Openpolis - Argomento: Ru486https://www.openpolis.it/2014-02-20T00:00:00ZDELIA MURER: 194, verso una risoluzione in commissione 2014-02-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it715845Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
Prosegue in commissione Affari sociali della Camera la discussione sulla Relazione del Ministro della Salute sullo stato di attuazione della legge 194. Si va verso l’approvazione di una risoluzione che impegni il Governo a passi successivi. Si attende, naturalmente, la nomina del nuovo Ministro per riprendere il confronto, soprattutto su un punto cruciale come l’applicazione della legge su tutto il territorio nazionale, messa a dura prova dal frequente ricorso all’obiezione di coscienza che priva di fatto molte strutture delle opportunità riconosciute dalla normativo. La discussione sulla Relazione del Ministro, intanto, si è concentrata sull’analisi dei dati preliminari dell'anno 2012 e i dati definitivi dell'anno 2011.
<p> “La legge 194 è finalizzata ad assicurare l'esercizio di una maternità libera e consapevole, ed è frutto di molte lotte. La presenza della 194 nell'ordinamento nazionale è un punto di merito del nostro Paese. Una normativa così manca in altre nazioni. I dati disponibili confermano che, dopo un forte ricorso all'interruzione di gravidanza nei primi anni di applicazione della legge, quest'ultima ha promosso una maternità libera e responsabile e fatto emergere il fenomeno dell'aborto clandestino, ed è pertanto una normativa da difendere e da applicare”.
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“Purtroppo bisogna rilevare che siamo in ritardo rispetto a ciò di cui si attende una risposta dal Ministro della salute. I dati contenuti nella relazione non sono recentissimi, essendo riferiti agli anni 2011-2012, e poco si dice sul tema obiezione. In proposito il ministro si era impegnata a fornire dati sulle modalità con le quali all'interno di ogni regione le strutture sanitarie garantivano l'applicazione della legge, ma nella relazione ci si limita a rimandare ancora. Il Ministro si era anche impegnata ad attivarsi per l'istituzione di un tavolo tecnico degli assessori regionali per verificare lo stato di attuazione con riferimento ai medici non obiettori di coscienza: in proposito sarebbe necessario conoscere i risultati di tale lavoro, che nella relazione non compaiono. La legge, in conclusione, rappresenta uno strumento importante ma, anche con riferimento all'articolo 9, le regioni devono garantirne l'applicazione su tutto il territorio. Purtroppo non esiste una fotografia precisa del Paese e sono numerose le situazioni in cui tutti i medici sono obiettori e la legge non viene applicata né garantita”.
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“Altri profili di criticità sono rappresentati dalle modalità di intervento ai fini dell'interruzione volontaria di gravidanza: vi è infatti un accentuato ricorso all'anestesia generale e per la somministrazione della RU486 vi è l'indicazione di ricovero di 3 giorni, anche se la relazione evidenzia che in oltre il 70 per cento dei casi le donne hanno richiesto la dimissione volontaria. Considerato che la legge n. 194 è in vigore da anni, le strutture sanitarie dovrebbero attuare un approccio più consono: se le modalità ricordate non sono necessarie, configurano un intervento non appropriato che produce effetti diseconomici e disincentivanti. Altro profilo di criticità è rappresentato dal tema dei consultori. Ricordato che la legge promuove una maternità libera e responsabile e non solo l'interruzione della gravidanza, appare necessario chiarire il ruolo dei consultori familiari pubblici, che si trovano in una sorta di abbandono che ne limita la «mission». Ai consultori devono essere destinate adeguate risorse, anche in considerazione del fatto che a essi si rivolgono prevalentemente le giovani e le donne straniere”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=5%3Ainterventi-in-aula-e-commissione&id=641%3A194-verso-una-risoluzione-in-commissione&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: 194: un’ottima legge, non sempre applicata2014-02-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it715732Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
E’ cominciata nella Commissione Affari sociali della Camera la discussione sulla Relazione del Ministro della Salute sullo stato di attuazione della legge 194. Il documento contiene i dati preliminari dell'anno 2012 e i dati definitivi dell'anno 2011 sull’andamento delle interruzioni di gravidanza in Italia.
<p>“Nel mio intervento in commissione ho innanzitutto espresso il mio disappunto giacché nessun rappresentante del Governo ha sentito il bisogno di partecipare al dibattito. E’ un fatto grave soprattutto in considerazione del fatto che nel corso di un dibattito nell’Aula di Montecitorio, discutendo di una serie di mozioni sul diritto all'obiezione di coscienza in ambito medico-sanitario, il Governo abbia assunto l'impegno di approfondire la questione in occasione della presentazione della relazione. Purtroppo questo non è avvenuto”.
<p> “La legge 194 è finalizzata ad assicurare l'esercizio di una maternità libera e consapevole, ed è frutto di molte lotte. La presenza della 194 nell'ordinamento nazionale è un punto di merito del nostro Paese. Una normativa così manca in altre nazioni. I dati disponibili confermano che, dopo un forte ricorso all'interruzione di gravidanza nei primi anni di applicazione della legge, quest'ultima ha promosso una maternità libera e responsabile e fatto emergere il fenomeno dell'aborto clandestino, ed è pertanto una normativa da difendere e da applicare”.
<p>“Purtroppo bisogna rilevare che siamo in ritardo rispetto a ciò di cui si attende una risposta dal Ministro della salute. I dati contenuti nella relazione non sono recentissimi, essendo riferiti agli anni 2011-2012, e poco si dice sul tema obiezione. In proposito il ministro Lorenzin si era impegnata a fornire dati sulle modalità con le quali all'interno di ogni regione le strutture sanitarie garantivano l'applicazione della legge, ma nella relazione ci si limita a rimandare ancora. Il Ministro si era anche impegnata ad attivarsi per l'istituzione di un tavolo tecnico degli assessori regionali per verificare lo stato di attuazione con riferimento ai medici non obiettori di coscienza: in proposito sarebbe necessario conoscere i risultati di tale lavoro, che nella relazione non compaiono. La legge, in conclusione, rappresenta uno strumento importante ma, anche con riferimento all'articolo 9, le regioni devono garantirne l'applicazione su tutto il territorio. Purtroppo non esiste una fotografia precisa del Paese e sono numerose le situazioni in cui tutti i medici sono obiettori e la legge non viene applicata né garantita”.
