Openpolis - Argomento: Corte di Strasburgohttps://www.openpolis.it/2009-11-19T00:00:00ZANDREA FERRAZZI: Crocifisso. "Rifiutare ogni posizione laicista che neghi il ruolo fondamentale avuto dal cristianesimo"2009-11-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it419176Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Venezia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Nei prossimi giorni in Consiglio provinciale di Venezia saranno discussi alcuni ordini del giorno, relativi alla sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, sull'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. A fronte di tale sentenza, che dispone il divieto di esposizione, si è scatenata una discussione pubblica che ha coinvolto partiti, intellettuali e autorità ecclesiali.
Su tale questione il Partito Democratico ha presentato ordine del giorno in Consiglio.
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Qui di seguito voglio fare alcune personali considerazioni.<br />
E' evidente che la civiltà europea si è costituita nell'intreccio e nella dialettica tra alcuni grandi realtà quali la tradizione classica greca e latina, il rinascimento, il pensiero scientifico e tecnico, la rivoluzione francese e, indubitabilmente, attraverso il fondamentale contributo del pensiero e della tradizione giudaico-cristiana. Negare che ciò sia stato è semplicemente un errore di ordine culturale e non centra nulla con la fede o con la laicità della Stato.
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E' dunque da rifiutarsi ogni posizione laicista che neghi il ruolo centrale del cristianesimo nella culturale, nella vita civile, nella storia, nell'arte e nella vita tutta del nostro Paese. Il laicismo infatti non ha nulla a che vedere con la laicità. E' viceversa il miglior alimento per gli integralisti stolti che non comprendono la questione della mediazione culturale e della distinzione tra Dio e Cesare.
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Certamente, della tradizione cristiana il crocifisso è simbolo essenziale. Esso, o meglio egli, rappresenta la solidarietà radicale di Dio nei confronti dell'uomo e della donna, universalmente, donata a tutti coloro che la vogliono accogliere. E' una solidarietà che, nell'ottica della fede, desta scandalo: il Dio onnipotente sceglie, per amore, di farsi uomo e di scendere negli abissi della violenza e del dolore per innalzare tutti nella grazia di Dio. Si fa uomo per fare tutti, per grazia, “simili a Lui”.
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La croce, per il cristianesimo, diventa dunque segno di una solidarietà non solo tra gli esseri umani, ma anche tra gli umani e gli esseri celesti: unisce dunque uomo a uomo ma anche cielo e terra ricostituendo la fratellanza uiversale. “Quando sarò innalzato” dice il Cristo, “attirerò tutti a me”. Dice “tutti”, non una parte, e nel mentre viene ucciso chiede al Padre il perdono universale, “perchè non sanno quello che fanno”.
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Ed è qui il punto, è proprio questa universalità che rende il crocifisso irriducibile ad ogni strumentalizzazione. Anzi, ogni strumentalizzazione di parte è innanzitutto un insulto allo stesso, che nella sua propria verità è segno per tutti, appunto “cattolico”, che non sopporta di essere usato per fini altri che creare unità. E' di conseguenza da rigettare l'uso politico di quelle forze, in particolare della Lega, che lo brandiscono al solo scopo di strumentalizzarlo, come per altro denunciato anche da eminenti Autorità Ecclesiali.
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Alla Lega, che si vorrebbe paladina del cristianesimo, ovviamento acconciato di volta in volta alla propria necessità propagandistica, vorremo proporre di leggere bene il Vangelo, a partire da dove Gesù dice che è a lui vicino non “chi dice Signore Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio”, e che questa volontà è ben esplicitata nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo nei versetti 31-46 dove, nel Giudizio Universale, il “Crocifisso glorificato” “verrà nella sua gloria” e separerà gli uni dagli altri con il premio della vita eterna o con la condanna del supplizio eterno sulla base di quanto gli stessi uomini avranno compiuto nella loro vita:
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“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.”
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Siamo dunque nel cuore di una questione che attraversa sentimenti religiosi, sensibilità intellettuali. ed è dunque insensato ridurre in termini solamente giuridici una discussione che, proprio sul piano della laicità dello Stato, va affrontata nella sua valenza propriamente culturale.
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Se un'indicazione ne possiamo trarre è dunque quella di aprire, a partire dai valori umani di solidarietà, verità e giustizia, una ricerca comune per ognuno di noi in modo dar risolvere, senza baraonde politiche, le questioni urgenti che ci interpellano.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=1123">partitodemocraticoveneto.org</a>LUCA ZAIA: "I centristi ci hanno insultato, non riprendiamoceli" - INTERVISTA2009-11-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418765Alla data della dichiarazione: Ministro Politiche Agricole e Forestali (Partito: Lega) <br/><br/><br />
"Non ci sono le condizioni per allargare la maggioranza".
