Openpolis - Argomento: diritto del pazientehttps://www.openpolis.it/2011-07-07T00:00:00ZDELIA MURER: Biotestamento, una legge svuotata2011-07-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589887Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Dopo due anni di discussione dirittura d’arrivo per la legge sul cosiddetto “testamento biologico”. L’esigenza di una normativa nacque quando scoppiò il caso di Eluana Englaro: si ritenne che fosse arrivato il momento di definire, per legge, il diritto di depositare una dichiarazione di volontà per dire a quali trattamenti si voleva essere o no sottoposti in caso di perdita di coscienza. La legge sarebbe dovuta essere un passo avanti sul terreno dei diritti. La discussione, però, ha condotto il Parlamento a varare, prima al Senato e, poi alla Camera, una normativa depotenziata e restrittiva.
<p>“Questo ci porta a dire, oggi, che in commissione Affari sociali ha seguito attentamente il tema – che sarebbe stato meglio non fare alcuna legge. Piuttosto che produrre una norma così, che ci fa arretrare sul terreno dei diritti, sarebbe stato meglio lasciare il tema così com’è, inquadrato normativamente dalla Costituzione e dalla Convenzione di Ovieto, strumenti che già oggi garantiscono il diritto dell’individuo di scegliere se accettare o no un trattamento sanitario”.
<p>La legge voluta dal centrodestra, invece, restringe il campo dell’applicazione del testamento, fino a svuotarne quasi del tutto il senso. L’approvazione di un emendamento del centrodestra ha ristretto la dichiarazione anticipata di trattamento all’espressione di orientamenti e informazioni utili per il medico e non, quindi, vincolanti.
<p>Uno dei nodi principali, inoltre, è quello dell’idratazione e nutrizione artificiale. La legge del centrodestra non li considera trattamenti sanitari e quindi non consente al cittadino di poter disporre di non avvalersene. “Si tratta di restrizioni incomprensibili.
<p> La legge, così, non ha alcun senso. Sulla nutrizione artificiale l’Ordine dei medici ha detto con chiarezza che è trattamento sanitario. Del resto, è evidente a tutti. Il fatto stesso che si chiami artificiale lo attesta”. <br />
I limiti introdotti dalla norma sono anche altri: riguardano la nomina del fiduciario, il rapporto medico-paziente, la tipologia della malattia su cui è possibile attivare il testamento biologico. “Una serie di vincoli tali – conclude l’on. Murer – che di fatto mette l’Italia fuori dall’Europa dei diritti ed entra in contrasto con quanto dettato dalle dichiarazioni e dalla convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo”.
<p>Il Partito democratico ha presentato una fitta batteria di emendamenti, con l’obiettivo di modificare almeno in parte la legge. In particolare un emendamento unico che avrebbe sostituito tutta la legge e che, da solo, sintetizza la posizione del Pd sul tema. Naturalmente è stato bocciato. Ecco il testo integrale dell’emendamento.
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<i>Sostituire l’articolo 1 con il seguente:</i><br />
<b>Art. 1.</b> - 1. Ai sensi della presente legge, nel rispetto dei principi di cui agli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione nonché della Convenzione di Oviedo:
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<b>a)</b> è promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra il medico, il paziente ed i suoi familiari e si individua nel consenso informato ad ogni trattamento sanitario, ivi compresi gli accertamenti diagnostici, l'atto fondante l'alleanza terapeutica tra medico e paziente, fatto salvo il dovere del medico di intervenire qualora la persona si trovi in imminente pericolo di vita;<br />
<b>b)</b> è tutelato il diritto della persona a rifiutare le informazioni che le competono circa il trattamento sanitario a cui è sottoposta, secondo modalità da stabilire da parte di ciascuna struttura sanitaria;<br />
<b>c)</b> è tutelato il diritto della persona al rifiuto, alla rinuncia, all'interruzione dei trattamenti sanitari;<br />
<b>d)</b> il medico è tenuto ad astenersi da trattamenti non proporzionati rispetto alle condizioni cliniche del paziente o agli obiettivi di cura, secondo le regole del codice deontologico;<br />
<b>e)</b> è confermato il divieto dell'eutanasia, dell'assistenza e dell'aiuto al suicidio, nonché dell'abbandono terapeutico;<br />
<b>f)</b> ciascuna persona maggiorenne e capace d'intendere e volere può redigere una Dichiarazione Anticipata di Trattamento in cui indicare la propria volontà in merito ai trattamenti sanitari e di cura, inclusa la nutrizione artificiale, che può rifiutare od a cui può rinunciare, in previsione di un'eventuale futura perdita irreversibile della propria capacità di intendere e di volere, nonché le eventuali disposizioni relative alla donazione del proprio corpo post mortem, alla donazione di organi, alle modalità di sepoltura e assistenza religiosa;<br />
<b>g)</b> nella Dichiarazione Anticipata di Trattamento viene indicato un fiduciario, il quale si impegna ad agire nell'esclusivo e migliore interesse della persona che lo ha nominato;<br />
<b>h)</b> la Dichiarazione Anticipata di Trattamento può essere disattesa dal medico curante in tutto o in parte, qualora sussistano motivate e documentabili possibilità, non prevedibili all'atto della dichiarazione, di poter altrimenti conseguire ulteriori benefici per la persona assistita, in accordo con il fiduciario ed i familiari;<br />
<b>i)</b> è garantito il diritto ai pazienti terminali o in condizioni di morte prevista come imminente, ad essere assistiti attraverso una adeguata terapia contro il dolore secondo quanto previsto dai protocolli delle cure palliative, ai sensi della legge 15 marzo 2010, n. 38.
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<b>2.</b> Il Ministro della salute, sulla base delle indicazioni elaborate dal Comitato nazionale di bioetica, con proprio decreto, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge determina le caratteristiche del documento contenente la DAT, redatto e firmato dal soggetto interessato.
Conseguentemente, sopprimere gli articoli da 2 a 9.
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<b>1. 2029.</b> Livia Turco, Miotto, Lenzi, Argentin, Bossa, Bucchino, Burtone, Murer; Sbrollini, D'Incecco, Sarubbi, Ghizzoni.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=7%3Ageneraliste&id=301%3Abiotestamento-una-legge-svuotata&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">DeliaMurer.it</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Ospedali giudiziari, risorse stanziate, ma dieci regioni non li vogliono» - INTERVISTA2011-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it583719Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono strutture di cura o di pena? Come può e deve essere rispettato il diritto alla salute e alla dignità delle persone? A queste domande ieri ha tentato di dare risposta il convegno "Se questo è un ospedale", organizzato a Roma dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, presieduta dal senatore del Pd Ignazio Marino. Lo scorso marzo il chirurgo genovese ha condotto una straordinaria inchiesta sulle condizioni di queste strutture più simili a dei campi di concentramento che a dei luoghi dove le persone dovrebbero essere curate.