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“Altri profili di criticità sono rappresentati dalle modalità di intervento ai fini dell'interruzione volontaria di gravidanza: vi è infatti un accentuato ricorso all'anestesia generale e per la somministrazione della RU486 vi è l'indicazione di ricovero di 3 giorni, anche se la relazione evidenzia che in oltre il 70 per cento dei casi le donne hanno richiesto la dimissione volontaria. Considerato che la legge n. 194 è in vigore da anni, le strutture sanitarie dovrebbero attuare un approccio più consono: se le modalità ricordate non sono necessarie, configurano un intervento non appropriato che produce effetti diseconomici e disincentivanti. <br />
Altro profilo di criticità è rappresentato dal tema dei consultori. Ricordato che la legge promuove una maternità libera e responsabile e non solo l'interruzione della gravidanza, appare necessario chiarire il ruolo dei consultori familiari pubblici, che si trovano in una sorta di abbandono che ne limita la «mission». Ai consultori devono essere destinate adeguate risorse, anche in considerazione del fatto che a essi si rivolgono prevalentemente le giovani e le donne straniere”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it/attivita-parlamentare/interventi/638-194-unottima-legge-non-sempre-applicata-.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Maria Antonietta FARINA COSCIONI: "Anche questo attacco alla 194 fallirà" - INTERVISTA2011-01-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it549548Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“È un altro chiaro attacco alla legge 194 sull’aborto che fallisce, uno dei tanti di questo Governo e del presidente lombardo Roberto Formigoni che anche questa volta sui temi della bioetica esce sconfitto, come quando tentò di bloccare l’interruzione dell’alimentazione artificiale ad Eluana Englaro”.
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Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale, non nasconde la soddisfazione per la bocciatura da parte del Tar della delibera della Regione Lombardia che considera in parte come una sua vittoria.
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Perché?</b>
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“A suo tempo avevamo avvertito che era inaccettabile che una materia così delicata come l’aborto fosse disciplinata differentemente tra le Regioni. Abbiamo dovuto attendere tre anni e l’intervento del Tar che finalmente ha ripristinato legalità e buon senso. La delibera nasce però da un documento scientifico approvato da un pool di ginecologi. Troppo facile in quella Regione indirizzare presunti documenti scientifici verso la direzione che si vuole. <br />
In Lombardia, dove la Sanità vale un sacco di soldi tra accreditamenti e convenzioni, c’è un clima difficile per l’applicazione della legge 194.”
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<b>In che senso?</b>
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“La Regione Lombardia vanta il record di obiettori di coscienza tra i medici e il numero più alto di associazioni anti-abortiste che rende difficile per le donne poter decidere liberamente senza condizionamenti. Ma è indubbio che le tecnologie abbiano accresciuto la sopravvivenza dei bimbi molto prematuri. Questo è solo un pretesto. Mi chiedo allora come mai non vada bene anche l’avanzamento scientifico per l’aborto segnato dall’avvento della pillola abortiva RU486 che evita l’intervento chirurgico, ma che viene ostacolato da questi presunti difensori del progresso in tutti i modi.”
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<b>Ma non è d’accordo che è necessario rianimare un prematuro nato vivo?</b>
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“Il punto non è questo. Il punto è che per evitare gli aborti bisogna dare più informazioni e puntare sulla prevenzione, con l’educazione sessuale e la contraccezione, magari agevolando l’utilizzo della pillola del giorno dopo.<br />
Il Governo è pronto a inviare delle linee guida alle Regioni riproponendo i paletti di Formigoni. Sono sicura che sarà un insuccesso. Le Regioni non faranno passare un documento illegittimo e illegale.”<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.lucacoscioni.it/anche-questo-attacco-alla-194-fallir">www.lucacoscioni.it</a>MARIA GEMMA AZUNI: RU486: solidarietà alle donne della CGIL2010-06-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501884Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Roma (RM) (Gruppo: Misto) <br/><br/>
<p>Manifesto la mia solidarietà e la mia vicinanza alle donne della CGIL di Roma e del Lazio che stamattina alle 9.30 parteciperanno al presidio davanti alla Regione Lazio, insieme a rappresentanti della sanità, dell’associazionismo e della società civile, per chiedere il rispetto della legge 194 e della libertà delle donne di poter scegliere, anche nell’utilizzo della pillola RU486.<br />
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I ritardi che la Regione Lazio, utilizzando come alibi cavilli burocratici ed attese legate all’individuazione di fantomatiche strutture appositamente dedicate, fa pesare sugli operatori sanitari e sulle pazienti che ad oggi hanno difficoltà nel reperimento e nella somministrazione della pillola RU486, non sono più tollerabili, e ancora una volta si riflettono sulla pelle delle donne, costrette, come troppo spesso accade, a fare i conti con barriere ideologiche oltre che insopportabili carenze strutturali e organizzative.<br />
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Non potro’ partecipare al presidio in quanto impegnata in Consiglio Comunale, ma assicuro a tutte le donne di Roma e del Lazio, come sempre, la mia disponibilità ad operare sempre nel loro interesse e per la tutela della libertà, della salute e della dignità delle donne.
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Alla Presidente Polverini chiedo di assumersi chiaramente le proprie responsabilità e di definire una volta per tutte le modalità di fruizione e somministrazione della pillola RU486 negli ospedali di Roma e del Lazio.
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Maria Gemma Azuni<br/>fonte: <a href="http://www.gemmazuni.it/home/item/253-ru486-solidariet%C3%A0-donne-della-cgil">www.gemmazuni.it</a>MARIA GEMMA AZUNI: RU4862010-06-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501609Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Roma (RM) (Gruppo: Misto) <br/><br/>
<p>In merito all’annunciata convocazione della Giunta Regionale, prevista per domani, per il varo delle linee guida per la somministrazione negli ospedali laziali della RU486, mi preme rimarcare come nell’attuale dibattito tutto ideologico in corso, si sottaccia un aspetto ineludibile: il mancato riconoscimento del diritto all’autodeterminazione delle donne e alla libera scelta.<br />
L’utilizzo della RU486 come pratica meno invasiva e rischiosa, abbondantemente sperimentata in altri paesi da decenni e quindi più che testata, può apportare miglioramenti ai risultati positivi dovuti all’applicazione della legge 194. Voler invece obbligare la donna che intende usufruire della RU486, al solo ricovero ordinario e magari prolungato, rappresenta un tentativo di intimidire e impedire l’esercizio di un diritto, che oltretutto inciderà pesantemente sui bilanci della sanità pubblica. Credo che a nessuna donna interessi lo scontro politico in atto se esso, come purtroppo sta avvenendo, non tiene nel dovuto conto il rispetto per la salute delle donne, il diritto alla libera scelta, i progressi scientifici in ambito medico-ginecologico.<br />
In questo campo non ci devono essere speculazioni di sorta , ricerca di consenso spicciolo e di potere perché il peso ricadrà sulle donne, sulla sanità pubblica con il rischio che se non ci saranno risposte adeguate nelle strutture pubbliche, crescerà un mercato parallelo che ingrosserà gli affari privati. Auspico che su tale vicenda sia praticata una corretta informazione per tutelare il diritto alla libera scelta e mi auguro che la Presidente “ donna “ Polverini, si faccia promotrice di richieste di adeguati finanziamenti al Governo per implementare la rete dei consultori affinchè possano continuare a svolgere azioni di prevenzione, accompagnamento e presa in carico per tutte le donne ma soprattutto per quelle socialmente fragili e migranti. <br />
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Maria Gemma Azuni<br/>fonte: <a href="http://www.gemmazuni.it/home/item/242-ru486">www.gemmazuni.it</a>Roberto COTA: Rispetto della legge per la pillola RU486 2010-04-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it497968Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) - Pres. Giunta Regione Piemonte (Partito: Lega) <br/><br/>“Un governatore rispetta la legge, ma ha anche la possibilità di fare in modo che questa venga applicata correttamente: io avevo chiesto che la pillola Ru486 non venisse data in come un'aspirina, e ciò che ho chiesto è stato rispettato”: il neopresidente del Piemonte, Roberto Cota, ha commentato così il via ai primi aborti farmacologici previsti per il 21 aprile nell’ospedale Sant’Anna di Torino.
