Openpolis - Argomento: invaliditàhttps://www.openpolis.it/2012-02-23T00:00:00ZDELIA MURER: Il rischio di un default sociale 2012-02-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it624950Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<i>Audizione in commissione Affari sociali della Camera dei deputati del Ministro del Lavoro e del Welfare, Elsa Fornero, e del sottosegretario dello stesso dicastero, Cecilia Guerra.</i>
<p>“Nel mio intervento ho segnalato al Governo una nostra pressante preoccupazione.<br />
Quello che è stato chiamato, con una espressione efficace, il default sociale. Noi ci preoccupiamo, giustamente, del fallimento economico dell’Italia. Ma se salta l’equilibrio sociale di questo Paese, non è ugualmente un fallimento?
<p>Il livello di sofferenza della gente è aumentato, e la capacità di sostegno delle istituzioni si è brutalmente contratta. I Comuni sono stati falcidiati dai tagli, la loro capacità di essere protagonisti di un welfare moderno, di uno stato sociale della dignità, si è ridotta moltissimo. I principali Fondi nazionale per il sostegno alle categorie svantaggiate sono stati svuotati. Il Governo deve assumere la ricostruzione del welfare, in questo Paese, come una priorità, collocandoci risorse economiche ma anche una nuova visione, che rimetta al centro la persona e la sua dignità”.
<p>“Nello specifico da parte mia sono arrivate alcune richieste precise al Governo: rivedere il calcolo Isee rispetto all’accompagnamento, differenziare i capitoli della non autosufficienza, bloccare gli assurdi e vessatori controlli sulle invalidità rispetto a malati non reversibili, come abbiamo più volte chiesto, e finanziare la nostra Proposta di legge sul dopo di noi, per le famiglie con figli disabili”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=7%3Ageneraliste&id=382%3Ail-rischio-di-un-default-sociale&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: Invalidità, nuova proceduta da rivedere2011-03-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559236Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Ad oltre un anno dall’entrata in vigore delle nuova procedura per il riconoscimento dell’invalidità civile, il bilancio è decisamente negativo.
<p>La nuova procedura, pensata per contrastare le frodi, invece di portare chiarezza e celerità ha registrato gravissime inefficienze, che stanno provocando disagi a persone già drammaticamente colpite, costrette ad aspettare mesi e mesi prima di vedere riconosciuto un loro diritto.
<p>Il gruppo del Pd alla Camera sta lavorando con determinazione per segnalare al governo la questione e per chiedere interventi correttivi.
L’on. Murer ha presentato, in più occasioni, interrogazioni urgenti sia in commissione che a risposta scritta.
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“Insoddisfacenti le risposte – dice l’on. Murer -; il governo sembra non avere consapevolezza del caos che ha creato”. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=8%3Apolitica-sul-territorio&id=258%3Ainvalidita-nuova-proceduta-da-rivedere&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">Delia Murer</a>DELIA MURER: Invalidità, ritardi e disagi2011-03-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558966Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Riflettori accesi, ancora una volta, sulle pensioni di invalidità. La ridefinizione dei percorsi relativi all’accertamento e al riconoscimento dell’invalidità, la nuova disciplina di tempi e modalità, l’attività della commissione medica superiore, i ritardi nell’espletamento e il rapporto tra medici e Inps sono stati i temi di un question time nella Commissione Affari sociali della Camera.<br />
A rispondere il Ministero del lavoro. Cinque le interrogazioni presentate, alcune anche dalle fila della maggioranza di centrodestra.
<p> “La vicenda – dice l’on. Murer, firmataria di numerosi atti ispettivi sul tema – sta diventando davvero imbarazzante per questo Governo. Ritardi, inefficienze e problemi si moltiplicano, così come i disagi per una utenza su cui già grava un insieme di problemi. In tutto questo, le risposte che arrivano dal Governo sono sempre tentennanti e confuse, segno di un grande imbarazzo”.
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Di seguito l’interrogazione presentata in commissione dalle deputate del Pd Schirru e Murer.
