperatura doppia. Con conseguenze notevoli.
L'altezza della neve caduta nelle principali stazioni montane si è pressochè dimezzata negli ultimi 20 anni, con un record a Torino di -62%, rendendo necessario il ricorso ai cannoni sparaneve. I ghiacciai si sono ridotti del 55% dal 1850 ad oggi.
Quest'inverno sinora è stato disastroso: temperature spesso primaverili, pioggia in quota, forte vento di Phon a sciogliere la neve precedente. Le stazioni sciistiche hanno richiesto lo stato di calamità: ben vengano (se ci sono) i fondi per l'emergenza di quest'anno, ma che vengano utilizzati per iniziare il percorso di riconversione delle stazioni sciistiche ad offerte turistiche non vincolate dalla presenza della neve.
Come ha detto l'Organizzazione Mondiale del Turismo con la Dichiarazione di Davos (2007), è necessario quanto prima iniziare a rendere il settore turistico montano più adatto ai nuovi scenari ambientali, convertendo l'offerta turistica stagionale verso soluzioni più poliedriche, quindi non solamente legate allo sci d'inverno, nonchè potenziare l'offerta turistica nelle altre stagioni, soprattutto quella estiva, per sfuggire al caldo torrido delle pianure. Ci potranno essere ancora stagioni nevose come quella del 2008-2009, ma la tendenza è purtroppo chiara. Con una popolazione in vertiginoso aumento e un aumento delle emissioni climalteranti planetarie del 45%, le aspettative in questo secolo sono per un aumento delle temperature tra 1 e 4 gradi a seconda degli scenari, scomparsa di quasi tutti i ghiacciai alpini, eccezion fatta per quelli superiori ai 4000 metri di altezza, riduzioni ulteriori delle precipitazioni nevose sotto i 2000 metri.
Per cui bisognerà rendere attraenti le stazioni sciistiche anche per altri sport/attività ed in altri periodi dell'anno. Sci di fondo quando nevica, d'estate nordic walking parks, piste per biciclette, percorsi per mountain bike, tutto l'anno prodotti e tradizioni locali, fattorie didattiche e turismo naturalistico.
Le riconversioni devono però essere credibili e sostenibili. Non tale mi sembrano la proposta del sindaco del Sestriere che vuole trasformare la nota località sciistica in un centro termale, facendo trasportare acque e fanghi da Acqui Terme, nè la proposta dei proprietari degli impianti di Lurisia di costruire 400 mini alloggi in cima al Monte Pigna cementificando un totale di 160 mila metri quadrati.
Altre sono le strade da seguire per riconvertire e garantire la sopravvivenza della montagna. Banda larga inclusa. Ci batteremo per questo.<br/>fonte: <a href="http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/piemonte/2012/01/riconvertiamo-le-montagne.html">www.beppegrillo.it</a>Patrizia TOIA: Bene l’accelerazione di Passera sull’Agenda Digitale2011-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it621968Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>“Ben venga lo sprint del Ministro Passera per l’attuazione dell’Agenda Digitale approvata dall’Unione Europea. Finalmente qualcuno si è accorto che telecomunicazioni non significa solo tutela delle reti di qualche proprietario, ma promozione della banda larga, volano per lo sviluppo e la competitività del nostro tessuto produttivo, e attuazione dell’agenda digitale che è un grande capitolo degli impegni europei”. Lo afferma Patrizia Toia, deputata europea del Partito Democratico e Vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento Europeo.
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“Per altro l’Europa, proprio in questi giorni, ha promosso un meccanismo di finanziamento che riguarda trasporto, telecomunicazioni ed energia, mettendo a disposizione 9 miliardi per l’Agenda Digitale, comprendendo anche progetti del tutto nuovi. Gli investimenti dovrebbero concentrarsi sulla realizzazione di reti a banda larga e servizi digitali su scala europea, ma saranno erogate anche sovvenzioni per costruire le infrastrutture necessarie per favorire la creazione di servizi digitali quali identificazione, appalti, assistenza sanitaria, giustizia e dogane. I fondi garantiranno l'interoperabilità e copriranno i costi di interconnessione dei servizi nazionali e, secondo la Commissione Europea, con questi finanziamenti si potrebbe riuscire ad attrarre risorse da altre fonti per un totale di 50 miliardi di euro.
Si tratta, quindi, di un provvedimento che arriva al giusto momento e siamo certi che per una volta l’Italia potrà coglierlo” – prosegue Toia.
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“L’Europa, quindi, non si sottrae alle proprie responsabilità ma mette in gioco le proprie risorse per rilanciare la competitività e creare occupazione – come previsto dalla strategia Europa 2020 - in questo difficile momento economico. L’Italia può finalmente rimettersi in sintonia con tutto questo e cogliere l’occasione offerta dall’Europa. La strada da fare è lunga per il nostro Paese, sia nel campo della diffusione delle tecnologie per l’informazione e le comunicazioni che nel campo dell’innovazione industriale, ormai sempre più strettamente collegati. Siamo lieti del fatto che Passera abbia deciso di rimettere tutto questo al centro della nuova agenda del governo, a cui auguriamo buon lavoro perché le necessità su cui occorre intervenire sono davvero moltissime” – conclude Toia.
