Openpolis - Argomento: comunistihttps://www.openpolis.it/2013-05-22T00:00:00ZVittorio DI DIO: Dichiarazione sulla morte di Don Gallo2013-05-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it689562Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Verona (VR) (Lista di elezione: LISTA CIVICA | PER VERONA) <br/><br/>E' morto don Gallo, aveva 84 anni. Icona della sinistra, partigiano, prete dei tossico dipendenti, prete che accompagnava le donne ad abortire, eretico, il prete del No al Dal Molin di Vicenza, il prete dai contenuti non religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti. Un prete che tra una preghiera e un comizio pubblica anche un libro con il brigatista rosso Renato Curcio " l'inganno Droga". Era un cattivo maestro che aveva cattivi compagni di strada i quali gioivano sempre quando la morte toccava uno di destra e dicevano: era ora! Noi non lo diremo perche' non siamo come loro e perche' vogliamo credere che le sue posizioni al fianco di teppisti e malavitosi dipendessero piu' che da sue convinzioni culturali e umane dalla sua salute. Cari amici alla fine di tutto, comunque, posso dire che se l' inferno guadagna 1 prete il mondo perde certamente 1 comunista!<br/>fonte: <a href="https://www.facebook.com/vittorio.dio?ref=ts&fref=ts">Facebook</a>Maurizio SAIA: Sugli scontri avvenuti nel corso dello sciopero generale europeo contro le misure d'austerità2012-11-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684285Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>SAIA: Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SAIA Signora Presidente, vorrei che in quest'Aula si esprimesse solidarietà a tutti i poliziotti e carabinieri che in Italia oggi le hanno prese. Le hanno prese pesantemente da presunti contestatori (studenti o quant'altro), che poi si riconducono sempre ed inevitabilmente ai centri sociali, agli stessi comunisti militanti che ieri, come ha ricordato un collega del PD, sono stati protagonisti di un'azione da lui stesso definita squadrista e che io invece definisco criminale e delinquenziale, dato che di politico non ha nulla, né per riferimenti passati, né attuali. Sono semplicemente atti delinquenziali.
<br/>fonte: <a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=684036">www.senato.it</a>Paolo FERRERO: «Si gioca tutto: facciamo l’asse con Di Pietro» - INTERVISTA 2012-08-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648030<br />«Dopo Napoli e Palermo, prendiamo Roma».
<p>Questa non è una crisi di scarsità, ma di redistribuzione e dunque l’unica via d’uscita è il comunismo, vale a dire una radicale redistribuzione della ricchezza e del lavoro con in più un intervento dello Stato, gestito ovviamente in modo democratico, che avvii la riconversione ambientale dell’economia. Paolo Ferrero, segretario del Prc, non abbandona il caro vecchio Marx (“siamo sempre lì: il superamento del lavoro salariato e la preservazione della natura”), seppure tirato a lucido con aggiornamenti keynesiani e una recente sensibilità ecologista. Eppure, è la domanda, come s’arriva dentro al palazzo d’Inverno nel 2012, anno dei bocconiani? Forse è il vecchio tatticismo elettorale bolscevico, ma la risposta di Ferrero è con “una coalizione dell’alternativa e della sinistra” che vada da Antonio Di Pietro (l’alternativa) ai movimenti per i beni comuni, al sindacato all’associazionismo fino ai vendoliani pentiti (la sinistra). Il punto d’arrivo è, al solito, chiudere la diaspora post-comunista: una lista unica, una sorta di Front de Gauche italiano (quello francese viaggia al 7% circa).
<p>
<b>Questione preliminare: ma servono ancora i comunisti?</b>
<p>
Veramente, dentro questa crisi e in particolare con l’arrivo di Monti, la gente ha ricominciato davvero a capire a cosa serviamo. Prima sembrava che il problema fosse solo sconfiggere Berlusconi, ora è chiaro che è sconfiggere quelle politiche economiche. E attenzione: a livello di politiche economiche, centrosinistra e centrodestra sono più o meno la stessa cosa.
<p>
<b>Quindi Vendola che s’allea col Pd.</b>
<p>
Secondo me fa un errore enorme e si condanna all’impotenza: spero ancora che ci ripensi.
