Openpolis - Argomento: copyrighthttps://www.openpolis.it/2012-01-25T00:00:00ZGiovanni FAVA: Censura internet2012-01-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650478Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) - Consigliere Consiglio Comunale Sabbioneta (MN) (Lista di elezione: Lega) - Consigliere Provincia Mantova (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />
Secondo Fava è “ridicolo” pensare che grazie all’emendamento basterà che chiunque invii una e-mail a un provider o un server per far censurare un contenuto e che nel mirino ci saranno siti come Wikipedia, Youtube, Google o Facebook.<p>
"E' sempre un giudice che alla fine decide – puntualizza l’esponente del Carroccio - E poi la ratio della proposta è quella di evitare fenomeni di contraffazione e di pirateria, serve a tutelare il copyright.<p>
In Francia, ad esempio, ci sono regole molto più severe delle nostre. Ricordate il caso della L’Oreal che fece rimuovere da E-bay la vendita di alcuni prodotti che venivano spacciati con quel marchio e invece erano contraffatti?".<p>
Fava, che è presidente a Montecitorio della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, ci tiene a precisare che l'emendamento presentato alla Legge comunitaria è stato frutto "di un ampio dibattito" nella commissione da lui guidata e poi è stato formalizzato in una proposta "condivisa anche dagli altri partiti, che io ho firmato essendo il presidente".<p>
"E' l'ipocrisia classica di quella politica che risponde ai poteri forti dei grandi gestori di provider, le aziende più liquide del mercato- spiega il deputato - Se l'aula ora vorrà abrogare una norma che mirava a tutelare il commercio elettronico contro gli atti di contraffazione lo faccia.<p>
Ma non si risolve il problema. Sarà solo la vittoria di chi fa gli interessi dei provider. In un momento di crisi come questo le imprese invece andrebbero tutelate, andrebbe protetta l'autenticità dei marchi e dei prodotti".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corrierecomunicazioni.it/media/13524_bavaglio-a-internetfava-si-difendehanno-votato-tutti.htm">Corriere delle comunicazioni</a>Paolo GENTILONI SILVERI: ''Bene il no della corte Ue ai filtri su internet''2011-11-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it622044Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
''La sentenza della Corte di Giustizia europea fa finalmente chiarezza su un tema delicato e controverso. Ora anche i giudici italiani sanno che non si possono imporre ai provider di internet filtri preventivi per scongiurare il download illegale dei propri utenti''.
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''La decisione delimita così le responsabilità dei provider, in continuità coi principi della direttiva Ue sull'e-commerce, escludendo che possano trasformarsi in vigilantes del copyright e stabilendo che quella dei filtri è un'arma impropria da non utilizzare. Anche le norme e le sentenze italiane dovranno adeguarsi a questa importante decisione''.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/newscanale-TLC__GENTILONI%28PD%29__BENE_IL_NO_DELLA_CORTE_UE_A_FILTRI_SU_INTERNET-1070157-POL-1-ict.html">Asca</a>Luigi BERLINGUER: La cultura sul web un bene condiviso2011-07-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589846Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
Il provvedimento dell’Agcom evidenzia rischi per la libertà della Rete e per diritti fondamentali. La governance di Internet è materia troppo delicata per essere regolata esclusivamente dalla delibera di un’Authority amministrativa. Per fortuna anche in Italia sembra (finalmente) essersi aperto un ampio dibattito pubblico sul futuro della Rete.
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Tra le voci eminenti, quella di Stefano Rodotà, che ha ribadito la natura intrinsecamente nuova dei diritti digitali e la necessità di stabilire un quadro normativo che tenga conto dei mutamenti tecnologici e sociali in corso.
<p>Insomma, <b>il futuro della rete va stabilito per legge, non è ammissibile una tale fuga dal Parlamento.</b>
<p> In tutta l’Unione Europea, anche quando sono state introdotte normative restrittive e di penalizzazione per i singoli utenti della rete - come nel caso dell’Hadopi francese - è stato il legislatore ad assumere su di sé la responsabilità di definire la governance di Internet.
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Il Parlamento Europeo, nei prossimi mesi, sarà chiamato a pronunciarsi su misure europee comuni per la tutela e la promozione del diritto d’autore. Si tratterà di misure decisive, che avranno un impatto ancora più rilevante e pervasivo delle misure oggi in discussione presso l’Agcom.
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Le frontiere della moderna società della conoscenza sono mutate profondamente nell’ultimo decennio, in conseguenza del grande sviluppo tecnologico e dell’emergere di modelli commerciali e culturali inimmaginabili fino a pochi anni fa. La campagna in corso contro il provvedimento Agcom non contiene alcuna indebita giustificazione nei confronti di chi trasmette e scarica illegalmente i contenuti digitali. La tutela e la valorizzazione del lavoro intellettuale, anzi, deve rimanere un pilastro per una moderna forza politica progressista.