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<b>Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.</b><br />
- Per sapere - premesso che:
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con l'articolo 20 del decreto-legge n. 48 del 2009 - «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile» - convertito dalla legge 3 agosto 2009 n. 201, il Governo ha inteso rivedere le modalità di presentazione delle domande di accertamento delle minoranze civili, handicap (legge n. 104 del 1992) e disabilità (legge n. 68 del 1999) e delle procedure di valutazione, concessione e ricorso giurisdizionale;
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secondo le dichiarazioni del Governo, il provvedimento, attribuendo all'INPS nuove competenze, avrebbe dovuto consentire una maggiore rapidità e modalità più chiare per il riconoscimento dell'invalidità civile, dell'handicap e della disabilità;
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l'articolo 20, non faceva alcun riferimento rispetto ad una diversa fissazione dei tempi massimi di accertamento e di concessione;
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ad oggi, gli effetti del provvedimento risultano essere, almeno in Sardegna, decisamente controversi;
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con le nuove regole previste dal dispositivo di legge - affermano le organizzazioni sociali e i patronati - una pratica per il riconoscimento di invalidità civile, handicap o disabilità deve essere esaminata tre volte: dai medici della Asl, poi da quelli dell'INPS e, infine, dalla sovrintendenza medica nazionale a Roma. Una procedura più complessa che fa lievitare i costi ma, soprattutto, i tempi di attesa. Si hanno casi di persone che hanno dovuto attendere fino a sette mesi per una visita e, tra queste, anche un malato oncologico che, per legge, avrebbe dovuto essere convocato entro 15 giorni;
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non sono in discussione le iniziative di contrasto alle frodi in materia di invalidità civile né le misure che tendono a ripristinare la legalità violata e a riaffermare i princìpi di un'etica pubblica che queste frodi invece ammorbano e avvizziscono. Tuttavia, se la ricerca e la scoperta dei «falsi invalidi» rappresenta un imperativo dell'etica pubblica e della legalità, è meno evidente la ratio che presiede alla convocazione dinanzi alle commissioni di tutti gli invalidi, comprese le persone down; tetraplegici; sordomuti; ciechi assoluti, le persone affette da ritardi e malattie mentali e croniche fin dalla nascita. Cosa che accade in Sardegna e che pare colpevolizzare tutti gli invalidi, compresi quindi coloro che non falsificano alcunché. Da notizie in possesso dell'interrogante, ritardi anomali dovuti alla registrazione informatica delle richieste, convocazioni dei pazienti e controllo dei verbali delle commissioni mediche delle Aziende usl e medico INPS, sono attribuibili alle procedure imposte dalla nuova normativa, si stanno accumulando compromettendo in tal modo i diritti delle persone disabili gravi nell'erogazione delle provvidenze economiche, permessi retribuiti, esenzione tickets per visite mediche e farmaci ed altre forme di assistenza sociale;
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secondo un articolo comparso sul Corriere della Sera del 16 febbraio 2011, a pagina 17, Sassari e Cagliari hanno il 76 e 64 per cento delle pensioni d'invalidità revocate dall'Inps a malati che, secondo le verifiche fatte dall'Istituto, o non sono più tali, o hanno ridotto considerevolmente la percentuale d'invalidità, ai primi due posti in Italia. Ma secondo il presidente provinciale e regionale dell'Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili), in Sardegna non ci sono falsi invalidi e quei numeri non corrispondono al vero. In provincia di Sassari è stato revocato il 9 per cento delle pensioni. Non solo: nel 3 per cento dei casi, si tratta di sospensioni arbitrarie dovute al fatto che il paziente non ha ricevuto la lettera di convocazione alla visita e quindi, naturalmente, non si è presentato. Il dato reale dunque, secondo l'Anmic, si aggira sul 6-7 per cento;
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ma la metà di quel 7 per cento di persone a cui è stata revocata la pensione la sta per ottenere di nuovo in seguito ai ricorsi che si stanno facendo contro le sospensioni arbitrarie, fatte sulla carta senza nemmeno vedere il paziente. Risultato: l'INPS sta spendendo soldi facendo controlli a campione con criteri discutibili, visto che si vanno a cercare sempre le stesse persone a distanza di poco tempo. E invece di risparmiare si troverà a pagare mille euro per ogni ricorso per spese processuali. Con quello che ha speso finora, avrebbe potuto pagare quattro pensioni d'invalidità civile -:
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se il Ministro abbia notizie circostanziate della situazione in Sardegna prodottasi a seguito dell'approvazione della nuova disciplina relativamente ai tempi di accertamento e riconoscimento dell'invalidità civile, dell'handicap e della disabilità;
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se il Ministro non intenda riconsiderare il meccanismo di commissioni mediche doppie e triple che comportano un aggravio dei costi per INPS e ASL e un'insostenibile dilatazione dei tempi;
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se il Ministro non intenda intervenire, con opportuni provvedimenti, nei casi in cui la dilazione dei tempi risulti oggettivamente penalizzante per persone, riconosciute invalide o in attesa di riconoscimento, affette da patologie gravi e conclamate;
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se il Ministro abbia fornito indicazioni relative ad un presunto «contingentamento» a livello provinciale di riconoscimenti di invalidità civile, handicap e disabilità, determinato da obiettivi di contenimento della spesa;
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se il Ministro, a fronte di ritardi penalizzanti causati dalla nuova normativa, non intenda provvedere al riconoscimento di un disagio suscettibile di una qualche mitigazione o compensazione. <br />
(5-04254)
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<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6%3Ainterrogazioni-interpellanze-mozioni&id=251%3Ainvalidita-ritardi-e-disagi&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">Delia Murer</a>DELIA MURER: Nuove procedure Inps, solo ritardi.2011-02-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557881Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Una interrogazione al Ministro del Lavoro per sapere quale siano i risultati raggiunti con l’adozione della nuova procedure introdotta dall’Inps per il riconoscimento dell’invalidità. L’ha presentata l’on. Delia Murer, prima firmataria, con la deputata del Pd Margherita Miotto.
<p>“Nella realtà dei fatti – dice l’on. Murer - sembra che l’introduzione della nuova procedura invece di accelerare l’iter per il riconoscimento delle invalidità lo abbia ulteriormente dilatato, in quanto presso gli uffici territoriali dell’Inps giacciono innumerevoli pratiche inevase”. L’interrogazione cerca di fare luce proprio su quest’ultimo aspetto, chiedendo conto al Ministro dell'arretrato effettivo e della reale efficacia dei nuovi meccanismi.
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<a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6:interrogazioni-interpellanze-mozioni&id=241:nuove-procedure-inps-solo-ritardi&tmpl=component&print=1&layout=default&page="><b>A seguire il testo integrale dell'atto presentato</b></a><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.pdf?view=article&catid=6:interrogazioni-interpellanze-mozioni&id=241:nuove-procedure-inps-solo-ritardi">Delia Murer - official web site</a>DELIA MURER: Inps, ancora ritardi e inefficienze2011-01-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557148Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
L'Inps non riesce più a tenere il passo. Risultato: ritardi spaventosi, ben oltre i tempi stabiliti dalla legge, nella notifica dei verbali a invalidi, persone che hanno chiesto di avere permessi per l'assistenza o che hanno (avrebbero) diritti a percepire emolumenti. La situazione viene denunciata dalla sede veneziana dell'Anmic, l'associazione nazionale mutilati e invalidi civili.
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«Il Centro medico legale dell'Inps non riesce a convalidare nei tempi dovuti i verbali delle commissioni di verifica delle varie Asl - denuncia Bruno Vidal, presidente dell'Anmic - Ci risulta che siano almeno 17mila, nella provincia di Venezia, i verbali che l'Inps sta facendo notificare da Roma. Tutte queste persone finchè non avranno in mano il decreto non potranno avere diritto ad assegni, pensioni, permessi di assistenza».
<p>Un caso per tutti. La domanda, risalente al 23 aprile scorso, inoltrata da una persona con patologia psichiatrica e invalidità al 100 per cento. «Il decreto concessorio non c'è ancora stato - denuncia Vidal - Ben che vada ci hanno fatto sapere che il decreto arriverà a marzo. I soldi, chissà quando». Una situazione sostanzialmente confermata dall'Inps. La mole di lavoro si è appesantita a causa dell'attribuzione di ulteriori competenze e delle visita di verifica sui «falsi invalidi». E proprio queste ultime restano al centro della polemica.
<p> «Come ente morale di rappresentanza dei mutilati e invalidi civili, iscritti e non iscritti alla nostra associazione, noi abbiamo il diritto di conoscere gli elenchi di chi sarà sottoposto a visita medico-legale, a ricevere copia dei verbali, a eleggere nostri medici nelle commissioni di verifica - sottolinea Vidal - Tutto questo però in molti casi non avviene. La conseguenza è il venire meno della tutela, sempre più compromessa, dei diritti degli invalidi civili».
