Openpolis - Argomento: FSE - Fondo Sociale Europeohttps://www.openpolis.it/2013-01-22T00:00:00ZPietro ICHINO: Come intendiamo portare avanti la flexsecurity | INTERVISTA2013-01-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it685373Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Pietro Ichino è determinato a portare in Italia la <i>flexsecurity</i>, cioè lavoro più sicuro a fronte di maggiore flessibilità delle strutture produttive. E prova a farlo attraverso l’Agenda Monti, in definizione in vista delle elezioni di fine febbraio.<br />
In una intervista a Reuters via email il giurista, giornalista e politico italiano – che ha lasciato il Pd per una candidatura al Senato con la lista Monti – spiega quale sia il suo progetto per modernizzare il mercato del lavoro italiano, in particolare giovani con meno di trenta anni, donne e ultracinquantenni.
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<b>Proponete un contratto sperimentale a tempo indeterminato ma con libertà di licenziare. Come funziona?</b>
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Non si tratta di un contratto ‘unico’. Il contratto di lavoro che intendiamo sperimentare è a tempo indeterminato; ma per le sue caratteristiche di minor costo contributivo e di marcata flessibilità sarà preferibile per le imprese, adatto a tutte le esigenze e in particolare alla necessità di riassorbimento delle centinaia di migliaia di collaborazioni autonome fasulle che non reggono rispetto ai criteri della legge Biagi, ripresi e resi più effettivi dalla legge Fornero.
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<b>Di quanti punti saranno gli sgravi contributivi?</b>
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Si tratterebbe di ridurre i contributi pensionistici dal 33 al 30%, cioè una via di mezzo tra l’aliquota oggi in vigore per il lavoro subordinato e quella in vigore per le collaborazioni autonome; e ridurre quelli per la Cassa integrazione dal 3,2 allo 0,5%.
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<b>Ma se le aziende possono licenziare che tutela avranno i lavoratori?</b>
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Per i primi due anni ci sarà soltanto un obbligo di indennizzo, pari a un mese per anno di anzianità di servizio; assai meglio rispetto ai contratti che normalmente si offrono oggi come prima assunzione per i giovani. Dal terzo anno in poi, al lavoratore licenziato dovrà essere offerto anche un “contratto di ricollocazione”, che comporterà una integrazione del trattamento di disoccupazione a carico dell’impresa di durata crescente con l’anzianità di servizio fino a un massimo due anni, che ammonterà al 10% della retribuzione per il primo anno di disoccupazione e al 65% per il secondo anno.
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<b>Cosa risponde alle critiche del Pd secondo cui non ci sono reali garanzie se si può licenziare?</b>
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L’idea che senza il vecchio articolo 18 ci sia solo precarietà è frutto del provincialismo diffuso nella cultura del lavoro italiana. In tutta Europa la sicurezza economica e professionale dei lavoratori è costruita sulle garanzie di sostegno del reddito e assistenza nella ricerca della nuova occupazione in caso di perdita del posto.
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<b>Nel ‘contratto di ricollocazione’ dovrà essere previsto un servizio di outplacement. Di cosa si tratta?</b>
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Si tratta di servizi di assistenza intensiva per la ricerca della nuova occupazione. Già esistono in Italia ma, certo, costano. Per questo le Regioni hanno la possibilità di attingere a quel 60% di contributi del Fondo Sociale Europeo, che finora non sono state capaci di utilizzare. Si può pensare a un rimborso alle imprese pari ai quattro quinti del costo-standard di mercato di questo servizio, reso dalle agenzie specializzate.
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<b>Quanto costerà la riduzione del contributo pensionistico?</b>
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Il contributo pensionistico al 30% comporterà un maggior gettito in tutti i casi in cui si tratterà di vecchie collaborazioni autonome abusive, con contributo al 27%, che si trasformano in rapporti di lavoro dipendente. Comporterà invece un minor gettito rispetto all’aliquota del 33% oggi vigente per il lavoro dipendente. L’entità del saldo positivo o negativo per la gestione pensionistica è difficile da prevedere; ma l’eventuale saldo negativo non costituirà comunque un onere particolarmente rilevante. Anche perché la riduzione del cuneo contributivo contribuirà all’aumento dell’occupazione.
