Openpolis - Argomento: Iervolinohttps://www.openpolis.it/2009-05-13T00:00:00ZGUGLIELMO ALLODI: Immigrazione. La cittadinanza onoraria a Quaddorah giunge in un momento preoccupante2009-05-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391238Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Napoli (Partito: PD) <br/><br/><br />
"Il riconoscimento attribuito a Jamal Quaddorah dal sindaco di Napoli è un segno particolarmente positivo. Non soltanto perché valorizza il tenace lavoro che Jamal conduce da anni per favorire l'integrazione multirazziale sul nostro territorio, ma anche perché giunge in un momento di forte preoccupazione per quello che sta accadendo nei confronti dei migranti".
<p>E' il commento dell' assessore provinciale Guglielmo Allodi in merito al conferimento della cittadinanza onoraria al responsabile immigrazione della Cgil Campania.<br />
<p>"Le posizioni assunte dal governo e dal presidente del consiglio in questi giorni sono state vergognose.
<p>Penso - sostiene Allodi - che occorra mettere insieme le energie di tutti coloro che da anni sono attivi sul tema della costruzione della pace e della convivenza multiculturale, per costruire una nuova iniziativa che serva a impedire una simile barbarie. E personalità come Jamal - conclude Allodi - o soggetti come la Tavola per la pace e gli altri movimenti con i quali abbiamo lavorato a lungo quando si è trattato di mettere in campo iniziative rivolte al popolo palestinese potranno essere determinanti per riuscire ad affermare la cultura della solidarietà e dell'integrazione".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.guglielmoallodi.wordpress.com">http://guglielmoallodi.wordpress.com/</a>Antonio DI PIETRO: «Fuori chi non sfiducia Bassolino e Iervolino»2009-02-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388494Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
«Dopo aver fatto dimettere i nostri rappresentanti dalle giunte napoletane e dai posti di responsabilità, la battaglia dell'Italia dei Valori per il rinnovamento del quadro politico passa attraverso la sfiducia alle giunte Bassolino e Iervolino».<br />
È quanto afferma in una nota il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. «Sfiducia - aggiunge - che i nostri consiglieri regionali e comunali dovranno presentare rapidamente». «La linea di demarcazione dell'appartenenza o meno al partito - sottolinea Di Pietro - passa attraverso questo atto politico»
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«In queste condizioni non firmiamo niente. Non possiamo accettare ultimatum». Lo sostengono Raffaele Scala e Carlo Migliaccio, i due consiglieri comunali a Napoli di Italia dei valori, dopo le dichiarazioni di Di Pietro. «Nel momento in cui - spiega Scala - poniamo la questione morale nell'Idv in Campania, l'obiettivo da Roma viene spostato sulla sfiducia alla giunta, senza darci alcuna risposta, questo non possiamo accettarlo nè lo capiamo. Se il presidente continua su questa linea significa che ce ne andremo, in fondo ci siamo già autosospesi dall'Idv e quindi ci comporteremo con coerenza». Scala chiede poi anche una verifica politica sulla mossa stessa di presentare la mozione: «Il centrodestra in consiglio comunale ha 22 firme per presentare la mozione che passa in consiglio con 24 firme, quindi le nostre due firme significherebbero che l'Idv si sta spostando a destra». Il capogruppo in consiglio comunale Scala rilancia ancora una volta la questione morale: «Se si fa chiarezza e si tolgono le ombre dal partito, io firmo anche 10 mozioni».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilmattino.it/stampa_articolo.php?id=44662">Il Mattino</a>ANTONIO BASSOLINO: «Non sono un capobastone e non ho diviso io il Pd» - INTERVISTA2009-01-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388185Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Campania (Partito: DS) - Consigliere Regione Campania (Lista di elezione: DS) <br/><br/><br />
Un altro inizio d’anno col botto. Nel 2008 i rifiuti; nel 2009 la bufera sul Pd e gli attacchi alla Regione. Ma Antonio Bassolino va avanti, prepara la verifica di marzo in consiglio regionale, glissa perchè ritenute «infondate» sulle voci su un suo partito personale. E offre il pieno sostegno a Enrico Morando, il commissario inviato da Veltroni che ieri ha incontrato a palazzo Santa Lucia.<br /><br />
<b> Morando è alle prese con un arduo compito: mettere pace in un partito lacerato. Roba da brividi...</b><br />
«Morando sta trovando un partito con problemi e divisioni com’è del resto in altre parti del Paese. Ma sta anche conoscendo un partito che ha dentro di se tante risorse. Lui stesso ha detto che nel Pd napoletano ci sono tante potenzialità».<br />
<b> La decisione di incontrare innanzitutto la base è un primo segnale di discontinuità?</b><br />
«Credo che sia importante e giusto che il commissario abbia scelto di dedicarsi innanzitutto al radicamento del partito. I circoli sono una struttura fondamentale del Pd ma sinora, come ho letto, in provincia di Napoli sono stati eletti solo trentacinque coordinatori su centoventi. Che Morando abbia deciso di partire dal basso è un segno di riconoscimento per chi ogni giorno lavora e si confronta sui territori».<br />
<b> Morando oltre a riorganizzare il partito, dovrà lavorare alle prossime elezioni provinciali in un quadro incerto non solo per il Pd ma anche per le alleanze.</b><br />
