Openpolis - Argomento: provinciehttps://www.openpolis.it/2014-03-26T00:00:00ZFRANCO MIRABELLI: Finalmente si costituiscono le aree metropolitane2014-03-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718066Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>"Il provvedimento che approviamo oggi al Senato avvia concretamente, dopo tanti anni di attesa, la costituzione delle aree metropolitane dando seguito al dettato costituzionale". Lo dice il senatore del PD <b>Franco Mirabelli</b>.
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"Si avvia finalmente,dopo tanti dibattiti - sottolinea <b>Mirabelli</b> - il processo di costituzione della città metropolitana di Milano iniziando il percorso di insediamento dell'assemblea metropolitana e di definizione del suo Statuto. In capo al sindaco di Milano e di tutti gli altri sindaci dell'attuale provincia sta oggi la responsabilità di realizzare un progetto che servirà a dare più efficacia alle politiche di sviluppo nella nostra area metropolitana e indicare le scelte utili per garantire una migliore qualità della vita nel nostro territorio grazie ai poteri che al nuovo ente verranno garantiti".
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"L'obbiettivo di eleggere la prossima volta direttamente il sindaco dell'area metropolitana e' oggi più vicino", conclude il senatore PD.<br/>fonte: <a href="http://www.senatoripd.it/doc/5311/mirabelli-finalmente-si-costituiscono-aree-metropolitane.htm">SenatoriPD</a>Maurizio SAIA: Accorpamenti e mantenimenti di province2012-12-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684842Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>Ritiene che la presa d'atto del Governo sia elusiva: i relatori hanno individuato una serie di proposte rispetto alle quali i senatori hanno ritenuto legittimamente di presentare subemendamenti, visto il contenuto che dispone una serie di deroghe, mutamenti di accorpamenti e mantenimenti di province su cui si può dissentire, tenuto conto degli interessi dei territori che ciascun senatore rappresenta.
<br/>fonte: <a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=691688">www.senato.it</a>Maurizio SAIA: Province, svolta del governo assessori in sella fino al 20142012-12-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684690Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>Una corsa disperata contro il tempo: entro l’8 gennaio 2013 Senato e Camera dovranno riconvertire il decreto legge del ministro Patroni Griffi che istituisce 10 città metropolitane e riduce da 86 a 51 le Province nelle 15 regioni a statuto ordinario. Pdl e Lega daranno mai il via libera o faranno scattare un ostruzionismo senza bussola simile a quello praticato per la legge elettorale? «Ce fa faremo, a costo di proseguire i lavori anche di notte», afferma il senatore Maurizio Saia, segretario della commissione Affari costituzionali. «Mi rendo conto che votare 570 emendamenti, 300 dei quali del senatore Martone, rischia di farci impazzire da qui a Natale ma sono ottimista perché il ministro ha già corretto la rotta». In che direzione? Le giunte provinciali non decadranno il 1 gennaio ma nel 2014. Assessori in carica. «Sulla vita delle giunte valuteremo proposte correttive nella fase di transizione», ha annunciato Filippo Patroni Griffi alla commissione. In altre parole, gli assessori non decadranno il 1 gennaio 2013 come previsto dal decreto legge ma resteranno in carica fino al 2014 e i presidenti-commissari conserveranno i loro poteri fino a quando verranno rieletti dall’assemblea dei sindaci che designerà il futuro presidente della Provincia, ente di II grado non più ad elezione diretta. Gli uffici territoriali. L’abolizione di 35 Province comporterà la soppressione di altrettanti prefetti, questori e top dirigenti dei ministeri. Il taglio della spesa pubblica sta tutta qui, non certo sulle indennità dei consiglieri provinciali che verranno aboliti. Patroni Griffi ha spiegato «che serve un criterio certo, mentre il governo si limiterà a dare una cornice normativa, ma ogni singolo Ministero avrà la possibilità di decidere la propria organizzazione per il proprio ambito, quindi tenendo conto di esigenze particolari». Maurizio Saia aggiunge: «Nel Veneto il governo ha previsto l’accorpamento di Padova con Treviso e di Verona con Rovigo. E’ evidente che se la sede della Provincia resta a Treviso, Padova verrà compensata con la Prefettura e la Questura o viceversa», afferma il senatore di Coesione nazionale. Le città metropolitane. I nodi da sciogliere riguardano non solo la PaTreVe ma anche Firenze-Prato, Milano-Monza-Brianza e poi le lotte tra Livorno e Pisa accorpate, per non parlare di Benevento e Avellino o di Matera e Potenza ridotte a una sola Provincia grande quanto la Regione alla pari di Isernia e Campobasso, un doppione istituzionale assurdo per Basilicata e Molise. «Credo che la Città metropolitana di Venezia meriti una riflessione serena: il sindaco di Padova Zanonato ha aperto un dibattito che investe il futuro del Veneto e non possiamo far finta che sia una faccenda interna al Pd. Sarebbe miope. Purtroppo c’è un grande assente e si chiama Regione: il presidente Zaia ha sprecato la grande opportunità del riordino delle Province. Occorre una proposta condivisa e credo che il professor Bertolissi possa formularla in un convegno promosso dai sindaci di Padova e Venezia e Treviso».
