Openpolis - Argomento: G 20https://www.openpolis.it/2011-11-04T00:00:00ZDavid-Maria SASSOLI: Governo senza credibilità consegna l'Italia a FMI2011-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617934Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
''La richiesta, avanzata dallo stesso governo italiano di essere messi sotto tutela dopo la Bce anche del Fondo monetario internazionale rappresenta una totale abdicazione dalla nostra sovranita' nazionale e l'implicita ammissione del Presidente del Consiglio e dei suoi ministri di aver perso qualsiasi credibilita' davanti al consesso politico e economico internazionale, ormai privi da tempo di qualsiasi autorevolezza sul piano interno''. Lo sottolineano in una nota il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella e il capo della delegazione del Pd a Strasburgo, David Sassoli.
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''Il nostro paese e' precipitato nella disperata condizione di una nave senza guida in piena tempesta e i goffi tentativi di Berlusconi di rimanere comunque abbarbicato al timone ci stanno portando rapidamente al naufragio - rimarcano i due eurodeputati del Pd - l'invito al Fmi di monitorare i nostri conti e di farsi garante della reale attuazione delle misure promesse davanti ai mercati apre la strada a un intervento di sostegno da parte dell'organismo internazionale che, come e' noto, comporta pesanti contropartite sociali ed economiche, rischiamo cosi' di infilare il paese in un tunnel che potrebbe condizionare la nostra democrazia e le possibilita' di sviluppo per decenni''.
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''Sappiamo che la grande maggioranza degli italiani - concludono Pittella e Sassoli - non e' disposta a pagare un prezzo cosi' alto per difendere le ambizioni e gli interessi personali di un uomo che sta portando il paese alla rovina, il Parlamento ascolti il grido unanime che viene dai sindacati dei lavoratori, dalle forze sociali e imprenditoriali, dai giovani, dalla Chiesa e restituisca al piu' presto all'Italia una guida sicura e autorevole''.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-CRISI__PITTELLA-SASSOLI__GOVERNO_SENZA_CREDIBILITA__CONSEGNA_PAESE_A_FMI-1064006-ORA-.html">Asca</a>David-Maria SASSOLI: G20: Il governo viene a mani vuote2011-11-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617909Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>''Alla vigilia di un esame decisivo per il futuro del Paese il governo si presenta a mani vuote al G20 di Cannes. Il presidente del Consiglio gia' stanotte dovrebbe presentarsi al Quirinale e rassegnare le dimissioni, solo cosi' potremmo evitare un esame durissimo nel prevertice di domani da parte di Merkel e Sarkozy. Difendere la dignita' dell'Italia non e' mai stato tanto importante quanto in questo momento''. Lo afferma in una nota il capogruppo del Pd al Parlamento europeo, <b>David Sassoli</b>.
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-G20__SASSOLI_(PD)__GOVERNO_VIENE_A_MANI_VUOTE__BERLUSCONI_SI_DIMETTA-1063262-ORA-.html">Asca</a>Pier Paolo CENTO: «E' aria da mobilitazione. Le relazioni di potere tra i potenti del mondo non risolveranno i problemi né dell’economia né del clima. Sosteniamo la ripresa di una nuova stagione di mobilitazione dell’opinione pubblica e dei movimenti»2009-09-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417892<br />
Le conclusioni del vertice di Pittsburgh contengono una novità nel metodo e pessime decisioni nel merito. Cala il sipario sul G8 e il timone dell’economia mondiale viene trasferito al G20, dove ai tradizionali Paesi più ricchi si aggiungono nuove potenze e Paesi emergenti, allargando il tavolo delle responsabilità con un peso maggiore a Cina, Brasile e India. Cambiano i fattori ma il risultato è sempre pessimo: nessuna scelta concreta nella lotta alla povertà, nessun tetto fissato ma solo limiti generici ai bonus dei super manager del sistema bancario, nessuna strategia di consolidamento del controllo pubblico sull’economia ma anzi la messa in campo di una politica di fuoriuscita dalle misure anticrisi per affidarsi nuovamente a un mercato liberista e senza regole.
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Sul clima un vero e proprio stallo nonostante i buoni propositi alla conferenza dell’Onu e un sostanziale rinvio al summit di Copenaghen di dicembre. Fuori dal vertice del G20, intanto, le manifestazioni di protesta di un movimento che sta ridefinendo se stesso e le proprie strategie, di azione e di comunicazione, sono state represse a suon di manganellate e arresti. Ora gli occhi devono essere puntati su Copenaghen. Intanto l’Italia rimedia l’ennesima brutta figura: il commissario europeo Barroso respinge al mittente un nuovo tentativo di Berlusconi di ridiscutere i limiti di CO2 consentiti. Quella del governo è una scelta irresponsabile non solo dal punto di vista ambientale, ma economico.
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L’Italia sta accumulando un debito finanziario ambientale per la mancata applicazione dell’accordo di Kyoto che alla fine del 2012 ammonterà a una cifra che va dai 4,8 ai 12 miliardi di euro. Questa multa salata di cui le imprese, il sistema dei trasporti, portano la principale responsabilità non può essere scaricata sulla fiscalità generale dei cittadini. Anche per questo è utile che in Italia si torni a parlare di una sorta di Carbon tax, misura fiscale che colpisce chi inquina, e che nella Francia di Sarkozy sta diventando realtà concreta. Il rischio che l’Italia si presenti a Copenaghen come uno dei Paesi leader del fronte che vuole far saltare un accoro per il clima è concreto. E sarebbe grave non aprire su questi temi un ampio confronto politico nell’opinione pubblica e nel Parlamento.
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Noi siamo convinti che le relazioni di potere tra i potenti del mondo non risolveranno i problemi né dell’economia né del clima, per questo sosteniamo la ripresa di una nuova stagione di mobilitazione dell’opinione pubblica e dei movimenti.
<p>Il vertice di Copenaghen deve essere accompagnato da un vero e proprio assedio ecologista per un accordo serio sul clima. In Italia bisogna utilizzare i prossimi due mesi per costringere il governo a cambiare rotta. Si comincia il 17 ottobre con una grande manifestazione contro il razzismo ma non c’è dubbio che entro novembre bisognerà mettere in cantiere un grande appuntamento sul clima capace di coinvolgere l’opinione pubblica per preparare bene l’Italia all’appuntamento di Copenaghen.