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/home/843">patriziatoia.it</a>Patrizia TOIA: Il governo prenda spunto dall’Europa e dia sostegno allo sviluppo della banda larga2011-10-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617511Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
“La Commissione Europea, attraverso il Connecting Europe Facility (Cef), ha proposto di stanziare 9,2 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 per la banda larga, di cui 7 miliardi saranno destinati alle infrastrutture. Si tratta di un aiuto molto importante che l’Unione Europea vuole mettere a disposizione di soggetti pubblici e privati, in modo da consentire loro di potenziare gli investimenti nel settore, coprendo il più possibile i fattori di rischio e andando a coinvolgere anche quelle aree più complicate da raggiungere - che oggi restano ancora tagliate fuori dalle connessioni - perché fuori dai centri urbani o quelle scarsamente popolate”.
<p><i>È quanto afferma Patrizia Toia, eurodeputata del Partito Democratico e vicepresidente del gruppo S&D.</i>
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“È curioso che mentre l’Unione Europea si preoccupa di come sostenere l’innovazione e la diffusione della banda larga (utilissima alle imprese per restare interconnesse con il mondo e facilitare le operazioni commerciali), la cui diffusione è considerata un volano per l’economia, il governo italiano abbia, invece, tagliato anche gli 800 milioni che erano previsti”.
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“Questo governo non ha idea di come si possa incentivare lo sviluppo di cui le nostre imprese e il nostro Paese hanno bisogno. L’Italia è profondamente in ritardo sul piano delle innovazioni rispetto al resto dei Paesi avanzati del mondo e esistono addirittura zone prive di connessione. È assolutamente necessario che il governo ripensi la sua strategia in tema di crescita e metta in campo misure concrete atte a favorire lo sviluppo. Prenda spunto dall’Europa, la smetta di dirci che c’è tempo, perché la crisi è quanto mai urgente da affrontare e non rinunci a sostenere la diffusione della banda larga che è fondamentale per il futuro del nostro Paese”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>Patrizia TOIA: L’Italia è in ritardo con lo sviluppo della banda larga: non si perda anche questa opportunità2011-10-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609710Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
“Di malavoglia e con dispiacere dobbiamo ancora una volta prendere atto che l’Italia è ferma. Mente l'Europa procede speditamente sul tema della banda larga e sulla sua diffusione, l’Italia è ancora al palo” - afferma <b>Patrizia Toia</b>, deputata europea del Partito Democratico e vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento Europeo, ricordando che “L’Europa discute di <i>Digital Divide</i> e, pur nella complessità delle posizioni attuali, si è posta l’ambizioso obiettivo della diffusione delle tecnologie e della banda larga, che può venire in aiuto ai cittadini nella risoluzione di tante problematiche quotidiane, tra cui la riduzione degli spostamenti in favore del telelavoro (che mira a comportare una riduzione delle emissioni e quindi va in aiuto alla lotta ai cambiamenti climatici, obiettivo della <i>Strategia Europa 2020</i>) e il programma per la ‘salute digitale’ (ovvero tutte quelle procedure che possono essere risolte online). In Italia, purtroppo, lo sviluppo dell’economia digitale e delle infrastrutture che occorrono perché questo percorso si avvii, non risultano essere nell’agenda del governo”.
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“È questo l’amaro quadro che emerge dalle ultime rilevazioni e ricerche. L’Italia è fortemente arretrata non solo nella diffusione della banda larga (strumento indispensabile per la connessione veloce alla rete), ma lo è anche per quanto riguarda la diffusione della rete in generale – ci sono ancora troppe zone con connessioni precarie e senza connessione, tra le quali anche alcune tra le aree economicamente più sviluppate, come la Lombardia – e questo, ovviamente, comporta un grave danno per le nostre aziende, che si trovano a competere partendo da uno stato di inferiorità rispetto a quelle delle altre regioni europee” – prosegue <b>Toia</b>.
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“Il governo italiano, che purtroppo è distratto dalle problematiche personali del premier, deve intervenire e rimettere mano all’agenda delle priorità, investendo per far crescere questo Paese, renderlo moderno e collegato con il resto del mondo e per cui lo sviluppo della banda larga è imprescindibile. Se si vuole far crescere il Paese, occorre infatti investire nella ricerca e nelle nuove tecnologie che consentano alle nostre imprese di essere al passo con i tempi, di comunicare in modo più rapido con il resto del mondo, così da poter reggere su un mercato fortemente competitivo come quello globalizzato.
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Poiché adesso si parla di un decreto specifico per la crescita, sia questa l’occasione per compiere qualche scelta efficace in questo ambito”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>Luigi BERLINGUER: La cultura sul web un bene condiviso2011-07-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589846Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
Il provvedimento dell’Agcom evidenzia rischi per la libertà della Rete e per diritti fondamentali. La governance di Internet è materia troppo delicata per essere regolata esclusivamente dalla delibera di un’Authority amministrativa. Per fortuna anche in Italia sembra (finalmente) essersi aperto un ampio dibattito pubblico sul futuro della Rete.
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Tra le voci eminenti, quella di Stefano Rodotà, che ha ribadito la natura intrinsecamente nuova dei diritti digitali e la necessità di stabilire un quadro normativo che tenga conto dei mutamenti tecnologici e sociali in corso.
