Openpolis - Argomento: movimento per la sinistrahttps://www.openpolis.it/2012-01-21T00:00:00ZClaudio GRASSI: Caro Vendola, fai più chiarezza 2012-01-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it623405<br />
Se è vero che il pericolo di una svolta autoritaria è concreto, è sempre più urgente e necessario moltiplicare gli sforzi per costruire la più vasta unità della sinistra politica e sociale, affinché il disagio dilagante nella società trovi un riferimento, interlocutori credibili, interpreti efficaci. Rivolgiamo questo appello unitario a tutti: alle forze politiche e di movimento, al centro e sui territori.
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Si ha l'impressione che, forse per l'inconsapevole timore di guardare in faccia una realtà inquietante, stentiamo spesso a mettere insieme i diversi pezzi di analisi di cui, pure, siamo in possesso. Dell'estrema gravità della situazione sociale causata dalla crisi siamo tutti ben consapevoli. Meno, forse, dei pericoli che essa comporta.
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Limitiamoci a ricordare due sintomi della macelleria sociale in atto: la catena di suicidi di lavoratori rimasti senza lavoro e senza prospettive, e di piccoli imprenditori, strozzati dalla stretta del credito e dalla perdita di commesse; e la cacciata della Fiom dalle fabbriche - segnale di un'autentica regressione protofascista - mentre la ministra del Lavoro insiste (in continuità con il predecessore) sulla necessità di cancellare le garanzie contro i licenziamenti arbitrari.
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Ma questa è solo una faccia della medaglia. L'altra - che consideriamo come se si trattasse di un altro pianeta e che è invece strettamente connessa alla prima - è il concreto rischio di una svolta autoritaria. Ci ricordiamo dei rigurgiti populisti e del ribollire di un sottosuolo imbevuto di ignoranza e di odio quando registriamo le sconcezze razziste della Lega di Bossi e Borghezio (e di quel consigliere comunale di Albenga che invoca il ripristino dei forni crematori) e quando le nostre città sono teatro di pogrom o di fatti di sangue, com'è accaduto da ultimo a Torino e a Firenze. Ma questa componente della scenario sociale è un dato strutturale, che minaccia di saldarsi, con effetti disastrosi, alle conseguenze sociali della crisi economica. L'Italia ha una storia inequivocabile, che dovrebbe allarmare, come debbono inquietare i fatti di Ungheria e i sondaggi francesi che documentano un'incalzante espansione del bacino elettorale del Front National.
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Quali rischiano di essere le conseguenze politiche dei contraccolpi sociali della crisi? Davvero ci sarebbe da stupirsi se - dato il generale disorientamento politico di massa - emergesse anche da noi la diffusa invocazione di una guida forte, di un salvatore della patria? Quando si è perso tutto, come sta accadendo a tanta gente che resta senza reddito e senza speranze per sé e per la propria famiglia, la partecipazione e la democrazia sembrano inutili lussi. E davvero dovremmo meravigliarci se l'indicazione di colpevoli o nemici interni servisse a convogliare risentimenti diffusi nel sostegno a una svolta autoritaria?
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Non solo grave, dunque, ma anche gravida di pericoli è la situazione che si è venuta producendo a seguito della crisi e delle sciagurate politiche praticate dai governi Berlusconi e Monti. Anche in relazione al governo in carica diciamo politica, poiché tale - e pessima - è la scelta di far pagare i costi del malgoverno (neoliberismo, declino industriale, iniquità ed evasione fiscale) e della speculazione finanziaria sempre e soltanto al lavoro, tagliando il welfare e i trasferimenti agli enti locali, e aumentando tariffe, accise e imposte indirette. A dirlo non siamo soltanto noi comunisti, da sempre persuasi che la politica economica sia cosa troppo seria e importante perché la sia abbandoni all'irrazionalità dei «mercati» e la si definisca in base agli interessi - necessariamente di breve - del capitale privato. Fermi atti di accusa contro le politiche rigoriste (leggi: recessive) sono pronunciate ogni giorno da autorevoli voci della cultura borghese democratica e da fior di economisti come Paul Krugman e Joseph Stiglitz.