<p>A fine novembre Anmic e Inps sembravano essere arrivati a un accordo. Nelle ultime settimane, però, tutto sarebbe tornato il alto mare. E' quanto denuncia il presidente nazionale dell'Anmic.
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«<b>L'Inps sta facendo omissione di atti d'ufficio,</b><br />
scrive Giovanni Pagano - Non ci comunicano chi viene sottoposto a visita medica e con quale risultato. Ci impediscono di verificare se ci sono invalidi che hanno necessità di rappresentanza e di tutela. In alcuni casi ci risulta addirittura la sospensione del trattamento economico prima della visita di verifica da parte dell'Inps».
<p> L'Anmic veneziana, in seguito alla denuncia del presidente Pagano, si è impegnata a verificare l'eventuale sussistenza di casi di sospensione nell'erogazione dell'assegno anche nel veneziano.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it/politica-sul-territorio/233-inps-ancora-ritardi-e-inefficienze.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">Delia Murer.it - sito web ufficiale</a>DELIA MURER: Associazioni e pensioni, due interrogazioni 2010-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547822Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Due interrogazioni al Ministro del Welfare sono state presentate alla Camera dei deputati dal deputato Delia Murer.<br />
Nella prima si richiama l’attenzione sugli annunciati tagli alle associazioni da parte della Giunta regionale del Veneto; nella seconda si fa riferimento alla necessità di accertare presso l’Inps la prassi di chiamare a visite di controllo anche malati irreversibili. Di seguito il testo delle due interrogazioni.
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Interrogazione a risposta scritta
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al Ministro del Welfare
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dall’on. Delia Murer
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per sapere, premesso che:
- da notizie di stampa si apprende che la Giunta regionale del Veneto, attraverso l’assessorato ai Servizi sociali, si appresta a tagliare i contributi che la Regione eroga da molti anni a otto associazioni e organizzazione del sociale;
<p>
- tali contributi, ammontanti complessivamente a circa 500mila euro, secondo quanto annunciato dalla Giunta regionale, saranno ridotti sensibilmente quest’anno, e saranno del tutto cancellati dal prossimo anno;
- tra le associazioni vittime dei tagli ci sono, oltre all’Associazione dei mutilati e degli invalidi, anche enti di rappresentanza e tutela dei disabili; tra questi il Centro internazionale del Libro parlato di Feltre e l’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi,
<p>
- l’annuncio è stato accompagnato dall’assessore Remo Sernagiotto con dichiarazioni del tipo: “Non tolgo i soldi ai sordi ma alle loro associazioni, per darli alle famiglie”;
- la politica di taglio netto ai finanziamenti per le associazioni ignora del tutto il principio di sussidiarietà cui da tempo i governi, centrale e locali, si ispirano, principio consistente nella diffusione dei servizi sul territorio, il più possibile prossimi ai fruitori, per ripristinare un centralismo assistenziale regionale; inoltre non considera che le associazioni dei disabili hanno nella materia competenze specifiche, che gli uffici regionali non sempre hanno;
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- le associazioni ed organizzazioni cui vuole sottrarre le risorse finora erogate dalla Regione, oltre ad essere titolari della rappresentanza e tutela delle loro categorie, sono anche erogatori di servizi per conto ed in supplenza delle amministrazioni pubbliche; il Centro del Libro Parlato di Feltre, per esempio, svolge esclusivamente attività che sarebbero di pertinenza del settore pubblico;
<p>
- l’annuncio dei tagli ha determinato l’attivazione di uno stato di agitazione nelle associazioni, con grave pregiudizio del loro lavoro sul sociale e sui territori e gravi ripercussioni sui servizi che esse erogano anche in sostituzione del settore pubblico;
- :
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dal Ministro in oggetto se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e se non ritenga che colpire in maniera così dura le associazioni di categoria contrasti con i principi fondamentali del nostro sistema integrato di Welfare, così come fissati nella normativa nazionale, a partire dalla legge 328/00, e se non ritenga, fermo restando il rispetto delle competenze e delle funzioni, di intervenire, nei modi più opportuni, per consentire alle associazioni di cui in premessa di non essere cancellate dalla rete di interventi sociali del territorio e di continuare, quindi, a svolgere le loro funzioni di rappresentanza e tutela.