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/opinioni/2009/09/e-aria-da-mobilitazione-di-paolo-cento">Terranews.it</a>Giulio TREMONTI: Avidità dei banchieri. «Le banche hanno raccolto molti fondi pubblici ma non danno sufficiente liquidità alle imprese» 2009-09-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417442Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Economia e Finanze (Partito: PdL) <br/><br/><br />L'avidità dei banchieri tra le cause della crisi<br />
«Mai più banche che comandano governi»
<p> Il dibattito sui bonus dei banchieri «serve a dare un messaggio più generale: non è possibile che le banche comandino sui governi e sulla politica»: lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti al Tg1, a margine del G20 finanziario di Londra.
<p> «Non ha senso - ha insistito Tremonti - che le banche siano più grandi dei governi stessi, tanto che poi quando hanno problemi questi diventano anche problemi dei governi.<br />
<b>Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche»</b>. Una bozza del documento del G20 ha indicato un accordo sui limiti ai compensi dei manager che prevederebbe il recupero dei premi in caso di cattivo andamento della banca e l'obbligo di trasparenza sulle retribuzioni ai banchieri. L'obiettivo è di proseguire - in sede G20 - con passi graduali, nel tentativo di regolamentare le retribuzioni dei manager.
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<b>No ai condizionamenti</b> - Tremonti attribuisce molta importanza alla relazioni tra politica e banche. Dopo avere premesso di non riferirsi ad alcuna banca in particolare, il ministro ha indicato che gli istituti di credito «non possono essere troppo grandi da non poter fallire» (in linea con quanto asserito recentemente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel) e che non possono trovarsi nella condizione proprio a causa della loro dimensione «di condizionare i governi».
<p> Il problema «è che devono essere al servizio dei cittadini perché hanno una funzione pubblica». <br />
Nella lettera firmata con altri sei ministri delle finanze europei Tremonti ha individuato nell'«avidità» dei banchieri uno dei fattori della crisi finanziaria. Gli stessi bond a sostegno del patrimonio bancario devono essere considerati «uno strumento al servizio delle imprese».
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«<b>Ora tocca alle banche</b>» - «Abbiamo da parte fondi assolutamente sufficienti, abbiamo stanziato ingenti risorse per gli ammortizzatori sociali», ha risposto Tremonti a chi lo interpellava sull'allarme disoccupazione lanciato da diversi istituti internazionali. «Il lavoro è oggetto fondamentale della nostra azione - ha proseguito il ministro - siamo assolutamente concentrati sul lavoro. Il governo su questo punto ha fatto la sua parte, ora tocca alle banche che devono fare di più sul fronte dei finanziamenti alle imprese». «Le banche hanno raccolto molti fondi pubblici, soprattutto all’estero, ma non danno sufficiente liquidità alle imprese. Hanno in mente i loro bilanci, e non il bilancio d’insieme. E’ un problema anche italiano», aveva anticipato Tremonti al Tg1.
<p>Il ministro ha aggiunto: «Noi abbiamo un’economia fatta di piccole e medie imprese e un eccesso di concentrazione in banche che hanno una dimensione industriale e vedono troppo poco il territorio, le famiglie, gli imprenditori e le persone. Questo è un altro punto che va risolto. Questa dimensione - ha aggiunto - non sempre si adatta alle dimensioni della nostra economia e alle piccole e medie imprese».
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<b>I Tremonti-bond</b> - Al termine della riunione ministeriale del G20 a Londra, il ministro è intervenuto a proposito dei Tremonti-bond, dicendo che sono stati chiesti dalle banche e non imposti dal governo. Inoltre, ha sottolineato, devono essere considerati «uno strumento al servizio delle imprese» e non delle banche. <br />
«Quei bond sono stati chiesti dalle banche e dall’Ue e attuati dal governo», ha spiegato Tremonti, osservando: «Quando una banca dice che non servono, si scorda delle imprese». Il ministro ha inoltre osservato che i costi dei bond non sono elevati, in quanto «non sono strumenti di debito ma di patrimonio, ed in ogni caso non servono alle banche ma alle imprese».
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<b>Passera: «Ha ragione»</b> - Tremonti «ha perfettamente ragione» quando dice che le banche non possono comandare i governi, commenta l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera a margine dei lavori del Workshop Ambrosetti. <br />
Passera difende però le banche italiane dall'accusa di guardare troppo poco al territorio: il sistema bancario italiano è, a suo giudizio, tra quelli che «più sono stati vicini all'economia e alla società». E a proposito dei bonus: «Ci sono stati tali eccessi che la necessità di intervenire da parte della politica, e anche il risentimento sociale, che in alcune parti del mondo è cresciuto, sono più che giustificati». <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/economia/09_settembre_05/tremonti_banche_f33c986a-9a16-11de-80e2-00144f02aabc_print.html">Il Corriere della Sera.it</a>Franco Frattini: «Italia fuori dal G8? Buffonata. Via il Guardian dai giornali mondiali» [Link: Guardian - Financial Time - Le Monde]2009-07-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391827Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
All'interno del G8 aumentano le richieste di escludere l'Italia dal gruppo degli 8 grandi, visto il caos intorno ai preparativi del summit a L'Aquila.<br />
Kofi Annan a Berlusconi: l'Italia rispetti gli impegni sugli aiuti all'Africa.
<p>«Spero che il <a href="http://www.ilmessaggero.it/stampa_articolo.php?idapp=19683"><b>Guardian</b></a> esca dai grandi giornali del mondo». E' il commento del ministro degli Esteri Franco Frattini sull'articolo del quotidiano britannico secondo il quale, citando fonti degli staff diplomatici, all'interno del G8 aumentano le richieste di escludere l'Italia dal gruppo degli 8 grandi, visto il caos intorno ai preparativi del summit a L'Aquila.