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Proprio Stiglitz qualche giorno fa ha scritto parole inequivocabili in proposito. Se i governi abbandonassero l'ossessione distruttiva per l'«austerità» e affrontassero problemi a lungo termine (politiche ambientali ed equità fiscale) si porrebbero valide premesse per una dinamica espansiva capace di ridurre massicciamente la disoccupazione e di far crescere in misura rilevante la domanda aggregata. Al contrario, le politiche di «risanamento» e pareggio acuiscono la recessione perché ostacolano la crescita, senza la quale la crisi del debito è destinata a inasprirsi. Sono osservazioni di puro buon senso, che auspicheremmo suscitassero anche l'attenzione del nostro presidente della Repubblica, il cui messaggio augurale di fine d'anno ha colpito soprattutto per la sicurezza con cui Napolitano sposa - sino a presentarla come l'unica sensata, anzi come la sola possibile - una opinabile e discussa interpretazione delle cause della crisi e, soprattutto, dei rimedi per superarla.
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Ma, a fronte delle responsabilità dei governi (e delle forze politiche che via via li sostengono), risaltano anche quelle della sinistra. Le persistenti divisioni tra le forze organizzate sono un problema che diviene, ogni giorno di più, una colpa grave. Se è vero che il pericolo di una svolta autoritaria è concreto, è sempre più urgente e necessario moltiplicare gli sforzi per costruire la più vasta unità della sinistra politica e sociale, affinché il disagio dilagante nella società trovi un riferimento, interlocutori credibili, interpreti efficaci: insomma, una rappresentanza che non sia quella delle forze che mirano a precipitare il Paese in nuove tragiche avventure!
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Rivolgiamo questo appello unitario a tutti i soggetti della sinistra politica e sociale, senza eccezione: alle forze politiche e di movimento, al centro e sui territori. Lo rivolgiamo anche a Sel e a Nichi Vendola, nella cui intervista apparsa su l'Unità di domenica 15 gennaio abbiamo colto un cambiamento di linea nel segno della consapevolezza che il necessario confronto col Pd debba svilupparsi su basi programmatiche avanzate. Ma proprio per questo confessiamo di non comprendere l'unilateralità del suo sguardo e dell'argomentazione. A questo punto l'ostentata omissione della Fds dal quadro degli interlocutori presi in considerazione rischia di apparire una conventio ad excludendum: una riproposizione dell'antico «fattore K», tanto più sconcertante alla luce della biografia politica del presidente della Puglia.
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Siamo convinti che non sia questa l'intenzione di Vendola, e che egli sia ben consapevole che oggi ogni sforzo debba mirare all'obiettivo di ricostruire il più ampio schieramento di forze di alternativa. Per questo ci auguriamo che trovi presto l'occasione di tornare sui temi della sua intervista (la necessità che la sinistra non si lasci attrarre nell'orbita di politiche destrorse e, al contrario, operi per un'agenda politica fondata su inderogabili priorità, a cominciare dalla giustizia sociale e dai diritti del lavoro) e di riformulare in termini più inclusivi la propria proposta politica. Le drammatiche conseguenze della crisi aprono profonde crepe nel rapporto di fiducia tra l'elettorato e i partiti che sostengono il governo (la somma degli indecisi e delle astensioni supera ormai la metà del corpo elettorale) e offrono alla sinistra una straordinaria opportunità. Ma è in gioco anche una grande responsabilità, alla quale ciascuno ha l'onere di far fronte. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/1/21/19103-caro-vendola-fai-piu-chiarezza/">www.controlacrisi.org</a>Paolo FERRERO: Verso il 15 ottobre. "Occorre un movimento antiliberista di massa" - INTERVISTA2011-10-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617295<br />
<i>Nella direzione nazionale di Rifondazione Comunista giungono notizie sempre più positive per la manifestazione di sabato. Saranno in migliaia le compagne e i compagni vicini al partito e alla FdS che si preparano a raggiungere Roma, consapevoli di ritrovarsi forse alla prima tappa di un percorso di cambiamento molto radicale non solo nel Paese. Paolo Ferrero, segretario del Prc, giudica molto importante l’impegno del partito in questa mobilitazione, tanto nella sua espansione del 15 ottobre quanto nel radicamento nei territori.</i>
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«Il problema che abbiamo in Italia è quello di non cadere dalla padella nella brace. Dobbiamo riuscire a cacciare Berlusconi ma non dobbiamo permettere che si costituisca un governo senza che cambi la sostanza del proprio operato. Per questo occorre costruire un movimento antiliberista di massa e lavorare affinché diventi anticapitalista. La crisi è del liberismo e solo uscendo da questo si può determinare una soluzione della crisi. Non basta prendersela contro questo o quel leader, dobbiamo affrontare l’origine del problema. Perciò siamo interessati a costruire unitariamente un movimento che deve sedimentarsi nei territori e divenire punto di aggregazione di massa».