Gli interventi avverranno in regime di ricovero ordinario per tre giorni.
”Avevo chiesto che la pillola venisse somministrata con il ricovero - ha precisato Cota - perché queste erano le modalità che si riferivano alla legge 194 e che garantivano da un lato la salute della donna, che è un bene fondamentale e primario, e dall'altro i valori, nel senso che una pratica di questo tipo non può essere banalizzata. E così è stato, perché c'é un parere del Consiglio superiore di sanità, e le strutture piemontesi si atterranno a quel parere e alla legge”.<br/>fonte: <a href="http://www.regione.piemonte.it/notizie/piemonteinforma/diario/rispetto-della-legge-per-la-pillola-ru486.html">PiemonteInforma</a>ELENA MACCANTI: Aborto2010-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it498852Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) - Consigliere Regione Piemonte (Lista di elezione: PdL) - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: Lega) <br/><br/>"Come esponente del Carroccio piemontese e soprattutto come donna, dico che il dibattito sulla RU486 è purtroppo deviato pericolosamente su un terreno ideologico, dove la strumentalizzazione ha fatto perdere di vista quello che invece dovrebbe stare al centro della discussione: la salute della donna e la tutela della vita, che sono valori assoluti. Nessuno ha mai parlato di violare la legge 194: chiedere di potenziare il volontariato pro-vita per percorsi di aiuto concreto e alternativi all'aborto, prevedere il ricovero della donna in caso di interruzione della gravidanza, significa, al contrario, chiedere la piena applicazione della legge, nell'interesse della vita e della donna ’. Lo dichiara l'on. Elena MACCANTI, deputato torinese della Lega Nord e membro della Commissione cultura alla Camera. ‘Parlare di limitazione della libertà della donna – conclude Maccanti - significa voler trovare a tutti i costi un pretesto per la polemica politica, che non fa certo bene al dibattito. Bene ha fatto oggi la presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia a precisare la propria posizione, anche come donna, sulla Ru486". <br/>fonte: <a href="http://www.robertocota.com/leganordpiemonte/index.php?option=com_content&view=article&id=71:on-maccanti-aborto-nostra-posizione-a-tutela-della-salute-della-donna-no-a-strumentalizzazioni-ideologiche-&catid=7:comunicati-stampa&Itemid=8">robertocota.com</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Una scelta ideologica sulla RU486» - INTERVISTA2009-11-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it452398Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Il tanto atteso parere del governo sull’introduzione in Italia delle pillola abortiva è arrivato ieri sera. Dice che l’aborto farmacologico deve avvenire “in regime di ricovero ordinario” sotto “specifica sorveglianza” e che “la donna deve essere trattenuta fino all’espulsione dell’embrione”. <br />
Ora l’Aifa dovrà nuovamente valutare, così auspica il ministro Sacconi, “la delibera adottata”. E i settecento giorni che ci sono voluti per arrivare a una decisione sono destinati a crescere ancora.
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<b>Senatore Marino, che ne pensa?</b>
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Il fatto che sia necessaria una vigilanza clinica dopo l’assunzione del farmaco è scritto da ormai due decenni nella letteratura scientifica. La sorveglianza è fondamentale e può essere realizzata con la permanenza in ospedale o con altri meccanismi, come un day hospital o un numero verde attivo 24 ore al giorno. Il punto è che si tratta di criteri che non può stabilire la politica: li definisce un medico, sulla base delle sue conoscenze scientifiche e del rapporto che ha con il paziente.
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<b>Nulla di forzato e obbligatorio, quindi.</b>
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Ovviamente no. Mi pare che questa maggioranza stia imboccando la strada dei trattamenti sanitari obbligatori sempre e comunque, e che scriva leggi che non si occupano delle cure ma dei comportamenti delle persone. Lo abbiamo già visto con l’idratazione e nutrizione. Siamo di fronte a volontà di carattere ideologico e non scientifico: la RU486 è stata utilizzata da un milione e mezzo di donne. La Food&Drug Administration ha analizzato 500mila casi clinici in diversi paesi del mondo. Sono stati effettuati 39 studi clinici, poi c’è stato il controllo dell’Emea e infine quello dell’Aifa. Le pare che ci sia bisogno del parere di senatrici e senatori?
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<b>Parliamo di donne. Cosa cambierebbe con l’aborto farmacologico?</b>
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C’è uno studio secondo il quale l’aborto farmacologico consente una maggiore partecipazione del partner: con l’aborto chirurgico spesso una donna va in ospedale da sola, la RU486 permette all’uomo di offrire un sostegno di maggiore intensità.
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<b>Con l’obbligo di ricovero ordinario, cambierebbe tutto.</b>
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La legge 194 prevede che l’interruzione di gravidanza avvenga in strutture ospedaliere pubbliche e così sarà anche con la RU486, che non si comprerà in farmacia ma verrà somministrata in ospedale. Non possiamo non introdurre un farmaco nel nostro sistema sanitario solo perché c’è la possibilità che la donna esca dall’ospedale: sarebbe come se io non eseguissi un trapianto perché ho paura che il paziente se ne vada contro la mia volontà.
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<b>Nessuna questione di deontologia, dunque.</b>
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Quando una donna arriva dal medico, la decisione di abortire è già stata presa. Mettiamo il caso di una donna che in passato ha subito complicazioni in un’operazione sotto anestesia ed è finita in rianimazione. É un dovere del medico o no dirle che può interrompere la gravidanza senza anestesia?
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<b>Tre mesi a discutere della pillola. Che ci siamo persi nel frattempo?</b>
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Chieda agli abitanti di Mazzarino, dove un ragazzo è morto dissanguato dopo un incidente, se a loro interessa di più questo dibattito sulla RU486 o l’ammodernamento della rete ospedaliera. Ci sarebbe da discutere di tante cose: io avevo chiesto sei milioni di euro per un progetto che dotasse di defibrillatori i luoghi pubblici come le stazioni, i campi sportivi, gli aeroporti. Il governo ha deciso di stanziarne solo quattro: per risparmiare, non si salvano 20-30 mila vite, perché quando si verifica un arresto cardiaco l’uso del defibrillatore dimezza il tasso di mortalità.
