Openpolis - Argomento: conoscere per deliberarehttps://www.openpolis.it/2016-04-05T00:00:00ZMarco PANNELLA: Per il Partito Radicale dello Stato di Diritto e i Diritti umani2016-04-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it769059<br />
La realtà del regime italiano, anti-Stato di Diritto, anti-democratico, anti-liberale, nota e denunciata da decenni e aggravatasi sempre più nel corso degli ultimi anni al punto da essere conclamata e condannata anche a livello internazionale, è tale da impedire non solo il competere ma anche il solo presentarsi alle elezioni di qualsiasi ordine e grado: non esistono infatti – secondo tutti i parametri universalmente noti, di regole, linee guida e raccomandazioni – le condizioni e garanzie minime per concorrere in una elezione davvero democratica. È del tutto assente la condizione prima ed essenziale per il corretto svolgimento della vita democratica: il diritto umano, civile e politico alla conoscenza.
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Tutti i precedenti elettorali “radicali” degli ultimi anni – nazionali o locali – possono essere richiamati a conferma di questa analisi. E se vogliamo indicare un caso, fare un nome per tutti, è quello di Marco Pannella, deliberatamente, sistematicamente cancellato, vietato nel corso degli ultimi anni da ogni spazio informativo, pubblico o privato, condannato dal regime italiano a una lunga, persistente e, di anno in anno, sempre più degradante serie di umilianti retrocessioni, fino all’ultimo e infimo posto nella classifica della comunicazione politica e degli ascolti.
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Le campagne elettorali, tutte, si sono svolte in questo ultradecennale e sempre più aggravato contesto di anti-democrazia, né vi sono segnali di mutamento di rotta che facciano sperare bene per le future. Ormai non è solo un problema di informazione o di comunicazione politica, ma di Democrazia e di Stato di Diritto.
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Stando così le cose, la presentazione di liste “radicali” alle prossime elezioni – come quelle annunciate da Emma Bonino, Marco Cappato e Riccardo Magi per Roma e Milano – costituisce fatto incomprensibile e senza precedenti, almeno da quando gli statuti di tutti i soggetti della galassia radicale hanno precluso la presentazione in quanto radicali a qualsiasi tipo di elezione. È un fatto senza precedenti anche in fatto di contenuti, per esempio rispetto agli anni 70-80, quando il Partito Radicale si presentava alle elezioni con il simbolo della Rosa nel Pugno ma senza connotare la sua politica in termini nazionalistici, localistici e partitici (basti pensare alla concomitante lotta contro lo sterminio per fame e alla prassi della “doppia tessera”). La stessa lista di “laici, socialisti, liberali, radicali” della Rosa nel Pugno nel 2006 è stata concepita all’interno della intera galassia radicale e connotata dalla presenza di esponenti “esterni”. Ciò fa la differenza con gli esperimenti attuali.
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Capiamo che presentare siffatte liste possa apparire un primo, essenziale passo per chi mira a dare un senso esplicito, conseguente ed esemplare alla “svolta” politica maturata e rivendicata al Congresso di novembre 2015 di Radicali Italiani. È una svolta che non condividiamo ma che abbiamo non contrastato a Chianciano e non contrasteremo oggi a Roma o a Milano nelle sue derivate elettorali.
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Noi abbiamo però un’altra visione, un altro progetto, altri metodi, altri obiettivi: gli stessi del Partito Radicale, da sessant’anni. Per noi la risposta di Partito, di Governo e di Riforma, oltre che necessaria e urgente, è volta, come stiamo tentando di fare, a mettere in moto – a partire dall’Italia, ma non solo in Italia – la transizione verso lo Stato di Diritto contro la Ragion di Stato, attraverso l’affermazione del Diritto umano alla Conoscenza, che è innanzitutto conoscenza di quel che il Potere fa a nome dei suoi cittadini.