<p>Insomma, <b>il futuro della rete va stabilito per legge, non è ammissibile una tale fuga dal Parlamento.</b>
<p> In tutta l’Unione Europea, anche quando sono state introdotte normative restrittive e di penalizzazione per i singoli utenti della rete - come nel caso dell’Hadopi francese - è stato il legislatore ad assumere su di sé la responsabilità di definire la governance di Internet.
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Il Parlamento Europeo, nei prossimi mesi, sarà chiamato a pronunciarsi su misure europee comuni per la tutela e la promozione del diritto d’autore. Si tratterà di misure decisive, che avranno un impatto ancora più rilevante e pervasivo delle misure oggi in discussione presso l’Agcom.
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Le frontiere della moderna società della conoscenza sono mutate profondamente nell’ultimo decennio, in conseguenza del grande sviluppo tecnologico e dell’emergere di modelli commerciali e culturali inimmaginabili fino a pochi anni fa. La campagna in corso contro il provvedimento Agcom non contiene alcuna indebita giustificazione nei confronti di chi trasmette e scarica illegalmente i contenuti digitali. La tutela e la valorizzazione del lavoro intellettuale, anzi, deve rimanere un pilastro per una moderna forza politica progressista.
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Certamente, però, le manifestazioni di questi giorni hanno aperto il dibattito su come trattare finalmente in modo serio nel nostro Paese la questione della realizzazione di una agenda digitale. In Italia, finora, si è discusso di riforma della rete ancora con una metrica televisiva (lo dimostra il riferimento al decreto Romani come base della decisione Agcom), senza comprendere linguaggi ed esigenze di riforma che l’economia digitale comporta.
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Nel nostro Paese spicca il ritardo nell’introduzione della banda larga e l’assenza di offerte legali adeguate che permettano nuove forme remunerative oltre il modello del supporto fisico delle opere intellettuali.
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Come se negli ultimi anni non fossero invece cambiate in modo radicale le possibilità stesse di fruizione delle opere culturali; come se non fosse mutato, profondamente, il rapporto tra artista, produttore e utente. Se davvero vogliamo investire e scommettere nella società della conoscenza, come l’Europa afferma da anni, occorre procedere ad alcune importanti riforme, concettuali prima ancora che politiche: la tutela del lavoro intellettuale è tra queste.
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<b>Il copyright non deve rimanere chiuso nella sua cittadella fortificata.</b> <br />
Può avvenire tutto ciò disinnescando la contrapposizione frontale (e aprioristica) tra futuro della rete e diritto d’autore.
<p>Perché, chiedo, non ripartire da proposte concrete di riforma? Ad esempio dalla validità, anche economica, di alcuni nuovi modelli economici e giuridici: dal fair use, ai creative commons, alle licenze collettive estese.
<p>Dietro alla richiesta di nuovo copyright, in fondo, c’è la domanda di un più largo accesso alla cultura e alla conoscenza, e sarà probabilmente questo, nei prossimi decenni, il fronte su cui si dispiegheranno molte battaglie sociali e politiche. Le soluzioni vanno ricercate nelle nuove politiche dell’accesso che sappiano definire la conoscenza come bene comune. E, come tale, da promuovere e tutelare in tutte le sue forme.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=11U5RL">Il Riformista</a>Renato BRUNETTA: Tlc. In 2 anni tutta l'Italia coperta da banda larga2011-02-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558031Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
“Fino ad oggi sono coperti dalla banda larga 55 milioni di italiani. In un anno o due anni l’intero Paese sarà coperto da banda larga universale”. Lo ha detto il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, in una intervista a Radio 24, precisando che al momento solo le zone rurali o di montagna non sono coperte.
<p>
Il ministro ha sottolineato che all’ultimo Cdm si è deciso che per il 2020 bisogna arrivare ad offrire a tutto il territorio i 100 mega.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.primaonline.it/2011/02/14/89278/tlc-brunetta-in-2-anni-tuttitalia-coperta-da-banda-larga/">www.primaonline.it</a>Giulia Morini: Banda larga: “E’ una priorità” 2010-12-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548866Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Modena (MO) (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La banda larga è ormai diventata una priorità. Lo sostiene la consigliera comunale del Pd Giulia Morini, prima firmataria di un ordine del giorno che avanza quattro richieste per sviluppare la rete della fibra ottica a Modena e in Regione:
<p> <b>a)</b> elencare tutte le zone nel Comune non servite dalla fibra ottica;
<p><b> b)</b> promuovere uno studio per la diffusione a Modena di questa tecnologia;
<p><b>c)</b> svolgere un’audizione in una Commissione consiliare con i tecnici provinciali e regionali affinché si indaghino le migliori modalità di attuazione delle Linee Guida del Piano Telematico Regionale 2007-2009;
<p><b>d)</b> sollecitare il Governo a trovare i fondi per rendere operativo la nuova rete nazionale a fibra ottica che necessita di 35 milioni di km di cavi in fibra ottica.
