Openpolis - Argomento: assistenza sanitariahttps://www.openpolis.it/2012-10-31T00:00:00ZMaria Antonietta FARINA COSCIONI: Sciopero della fame contro il mancato aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) 2012-10-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656660Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />Dalla mezzanotte di sabato 27 ottobre ho intrapreso uno sciopero della fame di dialogo e fiducia. Nei giorni scorsi un’analoga iniziativa era stata presa da numerosi malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica e di altre malattie neurodegenerative; una difficile, estrema iniziativa per persone che sono affette da malattie gravi e debilitanti,
e che certamente aggravava le loro quotidiane difficoltà.
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Con il mio corpo sano ho voluto prendere il loro posto in una ideale, ma anche concreta staffetta: una iniziativa insieme di “supplenza” e di dialogo, che intende – con gli strumenti della nonviolenza, fornire un’arma in più per superare gli ostacoli e gli impedimenti alla soluzione di questa annosa questione.
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Il lettore provi a immaginarsi per un momento malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) o di essere affetto da un'altra grave patologia neuro-degenerativa; provi a immaginarsi progressivamente con la mente lucida e il corpo che, giorno dopo giorno, ti abbandona, ti rende incapace di svolgere funzioni elementari come lavarsi, accudirsi, vestirsi... Provi a immaginarsi bisognoso di assistenza ventiquattr'ore su ventiquattro; e l'aiuto di cui si ha diritto che viene negato, perché lo Stato nelle sue articolazioni garantisce appena qualche ora la settimana, e per il resto deve pensarci la famiglia se può, se ha... Perché si tratta di malattie costose, che ti dissanguano, oltre a prostrarti e assorbirti.
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<b>La scelta dello sciopero della fame.</b><br />
Il lettore provi a immaginare tutto questo, e ora pensi che i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e il Nomenclatore - il tariffario che inserisca nel Servizio Sanitario Nazionale i moderni dispositivi d'aiuto, indispensabili per l'espressione e la comunicazione - da anni attendono di essere aggiornati, fermi a dieci e più anni. E ritualmente, ciclicamente, un mondo politico che è lesto ad approvare norme ad personam o a garantirsi privilegi e quote di finanziamento, invece ogni volta rimanda e promette, promette e rimanda. Questa questione dell'aggiornamento dei LEA e del Nomenclatore è una delle prime cose che mi ha visto impegnata quando ho varcato la soglia di Montecitorio. Da allora sono passati più di quattro anni, e siamo ancora al punto di partenza. Per questo dalla mezzanotte di sabato scorso ho intrapreso uno sciopero della fame, del quale fra qualche ora informerò il presidente del Consiglio Monti e i ministri della Salute Balduzzi e del Lavoro e politiche sociali Fornero.
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<b>La stessa protesta di numerosi malati di SLA.</b><br />
Nei giorni scorsi, numerosi malati di SLA e di altre malattie neurodegenerative hanno intrapreso una analoga iniziativa, una difficile, estrema iniziativa che vivono con grande fierezza, nonostante le intuibili difficoltà. Io - con il mio corpo sano - ho voluto prendere il loro posto di malati: iniziativa insieme di "supplenza" e di dialogo, che intende - con gli strumenti della nonviolenza - fornire un'arma in più per superare gli ostacoli e gli impedimenti alla soluzione di questa annosa questione. Già in passato ho dialogato con scioperi della fame e dato corpo ad altre iniziative per la libertà di cura. Nonostante l'impegno e le numerose assicurazioni, nonostante gli impegni formali assunti dal Governo la situazione, come ho detto, è ben lontana dall'essere risolta.
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<b>Eppure basterebbe davvero poco.</b><br />
Basterebbe una autentica volontà politica e uno stanziamento di risorse piuttosto modesto. E dunque: perché nonostante le ripetute assicurazioni, le tante promesse (un ordine del giorno approvato di cui sono prima firmataria impegna il governo in questo senso), ancora non si è fatto nulla? Per questo è importante, essenziale, che si parli, si sappia, si conosca.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2012/10/31/news/sclerosi_laterale_amiotrofica_sciopero_della_fame_di_farina-coscioni-45619228/">la Repubblica</a>Maria Antonietta FARINA COSCIONI: In sciopero della fame per i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)2012-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656343Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Dalla mezzanotte di sabato in sciopero della fame per i Livelli Essenziali di Assistenza che sono, ormai, l’equivalente dell’Araba Fenice: ciclicamente e ritualmente evocati, destinati nella pratica a restare lettera morta. L’ennesima conferma in occasione della recentissima conversione del decreto legge del 18 ottobre, che stabilisce l’aggiornamento dei LEA è fissato per il dicembre del 2012, e l’aggiornamento del nomenclatore entro il maggio 2013. Un ennesimo rinvio, dopo che il Governo aveva accolto, il 16 dicembre 2011, un mio ordine del giorno che lo impegnava a emanare il decreto dei LEA entro gennaio di quest'anno!