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<b>Su quali prospettive secondo te?</b>
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«Affinché possa proseguire credo occorrano due elementi fondamentali. Innanzitutto la democrazia e la partecipazione. Non è casuale che ad aprire la manifestazione di sabato ci siano esponenti di vertenze in corso, e poi realtà come i comitati per l’acqua e il movimento della Val di Susa. Rappresentano una istanza di democrazia e della partecipazione dal basso e che mirano agli interessi e al potere del popolo intero. Anche per questo noi proporremo un referendum per l’abolizione dell’Articolo 8 della manovra e della Legge 30 sulla precarietà. Il secondo elemento riguarda il fatto che questo movimento deve poter decidere e mantenere una autonomia dal quadro politico. La sua costruzione deve restare indipendente dalle dinamiche ristrette, non deve piegarsi sulle elezioni cercando la propria soluzione in questa o quella lista. Il punto che secondo me deve essere posto è quello di una strategia di allargamento degli spazi di democrazia».
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<b>Ma sono molto diffuse nel movimento le posizioni di chi rifiuta la presenza dei partiti, avverte la distanza dalla politica e si sente irrappresentabile.</b>
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«Si tratta di una distanza che è frutto della distruzione che si è operata della democrazia attraverso il bipolarismo e attraverso partiti che non fanno il loro mestiere. Una questione seria a cui ognuno deve dare una risposta. Il nostro rapporto con i movimenti vuole essere quello di esserci costantemente e coscientemente sottolineando la necessità di autonomia ed evitando ogni forma di strumentalizzazione. Ogni volta che si partecipa devono essere chiare e dichiarate le ragioni per cui si è presenti».
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<b>L’appello del Coordinamento 15 ottobre è breve e denso. Quali sono le ragioni per cui il Prc ci si riconosce?</b>
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«Per noi il senso è abbastanza semplice: o l’Europa cambia politica e non si deve pagare il debito. Pagare significa essere macellati e finire come la Grecia. Non lo diciamo per uscire dall’euro. L’obbiettivo è costringere l’Europa a cambiare politica ma perché cambi realmente non si può restare nelle regole già dettate. Sono regole fatte per mantenere lo status quo, è per questo che da queste regole bisogna uscire».
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<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Conflitti/2011/10/14/16441-verso-il-15-ottobre-intervista-a-paolo-ferrero-prc-evitare/">Controlacrisi.org</a>Fausto BERTINOTTI: «Alle Europee? Tanto peggio, tanto meglio» - INTERVISTA2009-05-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391180<br />
Abbiamo avuto due sinistre. Non ne abbiamo
più nessuna. Dobbiamo provare a ricostruirne una». Fausto Bertinotti chiude con questa frase “Devi augurarti che la strada sia lunga” (Ponte alle Grazie, 229 pagine), che sta per arrivare nelle librerie.<br />
«Non ero molto convinto di farlo», spiega nel suo studio al quarto piano di Palazzo Theodoli, sede della Fondazione della Camera di cui è presidente. A sollecitarlo sono state Ritanna Armeni e Rina Gagliardi, insieme alle quali poi lo ha scritto. Attraverso «il cannocchiale di un’educazione sentimentale», stila un bilancio e analizza «le ragioni di una
sconfitta». Si parte dall’infanzia nella «Milano operaia» e si finisce, appunto, sul fatto che oggi in Italia
non esiste più la sinistra. <br />
Per l’ex segretario di Rifondazione comunista è necessario un «big bang» per chiudere con gli esperimenti fin qui falliti (dal Pd al Prc) e riportarla in vita.<br />
Tanto che quando l’intervista è finita e si avvia verso l’uscita che dà su piazza del Parlamento, Bertinotti si
lascia andare a una battuta: «Io non l’ho mai detto, ma per il risultato delle europee è proprio il caso di dirlo: tanto peggio tanto meglio». Una battuta, appunto, perché questa «destra populista» va contrastata e perché il suo voto alla sinistra (e libertà) non lo farà mancare. Ma che non è poi così estranea al ragionamento che fa l’ex presidente della
Camera.