<p>Nelle elezioni romane, ma anche a livello nazionale, l’unico fatto nuovo che riteniamo possa per noi costituire eccezione alla regola, ha il nome e la storia di Roberto Giachetti. Il vissuto radicale del “renziano” Roberto Giachetti, che continua ancora a vivere e far vivere il Partito Radicale con la sua iscrizione e iniziativa politica (dal deposito in Cassazione dei quesiti sulla Giustizia Giusta alle visite in carcere con Marco Pannella), ci importa, ci rassicura e ci dice che può riservare sorprese singolari o ulteriori conferme e sviluppi di una storia esemplare. Vogliamo quindi aiutarlo a diventare Sindaco di Roma, di una Città che non sia più introvertita e chiusa, immersa nei suoi spiccioli problemi, ma estroversa, aperta, transnazionale. In una parola: universale, bandiera e simbolo della visione del mondo e del Diritto cui sta dando corpo la campagna in atto del Partito Radicale sul Diritto umano alla Conoscenza.
In ultima analisi, crediamo che la ricerca del dialogo fino allo stremo sia quanto di più importante ci chieda Marco Pannella, anche in queste ore. È il connotato essenziale dell’alterità radicale che vogliamo continuare ad affermare e praticare, senza calcoli del tipo “il fine giustifica i mezzi” o, peggio, adattamenti a ragion di partito. È la via maestra per continuare a concepire un nuovo possibile, come è sempre stato nella storia radicale, fondata sulla teoria di una prassi nella quale parole e fatti, mezzi e fini, comportamenti e obiettivi hanno sempre teso a coincidere.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicalparty.org/it/rnn-news/107/news/il-partito-radicale-dello-stato-di-diritto-e-i-diritti-umani">www.radicalparty.org</a>Emma BONINO: La miglior risposta a chi dava il referendum per morto; ora aboliamo il quorum2011-06-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it584345Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Il voto degli italiani è stata la miglior risposta a chi aveva dato l'istituto referendario per clinicamente morto in questo paese - a destra come a sinistra, passando per il centro, non dimenticando i grandi mezzi di comunicazione - ed uno schiaffo a chi ha invitato gli italiani a boicottare le urne.
<p> La storia dei "tradimenti" referendari viene da lontano ma mai come questa volta è stato fatto così massiccio ricorso ad espedienti fantasiosi per disinnescarli, come la moratoria sul nucleare e l'authority sull'acqua.
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Il bavaglio all'informazione è stato poi parte integrante del tentativo di sabotaggio dei referendum: difficile avere regole minime di democrazia se si esautora il "conoscere per deliberare".
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Nonostante le trappole, l'affluenza alle urne, che è andata al di là di qualsiasi aspettativa, ha coinvolto le italiane e gli italiani in maniera trasversale: come diceva Gandhi, "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci". Sono convinta che gli effetti dei referendum, come nel passato quando è stato permesso loro di giungere al voto popolare, daranno anche questa volta uno scossone all'assetto immobile e conservatore della nostra vita politica e legislativa.
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In questo caso l'effetto è ancor più chiaro e dirompente perché le italiane e gli italiani hanno pronunciato un sonoro no all'unico piano che questo governo ha dichiarato come "strategico" in campo energetico, quello della "rinascita nucleare", e ha pronunciato un altrettanto sonoro no ad un altro caposaldo, quello delle leggi ad personam in un settore, la giustizia, ancora in attesa della tanto strombazzata "riforma epocale".
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Infine, ritengo molto salutare l'avvio di un grande dibattito nel nostro paese su come gestire in modo efficiente e nell'interesse pubblico una risorsa come l'acqua, anche se resto convinta che alcuni temi come quello delle public utilities sia preferibile trattarli attraverso consultazioni referendarie a livello locale. Questo appuntamento referendario ha ancora una volta messo in evidenza come l'esistenza di un quorum così alto continui a pendere come una Spada di Damocle sulla testa di qualsiasi referendum e, per questo, noi radicali continueremo a batterci per la sua abolizione."<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/print/comunicati/20110613/referendum-bonino-miglior-risposta-chi-dava-referendum-morto-ora-aboliamo-quorum">Radicali.it</a>Giuliano Pisapia: «I cittadini hanno capito che possono decidere» - INTERVISTA2011-06-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it582744Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Milano (MI) (Partito: Sel) - Consigliere Consiglio Comunale Milano (MI) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Consiglio Comunale Milano (MI)<br/><br/><br />
Spero quorum ed è importante il voto in una città chiamata ad esprimersi anche per altri cinque quesiti, tutti ambientali.