«Una volta completato il radicamento del partito bisognerà aprire una riflessione programmatica in rapporto alle alleanze. Si vota per la Provincia e in tanti Comuni ed è indubbio il ritardo che c’è su questo punto. Del resto, lo stesso Morando ha colto la centralità di questa questione. Prendere contatti con tutte le forze politiche, anche con l’Udc, è assolutamente essenziale».<br />
<b> L’elezione di Nicolais alla segreteria avvenne nel solco di un duro scontro. Nei tempi brevi indicati da Morando il Pd dovrà eleggere un nuovo segretario. La resa dei conti è destinata a durare?</b><br />
«Sarebbe un segnale molto forte se il commissario riuscisse nei tempi giusti, nei tempi brevi di cui egli stesso ha parlato, a convocare l’assemblea e a eleggere un segretario unitario dopo le divisioni che ci sono state. Un segretario nel quale si possa riconoscere la stragrande maggioranza delle forze del Pd. Ognuno di noi ha il dovere di dare un contributo a quello che sarebbe un passo importante per la battaglia elettorale che ci attende e per poter poi andare al congresso nazionale. Le discussioni e il confronto che ci sono e ci saranno, un conto è che avvengano in un quadro più unito e un altro conto è che avvengano in un quadro di divisioni».<br />
<b> Morando ha detto che si occupa del partito e non delle istituzioni. È un modo per prendere le distanze dalle giunte?</b><br />
«È un modo per impostare e affrontare i problemi in termini giusti e corretti, ognuno nel suo ambito, con reciproco rispetto delle competenze e delle funzioni, avendo ben presente l’importanza della costruzione del Pd e l’importanza delle funzioni democratiche dei partiti come legame con la società. Al tempo stesso è importante che vi siano canali di comunicazione e sedi di riflessione tra chi è impegnato nelle istituzioni e tra chi è impegnato nei partiti, ed è importante sia a Napoli che a Roma».<br />
<b> Lunedì sarà a Napoli Veltroni. Quali sono i rapporti con il segretario?</b><br />
«Sono rapporti di lungo periodo, passando dal Pci al Pd e con la comune determinazione che abbiamo avuto per la nascita di un nuovo soggetto politico unitario».<br />
<b> Però ammetterà che da parte di Veltroni c’è freddezza.</b> <br />
«Assieme a tante condivisioni abbiamo avuto anche momenti di discussione. E probabilmente condivisioni e discussioni continueranno ad esserci con reciproco rispetto e giusto stile».<br />
<b> Veltroni non vuole un partito di capibastone. Lei si sente tale?</b><br />
«Io mi sento un uomo delle istituzioni che per quattro volte si è sottoposto al giudizio e all’elezione diretta da parte dei cittadini. Dovere degli uomini e delle donne delle istituzioni e dovere di chi è eletto da parte dei cittadini è cercare di unire, è cercare di fare gli interessi generali. Mentre, esattamente al contrario, interesse dei capibastone è dividere».<br />
<b> Nicolais sostiene che con la nuova giunta ha vinto il gruppo di potere Bassolino-Iervolino.</b><br />
«Nella giunta di Napoli ci sono dieci nuovi assessori. È un significativo cambiamento. Ma ora comincia la fase più difficile, più dura, più impegnativa anche della stessa fase di formazione della giunta, perchè è la fase del rilancio programmatico sul piano dei contenuti, della selezione delle priorità, delle questioni di vita quotidiana più sentite dai cittadini. Mi auguro che chi è impegnato nelle istituzioni o nei partiti possa dare il massimo per riuscire a coinvolgere molto di più e più di ieri forze importanti della città e della società civile».<br />
<b> La classifica del Sole 24Ore relega lei e la Iervolino in fondo alla classifica...</b><br />
«È stato un anno molto duro e io penso che bisogna avere l’umiltà di vedere i problemi senza lasciarsi travolgere. Così come non bisogna montarsi la testa quando si è, come è accaduto per diversi anni, in cima alla classifica. Ma nonostante le crisi sono state fatte tante cose importanti su diversi piani, dai trasporti alla ricerca, dalle infrastrutture all’innovazione».<br />
<b> La ripresa e lo sviluppo possono passare per il turismo ma la politica regionale è messa sotto accusa dagli stessi operatori del settore.</b><br />
«I dati non sono esaltanti nè in Italia nè a maggior ragione qui per la grave crisi che abbiamo vissuto. Ma ci sono i primi segnali di una inversione di tendenza e vi è una forte determinazione a rafforzare questa inversione come ha sottolineato al Mattino il presidente nazionale di Federalberghi».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KFMVP">Il Mattino - Paolo Mainiero</a>ROSA Jervolino Russo: «E’ stato Walter a pregarmi di non mollare» - INTERVISTA2009-01-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387811Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Napoli (NA) (Partito: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Napoli (NA)<br/><br/><br />
Parliamo del registratore e togliamocelo dai piedi. Più o meno è questo lo sbrigativo approccio con cui il Sindaco di Napoli Rosetta Iervolino inizia l'intervista. Affatto pentita dell'uso dello strumento; convinta che ora bisogna mettere da parte la vicenda "perché ci sono tante cose più importanti da discutere, ed ora di calmare le acque". Ma, come sempre, dannatamente sincera. Una macchina tritasassi, non appena apre la bocca.<br />
<b>Le registrazioni che aveva promesso di non rendere pubbliche oggi sono uscite...</b><br />
«Non da me, ma forse dalla memoria di chi parlava con me e si è sentito tirato i ballo...».<br />