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<b>Perché sostiene che la sinistra non esiste?</b>
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«Una sinistra diffusa esiste. Anzi, è visibilissima la contraddizione tra quella che esiste nel paese e il vuoto
di sinistra politica, l’assenza di un discorso e di una forza organizzata di questo tipo. Basti pensare che
per la prima volta nella storia repubblicana c’è stato uno sciopero generale organizzato dalla Cgil senza che il
maggiore partito di opposizione vi abbia aderito. Una manifestazione come quella della Cgil al Circo Massimo
mette sulla scena un popolo laburista come non c’è in nessun altro paese europeo. A cui non corrisponde però un
partito.E questo vuoto lascia sul campo solo il populismo, rappresentato da Berlusconi, dalla Lega e da Di Pietro. Siamo di fronte a una solitudine degli operai. Che non a caso, come ha mostrato un recente sondaggio, votano più il Pdl che non il Pd».
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<b>Gli operai, stando al risultato delle politiche, non votano troppo neanche la sinistra radicale. Che in quest’anno non è riuscita a risalire la china.</b>
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«Dalla sconfitta elettorale si è ricavato il peggio a sinistra. Ci sono state conseguenze più disastrose del risultato medesimo, sia nell’accentuazione che nel Pd si è presa come partito senza radice sociale, sia nella regressione neoidentitaria che ha colpito Rifondazione comunista».
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<b>Partito che lei ha guidato per 12 anni: avrà delle responsabilità per come si è conclusa la vicenda, o no?</b>
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«Io ho tentato un revisionismo di sinistra, ho provato a produrre una rinascita partendo dall’incontro tra il movimento operaio e il movimento altermondista. Noi siamo stati, lo dico anche con orgoglio, l’unico partito al mondo che è stato ammesso alla firma del Social forum di Porto Alegre.<br />
E poi su Genova abbiamo investito tutta la nostra forza. Il dubbio che oggi ho è di non aver osato troppo in
quell’occasione».
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<b>Cioè?</b>
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«Forse lì, dopo Genova, Rifondazione comunista avrebbe dovuto tentare di fare l’operazione dell’araba fenice, risorgere dalle sue ceneri, proporre la costruzione di un nuovo soggetto politico. Non, come giustamente
abbiamo fatto e come secondo me bisognerebbe continuare a fare, a fine corsa. Ma lì, nel pieno di un movimento allo stato nascente».
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<b>Nel libro parla del fallimento del governo dell’Unione e di Prodi come
“spregiudicato uomo di potere”: perché?</b>
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«Il fallimento del governo Prodi è derivato dalla sua impermeabilità alla
società italiana e al movimento. Era fortissima la domanda di cambiamento, erano tante le attese, tutte
fondate sulla discontinuità rispetto al governo Berlusconi. <br />
Questa discontinuità non c’è stata. Basti pensare alla prima Finanziaria, all’aspettativa di un minimo di redistribuzione, quando noi invece abbiamo fatto l’operazione del cuneo fiscale».
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<b>Voi non avete commesso errori?</b>
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«Per un verso abbiamo sopravvalutato la permeabilità del governo alla sinistra. E forse abbiamo sopravvalutato noi stessi. Cioè abbiamo pensato che anche qualora il movimento avesse una fase di stanca, la sinistra radicale avrebbe potuto alimentare questa permeabilità. Ma non abbiamo fatto i conti con la nostra esiguità di peso, nella società».
