Openpolis - Argomento: fecondazione assistitahttps://www.openpolis.it/2014-07-24T00:00:00ZDELIA MURER: Fecondazione, la norma c’è2014-07-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it722086Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
“La sentenza della Corte costituzionale sulla legge 40 va applicata subito, senza bisogno di nuovi interventi normativi. La disciplina esiste e può essere vigente. Non vorrei che i tentativi di varare nuove norme fossero solo un modo per boicottare quanto deciso dalla Corte, cioè la piena applicazione di una norma vigente che genera molte attese”.
<p>Lo dichiara Delia Murer, a proposito del dibattito sul tema della fecondazione eterologa medicalmente assistita, dopo che è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale di alcuni divieti previsti nella norma iniziale della legge 40.
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“L'illegittimità costituzionale degli articoli relativi al divieto di fecondazione eterologa medicalmente assistita, cassati dalla Corte non determina alcun vuoto normativo. In altre parti della legge vi sono tutte le tutele necessarie per poter procedere. La cancellazione del divieto di eterologa ripristina il rispetto del principio di uguaglianza ed è del tutto in linea con la giurisprudenza in materia di autodeterminazione. Al Governo non resta altro adempimento che promuovere l’aggiornamento delle Linee guida contenenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita; non è, quindi, necessaria una nuova legge mentre si devono rimuovere tutti gli ostacoli per l'accesso alla fecondazione medicalmente assistita”. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/news/702-fecondazione-la-norma-c-e.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: Legge 40, è inviolabile il diritto alla scelta2014-04-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718275Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
"Ci è voluta una sentenza della Corte costituzionale, di fronte ad un Parlamento troppo spesso bloccato da contrapposizione ideologiche, per affrontare e risolvere un questione cruciale per tante donne e tante coppie. Il divieto di fecondazione eterologa era un limite insopportabile alla autodeterminazione delle donne e ha creato enormi problemi a molte coppie. Abbiamo condotto, su questi punti, negli ultimi anni, numerose battaglie. Purtroppo ci siamo trovati di fronte spesso un parlamento bloccato, incapace di capire che la questione andava affrontata senza rigidità ideologiche. La Corte costituzionale ha riconosciuto la possibilità di scegliere, che è un fondamento della nostra Costituzione".
<p>"La legge 40 era fin dal principio viziata fortemente. Per fortuna che esiste in Italia una rete di associazioni forti, coraggiose, che con i loro legali, si sono battute fino a produrre un cambiamento che è già nei fatti".
<p> Con la sentenza della Corte si riapre anche il dibattito su cosa fare, adesso, rispetto al tema della fecondazione. Alcuni invocano una nuova normativa, che tenga ovviamente conto dei rilievi della Corte costituzionali, e disegni un nuovo quadro sul tema. Altri ritengono che non sia strettamente necessario una nuova legge, ma che basti applicare quello che si è di fatto composto con le sentenze, magari intervenendo con un atto del Ministero per chiarire il tutto.
<p> "Mi sembra che i vari pronunciamenti della Corte in questi anni non diano luogo ad equivoci. Non resta che applicarli".
<p> Lo dichiara Delia Murer, a commento della sentenza che ha dichiarato incostituzionale alcune e ulteriori parti della legge 40 sulla fecondazione assistita. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=7%3Ageneraliste&id=664%3Alegge-40-diritto-alla-scelta&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">deliamurer.it</a>Magda NEGRI: Ricorso Balduzzi è incredibile incidente politico2012-11-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684506Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>Incredibile incidente politico la scelta del governo italiano di presentare ricorso contro la sentenza della Corte europea di Strasburgo, che il 28 agosto aveva bocciato all'unanimità la legge 40, già peraltro smantellata da numerose sentenze di tribunali e della stessa Corte costituzionale.
Ci auguriamo che almeno il ministro Balduzzi possa rimediare con un decreto ministeriale che consenta alle coppie portatrici di malattie genetiche gravi di avere un figlio con la diagnosi preimpianto, evitando così il successivo aborto.<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/doc/247046/fecondazione-negri-ricorso-balduzzi-incredibile-incidente-politico.htm">partitodemocratico.it</a>DELIA MURER: Legge 40. «Sentenza europea di straordinario valore»2012-09-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649156Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La Corte europea ha stabilito che la Legge 40 sulla procreazione assistita viola la Convenzione europea sui diritti dell’uomo. In particolare l’articolo 8. La Corte europea si è attivata su ricorso di una coppia fertile, portatrice sana di fibrosi cistica, che voleva procedere a fecondazione assistita per evitare il rischio di trasferire la malattia. La legge esclude questa possibilità. Essa prevede, infatti, che le coppie fertili, sebbene portatrici di malattie genetiche gravi, non possano accedere alla Pma e quindi non possano tentare di avere un figlio sano attraverso un esame diagnostico sull’embrione.
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La Corte europea, accogliendo il ricorso della coppia italiana, ha bocciato, in particolare, gli articoli 4 e 13 della Legge 40. La condanna non è però immediata perché non ancora definitiva: il governo italiano ha 3 mesi di tempo per chiedere il riesame da parte della Grande Chambre della Corte europea. Dopo la richiesta, 5 magistrati europei esamineranno il caso e decideranno se portarlo davanti ai giudici di appello. <br />
Fra tre mesi la sentenza passerà in giudicato e lo Stato italiano dovrà modificare la legge.
<p>«Questa sentenza ha uno straordinario valore; adesso, però, bisogna che essa sia calata sulla vita reale delle persone e produca effetti. Perché questo avvenga appare indispensabile un intervento normativo nel segno auspicato dall’Europa. Nell’aprile 2008, del resto, la ministra Livia Turco emanò in un decreto le nuove linee guida alla Legge 40 eliminando il divieto di diagnosi preimpianto sull’embrione; purtroppo il governo Berlusconi lo ha reintrodotto. Il no alla diagnosi pre-impianto è previsto solo in Italia, Austria e Svizzera mentre in ben quindici Paesi europei (tra cui Belgio, Francia, Russia, Spagna, Regno Unito) essa è consentita».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=7%3Ageneraliste&id=451%3Alegge-40-sentenza-importante&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Marco CAPPATO: Eutanasia e alternativa. L’essere altro Radicale2010-12-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548869<br />
Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato. La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione.
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Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato.<br />
La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione. Solo di testamento biologico si poteva parlare, per meglio accompagnare l’imbroglio della legge in preparazione “contro” il testamento biologico. Poi sono accaduti alcuni fatti, molto diversi tra loro: prima lo spot australiano per la legalizzazione dell’eutanasia, presentato in Italia dall’associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale. Poi Saviano che ha raccontato a 10 milioni di persone la storia d’amore e di vita di Piero e Mina Welby, e anche quella di Beppino Englaro.
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I falsari di Rai/Mediaset hanno subito messo in scena il gioco sporco di presentare i “malati-che-vogliono-vivere” in contrapposizione ai “malati-che-vogliono-morire”, come se noi volessimo far morire chi vuole vivere. <br />
Infine, il suicidio di Mario Monicelli, avvenuto con motivazioni che nessuno può conoscere, ma realizzato in una modalità atroce e, almeno quella sì, evitabile.
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In poche settimane abbiamo avuto un esempio di cosa accade quando una delle questioni che solleviamo entra in contatto con l’opinione pubblica. Nonostante la grande confusione di termini e situazioni, l’effetto è esplosivo: la riflessione entra nelle conversazioni quotidiane, scatena la reazione scomposta dei potenti contro ciò che i cittadini possono pensare quando non addomesticati dalla tv delle risse e dell’indottrinamento.
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Nel suo nuovo numero, Agenda Coscioni vi propone di rileggere l’anno radicale così, guardando a una serie di fatti e di obiettivi, e a fare uno sforzo di fantasia: cosa accadrebbe se su quei temi la gente davvero fosse informata, se fosse coinvolta nel dibattito pubblico, se davvero potesse scegliere? Rispondere serve per il futuro.
<p>Nello sfascio delle istituzioni e nell’abuso di potere che si fa regola, la violenza investe i corpi: quelli della morte nella sofferenza, della malattia senza assistenza, della fecondazione assistita impedita, della tortura penitenziaria, del fascismo proibizionista, delle speranze negate ai malati nel nome dell’embrione-feticcio.
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Se non perdiamo fiducia nel nostro essere “altro” rispetto al bla bla politicante, possiamo costruire l’alternativa con la disobbedienza civile, la resistenza giudiziaria, la nonviolenza: quella di Welby, Englaro e Nuvoli; <br />
dei malati di Sla e di Maria Antonietta Farina Coscioni che chiedono i Livelli Essenziali di Assistenza; <br />
dei portatori di malattie geneticamente trasmissibili che con noi demoliscono la legge 40; <br />
dei ricercatori che sfidano il divieto alla finanziabilità della ricerca sulle staminali embrionali; <br />
dei disabili che abbattono barriere architettoniche.
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Diverse persone chiamano l’Associazione per chiedere l’eutanasia, e noi cerchiamo di aiutarli. Ci sono laboratori di ricerca internazionali pronti a ricevere gli embrioni che marciscono nei centri di fecondazione, e noi li stiamo inviando. Sono aperti molti fronti - dalla cannabis terapeutica alla “vita indipendente”- e devono stare aperti tutti insieme, perché non sappiamo quale sarà la nostra prossima incursione, cioè quale dei nostri obiettivi raggiungerà la gente.
