Openpolis - Argomento: sexygatehttps://www.openpolis.it/2010-11-03T00:00:00ZLuigi de MAGISTRIS: Berlusconi, Ya basta!2010-11-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547666Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Le chiamano berlusconnerie in Francia, berlusconada in Spagna. In Italia sono le parole pronunciate dal premier, l’ultimo esempio nauseante di maschilismo e omofobia da parte del Sultano di Arcore: “meglio essere appassionato di belle ragazze che essere gay”.
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Parole indegne se pronunciate da un comune cittadino, inaccettabili se dal presidente del Consiglio di uno stato europeo e democratico, che rappresenta il Paese. Purtroppo unico modo, per lui, di distrarre l’attenzione pubblica dallo scandalo del Rubygate e dallo stallo dell’esecutivo, da coprire con una nuova polemica sollevata ad arte. Il che non rende meno grave l’ultima sortita, molto veritiera della sua natura di uomo e di leader.
<p>E mentre si consuma la stagione da fine impero, la nostra Repubblica e i nostri problemi restano appesi nell’instabilità di un esecutivo impossibilitato a governare perché troppo impegnato ad incassare i colpi degli scandali (appalti, massonerie e sexygate) e delle fibrillazioni di Fini (che non si comprende cosa altro aspetti per staccare la spina governativa).
Il fondo del barile etico è stato raschiato abbondantemente con ripercussioni politiche e pubbliche evidenti. Le feste del premier a villa Certosa e nella varie residenze presidenziali non sono infatti un accadimento privato, ma un problema italico.
<p>Se una moltitudine femminile accede nelle ville del presidente del Consiglio filmando e intercettando i festini, se un caposcorta è referente di questa moltitudine a cui viene elargito il suo numero di cellulare da chiamare all’abbisogna, se un premier telefona alla Questura di Milano chiedendo il rilascio di una giovane che falsamente indica come nipote di un capo di Stato estero (a quanto pare contro il volere del pm minorile che l’affida ad una comunità), se il ministro leghista degli Interni lo copre (tra i malumori della base), se molte di queste presenze rosa vengono candidate nelle liste elettorali ad ogni livello, mi chiedo: è o non è un problema di tutti noi cittadini? Sono convinto di sì.
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Anche perché, inoltre, chiama in causa il tema della sicurezza nazionale, vulnerabile per la vulnerabilità di un capo di governo potenzialmente ricattabile. Anche perché espone il Paese alla diffidenza internazionale in una fase economica difficile e delicata, dove la speculazione estera ci minaccia e la tenuta sociale è minacciata dalla disoccupazione crescente e dall’arresto industriale in atto.
<p>Per tutto questo il ministro degli Interni avrebbe già da tempo dovuto chiarire, per questo il Copasir dovrebbe occuparsi della vicenda. Per tutto questo Fini dovrebbe dire basta, facendo seguire alle parole anche gli atti, che sono molto più indicativi della credibilità e della verità degli ideali professati. Per tutto questo l’opposizione deve essere unita, in piazza e in parlamento. Per tutto questo la società civile deve organizzarsi pacificamente ed esprimere il suo bisogno di un’altra Italia in ogni luogo e in ogni spazio.
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Purtroppo un passo indietro dal premier non è ipotizzabile perché sarebbe un passo avanti in tribunale. Varcare la soglia di uscita di Palazzo Chigi significherebbe varcare, inevitabilmente, quella di ingresso dei palazzi di giustizia.
<p>Una ipotesi che Berlusconi non può nemmeno tenere in considerazione, se non come paura, come evenienza da scongiurare. Berlusconi non può dimettersi perchè non può restare senza ‘potere e non può restare senza ‘potere’ perché questo significherebbe tornare ad essere un cittadino come gli altri, quindi chiamato a rispondere davanti alla legge in uno dei tanti processi (per vari reati e vari capi di imputazione) in cui è coinvolto.
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E’ il male originario, la storia di un imprenditore dalle fortune economico-finanziarie mai chiarite su cui la magistratura siciliana da tempo indaga. Cosa nostra e nascita di Fi, denaro mafioso investito nelle sue attività milanesi, Dell’Utri e Ciancimino padre: l’enigma, no meglio l’ombra mai dissipata, ogni giorno più oscura per via dei nuovi elementi acquisiti dalle procure siciliane. Con quell’ipotesi, fattasi verità storica, per cui Berlusconi si incammina nella politica per non incamminarsi nella legge, come disse lo stesso Confalonieri in una intervista sincera quanto impudente. E che della legge, anche da imprenditore, continua a fregarsene per incassare negli affari: corruzione, evasione, falso in bilancio e via elencando.