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<b>Esclude che un tipo diverso di centrosinistra possa riuscire dove voi avete fallito?</b>
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«Il centrosinistra italiano può essere idoneo ad accompagnare la modernizzazione, si veda ad esempio
l’introduzione dell’Euro, ed è invece totalmente inidoneo ad operare la trasformazione, cioè la riforma
economica e sociale del paese. Per quanto riguarda lo specifico del governo Prodi, dietro il programma di
180 pagine, avanzato, c’era come nascosto un programma reale di cui erano depositarie le forze moderate del centrosinistra, la tolda di comando di quell’esecutivo. Ed era un’idea di sostegno delle ragioni
della globalizzazione capitalistica, intesa come modernizzazione da sostenere e non come restaurazione
capitalistica».
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<b>E lei in tutto questo? Sicuro che abbandonare la guida del Prc ed assumere il ruolo di presidente della Camera sia stata la scelta giusta?</b>
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«Riconosco che è stata una scelta problematica, perché era stata pensata in continuità con la storia della
sinistra italiana, che aveva occupato quel posto come valorizzazione del Parlamento quale luogo di accrescimento della democrazia nel paese.Questo punto conteneva un errore analitico. Cioè non ha visto quanto la tendenza a far prevalere l’esecutivo sulle assemblee avesse logorato gli istituti parlamentari nella realtà. Tanto che quando ci venne addosso l’offensiva della casta ha potuto far breccia perché agli occhi del paese il Parlamento non è più il luogo della decisione ma è quasi un lusso.<br />
Me ne sono accorto poco dopo che ho assunto quel ruolo, di fronte alla decretazione sempre maggiore, al fastidio crescente da parte dell’esecutivo per il dibattito parlamentare, per le sue lungaggini».
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<b>Parla della scorsa legislatura?</b>
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«Sì. Figuriamoci adesso». <br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LS8RA">l'Unità - Simone Collini</a>Roberto MUSACCHIO: Rai: Il Regolamento viola la libertà di espressione politica in Italia2009-04-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390995Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/><br />
E' stata presentata quest'oggi da Umberto Guidoni, Roberto Musacchio, Claudio Fava, Pia Locatelli e Monica Frassoni, eurodeputati di Sinistra e Libertà, un'interrogazione alla Commissione europea sul regolamento recentemente approvato dall'Ufficio di Presidenza della Commissione di Vigilanza RAI che esclude, nel periodo precedente alla presentazione delle liste elettorali, importanti forze politiche dall'informazione politica televisiva italiana.
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Si riporta di seguito il testo integrale dell'interrogazione
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Il regolamento approvato il 15 aprile scorso dall'ufficio di presidenza della commissione di vigilanza Rai per l'accesso all'informazione televisiva in merito alle prossime elezioni europee, oltre ad essere stato adottato attraverso una procedura straordinaria che poco rispetta il pluralismo, nel suo contenuto esclude rilevanti forze politiche dall'informazione politica televisiva nel periodo precedente alla presentazione delle liste elettorali. All'articolo 3 punto 2 del suddetto regolamento si indicano infatti requisiti estremamente restrittivi per forze politiche di recente formazione, tali da escludere dalle tribune elettorali liste come "Sinistra e libertà" che oggi sono presenti al parlamento europeo addirittura con 12 deputati.
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Tutto questo avviene, per giunta, in un contesto di quasi totale assenza di una informazione sull'attività parlamentare europea da parte delle Tv italiane.
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La Commissione ritiene che questo regolamento sia conforme allo spirito e alla lettera delle norme europee che garantiscono il diritto all'informazione e il pluralismo dei media?
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La Commissione non pensa che l'esercizio del diritto al voto può solo essere l'esercizio di un diritto informato (grazie anche a un'informazione imparziale ed equilibrata da parte dei mezzi di comunicazione di massa)?
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<br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu">robertomusacchio.eu</a>Roberto MUSACCHIO: Verità su morte Tomlinson e sospensione G82009-04-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390994Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/>In seguito al giallo della morte di Tomlinson avvenuta durante le manifestazione anti-G20 a Londra, Musacchio di Sinistra e Libertà chiede di accertare le verità sl decesso e di sospendere il vertice del G8 alla Maddalena.