di Albino Salmaso
<br/>fonte: <a href="http://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinodipadova/2012/12/06/NZ_02_03.html?ref=search">ricerca.gelocal.it</a>Maurizio SAIA: AUDIZIONE AL SENATO: LE CITTA’ METROPOLITANE SONO TRE «E solo i Comuni già individuati col decreto del governo vi potranno aderire, entro 90giorni»2012-11-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684612Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>«Orsoni ha fatto una correttezza istituzionale enorme - continua il senatore Saia – era lì come delegato e invece ha perorato solo la causa di Padova con Venezia cercando inutilmente di far riaprire i passaggi da provincia a provincia. Cosa vuol dire poi: noi come Anci abbiamo presentato un emendamento? Li fanno i parlamentari semmai. Molto più corretto il presidente dell'Upi che è di sinistra come lui, che ha parlato a nome di tutte le province».
da IL GAZZETTINO DI PADOVA - Mauro Giacon
<br/>fonte: <a href="https://docs.google.com/folder/d/0B5LqCqq_ZFOrNjFNcXB3bTZ1OE0/edit?pli=1&docId=0B5LqCqq_ZFOrMzVQak5yNExvenMOrMzVQak5yNExvenM">docs.google.com</a>Maurizio SAIA: Province, il decreto avanza «Ma non la Padova-Venezia»2012-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684655Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>«Il Governo vuole dialogare ma andare fino in fondo. In aula il 6 dicembre»
«Dovranno rifare l'iter anche i tre Comuni veneti pronti al trasloco»
Tutto rinviato a lunedì, in Senato, ma la novità è un'altra: si va di ora in ora, ma se fino a pochi giorni fa pareva che il decreto sul riordino delle Province fosse destinato a impantanarsi, ora sul calendario le date sono fissate e si prevede di arrivare in aula il 6 dicembre. Il ministro Filippo Patroni Griffi segue passo passo in commissione “Affari costituzionali” la trattativa, e il Governo ha fatto capire chiaramente che non intende mollare sul decreto, anche se è disponibile «a venire incontro a varie richieste: ad esempio è ufficiale che nel 2013 saranno salvate almeno in parte le giunte provinciali attuali, con 3 o 5 assessori», spiega il senatore Maurizio Saia, area Pdl, padovano, che ieri ha incontrato anche la presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, a Roma a sua volta per seguire l'iter del provvedimento. In realtà tra l'altra sera e ieri al vicenda del decreto ha visto sminare due “ordigni” confezionati proprio in casa Pdl, dove ormai «su questi temi non si va certo per partiti, ma ognuno per conto suo: vedo coi miei occhi - spiega Saia - senatori dello stesso partito e di province vicine, eletti uno a pochi chilometri dall'altro, che non si parlano più: uno attacca il decreto perché la sua provincia sparirà, mentre l'altro lo appoggia perché la sua raddoppia “mangiandosi” la prima». Gli ordigni spacca-tutto erano appunto nati in casa Pdl. Primo, una pregiudiziale di incostituzionalità sul decreto: la richiesta è stata ritirata, con mugugni nelle file. Secondo, un tentativo di ostruzionismo in commissione da parte di senatori Pdl, bloccato perché le regole stesse di commissione non lo permettono. Morale: si è deciso di riprendere il dibattito lunedì pomeriggio, e giovedì 29 saranno ascoltate l'Unione delle Province d'Italia (Upi), l'Associazione nazionale dei Comuni (Anci) e la Conferenza delle Regioni. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato al 3 dicembre e in aula si andrà il giovedì 6. «La linea del Governo - spiega Saia - è chiara: dialogare, ma spingere perché il decreto arrivi fino in fondo, altrimenti il messaggio ai cittadini sarà che loro hanno provato a riordinare le Province, mentre i partiti hanno affossato tutto». E su queste basi il lavoro procede. Con alcuni punti chiari, però, che lo stesso Saia riporta. «Leggo affermazioni infondate sui quotidiani veneti: è stato confermato ufficialmente - spiega il senatore padovano - che non c'è alcuno spazio perché la delibera del Comune di Padova che vuole entrare nella città metropolitana di Venezia possa trovare accoglimento in questo decreto. Dovrà seguire il suo iter a parte. Anzi, il Governo ha detto chiaro che avranno maggior peso le richieste dei Comuni che sono supportate dal pronunciamento, via referendum, della popolazione: un messaggio chiaro per il sindaco patavino Zanonato che crede di decidere tutto da solo o quasi». A questo proposito però, avverte Saia, ci sono brutte notizie anche per i Comuni veneti che avevano chiesto, con iter regolare, di cambiare Provincia: S. Pietro in Gu (vuole Vicenza), Vigononovo e Scorzè. «Valgono solo le delibere fatte prima del 20 luglio. E poi non si può chiedere di aderire alla Provincia di Padova o Treviso, visto che col decreto-legge non esistono più e c'è solo la Padova-Treviso. Quindi mi spiace molto perché quei Comuni si erano mossi bene, ma dovranno rifare l'iter». Intanto l'on. Antonio De Poli (Udc) boccia a sua volta la Padova-Venezia: «L'unica strada è la Pa-Tre-Ve, con l'intera provincia di Padova coinvolta».
Da Il Giornaledivicenza.it 22/11/2012 Piero Erle
<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Regione/435330_province_il_decreto_avanza_ma_non_la_padova-venezia/">www.ilgiornaledivicenza.it</a>Maurizio SAIA: IL RIORDINO DELLE PROVINCIE IN AULA AL SENATO IL 5 DICEMBRE2012-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684611Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>Niente di quello che ha deciso il Comune verrà discusso»
(MG) Il decreto di riordino delle province dopo la sospensione della pregiudiziale dì costituzionalità da parte dí Pdl e lega in Commissione Affari costituzionali al Senato, marcerà spedito verso la discus-
sione in aula, calendarizzata per li 5 dicembre, senza cambiare il proprio impianto. Maurizio Saia, segretario della Commissione. « Non credo proprio che la Commissione stia attendendo con ansia
la delibera dì adesione alla città metropolitana di Venezia da parte del comune come vorrebbe far credere Ivo Rossi. Anzi mi stupisco della scarsa conoscenza dei meccanismi politico-parlamentari della Giunta. Qui non sì fa confusione e tutte le delibere che molti comuni si stanno affannando a produrre con questo decreto non c'entrano nulla. La Commissione non ha tempo da perdere, semmai se ne parlerà nella prossima legislatura».