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<b>Senatore Marino, dopo quelle denunce che cosa è successo?</b>
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Ci sono delle cose positive ed altre negative. Partiamo da questo ultimo aspetto. Dei fondi che erano stati inseriti nella finanziaria del 2008 di fatto non sono stati utilizzati fino ad oggi. E parliamo di risorse stanziate dal ministero della Salute per consentire che persone che non sono socialmente pericolose, e che di fatto vengono - contro la legge - internate in luoghi come gli ospedali psichiatrici giudiziari, potessero essere seguite da psichiatri e psicologi nei territori di provenienza. Tutto questo non è avvenuto e quei pazienti sono rimasti chiusi in quei luoghi. Devo però dire che quando, utilizzando i poteri della Commissione d'inchiesta grazie ai quali abbiamo effettuato dei sopralluoghi a sorpresa, siamo riusciti a produrre un documentario che abbiamo fatto visionare ai ministri della Salute e della Giustizia, dove erano evidenti le condizioni di straordinario disagio dei pazienti, immediatamente c'è stata una risposta e il ministro Fazio ha disposto l'erogazione dei fondi necessari.
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<b>Una disponibilità economica della quale non tutti però hanno approfittato, vero dottor Marino?</b>
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E infatti a quella reazione positiva dobbiamo far seguire inevitabilmente un commento negativo. Da un lato il ministro ha erogato con un atto pubblicato in Gazzetta ufficiale 5 milioni di euro. Dieci regioni - Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto - hanno fatto richiesta di questo finanziamento, e questo è un dato positivo. Dall'altro però altre dieci - Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Sicilia e Valle d'Aosta - sono rimaste ferme. Tra queste c'è appunto la Sicilia e il suo governatore Lombardo, che quando abbiamo chiamato in audizione ci ha detto, ed è riportato nei verbali della Commissione, che non aveva le possibilità di assistere i pazienti al di fuori degli ospedali giudiziari di Barcellona Pozzo di Gotto perché non aveva le risorse economiche. Ora il governo le ha messe a disposizione e la Sicilia però è una di quelle regioni che non ne ha fatto richiesta.
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<b>Solo un'indifferenza allarmante può portare un'istituzione ad ignorare un finanziamento finalizzato a migliorare le condizioni di vita dei propri pazienti psichiatrici. Che cosa ne pensa?</b>
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Che si tratta di un vero e proprio paradosso. Delle risorse economiche sono disponibili e dieci regioni non hanno neanche firmato una lettera con cui richiedono di accedere a quei finanziamenti! Devo inoltre aggiungere che noi abbiamo certamente reso note delle situazioni che però non potevano non essere a conoscenza di chi aveva ed ha delle responsabilità di governo di quei territori.
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<b>Ora quale sarà il prossimo passo per sanare questo problema drammatico?</b>
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Chiederemo con la forza e i poteri speciali della Commissione d'inchiesta che queste dieci regioni inizino quel percorso virtuoso che le altre hanno iniziato. Non è accettabile che ci siano differenze tra internati e internati, che già vivono in condizioni difficilissime, perché c'è una mancata azione da parte di alcune amministrazioni regionali che anche di fronte alla disponibilità economica non agiscono. Poi abbiamo intenzione, e con questo convegno di oggi (ieri per chi legge ndr) lo stiamo ribadendo, di costruire una specie di rete tra tutti gli attori: magistratura di sorveglianza, dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ministero della salute, regioni, assessorati alla salute, in modo tale che quelle persone che non sono socialmente pericolose siano seguite sul territorio in strutture accreditate in comunità. Quelle che invece rappresentano un pericolo sociale e che per questo motivo devono essere internate, lo siano in luoghi che rispettino la dignità della persona e che offrano loro
un'assistenza adeguata e la riabilitazione.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1124ZG">Liberazione - Vittorio Bonanni</a>MARIA NOVELLI: La salute è un diritto, inalienabile, di tutti i cittadini.2011-05-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it582579Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Cividale del Friuli (UD) (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
«E’ inutile girarci intorno - ha esemplificato il capogruppo del Partito democratico, Maria Cristina Novelli - una persona colta da infarto in un paese delle Valli del Natisone non arriva in vita all’ospedale di Udine. La politica sanitaria non va strutturata sulla base dei numeri: la salute è un diritto, inalienabile, di tutti i cittadini».<br />
<br/>fonte: <a href="http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2011/05/26/news/salvare-il-pronto-soccorso-a-cividale-e-levata-di-scudi-1.63555">Messaggero Veneto</a>Maria Antonietta FARINA COSCIONI: Biotestamento, il Pd cosa fa?2011-04-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560071Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Un giorno è la sottosegretaria Eugenia Roccella che “vive” la questione come una missione. Il giorno dopo è il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, che sembra interessarsi solo di questo (sommessamente ricordo: nel 2010, secondo i dati Inail ancora provvisori, si sono registrati 780mila infortuni sul lavoro, 950 morti “bianche”; dall’inizio dell’anno oltre 100 morti, più di uno al giorno, domeniche e feste comprese. Alle numerose interrogazioni presentate, nessuna risposta).
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Quando i primi due non intervengono, allora è la volta di Gaetano Quagliariello o di Maurizio Gasparri: il leitmotiv è sempre lo stesso: la legge sul biotestamento va urgentemente approvata così come è formulata nel ddl Calabrò; e guai a obiettare, a dissentire. Dice la sottosegretaria che «è all’eutanasia che si vuole arrivare, e il progetto politico è quello di arrivarci tramite le sentenze», che si vorrebbe arrivare sostanzialmente a derubricare il reato di omicidio del consenziente inserendo un elemento di caritatevolezza e rovesciando il criterio della solidarietà tra gli uomini.
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Ora sarebbe facile obiettare che qualsiasi membro del governo e della maggioranza siano i meno indicati a parlare di carità, misericordia e solidarietà: i malati di Sla e di altre gravi malattie sono letteralmente abbandonati a loro stessi, non c’è alcuna solidarietà o appoggio alle famiglie, non si riesce neppure ad aggiornare i Lea e il nomenclatore tariffario.
