Openpolis - Argomento: intercettazioni telefonichehttps://www.openpolis.it/2012-07-17T00:00:00ZAntonio DI PIETRO: Perchè sto con i giudici di Palermo2012-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647431Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
Oggi intendo affrontare, in modo forte e chiaro, la questione del conflitto di attribuzione sollevato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nei confronti della procura di Palermo con riferimento alle intercettazioni telefoniche intervenute sull’utenza di Nicola Mancino, mentre questi in qualità di privato cittadino, seppur potente, telefonava appunto al Capo dello Stato.
<p>La questione è molto delicata e si deve affrontare con tutto il rispetto che si deve alle istituzioni, dal Presidente della Repubblica, ma anche alla Procura di Palermo, alle vittime di mafia, a tutti coloro che hanno lavorato e stanno lavorando per cercare di capire, in tutti questi anni, se c’è stata, e a che livello si è diffusa, la trattativa tra Stato e mafia. Trattativa fatta per evitare a qualche notabile di Stato di essere preso di mira dalla mafia. Si è svenduto il ruolo istituzionale per paura di avere conseguenze negative dalla mafia, tutto questo mentre altri coraggiosi servitori dello Stato, come Falcone e Borsellino, gli uomini e le donne delle loro scorte, morivano ammazzati.
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La nostra Costituzione garantisce al Capo dello Stato la totale immunità personale, ad eccezione del caso in cui egli venga accusato di attentato alla Carta. Non è il caso di specie, però c’è un qualcosa che può avvenire a livello naturale che non si può far finta di non vedere. <br />
Che cosa può accadere?
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Può accadere che persone non garantite da immunità parlamentare si trovino a parlare con il Presidente della Repubblica. In questo caso, non è che si può estendere anche a loro l’immunità, perché altrimenti potrebbero farla franca in tanti.
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Mettiamo il caso che un signore telefoni al Capo dello Stato e dica: “Ho ammazzato mia moglie, il suo corpo è sotterrato in giardino sotto un albero”. Insomma, facciamo finta di non sentirla quella telefonata? O invece posso usare quella telefonata per scoprire un reato di omicidio commesso non dal Capo dello Stato, ma da un altro?
<p>Poter decidere quindi quando il Capo dello Stato riceve una telefonata, intercettata non sul suo telefono, ma su quello di altre persone non tutelate da immunità parlamentari. Estendendo la cancellazione di queste telefonate, sic et simpliciter, soltanto perché dall’altro capo del telefono c’è il presidente della Repubblica, si corre il rischio di venire a conoscenza di fatti o circostanze utili a scoprire reati o addirittura scoprire che qualcuno sia innocente.
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Nei confronti del Capo dello Stato è giusto che non valga la telefonata, è giusto che non valga nessun indizio di colpevolezza, ma il fatto storico di una telefonata ricevuta al suo telefono e trasmessa da un altro apparecchio, quello sì sotto intercettazione, si deve poter valutare. E chi è che lo deve fare? Il giudice.
<p>Il Presidente della Repubblica dice che il giudice doveva valutarla e cancellarla, posto che non aveva nessuna rilevanza, ma il giudice non può valutarlo da solo perché il giudice in questione è il pm. Il pubblico ministero, nel nostro ordinamento, è una parte processuale, cioè rappresenta la pubblica accusa. Poi vi sono anche la difesa e il gip.
<p>Decidere se una telefonata è utile o meno a quel processo per l’accusa lo decide il pm, per la difesa lo deciderà l’avvocato della difesa. E alla fine ci sarà un giudice terzo che sente le ragioni dell’una e dell’altra parte e decide se quella telefonata si può cancellare o meno. Ma far decidere la cancellazione al Procuratore della Repubblica senza dare la possibilità di valutarla all’altra parte, cioè alla difesa, vuol dire attribuirgli un potere al di fuori della Costituzione. Questi potrebbe domani cancellare una notizia di reato che riguarda lui o qualche suo familiare.
<p>Proprio perché siamo in uno Stato di diritto, proprio perché dobbiamo rispettare tutti, noi riteniamo che sia più giusto e rispondente al dettato costituzionale la possibilità che: se viene intercettata una telefonata, indirettamente riferita al Capo dello Stato, cioè non sulla sua utenza telefonica, ma di un’altra persona che ha parlato con lui, questa conversazione non debba valere per il Capo dello Stato. Ma se debba valere, e in che limiti debba valere per gli altri soggetti processuali, questo deve essere vagliato in un’apposita udienza incidentale, in cui il giudice sente l’accusa e la difesa e decide se cancellare o meno la telefonata. Questo per quanto riguarda il diritto.
