Openpolis - Argomento: libertà d'informazionehttps://www.openpolis.it/2013-07-08T00:00:00ZGianfranco BETTIN: Il Comune di Venezia chiede l'immediata liberazione del fotoreporter Mattia Cacciatori arrestato ad Istambul2013-07-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it691780Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Venezia (VE) (Partito: Lista Civica - Cen-Sin) <br/><br/><br />
«Venezia oltre a difendere la possibilità di espressione dei dissidenti turchi, libertà oggi gravemente violata da provvedimenti restrittivi che colpiscono stampa, radio e tv ma anche i nuovi media e i social network, condanna l’ennesimo episodio di censura contro un giornalista che cerca semplicemente di documentare e informare sulle proteste che da settimane stanno investendo la Turchia. La negazione del diritto/dovere di informare la pubblica opinione italiana, e non solo, su quanto sta accadendo in quel paese, è un fatto grave».
<p> «Chiediamo al Ministero degli affari esteri e chiunque creda al diritto all’informazione e alla democrazia di alzare la voce per chiedere l’immediata liberazione di questo giovane fotoreporter».<p>
Mattia Cacciatori, fotoreporter italiano di soli 24 anni, originario di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, è stato ieri arrestato ad Istanbul mentre stava filmando la polizia che caricava i manifestanti a Gezy Park. Il giovane, laureato in cooperazione allo sviluppo, era partito alla volta del Paese il 22 giugno.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/65837">www.comune.venezia.it</a>Silvio BERLUSCONI: "Mai partecipato a festini selvaggi" 2010-11-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548402Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>Ieri, davanti alle rivelazioni di WikiLeaks 1, aveva riso. Oggi, però, reagisce in modo molto meno allegro. "Non frequento festini selvaggi, quelle notizie arrivano da funzionari di terzo grado" tuona Silvio Berlusconi. Parlando a Tripoli a margine del summit Ue-Africa il premier aggiunge che le nuove rivelazioni "sono riportate dai giornali di sinistra" e "danneggiano l'Italia". In quei rapporti si parla di un premier che si lascia andare a "party selvaggi". Berlusconi, però, non ci sta. E si chiede, polemicamente, chi "chi paga" le ragazze che stanno raccontando come si svolgevano le serate dal Cavaliere. A partire dalla escort emiliana Nadia Macrì. 2Per Berlusconi, invece, non c'è nulla da nascondere. "Una volta al mese offro delle cene nelle mie case, dove tutto avviene in modo corretto, dignitoso ed elegante" taglia corto il premier.<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/esteri/2010/11/29/news/reazioni_italiane-9636339/?ref=HREA-1">www.repubblica.it</a>Franco Frattini: WikiLeaks vuole distruggere il mondo.2010-11-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548401Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/> WikiLeaks vuole "distruggere il mondo". Franco Frattini alza nuovamente i toni dopo le rivelazioni del sito pirata che hanno fatto luce sui dispacci, fino a ieri segreti, delle ambasciate Usa. Se ieri Frattini aveva parlato "dell'11 settembre della diplomazia", oggi attribuisce
al fondatore del sito, Julian Assange una volontà criminale. E invita a reagire. "Esorto la comunità internazionale a reagire compatta senza commentare e senza retrocedere sul metodo della diplomazia, senza lasciarsi andare a crisi di fiducia, che se diventa sfiducia reciproca può bloccare collaborazioni fondamentali per risolvere grandi situazioni di crisi" attacca il titolare della Farnesina. Che difende il premier: "Berlusconi evidentemente non si sente nè attaccato, nè colpito, nè offeso. Molte notizie che abbiamo letto erano già uscite sulle prime pagine dei giornali di opposizione".
Ma se da una parte si lascia andare a toni allarmati, dall'altra, Frattini, minimizza la portata dei documenti. "I rapporti riservati degli ambasciatori non rappresentano la policy di un paese - continua il ministro degli Esteri - Sarebbe devastante far credere che la policy degli stati uniti sia di sfiducia verso un gran numero di paesi che sono invece stretti alleati dell'america. Penso innanzitutto all'italia".<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/esteri/2010/11/29/news/reazioni_italiane-9636339/?ref=HREA-1">www.repubblica.it</a>Marco CAPPATO: Internet: Annuncio di disobbedienza civile e Web Tv contro regolamento Agcom e legge Romani2010-11-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548301<br /><a href="http://www.hackthegov.it"> www.hackthegov.it</a> - Ci auguriamo che l'Autorità Garante per le Comunicazione non confermi la volontà di introdurre nuova burocrazia, autorizzazioni e balzelli per chi, anche professionalmente e commercialmente, vuole fare informazione nuova in Italia tramite web tv o web radio.
<p>Se invece l'ottusità burocratica dovesse prevalere, annunciamo fin da ora che martedi' 30 novembre presso la sede del Partito Radicale, e tramite il sito<a href="http://www.hackthegov.it"> <b>www.hackthegov.it</b></a>, presenteremo la nostra piattaforma di Web TV che abbiamo intenzione di condurre in violazione del regolamento quando questo entrerà in vigore.