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La maggioranza vuole imporre al paese una legge retrograda e incivile sul fine vita che non ha pari e riscontro con le legislazioni di altri paesi; e si arriva all’impudenza di mettere sul banco degli accusati chi a questa legge si oppone, obietta che è un testo anticostituzionale fatalmente destinato a fare la stessa fine della legge 40; e tra gli argomenti che vengono agitati dalla maggioranza per difendere quello che è indifendibile si arriva all’impudenza di affermare che si vorrebbe introdurre l’eutanasia attraverso le sentenze dei giudici.
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Simili affermazioni si giustificano e si spiegano solo con la scarsità di argomenti. Ai sedicenti difensori della vita (e che più propriamente sono sostenitori e alfieri della sofferenza sempre e comunque, anche quando è inutile) rispondo che si vuole quello che già è garantito per esempio in Germania, dove esistono le cosiddette “Disposizioni del paziente “cristiano”” elaborate dalla Conferenza episcopale tedesca, dal Consiglio della chiesa evangelica tedesca e dalla Comunità delle chiese cristiane in Germania già dal 1999. Queste disposizioni prevedono per il testatore cristiano di richiedere «quando ogni terapia prolungherebbe soltanto il processo del mio morire» il non inizio o l’interruzione di trattamenti salvavita «come la nutrizione artificiale, la respirazione assistita, la dialisi o l’impiego per esempio di antibiotici».
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Oggi le disposizioni sono state aggiornate dopo l’approvazione delle Dat e includono la tutela degli interessi legittimi del paziente diventato “incapace”. Ebbene, il ddl Calabrò non solo non rispetta la volontà – espressa dal cittadino – ma va in direzione esattamente opposta: la volontà della persona non è tenuta in alcun conto, e si prevede che alimentazione e idratazione non possono essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento. Non solo: il comma 5 dell’articolo 3 prevede che «l’alimentazione e idratazione nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, devono-essere mantenute fino al termine della vita». <br />
È proprio questo l’elemento che permette il prolungamento indefinito del coma anche contro la volontà di una persona che non può rifiutare!
<p>Per difendere una posizione indifendibile, si fa ricorso ad affermazioni che nulla hanno di scientifico e anzi ne sono la negazione.<br />
Anche uno studente di medicina alle prime armi, infatti, sa che alimentazione e idratazione artificiale sono atti medici veri e propri che richiedono un’elevatissima competenza. Ci vuole una incredibile dose di malafede e faccia tosta per far credere che si tratti di qualcosa come una bottiglia di acqua minerale che si nega o si concede.
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Posizionare una cannula nutrizionale nello stomaco è un atto difficile, fare una gastrostomia endoscopica percutanea (peg) è un atto difficile, che solo chirurghi, medici anestesisti e rianimatori addestrati sono in grado di compiere.
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Allo stesso modo inserire un sondino nasogastrico e superare correttamente il tratto gola-esofagostomaco è altrettanto difficile e anche pericoloso: richiede lo stesso un grado di specializzazione particolare: la sonda può introdursi in trachea anziché nell’esofago con conseguenze disastrose. Inoltre, nel successivo trattamento nutrizionale, la definizione degli elettroliti, delle proteine, dei glucidi, somministrati come composto chimico non può che essere seguito da medici nutrizionisti.
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Questo per dire che, a proposito di alimentazione forzata, se una persona, in perfetta lucidità di pensiero, non desidera più alimentarsi, questa sua volontà va rispettata, come sostiene il codice di deontologia medica. Per questo sostengo che questa legge è contro il testamento biologico e, quindi, inutile.
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Chi compilerà le direttive anticipate se sa già che non verranno rispettate? <br />
Nessuno. Meglio allora nessuna legge. Ogni legge deve soddisfare le aspettative dei cittadini o tutelare i loro diritti. Il ddl Calabrò, al contrario, non soddisfa alcuna aspettativa, in particolare non tutela il diritto del rifiuto alle cure, una delle maggiori conquiste civili e democratiche.
<p>I principi del consenso informato dei trattamenti e dell’autodeterminazione sono i capisaldi di una concezione liberale di uno stato, che questa maggioranza di fatto si accinge a calpestare.
<p>Sono d’accordo con quanto scrisse Giorgio Cosmacini dell’università Vita-salute di Milano: «Se è antiumano porre limitazioni alla persona del malato, limitarne la personalità è anticostituzionale e antidemocratico.
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Una legge limitativa, restrittiva, che conculca la validità di un testamento liberamente sottoscritto da persona dotata di piena capacità in vista di una futura incapacità, oltre a contraddire molti valori, ignora il dibattito scientifico, disattende l’appello degli addetti alle cure, non ascolta le sofferenze dei familiari, sposa una incultura che ha la presunzione di possedere il monopolio dei principi etici e religiosi».
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Al senato il Pd ha sostenuto che il ddl Calabrò è anticostituzionale. Potrà non sostenerlo alla camera? E vorrà lottare contro questo ddl e far valere le sue ragioni almeno quanto ha fatto sulla “prescrizione breve”? Spero di sì. Noi deputati radicali lotteremo per quanto ci sarà possibile.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=ZC26S">Europa</a>CLAUDIO SINIGAGLIA: «Dove sono finiti 40 milioni di euro per realizzare i lavori di adeguamento dell'ospedale di Padova?»2010-09-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505803Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
"Spariti nel nulla 40 milioni di finanziamenti per lavori di adeguamento dell'Ospedale di Padova. Dove sono?"
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A chiederlo con una interrogazione è il consigliere regionale del PD, Claudio Sinigaglia che denuncia come “gli interventi sono stati dapprima inseriti all’interno di una delibera regionale approvata nel novembre 2008 (che prevedeva un programma complessivo di investimenti in strutture sanitarie dal valore di oltre 179 milioni di euro di cui 155,5 a carico dello Stato e 23 della Regione e degli enti appaltanti), riconfermati successivamente dall’allora assessore Sandri ma poi improvvisamente spariti dall’accordo di programma del novembre 2009 tra la Regione e il Ministero del Welfare”.
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“Come mai è stato stralciato l’intervento di Padova, mentre per Verona ne vengono finanziati due dal valore di 40 milioni ciascuno? L’azienda ospedaliera di Padova - prosegue ancora Sinigaglia, vice presidente della commissione sanità - sta attendendo inutilmente e da troppo tempo le risorse promesse. Soldi che sono indispensabili per tutta una serie di lavori messi nero su bianco ma che sembrano essere stati inghiottiti nel nulla e lasciati nel dimenticatoio dalla Giunta regionale”.