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L'appuntamento per l'intervista è in mezzo agli asini. E non c'è da stupirsi perché Luca Zaia è così. Da ministro delle Politiche agricole gli piace stare in mezzo al campo, accoglie l'intervistatore con un sorriso e argomenta:<br />
«Fino a qualche tempo fa l'asino era una parte fondamentale della vita e del lavoro nei campi e accompagnava la vita dell'uomo in molte altre circostanze. Allora perché non legare la sua immagine anche alla cultura. <br />
Per questo le ho dato appuntamento qui, attorniato da questi ragli dove l'umiltà di un'asina si sposa con l'eleganza dei versi danteschi declamati da un attore», spiega nel bel mezzo della Fieracavalli di Verona.
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<b>Ministro, qui le chiedono di non abbandonare la poltrona di ministro. Che fa? Corre per la Regione Veneto?</b>
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«Nessuno ha da temere nulla. Vede, la gente mi vuole bene.<br />
Vuole che io continui sulla mia strada. Sa quanti mi dicono che erano anni che non si vedeva un ministero così efficiente? Questo è stato l'incarico che mi ha dato il leader del partito Umberto Bossi. Se poi lui mi chiederà di fare altro io accetterò come ho sempre fatto. Ma mi creda: ad ora non mi sono mai posto il problema della mia possibile corsa alla presidenza della Regione. Ci penserò quando si porrà la questione».
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Eppure, dopo l'inchiesta che vedrebbe implicato un uomo vicino a Formigoni, per Bossi ci potrebbero essere più possibilità in Lombardia che in Veneto?</b>
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«Questa è la strategia di Bossi. A me personalmente non interessa, c'è una cosa però che è importante e che deve essere chiarita. Si sono dette tante cose su un asse Bossi-Tremonti e di conseguenza possibili accordi per avere la Lombardia. Io dico che Tremonti è un ministro che ci invidiano tutti ed è un amico della Lega. Per tutto il resto, compresi gli accordi per le Regionali, bisogna metterci in testa che Bossi è l'unico a decidere e non si fa influenzare da nessuno».
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<b>Però in Veneto la Lega ha preso più voti che in Lombardia.</b>
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«Non ostiniamoci nel momento in cui uno ci indica la luna a guardare il dito».
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E il dito cosa sarebbe?</b>
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«È la situazione attuale. Ora Bossi sta adottando una strategia. Per qualcuno potrebbe essere insensata ma se guardiamo alla storia del nostro movimento lui non ha mai sbagliato una volta».
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<b>I rapporti con Berlusconi sono più freddi?</b>
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«Questo non lo so, certo è che questa sua voglia di tornare ad aprire le porte ai centristi non può vederci contenti.<br />
Non intendo insegnare nulla a Bossi, anzi. Ma se dove esprimere il mio pensiero in questo momento, sarei molto scettico. Non dimentichiamoci che l'Udc ha osteggiato tutti i provvedimenti che abbiamo presentato: federalismo fiscale, quote latte, sicurezza. Tutti temi sui quali ci hanno attaccato e insultato. Non credo ci siano i presupposti per allargare la maggioranza».
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Lei ha sempre detto che i leghisti sono i nuovi crociati. Come ha appreso la sentenza della corte europea che obbligherebbe l'Italia a togliere i crocefissi dalle aule.</b>
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«Su questo argomento ringrazio proprio il vostro giornale per la campagna che sta promuovendo. La Corte ha sbagliato con quel provvedimento. Non capisce che più si va nella direzione di tagliare la storia ai popoli più i popoli si annientano».
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Ministro è soddisfatto di questa undicesima edizione della fiera?</b>
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«Come non potrei esserlo? Questa è la più grande manifestazione del settore che esista. Quest'anno poi abbiamo raggiunto livelli altissimi. In Italia ci sono più di 350.000 cavalli per 5488 allevatori e attorno a loro gira un fatturato di oltre 10 miliardi di euro. A questi poi vanno aggiunti gli 84mila cavalli che appartengono a stirpi di campioni e che quindi hanno un loro albero genealogico». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=O1BJ5">Il Tempo - Alessandro Bertasi</a>Emma BONINO: Sentenza Ue sul crocifisso. «Nessuno scandalo, la laicità è inclusiva» - INTERVISTA2009-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418702Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Emma Bonino, vicepresidente del Senato, storica leader radicale, da sempre sostiene la necessità di togliere i simboli religiosi dai luoghi pubblici.