<p>Dobbiamo restare pronti, cercando di iscrivere anche solo una persona in più per il 2011, perché da lì arrivano le risorse minime indispensabili. Ed è importante fare tesoro di queste pagine clandestine, rappresentazione unica in Italia delle nuove libertà possibili.
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*<i>Questo editoriale apparirà sul numero di dicembre dell'agenda Coscioni</i>
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<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/18300">Terra - Marco Cappato</a>Emma BONINO: La legge Tarzia banco di prova per la controriforma nazionale2010-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547020Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
La proposta di legge Tarzia è stata assunta come testo base per la riforma dei consultori dalla Commissione lavoro e politiche sociali della Regione Lazio. <br />
La mossa è in contrasto con l'articolo 61 del regolamento del Consiglio regionale, secondo il quale il testo avrebbe dovuto essere preso in esame insieme a quello presentato da Giulia Rodano.<br />
In sostanza: c'est la guerre! E dal fronte dell'opposizione Emma Bonino avverte dei rischi che la proposta del centrodestra rappresenta per le donne e gli uomini di tutto il paese.
<p> «Alla luce del convegno di luglio organizzato da Polverini, Formigoni e Gota, è chiaro che se passerà la proposta di legge Tarzia, la regione Lazio sarà il terreno di prova di ciò che avverrà a livello nazionale. La proposta ha infatti già un precedente nel progetto Nasko, che prevede per le donne residenti in Lombardia un compenso economico in cambio della rinuncia ad abortire».
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Nel dettaglio il progetto Nasko, approvato dalla giunta regionale presieduta da Formigoni il 31 maggio scorso, parte dal presupposto che la crisi economica pesi su: <br />
«Le donne e le famiglie che, in condizioni di incertezza e precarietà lavorativa ed economica, scelgono di procrastinare la maternità anche attraverso il ricorso all'interruzione di gravidanza, come risulta dai dati in possesso dell'Osservatorio regionale sull'esclusione sociale».
<p>Anche per Formigoni, come per Olimpia Tarzia, non esistono donne che scelgono di non essere madri. <br />
Il più che ci viene concesso è "procrastinare" la maternità. Il citato Osservatorio, istituito anche questo per delibera regionale, sembrerebbe schierato dalla parte della chiesa cattolica; conta infatti, tra gli enti membri del comitato scientifico, diverse Caritas, confraternite e società confessionali varie, accanto alla Lega coop Lombardia.
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Poco più avanti, nel testo della delibera leggiamo che si ritiene «opportuno istituire un elenco regionale dei servizi, denominati Centri di Aiuto alla Vita, che abbiano i requisiti di cui all'allegato b» dove, tra le condizioni sine qua non per accedere all'elenco troviamo: "Presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento".
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E infatti in un altro documento della giunta lombarda leggiamo l'esclusione di un'associazione il cui statuto non prevede tale finalità.
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Più avanti ancora, alla voce "Criteri di erogazione", viene specificato: «Beneficiari del fondo Nasko sono le madri che, in presenza di una proposta di progetto personalizzato di aiuti economici e sociali, recedono dalla scelta di interrompere volontariamente la gravidanza». Giuro che non ci sono altri beneficiari.
<p> Questo vuol dire che a una donna in difficoltà economiche rimasta incinta, anche qualora non abbia alcuna intenzione di abortire, conviene iniziare la pratica di interruzione di gravidanza per poi ripensarci e tentare così di ottenere la miseria, perché di miseria si tratta, di 250 curo mensili. <br />
I miei complimenti alla giunta lombarda
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Accadeva in Lombardia nel lontano maggio 2010 . Oggi nel Lazio potrebbe passare una proposta ispirata ai principi di quel progetto. Questo vuol dire che l'attacco ai consultori e alla legge che nel 1978 depenalizzò l'aborto, cioè al principio di autodeterminazione delle donne, è stato affidato alle singole regioni di volta in volta amministrate dalla destra.
<p>«La proposta Tarzia continua Emma Bonino introdurrebbe la tutela del figlio concepito che, oltre a essere in conflitto con la legge 194, è materia che non può rientrare nelle competenze legislative regionali. Si creerebbe inevitabilmente un conflitto tra istituzioni diverse».
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Se la proposta Tarzia e il progetto Nasko sono in evidente contrasto con interi pezzi della Costituzione e delle leggi italiane, sembrano invece appoggiarsi a un'altra legge, la 40, sulla procreazione medicalmente assistita. <br />
«E infatti - prosegue la senatrice - la legge 40 è già stata dichiarata incostituzionale dalla Corte italiana.
<p> A dimostrazione della sua incostituzionalità c'è inoltre una sentenza della Corte europea contro l'Austria proprio in materia di fecondazione eterologa.
<p>Se, nonostante tutto, la legge passerà, non resterà che l'arma dei ricorsi, la quale però può essere impugnata solo dalle singole persone».
<p>I criteri del ricorso prevedono infatti che qualsiasi giudice possa obiettare la costituzionalità di una legge solo nel momento in cui si trovi ad affrontare una causa che lo pone di fronte al problema di quella stessa legge.
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E a proposito di ricorsi, di questi giorni è il secondo alla Corte Costituzionale italiana in merito alla legge 40. <br />
Il primo portò all'abolizione delle norme che limitavano a tre la produzione di embrioni per ogni ciclo di fecondazione, che obbligavano a impiantarli tutti insieme e che vietavano il congelamento degli embrioni in soprannumero.
<p>Questo secondo ricorso riguarda invece il divieto di eterologa, tecnica che, secondo gli esponenti del governo e della chiesa, solleva il problema del mercato degli ovociti. <br />
Come dire: non possiamo emanare leggi che regolino il mercato (vizio diffuso nella destra di governo) quindi ne vietiamo i presupposti in terra nazionale per rimandarli all'estero.
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In questa bagarre arriva la notizia del premio Nobel a Robert Edwards, il padre della fecondazione assistita. <br />
E giù nuove polemiche e strali come in una vera guerra, con due nemici e due campi contrapposti: progresso e chiesa, laicità e religione, ragionevolezza e autoritarismo. <br />
Forse l'unica risposta a tutti i dubbi e le domande che ci poniamo, e che continueremo a porci, si trova nel pensiero e nelle parole delle donne.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=UNH02">Gli Altri /Monica Micheli</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Si riapra la discussione sulla legge 40»2010-10-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546552Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Merci da Sophie, felicidades da Diego, congratulations da Yuan e Xinwen. Anche dall'Italia: «Grazie Mr. Edwards, se abbiamo ancora una piccola speranza di diventare genitori è solo grazie a lei». Firmato: «Una coppia infertile».
<p>La scelta svedese di premiare lo scienziato inglese Robert Edwards, padre putativo di oltre 4 milioni di bambini nati grazie alla fecondazione in vetro negli ultimi trent'anni, suscita entusiasmo. Non nel Vaticano. E nel nostro Paese è perplessa parte del mondo cattolico, dall'Associazione Scienza & Vita al sottosegretario Roccella.
<p>Così, l'attribuzione del Premio Nobel riapre il dibattito sulla Legge 40 che regola la fecondazione assistita. Forse, un segno del destino.
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Nel 1968, quando il progetto partì a Cambridge, si parlò di scandalo e atto contro natura, si predisse un fallimento, si faticò a reperire i finanziamenti. Oggi, lo si definisce all'unanimità progresso.
<p>In Italia la Legge 40, è stata approvata dopo un braccio di ferro politico nel 2004 ed è sopravvissuta a un referendum che vide in prima linea la Cei allora guidata da Ruini. E una delle più controverse e restrittive nel settore. Vieta la fecondazione eterologa, la donazione di ovociti, il ricorso da parte di single e gay.
<p> Circa 10mila coppie all'anno hanno scelto il «turismo riproduttivo» rivolgendosi ad accoglienti strutture svizzere, spagnole, belghe, slovacche.
<p>Come previsto da molti medici, la Legge 40 è già stata sconfessata in sede giudiziaria. Nel 2009 la Corte Costituzionale ha bocciato il divieto di crioconservazione dell'embrione e abolito il correlato limite di tre embrioni da impiantare insieme.
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Norma pericolosa, hanno ritenuto i giudici, per la salute della donna e del feto. Maggiore potere decisionale spetta ai medici, spesso impegnati a seguire gravidanze multiple, a rischio, in età non giovanissima.
<p>Irrisolta la cruciale questione della diagnosi preimpianto che consente di individuare malattie genetiche o ereditarie: il divieto è stato bocciato da Tar e tribunali di merito, ma servono nuove linee guida.
<p>Ieri è stato Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta su Ssn a riaprire le danze: <br />
«Se sono normali i controlli prima di una gravidanza per individuare eventuali malattie, perché in uno Stato laico non dovrebbe essere normale, con lo stesso obiettivo, la diagnosi preimpianto? Interveniamo prima dei tribunali».
<p> La Radicale Donatella Poretti invita «moralisti e bigotti» a riflettere su una scienza che «amplia la libertà di scelta delle persone».
<p>E Rita Levi Montalcini plaude a «un premio ben meritato per un lavoro scientifico di fondamentale importanza per il progresso della biomedicina».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=UETFX">L'Unità - Federica Fantozzi </a>Eugenia Maria ROCCELLA: «Il presidente Fini dice cose non vere» - INTERVISTA2009-05-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391280Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Lavoro Salute e Politiche sociali (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Dove le vede Fini in Italia leggi orientate a precetti religiosi? Non ci sono».<br />
Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, ha guidato nel governo la battaglia cattolica sul testamento biologico e ha la delega alle questioni bioetiche.