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<b>Per quanto tempo ne avete discusso?</b>
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Per illustrare il progetto in Aula mi hanno concesso sessanta secondi. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=OH14O">Il Fatto Quotidiano - Paola Zanca</a>Pier Luigi BERSANI: «Detrazioni fiscali per le fasce deboli subito» - INTERVISTA2009-09-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417870Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Lo scudo? Una vergogna. Tremonti è un incantatore»
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Paradosso. Oppure paradossale. Dunque, «ciò che sembra o è assurdo, illogico, stravagante». Pier Luigi Bersani ricorre spesso, in questa intervista, all’uno o all’altro termine per dire come alcune delle faccende in discussione gli paiano, appunto, stravaganti (quando non del tutto incomprensibili). Paradossale è, per esempio - a proposito di Tremonti e della sua Finanziaria - «che il non far nulla sia diventato un merito»; ed è certo un paradosso - riferito alla discussione intorno alla pillola RU486 e alle polemiche per la posizione assunta da Dorina Bianchi - «che si contestino tecniche abortive meno invasive e previste dalla stessa legge 194». E andando avanti, è di sicuro stravagante che nel Pd si litighi sul tasso di antiberlusconismo di questo o di quell’altro «dimenticando che, al di là di chi strilla di più, il nostro dovere - oltre a opporci - è offrire agli elettori un’alternativa, altrimenti strillare non serve a nulla».<br />
Ma non è di Pd che Bersani vuol parlare, quanto - piuttosto - delle ultime mosse del governo in materia di economia. Alla vicenda congressuale riserva poche battute: ma non irrilevanti. Per esempio, dice sì al confronto a tre chiesto da Marino e accettato da Dario Franceschini: «Io non ho problemi - spiega -. Discutiamone pure. Tenendo presente, però, due cose. La prima, è che abbiamo un meccanismo congressuale già molto competitivo; la seconda, è che dovremmo cercare di ragionare tenendo sempre d’occhio gli interessi dell’intera ditta».
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<b>Non è, però, che preferisce parlare di Tremonti per evitare di versar sale su certe ferite aperte nel Pd?</b>
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«A parte che è sempre saggio evitare di farsi del male da soli, non è questa la ragione. E’ per le cose che le dicevo all’inizio: siamo nella situazione che, per il governo, non far nulla è diventato un merito. E’ un paradosso, certo: ma è quel che accade. Il malato è grave e lo si cura con placebo e palliativi. Se riesce, altro che economia: a Tremonti daranno il Nobel per la medicina... Si spostano i soldi da qua a là, come era per i carrarmati di Mussolini, ma risorse nuove non se ne vedono. E non è l’unico aspetto paradossale di questa vicenda».
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<b>L’altro qual è?</b>
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«Che pur non avendo alcuna nostalgia delle vecchie Finanziarie, una domanda vorrei farla: ma tra Finanziarie che non ci sono e mini-decreti mensili dove e quando in questo Paese si parla di manovra economica? Il peggio della crisi ce l’abbiamo davanti, e Tremonti l’incantatore dice: “La Finanziaria non c’è e comunque, se necessario, gli aggiustamenti poi li faccio io”. Col Pil che cede e il deficit che aumenta, invece, alcune cose andrebbero fatte subito».
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<b>Finga di essere al governo: concretamente, che farebbe?</b>
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«Subito detrazioni fiscali per le fasce più deboli, lasciando un po’ di soldi in tasca a chi non ne ha, così da spingere i consumi; e per i Comuni la possibilità di avviare tanti piccoli cantieri: con la facoltà per chi in 6 mesi bandisce le gare e appalta i lavori, di sforare il patto di stabilità. Invece, nulla di tutto questo. Hanno solo prorogato le detrazioni per chi ristruttura la casa: il che va bene, ma è una misura che avevamo introdotto noi».
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<b>Un po’ di soldi potrebbero arrivare con lo scudo fiscale, che al Pd però non piace...</b>
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«Dire non piace è poco: il mio giudizio è che sia una vergogna. Non solo è uno schiaffo a chi paga le tasse, ma è anche un vero e proprio indulto per gravi reati fiscali e finanziari. In più, lo scudo è destinato a produrre danni anche in prospettiva».
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<b>Berlusconi direbbe: ecco i soliti spargitori di pessimismo.</b>
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«E allora al nostro premier faccio una domanda: chi è quell’imprenditore sano di mente che, in un quadro così, dovrebbe investire nella sua azienda? Se gli va male, dal governo alle banche non c’è nessuno che lo aiuta; se gli va bene, gli tocca pagare il 40% di tasse. Allora conviene portare i soldi all’estero, tanto poi rientrano praticamente esentasse. Senza contare che quando si parte con i condoni, poi si continua sulla stessa via: al fondo della quale c’è un aumento delle tasse per chi le paga».
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<b>A proposito di stessa via: anche il Pd marcia sempre sulla stessa via, litigando - com’è accaduto al Senato - sulla pillola RU486 e sul sì espresso da Dorina Bianchi, capogruppo in commissione Sanità, ad un’indagine conoscitiva. Che le pare?</b>
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«Innanzitutto, che lascerei ad ognuno il proprio lavoro: è un tema di verifica scientifica, e comunque non è accettabile l’obiezione di chi dice “così diventa troppo facile abortire”. Bisogna avere più fiducia nella maturità e nella responsabilità delle donne, come del resto dimostra il calo di interruzioni di gravidanza dall’entrata in vigore della 194. E poi davvero non capisco il no a tecniche meno invasive, previste per altro dalla stessa legge che regola l’aborto...».
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<b>Sta eludendo la domanda, però. E allora mettiamola così: lei è per favorire oppure no, su temi così, l’obiezione di coscienza da parte di parlamentari del Pd?</b>
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«Detto con chiarezza: vedo l’esigenza di disciplinare il ricorso all’obiezione. Nella mia mozione propongo che sia un organismo statutario a definire ambiti e confini, perché un parlamentare non può pensare solo alla propria coscienza».
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<b>Scusi, siamo all’obiezione di coscienza decisa dal partito?</b>
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«Ma nemmeno per idea. Credo l’obiezione di coscienza sia da considerare uno strumento limite, visto che si parla di politica e di parlamentari, e quindi di mestieri non obbligatori. Se uno li fa, sa di dover ragionare anche per la coscienza degli altri. Il Paese aspetta dalla politica delle decisioni».