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Nel merito, Signor Presidente della Repubblica, stiamo parlando di un’indagine che riguarda la trattativa tra Stato e mafia. E c’è il dubbio che persone di altissimo rango istituzionale, in questo caso stiamo parlando dell’allora ministro degli Interni, di altri esponenti del governo di allora e dell’allora ministro della Giustizia, abbiano raggiunto un accordo al ribasso con elementi di spicco della mafia al fine di garantirsi l’incolumità personale, mentre altre persone, tra cui Falcone e Borsellino, venivano ammazzate.
<p>In una situazione di questo genere, ma proprio su questo processo, Signor Presidente, Lei ha trovato opportuno sollevare una questione di conflitto di attribuzione? Sicuramente, come gli stessi giudici hanno riconosciuto, Lei non ha nulla da temere da quelle telefonate. E allora in uno Stato democratico, in uno Stato di diritto, non è più eticamente accettabile che chi gode delle immunità faccia un passo indietro per un fine nobile? Ossia quello di scoprire la verità sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, mettendo a disposizione tutto ciò che può essere messo a disposizione in un processo alle parti processuali?
<p>Perché Lei oggi, proprio su questo processo, rifiuta di far sapere a terzi cosa vi siete detti con l’allora ministro degli Interni, Nicola Mancino, poi presidente del Senato, poi vicepresidente del Csm? Che cosa vi siete detti quando Nicola Mancino le ha chiesto un suo buon auspicio, un suo intervento, proprio per tutelarsi dalle indagini che la magistratura stava portando avanti? Si rende conto che una scelta così drastica, quella che Lei ha fatto oggi, non nobilita le istituzioni, anzi le mortifica? Ecco perché, come cittadino, io mi sento mortificato nel merito per la sua scelta molto chiusa nell’interpretare la Costituzione. Noi dell’IdV invitiamo i giudici di Palermo a: ‘resistere, resistere, resistere’.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.antoniodipietro.it/2012/07/perche-sto-con-i-giudici-di-palermo#more-5636">Blog personale</a>Giorgio NAPOLITANO: Intercettazioni telefoniche dalla Procura di Palermo. L'Avvocato Generale dello Stato incaricato di verificare lesività.2012-07-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647371Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
Affidato all'Avvocato Generale dello Stato l'incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni che questa ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato; decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione.
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Alla determinazione di sollevare il confitto, il Presidente Napolitano è pervenuto ritenendo "dovere del Presidente della Repubblica", secondo l'insegnamento di Luigi Einaudi, "evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell'occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce".
<p><br/>fonte: <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=28446">il Quirinale - Comunicato</a>Silvio BERLUSCONI: a Lavitola: "Vado via da questo paese di m..."2011-09-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it608023Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
In serata ho detto: "Sono qui e rimango qui per cambiare questo paese che ho definito in un certo modo".
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<p>"Io, sono assolutamente tranquillo... A me possono dire che scopo, è l'unica cosa che possono dire di me... è chiaro? Quindi io... mi mettono le spie dove vogliono... Mi controllano le telefonate... Non me ne fotte niente... Io... Tra qualche mese me ne vado per i c... miei... Da un'altra parte e quindi vado via da questo paese di merda, di cui sono nauseato... Punto e basta".
<p>La telefonata tra Berlusconi e Lavitola è stata intercettata dai pm della Procura di Napoli il 13 luglio scorso.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/ext/printNews.php?sec=News&cat=Cronaca&loid=3.1.2407975241">Adnkronos.com</a>Nichi VENDOLA: «Nessun malcostume nelle mie telefonate sono stato eletto per cambiare le leggi» - INTERVISTA2011-02-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558611Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Puglia<br/><br/><br />
Nelle Asl ho messo anche manager di centrodestra.
<p>«Io sono la prova che le intercettazioni telefoniche sono uno strumento fondamentale: senza, non avrei potuto dimostrare di essere innocente». <br />
Dopo 24 ore di «giramenti di testa», Nichi Vendola parla della sua sanità. Quella «clientelare», «da manuale Cencelli», «incondizionata e supina alle richieste della politica» per citare le parole del gip Giuseppe De Benedictis. «Quella di cui ora vado fiero» per dirla con il Governatore.
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<b>Presidente, lei voleva cambiare una legge per nominare un uomo di sua fiducia.</b>
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«Primo: un giudice e la procura stessa dicono che non c´è alcun rilievo penale nel mio atteggiamento e nemmeno un profilo di malcostume. Secondo: un altro giudice dice che non esiste nessuna cupola, ma singoli fatti che è giusto discutere nei processi.<br />
Terzo: se mi si contesta una modifica di legge, sono francamente strabiliato. È il mio mestiere. Io in quell´intercettazione chiedevo al mio assessore di cambiare una vecchia legge che impediva a un galantuomo, Rodolfo Rollo, di diventare direttore generale dopo essere stato commissario straordinario perché dipendente di quella azienda. Noi siamo intervenuti perché sentivamo necessaria garantire la continuità nella gestione di quella Asl. Ricordo che la norma fu approvata in commissione all´unanimità».