“Subito dopo la morte di Ian Tomlinson, nel corso delle manifestazioni di Londra contro il G20 - afferma l’europarlamentare di Sinistra e Libertà Roberto Musacchio - avevo avanzato un’interpellanza al parlamento europeo perchési accertassero la reale dinamica di quel tragico evento. Ora, dopo i risultati della seconda autopsia, è più che mai urgente che si indaghi a fondo e si accerti la verità sulla morte di Tomlinson”.
“E’ evidente - prosegue Musacchio -che la repressione delle manifestazioni di protesta nel corso di questi vertici internazionali, la cui utilità è più che discutibile, rende molto alta la possibilità che questi appuntamenti degenerinino in tragedia. Credo che sia necessario valutare a fondo l’ipotesi di interromperli definitivamente e che sia ancor più necessario sospendere immediatamente il vertice del G8 alla Maddalena”.
<br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu">www.robertomusacchio.eu</a>Roberto MUSACCHIO: 64 Eurodeputati aderiscono alla manifestazione della Cgil del 4 aprile2009-04-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390832Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/><br />
Dopo la firma di 22 eurodeputati italiani, arrivano altre adesioni alla manifestazione della CGIL da deputati europei di tutta Europa.
Fra i primi firmatari, Martin Schulz, presidente del gruppo PSE, Francis Wurtz, presidente del gruppo GUE/NGL.<br />
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Iniziativa promossa da Roberto Musacchio, GUE/NGL, e Gianni Pittella PSE <br />
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Bruxelles, 01/04/09<br />
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"Aderiamo alla manifestazione indetta il 4 aprile dalla CGIL a tutela del contratto nazionale di lavoro e per l'unità del mondo del lavoro. In una fase di grande difficoltà sociale ed economica, è necessario che il ruolo sindacale sia tutelato e che le strutture contrattuali vengano rinforzate". <br />
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FIRMATARI<br />
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Martin Schulz, Presidente del gruppo PSE<br />
Francis Wurtz, Presidente del gruppo GUE/NGL<br />
Roberto Musacchio, Movimento per la Sinistra, GUE/NGL<br />
Gianni Pittella, PD - PSE<br />
Giulietto Chiesa - PSE<br />
Luisa Morgantini- GUE/NGL<br />
Pasqualina Napoletano- Sinistra democratica- PSE<br />
Giusto Catania- PRC- GUE/NGL<br />
Guido Sacconi- PSE<br />
Vincenzo Lavarra- PD-PSE<br />
Claudio Fava- Sinistra democratica- PSE<br />
Monica Frassoni- Verdi<br />
Vittorio Agnoletto- PRC- GUE/NGL<br />
Giovanni Berlinguer- Sinistra Democratica- PSE<br />
Umberto Guidoni- Unire la Sinistra- GUE<br />
Antonio Panzeri- PD- PSE<br />
Pia Locatelli, PSE<br />
Donata Gottardi- PD-PSE<br />
Vincenzo Aita- Movimento per la Sinistra- GUE/NGL<br />
Monica Giuntini- PD- PSE<br />
Maria Grazia Pagano- PD- PSE<br />
Mauro Zani- PD- PSE<br />
Francesco Ferrari- PD-ALDE<br />
Catiuscia Marini - PD-PSE<br />
Marco Rizzo, GUE/NGL<br />
Giovanna Corda, PSE<br />
Gabi Zimmer, GUE/NGL<br />
Mia De Vits, MPE sp.a PSE et ancienne Présidente de l'FGTB<br />
Erik Meyer, GUE/NGL<br />
Catherine Guy-Quint, PSE<br />
Esko Seppanen, GUE/NGL,<br />
Evelyne Gebhardt, PSE<br />
Georgios Toussas, GUE/NGL<br />
Gabriella Cretu, PSE<br />