<p>
<b>Eppure Diliberto, con cui lei è l’alleato nella Federazione della Sinistra, dice che bisogna rifare il centrosinistra senza l’Udc.</b>
<p>
Ne stiamo discutendo, ma mi pare che il suicidio della sinistra radicale nel governo Prodi ce l’abbia già insegnato: non è bastato avere un buon programma, perché poi i rapporti di forza erano tutti sbilanciati verso chi tirava verso destra.
<p>
<b>Niente Bersani, allora.</b>
<p>
Guardi il punto è un altro. Monti non è una parentesi nella storia italiana, ma un fatto costituente: è l’uscita da destra dalla crisi della Seconda Repubblica. Monti non finisce con Monti, perché lui ha stabilito i binari su cui correremo nei prossimi vent’anni. Fiscal compact, riforma del lavoro, pareggio di bilancio: se non togli questo, sei sul suo treno, puoi sporgerti dal finestrino di destra o da quello di sinistra, ma la direzione è una sola. Un governo col Pd vuol dire continuare, più o meno, l’esperienza di Monti.
<p>
<b>E lei l’alternativa comunista vuole farla con Di Pietro.</b>
<p>
So bene che l’Italia dei Valori non è un partito di sinistra, ma abbiamo in comune almeno due cose decisamente rilevanti: Idv fa opposizione da sinistra al governo Monti e s’è dimostrata critica sulle politiche imposte dalla Ue come testimonia il voto negativo sul Fiscal compact in Parlamento. Anzi, ce n’è una terza…
<p>
<b>Quale?</b>
<p>
Noi siamo già andati insieme alle elezioni e abbiamo pure vinto contro l’alleanza Sel-Pd: è successo a Napoli e a Palermo. Possiamo portare quel modello a livello nazionale: a Di Pietro dico che da soli siamo solo una serie di persone che si lamentano…
<p>
<b>E insieme?</b>
<p>
Facciamo una proposta di governo che non si limiti al vaffa.
<p>
<b>Va bene: vincete e poi che fate?</b>
<p>
La prima cosa da fare è andare in Europa e dire che il Fiscal compact non si applica e che tutto va ridiscusso.
<p>
<b>Lo dica: lei vuole uscire dall’euro.</b>
<p>
No, sarebbe un dramma che finirebbe tutto sulle spalle dei lavoratori. L’Italia non è la Val d’Aosta, è un grande paese e se vuole pesare in Europa pesa. Il problema è che Monti, alla fine, è d’accordo con Merkel sulle politiche di austerità e l’attacco ai diritti dei lavoratori.
<p>
<b>In attesa di conquistare Palazzo Chigi, a settembre fate l’ennesimo corteo contro il governo: sa un po’ troppo di Novecento, non crede?</b>
<p>
I cortei servono, come serve il computer. Quando diciamo ‘facciamo una manifestazione’, diciamo in sostanza che non vogliamo aggregare tifosi, non vogliamo gente che vive di delega del potere e vuole esprimersi solo votando per questo o quell’altro. Persone che abbiano voglia di partecipare a un percorso che si basi su soggettività e fiducia in se stessi. Sa qual è il peggior lascito di Berlusconi?
<p>
<b>Gianni Letta?</b>
<p>
No, è il senso di impotenza, il pensare che non si conta niente, non si può fare niente: la diffusione della categoria dello sfigato è l’unica sua vera invenzione (contro)rivoluzionaria.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IMCHY">il Fatto Quotidiano - Marco Palombi</a>Alberto BURGIO: Unità della sinistra e autonomia dal centrosinistra2011-11-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it622175<br />
Che a sinistra si pensi di ribaciare il rospo è un bel segno dei tempi. Dà in primo luogo la misura del disastro provocato dal berlusconismo. L'ossessione per l'immoralità e l'indecenza dei comportamenti è tale che la sostanza politica passa in second'ordine. Come se un governo non fosse un'impresa politica, e come se non si potesse essere galantuomini e reazionari, persone competenti fieramente impegnate nell'attacco ai diritti sociali. Ma non solo di Berlusconi si tratta.
