Openpolis - Argomento: poterehttps://www.openpolis.it/2013-06-04T00:00:00ZDavide Barillari: Informazione e potere2013-06-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it709923Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: M5S) <br/><br/>Signor Presidente,
Signori consiglieri membri della III commissione
L'informazione e' potere.
Chi controlla l'informazione costruisce il consenso nell'opinione pubblica e allo stesso tempo da' legittimita' al proprio potere.
Questa commissione e' denominata “vigilanza sul pluralismo dell'informazione”.
Esiste il pluralismo dell'informazione nel nostro paese? Quanto l'informazione e' libera in Italia ?
Secondo Wikipedia, la libertà di stampa è una delle garanzie che ogni Statodi diritto, assieme agli organi d'informazione (giornali,radio,televisioni,provider internet)dovrebbe garantire ai cittadinied alle loro associazioni,per assicurare l'esistenza della libertàdi parola e della stampa libera, con una serie di diritti estesiprincipalmente.
In Italiala libertàdi stampa è sancita dall'Art. 21 della Costituzione:Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensierocon la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non puo' essere soggetta ad autorizzazioni o censure”
Anche come paeseintegrante dell'UnioneEuropea l'Italia si impegna a rispettare il principio dellalibertà di stampa come sancito nella Cartadei diritti fondamentali dell'Unione, che riconosce la "libertàdi espressione e d'informazione" (art. II-71).
Freedom House, organizzzazione indipendente, stila una classifica degli Stati del mondo in relazione alla libertàdi stampa. Fino al 2004, l'Italia era classificata come paesi"libero". Il livello è stato declassato a"parzialmente libero" fino al 2006, nel corso del mandato del governoBerlusconi II e III,a causa di "vent'anni di amministrazione politicafallimentare", la "controversa LeggeGasparri del 2003" e soprattutto la "possibilitàper il premier di influenzare la RAI,un conflittod'interessi tra i più sfacciati del mondo".
Dopo essere stata riclassificata come paese "libero" per quantoriguarda la libertà di stampa nel 2007 e 2008 durante il governo Prodi II, l'Italia è stata di nuovo declassificata a"parzialmente libero" a partire dal 2009 con il governo Berlusconi IV[8].L'Italia costituisce un'"anomalia nella regione",secondo Freedom House, che riporta nello specifico i "crescenti tentativi del governo di interferire con la politica editoriale dei mezzi di comunicazione pubblici, in particolare circa la copertura degli scandali del premier Silvio Berlusconi"[9]
L'Italia e' al 57posto per la liberta' di informazione.
Perche' ? Chi controllal'informazione in Italia, come e quanto e' l'influenza dellapolitica, dei partiti e delle lobby imprenditoriali/editoriali neimass media ?
Esiste un angoscia diffusa, impalpabile ma presente, relativa al fatto che c'e' qualcosa di assolutamente falso o per lo meno distorto nella continua e ininterrotta raffica di informazioni e annunci pubblicitari che quotidianamente ci bombardano tv e giornali.
Ci sono molti dubbi, nei cittadini e nel Paese, della credibilita' delle informazioni fornite da tv e giornali, c'e' una sensazione di disinformazione... nei campi della medicina, del commercio, della finanza, della politica.
La domanda e': “c'e'qualcosa che non ci stanno raccontando ?” o meglio “quale realta'ci stanno raccontando ?”.
E' fin troppo facile avvicinarsi con un paragone al mondo di Matrix, dove l'informazione non rappresenta la realta' ma solo cio' che vogliamo credere, oppure la realta' e' solamente quello che non ci conviene conoscere.
Se ci fate caso sui massmedia spesso ci propongono “emergenze” (pedofilia, razzismo,bullismo, ecc), si crea un attenzione mediatica molto forte riportando per giorni e giorni casi che dimostrano l'emergenza, per giustificare poi interventi politici urgenti, forti spesso“inevitabili” perche' costruiti sullo scalpore dell'opinione pubblica...emergenze che poi scompaiono in breve tempo dalle cronache.
Emergenze “tecniche”oppure “condizioni senza alternative possibili”.
La spasmodica attenzione di tutti mass media alle piu' minuscole variazioni dello spread, ora scomparso dall'attenzione collettiva.
La fiducia nel governo Monti e' un altro esempio, descritto da tutti come l'unica salvezza“tecnica” possibile dell'Italia di fronte al baratro... ma che poi al voto politico ha dimostrato la sfiducia completa da parte degli italiani. Oppure l'attuale supporto di tutte le maggiori testate giornalistiche a questo governo di larghe intese, o larghi inciuci, come preferite definirlo. Cosi' come il terribile crollo del MoVimento 5 stelle di questi giorni, sbandierato da tutti i media come risultato della nostra ingenuita' nel non cogliere l'occasione imperdibile e “responsabile” di un accordo di governo con il Pd.
Questa e' l'informazione in Italia.
Distorta, corrotta, diparte...in una sola parola, calpestata.
La cultura e' satura dimedia. Chi controlla quello che vedi, controlla quello che pensi.
Dove l'informazione none' commercio ?
Si spera nel serviziopubblico, ma come sappiamo la Rai e' lottizzata da sempre e rispondealla politica. Il giornalismo investigativo, anche nei casi piu'interessanti, e' imbrigliato in queste dinamiche.
La tv commerciale ogeneralista, in mano a Berlusconi, ci propone costantemente dadecenni un modello fatto di scoop, di scandali costruiti ad arte perfare audience, di grandi fratelli. Il giornalismo di inchiesta siriduce alle incursioni delle iene fuori dal parlamento o ai servizidi striscia la notizia. Le tv commerciali sono in mano a potentimagnati, Berlusconi o Murdoch non fa differenza. Sono in mano agruppi che hanno obiettivo di fare profitto.