<p>
"Quasi sei milioni di italiani – dichiara Giulia Morini – non hanno accesso alla banda larga, ma sono fermi a connessioni che trasmettono 2 Mbps: siamo indietro su tutti i fronti. Solo il 4% delle imprese italiane vende i propri prodotti on-line. Il digital divide è evidente, l'alfabetizzazione digitale è insufficiente. Se pensiamo che la banda larga potrebbe portare ad un incremento del PIL tra l'1,2% e il 12,2%, risulta palese che l'Italia rischia di mangiare la polvere del resto d'Europa e del mondo.
<p>Servono 16 miliardi di euro – prosegue la consigliera democratica – per sostituire la vecchia rete di rame, ma serve prima di tutto una politica lungimirante.
<p>Il Governo è latitante e tocca agli enti locali recuperare il tempo perduto: la Regione ha costruito un Piano Telematico articolato che oggi necessita di essere attuato. <br />
Chiediamo un'audizione del tecnici regionali presso la Commissione consiliare competente – conclude Giulia Morini – al fine di redigere un piano locale di investimenti ed azioni".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.gruppopdmodena.it/web/index.php?view=article&catid=39:comunicati-stampa&id=627:banda-larga-il-pd-e-una-priorita&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">gruppopdmodena.it</a>GIUSEPPE CIVATI: «Da Bersani risposte zero. Rottami almeno i tentennamenti» - INTERVISTA2010-11-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547669Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
A Firenze la kermesse dei giovani scapigliati di Renzi. Preparano una Costituente per la Terza Repubblica.<br />
Via web.
<p><b>Beppe Civati, oggi a Firenze, Stazione Leopolda, parte l'iniziativa dei 'rottamatori'. Di nuovo Finocchiaro vi dà dei populisti e demagoghi. Se davvero volete evitare queste polemiche, non potreste smettere dare del 'rottame' ai vostri colleghi più anziani?</b>
<p> È che sono tanto permalosi. O ci liquidano come se la nostra iniziativa fosse una ragazzata. Che è bizzarro: io faccio il consigliere regionale, Matteo Renzi fa il sindaco di una grande città, forse dovrebbe essere rispettato di più...
<p>
<b>È lui che ha iniziato con la storia delle rottamazioni.</b>
<p>
Ma ha detto anche molte cose su cui non ha risposto nessuno. Abbiamo chiesto il rispetto dello statuto per i tre mandati per i parlamentari, e Bersani niente. E le primarie territoriali per gli eletti.
<p>
<b>Per i tecnici con il porcellum non si possono fare.</b>
<p>
Una palla. Sono difficili, ma basta studiarsi la cosa.
<p>
<b>Del resto anche D'Alema le propone.</b>
<p>
Benone, abbiamo convinto D'Alema. Io le ho proposte nel 2008. Del resto, c'erano nella mozione Bersani, poi se l'è dimenticate. Parliamo di altri contenuti: noi qui a Firenze abbiamo un Pd che fa le unioni civili. Il moderato Renzi è d'accordo. A Roma ce l'abbiamo una proposta? Sarebbe una maniera chiara di rispondere alle battutacce di Berlusconi. E ancora, diciamo 'metà parlamentari a metà prezzo': non si capisce perché un deputato guadagni tre volte il sindaco di Firenze. Il Pd è d'accordo? Parleremo di beni comuni: non siamo comunisti, ma l'acqua non deve essere un bene finanziario. E il Pd? Forse siamo ragazzi, però i ragazzi pensano che un partito deve avere una posizione. Che non è per forza una posizione più radicale.
<p>
<b>Un anno fa Debora Serracchiani, che oggi è con voi, spiccò in un'assemblea di circoli del partito. Volendo, il Pd non è così chiuso ai nuovi dirigenti.</b>
<p>
Sarà per questo che Bersani sabato ha organizzato la stessa riunione in contemporanea con la nostra assemblea. Io spero che lui ne trovi dieci, di Serracchiani. Noi qui ne abbiamo cento, però. E poi, le cose che chiedeva la Serracchiani, sono successe?
<p>
<b>È diventata europarlamentare.</b>
<p>
Non nascondiamoci dietro una Serracchiani.
<p>
<b>Bersani dice che molti suoi dirigenti sono under 40.</b>
<p>
Suoi, appunto, eletti in forza della maggioranza. E comunque: Bersani ha vinto il congresso, però non ci pare che di fronte al crollo di Berlusconi il Pd aumenti i consensi. Abbiamo delle proposte da parte dei giovani elettori. Non temi 'giovanilistici': se parliamo di banda larga parliamo dello sviluppo del paese. C'è una generazione che forse neanche Nichi Vendola riesce a intercettare.
<p>
<b>Preferite Vendola a Bersani?</b>
<p>
Ci piace Vendola, ma anche Bersani. Il problema è ridare fiducia a questa nuova generazione, quella del web. Alla quale proporremo di diventare deputati Costituenti della Terza Repubblica. Su internet, dove si può discutere e votare in modo partecipativo. Produrremo un vocabolario di temi, e lo manderemo a Bersani, alla Finocchiaro, a Franceschini sennò si ingelosisce. E a tutti. E lanceremo un appello al Pd.