<p>
È questione, più in generale, di cultura politica. Ci si è talmente disabituati a pensare in termini di classe, che non si riesce più a leggere nemmeno un quadro nitido, di per sé inequivocabile.
<p>La cifra sociale di questo governo non è meno limpida di quella del precedente, lo è forse di più, se consideriamo il mandato che gli è stato affidato. Il governo Monti nasce per tradurre in realtà le indicazioni contenute nella lettera della Bce: occorre altro?
<p>A scanso di equivoci, è bene tenere presente che Bruxelles non si limita a tuonare contro l'eccesso di deficit e debito, ma indica nel merito il modo di ridurli: gli Stati-azienda debbono finanziarsi privatizzando, licenziando e tagliando il welfare, non possono mica redistribuire ricchezza. Maastricht e Lisbona non sono carta straccia! Del resto, vorrà pur dire qualcosa la martellante invocazione di «scelte impopolari» da parte di leader della maggioranza vecchia e nuova, di industriali e grande stampa. Che cosa s'intenda lo sappiamo bene: dopo 35 anni di sacrifici imposti al lavoro dipendente (in Italia si è cominciato con la svolta dell'Eur nel nome delle compatibilità), la prospettiva è quella di altri sacrifici per il lavoro dipendente, nel nome del risanamento o del rigore o dell'interesse generale. Non bastasse, c'è un problema costituzionale, grosso come una montagna.
<p>Il diktat della Bce rivoluziona la dinamica istituzionale, se è vero che la Costituzione riserva al Parlamento la prerogativa di esprimere maggioranze e governi, e al Presidente della Repubblica affida il compito di interpretare la volontà delle Camere e di favorirne la realizzazione. Se non vogliamo nasconderci dietro un dito, in questo frangente la sequenza è stata rovesciata.
<p>Il governo Monti è nato da un'iniziativa del Quirinale, che il Parlamento - sottoposto a una formidabile pressione interna e internazionale - si è limitato ad avallare. Non siamo noi a dirlo, lo ha ammesso a chiare lettere chi ha parlato di «governo del Presidente» (formula ignota ai Padri costituenti) e di «governo dell'emergenza» (invocando lo stato di necessità o di eccezione). Detto questo (che non è poco), la sostanza politica sta in una domanda: perché i partiti accettano di buon grado l'esproprio delle loro funzioni? perché consegnano ai «tecnici» il governo del Paese, mentre affermano di condividere il programma del nuovo esecutivo?
<p>Si dice: non c'erano le condizioni per un accordo tra Bersani e Alfano (né tra Casini e Di Pietro): Monti sarebbe lo snodo tecnico che permette una grande coalizione altrimenti impossibile. Ma è più verosimile un'altra spiegazione. Si tratta della classica astuzia tattica dei politici.
<p>Quando il sollievo per la cacciata di Berlusconi cederà il passo alla rabbia, si potrà spergiurare che il governo sceglie in piena autonomia e mettere in scena qualche scaramuccia parlamentare. Un bel parafulmine della collera popolare, già messa nel conto.
<p>Il fatto è che questa operazione non sarà per tutti a costo zero. Probabilmente per il Terzo polo e il Pdl si rivelerà un buon affare. L'elettorato di Fini e Casini gradirà privatizzazioni e «riforme» in stile gelminian-sacconiano. E la destra, a suo tempo, trarrà vantaggio dal denunciare le forzature quirinalizie. Il centrosinistra invece, a cominciare dal Pd, difficilmente ci guadagnerà. Gran parte della sua gente pagherà care le ricette di Monti.
<p>Il lavoro dipendente sarà tartassato; gli operai faranno i conti col modello Marchionne, ammirato dal premier; e i giovani, che tutti a parole intendono proteggere, seguiteranno a pascolare nella precarietà. Con ogni probabilità le «scelte impopolari» del nuovo governo apriranno una grossa falla nei consensi del centrosinistra. Ma se questo è vero, un nuovo scenario si apre anche per il nostro partito, per la Federazione e per l'intera sinistra.