Al presidente della Camera, che aveva proprio sulla legge di fine vita lanciato l`allarme sul rischio di Stato confessionale, dà l`alt.
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<b>Quindi Fini sbaglia, sottosegretario Roccella?</b>
<p> «Semplicemente dice una cosa non vera, nel senso che non ci sono norme orientate dalla fede, ma dal massimo di ragionevolezza e di condivisione.
Inoltre è il Parlamento che decide e la nostra democrazia ha tutti i meccanismi di garanzia».
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<b>In che senso?</b>
<p> «Chi non è d`accordo può chiedere il referendum. Gli elettori ad esempio, hanno punito i partiti che hanno avuto posizioni in cui il popolo italiano evidentemente non si è riconosciuto, come Rifondazione».
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<b>A lei non sembra che la legge 40 sulla fecondazione assistita o la discussione sul testamento biologico in Parlamento siano state modellate sui diktat del Vaticano?</b>
<p> «Se avessimo fatto una legge sulla procreazione assistita orientata in base alla fede, semplicemente avremmo dovuto vietarla perché questa è la posizione della Chiesa cattolica.
Mentre quella legge si rivela lungimirante».
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<b>Il ddl sul testamento biologico obbliga all`idratazione e alla nutrizione artificiale.</b>
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«Non è un obbligo; non c`è la possibilità di rifiutare. D`altra parte non tutte le libertà possono declinarsi in un diritto. Si è liberi di suicidarsi ma non c`è un diritto al suicidio. Se sono temi in cui il dubbio deve prevalere sulle certezze allora bisogna ricorrere al principio di precauzione».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=M1Q66">La Repubblica - (g.c.) </a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «L'arroganza della politica è una brutta malattia» - INTERVISTA [Antonio Guglielmino, Adriana Turriziani e Maurizio Marceca*]2009-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391101Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocità del progresso scientifico. Le difficoltà della professione sanitaria oggi in una società multirazziale, piena di paure, che una parte della politica cavalca per imporre nuove figure. Come il medico-spia, obbligato a denunciare i clandestini, o addirittura il "medico- assassino", colui che, varato il ddl Calabrò, deciderà di staccare il sondino a un malato terminale. La scarsità, la disomogeneità territoriale e l`assenza di fondi per gli hospice in un Paese come l`Italia che pure punta a protrarre artificialmente la vita finché possibile. All`Unità ne abbiamo discusso con Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo; Antonino Guglielmino, ginecologo esperto in riproduzione assistita; Adriana Turriziani, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliatine; Maurizio Marceca, medico epidemiologo e della Sanità pubblica.
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<b>L`analisi di quattro tematiche - il biotestamento, la Legge 40, l`obbligo di denuncia dei clandestini per i medici, lo stato delle cure palliative - evidenzia un rapporto difficile tra politica e medicina. È davvero così?</b>
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MARINO, «Esiste, ma non è un problema solo italiano. È oggettivo, legato allo sviluppo della scienza più rapido che nei secoli passati. Abbiamo impiegato centinaia di anni per definire la morte come cessazione del respiro, altri secoli per stabilire che invece è lo stop del battito cardiaco. Adesso si è morti con la cessazione irreversibile delle attività cerebrali. Ma è un dato molto recente, acquisito nel 1968. Il punto è che l`articolo 32 della Costituzione, che vieta trattamenti sanitari obbligatori, è stato scritto nel 1947 quando per il legislatore era scontato che le persone potessero a voce accettare o rifiutare una terapia. Basta considerare che il primo respiratore artificiale è arrivato solo nel `52 e i primi esperimenti sulla nutrizione artificiale sono degli anni `60. La velocità del progresso scientifico è superiore a quella di adeguamento del Parlamento e, forse, della società».
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MARCECA: «Il tema dell`immigrazione è importante perché diventa cartina tornasole di come il sistema sanitario reagisce ai mutamenti sociali e si configura in grado di reagire ai bisogni diffusi. L`approccio della politica è enfatico, allarmistico, parcellizzato. Per i cittadini è difficile agire sul processo decisionale influenzato dalle lobby. Ancor più lo è per la comunità di immigrati, che in realtà ne comprende diverse centinaia. A mio avviso la politica guarda alla salute come a uno spazio di potere, un mercato. I temi nascono dal nulla e scompaiono nel nulla. Adesso c`è l`allarme per la febbre suina che durerà qualche giorno, mentre dimentichiamo la scarsità di organi per i trapianti, la carenza di emoderivati, l`assistenza domiciliare negata da molte regioni. Da epidemiologo mi preoccupo di comunicare i problemi della salute secondo il loro peso specifico.
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<b>L`Italia nel modo in cui affronta questi temi può essere considerata un`anomalia?</b>
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MARINO: «Certi Paesi come l`Italia sono più lenti. Negli Usa il testamento biologico è stato affrontato in tempi diversi. La California ha scritto la prima normativa nel 1976, un terzo di secolo fa. Da noi non è così. Uno strumento come il respiratore artificiale è positivo perché può consentire a chi ha un trauma cranico di essere operato e tornare al- la vita di prima. A volte però il paziente finisce in un limbo senza possibilità di recupero e la legge non sa come intervenire. I medici lo saprebbero ma non possono perché un magistrato sarebbe obbligato a indagarli per omicidio volontario.
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GUGLIELMINO: «In questi ultimi anni le bio-tecnologie hanno fatto enormi passi in avanti, velocemente: in Italia l`approccio che la politica ha nei confronti delle tematiche legate al progresso scientifico è di grande invadenza. Il nostro paese è arrivato al dibattito - che prima era re- legato alla sfera privata degli individui e che ora ha assunto contorni di carattere pubblico - in modo non adeguato. Non è un caso che in questi ultimi anni il tema della laicità dello Stato - che non è certo di oggi - sia tornato di attualità. Il punto è che non c`è un approccio laico».
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<b>Qual è il paese che da questo punto di vista è più attento quando si tratta di legiferare sui temi di inizio e fine vita?</b>
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MARCECA : «È un paradosso che si debba guardare ad altri paesi. Alla fine degli anni Novanta è stata proprio l`Italia, con la legge Turco-Napolitano sull`immigrazione, ad essere un punto di riferimento per gli altri, equiparando gli stranieri residenti nel nostro Paese agli italiani.
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TURRIZIANI: «L`Inghilterra e gli Stati Uniti hanno avuto una grande intuizione: investire nella formazione. Qui da noi ancora oggi tutto il personale impiegato negli hospice ha come unica formazione quella che deriva dal proprio curriculum personale. Non esistono corsi ad hoc e non c`è una distribuzione uniforme su tutto il territorio rendendo così effettiva una diseguaglianza».
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MARINO: «Basta un esempio. Gli hospice sono 120: 103 sono al Nord, 17 al Sud. In Lombardia ce ne sono 50, in Sicilia, con una popolazione di 5 milioni di persone, ce ne sono 5. Il diritto alla salute sancito dalla Costituzione è evidentemente violato».
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<b>Come deve orientarsi il legislatore quando scrive una legge sui temi cosiddetti "eticamente sensibili"?</b>
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GUGLIELMINO: «Sulla legge 40 come sul testamento biologico la politica dovrebbe avere un approccio "leggero", dettare linee generali, non scrivere leggi ideologiche. Il testo sulla fecondazione assistita, che prevede l`obbligo di trattamento sanitario, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. E evidente che il punto di partenza era sbagliato.
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MARINO: «Credo sia giusto emanare leggi con poche norme chiare, ma dobbiamo tener presente che oggi, mentre parliamo, i reparti di terapia intensiva dei nostri ospedali sono pieni di pazienti non più in grado di decidere se continuare o meno le terapie. E già in questo momento un medico che decide di staccare il respiratore o interrompere l`alimentazione e l`idratazione artificiale ad un paziente in fin di vita, con metastasi diffuse in tutto il corpo, sedato per non farlo soffrire troppo, infrange la legge. Invece la legge dovrebbe dare la possibilità ad ognuno di noi di decidere cosa fare della propria vita in casi simili. Una normativa giusta deve permettere a chiunque quando è nel pieno delle proprie facoltà intellettive di potersi esprimere sul fine vita avendo la certezza che le sue volontà saranno rispettate».
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<b>Spesso si dice "fare all`italiana": vale a dire interrompere l`alimentazione artificiale senza pubblicizzarlo. Quello che, in sostanza, è stato rimproverato al padre di Eluana Englaro: "perché non se l`è portata a casa invece di creare questo putiferio?". Succede così anche negli hospice? Si fa ma non si dice?</b>
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TURRIZIANI: «Bisogna capire che chi arriva negli hospice è un paziente la cui evoluzione della malattia non possiamo contrastare. La morte arriverà: si tratta di mettere in campo un team in grado di attuare le scelte condivise tra medico e famiglia. La nutrizione viene adeguata e graduata rispetto al decorso della malattia. L`idratazione non viene sospesa anche per veicolare i farmaci. Il problema per noi è che la politica non ci offre luoghi di formazione: non esiste un esame universitario per le cure palliative, non ci sono infermieri specializzati».
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<b>È corretto dire che la desistenza terapeutica configura omicidio volontario?</b>
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MARINO, «Il punto è che bisognerebbe avere un Parlamento che lavora in parallelo con il progresso della scienza. Il vero salto è stato quando con le tecnologie si è potuta protrarre l`esistenza in modo artificiale. Sospendere le terapie non è uccidere ma lasciare che il processo di morte naturale riprenda il suo corso. Sono decisioni da assumere in una vera alleanza con il paziente e, se non può esprimersi, con la famiglia. Non si può procedere come accade oggi nell`illegalità o facendo, appunto, le cose all`italiana».