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Si tratta in particolare della realizzazione di una struttura prefabbricata per il gruppo operatorio e terapia intensiva presso il policlinico, oltre ad interventi strutturali ed impiantistici per il miglioramento funzionale e di sicurezza dell’area materno-infantile, con il nuovo collegamento aereo tra la clinica e la divisione ostetrica.
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Per quanto riguarda invece la piastra operatoria si prevedono dieci sale operatorie a piano terra, cinque sale operatorie e sedici posti letto di terapia intensiva al primo piano, un reparto di terapia intensiva al secondo piano.
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L’esponente democratico chiede quindi alla Giunta Zaia di far luce sulla situazione e di spiegare “se è vero che il finanziamento dei 40 milioni per Padova è stato trasferito dal Ministero ad altra Regione, senza che l’attuale assessore al bilancio Ciambetti e l’attuale assessore alla sanità Coletto siano riusciti a far nulla”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pdconsiglioveneto.org/dett_news.asp?ID=183">pdconsiglioveneto.org</a>Felice BELISARIO: «La manovra del governo uccide la sanità pubblica»2010-07-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503446Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
Dopo insegnanti, forze dell’ordine, ricercatori, pubblico impiego ed enti locali, gli ultimi in ordine di tempo a scendere in piazza per protestare contro la scriteriata manovra finanziaria imposta dal Governo con il voto di fiducia sono i vigili del fuoco, mentre ancora riecheggiano gli allarmanti slogan urlati con disperazione dai camici bianchi.
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Già, perché quando parliamo di una manovra da 25 miliardi di euro non possiamo illuderci che non venga toccata la Sanità, un settore che da solo influisce per ben l’80% sui bilanci regionali; ed infatti questo perspicace ed accorto Governo ha pensato bene di dare una sforbiciatina anche al settore sanitario, con ritocchi che hanno però interessato in maniera differente lo Stivale, penalizzando soprattutto il Mezzogiorno.
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Una sorta di differenziazione tra un’Italia di serie A ed una di serie B, l’applicazione perfetta del “modello Lega” che vorrebbe l’Italia divisa in due: continuerà ad esserlo anche nel settore sanitario.
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La verità é che questo Governo non si é risparmiato su nulla pur di far cassa e le menzognere rassicurazioni del Ministro della Sanità sono solo l’ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini contribuenti.
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Fazio vorrebbe infatti far digerire la manovra sanitaria come una sacrosanta lotta agli sprechi, ma la sua é francamente una chiave di lettura del tutto superficiale, dal momento che si tratta solo e soltanto di tagli finanziari che indeboliranno gli ospedali pubblici ed i servizi vitali che essi rendono ai cittadini.
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La carenza di 30mila medici nei prossimi 4 anni e il licenziamento della metà dei precari impegnati in attività fondamentali, a partire dal Pronto Soccorso, si rifletterà immancabilmente in una caduta qualitativa e quantitativa delle prestazioni erogate, con liste di attesa destinate a misurarsi in semestri.
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A dispetto di un Governo sempre più cieco, credo sia doveroso difendere chi crede nella Sanità pubblica e chi quotidianamente opera in condizioni sempre più disagiate negli ospedali e nei servizi territoriali per garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute. Per far questo i partiti devono smetterla di nominare nelle aziende sanitarie Direttori Generali spesso incapaci e dediti al malaffare.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.felicebelisario.it/?p=709">felicebelisario.it</a>Giorgio NAPOLITANO: Testamento biologico. Napolitano scrive a Ravasin: «Soluzioni condivise sul fine vita»2009-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391100Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
«Sento profondamente la responsabilità di ascoltare ogni voce, nel rispetto della natura e dei limiti del ruolo che la Costituzione mi affida: anche e in particolare rispetto al dibattito alle Camere, sono tenuto a un atteggiamento di rigoroso riserbo». Giorgio Napolitano rispende così al videomessaggio che Paolo Ravasin malato di Sla e presidente della cellula Coscioni di Treviso gli ha rivolto. Messaggio in cui l´ammalato di sclerosi accusa il disegno di legge sul testamento biologico. che dopo aver ottenuto il via libera dal Senato si appresta ora a completare il suo iter parlamentare, con l´esame della Camera. A render nota la lettera è lo stesso Quirinale.
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«Caro Ravasin», scrive il presidente, «anch´io vorrei dirle che raccolgo il suo appassionato messaggio con la stessa attenzione e partecipazione con cui seguo tutti i casi di tragica sofferenza personale». I temi evocati, dice ancora il capo dello Stato, «disciplina della fine vita, testamento biologico, trattamenti di alimentazione e idratazione meccanica, continuano a interrogare le coscienze individuali e investono sempre più la responsabilità collettiva». In Parlamento s´è aperta una discussione che si sta misurando con la «complessità e la delicatezza di questioni eticamente sensibili, che incidono sui diritti fondamentali della persona e investono concezioni politiche trasversali agli stessi schieramenti politici». Dopo aver ricordato il riserbo costituzionale a cui si sente legato, il presidente si limita a confidare che prevalga l´impegno a individuare soluzioni il più possibile condivise «nel dovuto equilibrio tra i diversi beni costituzionali da tutelare».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LMCFG">La Repubblica </a>Donatella PORETTI: Testamento biologico. Se lo Stato dimentica i diritti2009-04-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390930Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Perché il Parlamento "avrebbe" potuto fare una legge sul testamento biologico?<br />
Guardando le altre legislazioni la risposta è univoca: estendere il diritto della persona capace di decidere le cure a chi si trovasse nell`incapacità di esprimere il consenso. Una dichiarazione esecutiva dal momento in cui il paziente non può esprimere le sue volontà, che oggi devono essere ricostruite (vicenda Englaro) oppure delegate ad altri come i familiari. Altra è la risposta per cui è stata approvata dal Senato questa legge. Nessuno deve più morire di "fame e di sete" ed essere "ucciso con sentenze" della magistratura. Si è così creato un istituto giuridico - le dichiarazioni anticipate di trattamento - per svuotarlo di significato e di valore. Non essendo vincolanti avranno lo stesso valore di una email o di una telefonata. Fosse solo questo potremmo essere amareggiati di aver usato male il tempo delle istituzioni, ma rassicurati in parte dall`inutilità dell`operazione. Purtroppo la legge non si limita a ciò. Il primo comma anticipa la gravità della norma sancendo l`indisponibilità della vita, che diventa un obbligo di vivere e morire nelle condizioni decise dal Parlamento. Questo principio si traduce nel dovere di nutrire e idratare artificialmente un paziente in stato vegetativo. Perdendo la coscienza, gli vengono sottratti anche i diritti, in particolare quello di decidere i trattamenti