Da Il Gazzettino di Padova - (MG)
<br/>fonte: <a href="https://docs.google.com/folder/d/0B5LqCqq_ZFOrNjFNcXB3bTZ1OE0/edit?docId=0B5LqCqq_ZFOremU3aW9xcTRMWWM">docs.google.com</a>Maurizio SAIA: Svendere Padova a Venezia2012-11-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684538Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>La battuta di giornata è quella della deputata Lorena Milanato,del Pdl. «Zanonato ci vuole ridurrea un quartiere di Venezia»dice riferendosi alla delibera in discussione in Consiglio sull'ingresso nella Città Metropolitana. Che prima deve passare,piccolo particolare, per la richiesta di entrare nella "provincia"di Venezia. E insiste: «All'incontro con i presidenti delle province venete con i parlamentari c'erano i nostri, quelli della Lega e di Coesione nazionale. Non ne ho visto uno del Pd, eppure c'era la loro presidente della Provincia di Rovigo, Virgili, insieme alla Zaccariotto, a Muraro e alla Degani».Insomma i presidenti hanno fatto un fronte trasversale per difendere l'istituzione e con essa il territorio dall'assalto del decreto 188 che trancia competenze e ridisegna i confini, mettendo Padova e Treviso assieme per esempio. Ed hanno presentato ai parlamentari pochi ma significativi emendamenti che,secondo loro, senza snaturare il decreto ne consentirebbero uno sviluppo più armonico. Il più importante è quello di prolungare fino alla scadenza naturale il tempo delle Giunte e dei consi-gli. Insomma far decorrere Città Metropolitane e nuove Province dal primo luglio del 2014 e non dal primo gennaio. Secondo aspetto prevedere la possibilità di sedi decentrate "opportune a fronte delle notevoli dimensioni"(quindi non una sede unica come vuole Roma). Terzo aspetto le funzioni. Oltre a quelle che rimarrebbero, urbanistica, trasporti,ambiente ed edilizia scolastica vorrebbero aggiungere anche i servizi del mercato del lavoro, ben organizzati con i centri per l'Impiego e la polizia locale. Altro punto riguarda la fine della legislatura che anche per la presidente, priva della sua Giunta dal primo gennaio 2013, si chiuderebbe il 31 ottobre2013. La richiesta è di prorogarla al 31 marzo 2014 quando scadrebbe naturalmente. Di conseguenza verrebbe spostata anche la data delle nuove elezioni. Stesso discorso sui tempi strettissimi per il bilancio di previsione della nuova provincia, allungati al 30 maggio al 30 giugno 2013. Un particolare decisivo riguarda le modalità di elezione di presidente e consiglio della Provincia e sindaco e presidente del consiglio metropolitano che le province chiedono sia per entrambi a "suffragio universale e diretto". Quindi non attraverso le assemblee dei sindaci.
Giornata piena per la presidente Degani che subito dopo l'incontro presidenti e parlamentari Pdl con il segretario Alfano per costruire una strategia nazionale. E sulla questione interviene l'onorevole Bitonci: «Non so chi nel Pdl voglia svendere Padova a Venezia ma la provincia più popolosa e produttiva del Veneto non può finire sotto a un'altra città. Ci vuole un referendum. Da sabato nelle piazze». Mentre onorevole Maurizio Saia, da ieri nominato all'unanimità segretario della Commissione Affari costituzionali del Senato, dov'è in discussione il decreto, annuncia battaglia:«Proporremo una pregiudiziale di incostituzionalità».
Da: Il Gazzettino di Padova 15.11.2012 - Mauro Giacon
<br/>fonte: <a href="http://msaia.jimdo.com/ci-dice-saia/">msaia.jimdo.com</a>Dario FRANCESCHINI: Province:Pd si asterrà su proposta soppressione Idv2011-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589778Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>"Sulla proposta dell'Idv per la soppressione delle province se continueranno a rifiutare un approfondimento, avendo noi una posizione di merito diversa e più ragionata e una nostra proposta, il Pd si asterrà perchè non vogliamo esprimere una posizione contraria". Così <b>Dario Franceschini</b> ha spiegato l'esito della lunga assemblea dei deputati Democratici sul ddl costituzionale che sarà oggi all'esame dell'Aula di Montecitorio.