<p>
<b>Scusi, 'noi' chi? Nella migliore tradizione correntista del Pd, anche voi negate di essere una corrente.</b>
<p>
Non siamo una corrente, nessuno userà questa platea per fare operazioni strane. Vogliamo promuovere una campagna sui nostri contenuti, un treno che arrivi in più stazioni possibili. Le nostre cose del resto sono copyleft, chi le vuole le usa. Ma lo sa che l'Idv ha fatto copia e incolla con il nostro dossier sui veri numeri degli immigrati e sulla Lega? Ma va bene, purché circolino.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=V4V50">Il Manifesto - Daniela Preziosi</a>Renato BRUNETTA: Sprint finale per il wi-fi libero in Italia2010-10-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547115Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/>Già nel prossimo Consiglio dei ministri potrebbe essere discussa l'abrogazione dell'articolo 7 della legge Pisanu, che a fini antiterrorismo dettava i limiti nell'accesso ai servizi wireless pubblici. Lo ha detto Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, ieri a chiusura dell'"Incontro con gli innovatori" organizzato al Future center Telecom di Venezia. Per un vincolo che cade, altri si rivelano difficili da abbattere: e non è un problema di risorse.
<br /><br />
«È inutile pensare agli 800 milioni che mancano per la banda larga in Italia – spiega il ministro – quando il suo livello attuale di utilizzo è inferiore al 50%». In un momento di finanza restrittiva – è la tesi – senza aumenti di spesa, entro pochi mesi, potrebbero avvantaggiarsi di un aumento di produttività e di efficienza la sanità, l'istruzione, la giustizia: «È un problema di cultura, non di rete: tutte le scuole italiane sono già collegate via internet, fra loro, con il ministero e con il mondo esterno, ma la quantità di contenuti che viene fatta circolare è praticamente nulla. Lo stesso in medicina: il fascicolo telematico con le informazioni di ogni paziente è già disponibile, ma non viene utilizzato, così come la Pec, la posta elettronica certificata per la quale la banda larga è più che sufficiente. Il solo utilizzo del protocollo Voip per la comunicazione nelle università – incalza Brunetta – consentirebbe di risparmiare fino a un terzo di spese telefoniche, recuperando l'investimento necessario in un anno e mezzo e liberando fondi».
<br /><br />
Reazioni tossiche: così il ministro definisce le resistenze – inaspettate – che si sono attivate contro questo tipo di evoluzione [...]
<br /><br />
L'uso delle nuove tecnologie nel privato e nel pubblico, sotto forma di e-government, sono due facce della stessa medaglia: «Se funziona il processo di ammodernamento dello Stato – ricorda Brunetta – questo si traduce immediatamente in una domanda di servizi e prodotti da parte delle aziende». Entro la fine dell'anno il ministro ha annunciato la presentazione di un Atlante sullo stato dell'innovazione pubblica e privata: «Siamo abituati a ragionare sulla base di un'immagine arretrata, di statistiche obsolete: si vedrà che la situazione non è così negativa. Il documento, in inglese, verrà presentato in sede internazionale per attrarre nuove risorse, prima scoraggiate da un'immagine superata dell'Italia»<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-10-19/sprint-finale-wifi-libero-091606.shtml?uuid=AYqX5gbC">Il Sole24Ore</a>William TAMI: “IL COMUNE POTRA’ USUFRUIRE DELLA CONNESSIONE A BANDA LARGA GRAZIE ALLA MINORANZA”2010-05-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499871Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Pavia di Udine (UD) (Gruppo: Lega) <br/><br/>Il gruppo consiliare di minoranza “Lista Indipendente per Pavia - Lega Nord” di cui faccio parte, consapevole della divario digitale di cui soffre il Comune di Pavia di Udine, si era interessato già da tempo per portare la connessione a banda larga a Internet a tutti i cittadini.
A tal fine, ci siamo attivati presentando sul tema dapprima una interrogazione al Sindaco e, dopo aver raccolto le adesioni di numerosi cittadini che lamentavano la mancanza del servizio, una petizione per sollecitare la realizzazione delle necessarie infrastrutture di telecomunicazione.
E’ quindi in occasione del Consiglio Comunale tenutosi lo scorso 23 aprile si è stato discusso l’argomento ed è stata deliberata l’approvazione di una convenzione con Insiel s.p.a., società della quale la Regione si avvarrà per la realizzazione di infrastrutture in fibra ottica per la connessione a banda larga, sulla base del programma regionale denominato ERMES e approvato ancora nell’ottobre 2005.
Questo progetto consentirà al Comune di Pavia di Udine, in tempi relativamente brevi, di poter disporre su tutto il territorio locale del collegamento internet a banda larga.
Infatti, attualmente gli abitati di Percoto, Persereano, Ronchi, Popereacco, parzialmente quello di Risano e l’intera Zona Industriale San Mauro, non godono di questo servizio di fondamentale importanza al giorno d’oggi.
E quindi lecitamente ci chiediamo quali iniziative in materia abbia promosso l’Amministrazione Comunale dal 2005 al 2010 e perché solo oggi, dopo aver mobilitato la comunità, la situazione si è sbloccata con l’adesione a questo interessante progetto.
Comunque sempre attenti e vicini ai problemi dei Cittadini continueremo a vigilare, attendendo gli sviluppi futuri della vicenda, con l’auspicio che quanto prima tutta la popolazione locale possa usufruire del servizio di connessione a banda larga alla rete internet.