medici dell`articolo 32 della Costituzione, scritto dopo avere visto gli effetti devastanti degli Stati totalitari sui corpi delle persone. Questa legge che apparentemente si occupa di sanità, stravolge il senso del rapporto tra la persona, il cittadino, l`individuo e lo Stato. Si passa da caratteristiche salienti dello Stato liberale, come l`inviolabilità dei diritti dell`uomo e la sua autodeterminazione, all`imposizione di dettami tipici di uno Stato etico, che decide cure, vita e morte dei propri sudditi. Chi ha sostenuto la necessità di un intervento legislativo contro le sentenze della magistratura con questa legge otterrà l`effetto opposto. Una norma così scritta obbligherà i tribunali a interpretare divieti e obblighi imposti. Sei medici avessero avuto bisogno di una norma chiara per avere certezze su come muoversi, la risposta del Parlamento è stata opposta: cavilli e complicazioni. Un medico con questa norma rischia di più se sospende una terapia rispettando il consenso del o se la mantiene contro la sua volontà? La forza dei numeri non sempre è sinonimo di democrazia: limitare diritti invece che estenderli, cancellare libertà individuali a colpi di maggioranza parlamentare non è caratteristica dello Stato di diritto. Senza il quale non può esserci diritto alla vita. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LBUVO">L'Unità</a>Umberto VERONESI: Testamento biologico. «Il referendum? Mi sembra inevitabile» - INTERVISTA2009-03-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390810Alla data della dichiarazione: Senatore<br/><br/><br />
«La volontà del malato può attendere. Lo ha deciso ieri il Senato votando l’articolo 3 del disegno di legge della maggioranza sul testamento biologico. Un voto strategico che impedisce ai medici di sospendere idratazione e alimentazione artificiali e che regala all’Italia una brutta legge. «Peggio: una legge anticostituzionale e inutile», dice Umberto Veronesi, oncologo di fama e senatore del Pd, che oggi sarà di nuovo in Aula a votare il testo finale.<br />
«È incostituzionale perché la Carta sancisce il diritto della persona di rifiutare le cure. Ora, se i cittadini possono rifiutare di essere nutriti con un sondino, non si capisce perché non abbiano più questo diritto nel caso perdano la capacità di esprimersi. Ed è una legge inutile perché il testamento biologico è nato con un solo obiettivo: poter rifiutare la vita artificiale. Poichè alimentazione e idratazione forzata sono le condizioni indispensabili per mantenere la vita artificiale, di fatto la legge nega questa possibilità. Avremo una legge che nega l’obiettivo per cui è nata: è un’assurdità».<br />
<b>Quali saranno i risvolti pratici?</b><br />
«Che nessuno farà il testamento biologico. Perché esprimere in anticipo le proprie volontà sapendo che saranno poi disattese? Oppure tutti faranno il testamento biologico come se la legge non esistesse, sapendo di essere protetti dalla Costituzione e dal Codice di Deontologia medica che obbliga il medico a rispettare le volontà del paziente. E succederà che molti medici faranno obiezione di coscienza per rispetto dei loro malati. Se questa legge non rispetta i diritti dei cittadini, non rispetta neppure quelli dei medici. Credo che difficilmente si potrà evitare un referendum abrogativo».<br />
<b>Era meglio non fare nulla?</b><br />
«Senza dubbio: piuttosto che una cattiva legge è meglio nessuna legge. In realtà il testamento biologico è da considerarsi già valido nel nostro ordinamento in base, come abbiano detto, alla Costituzione, al Consenso Informato, al Codice deontologico medico e alla Convenzione di Oviedo che il nostro Paese ha ratificato. Ovviamente era auspicabile una legge perché quando esiste un diritto, ci vorrebbe anche una norma che lo tuteli. Ma questa legge invece di tutelare il diritto al rifiuto delle cure, lo cancella. Dal punto di vista dei diritti civili è un grosso passo indietro».<br />
<b>Torniamo all’ipotesi del referendum, non è un’arma a doppio taglio visto il precedente della legge 40?</b><br />
«Più che altro mi sembra inevitabile, come ho detto prima. Ma penso che il risultato sarà molto diverso da quello sulla legge 40 perché diverso è il problema su cui i cittadini sono chiamati a esprimersi. La morte e la sua naturalità, l’invasione della medicina tecnologica nella nostra vita, riguardano veramente tutti mentre la fecondazione assistita riguarda una fascia precisa di donne o meglio di coppie. La gente non andò votare perché i quesiti erano complicatissimi e perché non sentiva il problema».<br />
<b>Dopo la legge 40 un’altra legge che va contro i diritti dei cittadini: che sta succedendo in Italia?</b><br />
«Che c’è la tendenza a imporre delle verità di fede anche a chi la fede non ce l’ha».<br />
<b>È solo un problema di ingerenza vaticana o c’è anche dell’altro, ad esempio una difficoltà ad affrontare temi difficili ma importanti?</b><br />
«Sicuramente esiste una difficoltà culturale di base, ma proprio per questo ci vuole ancora più apertura mentale e non chiusura ideologica. Questi temi, per complessi che siano, saranno posti sempre più di frequente alla riflessione di cittadini e politici: pensiamo alle staminali embrionali, appena “liberalizzate” da Obama. Dobbiamo prepararci perché la scienza non si ferma. Per fortuna».<br />
<b>Ieri si è deciso con voto segreto: è vero che si trattava di un tema personale ma i cittadini non hanno diritto di conoscere le posizioni di chi li rappresenta?</b><br />
«È vero, ma il voto segreto dà qualche garanzia in più di un voto secondo coscienza, più libero dalle influenze e i ricatti degli schieramenti».<br />
<b>Il Pd ha lasciato libertà di coscienza: lei è d’accordo o si è trattato di un modo per non affrontare il problema?</b><br />
«Evitare il problema direi di no. Ci sono aspetti positivi e negativi: da un lato trovo giusto che un partito lasci libertà di coscienza e rappresenti una pluralità di idee, dall’altro le lacerazioni che sono emerse non sono certo rassicuranti».<br />
<b>Lei è sempre stato un convinto sostenitore della forza della ragione: lo è ancora dopo quanto accaduto?</b><br />
«Legge o non legge, la gente non rinuncerà al diritto di vedere le proprie volontà rispettate. Il movimento intellettuale a favore del testamento biologico non è un fenomeno italiano, è mondiale e non si fermerà. Anche per questo invito tutti i cittadini a sottoscrivere il proprio testamento biologico, come ho fatto io, affidandolo a un fiduciario e se possibile depositandolo da un notaio, prima che si concluda l’iter di approvazione di questa legge. È un documento semplice, il modello si può trovare su internet, per esempio su You Tube, o sul sito della mia Fondazione».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=L6XF9">l'Unità - Luca Lando'</a>Marco CAPPATO: Per l'eutanasia e il testamento biologico. Ecco le nostre firme!2009-03-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390797Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Mentre il Parlamento si appresta ad approvare la legge CONTRO il testamento biologico, il movimento Radicale e referendario con l’associazione Luca Coscioni lancia una rete nazionale per la legalizzazione dell’Eutanasia, a partire dalle migliaia di firmatari della petizione rivolta al Parlamento. Saremo oggi davanti al Senato, dove è divenuto persino vietato manifestare, per esporre le firme già raccolte e ricordare ai Parlamentari italiani quella parola che è un tabù per loro, ma non per i cittadini italiani, cattolici inclusi: la parola EUTANASIA, cancellata dall’agenda politica e mediatica assieme ai Radicali stessi.