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TURRIZIANI: «Per noi una cartella clinica ben redatta è uno strumento di bordo. Ed è multidisciplinare. Io ci scrivo tutto quello che è utile per quel paziente».
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MARINO: «Se il disegno di legge Calabrò verrà approvato, però, o la desistenza terapeutica non viene scritta in cartella o si verrà indagati per omicidio. Non colposo, volontario: come se si sparasse in testa a un cittadino».
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GUGLIELMINO: «La vera stranezza del ddl Calabrò è che né il medico né il paziente potranno più intervenire su alcune aree. C`è un aspetto che va chiarito: nutrizione e idratazione artificiali sono terapie o no? Se lo sono non si possono somministrare contro la volontà del destinatario perché si viola la Costituzione. E a mio avviso lo sono: non si può pensare che un buco nello stomaco, praticato da un chirurgo per inserire un sondino, necessario per sopravvivere, non sia una forma di cura».
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<b>Arriviamo ai medici "spia": non c`è una contraddizione tra la paura di non riuscire a individuare malattie contagiose e, dall`altra parte, una norma che spinge alla clandestinità sanitaria?</b>
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MARCECA: «La norma che impone la denuncia dei clandestini mostra come si mette in discussione il ruolo degli operatori della salute. Ai medici si chiede di denunciare persone che, dall`oggi al domani, diventano criminali. E assurdo creare dei "clandestini sanitari". Solo l`effetto annuncio ha già prodotto ansia, paura, allontanamento dai servizi. Nessuno dice che in 13 anni questo sistema ha funzionato benissimo, e neppure la Bossi-Fini ha toccato norme che rispondono a esigenze di sanità pubblica. Anche se mi preoccupa l`approccio "dagli all`untore". Le malattie non conoscono confini: riguardano la mobilità umana, non degli immigrati. Ricordo le sofferenze della comunità cinese ai tempi dell`aviaria: la nazionalità diventava elemento di discriminazione per persone che non tornavano in Oriente da anni. Temo che l`enfasi mediatica non aiuti il ragionamento bensì lo complichi».
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<b>È in Parlamento la legge sulle cure palliative e la regolamentazione degli hospice a livello nazionale. C`è un`attenzione reale della politica in un paese dove l`obiettivo sembra essere l`allungamento della vita ad ogni costo?</b>
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TURRIZIANI: «Sarebbe auspicabile ascoltare chi ogni giorno piega la schiena sui pazienti. L`hospice non deve essere ultimo a livello di preparazione e formazione. Seguire malati terminali richiede grande competenza. Ed è enorme il significato sociale di queste strutture che assistono intere famiglie. Si va a morire, è vero, ma si vive fino alla fine. Bisogna promuovere un clima positivo, sostenerli culturalmente, evitare che diventino solo dei letti. Mi auguro che il lavoro svolto in questi anni negli hospice attraverso l`ascolto dei pazienti e dei familiari, venga tenuto nella debita considerazione dal legislatore che dovrà scrivere delle norme al riguardo».
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MARINO: «La competenza è cruciale. E stato un errore smembrare in due tronconi gli hospice e il biotestamento che per formazione e ricerca dovrebbero stare insieme. Poi, la Commissione Sanità non ha neppure audito gli oncologi».
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<b>La politica riuscirà a dialogare e trovare un punto di sintesi che rappresenti la società civile sul testamento biologico? E il Partito Democratico raggiungerà infine una posizione chiara sui temi etici?».</b>
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MARINO: «Credo che serva un passo indietro rispetto all`arroganza attuale con cui si affrontano questi temi. Quanto al Pd: se non riesce a risolvere queste questioni con spirito maggioritario, discutendo al suo interno e votando sulla posizione da prendere, non avrà speranze. Scomparirà, fallirà: non può non dare risposte sui temi che scuotono le coscienze. Purtroppo oggi c`è una classe dirigente che fa riferimento ai due maggiori partiti che c`erano prima, che ragiona per quote e sta sempre a contarsi. Delle due l`una: o tutti costoro verranno spazzati via e si formerà un partito riformista, moderno, oppure sarà il Pd stesso ad essere spazzato via».
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<b>In Senato, durante il dibattito sul testamento biologico, il Pdl ha applaudito Marcello Pera, intervenuto contro la legge. Poi, però, ha votato compatto per il si, malgrado dai sondaggi risulti che l`opinione pubblica vuole un testamento biologico vincolante. Perché la politica pensa di non dover rispondere di ciò che fa?</b>
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MARINO: «Questo è il problema centrale: ormai si viene eletti per indicazione del leader e non per le proprie convinzioni. Il 25 febbraio del 2009 la Commissione Giustizia del Senato ha inviato un parere alla Commissione Sanità in cui affermava che il testamento biologico deve essere giuridicamente vincolante. La Commissione Sanità ha dovuto prenderne atto, ma in aula è cambiato tutto. Gli stessi membri della Commissione hanno votato contro il valore vincolante del testamento. Di fatto non hanno espresso un convincimento personale ma hanno risposto ad un ordine di partito. Siamo di fronte alla corruzione della politica, messa sotto ricatto da chi decide le candidature dei singoli».
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<b>Alla luce di queste nuove leggi, la professione del medico sta diventando un mestiere pericoloso nel nostro Paese? Sta nascendo la figura del "medico disobbediente"?</b>
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MARCECA: «Il nostro è da sempre un mestiere complesso, ma nel caso della denuncia degli immigrati si sono scatenati degli anticorpi che sembravano sopiti. La Federazione degli Ordini dei medici, gli psicologi e gli infermieri hanno reagito compatti per far cambiare una norma che va contro tutti i nostri principi deontologici. Credo sia necessario, però, che si crei una forte alleanza tra medico e società e che i medici ricomincino a rendere conto di quello che fanno in modo trasparente perché ormai la sanità sembra preda di una deriva economicistica».
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GUGLIELMINO: «Quella del medico disobbediente è una posizione scomoda. I medici non possono essere costretti a compiere ogni giorno atti di "microcriminalità" perché la legge impedisce loro di fare il proprio mestiere secondo scienza e coscienza. È fondamentale alleggerire le norme garantendo la possibilità di fare questo mestiere senza essere costretti a scegliere tra il codice deontologico e la legge dello Stato».
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NOTE<br />
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*rispettivamente, ginecologo esperto in riproduzione assistita, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliative, medico epidemiologo.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=141108">L’Unità - Federica Fantozzi e Marzia Zegarelli</a>Antonio POLITO: Bravo Fini, ma che si fa degli embrioni?2009-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390858<br />
Gianfranco Fini non ha perso l`occasione. Nella sua scalata alla leadership dell`opposizione si è preso ieri in un colpo solo la rivincita su fecondazione artificiale e bio-testamento. <br />
Era cominciata proprio con la legge 40 la sua lunga marcia di allontanamento dalle posizioni della destra tradizionalista, sconcertando molti dei suoi stessi seguaci. <br />
«La sentenza della Consulta - rileva ora - rende giustizia alle donne italiane».
<p>Ma l`uscita del presidente della Camera non è solo retrospettiva: rilancia anche la sua battaglia laica di oggi, quella che l`ha portato a definire il biotestamento approvato al Senato come «una legge da Stato etico». Fini infatti aggiunge: «Mi sembra fin d`ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni».<br />
E qui non è più alla legge 40 che si riferisce, ma a quella in cottura alla Camera sul testamento biologico: se è «evidente fin d`ora» che la Consulta la boccerà, meglio cambiarla. E curioso notare la differenza di toni tra il capo vero dell`opposizione, Fini, e il capo virtuale, Franceschini. <br />
Mentre il primo può rivendicare una coerenza sulla fecondazione, il secondo invece votò quella legge, partecipando alla fronda cattolica nel centrosinistra. Ma mentre il mondo politico italiano si contende la Consulta, il dilemma centrale che la sentenza apre - per i medici, per le coppie, per la legge - e al quale solo il legislatore può dare risposta, resta senza risposte. Ci dispiace rompere le uova nel paniere, ma il problema è che si fa degli embrioni in più che la Corte consente ora di creare nel processo di fecondazione artificiale.
<p> Ricapitoliamo: la Consulta dice che si possono creare più di tre embrioni, presumibilmente per non creare disparità di trattamento tra le donne che ricorrono alla fecondazione in vitro, costringendone alcune a ripetuti trattamenti di stimolazione ormonale. Lo si deduce anche dalla norma che la Consulta ha aggiunto, lì dove ha stabilito che il reimpianto deve avvenire senza pregiudizi per la salute della donna. <br />
Bene: la norma era illogica e punitiva. Per tre ragioni: la prima è che quando il medico feconda degli ovociti non sa se e quanti di essi si feconderanno. La seconda è che se il primo tentativo fallisce, dovrà ricorrere a nuove stimolazioni che sarebbero invece evitabili. La terza è che la prescrizione di impiantare tutti gli ovociti fecondati accresce il rischio di gravidanze multiple, già alto in Italia. Ma se si producono più di tre embrioni, se ne deduce che il surplus - se ci passate l`orrendo termine - va o distrutto o crioconservato per un eventuale e successivo tentativo. Dalla ratio della sentenza si capisce che la Consulta propenda per la seconda soluzione: la crio-conservazione. Ma questa è vietata espressamente in altra parte della legge 40, parte sulla quale la Consulta non si è espressa perché non rilevante, cioè perché non attinente al processo nel corso del quale è stata sollevata l`eccezione di incostituzionalità. <br />
Dunque abbiamo un classico «taglia e cuci» : la Consulta annulla degli articoli ma non ricostruisce una coerenza interna alla legge modificandone altri. A dimostrazione del fatto che non si può chiedere alla Corte costituzionale, e se è per questo neanche ai referendum, di sistemare leggi che solo il Parlamento può fare in modo organico e ragionevole. Da questo punto di vista, il difetto di coerenza è stavolta nel fronte cattolico. <br />
La Chiesa, infatti, è contraria alla fecondazione artificiale in sé, e ha accettato la legge - influenzandone i contenuti - soltanto con la logica della limitazione del danno. Ma se si crede - come ha scritto ieri Giuliano Ferrara - che ogni figlio in provetta è «un atto tecnico di fabbricazione amorale della vita umana», è difficile poi discutere con lui e con chi la pensa come lui del «quantum di vita» amorale (sempre Ferrara), che va reimpiantato nella donna.