<p><b>Sindaco, perché andare a votare il 12 e il 13 giugno?</b>
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E’ importante andare a votare perchè i cittadini hanno la possibilità di intervenire sulle scelte che li riguardano da vicino. Sono fermamente convinto che la partecipazione è il fondamento di qualsiasi democrazia. Ci sono beni comuni, infatti, come l’acqua, sui quali è giusto che decidano i cittadini e facciano pesare la loro opinione. Ci sono poi temi come quello del nucleare che non vanno sottovalutati perchè hanno a che fare con lo sviluppo energetico dei prossimi anni e la sicurezza dell’ambiente.
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<b>Ma nella sua città sarà un weekend elettorale all’insegna dell’ambiente.</b>
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Il tema ambientale è prioritario per tutti i Comuni, in particolare per Milano.<br />
Oltre al referendum sul nucleare in campo ambientale, i milanesi sono chiamati a votare per i 5 referendum, grazie ai quali avremo la possibilità di trasformare il capoluogo lombardo anche in vista di Expo 2015, in una città in cui la vivibilità e la salute siano davvero una priorità. Ridurre traffico e smog, potenziare i mezzi pubblici e la mobilità sostenibile, estendere la rete di piste ciclabili e le aree verdi, proteggendo quelle già esistenti, è una questione di fondamentale importanza.<br />
A questo proposito mi impegno a dare concretezza al Patto dei Sindaci in linea con il Protocollo di Kyoto sottoscritto anche dalla nostra città, ma mai rispettato in tema di riduzione delle emissioni, miglioramento e riconversione energetica.
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<b>Si può raggiungere il quorum? Che cosa farà in questi giorni per informare i cittadini sul referendum?</b>
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I milanesi hanno capito l’importanza della partecipazione attiva ma anche tutti i cittadini italiani hanno compreso che con il loro apporto possono sentirsi parte delle decisioni. Auspico quindi che il quorum venga raggiunto. Visto che a Milano sono 9 le schede, tra i 4 referendum nazionali e i 5 quesiti legati al tema dell’ambiente e della mobilità, in questi giorni ci sarà una grande campagna informativa sugli organi di stampa e sul sito istituzionale del Comune perché tutti possano appropriarsi del fondamentale principio “conoscere per deliberare”, espresso dalla cultura liberale di Luigi Einaudi.
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<b>Che peso potrebbe avere a livello politico nazionale la vittoria dei 4 si? Potrebbe segnare la fine di questa maggioranza di governo?</b>
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Sicuramente la vittoria dei 4 si per quanto riguarda i referendum nazionali sarebbe un altro colpo che metterà alla prova la linea e forse anche la tenuta del Governo. Se questo possa anche significare la fine della maggioranza è ancora presto per dirlo.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=10YB7T">Terra - Anna Pellizzone</a>Andrea Filippini: L'anagrafe pubblica degli eletti, per un'Assemblea all'insegna della trasparenza2010-11-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548295Alla data della dichiarazione: Pres. Consiglio Comunale Ancona (AN) (Gruppo: IdV) <br/><br/>L'ultima volta che nelle Marche si è parlato di "Anagrafe pubblica di eletti e nominati" è stato lo scorso ottobre quando, dopo l'accesso agli atti che l'Associazione Radicali Marche aveva effettuato a maggio in tutte le provincie e alla Regione Marche, il segretario di Radicali Italiani Mario Staderini in conferenza stampa ad Ancona parlò di un vero e proprio caso Marche.
I risultati dell'iniziativa messa in campo dai radicali per verificare il rispetto da parte di tutte le istituzioni marchigiane della legge n. 441 del 5/7/1982 in materia di pubblicizzazione della situazione economico patrimoniale di eletti e nominati, furono a dir poco scoraggianti.