<p><a href="http://youtu.be/YERyC4NZAgg"><b>Video dell'intervento di Dario Franceschini</b></a><br/>fonte: <a href="http://youtu.be/YERyC4NZAgg">TMNews</a>GIOCONDO TALAMONTI: Comune di Terni - Ordine del giorno: finanziaria correttiva varata dal Governo2010-07-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503040Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Terni (TR) (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />Al Sindaco del Comune di Terni <br /> <br />
<b>Considerato</b> che la manovra finanziaria correttiva varata dal Governo si configura come una vera e propria contro-riforma degli EELL dal momento che i tagli poderosi dei trasferimenti -oltre 14 miliardi- mettono profondamente in discussione l’autonomia finanziaria di Comuni, Province e Regioni e i diritti dei cittadini. <br /> <br />
<b>Tenuto conto</b> che nella manovra si assiste ad un’ esasperazione del “patto di stabilità” perché prevede sia il taglio di trasferimenti sia una serie di norme che inaspriscono le sanzioni per gli enti inadempienti; per le Regioni a statuto ordinario si prevede un taglio di 4000 milioni di euro per il 2011 e 4500 per il 2012; per le Regioni a statuto speciale (e le province di Bolzano e Trento) meno 500 milioni per il 2011 e meno 1000 per il 2012; per i Comuni meno 1500 per il 2011 e meno 2500 per il 2012; per le Province meno 300 milioni per il 2011 e meno 500 per il 2012. A questa cifra di ben 14,8 miliardi nel prossimo biennio vanno aggiunti gli effetti del taglio già deciso con la precedente finanziaria triennale (ddl 112/98 sempre di Tremonti):per il 2011, infatti, alle cifre prima richiamate vanno sommati 1800 milioni per i Comuni, 98 per le province, 1500 per le Regioni. <br /> <br />
<b>Preso atto</b> che con questi numeri gli EELL non sono in grado di chiudere i bilanci; si trovano costretti, infatti, a mo di ricatto, di tagliare sui servizi sociali <i> (asili nido, refezione scolastica, assistenza agli anziani ed ai portatori di handicap, sostegno ai minori a rischio, inclusione dei più deboli a partire dai migranti ecc.) </i>cancellandoli alcuni o diminuendone la qualità ed estensione universalistica, elevandone le fasce di gratuità e di compartecipazione; di aumentare le tariffe dei servizi (tassa rifiuti,occupazione suolo, trasporti servizi a domanda individuale ecc.) magari tentando di privatizzarli (l’esatto opposto di quello che chiedono le centinaia di migliaia di cittadini che hanno firmato il referendum per l’acqua pubblica); ed ancora, di vendere ai privati il patrimonio strategico, oggi rimpinguato dal cosiddetto federalismo demaniale; infine, inevitabilmente, di sforare il patto di stabilità subendone le sanzioni successive. <br /> <br />
<b>Tenuto conto</b> che la nuova normativa delle sanzioni, come prevista nel decreto legge, ha effetti pesantissimi non tanto per la vita amministrativa degli enti, ma per la vita dei cittadini: le sanzioni nel decreto prevedono integrale recupero da parte dello Stato delle somme eccedenti il patto nel successivo trasferimento (finora si tagliava al massimo il 5% all’anno), limite degli impegni di spesa, blocco del ricorso agli indebitamenti anche per gli investimenti, divieto di procedere ad assunzione di personale a qualsiasi titolo ecc. <br /> <br />
<b>Tenuto conto</b> che i tagli agli enti locali sono in realtà un attacco durissimo alle condizioni di vita dei cittadini, soprattutto dei lavoratori a reddito fisso, dei precari e dei disoccupati e che l’effetto di questa manovra, determina- secondo una ricerca dell' ANCI-IFEL -una riduzione media della spesa dei Comuni del 10%, con un'incidenza maggiore per i Comuni che hanno fatto più investimenti e spese negli anni scorsi e la previsione, fondata, che oltre il 50% dei Comuni non sarà in grado di rispettare i vincoli. <br /> <br />