<p>Molto più accorto è stato il commento dell`Osservatore Romano che, confermando una linea di prudenza fin qui dimostrata dalle gerarchie, si limita a osservare che “da selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti”, e dunque qualsiasi «sperimentazione sull`embrione», restano vietati. <br />
D`altra parte il fronte laico, e innanzitutto chi come Fini oggi lo guida, non può limitarsi a festeggiare la Consulta, ma ha il dovere di dire come adeguare la legge a quella sentenza senza toccare i punti che sembrano acquisiti in entrambi i campi, estremisti a parte. Soprattutto come farlo lasciando al medico, nel suo rapporto con la paziente, la decisione su singole scelte tecniche, come il numero degli embrioni, che non si possono determinare per legge. Più di usare la sentenza sulla legge 40 per combattere una battaglia sul bio-testamento, riproponendo lo schema di uno scellerato bipolarismo etico, sarebbe dunque più utile porre rimedio al problema che la Consulta ha aperto.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LA20R">Il Riformista - Antonio Polito</a>Eugenia Maria ROCCELLA: «La legge 40 è salda. Basta propaganda» - INTERVISTA2009-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390857Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Lavoro Salute e Politiche sociali (Partito: PdL) <br/><br/><br />
La sentenza della Consulta non smantella i principi della legge 40. E gli accenti di trionfo del suoi avversari sono una evidente forzatura. Si afferma che è stato eliminato il limite alla produzione degli embrioni. Ma, dal momento che - osserva all`indomani della sentenza della Consulta, il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella – rimangono in vigore gli altri punti della legge che ne vietano la crioconservazione e la soppressione, così come resta il divieto di ogni pratica eugenetica, e vige la prescrizione di produrre il numero di embrioni strettamente necessario, mi chiedo che cosa concretamente dovrebbe cambiare, da oggi, nella fecondazione assistita in Italia».<br />
<b>Ma la Consulta ha pure affermato la incostituzionalità del limite dei tre embrioni.</b><br />
La sentenza va interpretata per quel che dice, alla lettera. E cioè si è detto che lo stabilire quanti embrioni produrre, è cosa che spetta al medico e non al legislatore; e che tutto va fatto nell`interesse della salute della donna. Dal momento però che come ho detto gli embrioni non possono essere né crioconservati né soppressi né selezionati, nella pratica non si comprende cosa venga modificato. Anche se capisco che la lettura che di questa sentenza è stata data, una lettura fortemente ideologizzata, può creare incertezza e confusione.<br />
<b>C`è qualcosa che il ministero intende fare adesso?</b><br />
Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza. Nel frattempo la legge 40 resta quella che è, e i centri devono continuare ad applicarla nella sua lettera e con prudenza. Ricordo che ad oggi restano in vigore le linee guida dell`ex ministro Turco, che contengono l`esplicito divieto di diagnosi prenatale sull`embrione.<br />
<b>Intanto state lavorando alle nuove linee guida.</b><br />
E’ ancora prematuro parlarne. E noto però che le linee guida dovranno attuare il decreto 151, cioè la direttiva europea che riguarda la pratica dei centri che conservano cellule e tessuti umani. Poiché ora anche i gameti rientrano fra i "tessuti" contemplati in questo testo, dovremo mettere in atto nuovi e maggiori controlli delle procedure.<br />
<b>Secondo lei in Italia è necessario un maggiore controllo dei centri che applicano la legge 40?</b><br />
Più che di controllo parlerei di verifica. La direttiva europea comporterà criteri omogenei e validi per tutti da fare rispettare. Occorrerà stabilire anche elementi di tracciabilità statistica di ogni trattamento di fecondazione. Mi auguro che questo porterà a una maggiore trasparenza dei risultati, perché si possa dare alle donne informazioni precise su cosa ogni centro fa, e con quali percentuali di successo. Risulta infatti dalla Relazione sulla legge, appena presentata in Parlamento, che la pratica clinica fra i centri è molto difforme, se in alcuni la percentuale di gravidanze trigemellari è dello 0 per cento e in altri addirittura del 13. Occorre che le donne siano a conoscenza dei risultati degli istituti cui si rivolgono.<br />
<b>Sul tasso di gravidanze trigemine, più alto che in Europa, la legge è stata attaccata.</b><br />
Bisogna leggere bene i dati e confrontarli. In Spagna, dove la percentuale dei parti plurimi appare più bassa, è elevatissimo il numero di aborti selettivi, cioè gli embrioni di troppo vengono soppressi. Invece, e pochi lo hanno segnalato, il tasso di sindrome di iperstimolazione ovarica in Italia è la metà di quello europeo. E questo è dovuto proprio al nostro limite della produzione di tre embrioni. In Gran Bretagna ci sono pazienti che producono anche 120 ovociti per ovulazione: ha idea di che quantità di ormoni occorra per questi risultati, e con quali ricadute sulla loro futura salute?<br />
<b>Il coro degli attacchi non è venuto solo dai radicali o dalla sinistra. Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto che la legge 40 è basata su dogmi di natura religiosa, e che «questa sentenza rende giustizia alle donne».</b><br />
Temo che il presidente Fini sia caduto nello stesso equivoco in cui ieri sono caduti in molti. Intanto, perché la sentenza non ha introdotto alcuna modifica sostanziale alla legge. Poi, perché non è affatto in gioco la laicità, anche visto che la 40 non è una legge cattolica. E una legge invece contro cui c`è un attacco ideologico concentrico, e una propaganda massiccia. E questo anche dopo un referendum che ha visto il tasso di astensione più alto della storia della Repubblica. L`astensione, per un referendum, è peggio della sconfitta: significa che la domanda posta è stata ritenuta inutile dagli elettori. Pure, dal 2005 continua la battaglia, e i ricorsi: il fatto è che dietro questa legge stanno molti interessi economici. Credo insomma che Fini sia stato vittima di questa propaganda. Una «sentenza che rende giustizia alle donne»? Ma se la legge ha impedito quel commercio che oggi mette a rischio la salute delle giovani "donatrici" di ovociti. Che nell`Est, e non solo, vengono riempite di ormoni per una manciata di euro. La salute delle donne non si tutela permettendo tutto. Né obbedendo a quel desiderio di maternità a ogni costo che le rende esposte ai rischi di una medicina senza scrupoli.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LA212">Avvenire - Marina Corradi</a>Gianfranco FINI: Fecondazione assistita. «La sentenza della Consulta rende giustizia alle donne italiane»2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390854Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/> <br />
La <a href="http://www.ilmattino.it/stampa_articolo.php?id=53114">sentenza</a> della Consulta sulla legge della fecondazione assistita «rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei», è il commento del presidente della Camera Gianfranco Fini.
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«Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte - aggiunge - mi sembra fin d'ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre Istituzioni».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilmattino.it/stampa_articolo.php?id=53207">Il Mattino </a>Emma BONINO: «E adesso va rivisto anche il biotestamento».2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390851Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
«Me lo aspettavo? Bè, in questi anni la Corte costituzionale ci ha abituato a tutto, basti ricordare il giudizio sull`inammissibilità di alcuni referendum. Diciamo che ci speravo. Evidentemente c`è un giudice non solo a Berlino ma anche a Roma». <br />
Nella dichiarazione alle agenzie Emma Bonino si è detta «molto soddisfatta» della pronuncia della Corte costituzionale. Ma quando risponde al telefono dal suo ufficio di vice presidente del Senato, parte da un altro punto.<br />
Dai «disastri che in cinque anni ha fatto questa legge», uno su tutti: «Aver favorito il turismo sanitario, costringendo le coppie che non potevano avere figli ad andare all`estero, naturalmente con la solita discriminazione tra i ricchi che possono e poveri che se lo sognano».
<p> Ma c`è anche un altro «guaio» creato dalla legge che adesso la Corte ha dichiarato in parte illegittima: «Visto l`obbligo di impiantare tutti e tre gli embrioni abbiamo assistito ad un grande aumento dei parti trigemellari, che non sono proprio semplici da gestire. Ecco, bene la Consulta ma queste cose ce le potevamo risparmiare».<br />
Durante la telefonata arriva l`annuncio del sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, che parla di nuove linee guida in materia. «Già ripartono alla carica. No, io credo che la legge stia in piedi così com`è, sono solo state eliminate le parti più insostenibili come in questi anni ha spiegato anche la comunità scientifica. Non c`è alcun vuoto legislativo, visto che questa formula ormai viene usata per giustificare di tutto». Il riferimento, ovvio, è al testamento biologico.
