Openpolis - Argomento: informazione pubblicahttps://www.openpolis.it/2014-06-10T00:00:00ZMarco BELTRANDI: Diritto alla conoscenza: l’Italia è un caso internazionale2014-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it720451<br />
Proseguo con l’analisi delle particolari anomalie dell’informazione resa anzitutto dal servizio pubblico radiotelevisivo, e non solo. La scorsa settimana riportavo l’anomala presenza sulle testate giornalistiche nazionali radiotelevisive negli anni di una presenza costante, in termini di ascolti consentiti, dei diversi soggetti politici, come se l’attualità non contasse e gli spazi fossero predeterminati, come quasi una tribuna politica. Nello scorso decennio a questo tratto sfuggiva, unico, il TG La7, sicuramente più rispettoso delle leggi in materia di informazione, ma da alcuni anni, con la direzione Mentana, vi è stata la cancellazione di questa anomalia, e ora anche questa testata di un editore indipendente si conforma nella ripartizione degli spazi alle scelte di Rai e Mediaset.
<p>
Questa anomalia si rispecchia in altra nota anomalia dei telegiornali nazionali, e cioè il loro carattere dichiarativo. Lo spazio devoluto in ogni edizione di ogni giorno alle dichiarazioni in voce degli esponenti politici è stata rilevata in numerose ricerche scientifiche come senza precedenti in analisi comparate. Dichiarazione, persino dei soggetti istituzionali che dovrebbero essere super partes, assemblate in un servizio chiamato “pastone”, che raccoglie questo diluvio dichiarativo, in genere commenti e reazioni ad altri commenti, mai notizie, anche se negli ultimi anni si nota almeno un maggior ricorso in alternativa a brevi interviste, o a spezzoni di interviste di cui l’intervistato non ha controllo, soggette quindi a tagli arbitrari.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicalparty.org/it/rnn-news/22/news/diritto-alla-conoscenza-l-italia-un-caso-internazionale-3">www.radicalparty.org</a>Marco BELTRANDI: Rai. Quei marziani a viale Mazzini - INTERVISTA2012-06-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646114Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Meglio un Presidente della Rai e un Cda eletto dai poteri forti che dalla partitocrazia. Lo ha detto alla "Voce Repubblicana" il deputato radicale del Partito democratico Marco Beltrandi.
<p>
<b>Onorevole Beltrandi, la nomina di Anna Maria Tarantola alla Presidenza della Rai ha sorpreso il mondo politico. La Vigilanza Rai dovrà ratificare questa nomina e proporre un nuovo consiglio di amministrazione. Cosa accadrà?</b>
<p>
"Quando ho avuto notizie delle nomine di questo governo, ho detto subito che si tratta di una scelta che condivido. Nel senso che ci siamo trovati di fronte ad una scelta di altissimo profilo e di livello. Si tratta di persone fuori dalla Rai e dalla partitocrazia. Questo è un fatto fondamentale. So perfettamente che c'è stata una forzatura sul direttore generale della Rai Lorenza Lei. Credo che la Lei avrebbe meritato di essere confermata alla Direzione generale della Rai e di continuare un'opera che ha lasciato a metà. Però è anche vero che l'azienda ha dei grossi problemi e che non può essere gestita solo con i tagli al bilancio. E' anche vero che si è creato, per le scelte volute dal Partito democratico, un blocco per le nomine.<br />
Il governo ha evitato di andare in prorogatio per un altro anno con questo Cda. Questa manovra non potrà funzionare se la Vigilanza non eleggerà i sette membri del Comitato di redazione".
<p>
<b>È convinto che si arriverà ad un blocco della situazione?</b>
<p>
"Sul 'Corriere della Sera' di domenica scorsa ho letto un articolo firmato da Paolo Conti, che chiede di poter visionare le candidature pubbliche prima della scelta dei membri del Cda. La procedura deve essere completata. Ho scritto alla Presidenza per chiedere di visionare le candidature del Cda Rai. Ecco perché si rischia di mandare all'aria le nuove nomine con il blocco che è stato messo in atto".
<p>
<b>Il compito della Tarantola sarà semplice se consideriamo che questa azienda è allergica alle cure draconiane?</b>
<p>
"Secondo me la Rai è una delle aziende più difficili che esistono al mondo. È positivo che sia arrivata in Rai una personalità estranea ai suoi giochi politici. Se si fosse prevista una competenza interna accanto alla Tarantola, non sarebbe però stato male. Servirà una svolta per salvare tutto. La Rai di questi ultimi mesi era incancrenita dai veti da parte dei maggiori partiti".
<p>
<b>L'inchiesta della magistratura sui titoli spazzatura può incidere sulla valutazione nei confronti della Tarantola?</b>
<p>
"No. Non possiamo stare dietro queste cose. Se ogni volta che un magistrato apre un fascicolo su qualcuno dobbiamo porre un veto, nessuno potrebbe ricoprire incarichi pubblici. Non si può bloccare l'attività di nessuno in attesa del giudizio della magistratura, che è comunque lunghissimo. Credo che non sia giusto congelare le carriere di qualcuno per questo".<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1G5RI0">Voce Repubblicana - Lanfranco Palazzolo</a>Massimo DONADI: Dopo il Porcellum avremo il Bordellum2012-03-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626387Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
<b>Raggiunto un accordo sulla legge elettorale, cosa ne pensa?</b>
<p>
Tutto il male possibile. Non è una legge elettorale, è una truffa elettorale e andrà a finire che dopo il Porcellum avremo il Bordellum. Una legge che ha un unico scopo: le mani libere per i partiti. Finisce il bipolarismo, ogni partito si presenterà con il proprio simbolo e toglieremo ai cittadini italiani anche quello che avevano da prima e cioè la possibilità di sapere, prima del voto e non di scoprirlo il giorno dopo, quale sarà programma, coalizione e candidato premier. E non si venga a raccontare che, almeno, con questa legge agli italiani verrà restituito il potere di scegliere i loro candidati, perché non è nemmeno questo. Metà verrano scelti in liste bloccate, tali e quali a prima, e l'altra metà in qualcosa che si avvicina molto alla legge elettorale delle province e io credo che nessun italiano si ricordi nemmeno il nome del consigliere provinciale scritto in piccolo nella scheda a fianco del simbolo del partito che ha votato.
<p>
<b>Addirittura Bordellum, secondo lei cosa c'è dietro questo accordo?</b>
<p>
C'è un patto scellerato dove tutto è stato preso in considerazione tranne l'interesse del Paese. Il patto scellerato nasce da uno scambio: l'Udc voleva a tutti i costi la fine del bipolarismo per poter attuare al meglio la politica dei due forni e quindi scegliere, dopo le elezioni, con quale dei due partiti principali allearsi. I due partiti principali hanno concesso questa cosa all'Udc ottenendo, in cambio, di essere sovrarappresentati. In pratica siccome questi due partiti, Pd e Pdl, alle elezioni del 2008 insieme hanno preso il 72%, mentre oggi a malapena arrivano al 48%, si sono fatti dare in cambio una legge che, con il 48% dei voti, gli darà circa il 70% dei parlamentari come quattro anni fa. Quindi due partiti che hanno sempre meno consenso, e sono entrambi sul punto di esplodere, hanno scambiato il bipolarismo per un mucchio di parlamentari in più per accontentare quel terzo dei loro parlamentari che altrimenti sarebbero restati a casa.
<p>
<b>Che cosa farà l'Idv?</b>
<p>
Come è ovvio faremo una durissima battaglia parlamentare per impedire che il Bordellum diventi realtà ma ancora di più faremo una grande azione di informazione perché come oggi c'è in Italia il governo Abc, c'è anche l'informazione Abc, che non è regime, è semplicemente lottizzazione partitocratica della Rai e dei grandi mezzi di informazione e noi cercheremo di spiegare a tutti gli italiani che con questo disegno di legge non si dà più democrazia ma se ne avrà ancora di meno, torneremo alla Prima Repubblica. Non solo, il partito che si metterà in mezzo, pronto ad allearsi tanto a destra, tanto a sinistra, di fatto avrà la golden share della democrazia italiana, potrà governare ininterrottamente per i prossimi decenni scegliendo di volta in volta con quale dei due partiti principali allearsi.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.massimodonadi.it/blog/dal-porcellum-al-bordellum">sito web personale</a>Paolo FERRERO: Lettera al “Corriere della sera"2012-01-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it623408<br />
Caro direttore,
<p>
in un articolo uscito ieri a firma di Sergio Rizzo, si riporta l’accusa del CdR di Liberazione secondo cui vorremmo “usare il denaro dei cittadini in modo improprio e scorretto”. Visto che l’accusa è falsa ma molto grave e infamante, le chiedo ospitalità al fine di illustrare ai suoi lettori come stanno le cose.
<p> Nel 2008 Liberazione ha avuto una perdita di esercizio (contributi statali compresi) di oltre 3 milioni di euro e nel 2009 di oltre 1,5 milioni di euro. Nel 2010, grazie al piano di ristrutturazione che abbiamo messo in atto, la perdita sarebbe stata di “soli” 300.000 euro ma, in virtù dei tagli dei contributi decisi dal governo Berlusconi confermati da Monti, la perdita è arrivata ad 800.000 euro. Gli ulteriori tagli del governo portano la perdita per il 2011 a 2 milioni di euro. Questo significa che Rifondazione Comunista, in 4 anni, ha speso di tasca propria, per tenere in vita Liberazione, oltre 7 milioni di euro. Una enormità.