Droytsas, GUE/NGL<br />
Yannick Vaugrenard, PSE<br />
Jiri mastalka, GUE/NGL<br />
Robert Evans, PSE<br />
Vera Flasarova, GUE/NGL<br />
Anne Van Lancker, PSE<br />
Dimitris Papadimoulis, GUE/NGL<br />
Adrian Severin, PSE<br />
Soren Sondergaard, GUE/NGL<br />
Jo Leinen, PSE<br />
Jacky Henin, GUE/NGL<br />
Rovana Plumb, PSE<br />
Eva-Britt Svensson, GUE/NGL<br />
Riitta Myller, PSE<br />
Helmuth Markov, GUE/NGL<br />
Wolfgang Bulfon, PSE<br />
Tobias Pfluger, GUE/NGL<br />
Philippe Bousquin, PSE<br />
Miguel Portas, GUE/NGL<br />
Catherine Boursier, PSE<br />
Kader Arif, PSE<br />
Daniel Stroz, GUE/NGL<br />
Robert Goebbels, PSE<br />
Jaromir Kohlicek, GUE/NGL<br />
Antolin Sanchez Presedo, PSE<br />
Vladimir remek, GUE/NGL<br />
Véronique De Keyser, PSE<br />
Alain Hutchinson, PSE<br />
Stephen Hughes, PSE<br />
Marti Grau i Segù, PSE<br />
<p><br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu/index.php/component/content/article/1-ultime/300-64-eurodeputati-adericono-alla-manifestazione-della-cgl-del-4-aprile-01042008.html">official web site - robertomusacchio</a>Roberto MUSACCHIO: Adesione alla manifestazione della Cgil del 4 aprile di 21 deputati europei [25/03/09]2009-03-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390796Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/><br />
"Aderiamo alla manifestazione indetta il 4 aprile dalla CGIL a tutela del contratto nazionale di lavoro e per l'unità del mondo del lavoro. In una fase di grande difficoltà sociale ed economica, è necessario che il ruolo sindacale sia tutelato e che le strutture contrattuali vengano rinforzate". <br />
<br />
FIRMATARI
Roberto Musacchio - Movimento per la Sinistra- GUE/NGL
<br />
Gianni Pittella- PD- PSEGiulietto Chiesa - PSELuisa Morgantini- GUE/NGLGiusto Catania- PRC- GUE/NGLGuido Sacconi- PSEVincenzo Lavarra- PD-PSEClaudio Fava- Sinistra democratica- PSEMonica Frassoni- VerdiPasqualina Napoletano- Sinistra democratica- PSEVittorio Agnoletto- PRC- GUE/NGLGiovanni Berlinguer- Sinistra Democratica- PSEUmberto Guidoni- Unire la Sinistra- GUEAntonio Panzeri- PD- PSEDonata Gottardi- PD-PSEVincenzo Aita- Movimento per la Sinistra- GUE/NGLMonica Giuntini- PD- PSEMaria Grazia Pagano- PD- PSEMauro Zani- PD- PSEFrancesco Ferrari- PD-ALDE, Pia Locatelli PSE<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu/index.php/component/content/article/1-ultime/236-adesione-alla-manifestazione-della-cgil-del-4-aprile-di-21-deputati-europei-250309.html">official web site - robertomusacchio</a>Roberto MUSACCHIO: Dichiarazione di Roberto Musacchio, eurodeputato del "Movimento Per la Sinistra" (MPS - GUE/NGL), sulla risoluzione sull'acqua e il diritto di accesso all'acqua potabile, votata dal Parlamento europeo a Strasburgo.2009-03-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390632Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/>Strasburgo, 12 marzo 2009
"La risoluzione approvata oggi conferma che il tema del diritto all'acqua è ormai al centro dell'agenda politica europea per quanto riguarda i temi della gestione delle risorse idriche e dell'affermazione di una nuova categoria di diritti umani, nel caso specifico quello del diritto all'accesso all'acqua potabile per tutti gli esseri umani. Questo è il frutto del nostro lavoro e di quello dei movimenti associativi italiani ed europei.