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Il ministro ha definito una «buffonata» la notizia, riportata sempre dal Guardian, che gli Usa abbiano dovuto prendere in mano l'organizzazione del summit dell'Aquila con una videoconferenza tra gli sherpa. «È una sciocchezza», ha commentato Frattini da Bucarest dove si trova per colloqui istituzionali. Secondo Il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari c'è «un evidente fraintendimento» perché in effetti una videoconferenza tra gli sherpa c'è stata, ma è stata organizzata da Washington in vista del G20 di Pittsburgh, che si terrà a settembre in Usa, non certo per preparare l'agenda G8! Il Vertice G20 - ha aggiunto - si terrà negli Usa nonostante siano gli inglesi ad avere la Presidenza G20».
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In secondo luogo, sempre commentando l'articolo del Guardian, il portavoce della Farnesina ha rilevato che «l'iniziativa 'food' è un'iniziativa del nostro Paese, non degli Usa, come dimostra il policy paper che l'Italia aveva fatto circolare nel 2008 fra i partner G8». «Semmai gli Usa - ha aggiunto Massari - l'hanno così apprezzata da impegnarsi attivamente, destinandovi cospicue somme di denaro. D'altra parte, a riprova della centralità che la questione 'food' riveste nell'ambito dell'agenda della Presidenza G8 dell'Italia, basti ricordare che per la prima volta nella storia del G8 su iniziativa italiana è stata organizzata una ministeriale dedicata proprio ai Ministri dell'Agricoltura».
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<b>Annan al premier:</b><br />
Italia rispetti impegni su aiuti. Kofi Annan, ex segretario generale dell'Onu, ha scritto una lettera a Berlusconi, sottolineando il ritardo dell'Italia rispetto a tutti gli altri Paesi del gruppo dgli otto nei piani di aiuti per l'Africa. <br />
Lo rivela oggi il <a href="http://www.ft.com/cms/s/fc562fe6-6a8d-11de-ad04-00144feabdc0,dwp_uuid=ebe33f66-57aa-11dc-8c65-0000779fd2ac,print=yes.html"><b>Financial Time</b></a>. «Non onorare gli impegni e ridurre l'assistenza per lo sviluppo non renderebbe giustizia ai valori del tuo Paese - scrive Annan a Berlusconi, stando a quanto riporta FT -. Un vertice del G8 che non dà vita a risultati consistenti per un supporto finanziario verso i Paesi più poveri, non solo non rispetta gli impegni presi, ma danneggia la credibilità e la leadership del gruppo (degli otto grandi)».
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Frattini: diritti umani assoluta priorità. La presidenza italiana del G8 invierà un «messaggio che non potrà non confermare la scelta politica di considerare i diritti umani un'assoluta priorità». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un'intervista a La Stampa, interviene sulla questione dei diritti umani venuta alla ribalta con il massacro della minoranza uighura nello Xinjiang e con il concomitante viaggio a Roma del presidente cinese Hu Jintao. «Il governo sta lavorando - sottolinea Frattini - affinchè l'Ue adotti una dichiarazione comune, al cui contenuto ci rimetteremo».
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Appello a Obama sul diritto all'acqua. Viene da lettera aperta scritta da un folto gruppo di Premi Nobel e premi Oscar italiani, tra questi Rita Levi Montalcini, Dario Fo, Bernardo Bertolucci, Nicola Piovani, Umberto Veronesi e Dacia Maraini. L'accesso all'acqua, si legge, è un diritto umano oggi negato nel mondo a 1,2 miliardi di persone. A Obama si chiede di intervenire perché «l'acqua è un diritto umano, non è una merca ma un bene comune che deve essere governato da istituzioni legittime come l'Onu, a cui va restituita autorità».
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Lula preferisce il G20. Il G8 «non ha più ragione d'essere», e deve essere sostituito dal G20, che è «più importante, più rappresentativo, più vicino dunque alle realtà delle crisi che attraversiamo». È quanto sostiene il presidente brasiliano Luiz Inacio <b>Lula da Silva in un'intervista al quotidiano</b> <a href="http://www.lemonde.fr/web/imprimer_element/0,40-0@2-3220,50-1216200,0.html"><b>Le Monde</b></a>.
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Canada chiederà una posizione comune sull' Iran. Al summit il Canada spera «che i leader del G8 abbiano un dialogo sulla questione Iran e pervengano a una posizione coerente di fronte a questo regime pericoloso, che vanta tra l'altra un programma di proliferazione nucleare».
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Il regalo del premier ai Grandi del summit. <br />
C'è anche un dvd in alta definizione con le immagini più belle d'Italia tra i regali che Silvio Berlusconi donerà ai Grandi della Terra per il G8. Parliamo di 'Magnifica Italià, quindici minuti di immagini del Belpaese, ideate dal Cavaliere e prodotte dal Governo per rilanciare il turismo in Italia. Il video è stato presentato dal premier il 24 giugno scorso durante una conferenza stampa a palazzo Chigi insieme al ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.gazzettino.it/stampa_articolo.php?id=64852">Il Gazzettino.it /Il Messaggero.it</a>Franco Frattini: «Dal G8 sul clima in arrivo un’intesa storica» - INTERVISTA2009-07-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391806Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«I media stranieri? Ci attacchino pure, sarà lo stesso un successo»
<p> Ormai le battute si sprecano. “Sarà certo un G8 che darà la scossa”, “la vera exit strategy è la fuga dei grandi da l’Aquila”. I giornali stranieri, soprattutto gli inglesi, ci mettono quella manciata di pepe che a Franco Frattini suona molto come un rigurgito anti italiano. Scrivono che ci saranno “problemi logistici da incubo”, che una nuova tornata di foto osé colpirà la traballante immagine del premier...
<p><b>Ministro, gli inglesi ironizzano e sparlano. Che effetto le fa?</b>
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«Ci sono molti, dentro e fuori l’Italia, che non amano l’Italia. Io la amo, quindi la mia risposta è che il G8 sarà un grande successo per il nostro Paese; che noi tutti dobbiamo essere orgogliosi del lavoro fatto; che nessuno avrebbe immaginato una riconversione della caserma di Coppito, un centro che accoglierà alla grande i leader del mondo. Questi giornali scrivano quel che vogliono, hanno il diritto di farlo. Noi faremo un grande G8».
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<b>La stampa è rompiballe per missione.</b>
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«Poi questi giornalisti sapienti li invito tutti ad un forum con me, nella loro lingua madre non nella mia, e vedremo chi vince».