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Con questa iniziativa ci rivolgiamo all'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni riunita oggi per discutere le nuove norme. Ad essa diciamo che non è sufficiente creare la riserva indiana delle web tv o web radio amatoriali, ma è necessario un regolamento che nella sostanza rigetti il principio dell'equiparazione delle regole dell'industria radiotelevisiva italiana ad Internet.
<p> La forza della rete è sempre stata quella di rappresentare innovazione, anche nel campo dell'informazione professionale, senza la necessità di chiedere autorizzazioni, pur nel rispetto delle leggi. Conosciamo purtroppo molto bene quale sarà la fine del web se esso verrà assoggettato alle stesse regole che hanno portato all'attuale disastro del sistema radiotelevisivo italiano.
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<i>Dichiarazione di Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale e Marco Cappato, presidente di Agorà Digitale</i><br />
<br/>fonte: <a href="http://radicali.it/print/comunicati/internet-radicali-annunciamo-disobbedienza-civile-web-tv-contro-regolamento-agcom-legge-r">Agorà Digitale | Radicali.it</a>Giuseppe GIULIETTI: «Giornali nel mirino. Non c’è tempo da perdere» - INTERVISTA2010-10-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547441Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Siamo alla stretta finale, poco più di due mesi al trentun dicembre e decine di testate, Liberazione compresa, che non sanno se continueranno a ricevere i contributi pubblici. «Sarebbe la fine del pluralismo dell’informazione», dice Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21.
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<b>Dov’è la riforma dell’editoria?</b>
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Il governo annuncia da oltre due anni una legge di riforma dell’editoria. Non l’ha mai presentata. Non solo, i giornali di famiglia del Presidente del consiglio alimentano una campagna generica contro tutte le testate che attualmente percepiscono i contributi. Nella legge finanziaria non viene né ripristinato il fondo per l’editoria né i diritti soggettivi. L’unico segnale di vita, il sottosegretario con delega all’editoria Bonaiuti, l’ha dato solo sul lodo Alfano.
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<b>Necessità di bilancio, si dice. Ma non sarà in gioco, qui, un progetto politico di attacco al pluralismo dell’informazione?</b>
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Io cerco sempre di respingere qualsiasi idea complottarda. Abbiamo sempre cercato in questi anni di portare avanti un lavoro comune con tutti, sindacati e associazioni. Ci siamo resi disponibili alla riforma dell’editoria in accordo con tutte le testate. Le vie per eliminare le corruzioni ci sono, le abbiamo indicate. Abbiamo persino cercato le convergenze con chi era disponibile all’interno del centrodestra. Ma di fronte a quello che sta accadendo, sì, debbo ritenere che ci sia un progetto politico per liberarsi delle voci scomode.
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<b>Come “Liberazione” altre testate rischiano la chiusura. C’è bisogno di un fronte comune. Quali saranno i prossimi passaggi?</b>
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Condivido integralmente l’allarme di Liberazione e degli altri. Sono sicuro che nelle prossime due settimane sul tema della editoria - come sul tax credit del cinema - verranno votati documenti unitari per la Commissione cultura della Camera. Prevedo che alla Camera e al Senato verranno votate due risoluzioni che chiederanno al governo di reintegrare il fondo e il diritto soggettivo, e di procedere alla riforma dell’editoria. La mia sensazione, però, è che subito dopo questi due documenti finiranno alla Commissione bilancio, dove il governo darà parere negativo. Sarà messa la fiducia e verranno fatti decadere gli emendamenti. E’ il vecchio rituale, documenti approvati in commissione e poi bocciati dal ministro Tremonti. Chi nel centrodestra ha posizioni diverse non potrà neppure votare.
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<b>Berlusconi non è granché incentivato a reintegrare il fondo per l’editoria, di cui godono i giornali critici verso il governo. O no?</b>
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Berlusconi vuole eliminare tutto quello che non sopporta.<br />
Come è suo interesse far fuori voci a lui sgradite nel cinema italiano, anche nella platea dei giornali intende eliminare le testate critiche, da Liberazione all’Avvenire, dall’Unità al Secolo d’Italia. E’ del tutto evidente che Berlusconi, controllando in gran parte la raccolta pubblicitaria, avrebbe ben altri mezzi - sopra e sotto il banco - per compensare i pochi amici scontentati. Per giornali come Liberazione e il Manifesto, invece, la situazione diventerebbe drammatica. Ci sono giornali che hanno perso pubblicità in seguito all’appello di Berlusconi a disinvestire.
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<b>Se in Parlamento la strada è bloccata cosa si può fare all’esterno?</b>
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I parlamentari devono comunque provarci e crederci fino all’ultimo. Il loro dovere è fare in modo che questi emendamenti vengano inseriti nella finanziaria. E qualora il governo volesse a tutti i costi mettere la fiducia, premere sulla maggioranza perché nel maxi-emendamento ci siano i provvedimenti sull’editoria. Detto questo, consiglierei a tutte le associazioni del settore, sindacati, ordini professionali, edicolanti, piccoli editori, di far sentire la propria voce e subito. Iniziative visibili, trasparenti e clamorose, nelle forme e nei contenuti.