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Per questo Berlusconi non pronuncerà mai quel dignitoso “mi faccio da parte”, senza avere la certezza che si profili per lui un nuovo ruolo politico, di governo o istituzionale, che gli consenta di disporre dell’immunità, meglio se cucita addosso al suo corpo giudiziario con una legge ad hoc. Berlusconi e il potere sono destinati quindi, nell’ottica dello stesso Cavaliere, a non separarsi mai, perchè lo scollamento lo condurrebbe direttamente nelle patrie galere. Ma come dicono in un continente lontano - che a noi potrebbe essere vicino per la speranza suscitata dai movimenti sociali e politici che lo hanno attraversato, cioè l’America Latina - adesso “Ya basta!”.<br />
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<p><br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/de-magistris-berlusconi-ya-basta/?printpage=undefined">micromega-online</a>Francesco PARDI: Il caso Ruby tra menzogne e abusi di potere2010-11-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547665Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: IdV) - Senatore (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
La decisione della Procura milanese circa la correttezza della procedura adottata in Questura per l’affidamento della "nipote di Mubarak" alla consigliera regionale Minetti non scioglie tutti i dubbi. Per esempio non è vero che non esistessero strutture di accoglimento: i giornalisti ne hanno accertate ben quattro nella sola Milano.
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Ma si può capire il senso essenziale della decisione. <br />
Io lo capisco così: l’asserita correttezza formale sottrae i funzionari di polizia alle conseguenze di una verifica che avrebbe potuto metterli in difficoltà per responsabilità non loro ma del presidente del Consiglio che ha esercitato su di loro una pressione illegittima e insinuante.
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Il fatto che funzionari di polizia non debbano subire gli effetti di atti indipendenti dalla loro volontà ricostituisce in questa vicenda, a tutti gli effetti indegna della democrazia, un minimo di giustizia sostanziale.
Con la consueta faccia di bronzo il presidente del Consiglio si è affrettato a sostenere che la decisione della Procura è l’inizio del riconoscimento che tutta la questione era una montatura di carta a suo danno. In realtà la correttezza della procedura non solleva in alcun modo il presidente del Consiglio dalle sue pesanti responsabilità.
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Egli ha mentito in modo plateale ai funzionari della Questura sostenendo che Ruby era nipote di Mubarak. Che abbia usato l’artificio retorico di non assumersi direttamente la paternità della notizia ingigantisce la sua ipocrisia e non elimina affatto il suo uso strumentale volto a mettere sotto pressione persone che solo con grande difficoltà avrebbero potuto sottrarsi al suo illegittimo imperio. Tra l’altro l’effettivo accertamento dell’identità dell’arrestata ha smentito all’istante la sua ipotetica parentela con il capo di stato egiziano. <br />
E in ogni caso la sua parentela non avrebbe potuto giustificarne il rilascio. Siamo nel regno della menzogna.
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Qui sta il punto principale: la menzogna è di per sé riprovevole nel contesto di una comunicazione ufficiale ma il suo peso è moltiplicato dall’abuso in atti d’ufficio esercitato con la coartazione di inferiori di grado impossibilitati a resistergli.
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L’atto illegittimo del presidente del Consiglio è aggravato dalla sua precisa consapevolezza che l’affidamento era falsato fin dall’inizio. Falsa la qualifica del soggetto incaricato: non esiste il ruolo di consigliere regionale con incarico alla presidenza del Consiglio. L’igienista dentale Nicole Minetti è per sua fortuna consigliera regionale ma per nostra fortuna non ha incarichi a Palazzo Chigi. Non solo. Il presidente del Consiglio sapeva benissimo (e forse qualche telefonata può testimoniarlo) che la Minetti avrebbe in breve scaricato l’affidata a terza persona, accusata in seguito di aver addirittura tentato di prostituirla. Dunque l’affidamento è servito solo a far uscire la giovane arrestata da una situazione in cui la sua permanenza era temuta dal presidente del Consiglio per sé stesso e non certo per lei.
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Una storia grottesca che a fatica si sarebbe potuta immaginare in una farsa di Totò ha aperto virtualmente una crisi diplomatica con l’Egitto e ha esposto l’intero paese di fronte alla critica irridente di tutta l’opinione pubblica mondiale. Peggiora il quadro l’affermazione di Bossi: non doveva telefonare in Questura, era meglio se chiamava me o Maroni. Si può capire che la Lega abbia il bisogno di parare le conseguenze delle azioni dissennate del presidente del Consiglio. E oramai non stupisce che il ministro per le riforme istituzionali le affronti come questioni di cortile.
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Più volte ci siamo chiesti se Berlusconi sia più pericoloso o più ridicolo. Anche in questo caso si è costretti a scoprire come la sua posizione al vertice del potere politico trasformi il ridicolo in pericolo. E lascia esterreffatti che nel contesto attuale qualche giornale possa ancora prendere sul serio la possibilità di un contratto davanti al notaio tra Fini e Berlusconi: al primo la guida del governo, al secondo il Quirinale. Già chiunque dovrebbe ribellarsi all’idea che queste cariche possano essere il premio di un patto privato, ma ancora più grave è l’idea che anche un solo giornalista in Italia possa ancora pensare che un soggetto così indegno possa aspirare alla massima carica dello stato. <br />
<br/>fonte: <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-caso-ruby-tra-menzogne-e-abusi-di-potere/?printpage=undefined">micromega-online</a>