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Il Governo non ha rispettato il suo stesso impegno e il Ministro dell'economia e delle finanze non ha dato comunicazione al Parlamento delle ragioni ostative all'emanazione, così come si era impegnato. Al momento dunque la versione del nomenclatore in vigore è ancora quella del 1999: significa che in tantissimi, casi per disporre di ausili moderni, i malati debbono pagare di persona quello che sarebbe loro diritto avere gratuitamente.
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I disabili e le loro famiglie da troppo tempo sono lasciati soli in una situazione di difficoltà spesso disperata e disperante. Per questo dalla mezzanotte di sabato ho intrapreso uno sciopero della fame. Con la mia iniziativa, che, nel solco e nella tradizione nonviolenta radicale, intende essere di dialogo perché la legge e il diritto conclamati siano rispettati, sollecito un pronto intervento da parte del Governo; e in particolare dei ministri Balduzzi e Fornero, rispettivamente ministro della salute e delle politiche sociali. <p>
<b>Eppure basterebbe davvero poco.</b> Basterebbe una autentica volontà politica e uno stanziamento di risorse piuttosto modesto. E dunque: perché nonostante le ripetute assicurazioni, le tante promesse (un ordine del giorno approvato di cui sono prima firmataria impegna il governo in questo senso), ancora non si è fatto nulla? Per questo è importante, essenziale, che si parli, si sappia, si conosca.
<p><i>Maria Antonietta Farina Coscioni è Deputato Radicale, eletta nelle liste del Partito Democratico, Segretario della Commissione Affari Sociali e Presidente onorario dell'Associazione Luca Coscioni</i>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.associazionelucacoscioni.it/comunicato/dalla-mezzanotte-di-sabato-sciopero-della-fame">associazionelucacoscioni.it</a>DELIA MURER: Psichiatria, cure e sostegno - Interrogazione2012-09-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649754Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Riprende in commissione Affari sociali, alla Camera dei deputati, la discussione su alcune proposte di legge che puntano a modificare la normativa vigente in materia di assistenza psichiatrica.
<p>«Il testo su cui si ragiona – dice Delia Murer – non ci trova concordi. E’ sbagliato nell’approccio e nel contenuto. Non si pone il problema della cura e del sostegno alle famiglie, ma riedita il vecchio tema della sostanziale reclusione del malato, come se l’internamento fosse l’unica strada per l’assistenza psichiatrica. Noi chiediamo più servizi, più cure, più sostegni ai familiari».
<p>L’on. Murer ha anche depositato, alla Camera, una interrogazione al Ministro della Salute sull’uso della terapia denominata elettroshock, ancora in uso nonostante i tanti dubbi sollevati dalla comunità scientifica. Nell’interrogazione si chiede al Ministro se non ritenga di assumere iniziative, anche normative, per eliminare del tutto e definitivamente l'uso della TEC.
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<b>Il testo integrale dell’interrogazione</b><br />
MURER, BOSSA e FARINA COSCIONI. -<p>
Al Ministro della salute.