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<b>Non sarà una battaglia popolare, nell’opinione pubblica dare soldi ai giornali è uno spreco, no?</b>
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Non si possono fare solo le battaglie popolari. Sicuramente ci vuole una riforma dell’editoria. Ma non si può accettare che il governo del conflitto di interessi lasci morire decine di testate, come se nulla fosse. La Costituzione garamtisce il pluralismo, lo ha ricordato Napolitano. Anche quelli che pensano che sia meglio chiudere tutto e tutti, un giorno si sveglieranno. Se non ci fosse stata Liberazione non avremmo le denunce su quanto accaduto a Genova, sulle vicende di Cucchi e Aldrovandi o sulle morti sul lavoro. Potrei parlare anche del manifesto, dell’Unità o di altre testate del mondo cattolico. Pur diverse tra loro, tutte queste esperienze editoriali hanno prodotto inchieste e dossier che poi sono entrati nel circuito della comunicazione ufficiale.
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<b>Anche il mondo dello spettacolo, del cinema e della televisione è in subbuglio, per non parlare di scuola, università e ricerca. Non sarebbe ora di unire questi movimenti?</b>
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Dovremmo mettere in rete tutte le proteste. E’ in atto con la finanziaria il progetto di demolire i settori della formazione, dell’informazione e della cultura. Sarebbe opportuno che durante la discussione della finanziaria alla Camera e al Senato ci fossero iniziative comuni. Non ciascuno per sé, ma uniti. Sarebbe un errore andare a tante trattative separate, ognuno per proprio conto, nella speranza di poter strappare sottobanco qualche concessione. Non cadiamoci.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=UX6S3">Liberazione - Tonino Bucci</a>Paolo Giacon: Sul Film Welcome: «La Lega ha paura della libera circolazione delle idee e del confronto. L'intervento leghista degno del Min.Cul.Pop»2010-09-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507307Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Padova (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"L’Assessore Regionale Conte deve aver confuso l’Assessorato all’Ambiente con il Min.cul.pop. della Regione Veneto. Solo cosi si puo’ spiegare infatti il suo intervento contro la proiezione del film francese Welcome presso l’Istituto Superiore Scarcerle di Padova.”
<p> A criticare duramente le esternazioni di Conte è Paolo Giacon, consigliere provinciale del Partito Democratico che rincara la dose: “Evidentemente la Lega ha paura della libera circolazione delle idee. Ha paura di un semplice film che ha il merito di far riflettere, provocare dibattiti ed emozioni tra gli studenti. <br />
E’ tipico di forze politiche arroganti ed autoreferenziali censurare forme di cultura e di pensiero diverse o lontane dalla propria. E l’Assessore Conte ha ben interpretato il ruolo di censore. Zaia e Bossi saranno sicuramente soddisfatti.”
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“Quello dei clandestini prima di essere un problema di ordine pubblico è un dramma umano e personale ed una questione che riguarda innanzitutto i diritti ed i doveri delle persone. – puntualizza il consigliere democratico.<br />
Questo il vero obiettivo della giornata di mobilitazione sull’immigrazione e non certo una celebrazione dell’illegalità. Piuttosto Conte dovrebbe spiegare ai suoi elettori padani perche’ dopo anni di applicazione della legge Bossi Fini la situazione sul fronte dell’immigrazione non è migliorata. Dovrebbe spiegarci perche’ i rimpatri tanto invocati dalla Lega non avvengono. Dovrebbe raccontare la storia dei campi di concentramento libici incoraggiati da Berlusconi e da Maroni o svelare le condizioni di vita nei campi di identificazione che ci sono nella nostra penisola. Ed invece l’assessore si preoccupa di un film… <br />
Capisco che è in campagna elettorale per il congresso della Lega Nord ma è bene che eviti queste sparate: rischia di rendersi ridicolo come lo sono stati i titolari dei ministeri per la propaganda dei regimi fascisti o comunisti.”
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“Mi auguro che durante questo weekend l’assessore desista dai suoi propositi di censore, si sieda in poltrona e guardi anche lui il film Welcome – conclude Giacon - Ricordo che il film è stato pluripremiato con un Nastro D’Argento 2010, con un David di Donatello nello stesso anno e ben dieci nomination al premio Cesar (il premio “Oscar” che viene conferito ogni anno dalle istituzioni francesi).
<p>Caro Conte, ti auguro buona visione: sara’ l’occasione per riflettere sul problema dell’immigrazione e della clandestinità da un altro punto di vista, mettendo da parte la propaganda e la superficialità.”<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=1649">Pd Veneto.org - Redazione</a>Giuseppe GIULIETTI: La legge bavaglio ha la stessa valenza che Mussolini diede alla legge sulla stampa dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti.2010-06-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501709Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Come era facilmente prevedibile, e come MicroMega aveva previsto sin dal primo istante, la legge bavaglio si appresta ad essere approvata in via definitiva.
Come poteva essere diversamente? Si tratta di una legge berlusconissima che, per il sultano, ha la stessa valenza che Mussolini diede alla legge sulla stampa dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti.
I tempi non sono quelli, ma questa legge rappresenta il vero punto di rottura, l'uscita dalla repubblica democratica fondata sulla carta costituzionale.