<p>Noi non siamo in nessun modo in grado di proseguire a coprire perdite di 2 milioni all’anno dovute al taglio dei contributi pubblici per il semplice motivo che tutti questi soldi non li abbiamo. Per questo abbiamo chiesto al governo il ripristino del fondo sull’editoria: per salvare l’occupazione, Liberazione e decine di altre testate. Nell’attesa di avere una risposta chiara dal governo abbiamo sospeso le pubblicazioni cartacee continuando a fare il giornale “on-line”, che ha costi inferiori.
<p>Di fronte all’accusa del CdR di voler utilizzare in modo scorretto i fondi pubblici, ho chiesto all’editore di sospendere anche la pubblicazione del giornale on-line, fino a quando il governo non definirà in modo chiaro modi e forme del possibile finanziamento. Sentirsi accusare di essere un truffatore dopo aver speso 7 milioni di euro in 4 anni per cercare di mantenere in vita il giornale mi pare un po’ troppo. Poveri si, truffatori no.
<p>
Cordialmente
<p>
Paolo Ferrero, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
<p>
<a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=19P2H0">La lettera sul Corriere della Sera in formato .pdf</a><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.liberazione.it/news-file/Lettera-di-Ferrero-al--Corriere-della-sera-.htm">Liberazione.it</a>Giuseppe GIULIETTI: Raitre. L'epurazione continua.2011-09-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609249Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
“Fate subito il direttore di Raitre…”, da qualche giorno si moltiplicano gli appelli per individuare il sostituto di Paolo Ruffini che ha deciso di andarsene, dopo che gli avevano spiegato che “quella anomalia deve cessare”, come per altro avevano più volte chiesto a Berlusconi e i suoi mazzieri, dentro e fuori la Rai, dentro e fuori la P4.
<p>
Non vi è dubbio che dovrà essere nominato il nuovo direttore, ma forse chi prenderà quel posto non troverà più quella rete e comunque non troverà più quegli autori e quei programmi che tanto avevano inquietato il cavaliere che, addirittura, dopo la batosta elettorale , aveva stilato un elenco dei nemici che “mi hanno fatto perdere le elezioni e i referendum”: Santoro, Travaglio, Fazio, Saviano, la Gabanelli, la Dandini, Floris, Maurizio Crozza…
<p>
Annozero è stato cancellato dai palinsesti di Raidue, Saviano è già uscito, la Dandini potrebbe seguirlo ad ore, per la Gabanelli attendono le prime inchieste per determinare l’incidente finale.
<p>
Per la prima volta la Rai sta espellendo non solo giornalisti ed autori sgraditi, ma anche il pubblico che li aveva scelti, in omaggio agli ordini del capo supremo, presidente del consiglio e proprietario del principale concorrente; in ogni caso sarà lui a beneficiarne, come politico e come detentore della cassa di Mediaset, una bella salassata alle casse di Viale Mazzini servirà forse a pagare prima la multa per lo scippo della Mondadori.
<p>
Per queste ragioni non basta chiedere la nomina di un direttore o di una direttrice, ma bisogna reclamare la nomina di una personalità che, per la sua storia professionale, la sua biografia, abbia dato prova di avere a cuore l’articolo 21 della Costituzione, di non essere sensibile alle richieste dei censori, di saper dire dei no, ancor prima dei sì.
<p>
Il miglior direttore sarà quello o quella che, prima della nomina, dirà con chiarezza che, non solo non allontanerà nessuno di coloro che sono stati indicati come sgraditi nelle intercettazioni di Trani e negli editti dei berlusconiani, ma che, addirittura, si impegnerà con tutte le sue forze per recuperare alla rete anche le professionalità dei vari Santoro, Travaglio, Vauro, Ruotolo, Saviano, Freccero, per citarne solo alcuni.
<p>
Dal momento che la signora Lei è tanto rammaricata perché si possa solo “osare” pensare che abbia allontanato Santoro, Saviano, Ruffini per ragioni politiche e di obbedienza, stupisca tutti, proponga ad uno degli autori allontanati o in procinto di essere allontanati di prendere la direzione di Raitre e di tutelarne la storia, l’identità, l’autonomia contro ogni pressione indebita, comprese quella delle direzione generale.
<p>
P.S. Non crediamo che l’Italia sia nella sua totalità un “paese di m…”, sicuramente Berlusconi, anche in questo settore, è stato ed è un monopolista e alla Rai ne ha regalata una quantità enorme…<br />
<br/>fonte: <a href="http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/09/05/giuseppe-giulietti-raitre-lepurazione-continua/">blog-micromega-online</a>Marco PANNELLA: «Sulla giustizia la gente tornerà a mobilitarsi» - INTERVISTA2011-08-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590926<br />
Aveva già prolungato lo sciopero della fame a 90 giorni, sospendendolo soltanto dopo le parole di comprensione venute dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a fine luglio. Oggi Marco Pannella guida un’altra mobilitazione non violenta, che ha raggiunto la quota delle mille adesioni. Un’astensione da acqua e cibo di 24 ore che lui stesso definisce «straordinaria» e che, alla vigilia di Ferragosto, punta a richiamare nuovamente l’attenzione sulle disumane condizioni di vita nei penitenziari italiani. Fino a chiedere che il Parlamento si riunisca in seduta straordinaria per affrontare il tema della giustizia e delle carceri.
<p>
<b>Ferragosto rappresenta per molti politici l’occasione di visitare le carceri. Come spiega l’ampia adesione a questo sciopero della fame e della sete, ben più impegnativo della periodica passerella?</b>
<p>
Proprio oggi (venerdì, ndr) si sono uniti anche molti parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione. Se su questo, però, avessimo avuto l’attenzione dei media audiovisivi che avesse fatto sapere di questa manifestazione di lotta, decine di migliaia di persone si sarebbero associate e questo sciopero sarebbe stato un evento storico. È stato dimostrato già nei mesi precedenti, durante i quali in 30mila hanno partecipato alla manifestazione non violenta. In nessun altro Paese accadrebbe una cosa simile. Ma si è persa un’opportunità, non abbiamo avuto il meritato spazio nel mondo dell’informazione, che preferisce essere necrofila e disanimata. Una stampa antidemocratica e di bassissimo livello.
<p>
<b>Lei dunque è convinto che l’opinione pubblica sia capace di una grande partecipazione attorno al tema carcere e giustizia?</b>
<p>
La gente è interessata molto di più a questo che a tutte le affermazioni che possono venire dal governo. Il problema della giustizia, come anche la Gran Bretagna sta dimostrando, è il più sentito in tutta l’area euro-mediterranea. Quello che ha mosso i popoli nordafricani oppressi dai totalitarismi avveniva in nome della democrazia, della libertà e della giustizia, appunto. Questo è scritto nel Dna della gente comune. In più in Italia, dopo cinquant’anni di lotte radicali, non violente, fatte di pratica delle istituzioni, abbiamo spinto e animato affinché non si debba aspettare molto ormai perché avvenga anche qui la transizione anti-regime.
<p>
<b>Ha parlato anche di questo nel suo recente incontro con il neo Guardasigilli Nitto Palma?</b>
<p>
Abbiamo potuto constatare che il nuovo ministro nutre la consapevolezza di volerci conoscere meglio. Non c’era una trattativa in ballo, è stato un incontro interlocutorio in cui si sono approfonditi i punti di vista con la calma necessaria. I nostri, evidentemente, sono ben più conosciuti e il ministro fa parte di una coalizione di governo che sui temi della giustizia ha una sua posizione. Ricordo che il suo predecessore all’inizio utilizzava un linguaggio audace, anche concorrente alle indicazioni dominanti, dopodiché onestamente non ha saputo fare nulla.
<p>
<b>Lei anche in quella sede ha rilanciato l’ipotesi di un’amnistia. Perché i Radicali insistono su questo provvedimento?</b>
<p>
Per una semplicissima verità: nove milioni di processi arretrati, la metà soltanto sul penale, sono uno spreco di risorse. Noto che in dottrina e nella recente giurisdizione europea si chiarisce che se tra l’evento eventualmente individuato come illecito penale e il giudizio di un tribunale intercorre troppo tempo è impossibile che quel giudizio sia serio e ragionevole. Il principio di compattezza tra evento giudiziario ed evento storico impone un provvedimento come l’amnistia che produce immediatamente effetti strutturali sul sistema. Avremmo così un milione e mezzo di processi in corso. E liberando le risorse finanziarie umane e scientifiche si potrebbe garantire un salto di qualità. Negli ultimi dieci anni, invece, abbiamo assistito a una poderosa amnistia di fatto, rappresentata dalle innumerevoli prescrizioni.
<p>
<b>Per migliorare la vivibilità delle carceri basterebbero anche piccole ma incisive misure. Da dove partire?</b>
<p>
Lo ripetiamo da trent’anni che bisogna depenalizzare e rimuovere quelle tristi parodie che sono state le leggi della Seconda Repubblica. La Bossi-Fini, la Fini-Giovanardi sulle droghe, la ex Cirielli sono responsabili della maggioranza degli ingressi in carcere. L’abuso della carcerazione preventiva è uno strumento perverso per cui, alla scadenza del periodo, metà dei detenuti vengono proclamati innocenti. A peggiorare la vita in prigione incide il sovraffollamento, il disporre di due metri di spazio a testa invece che sette, l’assenza di luoghi per la socialità, lo studio, le attività lavorative. Il 40 per cento dei detenuti si trova in un carcere che è lontano dal territorio di appartenenza, complicando la possibilità di ricevere visite. L’attuazione di leggi, come la Gozzini sulle misure alternative, è impedita dalla mancanza di risorse umane e finanziarie. Tutto questo fa del carcere un luogo invivibile e rafforza la mia convinzione che, ormai da decenni, in questo Paese la democrazia non sia in pericolo, ma sia stata sepolta.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/news/2011/08/«sulla-giustizia-la-gente-tornera-mobilitarsi»">Terra - Dina Galano </a>Giuseppe GIULIETTI: Rai. Attacco a 'Report' per colpire le inchieste2011-06-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it586067Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
L'attacco a Milena Gabanelli è un attacco al giornalismo d'inchiesta. Ci sono tanti modi per ammazzarlo. Uno di questi è colpirlo facendo mancare a Report l'assistenza legale. Questa è la modalità scelta per colpire lei e il suo programma ed è anche la via più breve per delegittimare ulteriormente il servizio pubblico a dimostrazione che oltre ad accompagnare alla porta Anno Zero intendono farlo anche con i programmi più volte indicati, da Berlusconi e dai suoi, come programmi sgraditi.