Direttori di testata chedecidono la linea da tenere, e tengono per le briglie i giornalisti.
Giornalisti precari esottopagati, troppo spesso ricattati con il rinnovo del contratto opromesse di carriera.
Che subiscono direttiveeditoriali che bloccano l'iniziativa di ricerca indipendente delleinformazioni.
Sponsor che influenzanofortemente i formati televisivi e buttano soldi dove c'e' piu'interesse, non di qualita' culturale ma di ritorno economico.
Non approfondisco poi ilcaso della concessione illegale regalata a Rete4, il ruolo delpadre-padrone del centrodestra nell'informazione e il suo enormeconflitto di interessi mai sanato da nessun governo ne' di destra ne'di sinistra.
I giornali e le radio,tranne pochissimi casi, sono posseduti da grossi gruppi editorialiche hanno interessi molto forti in politica.
I finanziamenti pubbliciall'editoria legano ancora di piu' questi strumenti informativi alnon dare fastidio ai manovratori.
Gli azionisti deiprincipali giornali sono noti: il gruppo editoriale l'Espressopossiede Repubblica, numerosi periodici e molte radio, e risponde aDe Benedetti a banche e a fondazioni. Cosi' come l'RCS MediaGroup checontrolla il Corriere, oltre a numerosi periodici, quotidiani, radio.
L'informazioneindipendente in Italia si puo' trovare solo in pochissimi casi.
Citando Baudrillard, lapolitica incontrandosi con lo spettacolo della politica e la fiction,assume sempre piu' la fisionomia di un teleromanzo ed entra nel giocodei sondaggi, del gioco della domanda/risposta.
Infatti nella societa'dell'informazione esiste l'irrilevanza della funzione critica: tuttopuo' essere detto, smentito, esibito e assorbito come parte dellaspettacolarizzazione complessiva.
Noi dovremmo quindi“vigilare”, come commissione, in questo scenario catastrofico.
In questo scenario dimancanza di pluralismo dell'informazione e in questo scenario dimancanza di informazione indipendente.
Permettetemi una notacritica: la presidenza di questa commissione e' stata “assegnata”da un accordo fra maggioranza PD e opposizione PDL a GiuseppeEmanuele Cangemi, assessore nella precedente giuntaPolverini/Fiorito.
Un segnale chiaro dicontinuita'.
Una presidenza data alPDL nonostante il MoVimento 5 Stelle avesse espressamente chiesto lapresidenza.
Abbiamo fortissimeperplessita' che questa commissione possa effettuare una vigilanzaindipendente da interessi di parte, ma confidiamo nell'onesta' moraleed intellettuale di tutti i consiglieri membri della commissione.
Il MoVimento 5 stelleavra' un forte ruolo di stimolo e proposta, per rilanciare la“vigilanza sul pluralismo dell'informazione” come reale econcreto obiettivo, e per trasformare questa commessione in un motoredi reale vigilanza sul pluralismo dell'informazione.
Questa commissione,questa presidenza, puo' dare il suo contributo per variare laposizione dell'Italia nella classifica sulla liberta' diinformazione.... in basso cosi' come in alto.
Ultima considerazione:internet e il potere dell'informazione in rete. Internet sfida ilpotere, i mezzi di informazione, l'intermediazione e ileader...poiche' non ci sono filtri e i social network permettono unmaggiore interscambio fra le persone, e hanno un ruolo sempre piu'ampio nella lotta alle dittature (penso all'uso della rete nellaprimavera araba o in Cina)
I tentativi di censuraree controllare la rete sono numerosi, e le proposte di leggesoprattutto dal centrodestra ma anche dal centrosinistra si sonosuccedute di anno in anno (2004 Urbani, 2005 Pisanu, 2007 Levi, 2009Barbareschi, Pecorella, Alfano, ecc).
Umberto Eco afferma chela rete e' infinita e senza centro. Per il nostro movimento politico,nato e sviluppato grazie alla potenza della rete, e' un agora'elettronico di democrazia viva e reale, dove la partecipazionediventa soggetto collettivo e propositivo.
Per questo vigileremoanche su come la rete viene lasciata libera di esprimersi, oppureviene controllata e censurata.
Sara' nostra attenzioneintervenire ad ogni tentativo di bavaglio, perche' solo con una retelibera e indipendente possiamo superare i filtri dei giornali, delletv e delle radio e possiamo fornire ai cittadini tutti gli strumentiper potersi informare e pensare senza influenze politiche.
Grazie<br/>fonte: <a href="https://www.facebook.com/notes/davide-barillari/informazione-e-potere/10201275216418923">note facebook</a>Paolo FERRERO: Trattativa Stato-mafia. «Pieno appoggio ad Ingroia. Se il governo Monti interviene distrugge ogni diritto e mette al sicuro ogni potere»2012-08-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648213<br />Sulla presunta trattativa Stato - Mafia non possono esserci ombre.
<p>
«Esprimo il pieno appoggio ad Ingroia e ai pubblici ministeri di Palermo. Non la magistratura, ma governo e maggioranza parlamentare stanno invadendo il campo di azione della magistratura, allargando il proprio potere e il proprio campo di intervento ben al di là delle regole costituzionali. L'idea che il governo Monti possa intervenire sulle intercettazioni significa una cosa sola: questo governo dei poteri forti è il governo dei lavori sporchi: distruggere ogni diritto e mettere al sicuro ogni potere - lecito ed illecito - in modo che poi la farsa del bipolarismo possa continuare, senza disturbare il manovratore. Mai».