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<b>A proposito di politica, un’ultima domanda. A differenza di quanto sostenuto da D’Alema, secondo Franceschini il Pd non soffre di un eccesso di antiberlusconismo: lei come la vede?</b>
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«Che il mestiere dell’opposizione è certo quello di opporsi - perfino con più vigore di quanto non accada oggi - ma anche costruire e offrire un’alternativa al Paese. Il problema non è chi strilla di più, altrimenti Berlusconi sarebbe già a casa: e invece il suo consenso regge proprio perché i cittadini non vedono ancora un’alternativa chiara. A me, insomma, questa discussione non piace. Così come non mi piace, però, un’opposizione che stia sempre e solo appesa al suo contendente».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NH7PK">La Stampa - Federico Geremicca</a>Giuseppe FIORONI: «Aborto, Berlusconi ha mentito ai cattolici» - INTERVISTA2009-09-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417869Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Il problema non è l’indagine conoscitiva ma Berlusconi e le sue bugie al mondo cattolico. Parliamo di uno strumento che non è fatto per decidere ma documentarsi. Le decisioni spettano ad altri, che le hanno già prese. È l’ennesima strumentalizzazione del nulla»: Giuseppe Fioroni, cattolico del Pd, sostenitore di Franceschini, getta acqua sul fuoco. Ma poi attacca Bersani - «no alla coscienza collettiva» - e Rutelli: «Le maggioranze di governo non si cercano sulla vita e la morte».
<p> <b>Su quel nulla il Pd si sta dividendo.</b>
<p> «Un’indagine conoscitiva è lo strumento con cui il parlamento acquisisce conoscenze su temi complessi, ma nessuna indagine può incidere su competenze che sono, a livello nazionale e internazionale, esclusivamente di altri organismi. Per questo fare una tempesta in un bicchier d’acqua significa solo fare un favore ad una maggioranza e ad un governo che ancora una volta hanno mentito e promesso ciò che non potevano promettere».
<p> <b>A cosa si riferisce?</b>
<p> «Il parlamento non può fare ricette e prescrivere farmaci. Questo, in tutti i paesi civili, spetta agli organismi tecnico-scientifici ed infine al ministero della Sanità. Berlusconi e il governo hanno detto bugie e fatto promesse al mondo cattolico, sul non utilizzo della Ru486, che non potevano fare. Il problema dunque riguarda chi ha detto bugie e pone un interrogativo a tutti coloro che ancora una volta si sono fidati».
<p> <b>Sarà pure colpa del governo. Ma il Pd sul tema ha i nervi scoperti.</b>
<p> «Su temi come la biopolitica si deve realizzare un virtuoso connubio tra senso del limite della politica e responsabilità di chi deve decidere. Sapendo che è meglio avere dubbi e riflettere, che vivere di finte certezze».
<p> <b>Franceschini ha detto che si discute e ci si divide, ma alla fine, si decide: si vota e la libertà di coscienza copre il disagio che chi non si riconosce nella maggioranza...</b>
<p>«Su temi di cui è difficile anche fare l’agenda, alla quale il progresso della scienza e della tecnica aggiunge ogni giorno nuovi temi, un partito deve avere la propria opinione. Ma è anche vero che nessun partito può pretendere che con la tessera si acquisisca un pensiero unico su di essi. Quelli in cui il partito decideva per tutti sono stati tempi bui. E la libertà di coscienza nasce dall’interpretazione della complessità dei nostri cittadini e dei nostri elettori che su questi temi pretendono di decidere con la propria coscienza. Già per ciascuno di noi è difficile fare i conti con la propria, figuriamoci se si può evocare la categoria della coscienza collettiva».
<p> <b>Ce l’ha con Bersani?</b>
<p> «Io discuto con Bersani perché temo, dietro il dibattito sul partito solido, che condivido, la riedizione del partito solito: un partito che vive più di ricordi, ossessionato dalla sua provenienza e quindi di ex, che dalla sfida del dove andare insieme costruendo oggi il senso della nostra storia. Il Pd non abbiamo scelto di farlo per passare la nottata ma perché abbiamo capito che le nostre storie, che amavamo profondamente, avevano perso senso e smalto agli occhi dei cittadini. È impensabile che un partito di due anni veda il proprio futuro tutto definito nel suo passato: ad un figlio di due anni non diremmo mai ”la tua vita e il tuo futuro sono nella storia dei tuoi genitori”. O di uno di loro. E ancora...».
<p> <b>Ancora a Bersani?</b>
<p> «Col congresso dobbiamo vincere la grave malattia che ci affligge da sempre, quella per cui i nostri leader non si sono dimessi spontaneamente ma spintaneamente, mandati a casa non dagli elettori ma dai nostri anticorpi. In una vocale - ”i” e non ”o” - c’è il male da debellare. Non possiamo continuare a cercare le facce giuste per i tempi difficili, per poi, tornato il sereno, veder tornare i soliti noti».
<p> <b>Bersani invoca la coscienza collettiva. Rutelli invece svia dal percorso indicato da Franceschini - discussione e voto - e cerca sui temi etici una maggioranza diversa con Casini e Fini...</b>
<p> «Le maggioranze di governo non si fanno sull’ossessione della sala parto o della rianimazione ma sui novant’anni di vita media che ogni giorno i cittadini aspettano di vivere con dignità per le scelte di chi li deve governare».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NHAPG">Il Mattino - Teresa Bartoli</a>Silvio BERLUSCONI: "Con il Vaticano parlerò solo io"2009-08-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it411701Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Berlusconi cerca di rassicurare i cattolici del Pdl. In molti settori
della maggioranza è forte il disagio per la crisi con Santa Sede.
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"Adesso è meglio se state tutti zitti, lasciamo decantare la cosa. Poi me ne occuperò io personalmente". È questa la consegna impartita ieri da Silvio Berlusconi a quanti - ministri e parlamentari - lo hanno cercato per chiedergli come comportarsi sulla crisi innescata con il Vaticano. Egli stesso si è conformato alla direttiva, lasciando Roma senza dire una parola e andando la sera a seguire il derby a San Siro.
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Ma il disagio dell'ala cattolica del Pdl, seppur espresso a mezza bocca, è evidente in quella che rimane l'estate nera nei rapporti fra il governo e la Santa Sede, segnata dalle polemiche della Lega contro i vescovi e culminata con la cancellazione dell'incontro tra Berlusconi e Bertone. "Sembra di aver imboccato una strada senza uscita - ammette sconsolato un deputato berlusconiano - , ancora non ho capito come abbiamo fatto a passare per quelli che hanno dichiarato guerra alla Chiesa italiana".
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L'exit strategy è stata tuttavia già stata delineata dagli strateghi del Cavaliere e si basa essenzialmente su quella sorta di agenda "Vat" enunciata ieri da Renato Schifani (previo consulto con palazzo Chigi) a conclusione del Meeting. Un'agenda fatta di biotestamento, restrizioni all'uso della pillola RU486, rinnovata attenzione a tutte le istanze della Chiesa.