<p>In realtà non stanno colpendo solo i singoli autori o Raitre ma milioni di spettatori che hanno manifestato la loro fiducia in questa ed altre trasmissioni.
Ed è del tutto evidente che bisognerà usare tutti gli strumenti politici e legali per allontanare i censori di ogni risma. Nessuno si lamenti quando la Corte dei Conti e i tribunali dovranno ulteriormente intervenire per ripristinare la legalità.
<p> Infine siamo curiosi di sapere se la Rai della signora Lei vorrà recepire le proposte del direttore di Raitre Paolo Ruffini e del direttore di Rainews Corradino Mineo che stanno svolgendo un'importante iniziativa di supplenza nei confronti di chi continua ad essere distratto o non può fare altro.
<p>Articolo21 proporrà alle associazioni del settore una nuova grande iniziativa comune e concordata"<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.altroquotidiano.it/index.php?view=article&catid=203%3Acommento-autori&id=5002486%3Agiuseppe-giulietti&tmpl=component&print=1&layout=default&page=&option=com_content">l'Altro quotidiano.it</a>Angelo BONELLI: «Il quorum è possibile ma manca l’informazione» - INTERVISTA2011-06-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it582735Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: Verdi) <br/><br/><br />
«ll governo ha paura della consultazione».
<p>Acqua, nucleare e legittimo impedimento. Tra meno di una settimana i cittadini saranno chiamati alle urne per decidere il futuro del Paese.
<p>
<b>Che aria si respira in Italia?</b>
<p>
Il clima è senza dubbio positivo ma ancora oggi l’informazione è inadeguata. Il governo ha paura della consultazione popolare, della sua straordinaria portata di cambiamento e fa di tutto per ostacolarla. Quello del 12 è un referendum sul modello di società: da un lato ce chi è ancorato al passato, ai poteri forti, e propone una società basata sul rischio e la follia radioattiva; dall’altro c’è invece chi come noi, guarda a un futuro diverso fatto di fonti rinnovabili e risparmio energetico.<br />
In ballo non c’è solo il ritorno al nucleare ma anche la privatizzazione dell’acqua e il legittimo impedimento. Sono questioni che riguardano tutti i cittadini. In Italia in molti si sono dati da fare ma nonostante le iniziative di sensibilizzazione il messaggio non è arrivato ovunque. Circa il 30 per cento degli italiani non ha ben capito per cosa si voti né quando bisogna recarsi alle urne.
<p>
<b>Quali conseguenze potrebbe avere la vittoria dei sì ai referendum sulla vita del governo?</b>
<p>
Quello del 12 e 13 non è un referendum pro o contro Berlusconi.
Vendola sostiene che la consultazione popolare darà il benservito al premier. Io la vedo diversamente, anche perché per vincere c'è bisogno di almeno sette milioni di voti che dovrebbero arrivare dal centrodestra. Se dovessimo trasformare il referendum in una battaglia del centrosinistra sarebbero poche le possibilità di raggiungere il quorum. L’esito delle votazioni riguarda il futuro dl tutti i cittadini e quello delle generazioni che verranno.
<p>
<b> Nel dossier presentato ad aprile tornato d’attualità in questi giorni, i Verdi hanno denunciato il piano B del governo sul nucleare. Di cosa si tratta?</b>
<p>
Quando venne sottoscritto l’accordo atomico tra Italia e Francia gli americani reagirono duramente alla notizia che sarebbero stati tagliati fuori dal business. A fornire la tecnologia necessaria sarebbe stata infatti la Francia. Per recuperare questa situazione di tensione e far entrare gli Usa nell’affare, il nostro governo ha pensato bene, dopo Fukushima, di rivedere le alleanze industriali e aprire una canale dl comunicazione con l’americana Westinghouse. In un’intervista del marzo scorso a una settimana di distanza dall’incidente giapponese, Veronesi ha infatti parlato di minireattori, una nuova tecnologia prodotta per l’appunto dalla Westinghouse che l’Italia avrebbe potuto applicare dopo il periodo di moratoria.
<p>
<b>Anche se si tratta di minireattori il rischio rimane lo stesso?</b>
<p>
Il rischio si diffonde e diventa più capillare. Se l’ipotesi dei minireattori dovesse andare in porto il numero di reattori previsto si quintuplicherebbe.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=10YB7G">Terra - Rossella Anitori</a>Giorgio NAPOLITANO: Referendum: "La Rai dia piena attuazione al regolamento della Commissione di Vigilanza sulla consultazione referendaria"2011-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560302Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha oggi ricevuto al Quirinale il presidente della RAI, Paolo Garimberti, e il nuovo direttore generale, Lorenza Lei, nominata all'unanimità dal Consiglio di amministrazione.
<p>
Il Capo dello Stato si è complimentato con la dottoressa Lei per la piena fiducia accordatatele e le ha formulato gli auguri di buon lavoro al servizio dell'emittente radiotelevisiva pubblica.
<p>
Il Presidente Napolitano ha, nell'occasione, affrontato con il presidente e il direttore generale della RAI le questioni relative alla piena e tempestiva attuazione del regolamento approvato dalla Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI e alla necessaria informazione sulle modalità di svolgimento della consultazione referendaria.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=16701">Quirinale.it</a>Emma BONINO: Sostiene Bonino - INTERVISTA2011-05-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560315Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Da una parte il test delle elezioni milanesi cavalcato da Massimo D’Alema. Dall’altra il dibattito che tormenta l’opposizione, il centrosinistra e affini, sul percorso per tornare a battere Berlusconi e vincere di nuovo. E poi la battaglia sui referendum. Emma Bonino, giacimento di consenso non proprio nel cuore del Pd, vessillo radicale e non solo, vice presidente del Senato, ha idee chiare sulla strada da intraprendere «prima che il Paese si perda per sempre». <br />
Cita Arendt, Gandhi e Sciascia e lancia la «rivoluzione legalità».
<p>
<b>Allora, elezioni milanesi e opposizione. Massimo D’Alema ha stressato l’appuntamento: se Berlusconi perde deve andare a casa. E se vince?</b>
<p>
«D’Alema è recidivo. Già nel 1999 si infilò in un trabocchetto: considerare la sfida elettorale delle regionali un referendum su Berlusconi. Perse e dopo si dimise. Come è possibile che caschi nello stesso gigantesco trappolone teso ancora dal Cavaliere? Sa perché succede? Perché ancora una volta non si rispettano i livelli istituzionali. Anch’io credo che le elezioni milanesi abbiano una valenza incisiva, infatti presentiamo Marco Cappato capolista della lista Bonino-Pannella per Pisapia.<br />
Ma, attenzione, stiamo parlando di elezioni locali, molto significative, ma locali. E i temi per contestare duramente l’infinita gestione formigoniania
e morattiana abbondano. Dall’Expo al fatto straordinario che Milano, patria della libera impresa, si stia trasformando nella capitale dei pubblico. <br />
C’è perfino Milano Ristora: le pare che la famosa imprenditoria meneghina non sappia più fare neanche i panini?».
<p>
<b>Le nuove Partecipazioni statali proprio nel cuore della Padania.</b>
<p>
«L’altro giorno ero a un dibattito con l’imprenditore siciliano Ivan Lo Bello e si diceva proprio come questo modello abbia funzionato ben poco al Sud. Ora pari pari lo ritroviamo al Nord?».
<p>
<b>Tornando alle elezioni, il sostegno dei Pd a Giuliano Pisapia, candidato non ortodosso, è virtuale o reale?</b>
<p>
«Mi sembra che nelle ultime settimane ci sia una reale mobilitazione. Spero solo che non gli capiti quello che è successo a me: a dieci giorni dalle elezioni Dario Franceschini e Rosy Bindi ebbero il piacere di dire che non ero la loro candidata ideale».
<p>
<b>Le lotte fratricide, altro problema grave. Ma al dl là dell`anti-berlusconismo, cosa dovrebbe fare l’opposizione per riuscire a essere più convincente?</b>
<p>
«Per esempio, ora: siamo di nuovo in campagna elettorale. E l’Agcom ha dimostrato quanto siano già debordanti i tempi delle apparizioni di Berlusconi in televisione. Non è il caso di mobilitarci per questo? Di fare degli esposti, andare in piazza, presentarci in tribunale, chessò, fare qualcosa. Vogliamo che finisca come le regionali, come in Sardegna, con lui tutti i giorni in tutti i tg - questa volta probabilmente presenterà pure il meteo - fino alla vittoria finale?».