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<b>Senta, ma se una grande scossa arrivasse davvero? Quale exit strategy avete pensato? Li ospita lei tutti alla Farnesina?</b>
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«Speriamo che una di magnitudo 4, 5 non ci sia. La Protezione civile ha previsto tutte le possibilità, è il loro dovere. Ma stando a Coppito siamo convinti che tutti i nostri ospiti saranno in una zona altamente antisismica, senza problemi. Sarà un G8 sicuro sotto ogni punto di vista».
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<b>Anche sotto quello no global?</b>
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«Non abbiamo indicazioni di concentrazioni aggressive.<br />
Evidentemente anche il movimento no global ha compreso, spero, che questo G8 vuole portare un messaggio di solidarietà. Dovesse esserci qualcosa come a Vicenza, le forze di polizia interverrebbero. Dal punto di vista sismico nessuno può prevedere, ma siamo pronti».
<p><b>Anche allo scossone.</b>
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«Sì, anche se gli scienziati dicono che lo sciame sismico può durare mesi ma una scossa come quella di aprile non è probabile».
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<b>E le scosse politiche? Lei è già stato assai prudente sull’Iran. Si avvicina un G8 pieno di impegni ma senza grandi decisioni?</b>
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«Due grandi temi lo affronteremo in modo ambizioso. Il primo è l’ambiente. Il Measure economy forum, che raccoglierà i paesi che producono il 90% del prodotto interno lordo del mondo, si accorderà su due obiettivi: dimezzare entro il 2050 le emissioni di Co2 nell’atmosfera. Lo slogan è -50 nel 2050: se ci accorderemo con Cina, India, Corea, con i paesi africani e sudamericani sarà un obiettivo estremamente ambizioso».
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<b>E poi?</b>
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«Scrivere nell’impegno finale: il riscaldamento del pianeta limitiamolo a 2 gradi centrigradi e non di più».
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<b>Le mosse di Obama dovrebbero aiutare.</b>
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«Sì, anche se Obama ha fatto un discorso serio. Non bastano Usa e Ue da soli, servono tutti gli altri paesi. Confido che alla fine ci sia un grande impegno del G8 contro la deforestazione selvaggia».
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<b>Il secondo tema?</b>
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«E’ L’Africa. Faremo di tutto per raccogliere l’appello del Papa. In agenda ci sono dichiarazioni solenni, cioè impegni politici: il mondo ricco e l’Africa devono dare una risposta sull’insicurezza alimentare, sotto il profilo della qualità ma anche della quantità. Incrocio le dita per riuscire ad adottare un fondo per l’Africa sulla food security di almeno 15 miliardi di dollari. E spero in una dichiarazione ad hoc sull’accesso all’acqua».
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<b>Berlusconi però ha già detto che i soldi sono pochi e che non abbiamo ora disponibilità di cassa.</b>
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«Ci saranno tre anni di tempo per rimettersi in carreggiata. Voglio ricordare che questa dichiarazione politica sul piano di rientro probabilmente non verrà adottata perché non tutti i paesi del G8 saranno disponibili ad accettare il piano di rientro. Noi che siamo indicati come il paese peccatore però il piano lo proponiamo, a patto che il rientro sia obbligatorio».
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<b>Sui temi politici non sembrano esserci grandi novità. Lei ha già detto che sull’Iran non verranno prese misure. La real politik sta avendo il sopravvento?</b>
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«Il primo obiettivo è la non proliferazione. Lo slogan ambizioso è “un mondo privo di armi nucleari”. Che significa non aumentare gli arsenali e insistere col disarmo. Quello che stanno facendo Russia e Stati Uniti ci conforta molto».
<p><b>Un messaggio a Iran e Corea del Nord. Ma con Teheran che farete?</b>
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«Non avremo nuove sanzioni sull’Iran ma un programma a termine. Verificheremo a New York, il 24 settembre, nel G8 dei ministri degli esteri il dossier nucleare».
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<b>C’è chi spinge per le sanzioni e chi frena, l’Occidente è diviso.</b>
<p>«Non ho sentito nessuno che abbia chiesto sanzioni, tranne la Gran Bretagna che ha avuto gli arresti in ambasciata. Tutti ritengono giusto il doppio binario: condannare la violazione dei diritti umani e dialogare sul nucleare per coinvolgere l’Iran».
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<b>Sull’economia?</b>
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«Per il global standard la tappa fondamentale sarà Pittsburg al G20».
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<b>E la cooperazione allo sviluppo?</b>
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«Spendere per la cooperazione è un investimento. Se oggi riducessimo dell’1% il dazio sui prodotti agricoli dai paesi poveri ciò equivarrebbe all’intero ammontare degli aiuti destinati ai paesi poveri. Ci sarebbero 50 miliardi di dollari a disposizione. Bisogna chiudere il negoziato di Doha».
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<b>Gli aiuti ai paesi in via di sviluppo?</b>
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«La nostra idea è ridurre del 50% il costo delle rimesse dei migranti, che in media è del 10% e ingrassa le banche: si avrebbero a disposizione subito 13 miliardi di dollari l’anno». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=MT6DB">Il Messaggero - Claudio Rizza</a>Franco Frattini: «L`Italia prenderà i prigionieri di Guantanamo» - INTERVISTA2009-04-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390896Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Pronti a fare la nostra parte nella Nato. Barack stia tranquillo» <br />
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Una legge per accoglierei detenuti di Guantanamo. Per di più con un regime che somiglia molto da vicino a quello che si applica ai collaboratori di giustizia: insomma, i pentiti di mafia. Franco Frattini lo spiega dopo una lunga premessa in cui dice che la fedeltà all`alleanza nord-atlantica non può essere messa in discussione; che anche l`Italia, come il resto d`Europa, deve fare la sua parte; che dopo avere chiesto a gran vo ce la chiusura di Guantan amo ora non possiamo tirarci indietro, e via così. Ma basta entrare un po` più in argomento per scopri re che le cose non sono così semplici. Proprio ieri, giorno di apertura del primo vertice Nato con Barack Obama, la Francia ha dato la sua disponibilità ad accogliere un detenuto proveniente dal famigerato carcere americano di massima sicurezza.<br />
<b>E noi, ministro?</b><br />
«La nostra risposta dipende da più fattori.