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Mara Carfagna, il ministro a cui Cl ha affidato l'apertura del Meeting e che ha incontro il Cardinal Bertone all'Aquila, dopo aver negato che ci sia una "sofferenza" dei cattolici del Pdl, conferma la linea su cui si sta assestando la maggioranza per uscire fuori dall'impasse: "Queste polemiche, che hanno ben poco di politico, dureranno lo spazio di qualche ora. Ciò che resterà sono i provvedimenti presi a favore di chi ha bisogno, dei più deboli e degli ultimi, che anche la Chiesa ha più volte dimostrato di apprezzare". Come dire che quello che interessa di più in Vaticano sono i fatti concreti, le leggi gradite ai cattolici che questa maggioranza è in grado di approvare. "Siamo noi a garantire - osserva Gaetano Quagliariello - che il contributo della Chiesa al dibattito pubblico sia considerato un contributo positivo". E proprio Quagliariello ha deciso di far aprire la summer school di Magna Carta, la prossima settimana, da monsignor Rino Fisichella.
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Ci si avvia dunque a una grande stagione legislativa di stampo vaticano? Sembra questo il prezzo da pagare per la ricomposizione del dissidio fra il governo e la Chiesa. Questa volta insomma le gerarchie affonderanno il coltello nel burro, a meno che la pattuglia di finiani in Parlamento non metta della sabbia negli ingranaggi. Un cattolico laico come il ministro Gianfranco Rotondi, che ha proposto senza grande successo un ddl sulle unioni di fatto, rimpiange i tempi della Dc: "È un rapporto con la Chiesa del tutto sbagliato quello che c'è in Italia, a destra ma ormai anche a sinistra. Servirebbe un Pdl che dicesse "siamo cristiani, ma alla maniera del Ppe, distinti e distanti dalle gerarchie". E invece eccoci qua, alla mescolanza tra Dio e Cesare".
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Con tutta la prima linea dei ministri Pdl a fare a gara per mostrarsi in linea con il Vaticano: Giulio Tremonti, che esalta l'enciclica del Papa, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, pupille dei ciellini. E Maurizio Sacconi, che ancora ieri è tornato a picchiare sulla pillola abortiva che "preoccupa, perché potrebbe banalizzare un atto che il legislatore ha considerato tutt'altro che banale". E allora, per rispondere al malessere dei cattolici della maggioranza, l'unica strada è l'approvazione integrale dell'agenda "Vat", la risposta concreta ai vescovi sui "fatti" che contano. "Il tema vero sono le leggi che si approvano - spiega Maurizio Lupi, anima del Meeting ciellino - e su quello saremo misurati. Il resto verrà dimenticato. E non parlo solo del testamento biologico, mi riferisco anche alla famiglia, alla libertà di educazione. Alla fine il Pdl ha sempre dimostrato di essere più affidabile". E il nuovo obiettivo adesso diventa il quoziente famigliare: "Ce lo ha detto anche Tremonti: meglio dare i soldi alle famiglie che alle banche". Basterà a far dimenticare le sparate dei leghisti, la vita privata del premier e gli attacchi del Giornale?<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-23/exit-strategy/exit-strategy.html">La Repubblica.it - Francesco Bei</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Il Pd non imiti il premier, eviti di lottizzare la Rai» - INTERVISTA2009-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it402011Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Per essere credibili bisogna
restare fuori dalla spartizione»
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Berlusconi confonde servizio pubblico con tv di Stato. Il servizio pubblico non può essere un mezzo di propaganda del governo, chiunque sia al governo».<br />
Proprio per questo Ignazio Marino, senatore e candidato alla segreteria del Pd, chiede a Franceschini e Bersani un passo indietro nella lottizzazione della Rai, e di fare della libertà d’informazione un tema centrale del congresso, «una manifestazione da sola non basta».
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<b>Senatore lei chiede al Pd di non lottizzare la Rai. Le pare possibile in questo momento, dopo l’attacco di Berlusconi al Tg3?</b>
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«L’informazione è cruciale in una democrazia, i diritti sono oltre ogni criterio di opportunità. Il Pd deve avere questo coraggio».
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<b>Il coraggio che non ha mai avuto, se Veltroni deposita oggi un disegno di legge sul conflitto d’interessi, tema mai risolto dal centrosinistra quando era maggioranza.</b>
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«Il centrosinistra non l’ha affrontato negli anni in cui era al governo, quando sia Franceschini che Bersani ricoprivano ruoli di rilievo, ed è importante che oggi Franceschini riconosca l’errore. <br />
Bene sarebbe guardare non solo al conflitto d’interessi di 10 anni ma anche a quello del futuro: in Italia può accadere ad Internet e alla banda larga quello che accade oggi in Rai. Perché la non ancora legge Alfano sulle intercettazioni mette ai blog le regole che riguardano l’informazione, e perché il digitale terrestre già dal 2012 libererà frequenze che passeranno probabilmente alla banda larga. <br />
Non si diffonderà democrazia, ma ulteriori bavagli. E l’unica strada per essere efficaci e credibili è proprio fare un passo indietro in Rai».
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<b>Ci spieghi perché.</b>
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«In questo Paese controllare i media è diventato sinonimo di successo politico. <br />
Il capo del governo è il primo editore del Paese, e il controllo sull’informazione per la destra è una strategia. Mi ricordo gli anni della guerra in Iraq quando, attraverso la Fox, Bush orientava la pubblica opinione. <br />
Io stavo all’università di Jefferson e lì vicino, nel Delaware, c’era una base militare nella quale mettevano tutte le bare dei soldati caduti, quelle bare che in tv non si erano mai viste. Finché una donna soldato di quella base non le fotografò, e quelle foto non dilagarono su Internet. Fino a quel momento i morti americani in Iraq non esistevano, perché nessuno poteva vederne le bare. Ecco cosa può accadere quando si manipolano i media, ed ecco perché il servizio pubblico non può essere al servizio del governo, chiunque sia al governo. <br />
Berlusconi ha paura della libertà e degli effetti della propria politica. Come Bush con i soldati morti, ha paura degli 8 milioni di italiani in povertà, della caduta di 6 punti di Pil, dei disoccupati. <br />
Credo sia strategico che il tema dell’informazione sia centrale nel congresso del Pd, perché è centrale per la democrazia italiana».
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<b>E invece il Pd aspetta l’esito del congresso, aspetta la conta interna per le nomine al Tg3 e ala terza rete Rai...</b>
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«E invece dobbiamo avere la forza di non stare al gioco solo per poter nominare i direttori dei tg, di dire con chiarezza che l’obiettivo è la democrazia nell’informazione. <br />
Per la Rai vanno cambiate le regole. Deve tornare ad essere un’azienda regolata dal codice civile, con un amministratore delegato e un cda nominato da una fondazione, com’è per la Bbc in Inghilterra».