E’ inutile giocare con le parole, questo pensano e dicono i principali costituzionalisti italiani, questo pensano e dicono, per ora solo in privato, persino alcuni degli intellettuali, dei giornalisti, dei parlamentari più vicini a Fini.
Lo diranno anche in pubblico? Voteranno contro questa porcata alla camera dei deputati? Ci crediamo poco, se lo faranno il sultano li manderà a casa nel giro di poche ore.
Quello del Senato è stato un vero e proprio voto di sfiducia contro la Costituzione e contro lo stato di diritto.
Di fronte a questo oltraggio a poco serve polemizzare e perdere tempo sulle migliori tattiche di ostruzionismo parlamentare. Si tratta di discussioni oziose, buone solo a provocare qualche polemica intestina.
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Alla Camera, sicuramente, le opposizioni unite faranno di tutto per contrastare questa porcata, ma la partita ormai si giocherà tutta sulla capacità di coinvolgere l’opinione pubblica, di promuovere una campagna di indignazione civile, di attivare tutte le possibili forme di sabotaggio del bavaglio,di coinvolgere le istituzioni internazionali in una vicenda che pone l’Italia fuori dal contesto della Unione europea.
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Nulla dovrà essere lasciato al caso, dovremo coordinare tutte le iniziative e inventarne altre ancora.
Bene i siti listati a lutto, bene le pagine bianche dei giornali, sarebbe bello che i gr e i tg indicassero con un breve spot quali servizi non sarà più possibile trasmettere.<br />
Ed ancora bisognerà mettere insieme, città per città, quanti stanno per essere tagliati dalla finanziaria e quanti stanno per essere oscurati dai bavagli.
Non c’è tempo da perdere, questo è il momento per convocare una grande manifestazione nazionale che metta insieme chi davvero ha a cuore, per usare le parole care al presidente Fini, il patriottismo repubblicano e il tricolore.
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Qui è possibile firmare <b>l'</b><a href="http://www.articolo21.org/35/appello/legge-bavaglio-subito-una-grande-manifestazione.html"><b>appello promosso da Articolo 21</b></a> per una manifestazione nazionale contro il bavaglio.
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"Con la legge bavaglio si compie un autentico delitto contro lo stato di diritto. Si sta realizzando l'antico sogno della Loggia P2 di oscurare i poteri di controllo. Non basta più indignarsi, per questo è necessario promuovere immediatamente una grande, unitaria manifestazione nazionale contro la macelleria politica e sociale in atto".
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Ps. Martedì alle 18 nella sede della federazione della stampa, a Roma, si riuniranno tutte le associazioni che diedero vita alla grande giornata per la libertà di informazione del tre ottobre scorso. Il giorno dopo, mercoledì 16 giugno, sempre alle ore 18, nella sala riunioni del circolo della camera dei deputati, via dei campi sportivi 5, Roma, si svolgerà l'assemblea nazionale di articolo 21. Vi aspettiamo per decidere insieme non solo data, modi e forme della grande manifestazione nazionale, ma anche un piano di azioni di breve, medio e lungo periodo capaci di far letteralmente impazzire il censore, sino a farlo pentire di aver concepito questo nauseante provvedimento.
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Giuseppe Giulietti<br />
<br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/legge-bavaglio-subito-una-grande-manifestazione-nazionale-firma-lappello/?printpage=undefined">MicroMega-online | Giuseppe Giulietti</a>Luigi de MAGISTRIS: Silenzio di stato, impuniti per legge2010-06-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501708Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Come uno zar, come Putin, come un tiranno. Silenziando il Parlamento e trascurando il grido d’allarme democratico che si alza da tutto il Paese, sceso in campo per difendere il diritto a conoscere e a vivere nella legalità.
<p>Il ddl intercettazioni, tra occupazioni e aventini dei senatori dell’opposizione, è stato approvato a Palazzo Madama con l’ennesimo voto di fiducia, blindato così dai possibili ipocritici franchi tiratori.
<p>Già quei finiani che avevano annunciato battaglia e invocato autonomia, che si sono riempiti la bocca fino all’ultimo di parole come “indipendenza”, “lotta al crimine”, “libertà di informazione”. Gli stessi che ieri hanno risposto prontamente “obbedisco” all’imperativo categorico di Arcore, tradendo tutte le promesse fatte con quella naturalezza servile che Berlusconi ha ormai imposto al SUO partito. <br />
Il PdL si conferma infatti la piccola prateria personale dove re Silvio può esercitare indisturbato il potere senza trovare un vero argine di contrasto, nemmeno in quel Gianfranco Fini che, solo pochi mesi fa, gli puntava l’indice accusatorio in un esecutivo più simile ad una seduta di psicanalisi collettiva che ad un dibattito di partito. Lo stesso che attraverso i suoi luogotenenti gioca ora la parte di salvatore della patria: “meglio di così non si poteva fare, ci batteremo alla Camera”, dicono Bocchino & co. <br />
Ma la promessa, vista la cronaca recente, non è che vana: figli e nipoti di Almirante sanno già che la prossima tappa consiste nel loro prossimo tradimento a Montecitorio, dove il ddl approderà presto rischiando di non subire modifiche e di restare ciò che è sempre stato, cioè un pugno allo stomaco per la democrazia e la legalità.