<p>Lo Stesso Ingroia ricorda quelli che sostengono l’attività dei Pm. "Abbiamo avuto di recente conforto e sostegno nell'intervento del presidente emerito della Corte Costituzionale Zagrebelsky che è un profondo conoscitore del diritto e della Costituzione e che ci ha dato ragione. Il Parlamento non ha legiferato benché vent'anni fa si fosse registrato un caso di vuoto amministrativo. Di fronte a ciò i magistrati altro non possono fare se non applicare la legge così com'è. La politica - conclude - ancora una volta è stata inerte"<br /><br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/8/19/25543-intercettazioni-paolo-ferrero-pieno-appoggio-ad-ingroia-se/">controlacrisi.org</a>Giovanni FERRARA: Elezioni? Si, democratiche.2012-08-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647905Alla data della dichiarazione: Sottosegretario Interno<br/><br/><br />
Napolitano ha fatto bene a rammentare che spetta al Presidente della Repubblica il potere, non solo formale, di sciogliere le Assemblee parlamentari. Ha così stroncato il disegno e la pulsione a provocare le elezioni anticipate per conservare il «porcellum».
<p>Disegno e pulsioni di irresponsabilità inaudita date le condizioni in cui versano le istituzioni centrali del Paese, devastate dal berlusconismo e determinate in gran parte proprio da quel sistema elettorale, unico al mondo per manifesta contraddizione anche con la più rozza idea di democrazia rappresentativa. Utilizzarlo ancora comporterebbe la delegittimazione ulteriore del Parlamento e dell'intero apparato dello stato. Sia per i contenuti perversi di tale sistema, sia per la condanna, anche insincera ma irrevocabile, di tutte le forze politiche che si dimostrerebbero però incapaci di sostituirlo.
<p>
Su questo tema si scontrano duramente Pd e Pdl. Sarebbe nobile il tipo di conflitto. Se riguardasse le forme adeguate a disegnare lo strumento elettorale che possa restaurare la democrazia italiana dopo venti anni di lacerazioni e menomazioni. Ma mira ad altro.
<p>
Elude esigenze imperiose. Non affronta le cause dell'offensiva vasta, incalzante dell'antipartitismo, dell'antiparlamentarismo, dell'antipolitica. Prescinde dalla necessità di dotare il Paese degli strumenti idonei ad impegnarsi nella riscrittura dell'ordinamento europeo per conformarlo alla democrazia. Ignora la questione del recesso complessivo economico, sociale, culturale, politico dell'Italia. Come se non dipendesse dalla compressione subita dalla democrazia, dalla destrutturazione dello stato sociale, e quindi delle sue istituzioni, dei suoi strumenti. Non sa riconoscere, o non vuole, che recesso, compressione, declino derivano dalla mutazione imposta al ruolo, alla ragion d'essere delle elezioni politiche. Mutazione che contorce l'identità dello stato contemporaneo come rappresentativo, basato, come tale, sulla rappresentanza organizzata, plurale sì, perciò di ogni classe. Di quella dei lavoratori dipendenti numericamente maggioritaria, divisa per la duplice derivazione culturale ma non sugli obiettivi di medio periodo.
<p>
È questo carattere della rappresentanza che è stato sradicato e alla sua fonte.<br />
Aggredendo la funzione delle elezioni, con interventi sul sistema elettorale distorcendone gli effetti. Imponendogli quelli di amputare la rappresentanza escludendo dalla sua composizione i portatori di domande e interessi incompatibili con il sistema economico dominante. Esclusione che costituisce il terreno di cultura del populismo e delle sue varie mistificazioni. Snatura la rappresentanza mediante la trasformazione delle elezioni da strumento per costruirla in dispositivo per la scelta del governo e del suo capo, conferendogli poteri assoluti.
<p>
Insomma la governance al posto della rappresentanza. Con risultati disastrosi. Qual è l'omologazione sostanziale delle formazioni politiche che competono e, alla base della società, la convinzione che è per il potere di queste due o tre élite che si vota.<p>
<b>Dichiarazione del Presidente Napolitano sul voto anticipato:</b>
<p><a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/30/giorgio-napolitano/voto-anticipato-%C2%ABdecisione-che-appartiene-solo-al-presidente-della-repubblica%C2%BB/647710"><b>«Decisione che appartiene solo al presidente della Repubblica»</b>
</a>
<br /><br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IGT03">il Manifesto</a>Furio COLOMBO: Rai. Il servizio pubblico che non c’è2012-07-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647382Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«La Rai porta male? No, ma non porta voti». Cito una sorprendente rivelazione di Pierluigi Battista (<a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HEBWO">Corriere della Sera, 9 luglio</a>) che smentisce con coraggio sia Silvio Berlusconi che Mitt Romney.
<p>Berlusconi aveva appena ordinato al presidente del Senato di cambiare in fretta e furia un membro della Commissione di Vigilanza sulla Rai perché non prometteva esecuzione fedele e rigorosa delle istruzioni per l’uso della televisione secondo il Pdl.
<p>Romney ha appena annunciato di avere superato i fondi raccolti da Obama per trasmettere il numero più alto di spot televisivi contro l’avversario. <br />
Battista ha un suo argomento, valido solo per l’Italia. <br />
Dice: “Un minimo, solo un minimo di aderenza ai fatti dimostra che il controllo della Rai non ha mai favorito il partito dei controllori”. <br />
L’affermazione è inesatta, Vostro Onore, e basteranno due frasi per smontarla.
<p><b>Prima frase</b>. Le due vittorie di Prodi sono sempre state minime e risicate (la seconda volta con la maggioranza di uno, come i gatti delle canzoncina del Mago Zurlì), le tre vittorie di Berlusconi, invece, ottime e abbondanti.