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<b>Cosa pensa del dibattito interno al Pdl? Il partito del Sud?</b>
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«Hanno tolto i fondi al Sud per poter finanziare il taglio dell’Ici, e un milione di cittadini del Mezzogiorno ogni anno va a farsi curare negli ospedali del Nord. <br />
Secondo lei quei cittadini dallo Stato si aspettano il Ponte sullo Stretto?».
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<b>L’attacco alla RU486 nasconde un attacco alla legge sull’aborto?</b>
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«La politica non dovrebbe entrare nel rapporto tra medico e paziente. <br />
Di fronte a una donna che arriva alla drammatica decisione dell’aborto, e che ha avuto magari precedenti complicanze da anestesia generale, un medico non deve spiegare che esistono alternative non chirurgiche? <br />
E questa è cosa che compete al Parlamento, o a quella donna e al suo medico?».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=N40MG">La Stampa - Antonella Rampino</a>Emma BONINO: Vogliono colpire i diritti delle donne2009-07-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it401981Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
E se si fosse trattato di un farmaco innovativo per la cura della prostata anziché della RU486, avremmo avuto tutto questo fuoco di sbarramento?<br />
Credo proprio di no.<br />
Ma quando si tratta della donna, allora predomina ancora una cultura che impone per noi dolore e sofferenza fisica. Come nel caso dell’aborto, nonostante la legge 194 già prevedesse per gli enti ospedalieri di tener conto del progresso tecnologico e delle nuove tecniche meno intrusive e violente.
<p>L’Italia è davvero un paese bizzarro. La politica entra in settori che non dovrebbero riguardarla. <br />
Ed infatti questo farmaco è stato vietato in Italia proprio per veti della politica di stampo più clericale, quella che si arroga il diritto per esempio di stabilire se si possono e devono impiantare 3 o 5 ovociti, se idratazione e alimentazione forzata siano un intervento sanitario o meno... In questo caso, per condizionare l’Agenzia del farmaco si è risorti pure ad una discutibile contabilità dei morti, la cui "presunta connessione" con la RU486 sembra valere solo in Italia. <br />
In nessun altro paese questo ha rappresentato un ostacolo alla registrazione del farmaco e il dossier completo è noto da tempo.
<p>Insomma invece di limitarsi a stabilire il quadro normativo, la politica entra nel merito delle cure o delle terapie, normalmente nel tentativo di svuotarne i contenuti e comunque di limitare la libertà di scelta delle persone e delle donne in particolare.
<p>Il risultato di tante interferenze politiche, e non, è che il via libera alla RU486 arriva in Italia con venti anni di ritardo rispetto a Francia, Svezia e Regno Unito, con dieci rispetto agli Usa.
<p>L’EMEA, l’Agenzia europea del farmaco, ha approvato già nel 2007 la nuova scheda tecnica della RU486: a questo punto la decisione dell’Aifa è al limite un atto dovuto. <br />
Se si vuole ridurre davvero il ricorso all’aborto allora la strada maestra è quella di promuovere la contraccezione e i metodi per la procreazione responsabile, realizzando specifiche campagne informative e pubblicitarie. <br />
Certo, se poi c’è chi si oppone anche a questo, compresa la pillola del giorno dopo, allora la strada diventa tutta in salita. Insomma ogni giorno peggio, scomunica compresa. Bisogna quindi reagire riprendendo con forza le battaglie laiche (e per questo profondamente religiose) per la libertà di scelta delle persone compresa quella di cura e di terapia. <br />
A partire dall’imminente passaggio alla Camera dell’incredibile testo "etico" varato dal Senato. O si appresta il PD a ripetere le contorsioni già viste in base all’ "opinione prevalente" delegando ai radicali un’appassionata e netta battaglia parlamentare?<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=145281">l'Unità.it</a>Donatella PORETTI: Englaro e non solo: quando l'esecutivo prevale non siamo più in un regime liberale, ma si va alla deriva verso quello totalitario2008-12-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383117Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
L'atto intimidatorio del ministro Sacconi sul caso Englaro e' la conseguenza di una deriva totalitaria dello Stato partita da luglio: la separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, regola base di una repubblica liberale, aveva subito il primo colpo a luglio con la mozione per aprire un conflitto di attribuzioni di poteri tra una sentenza della Cassazione e il Parlamento. Quest'ultimo non gradiva una sentenza e invece di cambiare le leggi che l'avevano originata, censurava la magistratura giudicante. Sappiamo come e' finita' davanti alla Corte Costituzionale. Non c'erano gli estremi per intervenire.
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Di questi giorni la nota del ministro Sacconi che, non gradendo la sentenza passata in giudicato e quindi esecutiva, minacciava le strutture sanitarie che l'avessero applicata. Interferendo e anticipando cosi' anche su qualsiasi legge in tema di testamento biologico, su uno dei punti piu' delicati e piu' dibattuti come quello dell'alimentazione e dell'idratazione.
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A luglio il potere legislativo, oggi quello esecutivo, si sostituiscono al potere giudiziario, creando una pericolosa commistione, esattamente come avviene negli Stati totalitari e, vista la materia, piu' precisamente negli Stati etici.
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Qualcosa di altrettanto grave sta avvenendo con il lasciapassare per la commercializzazione della pillola abortiva RU486 che deve essere fornito da un organismo tecnico (Aifa) e viene invece condizionato al potere politico in violazione delle norme Ue e della stessa legge che disciplina l'interruzione di gravidanza.
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Purtroppo se a questo si aggiunge che anche il potere legislativo, il Parlamento, sta diventando un luogo di mera ratifica di decisioni del potere esecutivo, il quadro e' ulteriormente preoccupante. E quando riesce a prendere una decisione il Governo la svuota, proroga la sua entrata in vigore, nei fatti la annulla. Due esempi: il cordone ombelicale e la class action. Nel primo caso il Parlamento, nel febbraio 2007 autorizza la raccolta autologa solidale anche in biobanche private, a partire da un decreto ministeriale previsto per il giugno; arrivati a scadenza il Governo con un emendamento in un decreto rimanda a febbraio 2009 l'entrata in vigore. La class action, approvata nella Finanziaria 2008 doveva entrare in vigore a giugno 2008 e di nuovo il Governo con due articoli in due decreti prima rinvia a gennaio e poi a giugno 2009.