<p>Tradiscono, questi falsi crociati del bene, il Paese intero. Perché da ieri protestano e protesteranno tutti: i giornalisti che annunciano uno sciopero dell’informazione il 9 luglio, i direttori dei media, i magistrati, le forze dell’ordine, il sindacato, la società civile. Manifestazioni e veglie, sit in e iniziative in tutta Italia da parte di tutti i protagonisti della società civile, mondo della cultura e dello spettacolo compreso. Ma niente da fare: lo zar, il Putin italiano, il tiranno non ha ceduto e non vuole cedere. Primum tutelare se stesso dall’occhio pubblico e dalle inchieste, primum far morire la cronaca giudiziaria e legare le mani alla magistratura, primum punire i media e favorire le mafie, soprattutto dei colletti bianchi e della politica.
<p>Deinde? Deinde tutto il resto, cioè la democrazia, ovvero la libertà di informazione e la lotta al crimine, l’articolo 21 e la guerra alle mafie, il rispetto verso una tradizione di giornalisti trucidati e di giudici assassinati.
<p>La nostra prima speranza risiede nella società civile e nella mobilitazione pacifica, nel suo impegno magari verso un referendum che ristabilisca il diritto.
<p>La nostra speranza è anche nel Capo dello Stato: Signor Presidente, non è vero che La invochiamo a vanvera o La tiriamo per la giacchetta, semplicemente Le chiediamo, come il suo ruolo richiede, di difendere la nostra Costituzione dallo svuotamento per legge ordinaria che questo Governo sta portando avanti da tanto, troppo tempo. <br />
A chi dobbiamo appellarci, Signor Presidente? Forse alla speranza che i rapporti fra il premier e il co-fondatore degenerino fino al punto che il secondo sia spinto -più per ripicca e per la corsa alla leadership interna che per convincimento democratico- ad affossare alla Camera questo scellerato ddl?
<p>Abbiamo e ci meritiamo speranza più “alte”, perché più “alta” è la posta in gioco. Vogliamo continuare in futuro a conoscere le intenzioni infami di chi lucra sul terremoto, vedere la foto del giovane Cucchi che solleva l’indignazione umana generale e ci porta a chiedere giustizia insieme ai suoi familiari, vogliamo che i magistrati continuino ad intercettare i boss mentre dentro casa si spartiscono gli appalti sanitari, vogliamo che le donne abusate da mariti e compagni possano registrarli e avvalersi, contro di loro, di quelle registrazioni, vogliamo che i pm e le forze dell’ordine non siano vittime di rallentamenti burocratici come il cappio delle 75 ore impone, vogliamo che non sia abrogato l’art.13 della legge che porta il nome di Giovanni Falcone. <br />
E’ chiedere troppo? No, è chiedere il rispetto dei nostri diritti.<br />
<br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/de-magistris-silenzio-di-stato-impuniti-per-legge/?printpage=undefined">MicroMega-online | Luigi de Magistris</a>Anna FINOCCHIARO: «Da qui comincia il massacro delle libertà, vogliono coprire pubblici misfatti»2010-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501710Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />Sintesi della dichiarazione di voto di Anna Finocchiaro nell'Aula di Palazzo Madama:
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Il Paese aveva bisogno di una riforma delle intercettazioni telefoniche.
<p> Ne aveva bisogno perché è intollerabile che sulle pagine dei giornali appaiano notizie che o sono coperte dal segreto istruttorio o non sono inerenti alle indagini e sono pubblicate soltanto per ledere la privacy e la dignità dei soggetti.
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È intollerabile che si faccia mercato della dignità dei soggetti ed è intollerabile che vi siano fughe di notizie rispetto ad atti investigativi che probabilmente vengono frustati nella loro efficacia dalla fuga di notizie stesse.
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Noi volevamo una buona legge, tanto è vero che già dai primi atti del governo Prodi della scorsa legislatura, e anche in questa legislatura, con due proposte di legge una delle quali firmata dalla capogruppo, abbiamo chiesto la riforma della disciplina delle intercettazioni telefoniche.
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Quindi, una buona legge sulle intercettazioni telefoniche che tutelasse la privacy e la dignità dei soggetti a qualunque titolo coinvolti nelle indagini.
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Ma questa non e' una buona legge.
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Innanzitutto perché questa legge limita l'uso delle intercettazioni telefoniche come strumento di acquisizione della prova.
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Punite la pubblicazione di atti di indagine e consentite solo la pubblicazione per riassunto fino alla fine delle indagini preliminari. Ma vi rendete conto dell'arbitrio che il giornalista può compiere per riassunto? Non voglio irritarvi, ma il caso Boffo e «Il Giornale» lo ricordate o no?
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Punite anche gli editori, perché casomai il giornalista o il direttore del giornale largheggiasse nell'informazione pubblica - ohibò! - interviene l'editore del giornale e dice: ma che mi volete far fallire? E di conseguenza l'editore eserciterà fuori dal suo ruolo - pensate ad una società per azioni, un'impresa come un'altra, che sta a Shangai e che è l'editore di un giornale italiano - un compito di vigilanza, di repressione, di censura per evitare di correre il rischio delle salatissime multe.