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<b>Il problema è politico: dalle intercettazioni viene fuori uno spaccato nel quale la politica interveniva nelle scelte della sanità.</b>
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«Io sono stato eletto per scegliere. Mi prendo le responsabilità delle decisioni che mi spettano. È bizzarro fare spoil system scegliendo anche manager che avevano lavorato con il centrodestra. Ora abbiamo cambiato la legge. Professori non pugliesi hanno fatto una selezione, noi sceglieremo tra gli idonei».
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<b>In un´intercettazione il sindaco Emiliano dice che lei voleva impadronirsi del sottosistema sanitario. Che voleva dire?</b>
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«Bisogna chiederlo a lui, sono parole in libertà. Quello che emerge è la crisi del rapporto di fiducia tra me e Tedesco e di come il Pd, del quale Emiliano era segretario, fa quadrato attorno a Tedesco, contro di me. Tanto da mettere in discussione la giunta».
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<b>Perché ha mandato via Tedesco?</b>
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«L´ho fatto dopo la prima agenzia di stampa che alludeva a una possibile indagine su di lui. Avevo già valutato la sostituzione: c´era una percezione diffusa che si facesse fatica a sottoporre il sistema sanitario a un controllo di legalità e di trasparenza. Non sono un procuratore ma si era lesionato il rapporto di fiducia e io seppur con delicatezza misi sul tavolo la questione. Il Pd si oppose ma, come nel caso Frisullo, posi a me stesso e al centrosinistra il problema della questione morale».
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<b>Se fosse in parlamento, voterebbe per l´arresto di Tedesco?</b>
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«Non sono in parlamento».
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<b>Hanno arrestato anche il suo capo scorta.</b>
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«La storia è quella di un agente che chiede insistentemente di far trasferire una cognata infermiera. Da questo fatto emerge che gli uomini a me più vicini, se dovessero mai chiedere un favore devono farlo a mia insaputa».
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<b>Ha avuto la solidarietà di Bondi e Cicchitto che le chiedono una parola contro "la barbarie" della diffusione delle intercettazioni telefoniche.</b>
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«Li ringrazio ma, lo dico con amicizia, non la ritenevo necessaria. Non mi sento sotto attacco: è giusto che chi ha un ruolo pubblico sia soggetto al controllo di legalità. Anche quando un provvedimento giudiziario mi può apparire ingiusto o frettoloso, come in alcune parti è quello del giudice De Benedictis che assai rispetto, mi avvalgo delle prerogative che la stato di diritto mi dà: semplicemente mi difendo, senza pensare di stracciare uno strumento d´indagine fondamentale come le intercettazioni telefoniche».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=XS3EL">la Repubblica - Giuliano Foschini</a>Gaetano Quagliariello: «C’è qualcuno nel PdL che non è più garantista» - INTERVISTA2009-10-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418466Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) <br/><br/><br />«Ci sono parlamentari intercettati senza autorizzazione»
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«Di fronte alle ultime vicende giudiziarie il partito si è mostrato troppo timido. Di questo passo rischiamo di perdere l’anima garantista, proprio ora che dobbiamo rispondere colpo su colpo».
<p> È pesante il richiamo che Gaetano Quagliariello indirizza ai suoi colleghi del Popolo della Libertà.<br />
«Nel partito tutti devono capire che il tema della giustizia, dopo la sentenza della Corte costituzionale sul “lodo Alfano”, è tornato centrale. Basta con questa sindrome di sudditanza culturale». Anche perché le sorprese, denuncia il vicecapogruppo del PdL al Senato, non sono finite:<br />
«Abbiamo notizia, e lo faremo presente nelle sedi opportune, di intercettazioni telefoniche in cui tra gli interlocutori vi sono alcuni parlamentari. Intercettazioni trascritte e inserite in atti giudiziari senza che nessuna richiesta di autorizzazione sia pervenuta alla giunta della Camera di appartenenza».
<p><b> Dov’è che il PdL sta chinando la testa?</b>
<p> «Sul “caso Cosentino”, ad esempio».