<p>
<b>Sbandierare la sua supremazia mediatica non ha portato grandi risultati. Evidentemente il percorso è un altro. C’è crisi, c’è disoccupazione, la gente non arriva alla fine del mese.</b>
<p>
«Il percorso è uno solo. O si capisce che la battaglia delle battaglie è il ripristino della legalità e che le leggi scritte vanno rispettate oppure tutto è inutile, il Paese è perso. Non si tratta di optional. E io mi rifiuto di essere trascinata a parlare di grandi riforme, a disegnare piani straordinari per lo sviluppo e per il lavoro, importantissimi certo, se prima, però, non si stabilisce questo principio. I nostri problemi sono enormi, giustizia, immigrazione, economia, come stare in Europa e nel mondo: temi sui quali non sempre la sinistra ha dato risposte e se le ha date non sono state sempre convincenti. Per questo l’alternativa radicale è attuale e credibile. Da noi, ormai, non esiste legge politica o economica che non venga infranta. Eppure sembra che l’opposizione non percepisca quanto la situazione sia grave. Tutto finisce per tradursi in quella che Hannah Arendt ha chiamato la banalità dei male».
<p>
<b>E quindi, quale formula?</b>
<p>
«Non spallate, né scorciatoie, vedi il Terzo polo, come fu a suo tempo la Lega costola della sinistra o ultimamente il compagno Fini. Dobbiamo attrezzarci a battere Berlusconi alla scadenza naturale, lasciando fare alla politica il suo corso, facendo opposizione in Parlamento, tallonando senza requie governo e maggioranza in commissione come in aula. Gutta cavat lapidem, non bisogna mai dimenticarlo».
<p>
<b>Alberto Asor Rosa ha invocato l’esercito. Rosy Bindi l’Aventino...</b>
<p>
«Quando a Milano assessori e consiglieri comunali di destra e di sinistra siedono nei cda delle aziende pubbliche, quando ottenere l’anagrafe degli incarichi pubblici diventa impossibile, quando non c’è trasparenza, perché mai la signora Maria o la signora Amelia dovrebbero appassionarsi di nuovo alla politica? Naturalmente la malattia endemica della politica italiana viene da lontano, vedi Mani pulite. Berlusconi ne è stato frutto e anche potentissimo acceleratore. La mia sarà pure un’ossessione einaudiana, ma la democrazia è legalità e la vera rivoluzione può essere solo questa».
<p>
<b>La scelta della leadership è prioritaria? Al tempo, venne individuato Romano Prodi. Poi arrivò il resto.</b>
<p>
«Si vagheggia di governi di decantazione (Veltroni-Pisanu) o tecnici, di comitati di liberazione nazionale, di angeli esterni come Luca di Montezemolo. Bah. C’è un segretario, Pier Luigi Bersani, dunque... La verità è che il Pd ha un problema di leadership ma anche troppe posizioni diverse che lasciano spazio ai Di Pietro, Vendola, rottamatori, grillini... Ci si dovrebbe concentrare su una politica nuova, non discutere a vuoto sulla leadership in termini di autoflagellazione».
<p>
<b>Forse il collante per tenere radicali, vendoliani, anime cattoliche, è proprio un leader condiviso e autorevole.</b>
<p>
«Il leader non è secondario. Ma viene dopo. Non sottovaluto il carisma, purché rappresenti qualcosa. Mario Draghi, per esempio, è simbolo di serietà e non è nemmeno noioso. Se va alla Bce lascerà un grande vuoto e mi preoccupa molto chi lo riempirà. Ma non ci sono formule magiche per unire. Basterebbe la volontà. Gandhi sosteneva che prima si è derisi, poi combattuti e alla fine si vince. Ma li vedo ancora tesi a trovare il deus ex machina, la spallata o un giudice qualunque, soluzioni solo perdenti».
<p>
<b>Quando dice “noi” e poi “li” a chi si riferisce?</b>
<p>
«"Noi" è noi radicali. "Li", sono loro, il Pd. Sa, trovo veramente stupefacente che non ci sia nessun contatto politico tra noi e loro. Ho provato tante volte a rincorrere Bersani, a stabilire una comunicazione. Nulla. Eppure facciamo un lavoro parlamentare che tutti riconoscono serio non servile ma certo leale. Quando dissento, informo Anna Finocchiaro "Presento quest’emendamento, questa mozione". Ma non siamo stati mai oggetto di consultazione o di rapporto. Evidentemente ritengono poco interessante il nostro contributo politico».
<p>
<b>Eppure il Pd con Antonio Di Pietro...</b>
<p>
«Forse con "loro" valgono solo i rapporti di forza, che dire: tanti auguri. Fu Veltroni nel 2006 a dare l’apparentamento all’Idv, se no la storia sarebbe stata diversa..».
<p>
<b>Il mistero Bonino. II consenso su di lei è notevole e trasversale, anche a livello Internazionale. È donna ed è una risorsa, eppure...</b>
<p>
«Eppure. Non so nemmeno io perché. Prendiamo la Rai. Per "Ballarò" non esisto. C’è, invece, una compagnia di giro di una ventina di persone: Di Pietro, Bindi, Castelli, La Russa, Fitto sono loro a essere sempre invitati. Sono grata, invece a Fabio Fazio che mi ha resuscitata a " Vieni via con me" e a "Che tempo che fa". E non è che gli ascolti in tv non mi premino, anzi. Forse la ragione sta nel mio essere non organica e non rispettosa di certe ortodossie. So che alla sinistra non piaccio perché non voglio battere Berlusconi sul bunga bunga. Per me la condizione femminile è ben più complicata e articolata. Preferisco dimostrare che il premier non sa governare e non ne ha azzeccata una».
<p>
<b>Secondo molti, il problema è il cordone ombelicale con Marco Pannella.</b>
<p>
«Per carità di Dio: la famiglia radicale è sacra. L’altro giorno in aereo un signore mi sommerge di apprezzamenti: come ho fatto bene da ministro del Commercio, etc etc. Poi come molti sbotta: "E però Pannella digiuna di nuovo". E io: "Le fa qualche danno? No. Ne condivide le ragioni? Sì. E allora perché la irrita l’azione di un signore che accetta la derisione e il peso di un digiuno in nome di un’idea? Non sarà che è questo a metterla in difficoltà?". Risposta: "Non ci ho mai pensato, mi irrita e basta". Credo che il clima del Paese, e la brutalità in giro, rendano queste forme di protesta non violenta insopportabili».
<p>
<b>Come i referendum, a quanto pare. Qualunque cosa pur di bloccarli.</b>
<p>
«La storia dei tradimenti referendari ha una lunga tradizione. Quelli vinti sono stati ignorati. Una cinquantina non sono stati ammessi dalla Corte costituzionale. Per cinque volte si è andati alle elezioni anticipate per evitarli. Berlusconi è l’ottimo allievo dei maestri dei passato: moratoria sul nucleare, inserimento della norma sulla acqua nel dl sviluppo...».
<p>
<b>In un dibattito D’Alema ha detto che il ventre del Paese ha sempre partorito i Berlusconi.</b>
<p>
«Penso che avesse invece ragione Leonardo Sciascia. Sosteneva che l’Italia non vede l’ora di essere governata. E che non esiste Paese più paziente, capace di mettersi in fila di fronte a un qualunque servizio che naturalmente non funziona. C’è piuttosto per molti una grave responsabilità di non governo e non è che la sinistra al governo sia stata così brillante.<br />
Non voglio tirare in ballo il caso della Campania ma insomma...».
<p>
<b>Intanto lo spettro è che dopo il presidente Napolitano, al Quirinale arrivi il Cavaliere.</b>
<p>
«Veramente andrei io al Quirinale. Perché no? Anzi, perché no, lo so. Non faccio parte di "noi"».
<p>
<b>Noi chi, questa volta?</b>
<p>
«"Noi" nel complesso».<br />
<br/>fonte: <a href="http://notizie.radicali.it/print/1635">l'Espresso - Denise Pardo</a>Antonio DI PIETRO: «Vogliono la piazza? Il popolo li prenderà a monetine in testa» - INTERVISTA2011-04-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559607Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
«Il ministro Alfano vuole andare in piazza? Lo sfido, ci vada pure. Se escono dalla piazza mediatica, che controllano, e vanno in quella vera, il popolo li prende a monetine. Berlusconi è un venditore di tappeti e la gente prima o poi se ne accorge. Come mai non ci va più a L’Aquila? Tra un po’ sarà lo stesso per Lampedusa dove ha promesso il Nobel e i casinò. Ormai siamo alla resa dei conti....».
<p>
<b>Lei non teme forzature sulla riforma costituzionale della giustizia?</b>
<p>
«In Parlamento non è ancora arrivato niente. Ci sono solo le leggine per il Cavaliere e i suoi amici, è l’unica cosa che riescono a fare. Usano questa confusione linguistica per truffare i cittadini: parlare di riforme e poi portare in aula solo gli affari loro. Come il “processo breve”: due falsità in una, non è né un processo né breve. È solo un modo per evitare che il processo si svolga. Berlusconi è entrato in politica per motivi processuali, e non è affatto vero che le inchieste siano iniziate dopo il suo ingresso in politica: basta rileggersi un’ordinanza del gip di Brescia che nel 2001 ha stabilito che le indagini non hanno alcuna motivazione “politica” archiviando le denunce di Berlusconi contro noi del Pool di Milano».
<p>
<b>Nostalgia di quegli anni?</b>
<p>
«Se non si parte da questo presupposto non si capisce nulla della sua strategia in tema di giustizia. Ai tempi di Mani Pulite c’era chi confessava e chi fuggiva ad Hammamet. Lui si è inventato la ‘terza via’: andare in Parlamento e fare le leggi per bloccare i processi».