Innanzitutto, la definizione di una posizione comune europea. Che ancora non c`è».<br />
<b>Come al solito. Però la Francia non haaspettato.</b><br />
«...poi la valutazione caso per caso. Non possiamo dire di sì a chiunque: occorre considerare con grande attenzione le posizioni di ognuno di quelli che ci venisse richiesto di accogliere. Il che ci porta al punto più complesso dell`interavicenda».<br />
<b>Sarebbe a dire?</b><br />
«Che bisogna considerare il quadro normativo italiano. Molte di queste persone non sono state giudicate in via definitiva. Di alcune non si sa con certezza se sono affiliate ad Al Qaida. Potrebbe succedere da noi quello che è successo nel Regno Unito».<br />
<b>Cosa è successo?</b><br />
«Che l`unico detenuto che hanno preso da Guantanamo, il giorno dopo essere arrivato lì ha fatto causa agli Stati Uniti per ottenere il risarcimento dei danni subiti in prigione. Si immagina una cosa simile in Italia?».<br />
<b>Come minimo verrebbe candidato alle Politiche.</b>
<b>La Gran Bretagna come ha risolto?</b><br />
«Che se lo tiene, ma non ne accetta più».<br />
<b>Allora facciamo venire da noi solo chi è stato condannato, così non sorgeranno equivoci.</b><br />
«In quel caso, oltre alla sua posizione personale bisogna prestare attenzione anche al suo Paese di origine, perché se li vige una legislazione particolarmente punitiva può darsi che quella persona corra dei rischi».<br />
<b>Come se ne esce?</b><br />
«Con una legge ad hoc».<br />
<b>Una legge per accoglierei detenuti di Guantanamo?</b> <br />
«C`è un precedente. Riguarda tre palestinesi che nel 2002 parteciparono insieme ad altri duecento all`assalto della basilica della Natività a Betlemme».<br />
<b>
Per Israele erano ricercati, ma l`Italia li accolse e li protesse. E lo stesso fecero altri Paesi europei.</b><br />
«Demmo loro un`identità protetta e li ospitammo in località segrete, dove si trovano tuttora. Ma fu necessaria una legge».<br />
<b>Insomma, un po` come si fa per i collaboratoridi giustizia.</b><br />
«Qualcosa di simile, sì».<br />
<b>Per il resto, crede che l`Italia potrà accogliere le richieste americane?</b><br />
«Sull`Afghanistan certamente sì. L`abbiamo già detto e non ci saranno ripensamenti. Ma vorrei precisare che anche su Guantanamo la posizione italiana è di grande disponibilità.
Come ho detto, bisognerà valutare caso per caso, armonizzando la posizione di chi verrà da noi con le nostre leggi».<br />
<b>A proposito di vertici internazionali, dopo Londra i giornali italiani riportavano commenti agrodolci su Berlusconi.</b><br />
«Per via delle pacche sulle spalle date da Berlusconi a Obama e Medvedev?».<br />
<b>Li avrà visti anche lei.</b><br />
«Eppure io le dico che quel tipo di approccio funziona».<br />
<b>Sempre?</b><br />
«Sempre. Non servirà a risolvere i conflitti internazionali, ma facilita molto le relazioni umane, le semplifica. E siccome siamo tutti uomini... Una banale telefonata per gli auguri di compleanno può servire a creare un clima familiare con un collega, che magari la prossima volta che ti incontra se ne ricorderà».<br />
<b>E perché da noi molti non lo capiscono?</b><br />
«Perché la sinistra ha l`ossessione del politically correct. Ma io le dico che reagisce così solo chi non è capace di gesti di simpatia».<br />
<b>Il commento del suo predecessore D`Alema...</b><br />
«Il mio predecessore sa solo essere acido. Lo è stato in questa occasione, come in passato.
E lo sarà ancora in futuro».<br />
<b>Senta Frattini. Ci spiega la svolta "sociale" di Berlusconi nella gestione del G8?</b><br />
«Da un lato c`è la constatazione che, nella situazione in cui ci troviamo, i vertici rigidi e chiusi, con poche potenze che decidono per tutti, non hanno più senso. Dall`altra, c`è anche l`obiettivo di togliere acqua al mare in cui nuotano i movimenti no global».<br />
<b>Berlusconi no-global? Questa è nuova.</b><br />
«Direi piuttosto Berlusconi che punta ad un vertice Inclusivo", dove tutti gli attori possano avere voci in capitolo e i bisogni della gente comune siano al primo posto. Se poi questo toglierà argomenti all`estrema sinistra, meglio. Ha visto che per criticarlo, dopo il G20 di Londra, si sono dovuti attaccare al video con la regina Elisabetta?».<br />
<b>Un`ultima cosa, ministro. Si candiderà alle Europee?</b><br />
«No. E penso che non dovrebbero candidarsi nemmeno i miei colleghi, sennò poi chi porta avanti il governo?».<br />
<b>La Russa, però, vuole candidarsi. Contro il parere di Berlusconi, dicono.</b><br />
«E io sono d`accordo con Berlusconi. I leader come lui e Bossi è giusto che si candidino, perché sono le bandiere del centro destra.
Ma La Russa ha un ministero di grande importanza da gestire. Se poi ha dei motivi che giustificano questa scelta, lo deve chiedere a lui».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LAHLQ">Libero - Mario Prignano</a>Silvio BERLUSCONI: "Le regole? Ci penseremo noi al G8"2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390847Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Mentre Silvio Berlusconi incontra il primo ministro giapponese, Taro Aso, in una delle salette del Claridges di una Londra attraversata da gruppi di contestatori contro il G20, nella hall dell`albergo il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, spiega da osservatore quello che c`è dietro al braccio di ferro che divide Londra, e più formalmente Washington, da Parigi e Berlino su quello che dovrebbero fare i governi dei grandi della terra per fronteggiare la crisi economica. «Forse a qualcuno potrà sembrare strano racconta - ma i governi di destra sono quelli che vogliono intervenire con maggior forza, stabilire regole ferree per evitare che si ripeta quanto è successo, mentre quelli di sinistra, specie gli inglesi, non toccherebbero nulla. Anche Tremonti è un convinto interventista».