<b>Pentita di aver usato l'aggeggio?</b><br />
«No, assolutamente. Tra l'altro non lo so nemmeno manovrare. Ma ribadisco che ho detto a Teresa Armato che il registratore era la condizione per parlare con il Pd. Del resto, se si è in buona fede non si hanno problemi a parlare». <br />
<b>
Dunque lei dice che Nicolais e Iannuzzi sapevano del registratore?</b> <br />
«Ripeto, l'ho detto a Teresa Armato di fronte a due testimoni. Se poi Teresa non glielo ha detto non mi interessa. Sono stufa di questa storia. E poi se i presenti non avevano gli occhi per vedere non ci posso fare nulla. Basta così però, è ora di smorzare questa storia ...».<br />
<b>
Però l'uso del registratore dimostra che non si fida dei suoi interlocutori del Pd.</b><br />
«Di alcuni interlocutori. Avevo già sperimentato in precedenza che decisioni prese in concordia in privato sono state negate in pubblico, per cui...».<br />
<b>Parla sempre di Nicolais e Iannuzzi.</b> <br />
«Certamente». <br />
<b>Ma che gioco fanno? Cosa non le piace?</b> <br />
«Non mi piace rispondere a questa domanda non voglio riaccendere le beghe. Mi auguro solo che loro facciano l'interesse del partito, e io, come sindaco, della mia città». <br />
<b>
Un rapporto molto drastico direi. In questo periodo in cui è in difesa, sembra di vedere una nuova Iervolino, capace di resistenza e scontro , rispetto alla figura molto istituzionale del passato.</b> <br />
«Non so se è nuova o se solo non è mai stata notata prima. Io sono sempre stata un po' più matta di quel che appare. Come cattolica e madre di quattro figli sono sempre stata composta, ma io la rivoluzione ho cominciato a farla dall'Università, scrivendo a quei tempi una tesi sulla parità dei sessi. Così come mi vanto del fatto che una delle leggi più liberali, quella sul cambio di sesso, l'ho fatta io insieme alla mia amica Giglia Tedesco. E poi, la pare, sono stata la prima donna Ministro degli interni».<br />
<b>Non c’è dubbio però che Lei in tutti questi anni si e' tenuta nel Pd molto defilata.</b><br />
«Defilata si, ma a mio merito. Il fatto è che io non ho mai avuto pacchetti di voti. In casa mia ci sono state sempre solo due tessere, la mia e quella di mio padre. Dalla sua morte nel 1985 solo la mia. Mi hanno sempre chiamata solo per i compiti difficili, come quando insieme a Martinazzoli facemmo piazza pulita degli inquisiti della Dc».<br />
<b>
Come descrive il suo rapporto con il Pd?</b> <br />
«Di grande desiderio. Per me il Pd nasce nel 1994 quando durante la battaglia contro la finanziaria di Berlusconi facemmo i primi interventi concordati con gli ex Pci. Può immaginare che speranza ho avuto?». <br />
<b>Una speranza che continua ancora?</b> <br />
«Diciamo che continuo a coltivarla». <br />
<b>Molti dicono che il Pd non si è comportato bene sulla questione Napoli. Indeciso, indiretto, senza un orientamento. Quale è il suo bilancio?</b> <br />
«Il fatto è che a Napoli il Pd dovrebbe discutere su Israele e Palestina non se quello fa o meno l'assessore». <br />
<b>Mi scusi, ma non la seguo. A Napoli si parla degli assessori perché nella Giunta si sono scoperte delle mele marce.</b> <br />
«Attenzione, le mele marce le abbiamo cacciate io e la magistratura. Gambale ad esempio, con eccellente storia, focolarino, eletto tante volte, antimafia: io non me ne sono accorta, e me ne prendo la responsabilità. Ma neanche loro del Pd! Il litigio attuale sulla giunta non è sul passato ma su chi nominare, e per me alcune delle loro obiezioni sono inaccettabili perché il primo rimpasto per cambiare l’ho fatto da sola a giugno. Il loro problema è di mettere altri da quelli che io volevo. Ma io ho la mia autonomia, per legge». <br />
<b>C’è stato insomma nei suoi confronti da parte del Pd una sorta di mobbing, di pressione al fine di indebolirla?</b> <br />
«Si, e c’è stata una rabbia da morire quando hanno visto che i nervi non mi saltavano. Ma sa, io avevo un bellissimo marito, professore universitario, medico, somigliava a Tyron Power, ma era malato marcio di cuore. Ho vissuto tutta una vita a far finta che la paura non ci fosse, per dare a tutti una vita normale. L'unica che lo sapeva era Giglia Tedesco che quando mi vedeva pallida e vicino al crollo mi diceva solo "su Rosetta, vai dal parrucchiere". Ho fatto una tale scuola in quegli anni, che ogni mattina mi sveglio, penso ai miei figli e ai miei nipoti, so che stanno bene e questo è tutto quel che mi basta».<br />
<b>Dunque mai un momento di nervi a pezzi?</b> <br />
«Intendiamoci: quando hanno arrestato i 4 assessori non ho perso tempo. Dopo mezz’ora ero in macchina per Roma dove mi sono consigliata con Walter. Gli ho detto che facciamo, sono a disposizione. E Walter, insieme a Franceschini, Fioroni, Nicolais mi hanno detto chiaramente "Vai avanti, tu sei pulita, fai il rimpasto più ampio possibile". Insomma io mi sono posta il problema e mi sono messa a disposizione. Ho ricevuto anche tanta solidarietà: da Ciampi, da Scalfaro, da Mattarella...». <br />
<b>Mi sembra di capire da tutto quel che dice che lei ha un contenzioso soprattutto nei confronti di Nicolais, non del Pd tutto.</b> <br />
«E’ una persona di gran valore ma credo abbia chi non lo consigli bene. Mi è spiaciuto che si sia dimesso, non ne vedo ancora le ragioni».<br />
<b>Il Commissariamento da parte di Morando è secondo lei un aiuto o una sconfitta per il Pd napoletano?</b> <br />
«E' una decisione. Non concordata con me e secondo me non necessaria, ma ora che c’è rendiamola utile».<br />