<p>
<b>E se la riforma della giustizia andasse avanti?</b>
<p>
«Visto che non hanno una maggioranza qualificata, si arriverà al referendum costituzionale e lì ci divertiamo. Saranno gli elettori a dire chi ha ragione».
<p>
<b>
Pd e Udc parlano di elezioni a giugno.</b>
<p>
«Sarei felicissimo, ma non vedo le condizioni. Il premier sta a Palazzo Chigi per garantirsi l’immunità, e non si dimetterà mai. Sarebbe più probabile che domani non sorgesse il sole. E questo Parlamento non lo sfiducerà mai perché, alla bisogna, c’è sempre qualcuno disposto a vendersi. L’unica possibilità per le opposizioni è puntare sui referendum. Solo se gli italiani bocceranno il nucleare e soprattutto il legittimo impedimento, il Quirinale potrebbe valutare che questo governo non ha più una maggioranza e mandarci alle urne».
<p>
<b>Se non si raggiungesse il quorum il premier potrebbe sentirsi ancor più legittimato a restare al suo posto…</b>
<p>
«Lui sta già al potere, l’unico rischio è che possa restare lì dov’è. Le opposizioni cosa rischiano? Nulla. Dopo il disastro in Giappone c’è una possibilità concreta che il quorum si raggiunga. È grazie a chi, come noi e il comitato per l’acqua, ha raccolto firme nel disinteresse generale. Ora il governo ha paura. E lo dimostra il fatto che, dopo 15 giorni, non hanno ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per i referendum: lo fanno per impedire l’informazione sulle tv prevista dalla legge».
<p>
<b>Pensa che il monito del Quirinale produrrà qualche cautela nei prossimi appuntamenti parlamentari sulla giustizia?</b>
<p>
«Non ho alcuna fiducia in questa maggioranza. Questo è un Parlamento che ha un altissimo tasso di concentrazione di persone con problemi giudiziari, l’11%. Neppure in un campo rom ci sono percentuali del genere».
<p>
<b>
Meno inquisiti in un campo rom?</b>
<p>
«Lì ci stanno bambini, donne. Non si arriva a certe percentuali. E poi chi sta in Parlamento ha l’aggravante. Basti pensare a chi si appresta a votare un provvedimento che dice che Ruby è la nipote di Mubarak. Arrivano a deliberare il falso, hanno perso qualsiasi dignità. Non ho più alcuna fiducia in questo Parlamento, per questo punto tutto sui referendum. Sono l’ultima spiaggia prima che scoppi la rivolta sociale».
<p>
<b>Addirittura…</b>
<p>
«Il 30% dei giovani non ha lavoro, ci sono milioni di nuovi poveri e lui tiene impegnate le istituzioni sui fatti suoi. Il rischio c’è».
<p>
<b>
Bossi potrebbe staccare la spina?</b>
<p>
«Non esiste. Non lo farà per ragioni politiche personali. Quando è stato male il Cavaliere gli è stato vicino e gli ha assicurato tranquillità».
<p>
<b>Cosa intende?</b>
<p>
«Vorrei aprire una finestra su come Berlusconi ha garantito nel tempo il funzionamento della Lega Nord. Ma per adesso mi fermo qui».
<p>
<b>
Se si vota, l’opposizione come deve presentarsi?</b>
<p>
«Credo nel bipolarismo e l’asse portante del centrosinistra è Pd, Sel e IdV. È inutile rincorrere Casini, che tanto se ne va da solo».
<p>
<b>Esclude una Santa alleanza?</b>
<p>
«Se ci fosse bisogno di un ‘fronte istituzionale’ per liberare il Paese dalla dittatura mediatica e ricreare le regole minime di convivenza, come la legge elettorale e il conflitto d’interessi, non saremo noi a metterci di traverso».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=YQMWF">l'Unità - Andrea Carugati</a>Giuseppe GIULIETTI: «Giornali nel mirino. Non c’è tempo da perdere» - INTERVISTA2010-10-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547441Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Siamo alla stretta finale, poco più di due mesi al trentun dicembre e decine di testate, Liberazione compresa, che non sanno se continueranno a ricevere i contributi pubblici. «Sarebbe la fine del pluralismo dell’informazione», dice Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21.
<p>
<b>Dov’è la riforma dell’editoria?</b>
<p>
Il governo annuncia da oltre due anni una legge di riforma dell’editoria. Non l’ha mai presentata. Non solo, i giornali di famiglia del Presidente del consiglio alimentano una campagna generica contro tutte le testate che attualmente percepiscono i contributi. Nella legge finanziaria non viene né ripristinato il fondo per l’editoria né i diritti soggettivi. L’unico segnale di vita, il sottosegretario con delega all’editoria Bonaiuti, l’ha dato solo sul lodo Alfano.
<p>
<b>Necessità di bilancio, si dice. Ma non sarà in gioco, qui, un progetto politico di attacco al pluralismo dell’informazione?</b>
<p>
Io cerco sempre di respingere qualsiasi idea complottarda. Abbiamo sempre cercato in questi anni di portare avanti un lavoro comune con tutti, sindacati e associazioni. Ci siamo resi disponibili alla riforma dell’editoria in accordo con tutte le testate. Le vie per eliminare le corruzioni ci sono, le abbiamo indicate. Abbiamo persino cercato le convergenze con chi era disponibile all’interno del centrodestra. Ma di fronte a quello che sta accadendo, sì, debbo ritenere che ci sia un progetto politico per liberarsi delle voci scomode.
<p>
<b>Come “Liberazione” altre testate rischiano la chiusura. C’è bisogno di un fronte comune. Quali saranno i prossimi passaggi?</b>
<p>
Condivido integralmente l’allarme di Liberazione e degli altri. Sono sicuro che nelle prossime due settimane sul tema della editoria - come sul tax credit del cinema - verranno votati documenti unitari per la Commissione cultura della Camera. Prevedo che alla Camera e al Senato verranno votate due risoluzioni che chiederanno al governo di reintegrare il fondo e il diritto soggettivo, e di procedere alla riforma dell’editoria. La mia sensazione, però, è che subito dopo questi due documenti finiranno alla Commissione bilancio, dove il governo darà parere negativo. Sarà messa la fiducia e verranno fatti decadere gli emendamenti. E’ il vecchio rituale, documenti approvati in commissione e poi bocciati dal ministro Tremonti. Chi nel centrodestra ha posizioni diverse non potrà neppure votare.
<p>
<b>Berlusconi non è granché incentivato a reintegrare il fondo per l’editoria, di cui godono i giornali critici verso il governo. O no?</b>
<p>
Berlusconi vuole eliminare tutto quello che non sopporta.<br />
Come è suo interesse far fuori voci a lui sgradite nel cinema italiano, anche nella platea dei giornali intende eliminare le testate critiche, da Liberazione all’Avvenire, dall’Unità al Secolo d’Italia. E’ del tutto evidente che Berlusconi, controllando in gran parte la raccolta pubblicitaria, avrebbe ben altri mezzi - sopra e sotto il banco - per compensare i pochi amici scontentati. Per giornali come Liberazione e il Manifesto, invece, la situazione diventerebbe drammatica. Ci sono giornali che hanno perso pubblicità in seguito all’appello di Berlusconi a disinvestire.
<p>
<b>Se in Parlamento la strada è bloccata cosa si può fare all’esterno?</b>
<p>
I parlamentari devono comunque provarci e crederci fino all’ultimo. Il loro dovere è fare in modo che questi emendamenti vengano inseriti nella finanziaria. E qualora il governo volesse a tutti i costi mettere la fiducia, premere sulla maggioranza perché nel maxi-emendamento ci siano i provvedimenti sull’editoria. Detto questo, consiglierei a tutte le associazioni del settore, sindacati, ordini professionali, edicolanti, piccoli editori, di far sentire la propria voce e subito. Iniziative visibili, trasparenti e clamorose, nelle forme e nei contenuti.
<p>
<b>Non sarà una battaglia popolare, nell’opinione pubblica dare soldi ai giornali è uno spreco, no?</b>
<p>
Non si possono fare solo le battaglie popolari. Sicuramente ci vuole una riforma dell’editoria. Ma non si può accettare che il governo del conflitto di interessi lasci morire decine di testate, come se nulla fosse. La Costituzione garamtisce il pluralismo, lo ha ricordato Napolitano. Anche quelli che pensano che sia meglio chiudere tutto e tutti, un giorno si sveglieranno. Se non ci fosse stata Liberazione non avremmo le denunce su quanto accaduto a Genova, sulle vicende di Cucchi e Aldrovandi o sulle morti sul lavoro. Potrei parlare anche del manifesto, dell’Unità o di altre testate del mondo cattolico. Pur diverse tra loro, tutte queste esperienze editoriali hanno prodotto inchieste e dossier che poi sono entrati nel circuito della comunicazione ufficiale.
<p>
<b>Anche il mondo dello spettacolo, del cinema e della televisione è in subbuglio, per non parlare di scuola, università e ricerca. Non sarebbe ora di unire questi movimenti?</b>
<p>
Dovremmo mettere in rete tutte le proteste. E’ in atto con la finanziaria il progetto di demolire i settori della formazione, dell’informazione e della cultura. Sarebbe opportuno che durante la discussione della finanziaria alla Camera e al Senato ci fossero iniziative comuni. Non ciascuno per sé, ma uniti. Sarebbe un errore andare a tante trattative separate, ognuno per proprio conto, nella speranza di poter strappare sottobanco qualche concessione. Non cadiamoci.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=UX6S3">Liberazione - Tonino Bucci</a>Giorgio Clelio STRACQUADANIO: «Se le intercettazioni venissero pubblicate sul web potremmo bloccare quei siti chiedendolo alla polizia postale» - INTERVISTA2010-06-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501750Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
"Se le intercettazioni venissero pubblicate all’estero, potremmo chiedere alla polizia postale di bloccare quei siti. Ma non è questo il punto: l’importante è che non vengano riportate sui giornali e che da lì non rimbalzino in televisione”.