Rimane però inaccettabile il fatto che nel testo non si dichiari con nettezza, come fatto in una risoluzione del 2006, che l'acqua non è una merce, che si insista nella riproposizione di fallimentari politiche di "partenariato pubblico-privato" e che si guardi al "World Water Forum" -struttura privata finanziata dalle multinazionali agro-alimentari- come interlocutore privilegiato. Su questi punti la risoluzione approvata rappresenta un passo indietro rispetto alle precedenti e ho dunque votato contro nel voto finale.
Comunque, grazie al nostro gruppo e ai sedici emendamenti da noi presentati, abbiamo allo stesso tempo conseguito risultati significativi come l'affermazione che l'acqua è un bene pubblico comune universale, che si deve garantirne l'accesso a tutti gli esseri umani con politiche consistenti, che l'acqua va inserita nei capitoli di lotta al cambiamento climatico, il coinvolgimento dell'ONU sui temi dll'acqua.
Settimana prossima parteciperò -con una delegazione ufficiale di europarlamentari- ai lavori del "World Water Forum" di Istanbul perché voglio ribadire proprio in quella sede che l'acqua è un diritto umano fondamentale la cui gestione dev'essere interamente pubblica. Ad Istanbul parteciperò anche a molti appuntamenti organizzati dalla società civile italiana e turca sui temi del diritto all'acqua.
<br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu">www.robertomusacchio.eu</a>Roberto MUSACCHIO: NUCLEARE: GUIDONI E MUSACCHIO SCRIVONO A CALABRO' (AGCOM) PER RISPETTO PLURALITA' POSIZIONI2009-02-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388900Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/>CS di GUIDONI (Unire la Sinistra) , MUSACCHIO (Movimento per la Sinistra)
NUCLEARE: GUIDONI E MUSACCHIO SCRIVONO A CALABRO' (AGCOM) PER RISPETTO PLURALITA' POSIZIONI
Bruxelles, 25/02/2009
Umberto Guidoni e Roberto Musacchio, parlamentari europei, hanno scritto una lettera al Presidente dell'AGCOM, Corrado Calabrò, per evidenziare come i sistemi di informazione italiani siano fortemente polarizzati a favore dell'energia prodotta dall'atomo e della costruzione di nuovi impianti nucleari. I deputati denunciano il rischio di una violazione del diritto d’informazione e lamentano lo scarso rispetto della pluralitè delle posizioni su un tema sensibile, quale quello del nucleare, che necessiterebbe una maggiore e corretta informazione su costi, rischi per la sicurezza delle popolazioni e compatibilità con le strategie europee in materia di energia e ambiente.
Di seguito il testo della lettera.
Egregio Presidente Calabrò,
Siamo a scriverle, in qualità di eurodeputati, membri della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, per sottoporle la nostra preoccupazione rispetto al trattamento del tema del nucleare sui media italiani. A nostro parere, quello a cui stiamo assistendo in Italia è una campagna di informazione fortemente polarizzata a favore dell'energia prodotta dall'atomo e della costruzione di nuovi impianti nucleari.
Tutto ciò avviene in assenza di un dibattito in cui siano presenti anche le ragioni di chi legittimamente si oppone al ritorno al nucleare, una soluzione energetica peraltro rifiutata dalla maggioranza degli italiani con il referendum del 1987.
Appare evidente, infatti, che la quasi totalità delle posizioni espresse sull'argomento va a rafforzare la linea governativa senza confrontarsi con i dubbi e le perplessità che il ritorno al nucleare determina in termini di costi, rischi per la sicurezza delle popolazioni e compatibilità con le strategie europee in materia di energia e ambiente.
Rischia di esserci una violazione del diritto d’informazione, secondo cui i cittadini devono aver accesso ad una pluralità di posizioni oltre che a notizie puntuali ed oggettive, in particolare su temi sensibili come il nucleare. Non a caso, trasparenza e corretta informazione sono tra i capisaldi della regolamentazione europea in tema di sicurezza degli impianti nucleari.
Ci appelliamo dunque a Lei perché venga garantito il rispetto della pluralità delle posizioni nel dibattito in corso sul nucleare in Italia.
Certi dell'attenzione che vorrà riservare alla nostra richiesta,
Le porgiamo i nostri distinti saluti.
Umberto Guidoni, Roberto Musacchio
<br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu">www.robertomusacchio.eu</a>