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Interrogazione a risposta scritta
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al Ministro del Welfare
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dall’on. Delia Murer
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per sapere, premesso che:
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- In data 29 luglio 2010, nella seduta d’Assemblea della Camera dei deputati, nel corso dell’approvazione della legge 122 del 2010 (già Ac 3638) denominata “Conversione in legge con modificazioni del decreto legge 31 maggio 2010 n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, veniva accolto dal Governo un ordine del giorno a prima firma della sottoscritta;
<p>
- Tale ordine del giorno impegnava il Governo a valutare l’opportunità di adottare iniziative nei confronti dell’Inps affinché avesse cura di evitare i controlli su soggetti titolari di pensione che fossero portatori di menomazione di natura irreversibile o di patologie rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante;
- Tale richiesta nasceva dall’ovvia constatazione che chi è portatore di menomazione dichiarata irreversibile non può certo regredire dalla sua condizione e quindi la visita di controllo diventa solo un ulteriore, ed inutile, disagio per l’utente e la sua famiglia, oltre che una superflua umiliazione rispetto ad uno stato di salute già verificato e certificato come patologico e non reversibile;
<p>
- Un decreto ministeriale del Ministro dell’Economia e delle finanze del 2 agosto 2007, in virtù delle considerazioni sopra esposte, esclude esplicitamente dal piano di verifica coloro che siano affetti da malattie ingravescenti;
<p>
- Nonostante l’approvazione di tale ordine del giorno e le disposizioni normative risulta alla scrivente, da notizie che provengono da utenti e da sedi territoriali di associazioni di categoria, che l’Inps stia continuando a chiamare, nell’ambito del suo programma di verifica sulle pensioni, utenti con malattie irreversibili, come, ad esempio, cittadini affetti da sindrome di down;
<p>
- Alla scrivente risulta, inoltre, che stia aumentando presso l’Inps il volume di verbali di visita che non sono sottoposti a validazione e vengono, quindi, di fatto sospesi, allungando i tempi di erogazione;
<p>
- Dal gennaio di quest’anno, le procedure Inps, come sopra esposto, starebbero escludendo le associazioni di categorie dal loro ruolo nell’ambito delle procedure di verifica ed erogazione delle pensioni;
<p>
dal Ministro in oggetto se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e se non ritenga necessario intervenire al fine di ottemperare a quanto disposto nell’Ordine del giorno richiamato in premesso e accolto dal Governo, vale a dire impedire che l’Inps sottoponga, nell’ambito del suo programma di verifica, malati considerati irreversibili, a nuova visita di controllo; se non ritenga il Ministro di intervenire per verificare presso l’Inps il corretto svolgimento delle procedure di controllo e di erogazione delle pensioni di invalidità e se non ritenga che vada restituito alle associazioni di categoria il ruolo che gli è proprio di rappresentanza degli interessi dell’utenza nell’ambito delle procedure di erogazione delle pensioni di invalidità.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6%3Ainterrogazioni-interpellanze-mozioni&id=210%3Aassociazioni-e-pensioni-due-interrogazioni&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Jacopo Massaro: Rieccoci: una pezza peggio del buco.2010-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502670Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Belluno (BL) (Lista di elezione: Ulivo) <br/><br/>Ebbene sì, hanno messo una pezza peggiore del buco che doveva coprire. Dopo la scandalosa (secondo il mio personale giudizio) cancellazione dell'assegno d'invalidità per almeno 19 categorie di malati/indigenti (di cui ho parlato approfonditamente in quest'altro articolo), è stato finalmente depositato il tanto atteso emendamento di Azzolini (relatore al Senato della manovra di Tremonti) che avrebbe dovuto “risistemare le cose”.
Era stato proprio Azzolini a dichiarare che si sarebbe impegnato a favore dei malati depositando un emendamento che facesse ordine; e da tali dichiarazioni era scaturita anche una iniziale dichiarazione di soddisfazione dell'AIPD (Associazione Italiana Persone Down). Tuttavia, come sempre, siamo alle prese con informazioni confuse, contraddittorie, con dichiarazioni difficilmente verificabili e con promesse nebulose. E' giusto quindi fare un po' di chiarezza e dire come stanno davvero le cose.