<p>Alla domanda di reddito, di lavoro e di beni comuni questo governo e i partiti che lo sostengono non potrebbero dare risposta nemmeno se volessero. Dare visibilità e forza a tali rivendicazioni è compito dei comunisti e della sinistra di alternativa. Per far questo, due condizioni appaiono tuttavia ineludibili: l'unità della sinistra e la sua autonomia dal centrosinistra. Frammentata, la sinistra è ininfluente; interna al centrosinistra, sarebbe subalterna. I gruppi dirigenti ci riflettano e dimostrino di sapersi muovere con intelligenza e generosità. La nostra gente se lo aspetta, anzi, lo esige.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=17LCM9">Liberazione</a>Oliviero DILIBERTO: Appello per una sinistra unita. Torneremo in Parlamento da vincenti.2011-10-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617831<br />
“Ritorneremo in Parlamento da vincenti, batteremo Berlusconi con una nuova coalizione di sinistra. Lanceremo nelle prossime settimane un sondaggio d’opinione che ci dirà quanto vale la Sinistra unita.
<p>Vogliamo offrire un patto di legislatura al PD e alle forze della sinistra. Batteremo Berlusconi e poi intendiamo realizzare tre punti di programma chiari e definiti, e in cambio garantiamo governabilità per 5 anni”.
<p><i>Così Oliviero Diliberto ha concluso i lavori del VI Congresso nazionale del Pdci a Rimini.</i>
<p>
“Questa è per me una posizione coraggiosa che ci permetterà di non scomparire e ritornare in Parlamento. Noi proveniamo da un partito grande che era il Pci e vi ricordo che il ‘nanismo’ in politica non funziona, per questo vogliamo dialogare con quella maggioranza di ‘Sinistra Ecologia e Libertà che vuole l’unità di tutta la sinistra. <br />
E’ questa la riflessione che sottoponiamo a Nichi Vendola.
<p> Noi lavoriamo per un soggetto unitario della sinistra, anche con il Partito della Rifondazione Comunista, che può andare in doppia cifra a eventuali elezioni politiche. A tale proposito abbiamo deciso di chiedere ad un autorevole istituto di ricerca di fare un sondaggio sull'unità della sinistra: vogliamo capire quanto vale questa unità per tutti gli italiani. Nelle prossime settimane avremo i risultati di questo sondaggio, cui teniamo moltissimo e dei cui risultati siamo estremamente curiosi, ritenendo di poter intercettare un bacino elettorale molto ampio”.
<p>
“I nostri livelli di unità sono tre: unità del centrosinistra, unità della sinistra e unità dei comunisti. Sono i tre cerchi concentrici su cui si basa la nostra azione politica”.
<p>“La nostra vocazione è quella di governare, che è uno strumento per cambiare le cose. Oggi, però, non ci sono le condizioni. A noi non basta partecipare ad un’alleanza democratica solo per battere Berlusconi. Vogliamo negoziare alcuni punti programmatici su lavoro, scuola pubblica e fisco”.
<p>
“Bisogna contrastare l’antipolitica con gli argomenti. Per esempio Grillo e il Movimento 5 stelle dicono che chi è stato condannato non può stare in Parlamento. Qualora vigesse questa norma pochissimi comunisti avrebbero potuto essere in Parlamento per esempio negli anni ‘50. Il problema, rispondendo a Grillo, non è la condanna, ma quale tipo di condanna hai avuto. Bisogna piantarla con questo populismo, diffidate quindi dall’antipolitica, perchè Berlusconi ha vinto nel ‘94 proprio facendo leva su questo sentimento”.
<p>
<i><b>Su Matteo Renzi:</b></i><br />
“Non partecipo a polemiche con il centrosinistra”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.elezioni-oggi.it/archives/00037173.html">AGI</a>Dario FRANCESCHINI: Pd: Ho invidiato a PCI "compagni" e il pugno chiuso2011-07-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590324Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
''Io non ho mai chiamato compagno chi era con me nel partito'' come accadeva nel Pci, ''perche' vengo da un'altra storia, ma ho invidiato due cose: compagno e il pugno chiuso''. A rivelarlo e' <b>Dario Franceschini</b>, intervenendo alla festa regionale del Pd a San Miniato (Pi). Questo perche', ha spiegato, ''erano gesti molto forti, segni di una grande forza collettiva. Eravamo su fronti diversi ma a noi mancavano''.