<b>Preso atto</b> che i tagli della manovra affermano un federalismo non solo non solidale, ma apertamente in contrasto con il Titolo V della Costituzione e che, <i> diritti e servizi</i>, rischiano di non esser garantiti “in maniera appropriata ed universale” in tutti i territori in maniera uniforme. <br /> <br />
<b>Tenuto conto</b> che il comparto degli EELL, dei Comuni in particolare, in questi anni, ha migliorato i suoi saldi a differenza dello Stato e che sarebbe sbagliato che la finanza locale sia subordinata alla finanza nazionale nel quadro di un rapporto costituzionalmente paritario fra i vari livelli dello stato<br /> <br />
<b>Considerato</b> che appare demagogica ed inefficace la propagandata sforbiciata ai costi della politica a livello di enti locali: riduzione dei compensi per i Sindaci e gli Assessori, indennità per i Consiglieri che passa, come tetto massimo, da un terzo ad un quinto di quella prevista per i Sindaci e che, nella stessa Relazione Tecnica allegata alla manovra, da queste norme non deriva nessun risparmio per i saldi nazionali, evidenziando una semplice volontà di attacco alla risorsa della democrazia elettiva dei consigli. <br /> <br />
<i>Emblematico a tal riguardo è il taglio del gettone di presenza per i Consigli circoscrizionali e municipali ( poche centinaia di euro al mese nelle grandi città) in quanto già con le precedenti Finanziarie tali emolumenti sono stati già limitati ai soli capoluoghi di provincia ed alle città superiori ai 100.000 abitanti</i> <br /> <br />
<b>Preso atto</b> che non è certo credibile una manovra che in nome del rigore taglia gli spiccioli dei compensi dei Consiglieri ma non taglia il numero dei parlamentari, limitandosi ad una piccolissima riduzione del compenso e rimandando lo sbandierato taglio dei rimborsi elettorali dei partiti alle prossime elezioni politiche (presumibilmente nel 2013), e quindi senza incidenza sui saldi della manovra oggi in discussione. <br /> <br />
<b>Preso atto</b> che esiste un nesso forte fra i tagli agli enti locali che ridurranno la loro capacità di erogare servizi ai cittadini, e l'attacco indiscriminato ai pubblici dipendenti e alla dirigenza pubblica contenuta nella manovra attraverso la sospensione dei diritti contrattuali collettivi ed il licenziamento di oltre il 50% dei precari che lavorano nella pubblica amministrazione. <br /> <br />
<b>Tutto ciò premesso il Consiglio comunale di Terni impegna il Sindaco e la Giunta a mobilitarsi al fine di: </b><br /> <br />
1) costruire un'iniziativa unitaria dei Consigli comunali e provinciali che contrasti la manovra sul versante dell'autonomia, dei bisogni e dei diritti dei cittadini chiedendo alle associazioni- ANCI UPI LEGAAUTONOMIE- un ruolo incisivo nei confronti del Governo e del Parlamento nella direzione di ridurre i tagli ed alleviarne gli effetti sulla vita dei cittadini, prevedendo anche una campagna informativa per tutti gli amministrati. <br /> <br />
2) sperimentare forme di disobbedienza civile delle Amministrazioni e degli Amministratori contro gli effetti dei tagli impegnandosi, ivi compresa la possibilità di organizzare “scioperi alla rovescia” con la partecipazione dei cittadini e degli operatori facendo funzionare meglio i servizi che si dovrebbero tagliare o ridurre (esempio asili nido, centri servizi sociali ecc.) <br /> <br />
3) sostenere la campagna contro la privatizzazione dei servizi pubblici valorizzando gli effetti positivi, a livello di consenso popolare, indotti dalla massiccia partecipazione alla ra
ccolta di firme per l'acqua pubblica. <br /> <br />
Terni, 12 luglio 2010<br />
RC/CI Talamonti Giocondo; <br /> Nannini Mauro; <br /> Luzzi Luzio
<br/>fonte: <a href="http://talamontigiocondo.blogspot.com/2010/07/comune-di-terni-ordine-del-giorno.html">Il Blog Personale di Giocondo Talamonti</a>