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Manifestazione giovedì 26 marzo dalle ore 15 Piazza Navona
(angolo Corsia Agonale), davanti al Senato della Repubblica
Manifestazione giovedì 26 marzo a partire dalle ore 15 (Piazza Navona, angolo Corsia Agonale, fino alla conclusione dei lavori del Senato), per la pubblica esposizione delle migliaia di firme raccolte sulla petizione al Parlamento per l’eutanasia e il testamento biologico e per seguire insieme in diretta da Radio Radicale la sessione conclusiva dei voti sul testamento biologico al Senato: si alterneranno al microfono, parlamentari, personalità e rappresentanti di associazioni.
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Le firme raccolte nelle tre giornate di mobilitazione in memoria di Luca Coscioni, Piergiorgio Welby e Eluana Englaro hanno superato in queste giorni le ventimila.
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Più della metà degli italiani sono a favore della legalizzazione dell’eutanasia, oltre il 75% per il testamento biologico. Ma il Parlamento italiano sta per approvare una legge CONTRO il testamento biologico, mentre l’eutanasia rimane un tabù per il Regime dei partiti e del Vaticano, che assieme preferiscono l’eutanasia clandestina e l’imposizione forzata ai malati di condizioni insopportabili e trattamenti sanitari indesiderati.
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È per questo che in contemporanea con i lavori del Senato sul ddl Calabrò sul testamento biologico, l’Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani manifesteranno di fronte a Palazzo Madama, Corsia Agonale, per la legalizzazione dell’eutanasia, che i cittadini italiani vorrebbero a stragrande maggioranza, e per una legge liberale sul testamento biologico che non imponga, a chi non li vuole, cure e trattamenti medici.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=139611">official web site - Radicali Italiani</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «C’è il tentativo di cambiare la Costituzione» - INTERVISTA2009-03-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390575Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Qui si parla di terapie che allungano l’agonia</b><br />
<br />
Nel maggio del 2000 il
chirurgo Ignazio Marino si
trovò di fronte il caso
di Milagros e Marta,
le due sorelline siamesi
unite in modo tale che l’intervento
per separarle avrebbe dovuto sacrificarne
una. «Mi rifiutai di fare quell’intervento.
Tanto radicale è la mia contrarietà
all’eutanasia: un chirurgo
non ha studiato per sopprimere». È
uno dei motivi, questo, del fastidio di
Marino per la confusione creata da
un «clima alterato: si contrappone il
partito della vita a quello della morte
per delegittimare l’avversario»<br />
<b>
Lei ha detto oggi che l’unica via sarà
l’ostruzionismo. Non crede alle parole
di apertura?</b><br />
«Vede, non mi fido. La destra ha presentato
un Ddl incostituzionale e
inapplicabile. Sono persone competenti
eppure hanno scelto uno strumento
inutilizzabile. Ridicolizzati
hanno cambiato gli aspetti tecnicima
non quelli sostanziali: una legge nata
per la libertà di scelta diventa una
norma con la quale Mario Riccio, il
medico di Welby, sarebbe incriminato.
Oggi in commissione c’erano per
il governo i sottosegretari Fazio e Roccella.
Non ho sentito da loro parole di
accoglimento, sulle due questioni irrinunciabili:
il consenso informato e la
possibilità, in ogni momento, per il
paziente di esprimere il dissenso».<br />
<b>Umberto Bossi ha però chiesto che si
lavori a una visione condivisa.</b><br />
«Ho parlato ieri con Bossi. Immagino che
ci vedremola settimana prossima.
Ho trovato in lui un atteggiamento di
grande disponibilità al dialogo
e di grande attenzione alla sofferenza.
Esco incoraggiato da quel
dialogo al quale ha partecipato il senatore
Rizzi (Ln), anche lui medico
rianimatore, e quindi una persona
che si confronta con la sofferenza».<br />
<b>Allora c’è la possibilità di un dialogo
trasversale?</b><br />
«Noi stiamo affrontando il problema
di terapie che allungano l’agonia
delle persone. All’origine del clima
attuale, a mio avviso, c’è la strumentalizzazione
fatta da Berlusconi
delle ultime fasi del caso Englaro.