<br/>fonte: <a href="http://blog.libero.it/LegaNordPaviaUd/?nocache=1273329640">Privata</a>GIOCONDO TALAMONTI: Comune di Terni - Interrogazione: Banda larga delle reti Wi-fi per tutti2010-01-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it475338Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Terni (TR) (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Al Sindaco del Comune di Terni<br /><br />
<b>Premesso che</b> la diffusione della <b>banda larga</b> (sistema di trasmissione dati in grado di inviare una grossa quantità di informazioni) <b>delle reti Wi-fi</b> ( abbreviazione di Wireless Fidelity-termine che indica dispositivi per collegarsi a reti locali senza fili) è ormai considerata un fattore indispensabile di crescita economica e occupazionale di un Paese;<br /><br />
<b>Considerato che</b> la possibilità di accedervi offre un’opportunità di crescita alle nostre imprese e a tutto il nostro sistema produttivo perché consente di costruire un’economia della conoscenza e dell’innovazione più competitiva e dinamica ma, soprattutto, di realizzare uno sviluppo sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e maggiore coesione sociale.<br /><br />
<b>Preso atto che</b> dobbiamo sempre più considerare l’accesso alla Rete, e la diffusione di Internet come tecnologia sociale per far crescere la qualità della vita, la coesione territoriale, la forza di inclusione di una comunità.<br /><br />
<b>Tenuto conto che</b> disporre di tale tecnologia significa intervenire in modo diretto sulla qualità della vita e sul futuro dei nostri cittadini perché permette loro di aprirsi ad una nuova stagione di sviluppo.<br /><br />
<b>Visto che</b> sul sito del Comune di Terni è stata già da tempo presentata e inaugurata <i>la prima nuova rete Wireless Comunale</i>, presso il nuovo parco di viale Trento, promosso dal Comune di Terni in collaborazione con “In.I.T.”<br /><br />
<b>Valutata l’opportunità di</b> realizzare un progetto di Rete che per l’ innovazione apre una nuova sfida in termini di crescita per Terni, iniziando con il dotare tutti i parchi e i centri di accoglienza di una rete Wi-Fi accessibile gratuitamente, da qualsiasi computer, per poi proseguire con l’opportunità di diffusione della banda larga in tutte le abitazioni del Comune di Terni. <br /><br />
<b>Considerato il ruolo</b> centrale dell'amministrazione comunale nel promuovere un tavolo informale di messa a punto di una mappatura di copertura di banda larga nel territorio del Comune di Terni, da estendere nei comuni della provincia. <br /><br />
<b>Si interroga il Sindaco per sapere</b>:<br /><br />
• Se intende sviluppare in altri parchi cittadini e in altri Centri il progetto “Terni senza fili” inaugurato al Parco di Viale Trento;<br /><br />
• Se è stata realizzata una mappatura di luoghi della città da aprire alla multifunzionalità;<br /><br />
• Se è nelle prospettive dell’amministrazione sviluppare la tecnologia Wi-fi come strada innovativa e di sviluppo della nostra città e dell’intero territorio.<br /><br />
Terni, 18 gennaio 2010<br />
Il Capogruppo RC/CI<br />
Ing. Giocondo Talamonti
<br/>fonte: <a href="http://talamontigiocondo.blogspot.com/2010/01/comune-di-terni-interrogazione-banda.html">Blog Personale - Giocondo Talamonti</a>Renato BRUNETTA: «Ultimatum a Tremonti. O la banda larga o sarà battaglia» - INTERVISTA2009-11-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418897Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Un trimestre positivo non fa primavera - dice Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione - Però è un bel segnale. Se anche l`ultimo trimestre dell`anno sarà positivo vuol dire che potremmo chiudere il 2010 con una crescita del Pil superiore all`1 per cento. A quel punto saremo usciti dalla crisi che abbiamo gestito con serietà e professionalità».
<p>
<b>E anche con un`eccessiva flemma, rispetto agli altri grandi Paesi. Non crede?</b>
<p> «La gestione è stata seria e ha dato i suoi frutti. Da noi non ci sono stati sequestri di manager, nessuna banca è fallita, non abbiamo visto code fuori dagli sportelli bancari per ritirare i risparmi, nessuno è stato lasciato solo, la povertà non è aumentata».
<p>
<b>La quota di popolazione povera è da anni che cresce.</b>
<p>
«No è vero, si fidi».
<p>
<b>In ogni caso perché con l`ultimo provvedimento sul rinvio dell`acconto Irpef avete deciso di sostenere "il popolo delle partite Iva", nel quale ci sono percentuali significative di evasione fiscale, anziché le piccole imprese manifatturiere o il lavoro dipendente?</b>
<p>«I1 lavoro dipendente non ha perso potere d`acquisto durante la crisi».
<p>
<b>E chi è stato licenziato? E chi riceve la cassa integrazione?</b>
<p> «Parliamo di circa 500mila persone che con l`indennità di cassa integrazione, pari all`80 per cento della retribuzione, e con la dinamica dei prezzi sotto l`l per cento non hanno comunque significativamente perso potere d`acquisto.<br />
Gli altri 15-16 milioni di dipendenti l`hanno mantenuto o accresciuto, così come i 17 milioni di pensionati. Chi sta soffrendo è il lavoro autonomo con tagli del fatturato nell`ordine del 30, o 40 per cento. Per costoro il rinvio dell`acconto Irpef è una boccata d`ossigeno, utile per fare ripartire i consumi. Ma non basta, ci vuole altro: aprire la fase due».