<p> «Spero che la pronuncia della Corte costituzionale sulla legge 40 suggerisca una lettura più sobria del disegno di legge Calabrò. Finora ci siamo ridotti alla solita schermaglia parlamentare a prescindere dal merito». Dice la Bonino che, in sostanza, la questione è la stessa. E che gli articoli della Costituzione violati, secondo la Consulta, dalla legge sulla fecondazione sono gli stessi che, secondo i radicali, sarebbero calpestati dal disegno di legge sul testamento biologico. Il 2, il 13 e il 32 per gli esperti del ramo. <br />
E cioè la libertà individuale e la tutela della salute come diritti inviolabili. <br />
«Perché qui non parliamo di sanità o di scienza. Ma di libertà e quindi della possibilità di utilizzare o no le tecniche più moderne». Sulla legge per la fecondazione assistita i Radicali promossero un referendum abrogativo che poi non raggiunse il quorum: «Avrebbe risparmiato a tante persone questi cinque annidi sofferenze. E ce l`avremmo fatta senza l`interventismo massiccio e organizzato della Chiesa, senza la scelta politica del cardinal Ruini che decise di puntare sull`astensionismo, contando sul fatto che il 25 per cento degli italiani comunque non va a votare». Tenterebbe la strada del referendum anche per la legge sul testamento biologico, se dovesse essere approvata?<br />
«Figuriamoci se da Radicale posso dirmi contraria al referendum. Ma in queste condizioni no, perché sarebbe una gara truccata. Anzi, per essere chiari, sarebbe una trappola». Cosa intende, Emma Bonino, per «queste condizioni»? «Deve essere restaurato un minimo di legalità negli spazi del dibattito, visto che quelli a disposizione delle critiche sono limitati. E poi i laici si devono far sentire, devono organizzare una vera campagna di mobilitazione che coinvolga tutto il Paese. Per il momento, anche nel Pd, non ho sentito nessuno parlare di Piazza san Giovanni o di Circo Massimo. Eppure non parliamo di una sciocchezza qualsiasi ma, che diamine, della libertà personale». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=L9N3H">Corriere della Sera - Lorenzo Salvia</a>DANIELA SBROLLINI: Fecondazione assistita. Torniamo ad essere un Paese Normale2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390850Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La Corte Costituzionale ha bocciato in parte la legge 40 sulla fecondazione assistita approvata dal Governo Berlusconi e sottoposta a Referendum nelle giornate del 12 e 13 giugno 2005.
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I giudici costituzionali hanno dichiarato l'illegittimità dell'articolo 14, comma 2 della norma, nel punto in cui prevede “un unico e contemporaneo impianto di embrioni” sino al limite dei tre.
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L'on. Daniela Sbrollini, sensibile da tempo sul tema, non nasconde la sua soddisfazione per la decisione assunta dalla Corte: “la sentenza rende giustizia alle tante donne, alle coppie e alle associazioni che con molti di noi si erano battuti per difendere la laicità dello Stato, la libertà di scelta individuale e la libertà della donna di adottare decisioni delicate che riguardano il proprio corpo e la propria salute”.
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Con questa decisione, continua la parlamentare vicentina del PD, “si ripristina il rispetto dei diritti della persona!”<br />
“Finalmente possiamo tornare a sperare che si ponga fine ai troppi viaggi di turismo sanitario intrapresi in questi anni da molte coppie che trovavano in Paesi vicini speranze e cure adeguate”.
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Questa sentenza a detta dell'On. Sbrollini, “dovrebbe far riflettere tutti, ed aiutare a comprendere la necessità di giungere ad un testo condiviso ed equilibrato su un tema che si presenta oggi nell'agenda politica italiana; faccio riferimento al testamento biologico! Mi auguro che questo aiuti tutti a riconsiderare decisioni assunte e di poter quindi modificare l'orribile testo licenziato dal Senato della Repubblica.”<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=774">official web site - Partito Democratico Veneto</a>Maria Antonietta FARINA COSCIONI: Fecondazione assistita. «Ora finiranno i viaggi della speranza all'estero» - INTERVISTA2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390849Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato Pd, come ha accolto la decisione della Consulta?</b><br />
«Il mio primo pensiero è andato a quelle coppie che già di per sé sono davanti a una scelta difficile nel ricorrere a una tecnica di fecondazione artificiale e che, dopo l’entrata in vigore della legge 40, invece di essere aiutate sono state punite e colpevolizzate. E, laddove è stato possibile, sono dovute emigrare all’estero per realizzare il loro sogno».<br />
<b>Lei crede che, dopo la decisione della Corte Costituzionale, si ridurrà il cosiddetto turismo della cicogna?</b><br />
«Non solo. Una conseguenza gravissima di questa legge è stato l’aumento notevole delle gravidanze e dei parti trigemini e quindi il pronunciamento sulla parte della legge che riguarda il numero di embrioni è molto importante e andrà a incidere su questi numeri».<br />
<b>Che cosa ha comportato tale aumento?</b><br />
«Sofferenze e stress fisici notevoli, prima di tutto. Con questa legge, l’aspirante madre era costretta a sottoporsi a numerosi tentativi, quindi a bombardamenti ormonali pesantissimi, con grave rischio per la sua salute. I pericoli, poi, crescevano durante la gravidanza perché avere in grembo più feti comporta maggiori problemi. Non ultime, conseguenze anche dal punto di vista della sostenibilità economica di tre figli quando se ne aspetta uno: e in tempi come questi, non è cosa da poco...».<br />
<b>Anche la fecondazione artificiale all’estero è piuttosto cara.</b><br />
«Infatti, la Fondazione Coscioni aveva messo in atto un’azione di soccorso civile proprio allo scopo di sostenere le coppie che dovevano affrontare tecniche costose».<br />
<b>Adesso, che cosa sarà della legge 40?</b><br />
«E’ importante mettere mano a questa serie di norme, a una legge punitiva difesa in maniera acritica dal governo. Bisognerà farlo, tant’è vero che anche esponenti della maggioranza, come il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Palumbo che, per inciso è medico ginecologo, dichiarano che non si può andare avanti così, perché i rischi per la salute delle donne sono gravi».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=L9MZI">La Stampa - D.Dan.</a>Marco CAPPATO: Fecondazione assistita. Ora riforma della Legge 40. Il referendum del 2004 non e’ un ostacolo. Continueremo con i ricorsi giudiziari2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390848Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Ora al Governo non resta che adeguarsi alla sentenza della Corte costituzionale, modificando radicalmente le linee guida al fine di togliere ogni incertezza giuridica per le donne che scelgono di affrontare i trattamenti di fecondazione assistita e per i medici che le assistono.
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Oltre alle linee guida, è necessaria la riforma della legge 40, in particolare affinché la si smetta di lasciare marcire gli embrioni sovrannumerari nei congelatori e si rispetti pienamente la libera e responsabile scelta delle donne nell’accedere alle cure migliori e alla diagnosi pre-impianto. Il referendum del 2004 non è minimamente d’ostacolo alla riforma, avendo il Vaticano e il fronte clericale scelto di sottrarsi al confronto delle urne attraverso il sabotaggio dei referendum.
<p>
Come Radicali dell’Associazione Luca Coscioni proseguiremo e rafforzeremo la strada dei ricorsi giudiziari per difendere il diritto alla salute dei singoli e ulteriormente svuotare di efficacia pratica i dispositivi anticostituzionali della legge 40.