Ma nel 2005 Antonio Tomassini,
medico, presentò un disegno di
legge che io sottoscriverei. Anzi,
non ho difficoltà a riconoscere che
in molte parti del mio disegno di legge
mi sono ispirato a quello dell’attuale
presidente della commissione
Sanità, anche lì si riconosce il diritto
del paziente di dire basta».<br />
<b>Sulla sospensione di idratazione e nutrizione.
sin qui non c’è stata nessuna
convergenza.</b>
«Non sono un testone, ho passato
lunghi anni in luoghi di cura. Se per
nutrire devo praticare un incisione,
inserire un sondino, usare prodotti
farmacologici, dare punti di sutura,
consultare un gastroenterologo, sottoporre
al rischio di complicanze il
malato, questo è un trattamento sanitario
e nessuno può esservi sottoposto
senza consenso. La verità è
che c’è in atto un tentativo surrettizio
di cambiare la Costituzione. Ma
chi è contario alla libertà di scelta
prevista dalla Costituzione lo proponga
a viso aperto, perché è la Costituzione
che prescrive di non invadere
la dignità e il corpo del cittadino
senza il suo consenso».<br />
<b>Il sottosgretario Mantovano chiede
come si fa a sapere che la volontà di
una persona non è cambiata , quando
non è più in grado di esprimersi.</b><br />
«<b><i>Insisto, è la proposta della maggioranza
che crea un obbligo</i></b>, noi siamo
per la libertà di scelta. Si può
scegliere che venga fatto ogni tentativo
che la tecnologia consente. Si
può scegliere, nel caso che non si
sia più in grado di esprimersi, un fiduciario.
Una persona che ci ama e
ci conosce. E che deciderà insieme
ai medici.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KZF58">l'Unità - Jolanda Bufalini</a>Umberto VERONESI: Testamento Biologico. «La nuova legge? Così non serve a niente» - INTERVISTA2009-02-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388717Alla data della dichiarazione: Senatore<br/><br/><br />
«Per il testo idratazione e alimentazione forzata non si possono rifiutare»<br />
<br />
Ho sostenuto fin dall’inizio - dice con voce profonda il professor Umberto Veronesi - che questo dramma non sarebbe accaduto se avessimo avuto un documento scritto da Eluana, se fosse stato disponibile il suo testamento biologico. Invece...». Invece siamo qui, comunque la si pensi toccati nel profondo dalla morte di una giovane donna, dalla tragedia sua e della sua famiglia, di fronte a una vicenda che spacca il Paese e probabilmente ne orienterà il dibattito sui temi etici. <br />
<b>Professor Veronesi, a suo giudizio che insegnamenti ci consegna la storia di Eluana?</b> <br />
«Sottolineo tre aspetti. Se vogliamo che una vicenda così dolorosa non si ripresenti l’unica strada è dotarsi di una legge sul testamento biologico. Secondo, bisogna dire grazie al padre, Beppino Englaro, che ha voluto dare una dimensione pubblica alla discussione sulla vita artificiale della figlia, creando condizioni cui noi italiani non siamo abituati, quelle dell’agorà, del confronto aperto a tutti. E’ così che andrebbero discussi i diritti dei malati e non solo». <br />
<b>Qual è il terzo aspetto?</b> <br />
«Questo dramma ci ha dimostrato quanto la tecnologia medica possa invadere la nostra vita. Sono d’accordo con il filosofo cattolico Giovanni Reale quando vede nel caso di Eluana “un abuso da parte di una civiltà tecnologica che vuole sostituirsi alla natura”, quando avverte che “si è perduta la saggezza della giusta misura e la Chiesa, e il governo assieme a lei, sono vittime di questo paradigma culturale dominante, che avrebbe voluto tenere in vita Eluana contro la natura”». <br />
<b>
Ritiene che adesso sarà più complicato portare avanti il dibattito sul testamento biologico?</b> <br />
«Lo è diventato prima di tutto perché il Pdl voleva approvare una legge su una tematica tanto complessa in 24 ore. Da cinque anni io mi batto perché si affermi la cultura del testamento biologico in Italia e ho scritto quattro libri perché è un tema - circostanza ora evidente a tutti - estremamente complesso. Ci sono proposte di legge che risalgono addirittura a dieci anni fa. Con questi presupposti, come è possibile pensare di risolvere il problema in un giorno?».<br />
<b>Le difficoltà riguardano anche i contenuti della legge. Prima che gli eventi precipitassero, il Senato aveva cominciato l’esame di una proposta sul testamento biologico presentata dal centrodestra. Che cosa accadrà ora?</b> <br />
«Il testo esclude l’idratazione e l’alimentazione forzate dai trattamenti che si possono rifiutare perché considerati trattamenti medici. Questo è il punto chiave. O si può modificare o la discussione è finita, non ci può essere confronto».<br />
<b>
Perché questo punto è così importante?</b> <br />
«Perché il testamento biologico nasce contro la vita artificiale. L’idratazione e l’alimentazione forzata sono esattamente ciò che rende possibile la vita artificiale. Quindi sarebbe una legge che mentre enuncia un obiettivo rende impossibile realizzarlo. Una legge che si autocancella, assurda».<br />
<b>
E se la maggioranza di centrodestra andasse avanti ugualmente e la approvasse, che accadrebbe in concreto?</b><br />
«A quel punto nessuno sottoscriverebbe il testamento biologico, sarebbe inutile».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KQQ8J">La Stampa - Luca Ubaldeschi</a>Pietro ICHINO: Intervento al Senato. Sessione pomeridiana. Discussione generale sul disegno di legge presentato con urgenza dal Governo in materia di trattamenti dovuti nelle situazioni di confine tra vita e morte.2009-02-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388673Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Signor Presidente, Colleghi, Rappresentanti del Governo<br />
<br />
Vorrei distinguere, nel mio intervento, la parte che svolgo nella mia veste di politico e quella che svolgo come cristiano, o almeno aspirante tale. Non perché questo mi conduca a due conclusioni diverse, ma perché mi sembra necessario sottolineare una distinzione tra i due piani del discorso, che troppo sovente è ignorata o trascurata.
<p>
Nella veste di membro, laico, del Parlamento di una Repubblica laica, chiamato a stabilire quale sia il confine tra vita meramente biologica e vita umana, tra stato vegetativo reversibile e irreversibile, ritengo che la legge debba limitarsi a definire il confine al di qua del quale c’è sicuramente vita umana da difendere con ogni mezzo, e il diverso confine al di là del quale il corpo umano può e deve essere considerato a tutti gli effetti morto. Questi sono i soli certi fines, i confini sicuri, che un ordinamento civile può e deve porre. Ed essi non sempre coincidono tra loro. Dico che non coincidono perché tra di essi talvolta si presenta una sorta di zona grigia, una zona di ragionevole opinabilità – corrispondente a quella che gli anglosassoni chiamano band of reasonableness delle opzioni possibili – dove possono verificarsi una infinità di situazioni-limite particolari la cui qualificazione è controvertibile. <br />
Qui, <b>a ogni cittadino deve essere consentito, con l’assistenza del medico o di altro consigliere qualificato di sua scelta, agire secondo la propria coscienza.</b>
<p>
Per quel che mi riguarda, in una situazione nella quale, come nel caso di Eluana Englaro, fosse ragionevole ritenere irreversibile la mia totale perdita di coscienza, cioè ritenere il mio corpo di fatto condannato a una vita puramente vegetativa, privato irreversibilmente di mente e coscienza, sentirei gravemente lesa la dignità della mia persona se quel corpo venisse mantenuto in vita per lungo tempo, ancorché nel modo più amorevole e rispettoso. Penso che questo senso di ribellione all’idea di una prolungata permanenza forzata in vita del proprio corpo privato per sempre della coscienza sia condivisa dalla grande maggioranza dei miei concittadini. Per questo ritengo che un legislatore laico, fissati i confini della zona di ragionevole opinabilità, debba riconoscere ai familiari di chiunque si trovi in una situazione di questo genere la libertà di scegliere secondo coscienza: di scegliere, cioè, se continuare o no ad alimentare una vita che può essere altrettanto ragionevole ritenere ancora vita umana, quanto non ritenerla più tale.