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<b>E quanto alla riduzione del contributo per la Cassa integrazione?</b>
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La riduzione del contributo farà perdere all’Inps una parte dell’attivo maturato fino alla crisi del 2008, dato da una eccedenza di contributi rispetto alle prestazioni. Nei primi due o tre anni si prevede una diffusione non amplissima dell’esperimento mentre in prospettiva l’eccedenza dei contributi rispetto alle prestazioni dovrà essere eliminata, se vogliamo ridurre il ‘cuneo’ contributivo che oggi penalizza le retribuzioni.
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<b>Per incentivare l’occupazione femminile lei propone sgravi Irpef per il primo impiego. Costi e coperture?</b>
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Nel <b><a href="http://www.pietroichino.it/wp-content/uploads/2010/05/ddl-21021.pdf">disegno di legge Morando-Ichino n. 2102/2010</a></b> che prevede questa “azione positiva” il costo è stimato in 4,5 miliardi per il primo anno, decrescente negli anni successivi per effetto dell’aumento della domanda e dell’offerta di lavoro. Lo stesso progetto di legge individua la copertura in un tributo sulla leva finanziaria degli istituti di credito; ma si possono ipotizzare anche fonti di copertura diverse.
<br /><br/>fonte: <a href="http://www.pietroichino.it/?p=25255&print=1">Reuters | Francesca Piscioneri</a>ANDREA CAUSIN: Formazione professionale: a rischio l'avvio dei corsi per il 20112010-11-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548498Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
I tagli del 55% che la Giunta regionale vuole imporre a tutti i settori con il bilancio 2011, rischiano seriamente di pregiudicare l’avvio dei corsi di formazione professionale previsti per il prossimo anno”.
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L’allarme viene lanciato, attraverso un’apposita interrogazione, dal consigliere regionale del PD, Andrea Causin, che nel definire il sistema della formazione professionale come uno degli assi portanti dell'economia veneta, mette in evidenza una serie di numeri riguardanti il comparto: “attualmente in Veneto gli enti e gli istituti di formazione professionale offrono una risposta educativa a circa 16.800 ragazzi, attraverso l'organizzazione di circa 950 corsi. La Regione nel corso del 2010 ha impegnato in questo settore, tra risorse proprie (55 milioni di euro circa), risorse dello Stato (12 milioni di euro circa) e risorse del Fondo sociale europeo, una cifra che si aggira intorno ai 91 milioni di euro.
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Andrea Causin ha denunciato anche il fatto che a causa dei vincoli stringenti del patto di stabilità, si è venuta a creare una situazione di evidente difficoltà per gli enti di formazione, che si vedono costretti ad anticipare somme importanti per poter assolvere al servizio pubblico dell'obbligo formativo.
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E tra i nodi sui quali Causin chiede alla Giunta di fare chiarezza c’è quello dei criteri di distribuzione delle risorse alla formazione perché, come sottolinea il Consigliere nell’interrogazione, dei 91 milioni di euro disponibili, ben 15,5 milioni vengono spesi nell'area "benessere" (estetica e parrucchiere).
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E’ un fatto assai singolare se si pensa all'importanza che in Veneto rivestono gli ambiti del manifatturiero e del turismo, che richiederebbero invece una formazione tecnica in particolare nei settori elettrico, elettronico, meccanico, del legno, della ristorazione e della ricezione turistica.
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In conclusione Causin interroga la Giunta per sapere “in che modo verrà garantito l’avvio dei corsi nel 2011 e come si intenda sostenere e rilanciare il ruolo della formazione professionale in Veneto, vista la necessità di risolvere il problema finanziario in cui versano gli enti a causa dei vincoli del patto di stabilità”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.andreacausin.com/index.php?option=com_content&view=article&id=95">andreacausin.com</a>Maria Anna MADIA: Europee. Il governo butta 600 posti di ricercatore pagati dalla Ue2009-06-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391541Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
''Proprio nel giorno che precede il voto per il Parlamento europeo fanno riflettere le notizie che giungono dalla Puglia, denunciate dalla Associazione Italiana Dottorandi. La giunta regionale pugliese e' riuscita negli ultimi due anni, utilizzando le risorse del fondo sociale europeo, a finanziare circa 600 borse di studio per dottorandi e giovani ricercatori che operano nelle universita' del territorio. Inutile dire quanto questa misura sia utile per la crescita della regione.'' Lo dichiara Marianna Madia, componente Pd in commissione Lavoro della Camera, che aggiunge: ''L'Europa e' pienamente soddisfatta di quanto fatto in Puglia e ha concesso, per la terza volta, i finanziamenti. Ma il governo Berlusconi si e' messo di mezzo.