<p><b>Frase due</b>. Berlusconi, da grande editore in perfetto conflitto di interessi, ha sempre mantenuto controllo ed egemonia su Tv private e di Stato anche quando non era al governo. Chi vuol farsi nemico il più grande editore del Paese?
<p>
L’evidenza continua anche adesso. Qualcuno sa dove si trova o che cosa fa adesso Sarkozy, fino a poche settimane fa iperattivo presidente francese con bella e celebre moglie italiana? Ma nel Paese del conflitto di interessi, anche Battista vorrà convenire che abbiamo sempre saputo tutto, e sappiamo tutto di Berlusconi, compreso un dimagramento di quattro chili che lui annuncia come prova che si candiderà di nuovo.
<p>Ma il problema sollevato da Pierluigi Battista è espresso anche più nettamente, in una sfida coraggiosa alle diffuse credenze del mondo, che lui ritiene “pura superstizione”. Sentite: “Ovviamente quelli che fingono di saperla molto lunga e con aria assorta spiegano che è la Tv a decidere le sorti elettorali, potrebbero domandarsi con ficcante perspicacia perché i partiti sono così infervorati per conquistare la Rai?”.
<p>La domanda è strana perché la seconda parte è il rovescio della prima e contiene la risposta. Infatti la risposta (dello stesso Battista) è: “Perché la Tv non porta voti ma potere. Ecco che si compie, di fronte a noi, un nuovo esercizio retorico, mai tentato prima: dire e negare nella stessa frase. <br />
Infatti il potere sono voti. E i voti sono potere.
<p>Infatti, alla fine dell’articolo, il vicedirettore del Corriere della Sera scrive: “Che qualche secondo in più di una nota politica di qualche telegiornale sia sufficiente per generare seguito elettorale è solo una superstizione. “Scrivere una frase simile su un grande giornale nel Paese di Minzolini, dove intere notizie di portata internazionale sparivano, o apparivano gravemente lesionate (la famosa soppressione dell’audio nello scontro tra Berlusconi e il deputato Martin Schulz al Parlamento europeo) è certamente un atto di sprezzo del pericolo.
<p>Però, perché continuare a negare – e dunque rilanciare – il caso italiano del conflitto di interessi, denunciato dalla grande stampa del mondo, e reso possibile da un clamoroso caso di cedimento dell’opposizione, che non ha mai voluto insistere sullo scandalo? E serve poco negare che il vasto controllo dell’editoria italiana provochi notevoli anomalie di voto, di opinione e di governo.
<p>
È un’alterazione che dura da quasi venti anni e che non esiste altrove. <a href="http://www.apt.it/focus/la-rai-del-futuro-il-futuro-della-rai"><b>Fabiano Fabiani</b> (già direttore di telegiornale, già direttore centrale Rai in tempi molto diversi, e ora presidente dei produttori televisivi) e <b>Riccardo Tozzi</b> (presidente dei produttori di cinema) descrivono così lo stato in cui è stata ridotta la Rai</a> divenuta deposito di cascami politici e di un vasto conflitto di interessi fra padrone abusivo e azienda disastrata: “Attenzione maniacale ai contenitori e ai Tg come strumenti di comunicazione partitica, ipertrofia delle strutture burocratiche e dei costi generali, appiattimento dell’offerta sempre allo stesso pubblico (…) in un quadro di complessiva chiusura autoreferenziale e corporativa.
<p>(…) Occorre invertire la rotta, recuperare il senso del servizio pubblico, che è un mestiere difficile: aprirsi all’esterno e parlare a un pubblico vasto, con una lingua che sappia far crescere la conoscenza e il gusto”. (<a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HHZSZ">Il Messaggero, 11 luglio</a>).
<p>Ecco, questa sarebbe una televisione che non cerca i voti, ma la propria naturale missione di informazione, di cultura, di divertimento. L’altra, invece, quella che esiste adesso, quella partitica denunciata così spesso, in un mare di silenzio, da Pannella e dai Radicali, ma poco, troppo poco, dal Partito democratico non è stata inventata da Berlusconi. Ma Berlusconi ne ha fatto il suo mausoleo.
<p>La salma del berlusconismo dentro la Rai è rimasta in loco, come quella di De Pedis (banda della Magliana) sepolta per 20 anni in una illustre chiesa romana, fino a quando – a richiesta generale – ne è stata ordinata la rimozione. Ora vedremo se si provvederà, per prima cosa, allo spostamento in altri tumuli dei resti di un regime finito.<br /><br/>fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/16/il-servizio-pubblico-che-non-ce/295396/">il Fatto Quotidiano</a>Mario MONTI: «Ho perso l'appoggio dei poteri forti»2012-06-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it645928Alla data della dichiarazione: Senatore a vita- Pres. del Consiglio - Ministro Economia ad interim<br/><br/><br />
Palermo - «Negli ultimi tempi il Governo ha perso il sostegno di Confindustria e dei poteri forti».
<p>«Il mio governo e io abbiamo sicuramente perso negli ultimi tempi l'appoggio che gli osservatori ci attribuivano da parte dei cosiddetti poteri forti: in questo momento non incontriamo il favore di un grande quotidiano, considerato voce autorevole dei poteri forti, e non incontriamo il favore di Confindustria».
<p>
«Il rigore dei conti pubblici, lo dico a scanso di equivoci, non è in discussione. Questa deve essere una condzione per tutto il Paese. Dobbiamo essere grati a chi ha tracciato la strada. È il caso della Germania».