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Certamente, però, le manifestazioni di questi giorni hanno aperto il dibattito su come trattare finalmente in modo serio nel nostro Paese la questione della realizzazione di una agenda digitale. In Italia, finora, si è discusso di riforma della rete ancora con una metrica televisiva (lo dimostra il riferimento al decreto Romani come base della decisione Agcom), senza comprendere linguaggi ed esigenze di riforma che l’economia digitale comporta.
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Nel nostro Paese spicca il ritardo nell’introduzione della banda larga e l’assenza di offerte legali adeguate che permettano nuove forme remunerative oltre il modello del supporto fisico delle opere intellettuali.
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Come se negli ultimi anni non fossero invece cambiate in modo radicale le possibilità stesse di fruizione delle opere culturali; come se non fosse mutato, profondamente, il rapporto tra artista, produttore e utente. Se davvero vogliamo investire e scommettere nella società della conoscenza, come l’Europa afferma da anni, occorre procedere ad alcune importanti riforme, concettuali prima ancora che politiche: la tutela del lavoro intellettuale è tra queste.
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<b>Il copyright non deve rimanere chiuso nella sua cittadella fortificata.</b> <br />
Può avvenire tutto ciò disinnescando la contrapposizione frontale (e aprioristica) tra futuro della rete e diritto d’autore.
<p>Perché, chiedo, non ripartire da proposte concrete di riforma? Ad esempio dalla validità, anche economica, di alcuni nuovi modelli economici e giuridici: dal fair use, ai creative commons, alle licenze collettive estese.
<p>Dietro alla richiesta di nuovo copyright, in fondo, c’è la domanda di un più largo accesso alla cultura e alla conoscenza, e sarà probabilmente questo, nei prossimi decenni, il fronte su cui si dispiegheranno molte battaglie sociali e politiche. Le soluzioni vanno ricercate nelle nuove politiche dell’accesso che sappiano definire la conoscenza come bene comune. E, come tale, da promuovere e tutelare in tutte le sue forme.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=11U5RL">Il Riformista</a>Marco PERDUCA: "Moratoria subito del provvedimento sul diritto d'autore fino a riforma parlamentare"2011-07-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589624Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"Iniziare una consultazione sul provvedimento relativo al diritto d'autore il 6 Luglio avrà l'unico effetto di consentirne l'approvazione nei mesi estivi, rendendo impossibile una reazione delle istituzioni e una mobilitazione della società civile.
<p> Ormai l'unica decisione democratica che può assumere l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è quella di mettere in moratoria il testo fino ad una riforma parlamentare. Tantopiù che tale richiesta non viene più solo dalla società civile" scrivono il segretario dell'Associazione <b>Agorà Digitale Luca Nicotra</b> e
<b>Marco Perduca</b>, Senatore Radicali/Pd.
<p>"L'intero arco dei partiti, membri del Governo e il Presidente della Camera sono intervenuti per chiedere un passo indietro ad Agcom. Perciò, mentre in queste ore si organizzano raccolte firme da parte di parlamentari e oltre 100.000 mail sono giunte al presidente dell'Autorità e agli altri Commissari, Agcom e Calabrò si devono fermare" prosegue la nota.
<p> "Indipendenza non vuol dire autarchia. Anzi, proprio l'assenza di strumenti vincolanti da parte del Gove rno e del Parlamento nei confronti dell'Autorità, obbligano quest'ultima a dare la massima importanza al dialogo con le istituzioni, richiesto invano da giorni. A nulla servono le rassicurazioni di Calabrò. In democrazia il "fidatevi" non è accettabile. Ormai non è più una questione di apertura di una nuova consultazione, o di alcuni dettagli del testo che verrà approvato il 6 luglio. Agcom deve porre in moratoria la regolamentazione o metterà a rischio non solo la libertà di espressione, informazione e accesso alla conoscenza, ma lo stesso funzionamento democratico delle istituzioni".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=1221&ID_sezione=&sezione=">La Stampa.it</a>Luigi BERLINGUER: «Il vecchio modello del diritto d’autore è stato superato dal web»2011-07-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589622Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
«Finchè si affrontano questi problemi nella contrapposizione tra chi reclama legittimamente il rispetto del proprio lavoro e chi reclama un largo accesso alla rete, non si risolve nulla. Di fatto, ci sono due beni in conflitto. Ma dobbiamo trovare una soluzione: il punto d’accordo è rappresentato dal fatto che l’accesso alla rete il più ampio possibile è nell’interesse di entrambi, di chi vuole sapere e di chi vuole consumare».
<p>Eppure gli scenari, rispetto al passato, sono notevolmente cambiati. E il vecchio diritto d’autore non appare più in grado di dare risposte certe.