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=140068">official web site - Radicali Italiani</a>Emma BONINO: Testamento biologico. "Il Pd ha scelto di non scegliere. E ha perso" - INTERVISTA2009-02-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388725Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Mentre il Pdl scatena l`ambaradam mediatico imboccando la via della «prevaricazione tra individui imposta per forza di legge», il Pd che fa? «Sceglie di non scegliere» e si perde nell`«orientamento prevalente». Emma Bonino, leader radicale e vicepresidente del Senato riflette su quanto accaduto e muove una critica molto dura anche al suo partito. <p>
<b>La mozione del Pdl approvata in Senato sembrerebbe chiudere Il dibattito, peraltro già viziato, sulla prossima legge sul testamento biologico. È così o i margini di manovra per fare una buona legge ci sono ancora?</b> <p>
La mozione del Pdl è un pessimo viatico per una legge per il testamento biologico mentre è utile per una legge contro. In questo sono d`accordo con il Professor Veronesi: meglio nessuna legge che una "cattiva" legge, vale a dire una legge che è anticostituzionale perché toglie la libertà di scelta alle persone. <p>
<b>Anche la mozione dei Pd, come quella maggioranza, partiva da un assunto che per molti scienziati è un falso ideologico e cioè che la nutrizione e l`idratazione artificiali non siano terapie mediche. Il Pd Inoltre aveva anche deciso di non fare ostruzionismo per evitare, dicono, la "contrapposizione frontale" tra le due opposte posizioni. Perché il Pd ha scelto di schiacciarsi sulla linea dei cattolici oltranzisti e perché la voce dei radicali non trova orecchie dentro il partito?</b> <p>
Penso che un partito politico deve assumere delle posizioni chiare per rispetto, tra l`altro, dei propri elettori, ovviamente consentendo sempre il dissenso che impropriamente viene denominato la libertà di coscienza, come se la coscienza ce l`avesse solo chi dissente. Il problema è che il Pd ha scelto di non scegliere fino all`ultimo, demandando ai gruppi parlamentari di individuare l`«orientamento prevalente». Che questo approccio fosse poco lungimirante abbiamo cercato di dirlo da mesi, chiedendo non solo che si votasse all`interno del gruppo, ma che se ne facesse una grande campagna nel Paese, magari convocando un Circo Massimo per la libertà e la laicità. Invece, il Pd si è trovato impreparato e frastornato dall`iniziativa dirompente di Berlusconi. Eppure, viste le iniziative dei gruppi parlamentari Pdl sin da luglio ricordate quando vollero che Camera e Senato sollevassero un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato? -, poi quelle del ministro Sacconi e di Eugenia Roccella, poi le dichiarazioni sempre più invadenti e pressanti delle gerarchie ecclesiastiche e infine una discesa in campo di Berlusconi con l`ambaradam mediatico che ne è conseguito: tutto ampiamente prevedibile. Perché non ci hanno ascoltati? Buona domanda da rivolgere a Veltroni.<p>
<b>Nelle prime formulazioni dei ddl sul testamento biologico Il Pdl era stato meno schiacciato sulle posizioni Vaticane. Nelle ultime settimane tutto è cambiato, perché?</b><br />
Infatti la "proposta Tommasini" era diversa, e molto. Da tempo alcuni preparavano il terreno, ma tutto è davvero cambiato quando è intervenuto Berlusconi che però della faccenda non si è mai occupato sul serio. Non sono brava nelle dietrologie, anche se dubito che il Presidente del Consiglio sia dettato da profondissima convinzione. C`è chi parla dell`uso del corpo di Eluana per ridisegnare un nuovo equilibrio dei poteri nel nostro paese. Inoltre se fosse passato il ddl avrebbe dimostrato che poteva fare approvare qualsiasi legge in quattro giorni. <p>
<b>I radicali pongono giustamente il problema di disciplinare l`eutanasia, ma come se non fossero in Italia e in questo contesto politico. E qualcuno, da sinistra, critica anche l`eccessivo accento che voi ponete sulla libertà individuale dei cittadini senza invece soffermarsi di più sul vincoli di relazione tra individui e su quelli terapeutici. Cosa risponde a queste critiche.</b> <p>
Che sono campate in aria. Se io decido di non volere il sondino naso-gastrico, in che cosa porrei l`accento eccessivo sulla libertà individuale? Mentre mi sembra che dire «tu non potrai mai togliertelo» sia una prevaricazione insopportabile tra individui, appunto. Una prevaricazione, poi, imposta per forza di legge, il che inevitabilmente íntroduce elementi di uno Stato etico e non laico. Quanto all`eutanasia, ci è capitato spesso di sostenere e promuovere diritti civili in grande sintonia con l`opinione pubblica, ma quasi sempre considerati dalla classe politica «fuori tempo o contesto». Capitò lo stesso per il divorzio e la lotta contro l`aborto clandestino... <p>
<b>Fecondazione artificiale, ricerca sulle staminali, e ora l`attacco alle libertà di cura e terapia. La destra si muove sempre più nell`ambito della bio-pontificia e ormai si fa sempre più possibile un nuovo, e stavolta vincente, attacco alla legge sull`aborto. Lei cosa ne pensa?</b><p>
Penso che se con i radicali non si ricrea d`urgenza nel paese una grande determinazione e mobilitazione "laica", ma tutto si lascia alle schermaglie parlamentari, beh, i numeri avranno la meglio, ovviamente. Appunto come accaduto per la legge 40 e come rischia di accadere per il testamento biologico... <p>
<b>Come ha vissuto dal Senato l`attacco di Silvio Berlusconi al Capo dello Stato e il brutto spettacolo che l`Aula ha offerto all`Italia la sera in cui è morta Eluana Englaro? Pensa che la crisi istituzionale sia superata o siamo solo all`inizio?</b> <p>
Beh, sentire in Aula, nell`ambito delle dichiarazioni di voto, la frase finale pronunciata dal vicepresidente dei senatori PdI Quagliarello, è stata una cosa da non credersi, da rimanere gelati. Per fortuna Anna Finocchiaro ha avuto la capacità di interpretare lo sdegno un po` di tutti. Poi, quando si è riconvocata l`assemblea, dopo l`interruzione, l`imbarazzo mi sembrava palpabile anche a destra. E stato il tentativo di creare un precedente in base al quale l`esecutivo può fare a meno dei pesi e contrappesi previsti dallo Stato di diritto scavalcando altri poteri autonomi dello Stato. Un colpo ulteriore ad un sistema italiano lontano dallo stato di diritto, compiutamente partitocratrico da tempo, troppo tempo. <p>
<b>Sabato prossimo lei sarà presente al convegno organizzato dai radicali per riflettere su questi ultimi giorni e sul testamento biologico. Quale lezione bisogna trarre dalle ultime vicende?</b> <p>
In questi anni - mi riferisco anche ai casi di Luca Coscioni, Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli - siamo stati investiti da una manipolazione politicamediatica incredibile dove, appunto, la politica manipola i media e viceversa, Parlo di mistificazioni estreme, da Berlusconi quando dice che Eluana avrebbe potuto partorire, a quelle più sottotraccia, con falsi scoop, falsi miracoli, falsi pentiti a reti unificate. Ma, in previsione dei dibattiti e del voto alla Camera e al Senato, credo fondamentale che si capisca chiaramente una cosa: che l`informazione lottizzata e manipolata è una peste per ogni paese democratico; che l`opinione libera dei cittadini si forma con il contraddittorio, e la si affossa con il "lavaggio del cervello" a senso unico del monopartito Raiset. Per questo con esperti della comunicazione, scienziati, medici, cercheremo di analizzare «verità e menzogne, sotto il dominio violento della partitocrazia».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KR0O3">Il Manifesto - Eleonora Martini</a>Donatella PORETTI: Testamento biologico: la necessità di fare una battaglia per la libertà.2008-09-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it366450Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<i>• Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale-Partito Democratico al Seminario del Pd sul tema del testamento biologico</i><br />
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Il voto parlamentare di luglio sulla mozione Englaro dovrebbe essere stato utile a capire la capacita' della maggioranza di strumentalizzare cinicamente la vicenda: attaccare la magistratura, accreditarsi simpatie del Vaticano, imporre un'etica di Stato.<br />
Se il Partito Democratico vorra' distinguersi ed entrare nel merito, c'e' una cosa sola e semplice da fare: una legge leggera che traduca e renda applicabile -come una sorta di linee guida- l'articolo 32 della Costituzione per superare la differenza di trattamento, ingiusta e incostituzionale, di cui oggi e' vittima l'incapace. <br />
Sgombriamo il campo dall'eutanasia -di cui come radicali, ma anche come maggioranza del Paese testimoniato in piu' occasioni con sondaggi e altro, siamo favorevoli- e dall'accanimento terapeutico -non inquadrabile certo per legge perche' rispondente solo a valutazioni personali e contingenti.<br />
Dovremo legiferare sul consenso informato e sulle dichiarazioni anticipate di volonta', scritte davanti a testimoni, inserite in registri telematici accessibili agli ospedali che come per il consenso informato espresso da persona capace non possono far altro che essere vincolanti per il medico. Non credo che si possa parlare di obiezione di coscienza, perche' si tradurrebbero nella pratica non nel non fare un intervento (come la legge che disciplina l'aborto), ma nel farlo contro la volonta' del paziente. <br />
Oggi la persona capace puo' rifiutare qualsiasi cura, terapia o trattamento sanitario, perche' domani la stessa persona perde questo diritto solo perche' non e' piu' in condizioni di manifestarlo?<br />
Nel nostro disegno di legge si prevede la possibilita' di nominare un fiduciario che dovra' agire in conformita' delle volonta' del paziente, si prevede il ricorso d'urgenza al giudice monocratico in caso di controversie tra fiduciario e sanitari, un registro nazionale telematico collegato e accessibile da ospedali pubblici e privati in tempo reale, una informativa biennale, una relazione al Parlamento e una campagna informativa.<br />
Il Partito Democratico rischia di cercare un accordo su una legge che parli invece che del diritto a decidere quali cure accettare, quali cure non si possano escludere, si paventa il rischio di fare una legge in cui si scrive l'obbligo di alcuni trattamenti -idratazione e alimentazione in primis-<br />
E' un'altra legge.<br />
Situazione simile a quella che ha dato origine alla legge 40, nata per disciplinare la fecondazione assistita, finita con il vietare una lunga serie di tecniche e di modalita' praticate in tutto il resto del mondo.