<p>
Così parlò Giorgio Stracquadanio, parlamentare agit-prop del Pdl e front-man della “pancia” berlusconiana. <br />
Il Fatto Quotidiano ha spiegato ieri come, approvata la legge bavaglio, le intercettazioni di inchieste italiane potrebbero trovare spazio sui siti internazionali e i giornali di casa nostra potrebbero poi riportarne notizia. Stracquadanio è direttore della rivista online Il Predellino ma non sembra credere nella Rete.
<p>
“Potete anche mettere su Internet brogliacci e intercettazioni. Ma cambia tutto rispetto alle pagine di giornali che poi vengono presentate con titoli, sommari, dove viene esasperata ogni frase".
<p>
<b>In Italia sono 22 milioni le persone che utilizzano Internet.</b>
<p>
Sì ma gli strumenti maggiori d’informazione sono i giornali che rimbalzano poi in televisione. D’accordo, mettiamo che non si possa annullare del tutto una pubblicazione, ma è chiaro che con la legge che abbiamo appena approvato c’è un forte disincentivo. E posso dirle una cosa?
<p>
<b>
Prego?</b>
<p>
Non se ne può davvero più di questo giornalismo diventato puro voyeurismo da intercettazioni. Ma dov’è il gusto dell’intercettazione telefonica? C’è un'attrazione pornografica nei confronti della vita delle persone.
<p>
<b>Senza intercettazioni non saremmo mai venuti a conoscenza di reati gravi.</b>
<p>
Ma se intercetto a casaccio posso trovare reati ovunque. Al telefono ci esprimiamo tutti con toni colloquiali, non stiamo attenti alla singola parola. La segretezza delle intercettazioni è un diritto. Non a caso la Costituzione scrive che la segretezza delle intercettazioni è inviolabile. E può essere derogato solo con atto motivato in condizioni particolari. I Padri costituenti erano un manipolo di delinquenti?
<p>
<b>I Padri costituenti avrebbero votato questa legge?</b>
<p>
Guardi, io sono per difendere a spada tratta gli articoli della Costituzione. Almeno gli articoli nella prima parte, quelli che fissano i diritti fondamentali, andrebbero rispettati.
<p>
<b>Tranne il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge?</b>
<p>
Certo, anche quello: questa legge infatti questo vale per tutti i cittadini.
<p>
<b>Per il lodo Alfano non valeva invece.</b>
<p>
Stiamo parlando delle intercettazioni, non mi parli del lodo Alfano. Il problema è che c’è una cultura nazistoide che si è spostata dalla destra alla sinistra. E che considera i diritti costituzionali delle eccezioni. E la normalità, l’invasività del potere repressivo nella vita della gente.
<p>
<b>La legge le sembra troppo blanda, allora?</b>
<p>
Sì, infatti io avrei aggiunto una norma che, se qualche intercettazione fosse venuta fuori, allora sarebbe dovuto essere punito sul piano disciplinare il magistrato che l’aveva disposta.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=S7WEL">Il Fatto Quotidiano - Federico Mello</a>Andrea MARTELLA: «1547 secondi a 3. Questi i dati delle presenze televisive tra i due candidati per l'elezione a sindaco di Venezia».2010-02-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it477947Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«1.547 a 3: questi sono i dati (in secondi) delle presenze televisive di Renato Brunetta e Giorgio Orsoni sulle reti Rai e Mediaset nelle prime due settimane dopo la loro candidatura, cioè dal 25 gennaio al 6 febbraio». Lo dichiara il deputato del Partito democratico, Andrea Martella. Una denuncia che si associa all’annuncio dei parlamentari Paolo Gentiloni e Beppe Giulietti di presentare un ricorso all’Autorità delle Comunicazioni.
<p>
«I numeri dimostrano uno squilibrio scandaloso», denuncia Martella, ricordando che ieri è entrata in vigore la par condicio: «E adesso questo squilibrio è anche illegale. Secondo il regolamento tra i due candidati deve esserci equilibrio e la carica di Ministro non può giustificare una presenza televisiva diversa tra i concorrenti. Bene hanno fatto i deputati Gentiloni e Giulietti a presentare un ricorso all'Autorità delle Comunicazioni».<br />
<p>Sullo "squilibrio televisivo" interviene anche il segretario comunale del Pd Alessandro Maggioni: «Sono numeri inequivocabili e che dimostrano nero su bianco come si stia giocando una partita dove le più elementari regole della democrazia vengono violate. È necessario che la competizione per l’elezione del sindaco di Venezia rientri immediatamente nei ranghi dell’equilibrio informativo in televisione. In questo senso chiediamo formalmente che i direttori delle testate televisive nazionali vi provvedano invitando Giorgio Orsoni a trasmissioni di informazione politica. In ogni caso - dice Maggioni - Orsoni riuscirà a conquistare la città: lo farà parlando a tu per tu con i cittadini, in un rapporto reale e non virtuale. Venezia ha bisogno di un sindaco da incontrare per strada e non da vedere solo alla tv. E se Orsoni è senza dubbio un candidato in 3D, una dimensione in carne ed ossa, Brunetta invece resta in versione 2D, quella degli schermi televisivi».<br />
<br/>fonte: <a href="http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=314787&Data=20100212&CodSigla=VE">Il Gazzettino.it</a>RICCARDO NENCINI: Rai. Questa censura è un danno per tutta la democrazia.2010-01-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it477516Alla data della dichiarazione: Pres. Consiglio Regione Toscana (Lista di elezione: Ulivo) - Consigliere Regione Toscana (Gruppo: L' Ulivo) <br/><br/><br />
“Come abbiamo già fatto noi, anche i Verdi giustamente protestano contro il tentativo in corso di ridurre l’informazione a poche voci, in una sorta di bipolarismo coatto deciso da non si sa chi e non si sa quando”.
Così il segretario del Psi, Riccardo Nencini.
“Di certo non sono stati i quasi quattro milioni di cittadini che non sono riusciti a eleggere propri rappresentanti in Parlamento in virtù di una legge elettorale unanimemente considerata la peggiore che sia mai stata concepita nella storia repubblicana. Abbiamo protestato – conclude Nencini - contro questa censura e continueremo a farlo in tutte le forme e le sedi consentite consapevoli che il danno viene inferto alla democrazia e non solo a noi”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitosocialista.it/site/artId__2483/307/988-RAI._NENCINI-_QUESTA_CENSURA_UN_DANNO_PER_TUTTA_LA_DEMOCRAZIA.aspx">Partito Socialista Italiano</a>Luca Vezzaro: Progetto Archivio2009-07-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391959Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Busto Garolfo (MI) (Partito: LISTA CIVICA) - Consigliere Consiglio Comunale Busto Garolfo (MI) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/><br />
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Busto Garolfo in collaborazione con il “Gruppo di ricerca storica” vara il Progetto Archivio.
<p>
Obiettivo è quello di arrivare alla digitalizzazione del maggior numero possibile di immagini e documenti storici di Busto Garolfo per creare un Archivio a disposizione delle future generazioni.
<p>
Il database sarà consultabile tramite il sito comunale ed i computer della biblioteca.
<p>
Invito tutti coloro dovessero essere in possesso di materiale storico a prendere contatto con l’Assessorato.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://lucavezzaro.wordpress.com/">blog personale</a>Emma BONINO: A Chianciano per la rivoluzione liberale - INTERVISTA2009-06-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391726Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
La leader radicale lancia la sfida per l’“assemblea dei mille”, in programma il 26, 27 e 28 giugno. <br />
Laicità, riforma economica e della giustizia i punti cardine attorno ai quali costruire nuove convergenze politiche.
<br />
Emma Bonino, vicepresidente del Senato, parla dei temi dell’assemblea di fine mese e del futuro dei Radicali. <br />
E della politica italiana.
<p>
<b>Che differenza c’è tra questa Chianciano e i due appuntamenti che l’hanno preceduta?</b>
<p>
Ci troviamo in una situazione nuova, all’indomani delle europee dove le altre tre liste che hanno mancato come noi il 4% erano tutte di coalizioni nate con l’obiettivo di superarlo e nulla più. Mentre la nostra costituiva il tentativo, certo arduo, di cogliere l’occasione "elettorale" non solo e non tanto per ottenere degli eletti quanto per irrobustire e incardinare la lotta, che Pannella chiama "partigiana", volta ad aiutare gli italiani a liberarsi dall’ormai letale sessantennio partitocratico, promuovendo una vera alternativa democratica in Italia. Il nostro è un tentativo estremo, armati di non violenza, condotto facendo appello a tutta la nostra capacità politica di dare corpo, voce, speranza, attualità a quella "rivoluzione liberale" che ancora manca al nostro Paese.
<p>
<b>
Può dirmi quali sono le altre questioni che affronterete?</b>
<p>
Tre questioni saranno centrali: riforma della giustizia, riforme economiche e la laicità come elemento cardine delle nostre istituzioni repubblicane, in un contesto in cui lo "Stato di diritto;’ è sempre più, per molti, un elemento marginale del convivere civile.