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Il Parlamento, dall'insediamento della legislatura ha tradotto in legge solo decreti governativi, ad eccezione di una legge di iniziativa pur sempre governativa, il cosiddetto Lodo Alfano. La tempistica e la rapidita' del suo esame e approvazione, in realta' hanno superato perfino quella dei 60 giorni di cui necessita la conversione in legge di un decreto, impiegando soli 20 giorni!<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=134350">Radicali.it</a>Roberto FORMIGONI: Ru486, non è esigenza del paese e presenta rischi per la salute; intollerabile la Cassazione su Eluana Englaro; Non mancano soldi per l'Expo, oggi il pre-Cipe dovrebbe approvare la nostra richiesta di finanziamento.2008-12-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383155Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Lombardia (Partito: PdL) - Consigliere Regione Lombardia (Lista di elezione: FI) <br/><br/><b>Presidente, sulla pillola abortiva, non le sembra che vada incontro... insomma, l'Italia è uno dei pochi paesi che non ce l'ha, non le sembra che vada contro a quelle che sono le esigenze di decisione...</b><br />
Io non credo che queste siano le esigenze, non tutto ciò che gli altri paesi fanno è positivo, e soprattutto ci sono ancora molti dubbi dal punto di vista della salute della donna che non pare affatto tutelata: i dubbi dei medici, degli scienziati sono molto forti, la discussione è ancora molto aperta, quindi credo che sia utile approfondire questa tematica, dopodiché in Italia c'è una legge che regolamenta l'aborto, che è la 194, che stabilisce delle modalità anche tecniche molto precise che non possono essere violate allegramente. Quindi io credo che il ripensamento che è in corso negli ambiti medici e scientifici debba essere seguito con grande rispetto prima di prendere decisioni affrettate.<br />
<br />
<b>La Cassazione ha ribadito che la sentenza su Eluana Englaro è definitiva...</b><br />
Sono un po' sorpreso, veramente. Amaramente sorpreso del livello di cinismo con cui ieri si è risposto alle esigenze da tante parti sollevate; non possiamo mandare con leggerezza alla morte una persona che è tenuta in vita non attraverso cure intrusive ma semplicemente dandole da mangiare e da bere. C'è una persona a cui si da da mangiare e da bere: si vuole sospendere di dare da mangiare e da bere ad una persona? Decidendolo chi? Un giudice? Francamente mi sembra intollerabile.<br />
<br />
<b>Non c'è un conflitto di poteri in questo momento?</b><br />
Il problema non è il conflitto di poteri, il problema è che c'è una vita che è in grado di andare avanti a vivere, una ragazza che vive seppure in condizioni molto difficili, c'è chi vuole continuare ad assisterla, a coltivare le speranze, pur poche che esistono, per una sua ripresa, e c'è invece una sentenza tribunalizia che dice "mandatela a morte". Francamente questo mi sembra un conflitto.<br />
<br />
<b>Scusi, ieri al pre-Cipe pare che manchino altri due miliardi...</b><br />
No, non è così. Ieri in pre-Cipe la presenza dell'assessore Cattaneo è stata provvidenziale, perchè hanno accettato che oggi in sede di Cipe noi possiamo presentare l'informativa con le esigenze dell'Expo, le opere dell'Expo; è una presentazione ufficiale di questa informativa. Noi ci attendiamo che oggi il pre-Cipe discuti e approvi il monte risorse complessivo e accetti la richiesta presentata da Regione Lombardia e dal Comune di Milano di finanziamento integrale delle opere dell'Expo. Sarebbe un passo avanti importante, dopo il passo avanti fondamentale compiuto ieri.
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=FHLXn2MmMfs">YouTube - c6.tv</a>VIVIANA BECCALOSSI: Ru486: Mi ritengo laica, ma questa pillola può rappresentare una pericolosa scappatoia.2008-12-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383073Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/>Non sono d’accordo quando il Papa critica l’uso del preservativo, ma in questo caso ho paura che questa pillola possa rappresentare per le donne una scappatoia troppo pericolosa per chi non ha usato l’anticoncezionale. Mi ritengo laica, ma su temi come questi sono conservatrice.<br/>fonte: <a href="http://milano.repubblica.it/dettaglio/Pillola-abortiva-lappello-per-il-no-spacca-il-mondo-della-politica/1563463">La Repubblica</a>Matteo SALVINI: Ru486: Lega garantisce libertà di coscienza; aborto è sconfitta, ma questa non è una pillola assassina.2008-12-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383072Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Milano (MI) (Gruppo: Lega) - Deputato (Gruppo: Lega) <br/><br/>Su temi etici e delicati come questo il mio partito è per la libertà di coscienza. L’aborto rappresenta sempre una sconfitta, ma non ritengo si possa parlare di “pillola assassina”<br/>fonte: <a href="http://milano.repubblica.it/dettaglio/Pillola-abortiva-lappello-per-il-no-spacca-il-mondo-della-politica/1563463">La Repubblica</a>Paola BINETTI: Contraria all'aborto e quindi anche alla Ru486, in ogni caso dovrà essere somministrata nel pieno rispetto della legge 194.2008-12-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383071Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) <br/><br/>Non so se firmerei quell’appello, ma sono contraria all’aborto e quindi anche all’introduzione della Ru486. Bisogna uscire dalla mistificazione di chi dice che l’aborto chimico sarà meno doloroso. Inoltre la pillola in alcuni casi si è rivelata mortale. E in questo modo qualcuno potrà perfino convincersi che l’aborto potrà essere praticato a domicilio. Di sicuro dovrà essere somministrata attraverso una rigorosa applicazione della legge 194.<br/>fonte: <a href="http://milano.repubblica.it/dettaglio/Pillola-abortiva-lappello-per-il-no-spacca-il-mondo-della-politica/1563463">La Repubblica</a>ARDEMIA ORIANI: Ru486: mossa di Formigoni manda le donne indietro di anni, sarebbe opportuno un passo indietro.2008-12-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383070Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Lista di elezione: Ulivo) <br/><br/><br />
Formigoni sta esagerando: oggi interviene pesantemente su un argomento delicato come quello dell’interruzione volontaria della gravidanza. Sarebbe opportuno che facesse un passo indietro. Finalmente le donne potranno usare una pillola già in uso in molti Paesi e riconosciuta dal mondo scientifico. È evidente che si tratta di una mossa tesa a rimandare indietro di anni le donne.<br />
<br/>fonte: <a href="http://milano.repubblica.it/dettaglio/Pillola-abortiva-lappello-per-il-no-spacca-il-mondo-della-politica/1563463">La Repubblica</a>GIANCARLO ABELLI: Ru486 è aborto chimico che comporta gravi conseguenze fisiche e psicologiche; noi siamo per la cultura della vita.2008-12-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383069Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/>È un aborto chimico, che dove è stato praticato ha comportato conseguenze fisiche e psicologiche devastanti sulle donne. Ecco perché questa pillola non deve essere introdotta. Senza contare che si continua a parlare solo di cultura della morte come nella vicenda di Eluana Englaro. Mentre noi siamo favorevoli alla cultura della vita.<br/>fonte: <a href="http://milano.repubblica.it/dettaglio/Pillola-abortiva-lappello-per-il-no-spacca-il-mondo-della-politica/1563463">La Repubblica</a>