<b>Bassolino. Come descrive i rapporti fra voi? Non mi pare si sia sprecato molto a difenderla.</b> <br />
«Di rispetto reciproco. Devo riconoscergli che non ha mai fatto il padre padrone. D'altra parte se volevano un sindaco malleabile non avrebbero scelto me».<br />
<b>Entrambi però avete segnato una sconfitta politica, al di là delle vicende giudiziarie. Eppure non abbiamo mai sentito una autocritica da lei.</b><br />
«Per carità, solo un cretino non se le fa. Io me le faccio ogni sera prima di dormire. Ma provateci voi a guidare una città senza soldi, quella con la maggiore povertà. Che avrebbe fatto Chiamparino ad esempio se non avesse avuto le Olimpiadi invernali?». <br />
<b>
Però, ripeto, dei 4 consiglieri non se n’è accorta</b> <br />
«Come no. Il più fetente, Gambale l'ho cacciato a giugno, e le gare approvate dal consiglio comunale sono state bloccate dal sindaco in persona!».<br />
<b>
Dunque sapeva e non faceva nulla?</b> <br />
«Sospettavo. Di sicuro più di chi li ha sempre sostenuti e li ha eletti più di una volta».<br />
<b>
Dopo 7 anni che rapporto ha stabilito con Napoli?</b> <br />
«Di affetto. E' dopotutto la città mia e della mia famiglia. Ma la politica a Napoli è molto cattiva, più di quella di Roma». <br />
<b>Davvero? Mi sorprende.</b> <br />
«Si. A Napoli la gente ti attacca personalmente appena può e anche se non può. Nella politica in Parlamento non ho mai avuto una offesa. A differenza di qui. Riparlo di Gambale, che mi ha chiamato scema con Romeo. Un esempio».<br />
<b>Perché? E' un riflesso di una cultura camorrista, cioè aggressiva, anche nelle istituzioni?</b><br />
«Non andrei così lontano. Ma certo Napoli è il luogo degli eccessi e delle diverse verità e comportamenti in pubblico e in privato». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KE821">La Stampa - Lucia Annunziata</a>Paolo FERRERO: Napoli. «È sbagliato entrare in questa giunta» - INTERVISTA2009-01-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387599<br />
Il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero reputa sbagliato l’ingresso del suo partito nella nuova giunta Iervolino.<br />
<b>Segretario, cosa pensa della nuova giunta?</b><br />
«Non sono affatto d’accordo su come sia stata fatta. Avevo chiesto a nome della segreteria, l’azzeramento della giunta, perché di fronte alle proporzioni del problema morale emerso in queste settimane, è necessario un segno di chiara discontinuità e non un semplice e frettoloso rimpasto. Ritenevo necessario che l’azzeramento della giunta si accompagnasse alla proposta, da parte del sindaco, di un chiaro programma per affrontare le emergenze della città. Su quel programma – se condiviso – il sindaco avrebbe potuto formare una nuova squadra a cui Rc non avrebbe partecipato, garantendo invece l’appoggio esterno con la lealtà e l’attenzione alla questione morale che da sempre hanno caratterizzato il nostro partito. Era quindi necessaria una discontinuità – che ad oggi non si vede – sia da parte del sindaco, sia da parte della segreteria partenopea».<br />
<b> Eppure la Iervolino è convinta di terminare il mandato nel 2011.</b> <br />
«Francamente, non sono in grado di esprimere una valutazione del genere. Certo il non aver voluto fare i conti fin in fondo con la crisi della giunta precedente, non aiuta».<br />
<b> Ad oggi sembra risicata la maggioranza: c’è una sua indicazione ai consiglieri di Rc a palazzo San Giacomo?</b> <br />
«Prima della votazione vi sarà la riunione degli organismi dirigenti partenopei in cui si confronteranno le diverse opinioni e verrà assunta la decisione. Io resto convinto che sia del tutto sbagliato per noi far parte di questa squadra».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDWDL">Il Mattino - ad. pa.</a>Oliviero DILIBERTO: Napoli. «Ora noi usciamo dalla maggioranza» - INTERVISTA2009-01-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387598<br />
Per Oliviero Diliberto il partito dei Comunisti Italiani a palazzo San Giacomo deve schierarsi all’opposizione e non dare alcun appoggio al sindaco Iervolino. E per ribadire la sua linea ai tre consiglieri comunali ha deciso di essere domani a Napoli. Un’occasione anche per fare il punto della situazione dopo il rimpasto annunciato lunedì.<br />
<b> Segretario Diliberto cosa ne pensa di questa nuova giunta?</b> <br />
«È una soluzione pasticciata e del tutto inadeguata ad affrontare i problemi della città, al di là della qualità e della moralità delle singole persone che non è in discussione».<br />
<b> Il sindaco si dice sicura con la nuova squadra terminerà il suo mandato a scadenza naturale: il 2011.</b><br />
«Spero proprio di no e mi auguro che si restituisca quanto prima la parola ai cittadini. Nella città di Napoli e nella regione Campania».<br />
<b> Qual è l’ordine di scuderia, se ci sarà, per i suoi consiglieri in vista del prossimo consiglio comunale: per ora la maggioranza che sostiene la Iervolino sembra risicata.</b><br />
«Inviterò i nostri consiglieri, come concordato con gli organismi dirigenti provinciali e regionali, a passare risolutamente all’opposizione, non avendo nulla da spartire, e da anni, con il sistema di potere che ruota attorno a Bassolino e ai suoi alleati. È bene che si senta una voce di opposizione di sinistra anche per non lasciare la rabbia e l’inquietudine di tanti napoletani, in balia delle forze di destra che certo nulla hanno da vantare nel campo della questione morale».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDWEH">Il Mattino - ad. pa.</a>Massimo DONADI: Napoli. «L’unica soluzione era andare al voto» - INTERVISTA2009-01-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387597Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