<p>«Sono fiducioso, attraverso i contatti di queste ore sta emergendo il senso di urgenza di prendere decisioni difficili e importanti che facciano evolvere la costruzione comune. Occorre lavorare per una unione bancaria, che dovrebbe essere chiamata unione finanziaria, per togliere la lente unicamente dal sistema bancario».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.lapoliticaitaliana.it/Articolo/?d=20120607&id=61472&print=1">TM News</a>Andrea Riccardi: Lavoro: Riccardi, quando Monti critico' ricerca accordo parti sociali2012-03-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625724Alla data della dichiarazione: Ministro Cooperazione internazionale e integrazione<br/><br/>(ASCA) - Roma, 14 mar - Quando Monti a Villa D'Este il 6 settembre del '92 critico' la riceca a tutti i costi dell'accordo tra le parti sociali di fronte ad una situazione economica difficile che richiedeva interventi decisi.
La citazione e' stata fatta dal ministro Andrea Riccardi alla presentazione del libro di Marco Damilano ''Eutanasia di un potere: Storia politica d'Italia da Tangentopoli alla seconda Repubblica''.
E' in riferimento alla situazione di crisi di allora e di oggi e ai provvedimenti che Amato doveva adottare che Riccardi ha concluso il suo intervento con la citazione del Monti del 1992 che sosteneva che ''non e' possibile una consultazione continua tra le parti sociali, che pure e' importante, una volta che il governo dimostra la Parlamento che non c'e' altra via''. ''Perche' autoinfliggersi la ricerca faticosa e spesso notturna -ha aggiunto Riccardi nella citazione di Monti- per cercare un accordo. Il consociativismo deve diventare codeterminazione a livello generale: c'e' bisogno di una visione''.
A proposito dell'eutanasia del potere di quesgli anni, Riccardi ha sostenuto che in realta' inizio' nel cuore degli anni '70, avendo il punto di massima crisi con l'assassinio di Aldo Moro ''grande regolatore capace di sintesi e di equiliobrio''. Dopo di lui, ha aggiunto, sono seguiti ''anni di agonia'' che ''non hanno avuto un regista'' anche se si e' parlato di Grande Vecchio, perfino del panfilo della Regina Elisabetta, insomma un burattinaio. Sono anni, ha sottolineato Riccardi, in cui ci sono stati ''molti attori e nessun protagonista''. Anni caratterizzati da ''una tragedia collettiva: moriva un mondo, ma non ne nasceva uno nuovo''.
min<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-Lavoro__Riccardi__quando_Monti_critico__ricerca_accordo_parti_sociali-1134429-POL.html">ASCA</a>ENRICO ROSSI: «Alla Leopolda ho visto la sinistra conservatrice» - INTERVISTA2011-11-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617905Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Toscana (Partito: PD) - Consigliere Regione Toscana (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Presidente Rossi che ne pensa della Leopolda post-ideologica del sindaco Renzi?</b>
<p>
«Chi ha detto che non c’era ideologia? La sinistra conservatrice, le pensioni che tolgono risorse ai giovani, più dinamismo economico, più mercato per avere più giustizia sociale: questo è il Blair del ’99».
<p>
<b>
E perciò lei la stronca.</b>
<p>
«La Caritas ha detto che i poveri in Italia sono 8.3 milioni, con un aumento del 7% rispetto al 2010 e soprattutto tra i giovani. Ecco il risultato del liberismo. Il Collegio pontificio della giustizia e della pace sostiene che è responsabilità di quel liberismo senza regole e controlli se le diseguaglianze sociali sono cresciute. Alla Leopolda si è riproposto quello che è all’origine della crisi, in un mondo profondamente cambiato. Sul banco degli imputati non può finire la sinistra ma i cedimenti che ha avuto verso quel liberismo».
<p>
<b>Non negherà che alla Leopolda c’era del fermento.</b>
<p>
«Facebook, Twitter, 5 minuti per parlare di Europa, il WikiPd, il frigo sul palco, la libreria finta. Per carità, va tutto bene, ho visto molto impegno. Però c’era un’estetica del potere iniziata in forme diverse con il Panseca di Craxi e proseguita con Berlusconi. Il potere ha bisogno di sobrietà e semplicità».
<p>
<b>Però oltre 500mila utenti hanno seguito la diretta streaming.</b>
<p>
«In questo Matteo è bravissimo, sa interpretare il bisogno di partecipazione a cui il Pd non ha saputo dare risposte. Ma in politica non può bastare un post, non si può sostituire un partito: servono organizzazione e approfondimento».
<p>
<b>Eppure ne sono uscite 100 idee che dovrebbero diventare un programma.</b>
<p>
«Ma si elude il nodo fondamentale di questo momento. Il Paese affonda: lo spread è al 4,59, gli interessi sui Btp al 6,20, non siano così lontani dal default. <br />
Lì c’era un clima inconsapevole del dramma. I conti col berlusconismo vanno fatti fino in fondo e oggi può vincere chi riesce a indicare il modo più giusto per aggredire il debito pubblico ricreando prospettive di sviluppo e chiedendo sacrifici equamente distribuiti. Bisogna bonificare gli sprechi, introdurre una patrimoniale e tasse progressive se vogliamo tutelare i più deboli. E in questo contesto si può anche parlare di pensioni. Populismo e riformismo sono inconciliabili, e qui si vuol piacere a troppi».
<p>
<b>Cosa l’ha convinta di meno del Big Bang?</b>
<p>
«L’amnistia condizionata per i politici accusati di corruzione. Somiglia a un colpo di spugna per salvare i corrotti».
<p>
<b>Ma qualcosa che l’ha convinta ci sarà pure?</b>
<p>
«Si è parlato molto di precariato. Anche se non ho visto proposte adeguate».