L'”emendamento Azzolini” (visibile sul sito del Senato) avrebbe dovuto eliminare i tagli agli assegni di invalidità. Invece, conferma parte dei tagli e ne introduce di nuovi, questa volta anche all'assegno di accompagnamento per svariate categorie di malati ancor più gravi.
In sostanza hanno ripristinato l'assegno per alcune categorie di malati, (coloro che prendono tra il 75% e l'85% secco, in base ad una patologia singola) forse convinti di far bella figura, ma hanno irragionevolmente lasciato il taglio ad altri cittadini che raggiungono lo stesso punteggio d'invalidità, a causa del sovrapporsi di più patologie, stabilendo così che un chilo di piombo pesa più di un chilo di piume.
Ma l'emendamento non si limita a questo: si abbatterà la scure dello stato sulle indennità di accompagnamento, che fino ad oggi veniva erogato a chi era completamente impossibilitato a deambulare senza un accompagnatore per il solo periodo di "infermità", oppure a chi non riusciva a compiere gli "atti quotidiani della vita". Adesso viene stabilito che per prendere l'assegno occorra essere “permanentemente” impossibilitati, per cui solo chi è “irreversibile” potrà prendere l'assegno. Inoltre, occorrerà essere impossibilitati a compiere “tutti” gli atti elementari della vita, non solo alcuni, restringendo enormemente il campo dei beneficiari. Insomma, se “per sventura” un novantacinquenne paraplegico in qualche modo riesce a portarsi il cucchiaio alla bocca, rischia di perdere l'accompagnamento.
Casi abbastanza tipici come quelli dei pazienti oncologici durante la fase più dura della loro lotta, o dei pazienti che vengono da ictus, e dovranno riabilitarsi, perderanno facilmente l'accompagnamento. La misura, tra l'altro, è retroattiva e colpirà molti che oggi percepiscono l'accompagnamento.
Nulla, ovviamente, sul fronte della lotta ai falsi invalidi (il vero cancro che divora i veri invalidi). Anzi per la verità una novità c'è. Come sappiamo, in questi anni è stato messo in moto un meccanismo di verifica a campione degli invalidi affidato all'INPS.
L'emendamento Azzolini, anziché prevedere maggiori fondi all'INPS per scovare i falsi invalidi, stabilisce che l'INPS può avvalersi delle “Commissioni Mediche Locali delle Aziende Sanitarie”.
Tradotto: se Tizio viene dichiarato invalido dalla Commissione ell'Azienda Sanitaria, l'INPS per effettuare una verifica, non avendo abbastanza personale, potrà chiedere alla stessa Commissione dell'Azienda Sanitaria di effettuare la verifica. Per fare un paragone, sarebbe come se la FIFA, dovendo stabilire se l'arbitro di una partita ha commesso degli errori, pagasse l'arbitro stesso per indagare sulle proprie decisioni. Una genialata, è proprio vero che l'Italia è il paese delle idee.
Ma torniamo al nocciolo dell'emendamento. La misura, oltre che sui cittadini, graverà anche sulle casse dei Comuni: c'è da chiedersi se la Commissione Bilancio del Senato abbiano valutato il costo dell'emergenza sociale dovuta al taglio delle invalidità, perché sia chiaro: se a questi malati non ci penserà lo Stato, dovrà pensarci la Comunità locale mediante i propri servizi sociali. Rassicurante.
Devo proprio fare una considerazione amara: questo Stato, forse a causa del totale distacco dalla vita reale, appare spesso come una specie di nemico di noi cittadini, un mostro che opera senza valori secondo la sola logica del “necessario sacrificio” degli altri. E' il peggior messaggio che si possa comunicare, lo dico da persona che crede profondamente nello Stato, perché è l'avvaloramento istituzionale di un impoverimento di valori, come la solidarietà e la carità, che dovrebbero essere l'architrave su cui si costruiscono tutti i “luoghi sociali”, dallo Stato alla Famiglia.