L’Italia dei Valori ha ritirato il suo assessore dalla giunta Iervolino prima del rimpasto ma rimane il giallo se i due consiglieri sosterranno o no la maggioranza. «Non siamo soddisfatti del lavoro del sindaco ma - spiega Massimo Donadi capogruppo dell’Idv alla Camera - i vertici locali decideranno la linea».<br />
<b> Donadi, cosa ne pensa della nuova giunta Iervolino?</b><br />
«Noi da tempo diciamo che tanto il Comune, quanto la Regione, hanno ormai ampiamente perso quella spinta propulsiva che le aveva caratterizzato. E per quanto ci riguarda, è dall’emergenza rifiuti, che serviva un atto di responsabilità: ovvero dimissioni ed elezioni anticipate. Quest’operazione di rinnovamento nella continuità in Comune non ci lascia assolutamente soddisfatti. Ma il vero problema è che in queste due amministrazioni campane si è creato un tale degrado che ci hanno spinto ad uscirne».<br />
<b> Il sindaco si dice sicura che con la nuova squadra terminerà il suo mandato a scadenza naturale, nel 2011. Cosa ne pensa?</b><br />
«Le possiamo solo augurare un ”in bocca al lupo” affinché la giunta possa lavorare. E lo dico solo perché Napoli ha bisogno di un governo. Ma rimaniamo scettici comunque che lavori a lungo».<br />
<b> Quale sarà l’ordine di scuderia, se ci sarà, per i vostri consiglieri: oggi la maggioranza sembra avere numeri risicati.</b><br />
«Non c’è alcuna direttiva perché sono i segretari regionali a decidere sulle singole vicende. Ovviamente se si riterrà che nulla sia cambiato, penso che sarà poco probabile arrivare a sostenere questa maggioranza».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDWI5">Il Mattino - ad. pa.</a>Enrico MORANDO: Napoli. «Vado a fermare quei veleni, quei nastri restino segreti» - Colloquio2009-01-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387596Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Subito a Napoli per aprire una fase nuova».<br />
Non perde tempo Enrico Morando, classe 1950, coordinatore del governo ombra e, da ieri ufficialmente, commissario provinciale del Pd a Napoli, con una missione da brividi: rimettere insieme i cocci di un partito investito da una bufera dopo l’altra. Ieri, ha telefonato ai tre protagonisti dell’ennesimo scontro al calor bianco. Da una parte il sindaco, Rosa Russo Iervolino, che registra il colloquio avuto domenica scorsa con l’ex ministro Nicolais e il segretario regionale del Pd, Iannuzzi. Dall’altra i due «intercettati» che vanno su tutte le furie.<br />
«Ho rivolto un pressante invito a non consentire la pubblicazione dei testi della registrazione. Vediamo che cosa rispondono...».<br />Il tono di Morando è pacato, quasi distaccato rispetto alle tensioni che hanno messo alle strette il Pd nella regione. «Prima di parlare voglio ascoltare tutti. Poi farò le mie valutazioni e prenderò le decisioni», spiega al «Mattino». Un sistema collaudato per un politico che da anni è abituato a maneggiare i numeri dell’economia e a seguire le battaglie parlamentari sulla Finanziaria. Certo, Morando sa bene che la sfida di Napoli è tutta diversa, che la partita si giocherà «fuori casa» e che dovrà navigare insieme ai potenti «cacicchi» locali. Ma il senatore del Pd non è affatto scoraggiato. È abituato da sempre a muoversi controcorrente, in «minoranza», prima da migliorista nell’ex Pci e poi da «liberal» con i democratici. Non si è mai tirato indietro anche di fronte a battaglie impossibili, come quella del 2001, quando sfidò in solitaria Fassino nella corsa alla segreteria del partito.<br />
Insomma, chi lo conosce sa bene che non è uno che «molla». Una volta ha confessato che il suo mito era Eduard Bernstein, un socialdemocratico tedesco del primo novecento che si batteva per un riformismo gradualista contro i rivoluzionari dell’epoca, un uomo che sapeva tener duro. Un modello per la sua missione partenopea? Si vedrà. <br />
Al «Mattino» confida che probabilmente già da oggi sarà a Napoli per primo giro di colloqui. «Non posso, naturalmente, fare previsioni, ho bisogno di qualche giorno prima di avere un’idea precisa della situazione. Ma so già che comunque potrò contare sulla massima cooperazione da parte di tutti».<br />
E, in effetti, la sua prima uscita, con lo stop alla pubblicazione delle registrazioni, ha registrato un punto a suo favore. «Ho voluto chiudere definitivamente questa vicenda - aggiunge Morando - per favorire il determinarsi delle condizioni per l’apertura di una fase completamente nuova nella vita del Pd a Napoli, secondo il mandato che mi è stato conferito dal segretario Veltroni e dal coordinamento nazionale del partito». <br />
Parole che fanno capire che Morando non è solo, che dietro di lui c’è tutto il vertice del partito. Non a caso, ieri mattina, Veltroni ha insistito perchè il suo insediamento ufficiale avvenisse con una manifestazione pubblica in grande stile, alla quale il leader del Pd parteciperà in prima persona. Un’iniziativa ancora tutta da costruire ma che si dovrebbe svolgere nei primi giorni della prossima settimana, fra mercoledì e giovedi. Prima, però, Morando comincerà ad «ambientarsi» nella città. «Non sarà difficile, con Napoli ho un rapporto davvero speciale», confessa con un pizzico di nostalgia. Il motivo? «Da ragazzino ero migliorista e a Napoli c’è sempre stata la leadership storica della corrente. Certo, non conosco il dialetto, come qualche amico si è è già affrettato a farmi notare. Ma spero di riuscire a farmi capire lo stesso e, soprattutto, di comprendere i miei interlocutori».<br />