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Tutto questo tutela meglio la privacy dei soggetti? No.<br />
Questo tutela meglio, molto meglio, i criminali.
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Questo uccide il diritto dei cittadini ad essere informati.<br />
Questo provvedimento uccide la libertà di informazione tutelata dalla Costituzione. <br />
Tutelata una sola volta, presidente Berlusconi, perché mentre la parola «impresa», in varie forme, appare almeno tre volte nella Costituzione, le parole «libertà personale» e «libertà d'informazione» esistono una sola volta perché chi si sente vincolato alla Costituzione lo sa che non c'è bisogno di ripetere ciò che è sacro!
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E allora chi oggi vota la fiducia, vota la limitazione della libertà di informare e di essere informato, la limitazione dei mezzi a disposizione degli investigatori per accertare reati, per individuare i colpevoli, per punirli.
<p>La verità allora è davvero un'altra: voi avete colto l'occasione in un momento assai imbarazzante, diciamo così, per il Governo e per la maggioranza di nascondere agli italiani i pubblici misfatti, l'esercizio deviato dei pubblici poteri, l'uso privato e la dissipazione delle pubbliche risorse.
<p>Voi volete nascondere, voi vi nascondete.<br />
Voi non volete controllo (ma questo lo sapevamo già):<br />
il popolo che citate così spesso lo volete cieco e sordo, manipolabile.<br />
Voi vi servite del popolo quando vi serve per celebrarvi, ma lo volete bue.
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La privacy che dite di tutelare è la vostra, è l'ombra nella quale volete continuare a fare i vostri affari.<br />
Chi si accontenta nella maggioranza, chi fa finta di non saperlo, oggi non può non saperlo.
<p>Io che tremo - non come voi, che l'adoperate in maniera sguaiata e volgare - quando pronuncio la parola libertà, non in nome mio ma nome d'altri, vi dico che qui oggi il mio Gruppo, che mi ha dato mandato sulla base di un'assemblea che abbiamo celebrato, non parteciperà al voto di fiducia e non parteciperemo perché noi vogliamo che risulti con ogni evidenza e con il rispetto sacro che abbiamo di quest'Aula e della legge il fatto che <b>da qui comincia il massacro della libertà</b>".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.senatoripd.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=71702&t=/documenti/stampa.htm">senatoripd.it</a>Luigi de MAGISTRIS: «Non mi alleo né con l’Udc di Cuffaro né con Cesa» - INTERVISTA2009-10-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418656Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Questione morale e discontinuità sono i concetti sui quali Luigi De Magistris torna più spesso.
È intorno a questi valori, sostiene l'ex pm, che si giocherà l'alleanza con il Pd e quindi la costruzione dell'alternativa di governo.
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<b>L’elezione di Bersani la soddisfa?</b>
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Non ho fatto il tifo per nessuno dei candidati, però mi auguro che al termine di questa lunga fase congressuale si possa arrivare finalmente a uno slancio forte per l’alternativa di governo attraverso valori condivisi.
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<b>Quali valori?</b>
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La creazione di un modello culturale alternativo a quello di Berlusconi e la questione morale, con un forte segnale di discontinuità che consenta a volti nuovi di sostituire chi ha fallito.
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<b>Sul alcuni punti siete molto distanti?</b>
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Sul programma i punti di convergenza sono molteplici, a partire dal grande tema del lavoro. Noi dell’Idv abbiamo posizioni più radicali sull'ambiente e ci siamo mostrati più determinati del Pd nella difesa della Costituzione e nella volontà di spezzare alcuni legami di continuità col passato.
Ma sono convinto che si possa arrivare agevolmente a un accordo.
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<b>L’alternativa di governo comprenderà anche l’Udc?</b>
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Non lo escludo categoricamente. Certo, bisogna capire di quale Udc si parla. Non credo che potrei sedermi a discutere con il partito di Cesa e Cuffaro, mentre è diverso il discorso per Tabacci o altri.
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<b>Capitolo regionali. Con Bersani hanno corso candidati implicati in vicende giudiziarie.</b>
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È un problema serio e noi abbiamo già detto che se i candidati sono questi l’alleanza non è possibile. Mentre il Pd era impegnato nella corsa alla segreteria l’Idv ha deciso di sostenere in Calabria un candidato, l’imprenditore Callipo, che viene dalla società civile.
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<b>E in Campania?</b>
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In Campania si misurerà la qualità dei rapporti tra l’Idv e il Pd. Mi auguro che riusciremo a trovare insieme un candidato di altissimo livello culturale e morale: nel popolo del centrosinistra c’è esigenza
di volti nuovi, capaci di rimettere in moto passione ed entusiasmo. Tanto più che la scelta del Pdl sembra ricadere su un personaggio (Nicola Cosentino, ndr) molto chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la camorra.
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<b>In Campania, intanto, è scoppiato un nuovo caso Mastella.</b>
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Mastella era già stato implicato in una mia inchiesta e aveva cercato di fermarmi. Parla di raccomandazioni ma in realtà era a capo di un mercato criminale di posti di lavoro. Se le assunzioni all’Arpac (l’agenzia per l'ambiente, ndr) funzionavano in questo modo, non ci si meravigli del disastro ambientale nella regione.