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Ma se il punto che sicuramente ci vede tutti d'accordo e' che quelle dichiarazioni e quella volonta' siano state espresse in maniera libera, facciamo si' che quella volonta' sia certa e consapevole. Se questo e' un punto di vicinanza non e' possibile prevedere obiezione di coscienza, o il fatto che non sia vincolante per il medico.<br />
Se il Partito Democratico vuole fare un testo coordinato, credo che il lavoro l'abbia gia' fatto il senatore Ignazio Marino che per numero di firme e per l'articolato comprensivo della parte su assistenza sanitaria, cure palliative e testamento biologico, e' di aiuto anche per risolvere il dilemma principale: inserire nella legge come idratazione e alimentazione possano stare scritte o no sulle volonta' anticipate di trattamento: io ci posso scrivere non mi attaccate ad alcuna macchina per respirare e un testimone di Geova scrivera' non fatemi alcuna trasfusione di sangue, qualcun'altro scrivera' lascio ai medici piena liberta' di azione di attaccarmi a tutte le macchine che vi vengono in mente! <br />
Cio' che avviene oggi invece e' che decide il medico.<br />
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=129399">Radicali.it</a>Pier Ferdinando CASINI: "Quel monito è proprio per Silvio basta con veline e calciatori" - INTERVISTA2008-09-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359124Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) <br/><br/><br />
"Certo che mi sono sentito chiamato in causa. Proprio come ogni cattolico che va a messa e si sente tirare le orecchie dal suo parroco". Pier Ferdinando Casini non nasconde di aver ascoltato le parole di Benedetto XVI "in modo particolare": un richiamo che ha investito anche la sfera "personale". Per il leader dell'Udc, però, l'ammonimento del Pontefice riguarda tutti e tutti gli schieramenti, dal Pd al Pdl di Silvio Berlusconi. Allora ricorda al premier di non poter essere "al di sopra" del richiamo papale e poi punta l'indice contro la televisione. Contro chi propaganda la "società delle veline e dei calciatori". "Bisognerebbe - dice - guardare meno la televisione e fare più volontariato".<br /><br />
<b>Cosa ne pensa del discorso del Pontefice a Cagliari?</b><br />
"Intanto credo che il richiamo del Papa sia ineccepibile. Chi riteneva che la Chiesa dovesse essere confinata in un ruolo testimoniale, ora dovrà meditare sulle parole del Pontefice. La Chiesa è una risorsa per la società, un elemento fondamentale".<br />
<b>Però Benedetto XVI sembra bacchettare proprio i cattolici impegnati in politica come lei. Tanto da invocarne una nuova generazione.</b><br />
"So bene che nel Dopoguerra c'è stata una generazione di cattolici - penso a De Gasperi, Fanfani, Moro, Andreotti - capace di impregnare la prima fase della Repubblica a cominciare dalla definizione della Costituzione. E so bene che oggi, al contrario, si avverte un deficit di rappresentanza".<br />
<b>
Un deficit che tocca anche lei?</b><br />
"Chi non si sente chiamato in causa, forse non capisce. Ciascuno poi cerca di dare il proprio contributo. Io difendo un partito che si poggia sui principi richiamati da Sua Santità". <br />
<b>Una riflessione che riguarda solo la politica o anche la sfera personale?</b><br />
"Chi è senza peccato scagli prima pietra. E chi è abituato a farlo evidentemente ha poca dimestichezza con il nostro mondo. Certo, a partire dal tema dei divorziati, ciascun credente è chiamato a interrogarsi profondamente. Altri, invece, non si pongono il problema. Ma nell'appello del Pontefice c'è dell'altro". <br />
<b>Ossia?</b><br />
"Ci fa capire che la politica non è solo pragmatismo, non è solo selezione della classe dirigente attraverso la cooptazione del capo. Non è la spartizione dei posti negli studi notarili: l'esigenza che pone il Santo Padre è di far avanzare una generazione nuova che si costruisca sulla idealità e sui principi". <br />
<b>
Un modo per dire che anche Berlusconi non si può considerare immune? Eppure il Cavaliere da tempo dice che i cattolici li rappresenta lui.</b><br />
"Se è per questo, allora mi dica: chi non rappresenta Berlusconi? Se parlassimo dei musulmani, direbbe esattamente la stessa cosa. Ma a parte le battute, il deficit di rappresentanza esiste, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di questo richiamo. Nessuno può pensare di essere al di sopra delle parole di Benedetto XVI".<br />
<b>Qualcuno ha letto come una stoccata al Cavaliere anche l'invito a non farsi affascinare da chi è ricco e famoso.</b><br />
"In effetti quel che conta è l'essere e non l'apparire. Ma la società di oggi idolatra veline e calciatori perché siamo tutti schiavi di un consumismo che mercifica ogni riferimento. Penso che i nostri figli dovrebbero guardare meno la televisione e frequentare di più certe straordinarie esperienze di volontariato e di assistenza ai disabili. Ma forse questo vale per tutti noi. Le veline e i calciatori non sono dei miti, ma dei finti modelli".<br />
<b>Per recepire l'intervento del Pontefice, bisognerebbe tornare all'unità politica dei cattolici?</b><br />
"Quella è morta e sepolta da tempo. E la Chiesa non ha mai contato tanto come in questa fase, proprio perché interloquisce con tutti. Però è vero che un'azione congiunta su alcuni temi specifici - come sulla fecondazione assistita - ci dovrebbe essere".<br />
<b>In che senso?</b> <br />
"Su alcune battaglie, sulla "fine vita" che io non chiamo testamento biologico, sui temi etici insomma, i cattolici devono uscire dall'infantilismo politico. Al di là degli schieramenti in cui sono eletti, bisogna cercare una trasversalità. Va recuperata la difesa dei valori. Questo è un grande disegno cui l'Udc sta lavorando da tempo".<br />
<b>E vorrebbe coinvolgere anche i cattolici del Pd?</b> <br />
"Certo, mica sono dei credenti di serie B. Le grandi questioni etiche riguardano tutti e forse in Italia ce ne accorgiamo solo adesso. Se andiamo negli Usa vediamo come tra Obama e McCain la sfida sui valori etici sia centrale. Dunque smettiamola di avere complessi di inferiorità verso un certo mondo laicista che vorrebbe confinare i cattolici in "riserve di caccia". È ora che anche chi sta all'avanguardia nel centrosinistra si dia una mossa".
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=J5V2J">La Repubblica - Claudio Tito</a>Maria Antonietta FARINA COSCIONI: Legge 40 tra coscienza e incoerenza.2008-06-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356991Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Non ho alcuna intenzione di polemizzare con la mia collega Paola Binetti:</b> non ha firmato, dice, la mozione di centotrenta parlamentari della maggioranza e dell’UDC per chiedere di ritirare le linee guida alla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita emanate dall’ex ministro della Salute Livia Turco; però si dice “disposta a sostenerla in aula”.<br />
E’ un suo diritto di parlamentare, ed esercita secondo la sua coscienza le sue prerogative costituzionalmente garantite. <br />
Però posso incidentalmente annotare un filo di incoerenza?<br />
Da una parte Paola Binetti rivendica ogni volta che crede il primato del suo “sentire” e della sua coscienza sulle posizioni del gruppo politico cui ha aderito; dall’altra come ha fatto l’altro giorno – rimprovera a noi radicali eletti nel PD di aver presentato progetti di legge e di cercare di rappresentare posizioni note che fanno parte della nostra storia, del nostro DNA.<br />
L’indipendenza e la libertà di coscienza vale se ci si chiama Binetti, vale meno se, per esempio, ci si chiama Farina Coscioni? <br /><br />
<b>Per entrare nel merito della questione:</b> la mozione del centro-destra chiede che il governo intervenga su un provvedimento che viene definito “contestabile nel merito e nel metodo”, e che rischierebbe di promuovere “una inaccettabile cultura eugenetica”, in quanto scardinerebbe i principi della legge 40 travisando l’intento terapeutico che essa tentava faticosamente di conservare”.<br />
E’ bene, visto che si usano certe espressioni “forti” (e infondate) cercare di fare un po’ di chiarezza.<br />
Cominciamo allora col dire che l’emanazione delle linee guida ha posto la parola fine a una situazione di mancato rispetto della legge; si tratta di un provvedimento che costituisce un passo in avanti verso la scelta autonoma e responsabile della donna, pur nei margini – angusti – previsti dalla legge 40. <br />
L’aver eliminato per esempio il divieto di analisi reimpianto che non sia limitata all’analisi osservazionale, altro non fa che recepire le sentenze della magistratura da una parte; dall’altra fornisce un quadro di maggiori garanzie per i portatori di malattie genetiche trasmissibili. <br />
Come si fa a definire tutto questo “cultura eugenetica”?<br />
Più che intervenire per peggiorare una situazione già difficile per le coppie che intendono accedere alla fecondazione assistita, come di fatto suggerisce la mozione del centro-destra, penso che si debba operare perché le possibilità aperte con le linee-guida siano aperte anche a pazienti non sterili e non solo chi è infetto da HIV o epatite.<br />
Le precedenti linee-guida erano scadute nell’agosto 2007.<br />
Con Marco Cappato e numerosi militanti e dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni, abbiamo fatto un paio di sciopero della fame di “dialogo” chiedendo che venisse presa una decisione, quale essa fosse, per uscire dall’illegalità in cui si era precipitati. <br />
Alla fine, anche a costo di ruvidezze e incomprensioni con Livia Turco – ministro del governo Prodi di cui eravamo gli “ultimi giapponesi” – l’obiettivo è stato conseguito.<br />
Immediatamente, e sapientemente alimentate da oltretevere, l’essere usciti da questo stato di illegalità è stato “salutato” da una quantità di polemiche, attacchi e condanne; attacchi culminati con l’iniziativa parlamentare del centro-destra.<br />
Non solo cercheremo di contrastare questa posizione, ma opereremo perché siano ulteriormente ampliati i margini, strettissimi, lasciati dalla legge 40, convinti come siamo che la modifica profonda e radicale della legge costituisca la condizione indispensabile: aperti al confronto e al dialogo con tutti, senza scomuniche, condanne, anatemi.<br />
In questo siamo confortati dall’importante, significativa, presa di posizione del professor Giuseppe Testa, dell’istituto europeo di oncologia, su “Tuttoscienze”, che invita a evitare “interventi legislativi che ostacolino l’intero ambito della ricerca.<br />
I divieti ad ampio spettro svuotano di senso lo stesso strumento giuridico. Altra cosa è invece un attento regime di regolazione, che indirizzi l’evoluzione sia della scienza sia della società, oltre alle nostre concezioni dell’esser genitori”.<br />
Meglio non si potrebbe dire.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IFME1">L'Unità - Maria Antonietta Farina Coscioni</a>