Proprio Francesco Ciclosi (Tesoriere Radicali Marche) ricorda che al momento degli accessi agli atti non vi era nessun dato pubblico riguardo il lavoro politico degli eletti e le loro relative condizioni economico-patrimoniali infatti, ad ottobre, a quattro mesi dall'accesso agli atti, per quanto riguarda i dati degli eletti, avevano presentato la documentazione solo il comune di Macerata, la Provincia di Pesaro, il comune Fermo e il sindaco ad esclusione della giunta e il comune di Ancona con dati aggiornati al 2008. Per quanto riguarda i nominati e le società partecipate non era pervenuto nessun dato in tutta la Regione.
A rilanciare dentro le istituzioni questa battaglia è il Presidente del Consiglio comunale di Ancona, Andrea Filippini (IDV) che pochi giorni fa ha ufficialmente proposto la creazione di una anagrafe pubblica degli eletti del Comune di Ancona. Lui stesso è consapevole che questa è una battaglia storicamente combattuta dai Radicali Italiani e in maniera sincera e entusiasta dice:
"Un amministratore comunale deve rendere conto ai cittadini di ciò che fa, amministrare significa certamente occuparsi della cosa pubblica ma anche rendere consapevoli del proprio operato i cittadini elettori, che sono coloro che decidono i propri rappresentanti attraverso il voto. Per fare ciò i cittadini necessitano di una conoscenza globale e trasparente, è per questo che ho pensato all'anagrafe pubblica degli eletti come il mezzo attraverso il quale i cittadini possono esercitare quel controllo sugli eletti che è davvero la base della democrazia. In questo ho sempre fatto riferimento al motto di Einaudi che diceva che per una politica trasparente è necessario conoscere per deliberare".
La proposta di delibera, voluta fortemente anche dall'A.N.C.I. (associazione nazionale dei comuni d'Italia), chiede che sul sito del comune di Ancona siano pubblicati i seguenti dati dei membri della giunta e sindaco: dati anagrafici e identificativi, gli incarichi coperti, lo stipendio, i rimborsi, i gettoni di presenza, la dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari. Per i consiglieri comunali anche i seguenti dati: atti presentati con relativi iter fino alla loro conclusione, presenze ai lavori di istituzione di cui fanno parte e i voti espressi sugli atti adottati dalla stessa. L'unico dubbio riguarda il fatto che nella proposta non si parla affatto dei così detti "nominati" cioè di coloro che "guidano" quegli enti o istituti pubblici o privati che allacciano rapporti di collaborazione con le istituzioni per fini collettivi. Lo stesso Filippini precisa:
"Vi sono delle difficoltà per richiedere un'anagrafe pubblica dei nominati soprattutto dal punto di vista legale in quanto si dovrebbero pubblicare dati sensibili di enti che hanno una personalità giuridica propria"
Francesco Ciclosi, che insieme ai radicali guarda con favore l'iniziativa di Filippini, dal canto suo ricorda che proprio l'art. 12 della legge 441 del 1982 stabilisce che le norme in materia di trasparenza si applicano ai presidenti, vicepresidenti, amministratori delegati e direttori generali di istituti e di enti pubblici e privati la cui nomina sia demandata agli eletti delle pubbliche amministrazioni, e di società al cui capitale concorrano gli enti pubblici nelle varie forme di partecipazione.
Lo stesso Ciclosi poi specifica che vi è la necessità di agire attraverso una riforma del T.U.E.L. affinché si crei una omogeneità nazionale sul tipo di rapporto tra cittadino e ed eletto. In questo senso lo stesso Filippini chiede all'amministrazione anconetana di impegnarsi a modificare lo statuto del consiglio comunale e i relativi regolamenti attuativi.
Filippini è ottimista, la sua delibera è già stata diffidata in Commissione e si attende un responso già per lunedì. Non crede che vi saranno intoppi di nessun genere e si augura che la proposta possa essere approvata al primo consiglio comunale previsto per i primi di dicembre.
<br/>fonte: <a href="http://agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=11497&Itemid=53">Agenzia Radicale</a>