<p>
È evidente, oltretutto, che in una situazione di questo genere l’alimentazione forzata equivale sostanzialmente a un trattamento terapeutico: obbligare i parenti della persona non cosciente a praticarlo violerebbe il principio costituzionale che garantisce il diritto di rifiutare le cure.
<p>
Detto questo, e parlo ancora come membro, laico, del Parlamento di una Repubblica laica, rispetto e difendo il diritto di chiunque, nel nostro Paese, quindi anche dei vescovi e in generale del Magistero ecclesiastico cattolico, come degli esponenti di ogni altra chiesa o comunità religiosa, di esprimere liberamente la propria opinione sul discrimine tra vita e morte, tra vita biologica e vita umana, e anche su che cosa la legge dovrebbe stabilire al riguardo: dissento dunque recisamente da chi vede negli interventi delle Autorità religiose sul terreno politico-legislativo una ingerenza indebita o comunque una scorrettezza.
<p>
È come cristiano – forse sarebbe meglio dire: come persona impegnata a coltivare intensamente il patrimonio plurimillenario della tradizione biblica –, è in questa veste che mi rammarico di interventi del tipo di quelli che la Chiesa cattolica con frequenza compie su ciò che questo Parlamento deve o non deve fare. E mi rammarico dell’atteggiamento – che non esito a definire clericale, nel senso peggiore del termine ‑ di un Governo che a questi interventi assoggetta programmaticamente e sistematicamente il proprio agire; incurante, oltretutto, del fatto che della nostra tradizione biblica non è depositaria soltanto la Chiesa cattolica, ma anche altre, come quelle protestanti e in particolare quella valdese; ne è depositaria pure, e da molto prima, la Comunità israelitica. E tutte queste, dalle Scritture, traggono insegnamenti di etica politica talora profondamente diversi rispetto alla Chiesa cattolica.
<p>
In consonanza con tanta parte di questa grande comunità di persone che nella tradizione biblica cercano il senso della propria vita, penso che la testimonianza di una Chiesa cristiana non debba mai consistere nell’indicare la soluzione giuridico-legislativa specifica da preferire, né tanto meno le concrete modalità dell’impegno politico; penso che essa invece debba educare i cristiani all’esercizio responsabile della propria coscienza, lasciando che proprio quest’ultima resti il punto di riferimento fondamentale per ciascuno di loro nelle scelte politiche, giuridiche, tecniche. Pietro Scoppola amava citare, a questo proposito, un’affermazione del Concilio Lateranense IV del 1215: “Quidquid fit contra conscientiam aedificat ad Gehennam” (“qualsiasi cosa che si faccia contro la propria coscienza prepara all’Inferno”). Ultimamente, la Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II ha detto, con altre parole, la stessa cosa (§ 16): “L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell’uomo e secondo questa egli sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio”. Nelle materie che vanno “rese a Cesare” (Mt., XXII, 21) – e tra queste vi è certamente la materia della legislazione civile ‑ le scelte operative devono esprimere i valori in cui crediamo attraverso la mediazione della coscienza di ciascuno di noi.
<p>
“Rendere a Cesare quel che è di Cesare” significa rispettare la laicità dello Stato, della sua politica, della sua legislazione. Questa laicità è sostanzialmente il metodo che consente a tutte le persone di buona volontà di trovare un terreno comune sul quale mettere in comunicazione le loro coscienze, ispirate a fedi e filosofie anche molto diverse, per cooperare nella ricerca delle soluzioni tecniche, politiche, legislative migliori per il bene del Paese. Quel terreno comune viene meno se c’è qualcuno che su di esso (quello, appunto, che il Vangelo ci invita a “rendere a Cesare”), si presenta con la verità in tasca, già bell’e confezionata, certificata con il sigillo della conformità alla volontà di Dio. Con gli occhi di chi legge la Bibbia, vedo in questa pretesa una violazione del secondo Comandamento: “non nominare il nome di Dio invano”.
<p>
Per concludere, chiedo alla Chiesa di affermare con forza il valore della vita; ma di rendere alla scienza ciò che le è proprio. Lasciare, cioè ai neurologi la valutazione tecnica circa l’irreversibilità della scomparsa di una componente essenziale della vita umana: la mente, la coscienza; lasciare, più in generale, ai medici la scelta del modo concretamente più umano e caritatevole di trattare, nella loro infinita varietà, i casi in cui si determina questa scomparsa irreversibile. È compito della Chiesa continuare a educare con rigore e passione le persone ai valori evangelici; ma essa deve lasciare loro – e in particolare a quelle che sono impegnate negli organi legislativi e amministrativi dello Stato – la libertà di compiere secondo coscienza le scelte proprie della funzione civile o professionale che esse svolgono, confrontandosi in proposito con le persone di fede diversa senza la pretesa di possedere in quel campo una verità rivelata, direttamente attinta dalla volontà divina. Anzi, credo che la Chiesa debba vegliare a che nessuno avanzi questa pretesa, nessuno violi il secondo Comandamento.
<p>
Al Governo e al Parlamento chiedo di riconoscere e proteggere, come impone la Costituzione, nella zona tra i due confini ‑ della certezza di vita umana da una parte, della certezza di morte dall’altra ‑, quella band of reasonableness delle opzioni possibili, all’interno della quale ogni cittadino, cristiano o no, deve poter decidere e agire secondo la propria coscienza.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pietroichino.it/?p=1689">sito web ufficiale - pietroichino</a>