<p>
<b>Presidente, il Pd non ha niente da rimproverarsi?</b>
<p>
«Il Pd deve avere una posizione più critica verso lo sviluppo che si è avuto in questi anni».
<p>
<b>E non sarebbe utile una nuova classe dirigente?</b>
<p>
«Sì, purché venga fuori dal dibattito politico: Renzi sta perdendo un’occasione».
<p>
<b>Farà così per accattivarsi elettori. Secondo lei dove pesca?</b>
<p>
«Tra i moderati di centrodestra. Invece bisogna saper parlare anche a sinistra e fare proposte per uscire dalla crisi che siano chiare a tutto il Paese».
<p>
<b>Lei è favorevole alle primarie?</b>
<p>
«Vanno fatte quanto prima, anche per i parlamentari. Devono essere aperte, magari in due turni. Ma il Pd deve avere il diritto di indicare un “suo” candidato. E chi lo sfida deve sapere che rischia di indebolire quella candidatura. Renzi abbia il coraggio di decidere se candidarsi o no».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=16C20F">la Repubblica - Sandro Bertuccelli </a>Giorgio NAPOLITANO: Il separatista in cella. La secessione è fuori dalla realtà.2011-10-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609677Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
"Ho avuto modo di dire che la secessione è fuori dalla realtà e fuori dal mondo d'oggi. Appare grottesco pensare a uno Stato Lombardo-Veneto che competa con la Cina, la Russia, gli Stati Uniti. Mi pare che il livello di grottesco sia tale da far capire che si può strillare in un prato, ma non si può cambiare il corso della storia".
<p>"In passato, un leader separatista fu arrestato. Lo Stato non esitò a intervenire".
<p>
"Il sistema elettorale vigente ha rotto il rapporto di responsabilità tra elettore ed eletto. Non voglio idealizzare o idoleggiare i modelli del passato, perché sappiamo quanto la pratica delle preferenze grondasse di negatività, ma era una forma di collegamento più diretto tra eletto ed elettore".
<p>"Ormai è ampiamente diffuso il riconoscimento per cui una diversa legge elettorale può facilitare il ritorno della fiducia nelle istituzioni".
<p>"È vero che in Italia non c'è stata una donna presidente della Repubblica e neppure capo del Governo, ma in alcuni settori dell'apparato pubblico invece c'è stata una avanzata notevole, ad esempio nella magistratura. La strada per realizzare la parità è ancora molto lunga. È importante che non si spenga quel movimento ideale che portò alle leggi sul divorzio, sull'aborto, sul diritto di famiglia. I progressi potrebbero essere più veloci, questo dipende molto da voi giovani".
<p><b>N.B.</b> <i>Estratto dall'intervento alla facoltà di giurisprudenza di Napoli
</i><br />
<br/>fonte: <a href="http://libero-news.it/news/834630/Napolitano-arresta-la-Lega--Un-separatista-fin%C3%AC-in-cella-.html">libero-news.it</a>Arturo Mario Luigi PARISI: «Ora Bersani chiuda la ditta» - INTERVISTA2011-09-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it608032Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Il rischio è un nuovo feudalesimo con aggregati bifronti politico-economici. Che sia la compagnia delle opere con il Pdl o le Coop con i Ds.
<p>Aziende che si fanno partiti. E partiti che si fanno azienda, per "fare gli affari propri e dettare le regole di tutti". "Conta poco che siano Compagnia delle Opere-Pdl, Fininvest-Forza Italia o Coop-Ds", il caso Penati non è isolato, avverte Arturo Parisi, il padre dell'Ulivo. "E' la confusione tra gli interessi economici privati e l'esercizio dei poteri pubblici che va combattuta, a destra e a sinistra", dice il professore, impegnato a raccogliere le firme per il referendum che cancella il Porcellum e restituisce ai cittadini la scelta dei parlamentari.
<p>
<b>Lei per primo parlò di questione morale a sinistra quando Unipol provò a scalare la Bnl. Il caso Penati le dà ragione?</b>
<p>
"Le ragioni di allora sono destinate ad apparire sempre più evidenti, messe di nuovo alla prova di fatti non del tutto chiariti, meno che mai compresi. Gli stessi nomi: Coop, Unipol, Bnl. Gli stessi tipi di connessioni e triangolazioni tra dirigenti e organizzazioni, politiche, economiche. E la stessa confusione tra morale e politica, come se il problema fosse di comportamenti individuali, l'eterna lotta tra il bene e il male, l'illusione di distinguere i buoni dai cattivi".
<p>
<b>E invece, qual è il problema?</b>
<p>
"Che Penati sia colpevole o innocente dal punto giudiziario lo può decidere solo la magistratura. Il problema sul quale dobbiamo interrogarci è però nitidamente politico, riguarda la confusione, il conflitto e la distinzione tra interesse generale e interesse individuale e di parte. La confusione tra gli interessi economici privati e l'esercizio dei poteri pubblici. E' questa confusione che ha raggiunto con Berlusconi il suo massimo. E' questo conflitto che ho denunciato e denuncio ovunque si manifesti. Nella sinistra come nella destra. In Berlusconi, ma non meno in chi denuncia Berlusconi".