Come a dire: a buon intenditor poche parole.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDW1J">Il Mattino - Antonio Troise</a>RENATO SORU: «Io mi sono dimesso per molto meno...» - INTERVISTA2009-01-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387595Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Sardegna (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Sardegna (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/><br />
«Si sono riviste persone che rappresentano il vecchio»<br />
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Il Governatore della Sardegna Renato Soru non vorrebbe parlare di tutto quello che sta accadendo nel suo partito, il Pd. Vorrebbe parlare solo della sua campagna elettorale, «della sfida durissima che stiamo conducendo per riuscire a vincere le elezioni di metà febbraio, di fronte a una destra molto combattiva, con il suo leader che è sceso in campo direttamente qui da noi invece di occuparsi delle gravi emergenze internazionali che angosciano il mondo e che tengono impegnati tutti gli altri capi di governo...».<br />
<b>Però, Governatore, non esiste solo la Sardegna, il Partito democratico è al centro di un terremoto politico e giudiziario, qualcosa da dire ce l’avrà anche lei?</b><br />
«Intanto sono un Governatore uscente, perché non è affatto detto che riusciremo a vincere. Come le spiegavo, qui il centrodestra sta mobilitando tutti i mezzi a sua disposizione, e sono tanti, per riuscire a ribaltare la situazione, a cominciare appunto dal premier che ha annunciato che sarà in Sardegna per nove volte: un record».<br />
<b>E secondo lei perché tutto questo interesse?</b><br />
«Perché vogliono dimostrare che il centrosinistra non è capace di governare, esattamente il contrario di quello che vogliamo dimostrare noi».<br />
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Nel frattempo però nel Continente, come chiamate voi l’Italia, il Partito democratico non gode di ottima salute. Prendiamo il caso Napoli, lei al posto di Bassolino o della Iervolino si sarebbe dimesso?</b><br />
«Posso risponderle solo così: io mi sono dimesso per molto meno. Dopo di che, ognuno decide per conto suo, non voglio giudicare gli altri».<br />
<b>Ma allora come spiega che Veltroni sta spedendo commissari in molte regioni, soprattutto quelle colpite dalla questione morale?</b><br />
«Perché dopo un inizio promettente, le primarie, la grande partecipazione di forze nuove, di giovani che si sono affacciati alla politica sull’onda della proposta e della speranza suscitata da Veltroni, abbiamo subito un rinculo, un contraccolpo, una vera e propria involuzione».<br />
<b>Cioè, che cosa è successo?</b><br />
«Che vecchie forze, vecchi personaggi, gente destinata ormai a uscire di scena è tornata alla ribalta e si è ripresa un pezzo di potere che non le spettava. E qui si sono riviste persone che rappresentano la parte meno nuova e meno proponibile del Pd. A livello nazionale e qui da noi».<br />
<b>
Al di là dei nomi che Soru non vuole fare, nasce così la questione morale?</b><br />
«Certo, quando si rinuncia alla politica, quando non ci si impegna in un lavoro lungo e faticoso, ricompaiono le scorciatoie. Gli egoismi, le piccole furberie di chi lascia fare abusi edilizi, di chi inquina o lascia inquinare, di chi evade le tasse e favorisce l’evasione... Ma il nostro dovere è di contrastare questa deriva, questa involuzione».<br />
<b>Ma lei non ha l’impressione che l’intero progetto del Partito democratico rischi di fallire?</b><br />
«Neanche per sogno, sarebbe un disastro per l’Italia».<br />
<b>Nelle scorse settimane è stato fatto anche il suo nome tra i possibili successori di Veltroni nel caso si decidesse di cambiare leader. Lei sarebbe disponibile?</b><br />
«Io mi sono appena ricandidato a guidare la Sardegna e spero di farlo per i prossimi cinque anni».<br />
<b>Neanche se la Patria chiama?</b><br />
«La mia piccola Patria è la Sardegna».<br />
<b>Ma secondo lei la leadership di Veltroni è salda?</b><br />
«Guardi, io non sono molto esperto di queste questioni. C’è stata un’importante riunione della Direzione del Partito che ha confermato la fiducia al segretario. Ci voglio credere».<br />
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Vi sentite spesso con Veltroni?</b><br />
«Mi ha chiamato anche stamattina (ieri, ndr), mi ha incoraggiato per la campagna elettorale: abbiamo parlato solo di questo. E mi è arrivato anche un gradito messaggio di Di Pietro».<br />
<b>Ultima domanda: la sua «Unità» come va?</b><br />
«Me ne tengo lontano, la compro, la leggo ma non telefono mai al direttore e tantomeno agli amministratori».<br />
<b>Almeno le piace?</b><br />
«Molto. Prima non la leggevo, adesso invece sì». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDTUU">La Stampa - Riccardo Barenghi</a>TERESA ARMATO: «Ho cercato Rosetta per mediare» - INTERVISTA [Link interno: intervista a Marco Beltrandi]2009-01-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it384934Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Ho fornito il mio contributo a trovare una mediazione tra il sindaco di Napoli e il Partito democratico». Lo afferma Teresa Armato, senatrice del Pd, in merito alle polemiche sulla <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDHA8">registrazione</a> dell’incontro avvenuto domenica mattina tra Rosa Russo Iervolino e i vertici del partito.<br />