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Sul fatto che il ministro dell`Economia italiano sia uno dei campioni della scuola che vuole a tutti i costi delle nuove regole efficaci non ci sono dubbi. Su questa posizione il nostro paese è schierato da tempo. Lo stesso Cavaliere qualche settimana fa in un incontro con il Presidente Napolitano aveva fatto questo ragionamento:<br />
«Soldi per intervenire non ne abbiamo tanti. Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Quello, invece, su cui noi italiani possiamo lavorare con efficacia, sono le regole».<br />
Una tesi che ha tra i suoi ispiratori proprio Tremonti, il quale considera questo capitolo fondamentale per mettere in piedi una strategia efficace contro la crisi. Né il ministro dell`Economia si sorprende più di tanto dell`atteggiamento di Londra. Anzi.<br />
«I laburisti - osserva - sono succubi della cultura della City. Fa parte della cultura inglese. La preghiera della City, è del`700, si conclude con la richiesta a Dio di mantenere la "financial stability". Seguita dall`amen. A quell`epoca invece di pensare ai raccolti già pensavano a questo».
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Già, non potrebbe essere altrimenti: l`economia inglese è la finanza.
Se Obama tenta di essere più autonomo, gli inglesi non possono. E quello che sta avvenendo al G20 è la fotografia di questa condizione: Brown preferisce spostare l`attenzione più sull`aumento di risorse al Fmi, sulle politiche di stimolo fiscale; svicola, invece, il tema delle regole e la questione dei paradisi fiscali. Loro ce l`hanno in casa. Esattamente il contrario del cancelliere Merkel e del presidente francese Sarkozy. Quest`ultimo ha addirittura minacciato di lasciare Londra se non sarà data una soluzione alla questione. La reazione ha anche una sua ratio mediatica:<br />
«I1 presidente francese - confida uno dei membri della delegazione italiana - ha bisogno di portare a casa un risultato che anche al bar capiscano:<br />
è più facile parlare alla gente della fine dei paradisi fiscali che non dei nuovi soldi a disposizione del Fmi».
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Un atteggiamento più che comprensivo se si pensa che in questo momento in Francia gli operai rapiscono padroni e manager.
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E l`Italia? Siamo vicini a francesi e tedeschi. In fondo anche noi ci siamo battuti per la creazione di blacklist che facciano la radiografia della condizione di ciascun paese:
nella lista nera i paradisi fiscali senza controllo, isole Cayman e dintorni;
in quella grigia paesi come la Svizzera, il Lussemburgo, l`Austria; in quella bianca le anime candide. Solo che in quella grigia finirebbero tanti paesi europei. E potrebbe essere un problema: qualcuno, come la Svizzera, potrebbe ricordare che si è attenuta agli standard europei. «La verità - racconta Tremonti - è che quando siamo arrivati all`intesa è l`Europa che si è avvicinata alla Svizzera, non il contrario».
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Per cui dal punto di vista dei contenuti non ci sono dubbi sulla nostra collocazione. E` probabile, però, che in questo vertice manterremo una posizione più defilata rispetto a tedeschi e francesi. Almeno in apparenza.<br />
Questa. almeno sembra essere l`intenzione del Cavaliere che ha una sua logica. Intanto se il G20 non porterà a casa un piano efficace,l`appun- tamento del G8 diventerà ancor più fondamentale. In secondo luogo, proprio per poter strappare di più a La Maddalena, proprio per poter svolgere il ruolo di mediatore al meglio, il Cavaliere ora non può raffreddare più di tanto i rapporti con gli inglesi.<br />
Ecco perché Berlusconi non si lascia andare alle dichiarazioni plateali di Sarkozy. «In questo vertice - si è limitato a dire - credo che qualche decisione sarà presa. Vi ricordo però che al G8 noi porteremo come nostra proposta il Global Standard e cioè una legislazione internazionale per il mondo della finanza e dell`economia.
Quindi il G20 qualche cosa la comincerà a fare ma è al G8 che si pensa verrà redatto il nuovo codice».
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Il premier italiano, quindi, almeno in questa occasione non sembra intenzionato a partecipare più di tanto alle polemiche tra i grandi. Ha una posizione defilata come quella che ha Obama per altre ragioni: in fondo al Presidente Usa farebbe più che co- modo che Sarkozy e la Merkel gli regolassero i conti con Wall Street.<br />
Un atteggiamento che il premier italiano può permettersi. Non è sotto i sondaggi come il presidente francese: «Sono al 66,4%» è il dato con cui ha salutato il primo ministro giapponese. Tant`è che ieri ha voluto dimostrare di non essere per nulla interessato alla solita corsa tutta europea dell`incontro con Obama:<br />
«Non lo abbiamo chiesto perché non ci sono argomenti nuovi su cui intrattenerci».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/L9M/L9MW0.pdf">La Stampa - Augusto Minzolini</a>Silvio BERLUSCONI: «Le vere decisioni al G8 in Italia»2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390846Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«La nostra linea è quella franco-tedesca, ma non c’è fretta. Si stringerà a luglio»<br />
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Tra la richiesta di nuove e immediate regole per i mercati finanziari di francesi e tedeschi e la cautela di inglesi e americani, Silvio Berlusconi preferisce non schierarsi e rimanda al G8 di luglio della Maddalena il varo di un nuovo pacchetto norme internazionali che dovranno regolare i mercati finanziari.<br />
«Il G20 potrà fare qualcosa - spiegava ieri pomeriggio Berlusconi poco prima di lasciare l’hotel Claridge per Buckingam palace - potrà prendere «qualche decisione opportuna e immediata, ma è al G8 che si pensa che verrà redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici del mondo». Certo, aggiunge, rientrando dalla cena a Buckingam Palace, quella franco-tedesca «è la nostra linea, siamo noi che stiamo preparando il cosiddetto ”legal standard act” che deve trovare il suo compimento al G8 della Maddalena». Nessuna fretta però, e nessuna forzatura rispetto alla posizione anglo-americana.
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In una Londra blindata e sotto assedio, con i principali esponenti del G20 che si rinfacciano responsabilità e mancate prese di posizione necessarie a combattere la speculazione finanziaria, l’Italia si presenta al summit di oggi con una buona dose di realismo. Il rischio di una rottura e di una rovinosa corsa protezionista, spingono il Cavaliere alla cautela e a rinviare quel momento decisivo che potrebbe spingere qualcuno dei Venti a rifare anzitempo le valigie. Per Berlusconi, più delle regole conta «il messaggio conclusivo del G20» che sarà, anticipa il Cavaliere - «non abbiate paura, gli stati ci sono e faranno la loro parte».