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- Per sapere - premesso che:
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con circolare del 15 febbraio 1999 dell'allora Ministro della sanità, inviata agli assessori alla sanità delle regioni e delle province autonome, si stabilivano le linee di indirizzo circa le pratiche della cosiddetta terapia elettroconculsivante (TEC) sottolineando come «nonostante la grande quantità di ricerche condotte negli ultimi decenni, non è stato ancora chiarito in maniera precisa il meccanismo d'azione della TEC. Inoltre, contrariamente a quanto ritenuto in passato, si ritiene oggi che la convulsione generalizzata sia insufficiente a spiegare l'efficacia terapeutica del metodo, e che siano fondamentali altri fattori, al di là della convulsione (Sackeim, 1994)»;
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il contesto in cui si è andata sviluppando ed affermando l'intera esperienza territoriale italiana nel campo della psichiatria pubblica e la cospicua legislazione nazionale e regionale, oltre che il sapere diffuso che è maturato in oltre trent'anni, in questo settore, non lasciano alcuno spazio a un ritorno al passato: questa pratica non può che essere in fortissima dissonanza con quanto fin qui realizzato. È doveroso continuare a contrastare la semplificazione delle risposte - che di norma producevano, prima della legge n. 180 del 1978, la costrizione e la chiusura del paziente - più che farsi carico della complessità dei bisogni e dei diritti inalienabili di quanti esprimono disagio e sofferenza, così come avviene oggi in tante realtà;
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la TEC risente in tutte le sue modulazioni di vecchie pratiche di violenza e di abusi, trattandosi comunque di una pratica finalizzata allo «spegnimento» piuttosto che al potenziamento e alla valorizzazione delle risorse personali del paziente. La TEC non cambia nei fatti la sua natura, e resta, pertanto, un trattamento che faceva dire già nel 1995 al Comitato nazionale per la bioetica che «la psichiatria attualmente dispone di ben altri mezzi per alleviare la sofferenza mentale...»; un trattamento indissolubilmente legato alla pratica manicomiale molto di più di qualunque altro trattamento biologico; nel manicomio l'intervento era sempre sul corpo del paziente ridotto ad oggetto dell'internamento. La TEC interviene sul corpo (oggettivato, passivizzato, anestetizzato) negando qualunque spazio alla relazione col paziente, che è il vero fondamento del lavoro territoriale, mentre altri interventi, per esempio quelli farmacologici, la consentono. Questo aspetto sarebbe sufficiente, ad avviso degli interroganti, a suscitare una riserva etica sull'uso della cosiddetta terapia elettroconvulsivante, tanto più che, sia in passato che ancora oggi, alla luce delle più recenti revisioni della letteratura scientifica (vedi anche in Read e Bentall), resta assolutamente controindicata, in ragione della sua inesistente incidenza risolutiva rispetto a trattamenti terapeutici quali la riabilitazione, gli psicofarmaci e le psicoterapie, e che rimane del tutto avulsa da qualsivoglia contesto comunicativo essendo chiaramente antiterapeutica;
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i dati, consegnati dal Ministro della salute Renato Balduzzi alla Commissione di inchiesta sul sistema sanitario nazionale, indicano che nel 2008 i pazienti con indicazione di trattamento di elettroshock sono stati 521, 480 nel 2009 e 405 nel 2010, per un totale di 1406;
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sarebbe opportuno conoscere se, tenuto conto del numero esorbitante degli elettroshock praticati nel triennio, siano state rispettate le indicazioni contenute nella circolare 15 febbraio 1999 e precisamente quelle indicate al punto 5 circa il monitoraggio, la sorveglianza e la valutazione, e specificamente quelle relative all'attivazione di un sistema di sorveglianza per monitorare e valutare indicazioni, frequenze, procedure ed esiti delle applicazioni, come il ricorso alla peer review (revisione fra professionisti alla pari) o ad un'apposita commissione composta da professionisti esterni alla struttura ove si effettua il trattamento, tenendo altresì conto che «la TEC non costituisce un presidio terapeutico a se stante, ma deve necessariamente essere considerata all'interno di un programma terapeutico personalizzato integrato con altri interventi;
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occorre verificare se prima di effettuare la TEC sia stata sempre istituita ed attivata la commissione tra pari o, come recita la circolare del 1999, l'«apposita commissione composta da professionisti esterni alla struttura dove si effettua il trattamento», al fine di vagliare scrupolosamente se persistevano tutte le condizioni ovvero:
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<b>a)</b> la congruità della diagnosi, atteso che restano assai poco chiare le verifiche scientifiche circa l'efficacia del trattamento TEC relativamente ai pazienti affetti da episodio depressivo grave con sintomi psicotici e rallentamento psicomotorio (classificazione ICD 10), quando non possono attuarsi terapie farmacologiche, ovvero nei casi di vera ed accertata farmacoresistenza e nei casi nei quali è controindicato l'uso di psicofarmaci e di documentati precedenti e gravi effetti collaterali imputabili agli antidepressivi;
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<b>b)</b> la verifica di tutta la documentazione clinica del paziente e della sua storia, con riferimento specifico ai precedenti trattamenti, alla durata degli stessi come anche gli eventuali fallimenti, compresi i trattamenti TEC ed i loro esiti;
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<b>c)</b> i criteri di valutazione indicati dal comitato di consulenza e verifica circa la risposta terapeutica, come la valutazione clinica dei risultati dei trattamenti prima e dopo ogni trattamento TEC -:
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se in tutte le regioni siano state istituite ed attivate le commissioni di valutazione e verifica e se siano in atto, da parte del Ministero della salute, verifiche, per quanto di competenza, puntuali nelle strutture pubbliche e private dove viene praticata la TEC, al fine di stabilire se ci si è rigorosamente attenuti, prima dell'effettuazione di interventi di TEC, a quanto espressamente previsto dalla circolare 15 febbraio 1999;
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se non ritenga di assumere iniziative, anche normative, per eliminare del tutto e definitivamente l'uso della TEC - che continua a mantenere il funesto mito della inguaribilità della malattia mentale e che le pratiche territoriali hanno definitivamente ed inequivocabilmente affossato nel nostro Paese - in ragione del rispetto dovuto ai sofferenti psichici, alla loro soggettività mortificata da tali pratiche, alle inesistenti evidenze scientifiche del trattamento. (5-07554)
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<b><a href="http://parlamento.openpolis.it/singolo_atto/92408">La scheda dell'Interrogazione su OpenParlamento</a></b><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it/attivita-parlamentare/interrogazioni/455-psichiatria-cure-e-sostegno.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Alberto Suppa: "Taccona: manca il medico nella frazione"2011-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it769126Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Muggiò (MB) (Gruppo: PD) <br/><br/>Taccona, più di 6mila abitanti, frazione di Muggiò. Da oltre un anno i tacconesi possono contare solamente su un medico di base (in piazza Libero Grassi) a causa del trasferimento di uno dei due medici che storicamente operavano sul territorio tacconese. La maggior parte dei medici di base infatti ha deciso di aprire il proprio studio a Muggiò.
Tale situazione costringe ogni giorno decine (forse centinaia) di tacconesi ad attraversare con la propria auto la città in lungo ed in largo, contribuendo all’inquinamento ed alla congestione locale dovuta al traffico e costituendo un problema per molti, soprattutto anziani, che hanno problemi di autonomia e mobilità.
Il Partito Democratico, nel 2010, chiese al Sindaco di intervenire presso l’ASL e di farsi carico di un problema che interessa tutti, ma il Sindaco se ne lavò le mani rispondendo: “Non è compito mio”.
Nessuno chiede al Sindaco di risolvere con la bacchetta magica problemi che non fanno direttamente capo al Comune, ma di farsi carico del problema e difendere e rappresentare gli interessi e i diritti dei muggioresi in diverse sedi. Detto in politichese: far sentire il suo “peso politico”.
E’ stato eletto dai cittadini anche per questo. Non solo per tagliare i nastri alle inaugurazioni.
Il problema è più profondo. Dopo soli due anni, il Sindaco di Muggiò e l’intera coalizione Lega Nord + PDL si stanno rivelando sempre più lontani dalla gente. Ogni giorno sempre più persone affermano con un pizzico di sdegno il proprio disagio nel non sentirsi ascoltati e rappresentati da una maggioranza che ha conquistato il potere nel 2009 ed ora se ne sta arroccata nel Palazzo in attesa di chissà cosa.<br/>fonte: <a href="http://pdmuggio2009.blogspot.it/2011/04/il-sindaco-di-centrodestra-se-ne-lava.html">PD Muggiò</a>FABIO RIZZI: "Giusto curare i clandestini, ma poi vanno denunciati"2009-01-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388649Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Lega) - Sindaco Comune Besozzo (VA) (Partito: Lega) - Consigliere Consiglio Comunale Besozzo (VA) (Lista di elezione: Lega) <br/><br/>«Garantire l’assistenza sanitaria a qualsiasi individuo, a prescindere dalla sua posizione sociale, legale o economica è doveroso per una società civile – precisa -ma il medico ha anche dei doveri come pubblico ufficiale e quindi, dopo aver curato deve anche denunciare i reati di cui è a conoscenza. Accade già per ferite d’arma da taglio o da fuoco e dovrebbe valere anche per la condizione di straniero irregolare».<br/>fonte: <a href="http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/46540/">la Provincia di Varese</a>