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<b>Il 5 dicembre Idv e Rifondazione scenderanno in piazza insieme.</b>
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Mi auguro che riusciremo a coinvolgere tutti i partiti della sinistra oltre ai cittadini e alle associazioni che non si riconoscono nel modello berlusconiano. Sarà una grande manifestazione contro la disgregazione dello stato sociale che l’esecutivo sta producendo e contro il disegno autoritario, un vero e proprio golpe d’autunno, che il governo sta preparando.
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<b>Cosa intende?</b>
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Ci batteremo per la libertà d’informazione e contro il disegno verticistico che vuole assegnare al premier poteri sempre maggiori, indebolendo il Csm e la Corte costituzionale. Contrasteremo la privatizzazione della sicurezza attraverso le ronde e l’operato del governo che tende ad accrescere le disuguaglianze sociali, mentre noi puntiamo a una redistribuzione più equa delle ricchezze.
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<b>Il 4 novembre l’opposizione incontrerà il Pdl per discutere della riforma della giustizia.</b>
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Se ci si confronterà sulla lentezza dei processi o sulla necessità di ridurre la degenerazione correntizia all'interno della magistratura saremo pronti al dialogo. <br />
Il problema è che la maggior parte delle riforme proposte, dalla subordinazione dei pm all'esecutivo alle intercettazioni, sono indecenti e hanno solo un duplice obiettivo: salvare il premier dai processi e sottomettere la magistratura.
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<br/>fonte: <a href="http://www.ilnapoli.sm">Epolis - il Napoli - Domenico Zaccaria</a>Marco BELTRANDI: "La Rai? Lottizzata da sempre. Ma, oggi, siamo all'illegalità" - INTERVISTA2009-09-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417734Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>
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Berlusconi battuto da Garko? Come se lo spiega?
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Non è difficile spiegarselo in verità. Quando si pretende a tutti i costi di voler far sì che si guardi una trasmissione a dispetto delle altre, il risultato non può che essere questo. Del resto, se c’è una cosa che il pubblico televisivo detesta è essere "fortemente" invitato a guardare un programma, ed è stato fatto di tutto affinché avvenisse. Così lo spostamento di Ballarò, quello incredibile di Matrix, e sottolineo "incredibile" dato che la trasmissione cominciava alle 23.30, urlano vendetta.
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Eppure, non è mai accaduto né nella storia della Tv pubblica né, tantomeno, in quella della Tv privata che si decidesse di stravolgere i palinsesti per dar voce al Presidente del Consiglio. Come giudica tutta questa vicenda?
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E’ molto triste, in primo luogo per il servizio pubblico. Ma debbo anche aggiungere che, purtroppo, a mio giudizio, anche il Centrosinistra non si è più di tanto differenziato nella gestione della Rai. Al tempo stesso osservo che il Pdl ha assunto un modo di fare a dir poco tragicomico. La situazione è oggettivamente seria.
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Ecco, a tal proposito, la Rai, oggi, si può ancora considerare servizio pubblico o è diventata, per dirla con molti, una "tv di Stato" nel senso di Stato totalitaristico per intenderci?
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Come Radicali è da molti anni che sottolineiamo il fatto che la Rai non è più un servizio pubblico. E certo non lo diciamo solo noi. C’è un dato inequivocabile che lo conferma: il numero delle delibere dell’Authority per violazioni del pluralismo politico. Solo i Radicali ne hanno ottenute ben 40 di condanna della Rai. Questa situazione si è sostanzialmente aggravata. La Rai è - ma in realtà lo è sempre stata - un servizio privato a vantaggio di "elites" che controllano l’informazione.
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Partendo da questialtuna considerazione, per tornare a fare un servizio pubblico di qualità da dove sarebbe necessario ripartire? Non è il caso di tornare a parlare per esempio di riforma del sistema radiotelevisivo e, naturalmente, di conflitto di interessi?
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Assolutamente sì. Anzi ritengo sia indispensabile farlo. Ma, certo, non posso dimenticare che il Centrosinistra quando è stato maggioranza di Governo non ha mosso un dito su questa vicenda, probabilmente pensando di utilizzarlo solo come strumento di campagna elettorale. Dopo? Tutto è passato nel dimenticatoio. Oggi c’è l’urgenza di riproporre la questione ma anche di tornare a parlare di riforme della Rai che le diano un’impronta diversa.