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Ancora una volta Berlusconi tenta una mediazione, mentre a pochi metri di distanza Angela Merkel e Nicolas Sarkozy lanciano ultimatum, definiscono «non negoziabile l'obiettivo» del vertice di nuove regole per la finanza internazionale, e Gordon Brown e Barack Obama chiedono all’Europa maggiori risorse per sostenere la domanda e il Fondo Monetario Internazionale. <br />
Nel riproporre il G8 della Maddalena, il presidente del Consiglio tenta anche di acquistare un ruolo di interlocuzione con il nuovo inquilino della Casa Bianca, che nel lungo giro europeo di questi giorni non ha trovato il modo per organizzare un faccia a faccia con il premier italiano, malgrado abbia deciso di incontrare a quattr’occhi tutti i leader europei presenti, compreso lo spagnolo Zapatero con il quale ha anche riattivato la linea telefonica segreta Madrid-Washington che Bush aveva messo fuori uso. <br />
«L’agenda del presidente non può essere modificata», spiegava ieri un portavoce della Casa Bianca sollecitato sull’argomento. Berlusconi fa buon viso a cattivo gioco sostenendo che «non abbiamo chiesto» un incontro bilaterale con il presidente Usa Barack Obama «perchè non ci sono argomenti nuovi su cui intrattenerci. Abbiamo tutto chiaro». Durante a cena a Buckingam Palace, «abbiamo scambiato battute simpatiche, e ho detto che come ”kid” non è andato male».<br /><br />
Fatto sta che, con la vicenda ancora aperta degli elicotteri che Finmeccanca dovrebbe consegnare alla Casa Bianca, e malgrado quattro giorni di continue riunioni (il G20 di Londra, il vertice Nato di domani e l’incontro Usa-Ue a Praga di dopodomani), le due diplomazie non sono riuscite a ritagliare uno spazio nelle agende.<br />
Alla necessità di una nuova regolamentazione della finanza globale e, in particolare, dei paradisi fiscali crede invece il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che ieri ha incontrato all’hotel Claridge di Londra il leader della Cisl Bonanni. «Tremonti è deciso e d’accordo con noi. E’ paradossale - spiega Bonanni - che siano i governi di destra in Europa a sollecitare nuove regole e forme di protezione per i lavoratori». D’altra parte Berlusconi, annunciando che oggi illustrerà ai leader mondiali «il risultato del G8 sociale», conclude: «People first». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/L9M/L9MZJ.pdf">Il Messaggero - Marco Conti</a>Silvio BERLUSCONI: "La crisi è globale". Nel 2010 a rischio 20 milioni di posti"2009-03-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390830Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Europa in allarme per gli effetti della crisi sull'occupazione: nel 2010 saranno bruciati 20 milioni di posti di lavoro. Berlusconi: "Previsioni negative, ma non lasceremo nessuno indietro". Palazzo Chigi ha già stanziato 36 miliardi contro la crisi, ma potrebbe arrivare fino a 40. E il premier lancia il "social pact". Ocse: nel 2009 pil giù del 4,3%
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Roma - L'Europa guarda agli effetti della crisi sull'economia reale e sul lavoro. E si preoccupa. I numeri sull’occupazione sono, infatti, "preoccupanti" e "le previsioni negative". Durante la conferenza stampa finale del G8 del lavoro, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha sottolineato che "ci saranno, secondo le previsioni, 20 milioni di posti di lavoro in meno nel 2010 e questo crea una grande preoccupazione in tutti i governi". E, per far fronte a questo, il premier lancia il social pact. "Il concetto di non lasciare nessuno da solo applica la dottrina sociale della Chiesa - ha spiegato Berlusconi - abbiamo tradotto nell’economia la dottrina della Chiesa cattolica".
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Garantire la coesione sociale "I governi debbono far sì che sia mantenuta la coesione sociale. È questo il fattore più importante". Berlusconi ha ricordato quanto detto durante il congresso del Pdl e ha ribadito: "Non lasceremo nessuno indietro e porteremo il Paese fuori dalla crisi". Berlusconi ha sottolineato come lo Stato "non può disinteressarsi del bene dei lavoratori". Proprio per questo è pronto a proporre un social pact ai governi che parteciperanno al G20: "Un patto globale che possa sostituire al pessimismo l’ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la paura in speranza". Secondo Berlusconi, serve inoltre "una regola precisa", che a partire dalla prossima Commissione Europea "possa parlare solo il presidente ed il suo portavoce". Il premier ha, infatti, spiegato di non condividere quanto avviene in Europa "con i commissari europei che si mettono a fare prediche".
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Generare fiducia Berlusconi è tornato a sottolineare la necessità di un clima di fiducia per fare uscire il paese dalla crisi, clima non aiutato da alcune stime "diramate da certuni che fanno opposizione non tanto al governo ma ai cittadini". Questo, ha detto il premier in occasione della conferenza conclusiva del G8 lavoro contribuisce alla costruzione di "un clima di paura che attanaglia". Per il premier, invece, "dobbiamo insistere e fare di tutto affinchè gli italiani non cambino stile di vita" ed ha ricordato che nonostante i previsti risparmi sulle bollette e della benzina ancora il 50% dei lavoratori che avevano deciso di cambiare auto hanno preferito rinviare questo momento. "Sono stato il primo a predicare che questa crisi sarà più o meno lunga a seconda della fiducia che hanno nel futuro i cittadini".
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No al protezionismo Il premier ha ribadito "un 'no' assoluto al protezionismo che porta solo danni". Il protezionismo, ha aggiunto Berlusconi, porta "massimamente danni a noi". il presidente del Consiglio ha, poi, approfittato dell'occasione per ricordare le proteste sorte in Inghilterra contro i lavoratori italiani e ha ringraziato "il governo inglese per aver bloccato quella iniziativa".