<p> <b>Il coordinatore del PdL campano su cui si addensano ombre giudiziarie che molti, finiani in testa, non vorrebbero candidare alla presidenza della Regione?</b>
<p> «Si può avere più o meno simpatia per Cosentino, e si può convenire o meno sull’opportunità di candidarlo. Quello che non deve accadere è che il nostro partito dia per scontato, proprio come fa il Pd, quello che scontato non è: la colpevolezza di Cosentino, ma anche l’esistenza di atti giudiziari di cui finora nessuno ha confermato l’esistenza»
<p><b>Cosa dovrebbe fare il Pdl?</b>
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<p><br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NRUHR">Libero - Tommaso Montesano </a>Antonio DI PIETRO: "Basta con l'uso di aerei di Stato, è peculato. Presenteremo un' interrogazione su questa torbida vicenda" 2009-05-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391371Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
"Questo vizio di utilizzare gli aerei di Stato per andare a vedere le partite, la formula uno o per andare a fare baldoria in riva al mare deve finire, perchè si chiama peculato".
<p>Lo ha affermato Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori, commentando la notizia secondo la quale il presidente del Consiglio avrebbe utilizzato aerei di Stato per la festa di Capodanno nella sua villa in Sardegna.
<p>"E' proprio da questi comportamenti che si vede chi è nelle istituzioni per farsi gli interessi propri e chi è nelle istituzioni per fare gli interessi della collettività. Noi di Idv - conclude Di Pietro - presenteremo un'interrogazione urgente in Parlamento perché si faccia subito chiarezza su questa torbida vicenda".
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Di Pietro aggiunge poi che "non contestiamo a questo governo i vizi privati, ma contestiamo il fatto che in politica economica non sta portando nessuno progetto, nessuna riforma strutturale, niente che si possa discutere ed esaminare in Parlamento. <br />
E' vergognoso che la settimana prossima alla Camera saremo costretti a discutere di intercettazioni telefoniche, invece che di disoccupazione e della crisi economica che investe le famiglie che non arrivano più alla fine del mese.<br />
E' questa la ragione fondamentale per la quale noi dell'Italia dei Valori chiediamo a questo governo di andare a casa, perchè non ha più la fiducia dei cittadini che ha tradito". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.apcom.net/newspolitica/20090531_122500_25599a9_63315.html">Apcom</a>Antonio DI PIETRO: Lettera aperta al Presidente della Repubblica.2009-02-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388627Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
Sig. Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,<br />
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ci sia permesso segnalarLe, nella sua qualità di <b>garante della Carta Costituzionale</b>, che, a nostro avviso, il Governo Berlusconi sta per porre in essere un altro strappo alla Costituzione.<br />
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Egli ha già <b>piegato</b> a sé il Parlamento con il ricorso massiccio ai decreti legge e al <b>voto di fiducia “obbligato”.</b><br />
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Ha già <b>occupato</b> l’informazione pubblica e privata in totale conflitto di interessi<br />
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Ha già <b>mortificato</b>, con il Lodo Alfano e con l’altra miriade di leggi ad personam che ha imposto, il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.<br />
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Ora, con un colpo solo, si accinge ad un <b>“poker di porcherie”</b> degno del peggior modello argentino: la nomina dei componenti del <b>Consiglio di amministrazione della Rai</b>, la modifica dell’organo di autogoverno della Corte dei Conti, la limitazione delle intercettazioni telefoniche, la modifica dei regolamenti parlamentari.<br />
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Occupando la Rai, i cittadini non potranno più sapere quel che accade nelle segrete stanze del potere e non potranno più esercitare alcun controllo democratico.<br />
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Modificando i componenti della <b>Corte dei Conti</b> – che ha il compito specifico previsto dalla Costituzione di controllare i conti della Pubblica Amministrazione - si mette anche tale organismo sotto il controllo dell’Esecutivo che, quindi, potrà falsificare a proprio piacimento i bilanci dello Stato senza che nessuno possa impedirglielo.<br />
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Limitando indiscriminatamente <b>le intercettazioni telefoniche</b> si impedisce alla magistratura di fare il proprio dovere e di contrastare efficacemente la criminalità organizzata.<br />
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Stravolgendo i <b>regolamenti parlamenta</b>ri si impedisce all’opposizione di esercitare i suoi diritti costituzionali e si riduce il Parlamento ad un <b>semplice zerbino dell’Esecutivo.
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Quello che sta avvenendo nel nostro Paese, ad opera dell'attuale governo, sembra ricalcare più le orme del <b> partito nazionalsocialista tedesco </b> degli anni 30 che quelle di una democrazia fondata sul diritto.<br />
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Ciò premesso, Le chiediamo – rispettosamente, ma con fermezza – di non rimanere in silenzio e di intervenire per evitare questo scempio della democrazia. <br />
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<b>Prima che sia troppo tardi.</b> <br />
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<br/>fonte: <a href="http://www.antoniodipietro.com/2009/02/lettera_aperta_al_presidente_d.html#comments">web site - Antonio Di Pietro</a>