<p>
<b>Nelle scorse settimane avete rivolto diversi inviti ad altre forze, affinché trovino in questo appuntamento un momento di raccordo con la vostra iniziativa politica. Cosa vi aspettate e da chi lo aspettate?</b>
<p>
Noi ci aspettiamo che tutti coloro che condividono con noi almeno alcune delle battaglie per una grande riforma all’americana delle istituzioni, perla libertà di scelta e di ricerca, per la giustizia giusta, per l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e la creazione di un’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, per le riforme economiche e un nuovo welfare, si uniscano a noi, a cominciare dalle quasi 750mila persone - per noi letteralmente fonte di nuova vita - che ci hanno votato alle ultime europee sulla base di precise proposte per mettere fine al regime partitocratico.
<p>
<b>L’idea di coagulare un fronte laico, riformista, liberale, libertario e socialista era già all’origine della Rosa nel Pugno. Cosa ha fatto fallire quel progetto? E perché credete che oggi la stessa prospettiva e le stesse istanze possano trovare maggiore fortuna?</b>
<p>
Il progetto è fallito per la scarsa determinazione della componente socialista, che poi si è fatta attrarre da altre sirene. Abbiamo visto com’è andata a finire. Noi Radicali alle europee abbiamo ottenuto il 2,4%, un risultato insufficiente per tornare a Strasburgo ma che, politicamente, dimostra che continuiamo a esistere. Noi non vogliamo fare di Chianciano 3 una riunione di reduci ma piuttosto rilanciare un progetto che rimane valido in un sistema che stenta a diventare genuinamente bipartitico, e nel quale l’idea stessa - per non parlare della pratica - dello Stato di diritto diventa ogni giorno più evanescente.
<p>
<b>Parliamo del Pd. C’è chi dice che avete fatto di tutto per essere "trascurati"; insomma, che alle elezioni volevate andare da soli e siete stati ben felici del mancato incontro con Franceschini. È così? Al di là di questo, cosa resta di un rapporto che, poco più di anno fa, vi ha visti correre nelle loro liste? E quali sono le prospettive?</b>
<p>
Nessuno ama essere "trascurato", soprattutto se dimostra costantemente di essere portatore d’idee e di proposte. Noi abbiamo avuto un rapporto leale e proficuo con i gruppi parlamentari del Pd, anche se su molti temi abbiamo avuto posizioni diverse. E con il partito che il rapporto è stato inesistente sin dall’inizio e lo è diventato in maniera esplicita con Franceschini, che ha chiuso la porta in faccia alle europee facendo marcia indietro rispetto a un accordo sulla candidatura Pannella, sconfessando se stesso visto che all’epoca era vice di Veltroni e anzi annunciandoci di aver operato - da solo - un divorzio "consensuale". Il fatto è che il Pd non si è ancora capito cosa sia e non lo sapremo ancora per un pezzo. È difficile parlare di prospettive in un contesto di tale opacità e incertezza.
<p>
<b>Il berlusconismo è al tramonto?</b>
<p>
Più che di tramonto del berlusconismo parlerei di erosione dell’immagine pubblica di Silvio Berlusconi e della sua capacità di "governo", della famosa cultura del fare...
<p>
<b>Quali sono le altre forze da battere? Non parlo di sigle e partiti, quanto di culture, aree, tendenze, percezioni e credenze diffuse..</b>
<p>
Complessivamente penso che siamo passati, quasi inavvertitamente per i più, dallo status di cittadini, con i relativi diritti e doveri, a quello più informe di popolo; poi da popolo a pubblico o audience che dir si voglia. Da qui a "plebe" il passo è breve anche perché, come alcuni cominciano a far notare, l’audience altro non è che la versione moderna e mediatizzata della plebe. Poi vedo dosi massicce di opportunismo, dove le convenienze tattiche del momento hanno il sopravvento sulle convinzioni di sempre. Lo abbiamo visto al referendum dove ha stravinto l’astensionismo, che non può essere un fronte credibile di "resistenza" democratica né uno strumento educativo dal punto di vista del "conoscere per deliberare". Ho visto che molti cosiddetti liberali si sono rifugiati nell’astensionismo, anche al costo di sacrificare sull’altare il quesito sull’abolizione della candidature multiple da loro stessi definito come sacrosanto. Insomma, a coltivare convinzioni e legalità si è sempre più sparuti in questo Paese. Questo lascia grande spazio a coloro che, dopo quasi 150 anni, ritengono che nel nostro Paese sia ancora prematura una rigorosa divisione tra Stato e Chiesa. Di tutta evidenza, quello della difesa della laicità è un altro fronte dove continuare a stare in trincea. Anzi dobbiamo chiamare a raccolta tutte le forze e le energie disponibili per rilanciare queste battaglie in campo aperto. Per non parlare di un populismo sempre più evidente, con colorazioni razziste preoccupanti in particolare nell’adozione dell’assioma immigrati = criminalità = insicurezza, buono forse per vincere qualche punto alle elezioni, ma pessimo punto di partenza per una necessaria e rigorosa politica di integrazione.
<p>
<b>Pensa che ì Radicali continueranno nella loro battaglia così come la conosciamo - nonostante la loro forza elettorale sia esigua e rischino di veder compromessa la loro capacità di influenzare il dibattito pubblico - o, presto o tardi, si fonderanno con altre forze e altre tradizioni?</b>
<p>
La nostra forza elettorale sarà esigua ma è anche vero che non è una novità. Siamo abituati a fare i conti con poche truppe e ristrettezze economiche. Dall’altra parte non scommetterei troppo sulla nostra dipartita, in fondo siamo il partito più longevo sulla scena politica italiana. Facciamo ormai parte del vissuto italiano, da almeno tre generazioni, come nessuna altra forza politica e sociale. E da sempre siamo per un sistema bipartitico, quello vero, "americano" per intenderci, quindi siamo più che attrezzati, non è questo il problema. Il problema è come giocare una partita dove le regole non vengono rispettate e dove il n loco - in particolare quello dell’informazione è spesso truccato.
<p>
<b>Il vostro prossimo immediato obiettivo/traguardo?</b>
<p>
L’obiettivo è oggi quello di portare finalmente alla luce la democrazia da promuovere e affermare come nuovo ordine e forma del nostro tempo. Ampio programma? E probabile, ma è nei momenti difficili che occorre rimanere punto di riferimento per il presente e il futuro, continuando a lavorare per un cambio di cultura politica. Amiamo dire che noi siamo gente d’altri tempi, quelli futuri. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/news/2009/06/chianciano-la-rivoluzione-liberale">Terra - Andrea Boraschi </a>Marco PANNELLA: «Un risultato straordinario. La Rosa nel Pugno è pronta a risorgere» - Colloquio2009-06-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391478<br />«Si potrebbe ripartire da RnP e Sole che Ride»
<p>
Scavalcare il muro insormontabile del 4 per cento era un sogno e nulla più. Ne erano consapevoli.<br />
Ma a notte fonda, quando le proiezioni diventano dati consolidati, nel fortino storico dei radicale di Largo Argentina a Roma, è quasi festa.<br />
«Straordinario, compagni, il risultato della campagna di lotta è stato straordinario». Marco Pannella siede nella saletta di Radio Radicale e confessa: «Sono felice».<br />
Veri o verosimili che siano le proiezioni che si succedono, comunque è rinato. Rinvigorito. Resuscitato. Gongola, quando alle 23,30 Vespa spara da Porta a porta una prima proiezione che li darebbe a un insperato 3,1. Poi, via via i dati "veri" dalle sezioni li attesteranno attorno al 2,5-2,6.
<p>
Il pendolo continua a oscillare nella notte, ma Emma Bonino tira le somme: «Comunque vada c´è una nostra tenuta politica, soprattutto se si considera che non ci siamo presentati in una coalizione allargata e che veniamo da una competizione antidemocratica.<br />
Ora siamo pronti a rilanciare la Rosa nel pugno a fine giugno. Ci sentiamo rafforzati: se pensavano di liberarsi di noi, hanno fallito».<br />
Quel che conta è aver cacciato via lo spettro del tonfo, dello zero virgola, «con una campagna fatta con 350 mila euro che neanche un consigliere comunale...».
<p>
La sala grande della sede radicale è presto annebbiata dalla consueta nuvola gonfiata dalle troppe sigarette. Pannella saluta sereno l´Europarlamento, non ne fa un problema di cifre e guarda già avanti.<br />
«Il nostro bilancio di questa campagna è straordinario. Delle cifre faremo tesoro, non sarà sconfitta o trionfo. Contano soprattutto le 1.400 dichiarazioni di voto di compagni di sinistra che hanno deciso di votare radicale. <br /><br />
I nostri sono voti di democrazia. Strappati alla partitocrazia». Marco sta meglio ma porta i segni della battaglia. Lo sciopero della fame e della sete per rivendicare lo spazio dovuto ai radicali su tv e radio lo ha provato. Ma non abbattuto. Ora si dice pronto alla nuova sfida.
<p>«Dal 26 giugno, con l´assemblea di Chianciano, torneremo alla Rosa nel pugno e al Sole che ride». <br />
A mezzanotte Marco Cappato si prende lo sfizio di attaccare in diretta Bruno Vespa: «Fosse stato per lei, saremmo stati sotto lo zero». E il conduttore: «Ma avete avuto il 7 per cento degli spazi tv, più di Di Pietro e Udc?» Poi lo scontro si accende e Vespa saluta: «Arrivederci Cappato».<br />
<br />
Il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin fa un´analisi a freddo. Più che positiva. «Dobbiamo tenere conto delle condizioni di difficoltà estrema con cui il partito si è misurato, lo sbarramento al 4 per cento avrebbe significato 1,5 milioni di elettori.<br />
La Rosa nel pugno, giusto per capire, nel 2006 aveva preso 900 mila voti e sembrava un discreto risultato».<br />
E poi, «questa volta siamo andati da soli».