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Le misure del governo italiano Palazzo Chigi ha già stanziato 12 miliardi di euro e nell’ultimo Cipe ne abbiamo stanziati altri 8. In tutto sono 36 miliardi, che però possono arrivare a 40 perché gli italiani hanno di fronte uno Stato che li sosterrà. "Ci troveremo davanti due anni di difficoltà in cui dovremo rinunciare ad alcuni interventi - ha puntualizzato Berlusconi - non sono spaventato se ci sarà un aumento del debito pubblico per affrontare una spesa provvisoria che è la prima necessità". "Nessuno - ha aggiunto il Cavaliere - può dire e dice di avere la ricetta giusta, ma il governo italiano ha agito con saggezza, tempestività e rigore usando il buon senso". Oltre a una cassa integrazione allargata ai precari, Palazzo Chigi ha infatti previsto aiuti per chi vuole diventare imprenditore fondare un’impresa. "Come ho già detto se io stessi in cassa integrazione non starei in casa a guardare la televisione e girarmi i pollici - ha spiegato il premier - ci saranno, quindi, incentivi nei confronti di nuove forme di imprenditoria".
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Un applauso alla Fiat L’incoraggiamento del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, alla sigla dell’accordo tra Fiat e Chrysler è stata salutata da Berlusconi come "una soddisfazione per tutti gli italiani". È il riconoscimento dell’eccellenza di una nostra grande impresa", ha detto il presidente del Consiglio augurandosi che "l’accordo si concluda con il finanziamento da parte dello Stato americano". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=340399&PRINT=S">Il Giornale.it</a>Emma BONINO: "Noi europei non cederemo all'egoismo" [con i nomi dei firmatari]2009-03-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390828Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
In una crisi economica di questa portata l`Europa dovrebbe dare il meglio di sé. I deboli dovrebbero essere protetti dai forti. I forti, a loro volta, dovrebbero indicare la strada di una strategia europea comune. Fino a ora, però, l`Europa non è stata all`altezza dell`occasione: non ha ancora usato questa crisi per promuovere soluzioni comuni ai problemi globali. Al contrario, all`avvicinarsi del G 20, le divergenze acuitesi col peggioramento della situazione finanziaria rischiano di minare ciascuno dei tre grandi progetti europei degli ultimi 50 anni.
<p> Sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, l`Europa ha goduto di pace e prosperità come mai prima. Ciò si deve soprattutto alla creazione del mercato interno europeo, che ha integrato le economie dei differenti stati membri in una comunità basata sulla libertà di movimento di persone, capitali, beni e servizi. Ma le regole di concorrenza che tengono insieme il mercato interno rischiano di venir travolte da aiuti di Stato varati con esclusiva attenzione all`interesse economico nazionale di più corto respiro.
<p> La crisi finanziaria ha messo chiaramente in luce le virtù del secondo grande progetto europeo, la creazione di una moneta comune. Senza la quale alcuni Stati membri della zona euro avrebbero potuto trovarsi in difficoltà molto maggiori. Ma è anche emerso quanto il progetto dell`euro sia ancora incompiuto: ha una banca centrale, ma non ha un Tesoro centrale e la supervisione del sistema bancario è lasciata alle autorità nazionali. La mancanza di solidarietà all`interno dell`eurozona, o con i nuovi stati membri del mercato interno, potrebbe tradursi in un rischio per l`eurozona stessa. E terzo progetto sotto pressione è il consolidamento dello storico allargamento dell`Ue verso l`Est. La vitalità economica dei nuovi Stati membri ha avvantaggiato tutta l`Unione negli ultimi anni.
<p>Ma le dichiarazioni protezionistiche di qualche leader europeo e la riluttanza di qualche Stato membro a offrire assistenza finanziaria alle economie più vulnerabili hanno spinto alcuni a vedere in certi vecchi Stati membri l`intenzione di «disfare l`allargamento». Una nuova ondata di populismo e nazionalismo rischia di minare i principi fondamentali dell`Unione europea, basati sulla solidarietà, la tolleranza e l`impegno per una società aperta. In vista del prossimo vertice del G 20 il 2 aprile 2009, l`Europa si trova in una posizione difficile. I suoi Stati membri sono troppi integrati per poter sviluppare risposte puramente nazionali, ma troppi divisi per puntare su un obiettivo comune. Mostrare visione e leadership per definire una posizione coordinata è di vitale importanza per i leader europei. E’ il momento di risposte istituzionali creative a livello europeo sulla regolamentazione e sul bilancio.
<p>E’ il momento di stimolare l`economia in modo selettivo e temporaneo, ad esempio attraverso un New Deal ambientale. I leader europei dovrebbero prendere in considerazione la creazione di task force presiedute dalla Commissione europea per proteggere e rafforzare il mercato unico. Così come dovrebbero valutare misure innovative per sostenere l`euro come gli euro bond o una versione europea del Fondo monetario internazionale (Fmi). I leader dell`Europa occidentale dovrebbero sforzarsi di mostrare solidarietà ai loro colleghi dell`Est - anche attraverso aiuti speciali per quelli impegnati a entrare nell`eurozona anziché mantenere l`atteggiamento attuale di «ciascuno per sé».
<p>E tutti i Paesi ricchi dovrebbero esplorare modalità di assistenza al mondo in via di sviluppo alle prese con una calamità finanziaria che non ha contribuito a creare. Sosteniamo l`idea del Fmi di emettere Diritti speciali di prelievo, con i Paesi ricchi che prestano i propri ai Paesi più poveri. Il G 20 è generalmente considerato il precursore di un nuovo ordine politico globale. Invece di esporre le proprie divergenze interne al resto del mondo, i leader europei devono mostrare che l`Europa può contribuire in maniera significativa a risolvere i nuovi problemi internazionali. L`Unione europea è nata come un progetto economico finalizzato a obiettivi politici. Mentre permane la crisi economica, solo un`azione politica coraggiosa a livello europeo salverà l`economia europea e l`intero progetto europeo. <br /><br />
Giuliano Amato, Emma Bonino, Massimo D'Alema, Marta Dassu, Leoluca Orlando, Martti Ahtisaari, Ian Buruma, Manuel Castells, Etienne Davignon, Ana Palacio, Chris Patten, George Soros. <br />
<i>Seguono le firme di altre 43 personalità europee.</i><br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=L8RO2">Corriere della Sera</a>