Belluno, 04/07/2010
Jacopo Massaro<br/>fonte: <a href="http://www.jacopomassaro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=86:rieccoci-la-pezza-peggio-del-buco&catid=33:dichiarazioni&Itemid=62">www.jacopomassaro.it</a>Jacopo Massaro: Contro i più deboli: la strategia "facile" di questa destra antisociale2010-06-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502667Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Belluno (BL) (Lista di elezione: Ulivo) <br/><br/>L'articolo 10 del D.L. 78/2010, il famigerato
decreto di Tremonti, toglie l'assegno di invalidità a numerose categorie di malati.
Le persone toccate da questo provvedimento sono quelle in età lavorativa (tra i 18 ed i 65 anni) con un reddito inferiore a € 4.408 annui (lo ripeto: annui!). Il “beneficio economico” (se così poteva essere chiamato) consisteva in un assegno mensile di € 256, elevabile di ben ulteriori € 10 per coloro che sono completamente soli. L'attuale sistema di calcolo delle percentuali di invalidità, regolato da decreto ministeriale, stabilisce, per ciascuna patologia riconosciuta, una percentuale d'invalidità fissa, oppure la possibilità per la Commissione Invalidi di attribuire una percentuale compresa in un range (un minimo e un massimo) prestabilito. Prima si accedeva all'assegno col 75% di invalidità, mentre ora il Governo ha stabilito che occorra raggiungere l'85%.
Vi sono quindi 19 patologie che che danno punteggi superiori al 75% ma inferiori all'85%; per cui prima davano diritto ad assegno di invalidità, ma oggi, col Decreto del Governo, non più. Tra le malattie escluse dall'assegno d'invalidità vi sono: la sindrome di Down, la psicosi ossessiva, la schizofrenia con gravi disturbi del comportamento, la laringectomia totale e/o con tracheostomia definitiva (il posizionamento di una cannula nella trachea per consentire la respirazione), il sordomutismo, la bronchiectasia associata a mucoviscidosi (la fibrosi cistica), la paresi dell'arto inferiore con deficit di forza grave associata all'incontinenza sintetica grave (tipico degli esiti da ictus), la tetraparesi con deficit di forza medio, amputazione di braccio e spalle e varie patologie con insufficienza cardiaca grave.
La norma è rivoltante anche sotto il profilo del metodo: viene stabilito un discrimine tra chi ha presentato domanda d'invalidità prima del 1° giugno 2010 (che mantiene l'assegno di invalidità) e chi l'ha presentata dopo (perdendolo). Ne consegue che vi saranno, a parità di patologia, due categorie di cittadini: quelli che accedono ai benefici economici e quelli “di serie B”, che non ne avranno diritto. Anzi: vista l'entità degli assegni, forse sarebbe meglio distinguere tra cittadini di serie "C1" e cittadini di serie "C2".
Questo rappresenta una grave violazione del principio di eguaglianza (che dovrebbe essere insito in tutti noi cittadini, prima che nella Costituzione!) e si configura come una sorta di “ricatto indiretto” a chi oggi riceve l'assegno, che teme, protestando, di essere “equiparato” ai nuovi malati con conseguenza di perdita di un beneficio. E ricordiamoci che stiamo parlando di un assegno che, seppur irrisorio, per alcune persone in estrema difficoltà rappresenta l'unica modalità di sopravvivenza.
La nostra Comunità deve mobilitarsi per opporsi a questa barbarie sociale effettuata in nome dei “necessari sacrifici”. Far passare una misura come questa significherebbe certificare che, nelle coscienze degli italiani, non vi sono più né solidarietà né carità. E questo non è possibile, o comunque io non ci credo.
Oggi il Decreto Legge non è ancora convertito, e vi sono quindi gli spazi di manovra per cestinare la norma. Abbiamo presentato una mozione in Comune di Belluno affinché si esprima con fermezza e faccia da capofila in questa battaglia di civiltà.
Ma una cosa è certa: poco potrà fare il Comune di Belluno, se non vi sarà una mobilitazione vera da parte di noi cittadini. Solo noi possiamo proteggere chi non è in grado di difendersi da solo dalle misure "facili" di questa destra davvero antisociale.
Jacopo Massaro<br/>fonte: <a href="http://www.jacopomassaro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=84:contro-i-piu-deboli-la-nuova-strategia-facile-di-questa-destra-delle-belle-parole&catid=33:dichiarazioni&Itemid=62">www.jacopomassaro.it</a>