<p>
<b>E il governo di cui lei fa parte che decide: cosa ci vorrebbe?</b>
<p> «Deve partire la banda larga. La prima settimana di dicembre il Cipe darà il via libera perché la banda larga vuol dire 30 mila piccoli cantieri aperti, 60 mila artigiani e piccole imprese in attività, vuol dire traffico e modernizzazione».<br />
Se qualcuno non vorrà, in Consiglio dei ministri si discuterà anche ferocemente».
<p>
<b>Chi è che non vuole?</b>
<p> «Indovini».
<p>
<b>Tremonti?</b>
<p> «Tremonti ha una visione ancora preoccupata della crisi, e fa bene. Però di preoccupazione si può anche morire».
<p>
<b>Sta dicendo che Tremonti potrebbe uscire dal governo?</b>
<p> «No, anzi. Dico che si tratta del futuro del Paese e che non c`è la ricetta unica, e tantomeno che la ricetta è in mano a Tremonti».
<p>
<b>E di chi, allora?</b>
<p> «La politica economica del governo, come la linea del governo, è in mano a Berlusconi. Che queste cose le capisce meglio degli altri».
Senza personalismi, trattasi di politica e di politica economica».
<p>
<b>
Certo, ormai le riunioni del Consiglio dei ministri si sono trasformate in risse. Tremonti, giovedi scorso, le ha intimato di non avvicinarsi perché altrimenti l`avrehbe preso a calci nel sedere, per usare un sinonimo.</b>
<p>
«No, ma non è così. Nel Consiglio ci sono interventi interessanti, se poi ogni tanto qualcuno un po' stressato perde le staffe, poco male. Ciò che conta sono le decisioni che si prendono e, sotto questo aspetto, io sono felice».
<p>
<b>Anche perché domenica entra invigore la sua riforma. Ma i dirigenti pubblici che non otterranno i risultati saranno licenziati come, più o meno, accade nel privato?</b>
<p> «Sì, saranno cacciati. Li cacceranno la politica o i cittadini. La politica che non sa che farsene di dirigenti pappemolli o con l`encefalogramma piatto. E i cittadini li cacceranno con l`azione collettiva».
<p>
<b>Per finire: meglio Draghi alla Bce o Tremonti all`Eurogruppo?</b>
<p> «Draghi alla Banca europea e Tremonti alla presidenza dell`Eurogruppo».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=O6RZA">La Repubblica - Roberto Mania</a>Paolo ROMANI: Banda Larga: Degli 800 milioni a noi va bene che ce ne diano anche solo un terzo, solo una parte, entro la fine dell'anno2009-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418809Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Assessore Comune Monza (MB) (Partito: PdL) - Viceministro Sviluppo economico (Partito: PdL) <br/><br/>Con Tremonti ci siamo confrontati nei giorni scorsi – spiega Romani al Sole 24 Ore – giustamente si preoccupa di gestire risorse per eventuali emergenze, stiamo trattando e confido che al prossimo Cipe si possa dare almeno un segnale politico mostrando che il governo è consapevole del potenziale strategico della banda larga. Degli 800 milioni a noi va bene che ce ne diano anche solo un terzo, solo una parte, entro la fine dell'anno». «In fin dei conti – aggiunge – la maggioranza è d'accordo, anche l'opposizione, l'unico che non è d'accordo è Tremonti, cercheremo di convincere anche lui.<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/11/piano-b-banda-larga.shtml?uuid=1e7fe97a-cdcd-11de-b9f0-3e218276b82d&DocRulesView=Libero">il sole 24 ore</a>Paolo GENTILONI SILVERI: Banda Larga: "Nel Piano Romani illustrato sei mesi fa quando si disse che lo stanziamento di 800 milioni sarebbe avvenuto prima dell'estate. Oggi, invece, sento che lo stanziamento avverra' prima di Natale. Mi auguro che sia cosi"2009-11-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418810Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Condivido l'auspicio di Scajola e di Brunetta, ma dal governo mi aspetto anche la decisione di sbloccare le risorse del Cipe". Cosi' Paolo Gentiloni responsabile del settore Comunicazioni del Pd commenta con LABITALIA lo stanziamento, pari a 800 milioni, per il progetto della banda larga annunciato dal ministro per lo Sviluppo economico e che prevede la creazione di 60mila posti di lavoro.
<p>
"Si tratta -spiega- di dati contenuti nel Piano Romani illustrato sei mesi fa quando si disse che lo stanziamento di 800 milioni sarebbe avvenuto prima dell'estate. Oggi, invece, sento che lo stanziamento avverra' prima di Natale. Mi auguro che sia cosi'. Da parte mia lavorero' perche' dal Parlamento arrivi un'ulteriore spinta in questa direzione".