<b> È stata lei a concordare il permesso della registrazione con il sindaco?</b><br />
«Se questa situazione non fosse amara, mi verrebbe da sorridere. Chi sono io per autorizzare il sindaco a fare qualcosa?».<br />
<b> Ma sapeva che ci sarebbe stato il registratore?</b><br />
«Ho letto le polemiche sui giornali. Io ho solo dato un contributo per un incontro tra il sindaco, Nicolais e Iannuzzi, persone a cui sono legata da stima e amicizia, perché ho a cuore le sorti della mia città e del mio partito. In un momento delicato, speravo si trovasse una sintesi politica. Di altro non so».<br />
<b> Come ha reagito alle dimissioni di Nicolais?</b><br />
«Sono amareggiata perché, come ha detto Iannuzzi, in questo momento di costruzione del partito ci sarebbe stato bisogno di una figura autorevole e innovatrice come Luigi. Ora il partito ha ritenuto di mandare Enrico Morando, il nostro compito è di sostenerlo e aiutarlo. Dobbiamo rinnovare la politica e costruire qui il partito in base al progetto di nascita indicato dal segretario Veltroni».<br />
<b> È un’impresa ardua...</b> <br />
«Infatti. Sarebbe bene, dunque, che tutti ci concentrassimo su questo sforzo e tornassimo alla politica mettendo da parte tensioni, polemiche, fantasie».<br />
<b> Il suo giudizio sulla nuova giunta comunale?</b><br />
«Credo che il sindaco abbia compiuto uno sforzo possibile di innovazione. Ora inizia la parte più difficile. Bisogna lavorare per risolvere i problemi e rafforzare il legame tra cittadini e istituzioni che negli ultimi tempi non è stato dei migliori. Dobbiamo essere tutti più concentrati su questo sforzo che su altro».<br />
<b> Quali le priorità?</b><br />
«Innanzitutto la vivibilità, la vita quotidiana delle persone, attraverso l’attenzione all’ordinario. E poi bisogna realizzare i grandi progetti».<br />
<b> Da dove si parte per ricostruire il partito?</b><br />
«Non so quali siano le intenzioni del senatore Morando, persona molto equilibrata e colta. So che è probabilmente la persona giusta. Del resto, in tempo di scontri tra maggioranza e opposizione, è ascoltato e considerato un parlamentare autorevole. Allora rimbocchiamoci le maniche con umiltà e aiutiamolo».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDJ2W">Il Mattino - ger.aus.</a>Marco BELTRANDI: E' un sistema giusto. Lo facciamo sempre, ci imitino - INTERVISTA [Link interno: registrare]2009-01-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it384006Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Registrare è una buona cosa. Rimane traccia di quel che si dice». Così la pensa Marco Beltrandi, deputato radicale. «Noi radicali usiamo <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/384934">registrare</a> tutti gli scambi di opinione e le idee che emergono durante le nostre riunioni». <br />
<b>E quindi ha fatto bene la Iervolino a registrare i colloqui con Nicolais?</b> <br />
«Beh, noi registriamo ma siamo consapevoli dei fatto che ogni parola resta incisa. Anzi, sarebbe opportuno che anche gli altri partiti seguissero il nostro esempio».<br />
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Dovrebbero registrare il contenuto delle riunioni?</b><br />
«Sarebbe un’ottima abitudine. Se un domani sorgono dubbi su chi ha lanciato una proposta e il modo in cui l’ha fatto, si può riprendere il testo registrato e controllare. E’ una cosa utile, permette di fare chiarezza e di garantire trasparenza anche a distanza di anni. Ecco, per esempio, la registrazione della Iervolino mi piacerebbe proprio ascoltarla, sentire cosa si sono detti lei e Nicolais».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KDHA8">Corriere della Sera - M.Ne</a>ANTONIO BASSOLINO: «Veltroni non mi capisce. Sto con Berlusconi» - Colloquio2008-12-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382805Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Campania (Partito: DS) - Consigliere Regione Campania (Lista di elezione: DS) <br/><br/><br />
<i>Loro</i> li chiama dispregiativamente, «quelli del loft».<br />
Ovvero: Walter Veltroni e il suo gruppo dirigente. Lui, invece, è Silvio Berlusconi, o il presidente del Consiglio. E già quando ne parla spiazza tutti: «Ci conosciamo da anni, e lo trovo simpatico. Non è un delitto. A cesellare questi giudizi in una lunga intervista-ritratto che gli dedica il giornalista Marco Imarisio nel suo libro sull’emergenza rifiuti (I giorni della vergogna, Ed. l’Ancora del Mediterraneo) è Antonio Bassolino, il governatore della Campania. Il libro, scritto da un inviato che a Napoli ci ha messo le tende, è un ritratto incredibile, sembra quasi un racconto di fantascienza, iper realista, duro, a tratti quasi grottesco, perla realtà che racconta. Ci sono personaggi incredibili, come il capo dei rivoltosi di Pianura, uno che gira in mezzo agli scontri con un elmetto da guerra della Wehrmacht e una fascia delle Ss intorno al braccio. Poi Rosa Russo Iervolino. Anche lei, o meglio, la sua storia sfortunata a Napoli occupa un intero capitolo del libro. Ma il pezzo forte sono le venti pagine in cui lui, «Antonio», lancia un messaggio che può stupire. Rancori, per nulla dissimulati peri suoi compagni di partito e rispetto per il suo avversario.