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Da oltre un anno Bruxelles attende invano un parere di approvazione dell'iniziativa da parte del ministero guidato da Sacconi. Parere che, nonostante i tanti solleciti, non arriva. E il governo non fornisce alcuna spiegazione in merito. La Ue e' disponibile, in via straordinaria, ad aspettare fino a luglio. Se Sacconi continuasse a tacere i finanziamenti verrebbero revocati e salterebbero le centinaia di borse di studio per i giovani ricercatori degli atenei pugliesi. I casi sono due: o Sacconi e' sommamente incompetente, oppure e' una vendetta politica contro una giunta di centrosinistra proprio in periodo di campagna elettorale. In ogni caso questo governo - conclude Marianna Madia - continua a mostrarsi inadeguato al suo ruolo, sprecando importanti risorse provenienti dall'Europa. Ho presentato insieme alla capogruppo Pd in commissione cultura Manuela Ghizzoni un'interrogazione parlamentare sulla questione''.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-EUROPEE__MADIA(PD)__GOVERNO_BUTTA_600_POSTI_RICERCATORE_PAGATI_DALLA_UE-836076-ORA-.html">Asca</a>Giuliano CAZZOLA: «Niente allarmismi intervenire sulla previdenza» - INTERVISTA2009-01-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383326Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
«È bene essere preparati ad affrontare anche le situazioni più difficili. A guardare, però, i modelli di vita degli italiani di questi ultimi giorni del 2008, o stiamo ballando sul Titanic dando fondo alle ultime risorse, oppure non si vedono tutti questi cambiamenti di una società tanto impoverita». Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera (Pdl), non nega che la crisi economica sia imponente, ma mette in guardia dalle esagerazioni.<br />
<b> Prove ardue e pericoli da non sottovalutare. Il 2009 sarà davvero così tremendo?</b><br />
«Come riconosce anche il presidente della Confesercenti c’è molta esagerazione sul crollo dei consumi. C’è una situazione difficile nel manifatturiero, con crolli degli ordini e banche che chiedono il rientro dei prestiti, ma negli altri comparti la situazione non va così male».<br />
<b> Nel suo messaggio il Capo dello Stato si appella alla collaborazione tra maggioranza e opposizione per realizzare riforme condivise. Può la crisi economica essere da stimolo per il dialogo?</b><br />
«Me lo auguro. Credo, tra l’altro, che anche in questi mesi il confronto sia stato meno duro di quanto non appaia. Non è che ci si spari a palle incatenate. In molti provvedimenti il dialogo c’è stato. Ora la prova della verità sarà il decreto 185, la manovra anticrisi del governo, che si inizierà a votare dalla prossima settimana».<br />
<b> È possibile, con la riforma degli ammortizzatori sociali, estendere le tutele occupazionali anche ai precari, senza mettere a repentaglio il risanamento dei conti pubblici?</b><br />
«Il ministro Sacconi sta tentando di fare un’operazione molto ambiziosa e complessa, coinvolgendo Regioni e fondo sociale europeo. Certo le risorse restano modeste. A meno che non si decida riequilibrare la spesa sociale».<br />
<b> Minori soldi per le pensioni a favore di più fondi per la tutela dell’occupazione, ad esempio?</b><br />
«Sì. Portando l’età pensionabile delle donne a 62 anni si risparmierebbe un miliardo di euro l’anno. Ma purtroppo non vedo questa volontà nemmeno nel governo».<br />
<b> Il Papa ha ammonito: niente rattoppi. È possibile un nuovo modello di sviluppo con minori disuguaglianze sociali?</b><br />
«La crisi ha portato ad una concertazione più forte che nel passato e a livello europeo, e a livello di tutti i paesi più industrializzati. Finora si sono fatte politiche di contenimento e difesa, se si riuscirà a passare a politiche attive e a un nuovo ordine mondiale è da vedere. Oggi tutti confidiamo nella nuova presidenza americana. Anche l’Italia quest’anno, con la presidenza del G8, potrà svolgere un ruolo importante».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KC8O6">Il Mattino - Giusy Franzese</a>