<p>
<b>Per Enrico Berlinguer, lo disse trent'anni fa a Eugenio Scalfari, la questione morale era l'occupazione dello Stato da parte dei partiti. Parole attuali?</b>
<p>
"Più attuali che mai. Ma alla occupazione e usurpazione delle funzioni pubbliche si aggiunge ora un nuovo rischio. Ancor più pericoloso. Mentre la presenza della mano pubblica si riduce in Occidente e in Italia, si apre, magari in nome del principio di sussidiarietà verticale, uno spazio che in troppi si propongono di conquistare. Esattamente come nella Russia post-sovietica, nuovi soggetti e nuovi poteri si fanno avanti per conquistare gli spazi abbandonati. Guai se questi soggetti fossero aggregati bifronti politico-economici, che pretendono contemporaneamente di fare gli affari propri e dettare le regole di tutti. Sarebbe il ritorno al feudalesimo".
<p>
<b>Chi sono gli "aggregati bifronti"?</b>
<p>
"Che siano aziende che si fanno partiti, o partiti che si fanno aziende fa poca differenza. Così come poco conta che siano la Compagnia delle Opere- Pdl, Fininvest-Forza Italia o Coop-Ds".
<p>
<b>Quali sarebbero le conseguenze?</b>
<p>
"In Italia, come in Russia, la Repubblica che doveva essere dei cittadini, da oligarchia dei partiti diventerebbe confederazione di oligarchi. Capi fazione e insieme riferimento di organizzazione economiche. Regolati da se stessi si spartirebbero lo spazio pubblico abbandonato dallo Stato: previdenza, sanità, istruzione, fino alla Difesa, senza un potere superiore capace di regolarli. A dispetto dei socialisti difensori dello Stato e dei liberali guardiani del mercato".
<p>
<b>Torniamo a Penati: è un caso isolato?</b>
<p>
"Fino a quando non ho conosciuto Filippo Penati, per i miei ricordi di liceale i Penati erano gli spiriti protettori della famiglia e dello Stato, degli altari e dei focolari. Anche i partiti, soprattutto quelli antichi, hanno i loro Penati, ai quali i funzionari prestano giuramento, esattamente come facevano un tempo i magistrati. Il problema non è perciò capire quanti siano i Filippo Penati nel Pd, ma quali siano i Penati del Pd...".
<p>
<b>E quali sono i numi tutelari del Pd?</b>
<p>
"E' appunto questo il problema. Capire se e in che misura il Pd abbia ereditato il modello di partito-subcultura, nato per difendere e organizzare la condizione operaia, in una prospettiva rivoluzionaria, e ora diventato una sovrastruttura autonoma".
<p>
<b>Quella che Bersani chiama la Ditta: gli ex Pci-Pds-Ds-Pd?</b>
<p>
"Sì, la dorsale organizzativa, e l'habitat di chi viene da quella storia, il quadro dirigente, le sedi, i simboli, le parole, le abitudini".
<p>
<b>Cosa dovrebbe fare Bersani?</b>
<p>
"Chiedere a Penati un impegno ancora più preciso sulla rinuncia alla prescrizione. Solo l'indagine giudiziaria può metterci nelle condizioni di capire se siamo di fronte ad una deviazione individuale rilevante sul piano penale, o di fronte alla irrisolta questione del rapporto tra partito ed organizzazione economica".
<p>
<b>Cosa rischia il Pd in questa vicenda?</b>
<p>
"Il rischio maggiore è finire schiacciato sul proprio passato, che agli occhi dei più resta il passato della catena di comando che governa il partito, più o meno rinnovato grazie a nuovi matrimoni".
<p>
<b>Lei raccoglie le firme per abrogare il Porcellum: c'è un nesso con la questione morale?</b>
<p>
"L'indignazione, lo scandalo dei cittadini crescono ogni giorno di più, alimentati dalla crisi economica. E' urgente che la piazza che si sta mettendo in moto ritrovi nel Parlamento un interlocutore in cui possa riconoscersi. Oggi questo interlocutore si è logorato oltre misura: i parlamentari sono considerati una casta separata di privilegiati, dileggiati ogni giorno dalle stesse forze che li hanno ridotti così. Se questo è accaduto è a causa di quella vergogna che Calderoli ha definito una porcata. Abbiamo il dovere di consentire ai cittadini di dire basta. O quella legge la abrogate voi, o lo facciamo noi con l'arma che la Costituzione mette nelle nostre mani: il referendum".
<p>
<b>Su questa battaglia nel Pd lei è partito isolato, ora c'è la corsa a firmare. Cosa si aspetta dai vertici del suo partito?</b>
<p>
"Che seguano i dirigenti che li hanno preceduti e soprattutto gli elettori. Visto che non sono riusciti a precederli". <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=13RUU0">L'Espresso - Marco Damilano</a>Paolo FERRERO: La rimozione del presidente di Standard and Poor’s dimostra che le agenzie di rating sono criminali e vanno sciolte2011-08-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it607913<br />
Un tempo la borghesia teneva in conto la forma, adesso non più. Con i siluramento del Presidente dell’agenzia di Rating Standard and Poor’s, si evidenzia l’asservimento di queste agenzie ai potentati economici e politici. Come non collegare la defenestrazione del Presidente con la retrocessione del titolo di stato statunitense fatto dall’agenzia qualche settimana fa? Questa rimozione rende evidente che non esiste alcuna autonomia di queste agenzie di rating, che esprimono valutazione politiche sulla base degli interessi loro, dei loro azionisti e dei potentati a cui fanno riferimento.