<p>
Gentiloni, ritiene "assurdo dire che questo investimento venga rinviato a dopo la crisi". "Serviva esattamente in questi mesi di crisi -rimarca- e non dopo". Sullo scarso sviluppo di Internet in Italia e del ritardo nelle infrastrutture l'ex ministro delle Comunicazioni sostiene che "l'obiettivo del Pd e' quello di garantire a tutto gli italiani un accesso a banda larga di almeno 2 megabyte entro il 2011". "E' un obiettivo indispensabile -dice- e per poter essere credibili serve uno sblocco dei finanziamenti".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/News/CyberNews/Banda-larga-Gentiloni-Pd-da-governo-aspetto-sblocco-risorse-Cipe_3972491944.html">adn kronos</a>Gianni LETTA: Gli 800 milioni accantonati per la Banda larga saranno disponibili solo una volta certi del superamento della crisi economica. [Link interno: banda larga]2009-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418722Alla data della dichiarazione: Sottosegretario Presidenza del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Gli 800 milioni accantonati a favore dello sviluppo della <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/418726"><b>banda larga</b></a> saranno resi disponibili dal governo solo una volta certi del superamento dell'emergenza dettata dalla crisi economica.
<p>
Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta durante una conferenza stampa sulle manifestazioni per il centenario del Nobel a Guglielmo Marconi.
<p>
"I soldi stanno lì, se le cose miglioreranno e si potrà uscire dalla crisi la prima delle priorità ordinarie sarà la banda larga. La faremo quando saremo sicuri che quelle risorse non debbano essere destinate ad altri interventi per occupazione o altro", ha spiegato Letta.
<p>
Il mese scorso il ministro per l'Innovazione Renato Brunetta ha espresso fiducia sullo sblocco di tali risorse da parte del Cipe entro fine anno e ha indicato in 1,87 miliardi di euro la cifra necessaria per portare Internet a due mega di velocità in tutte le case e rendere una realtà nei rapporti tra cittadini e stato la posta elettronica certificata. <br />
<br/>fonte: <a href="http://it.reuters.com/articlePrint?articleId=ITL414833320091104">Reuters</a>Renato BRUNETTA: "Conto di avere 2Mb di banda larga per tutti già dal prossimo anno" [Link interno: promette]2009-10-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418726Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Durante un'intervista radiofonica Renato Brunetta <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/418722
"><b>promette un broadband di 2Mb</b></a> entro il prossimo anno. Basteranno il via libera del CIPE e 800 milioni di euro
<p>
"Conto di avere 2Mb di banda larga per tutti già dal prossimo anno". Hanno mostrato particolare sicurezza le parole di Renato Brunetta, ministro per la PA e Innovazione, che, durante un'intervista radiofonica, ha spiegato che "solo attraverso una rete Internet efficiente possono passare documenti certificati digitali che sono la base per un reale cambiamento della democrazia".
<p>
La missione illustrata da Brunetta parte da un adeguamento del broadband italiano per mettersi alla pari con i paesi del nord europeo, in attesa di ottenere il via libera da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE). "Il piano è già pronto - ha spiegato il ministro all'emittente radio Rtl 102.5 - ieri ho parlato con il viceministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani. È un problema di investimenti, ma manca ormai solo l'ultima spinta. Nell'arco di ottobre-novembre possiamo avere il via libera dal CIPE".
<br />
<br/>fonte: <a href="http://punto-informatico.it/2729268/PI/News/banda-banda-larga-tutti.aspx">punto-informatico.it</a>Renato BRUNETTA: Internet. «Promesso: Dal 2010 due mega di banda larga per tutti»2009-10-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418347Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Due mega di banda larga per tutti dal 2010». È la promessa che il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha fatto nel corso della trasmissione radiofonica Il Brunetta della Domenica. Nei paesi nordici, ha spiegato il ministro, chiunque ha a disposizione un mega di banda larga: «Io sto puntando a fare la stessa cosa in Italia, perché solo attraverso una rete Internet efficiente possono passare documenti, certificati» e si può arrivare così a un vero «cambiamento della burocrazia». <br />
<br />
«Il piano è già pronto», ha assicurato il ministro: «Ieri ho parlato con il viceministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani. È un problema di investimenti, ma manca ormai solo l'ultima spinta. Nell'arco di ottobre-novembre possiamo avere il via libera del Cipe».<br />
<br />
Secondo Brunetta, servono «800 milioni di euro, non costa nemmeno tanto». Saranno necessari «investimenti pubblici e privati, degli operatori. Il piano è anche uno stimolo economico, perchè vuol dire investimenti sulla rete, nuove tecnologie, spesa da parte dei cittadini», che possono essere così «invogliati» ad operare maggiormente da casa, anche nei confronti della Pubblica Amministrazione. <br />
<br />
«Con un mega di banda reale si può fare già moltissimo», sottolinea il ministro, che dichiara di sognare «un D-Day in cui non ci sono più file, le cartelle pazze, le cartellinacce scritte male che ti arrivano a casa con il messo comunale. Penso che il 2010 potrà essere il crollo di queste mura, con l'eliminazione della carta, delle code». <br />
<br />
Secondo il ministro, la banda larga accessibile a tutti è «quasi come l'estensione globale dell'energia elettrica e del telefono nel nostro paese. Quello è un cambiamento globale e lo faremo». <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_18/brunetta-due-mega-banda-larga_dcb43d40-bbe1-11de-b0a3-00144f02aabc.shtml">Il Corriere.it</a>