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Nella lunga chiacchierata, il presidente della Regione Campania, spiega qual è il suo principale motivo di distanza da quello che ancora oggi è il suo partito: l’esclusione clamorosa dal palco d’onore che il 10 aprile, in piena campagna elettorale, veniva imbandito per il comizio di Veltroni. Il risentimento di Bassolino è per loro, «quelli del loft». Ecco, Bassolino non l’ha dimenticata: «Credo che la scelta di escludermi sia stata fatta dall’entourage di Veltroni, da quelli del loft. Mi auguro che sia stato davvero così». Il racconto prosegue: «Io avrei potuto stare sotto il palco, come mi era stato suggerito, oppure rimanere in ufficio. Avrebbero scritto che ero stato umiliato oppure che ero superbo. Ho fatto una scelta diversa, ho aperto la porta, sono sceso e sono andato in piazza. Senza dire niente a nessuno. Ho attraversato la piazza e c’erano le persone che mi abbracciavano, mi baciavano, e mi dicevano "Anto’ non li pensa’ proprio"». Ovvero, in dialetto, ti hanno fatto un torto, ma tu non te ne curare. Ma la rabbia del governatore non si limita a questa constatazione. Al fatto - e la cosa gli brucia ancora - che per un’ora e mezza «sono stato seguito da uno di Raidue con la telecamera accesa che cercava disperatamente qualcuno che mi insultasse». No, la cosa che lo fa arrabbiare, ancora oggi, è il fatto che quelli, (sempre quelli del loft, ovviamente) avessero scommesso sulla sua sconfitta: «Se qui avessimo davvero perso, i miei compagni di partito mi avrebbero scuoiato vivo, i miei amici del Pd. E non mi riferisco a quelli di Napoli». Ovvero quelli di Roma, sempre loro, Veltroni e la sua squadra. Certo, anche Berlusconi in campagna elettorale, aveva usato parole dure contro di lui, ma Bassolino di quella richiesta, capiva il senso: «Lui faceva il suo mestiere». Gli altri «quelli del mio partito, meno». E questo che lo fa arrabbiare di più e Bassolino non si cura di nasconderlo: »Contro di me quelli del Pd si sono dati da fare più di Berlusconi». Dopo di che, dopo che il 35 per cento raccolto nelle urne nel partito campano lo tiene ancora in piedi», Bassolino racconta che fra lui e il premier, ha prevalso la realpolitik: «Ci siamo rivisti in Prefettura. Da un lato del tavolo c’erano lui, Maroni, il nuovo governo. Dall’altro, tutto il centrosinistra. A parte me, Berlusconi non conosceva nessuno. Ci guardava. Io gli ho detto: "presidente, qui è tutta roba nostra. Sindaci di capoluoghi, presidenti di Provincia", ho allargato le mani e gli ho sorriso. Tutto centrosinistra, che si fa?». Hanno fatto. Ovvero hanno trovato un accordo. E quello che ha fatto Berlusconi, a Bassolino è andato bene «Lui ha dovuto riconoscere l’esistenza di un mio rapporto profondo, di una connessione sentimentale con parti fondamentali di questa città. Chissà perché questa cosa fa riflettere soltanto Berlusconi». Infine un altro attestato, quello che riconosce al Cavaliere di aver operato bene sull’emergenza rifiuti: «Ci sono state delle novità normative che ritengo giuste: il presidio delle discariche, la super procura sui reati ambientali. Solo il governo poteva introdurle. L’ha fatto, bisogna dargliene atto». Quel rapporto «particolare» con il leader azzurro, lui non lo considera sconveniente, anzi: «Non bisogna demonizzare Berlusconi, gli si rende solo un piacere. Lo dicevo nel ‘94, e ricordo bene come lo demonizzavano, quelli che oggi invece vorrebbero il dialogo». Una relazione particolare, dunque. Persino una relazione pericolosa. Non sarà sicuramente contento, Veltroni. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=133544">Il Giornale - Luca Telese</a>