<p>Rita Bernardini, reduce dal voto al carcere di Rebibbia, sorride. «Sappiamo in che condizione non democratica viviamo in Italia, siamo partiti col 3 per cento degli italiani che sapeva appena dell´esistenza della lista e abbiamo quasi raggiunto il 3. Ora non ci fermeremo qui».
<p> In Parlamento stiamo ancora in gruppo col Pd. Ma quella sembra già acqua passata. L´appuntamento è a fine mese a Chianciano, con l´assemblea per rilanciare l´alleanza con socialisti, verdi «e chiunque ci stia».<br />
E per ricominciare una nuova avventura.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=MGYF2">La Repubblica - Carmelo Lopapa</a>Marco PANNELLA: Radicali? «Siamo solo noi» - INTERVISTA2009-06-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391442Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Si incazza Marco Pannella perché il palco copre la statua di Giordano Bruno, si incazza e poi si avvolge in un lungo discorso sull`attualità del gran nolano.<br />
Ieri pomeriggio a Campo de` Fiori. Pannella fa una scena delle sue, dice che è costretto a interrompere il comizio perché deve correre da Emma Bonino che tutta sola sta occupando la Rai a Saxa Rubra. Parlava già da quasi un`ora. Spiegava a un paio di centinaia di persone l`azione di Emma che ieri mattina, dopo aver registrato il messaggio elettorale dei radicali, aveva deciso di non andarsene più dallo studio tv. E non se ne vuole andare «fino a che non sarà riparato l`attentato ai diritti civili dei cittadini».<br />
I radicali attendono che la tv pubblica obbedisca al garante delle telecomunicazioni che ha ordinato un «riequilibrio» in favore della lista «con specifiche interviste di riepilogo informativo». <br />
E per questo ottanta militanti del partito stanno facendo lo sciopero della sete e della fame. <br />
Pannella no, Pannella ha appena finito. Da tre giorni ha ripreso a mangiare e bere, è stato in tv, si è messo a girare per comizi puntando a un difficilissimo 4%. Stella gialla sul taschino della giacca, 79 anni, tira tardi nella sede al terzo piano di via Torre Argentina dove la sera di lunedì abbiamo tentato di intervistarlo.
<br />
«Prima della prima domanda vorrei dire io una cosa eccessiva. E cioè: ci troviamo in condizioni storiche nelle quali noi con la nostra esperienza e la nostra resistenza di questi decenni abbiamo il diritto e il dovere di chiudere il sessantennio partitocratico.<br />
Proprio noi, senza radicamento, con percentuali molto basse, ci candidiamo a succedere e per questo chiediamo il voto».
<p>
<b>Cominciamo?</b><br />
«Cominciamo. E però vorrei avvertire che questa volta non è come la volta scorsa quando abbiamo accettato - e io con grande tormento - di andare col Pd dovendo subire il veto di Veltroni che ha permesso a Di Pietro di fare la lista e a noi no. <br />
Questa volta magari il 4% non lo prendiamo però abbiamo già fissato una Chianciano 2 a fine giugno dove abbiamo invitato tutti i partiti. <br />
Non crepiamo manco stavolta. Magari non riusciamo a mantenere questa unica sede che abbiamo, la paghiamo dal 1985. <br />
Noi non abbiamo mica i problemi di Rifondazione che quando si è spaccata si è dovuta dividere migliaia di sedi».
<p>
<b>Non sarà che fare tutta la campagna elettorale battendo solo sullo squilibrio dell`Informazione tv non paga?</b><br />
«Ma quando mai, sfido a trovare anche fuori dall`Italia discorsi di qualità europea come quelli che fa il nostro Aldo Loris Rossi. Lui è l`unico euromeridionalista. E noi siamo gli unici a parlare dei corridoi europei dei trasporti.<br />
In Normandia stanno costruendo una ferrovia che in 22 giorni arriva a Pechino. <br />
E ti saluto Italia, non ci vogliono più i 43 giorni navali. Dicono che in aereo le merci si trasportano prima? <br />
Ma il treno non inquina. Certo non ci fanno andare in televisione a spiegarle queste cose».
<p>
<b>Ma quando in pochi giorni lei è stato prima da Santoro e poi da Floris ha parlato dl nuovo di informazione negata.</b><br />
«Io sono stato felice che il presidente della Repubblica non abbia fatto il mediatore e l`arbitro com`è nella mia visione liberale, ma il garante perché ha riconosciuto che se a 20 giorni dal voto solo il 3% degli italiani era a conoscenza della lista Bonino-Pannella non era più un problema nostro, del partito. Ma della democrazia italiana che si stava andando a fare fottere. Poi io da partigiano colgo le occasioni che ho. <br />
E sono andato a denunciare alcuni fatti oggettivi, incontestabili. E cioè che la prima repubblica ha distrutto la democrazia e la costituzione in termini reali.<br />
È tutto scritto nel documento la Peste italiana che abbiamo fatto noi. E abbiamo potuto farlo perché non siamo masi stati soci partitocratici, ma solo e sempre l`opposizione della maggioranza e l`opposizione dell`opposizione».
<p>
<b>Siete stati anche maggioranza con la maggioranza, e con Berlusconi.</b><br />
«Abbiamo vissuto anche dall`interno e con grande coerenza. Noi lì abbiamo fatto un tentativo per tre anni, dal`93 al `96, così come abbiamo tentato sempre con il Pci quando c`era il Pci: Non è che ci siamo alleati con Berlusconi, abbiamo avuto un`iniziativa verso di lui così come l`abbiamo avuta anche con la Lega se è per questo e verso tutti i fenomeni sociali. <br />
Ma siamo sempre stati autonomi, era lui che firmava i nostri referendum. Io gli ho scritto cinque lettere, con questa Olivetti qui, e lui si lamentava che non riusciva a leggere ma io continuavo sadicamente, per ricordargli guarda che non hai ancora firmato...».
<p>
<b>Alla fine è stato un errore?</b><br />
«Siete voi che non avete capito niente di Mediaset. Bisogna leggerlo il libro 'Il baratto'. <br />
I socialisti erano solo gli stronzi che coprivano il vero accordo Pci-Mediaset. <br />
E Veltroni era il garante di tutto questo. Berlusconi è un prodotto della continuità partitocratica, è l`ultimo del sessantennio».
<p>
<b>Cioè non è così pericoloso?</b><br />
«Altro che se è pericoloso. Altrimenti me ne andrei in giro con la stella gialla?<br />
Stiamo dicendo che questa è la classica situazione in cui può succedere di tutto, anche quello che è già successo ma in forme nuove.<br />
Siamo alla metamorfosi del male fascista. Berlusconi è straordinario ma non è il genio del male. Si muove nel vuoto della democrazia, ha l`improvvisazione populista e ignorante ma non ha originalità. Insegue gli istanti e in questo momento è in difficoltà. <br />
La stella gialla significa sei milioni di morti ebrei ma anche undici milioni di morti tedeschi tra i quali il capo, Hitler, che ha fatto la fine del topo».
<p>
<b>Se la situazione è questa com`è che non fate fronte con nessuno? Litigate con tutti invece di cercare alleanze?</b><br />
«E con chi mi dovrei alleare, con le frattaglie? Con i compagni socialisti che nelle ultime sette elezioni hanno cambiato sette alleanze. <br />
Con Nichi Vendola che è stato lui a dire che siamo `incompatibili`? <br />
Il regime si scegli l`opposizione di comodo. L`altra volta avevano scelto Bertinotti, per dieci anni, e infatti è andato 71 volte a Porta a Porta e io 5.<br />
Stavolta si sono scelti Di Pietro. Tonino non fa paura». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=MDF3P">Il Manifesto - Andrea Fabozzi</a>Marco CAPPATO: Europee. Franceschini e Berlusconi alleati nella conservazione e contro il diritto dei cittadini a essere informati2009-06-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391440Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Non è un caso che in queste ore finali di campagna elettorale, proprio quando la RAI è condannata dall’autorità a riparare l’informazione negata, Berlusconi e Franceschini si alterneranno a Porta a Porta e Matrix, in violazione della legge sulla par condicio e del diritto dei cittadini a un’informazione pluralistica. <br />
E non è un caso che Franceschini non abbia finora voluto spendere una parola a sostegno della richiesta, avanzata dai rappresentanti di quattro liste elettorali tra le quali la Lista Bonino-Pannella, per la creazione di nuovi spazi di tribune e comunicazione politica.
<p> Se Franceschini volesse fare per un minimo una battaglia di alternativa e non di subalternità, dovrebbe fare propria la nostra richiesta di legalità nell’informazione.<br />
Il Segretario del PD invece ritiene che convenga a lui tanto quanto a Berlusconi -che abitano nelle televisioni insieme all’antagonista prescelto Antonio Di Pietro- che le regole sull’informazione non siano rispettate, e che prosegua quella politica del baratto che già il PCI aveva attuato nei confronti di Berlusconi.
<p>Franceschini e Berlusconi sono alleati nella conservazione del Regime partitocratico in Italia, nel conservare i finanziamenti pubblici ai partiti, il Concordato e i conflitti di interesse; sono alleati nell’opporsi al sistema anglosassone, alla riforma delle pensioni e del Welfare, alle riforme laiche sull’eutanasia e il divorzio breve, e sono uniti nel considerare “strategico” il rapporto con il criminale Gheddafi. <br />
Tanto basta per proteggersi a vicenda di fronte all’opinione pubblica, usando e abusando del monopolio RAISET.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=143082">www.radicali.it</a>