<p><b>Franceschini</b> ha anche rilevato che queste e altre ''sono cose che ognuno ha portato orgogliosamente dentro il Pd in cui nessuno ha rinunciato a nulla ed e' l'approdo delle nostre storie''.
<p><b>Franceschini</b> ha assicurato che ''e' assolutamente superato'' il problema relativo alla tentazione dei cattolici del Pd di creare un partito centristra. ''Periodicamente nella storia degli ultimi venti anni - ha detto - ci sono stati anche tentativi di illustri personaggi, Segni, Cossiga, Andreotti, Pezzotta, che hanno tentato di dire: c'e' uno spazio al centro, rifacciamo la Dc''. Ma e' solo ''nostalgia'' e ''il Paese restera' bipolare anche dopo'' la caduta di Berlusconi, ha concluso l'esponente Pd.
<p><a href="http://www.youdem.tv/doc/213995/dario-franceschini-alla-festa-regionale-del-pd-della-toscana.htm"><b>Video dell'intervento di Dario Franceschini</b></a><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-PD__FRANCESCHINI__HO_INVIDIATO_A_PCI__COMPAGNO__E_PUGNO_CHIUSO-1037439-POL-1.html">Asca</a>David-Maria SASSOLI: Berlusconi ha fatto fare all'Italia una figura da tappetari2011-05-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it573029Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/> <br />
“Una bella figura da ‘tappetari’ quella che al G8 ha fatto fare il presidente del Consiglio al nostro Paese. Non contento della figuraccia con il presidente degli Stati Uniti, Berlusconi non perde l’ennesima occasione e impone un altro teatrino dei suoi”.
<p>Lo afferma il capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli. “Sarà insieme divertente e tragico vedere stasera i telegiornali amici del premier alle prese con le parole di fuoco che Berlusconi ha pronunciato contro i giornalisti. La verità è che a delegittimare le istituzioni, purtroppo, è invece chi dovrebbe rappresentarle e la prova più evidente di quello che è ormai un fatto è l’imbarazzo di Obama mentre ascolta gli stessi ritornelli contro i giudici che Berlusconi impone al Paese da 17 anni”.
<p>“Con il voto di domenica – conclude Sassoli - i cittadini italiani sapranno dire a voce alta di voler finalmente voltare pagina per restituire autorevolezza al Paese”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.davidsassoli.it">davidsassoli.it</a>Andrea Filippini: Video intervista on-line: Sul mio passaggio all'Italia dei Valori2010-03-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it504015Alla data della dichiarazione: Pres. Consiglio Comunale Ancona (AN) (Gruppo: IdV) <br/><br/>Intervista al Presidente del Consiglio Comunale di Ancona Andrea Filippini sul passaggio all'Italia dei Valori - E' TV Marche - Rubrica: Punti di Vista - Edizione del 2 marzo 2010<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=Uwlm-cP_k3o">E'TV Marche</a>Andrea Filippini: Sull'unità dei comunisti2009-05-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391199Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Ancona (AN)<br/><br/><br />
Dopo anni di spaccature consumatesi a sinistra, finalmente una buona notizia: i comunisti, tutti i comunisti, tornano uniti. <br />
Lo facciamo ad ogni livello, sia per le elezioni europee che per quelle amministrative, presentando una lista che riunisce con un unico simbolo Comunisti italiani e Rifondazione.<br />
Non è – tengo a precisare – una fusione “a freddo”, di gruppi dirigenti o partitocratica. <br />
E’ invece il frutto di una riflessione approfondita, di una scelta precisa, compiuta nella profonda consapevolezza che solo uniti si ha la forza per dare voce agli interessi dei lavoratori e di quelli che il lavoro l’hanno perso, dei giovani che il lavoro non ce l’hanno affatto o l’hanno solo precario, dei pensionati che vedono ogni giorno diminuire il potere d’acquisto delle loro già misere pensioni, degli studenti il cui diritto all’istruzione è continuamente messo in pericolo.<br />
Tutti interessi che – senza un forte Partito comunista – rischiano di restare senza un’adeguata rappresentanza.