<p>«Il vecchio modello del diritto d’autore, fondato sulla produzione prevalentemente cartacea - ha detto Berlinguer - è stato superato dal web». <br />
In questo contesto, la sfida di fronte alla quale si trovano i giuristi e gli uomini d’ingegno per Berlinguer «è quella di abbassare i prezzi e introdurre in questo modo la legalità con una ragionevolezza che la rende praticabile. Bisogna superare le barriere nazionali che ostacolano la circolazione dei beni». Per l’europarlamentare del Pd la soluzione è «allargare legalmente le eccezioni ad una visione stretta del diritto d’autore e trovare una forma di pagamento che sia sostenibile».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=1221&ID_sezione=&sezione=">La Stampa.it</a>Roberto MUSACCHIO: Musica & Copyright: No all'aumento della durata dei diritti d'autore.2009-04-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391040Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: GUE/NGL) <br/><br/>
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"L'aumento della durata dei diritti di autore nel settore musicale da 50 anni a 70, o anche 95, rappresenta un regalo per le grandi multinazionali della musica" -afferma Roberto Musacchio, eurodeputato di Sinistra e Libertà, la proposta di direttiva sul diritto di autore, votata oggi dal Parlamento europeo."Ci siamo opposti con il mio gruppo all'adozione del testo, presentando un emendamento di respingimento della direttiva e votando contro il testo finale"-aggiunge il deputato europeo Roberto Musacchio" - commenta il deputato europeo Roberto Musacchio.
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"Di fronte ai grandi cambiamenti che stanno investendo il settore musicale, e culturale in generale, l'Europa propone soluzioni protezionistiche e vecchi schemi. Promettendo briciole agli operatori e alle piccole case musicali, si fanno invece gli interessi delle grandi multinazionali che vedranno notevolmente aumentate le possibilità d'incrementare i propri profitti". Conclude il deputato europeo di Sinistra e Libertà: "All'indomani della condanna svedese ai gestori del sito internet "The Pirate Bay", sanzionato per favorire lo scambio peer to peer di materiale musicale, l'approvazione del Parlamento consolida una tendenza negativa e del tutto inadeguata ad affrontare le nuove dinamiche nella presente era tecnologica e del bisogno di cultura, comunicazione e libertà d'intere generazioni". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.robertomusacchio.eu">www.robertomusacchio.eu</a>Antonio DI PIETRO: Decreto Urbani e file sharing2008-04-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331864Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) - Ministro Infrastrutture (Partito: IdV) <br/><br/>La mia posizione è che il Decreto Urbani vada rivisto.
Il reato penale è una sanzione spropositata per la condivisione di file on line, in particolare se non vi è scopo di lucro.
In ogni caso la Rete obbliga a rivedere le vecchie regole legate alla proprietà intellettuale e al copyright, il problema ha dimensioni mondiali e non può essere affrontato con decreti nazionali ad hoc.
Penso che la sede più appropriata sia quella Comunitaria.<br/>fonte: <a href="http://punto-informatico.it/2247057/PI/Interviste/Speciale-Elezioni--Decreto-Urbani-e-open-source/p.aspx">Punto Informatico</a>VALTER VELTRONI: Veltroni: sì alla condivisione2007-09-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it276690Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Roma (RM) (Partito: PD) <br/><br/>Roma - "La rete è lo specchio e la cartina di tornasole del grado di democrazia di un paese. Non possiamo non guardare con preoccupazione il controllo asfissiante e la censura esercitata ancora in molti paesi, dove si mettono persone in carcere per aver espresso la propria opinione su siti web o sui blog, o dove la navigazione è filtrata".<br /><br />Toccando invece un altro argomento che sta a cuore a <strong>milioni di utenti italiani</strong>, Veltroni ha insistito sul fatto che "è ormai sicuramente necessaria una revisione delle normative a tutela dei diritti di proprietà intellettuale delle opere di ingegno e di creatività, basate su scenari improvvisamente invecchiati".<br /><br />Veltroni ha insistito sul fatto che è ora di usicre dalla "visione angusta" secondo cui "le parole <em>scambio</em> o <em>condivisione su Internet</em>" evocano "la violazione di copyright, la pirateria, le copie illegali". "Voglio pensare - ha sottolineato - all'aspetto alto della condivisione. La ricerca del profitto non è infatti l'unica motivazione dell'agire umano".<br /><br />Il sindaco, che è sembrato a suo agio nel discettare di software libero, citizen journalism, ricerca e Wikipedia, ha voluto concludere sottolineando che "la rete è di tutti ed è diventata un bene comune come l'acqua, l'aria e il mare ma a differenza di questi non è neanche possibile definirne e gestirne i confini territoriali. Non c'é spazio aereo nazionale e non ci sono acque territoriali della rete. Ed è per questo che il governo sovranazionale della rete deve essere un punto irrinunciabile".<br/>fonte: <a href="http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2075837">punto-informatico.it</a>