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<b>Si torna su un tema già affrontato sei anni fa e che suscitò una forte emozione nel paese.</b>
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Non c’è nessuno scandalo, nessun furore laicista che ispira la sentenza della Corte europea di Strasburgo. C’è solo la semplice conferma che i luoghi pubblici sono di tutti, sia dei credenti cattolici, sia dei non credenti, che dei credenti di altre religioni. Noi lo sosteniamo da sempre e io personalmente non trovo la cosa sorprendente.
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<b>Ma un laico come l’allora presidente della Repubblica Ciampi, commentando la sentenza del tribunale dell’Aquila, definì il crocifisso «simbolo dei nostri valori».</b>
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Ho il massimo rispetto per il presidente Ciampi, ma credo che il tema vada oltre e, in ogni caso, anche buon parte dei cattolici credo abbiano molte difficoltà a difendere il crocifisso e tutto ciò che rappresenta declassandolo a un elemento di identità culturale.
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<b>Ci risiamo: di nuovo lo scontro tra laici e cattolici sui simboli, la storia non finirà mai.</b>
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La laicità è inclusiva e rispetta tutti, e i luoghi pubblici sono tali proprio perché tutti vi si riconoscono, in particolare la scuola. Eppoi non vedo proprio il tema identitario quando le radici cristiane sia italiane che europee non sono state definite. Furono alcuni ambienti cattolici, quando il tema si sviluppò in sede di costituzione europea, che invitarono a spostare lo sguardo dalle radici ai frutti. Inoltre, se si guarda solo alle radici, la storia della cristianità non è sempre buonissima.
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Il governo ha annunciato ricorso, come fece contro il Tar per la sentenza sull’ora di religione: un atteggiamento che contribuirà ad acuire il dibattito, che già si annuncia aspro?</b>
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Sollecito il governo a riflettere sul fatto che la sentenza della Corte non va vista come scandalo o una mossa violenta di correnti laiciste, ma con calma e con serenità di giudizio. Non vanno fatte barricate. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NYFU3">Il Sole 24 ore - Ca. Mar.</a>Rocco BUTTIGLIONE: Sentenza Ue sul crocifisso. «Scelta aberrante. Così si cancella l’identità» - INTERVISTA2009-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418701Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) - Vicepres. Camera <br/><br/><br />
Sentenza aberrante e sbagliata, che non tiene conto della storia e dell’identità europea, e alla quale bisognerà opporsi con fermezza: è il pensiero del presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, che vede un nesso stretto tra la decisione della Corte di Strasburgo e la scelta delle rappresentanze di non inserire l’identità religiosa cristiana a fondamento della Costituzione europea.
<p><b> Onorevole, che ne pensa?</b>
<p> «È una sentenza aberrante, da respingere con fermezza.<br />
L’Italia, come l’Europa, ha una sua cultura, una sua tradizione e una sua storia. Fa bene il governo a presentare ricorso. D’altronde, sono fiducioso: anche in Germania qualche tempo fa c’è stato un momento forte di discussione».
<p> <b>E poi com’è andata?</b>
<p> «Alla fine abbiamo vinto».
<p><b> Perché ritiene che sia una scelta sbagliata?</b>
<p> «Perché ignora la storia. Ogni nazione ne ha una propria e chi viene da fuori non ha il diritto di non riconoscerla. Dunque, se una minoranza ha il diritto di sentirsi offesa, ad una maggioranza possono essere negati non solo i simboli religiosi, ma anche altri valori».
<p> <b>Ad esempio?</b>
<p> «Beh, qualcuno si potrebbe sentire offeso che da noi alla domenica si giochi al calcio e non al cricket. Oppure, qualcuno può trovare che privilegiare lo studio della storia romana su quella dell’impero del Benin sia discriminatorio rispetto agli studenti africani. Ecco, io credo che tra l’altro così non si favorisca neppure una integrazione vera».
<p> <b>Questa vicenda fa tornare in mente le discussioni che ci sono state nel confronto per la Costituzione europea. Lei ci vede un collegamento?</b>
<p> «Certo che sì. Questa sentenza della Corte appartiene a quella stessa idea che si è affermata allora: e cioè che l’Europa non ha passato, non ha storia, non ha identità. E per la quale esiste soltanto la sfera economica, con una visione meramente contrattualistica che mira a fare dell’Europa uno spazio vuoto, neutro».
<p> <b>Il giudizio che ne dà?</b>
<p>«È uno spirito in definitiva antieuropeo: non era questa l’idea che tanti anni fa ha mosso Adenauer, Schuman, De Gasperi. Ora vogliono cacciare i cristiani dall’Europa. Eppure il crocifisso parla alla coscienza di tutti, non solo a quella dei credenti».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NYJEX">Il Mattino - cor.cas.</a>