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Sabato si andrà in piazza anche per farsi che questi temi tornino alla ribalta delle cronache dato che sembrano accantonati dalle questioni politiche, soprattutto dal Pd…
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Invito davvero coloro che manifesteranno sabato ad essere coerenti, poi, nei comportamenti. C’è indubbiamente, nel sistema dell’informazione radiotelevisiva, una situazione di totale e gravissima illegalità da diversi punti di vista. Abbiamo, anche, per decisione congiunta del Pd e del Pdl una Commissione di Vigilanza che non svolge più quella che è la sua attività di indirizzo e di controllo. Fa fatica a riunirsi, è depotenziata. Per questo invito, per esempio, i miei colleghi ad essere infine coerenti anche nei comportamenti parlamentari e che torni ad essere determinante il ruolo del parlamento. Si riparta per esempio dalle tribune politiche. Da confronti che avvengano nelle sedi deputate e non in altri luoghi. Da oltre un anno e mezzo gli spazi dell’accesso televisivo sono del tutto ridotti; anzi, per molti, come per i Radicali e non solo, non esistono più. E’ evidente che se non si parte anche da qui, è del tutto inutile discutere di legalità e di libertà di informazione.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=146332">www.radicali.it</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: "Da qui al 19 una fascia rossa per la libertà di informazione"2009-09-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417642Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
19 settembre, in piazza contro lo squadrismo mediatico.
<p>Cari amici di Articolo 21, la manifestazione che avete convocato per sabato 19 settembre, insieme alla Fnsi e ad altre associazioni, non è una delle tante.<br />
E’, deve essere, la presa di coscienza da parte della società italiana del pericolo che corre la libertà d’informazione nel nostro paese la cui democrazia è sfigurata dal colossale conflitto d’interessi di cui è portatore il presidente del consiglio e che proprio in questi giorni si è dispiegato nella sua devastante potenza.
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I giornali e i giornalisti che non si adeguano alla volontà del premier (come nel caso dell’Unità, di Repubblica, e di Avvenire) devono essere messi a tacere; le loro domande, legittime in qualsiasi democrazia, considerate alla stregua di attentati terroristici; <br />
la loro stessa identità distrutta con inaudita violenza squadristica da manipoli di manganellatori mediatici.
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Le piccole isole di indipendenza e di vero servizio pubblico che sono rimaste in Rai, come Rai Tre, il Tg Tre, i programmi di Santoro, devono essere normalizzate; la 7 è già stata messa sotto controllo affinché non crei fastidi. Così la tv , dalla quale si informano l’80% degli italiani, non solo tace sugli stili di vita del premier ma, ed è ancor più grave, rappresenta una realtà mille miglia lontana dai problemi, gli affanni, le preoccupazioni degli italiani e delle italiane nella drammatica crisi che stiamo vivendo.
<p>I problemi: la disoccupazione, la scuola, gli immigrati lasciati annegare nei nostri mari, la vita reale nelle tendopoli in Abruzzo, sono sostituiti da fondali di cartapesta nei quali mettere in scena la salvifiche virtù del governo e del suo leader.
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Per questo ho fatto della battaglia per la libertà d’informazione, per troppo tempo sottovalutata da un centrosinistra che, quando poteva, nulla ha fatto contro il conflitto d’interessi, una delle priorità della mia battaglia congressuale. La libertà di essere informati dei cittadini è infatti la condizione basilare di una democrazia funzionante.
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Per tutte queste ragioni non solo aderisco alla manifestazione del 19 ma ho chiesto a tutti i miei sostenitori di indossare da qui ad allora una fascia rossa come simbolo del pericolo che corre la libertà d’informazione nel nostro paese.<br />
<br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/marino-da-qui-al-19-una-fascia-rossa-per-la-liberta-di-informazione/?printpage=undefined">micromega-online da articolo21.info</a>Roberto MUSACCHIO: SOSPENSIONE VAURO (17/04/2009)2009-04-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390981Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/>FRASSONI e MUSACCHIO (Sinistra e Libertà): "La Commissione UE garantisca la libertà d'espressione in Italia contro la censura" Oggi i due esponenti di Sinistra e Libertà, Monica Frassoni Presidente del gruppo dei Verdi/Ale al Parlamento europeo e Roberto Musacchio, europarlamentare del gruppo GUE-NGL, hanno presentato un'interrogazione scritta alla Commissione europea in merito alla misura disciplinare inflitta al vignettista Vauro. Il 15 aprile scorso, infatti, Vauro Senesi, vignettista di RAI 2 è stato sospeso con una misura disciplinare interna per una vignetta considerata offensiva per le vittime del terremoto in Abruzzo, mostrata durante una puntata della trasmissione "Annozero" andata in onda il 9 Aprile scorso. Gli europarlamentari Frassoni e Musacchio hanno dichiarato in proposito:
"La situazione di ripetute e documentate ingerenze, pressioni e censure governative nell'organigramma e nella programmazione del servizio televisivo pubblico Rai è già stato denunciato dal Parlamento europeo nel passato.
"In questo caso" hanno aggiunto i due esponenti di Sinistra e Libertà "ci troviamo in una situazione di palese violazione di quelli che sono i fondamentali diritti, libertà e principi che l'Unione europea garantisce e che sono sanciti nella Convenzione europea per i diritti umani e nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 11 della carta relativo alla libertà di espressione e d'informazione.
"La situazione di controllo sui mezzi d'informazione da parte del Governo Berlusconi rende sempre più difficile l'espressioni di voci di critica e dissenso. Noi di Sinistra e Libertà non possiamo che adoperarci perché la libertà dei cittadini, a cui si riferisce il nostro raggruppamento, si contrapponga alla "libertà" di Berlusconi di decidere quello che possiamo dire e fare."
<br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu">www.robertomusacchio.eu</a>