In altri termini, lo scopo è quello di sempre: lottare al fianco di tutti coloro che si battono per una società migliore e più giusta. <br />
<br />
E per raggiungere questo scopo – finalmente lo si è compreso da parte di tutti – l’unica prospettiva strategica possibile è quella di una forte e larga coalizione di centrosinistra: non è un caso che sia stata proprio una coalizione simile (ricordate l’Unione?) la sola ad essersi dimostrata in grado di battere per ben due volte a livello nazionale Berlusconi… Sembra sia trascorso tanto tempo, eppure questo avveniva solo pochi anni fa. Poi in alcuni è prevalsa la logica dell’autosufficienza, in altri l’estremismo parolaio tanto dannoso quanto inutile, e così si è affermata la logica della divisione e degli schematismi settari su quella dell’unità del centrosinistra. Con quali effetti per le persone, ognuno può valutarlo autonomamente. <br />
Ad Ancona, dove qualcosa di molto simile è pure avvenuto, l’esigenza dell’unità di cui parlo si avverte oggi più che mai: non possiamo permettere che la nostra Città, dal glorioso passato democratico ed antifascista, finisca nelle mani della destra, specie poi di questa destra che si connota per un carattere apertamente populista e per certi versi reazionario.<br />
Certo, c’è da recuperare uno scontento, talvolta profondo, maturato verso il centrosinistra, tanto a livello nazionale che a livello cittadino. Ecco perché – a livello locale – abbiamo lavorato con determinazione per costruire un programma per un nuovo futuro della Città, per un’alleanza di centrosinistra capace di governare saldamente per cinque anni ed in grado di realizzare quel programma. Nell’unità delle forze democratiche di centrosinistra, affinché si riprenda, si rilanci e si rafforzi il cammino già intrapreso dall’Amministrazione Sturani, sosteniamo perciò convintamente il candidato a sindaco Fiorello Gramillano. <br />
Per dare davvero forza al centrosinistra, e perché le ragioni dell’unità finalmente prevalgano, occorre – ora più che mai – dare forza ai comunisti.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.vivereancona.it/index.php?page=articolo&articolo_id=199672">Vivere Ancona</a>Andrea Filippini: Filippini in Russia per i 90 anni della Rivoluzione d'Ottobre2007-11-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382882Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Ancona (AN)<br/><br/>Il compagno Andrea Filippini, assessore del Partito dei Comunisti Italiani nel Comune di Ancona, ha fatto parte della delegazione ufficiale italiana che nei giorni scorsi ha visitato la Russia in occasione delle celebrazioni per il 90° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. La delegazione, composta di circa 20 elementi, era guidata dal segretario nazionale del PDCI Oliviero Diliberto e dal responsabile esteri del Partito Jacopo Venier.
Nell’occasione la delegazione ha incontrato i partiti comunisti fratelli e le varie rappresentanze politiche presenti, in un incontro promosso dal leader dei comunisti russi, Ghennadij Ziuganov, terminato con il comizio dal palco della Piazza Rossa tenuto il 7 novembre (data dell’anniversario).
L’assessore Filippini ha visitato i luoghi più significativi della Rivoluzione, a San Pietroburgo e Mosca (Palazzo d’Inverno, Piazza Rossa, Cremlino, Mausoleo di Lenin) partecipando alle cerimonie solenni di commemorazione.
“Il Partito dei Comunisti Italiani era l’unico partito comunista italiano presente ufficialmente alle celebrazioni – ha detto Andrea Filippini. “Non mi sono recato in Russia per partecipare ad un evento nostalgico, ma per riflettere su come il comunismo si declina oggi e si declinerà in futuro”. “Le ragioni storiche che hanno portato alla nascita del movimento comunista, quali la difesa dei più deboli, dei lavoratori, l’emancipazione delle donne e dei giovani, la costruzione di una società più sono elementi oggi più che mai attuali” – ha concluso Filippini.
<br/>fonte: <a href="http://www.comunisti-ancona.it/?p=226">PdCI - Ancona</a>