<p> Le agenzie di rating sono una finzione integrale, una presa per il culo per miliardi di persone che guadano la televisione e credono alle cose che vengono dette dai presentatori. Ricordo male o la speculazione sull’Euro e le manovre speculative sulla Grecia sono cominciati con declassamenti decisi a tavolino dalle agenzie di rating? Questi killer in giacca e cravatta che speculano sulla vita della gente, vanno messi in condizione di non nuocere, le agenzie di rating sono criminali e vanno sciolte, così come vanno ripubblicizzate le banche, perché da questa crisi se ne esce solo con l’intervento pubblico.<br />
<br/>fonte: <a href="http://lnx.paoloferrero.it/blog/?p=3823">blog ufficiale</a>Enrico LETTA: "Ci muoviamo sulla linea del Colle saremo responsabili per salvare il Paese" - INTERVISTA2011-07-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589968Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Responsabilità nazionale. Modello Prodi-Ciampi. Napolitano come stella polare. L`opposizione è pronta a scendere in campo, dice Enrico Letta, vicesegretario del Pd. Pronta anche ad un governo di salvezza nazionale.
<p> <b>La situazione è tesa.</b>
<p>
«Di grandissima preoccupazione. Ne siamo consapevoli, più del governo. L`ultima volta che l`Italia ha vissuto un venerdì così nero era nel `92, quando la lira uscì dallo Sme».
<p>
<b>Come rispondete?</b>
<p>
«Ci muoviamo sulla linea indicata da Napolitano, fatta propria da Bersani e Casini, sabato a Bologna. Il Pd si candida ad essere il country party, il partito dell`Italia. E per farlo costruiamo un`opposizione alla Prodi-Ciampi, in termini di rigore e salvezza del Paese».
<p>
<b>Basterà?</b>
<p>
«L`attacco di venerdì non è stato generico, ma legato all`impressione che il governo italiano ha finito la benzina. Ora è il momento che l`opposizione scenda in campo. Lo faremo presentando, domani, gli emendamenti alla manovra. E ci impegneremo perché sia approvata nei tempi».
<p>
<b>In che modo?</b>
<p>
«Niente ostruzionismi. Diremo sì o no. Se metteranno la fiducia, voteremo no. Ma per respingere la speculazione occorre che la manovra sia approvata. Entro agosto ci sono 30 miliardi di titoli pubblici da rinnovare».
<p>
<b>Non pensa che l`entità da 40 miliardi, ma solo 25 assicurati dall`attuale decreto, sia insufficiente ad azzerare il deficit?</b>
<p>
«Il balletto delle cifre di questi giorni - prima 40, poi 47, addirittura 68 e ora 25 - è indicativo della scarsa credibilità del governo. E, certo, i mercati hanno capito che si tratta di una manovra da governo Leone, da esecutivo balneare, da aumenti della benzina. Si raccattano soldi un po` ovunque. Al contrario, è arrivato il momento di cominciare a parlare di privatizzazioni. Penso a Poste, Ferrovie, Eni, Enel, Finmeccanica e alle 20 mila aziende partecipate degli enti locali. Ma alla manovra manca l`anima, la strategia. Per questo abbiamo chiesto che il governo si dimetta un minuto dopo la sua approvazione».
<p>
<b>Per dare spazio a un governo di responsabilità?</b>
<p>
«Per noi la strada maestra sono le elezioni subito. Ma ci fidiamo del presidente Napolitano. Sarà lui a indicare il voto o un governo di salvezza nazionale che termini la legislatura e difenda i conti. Siamo agli sgoccioli. Berlusconi è alla fine. E a noi interessa salvare il Paese».
<p>
<b>Sarete concilianti sulla manovra?</b>
<p>
«La responsabilità nazionale non significa accettare tutto a scatola chiusa. Domani presenteremo le nostre proposte».
<p>
<b>Ad esempio?</b>
<p>
«Il capitolo crescita e sviluppo manca del tutto. Bisogna rilanciare su liberalizzazioni, privatizzazioni e infrastrutture. Poi modulare l`imposta sui titoli. Rivedere il patto di stabilità per gli enti locali. Toccare le pensioni solo dopo aver tagliato i vitalizi dei parlamentari. E ripulire la manovra dalle "marchette", come quella sulle quote latte. Guardando al dopo».
<p>
<b>Ovvero?</b>
<p>
«Sarà un`estate di lavoro per il Pd. Intanto lanceremo il nostro "Progetto Italia" alle Feste del Pd. E poi stiamo preparando delle proposte per rimettere in piedi la politica industriale».
<p>
<b>Secondo quali direttrici?</b>
<p>
«Calare due nuovi campioni nazionali, con una golden share pubblica e una gestione manageriale. Da una parte il Polo delle reti italiane, che unisca Terna e Snam Rete Gas scorporata da Eni, sul modello inglese. Sarebbe un gigante europeo. Dall`altra parte l`Ans, l`Aziendanord servizi, grande come Eni ed Enel, sul modello tedesco, che raggruppi tutte le ex grandi municipalizzate del Nord. Una politica choc per il Paese».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=11YBXL">La Repubblica - Valentina Conte</a>Guido CROSETTO: Tremonti: 'Vuole far saltare il governo'2011-06-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it586697Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Difesa (Partito: PdL) <br/><br/><br />
'Manovra da psichiatra. Predica bene, razzola male'.
<p>Le bozze della manovra di Giulio Tremonti ''andrebbero analizzate da uno psichiatra'' e dimostrano che il ministro dell'Economia vuole solo ''trovare il modo di far saltare banco e governo''.
<p>al telefono con l'ANSA - si dice ''stufo'' di ''sentire pontificare una persona che predica benissimo e razzola malissimo'' visto che ''l'unico ministero che non ha subito tagli alla spesa corrente, ma anzi l'ha aumentata, è il suo!''.
<p>''Le bozze che sono filtrate sulla manovra - dice il sottosegretario che, fino a tre anni, era responsabile economico di Forza Italia -, più che connotate dal punto di vista economico, finanziario e di bilancio andrebbero analizzate da uno psichiatra. E evidente che il ministro dell'Economia vuole trovare esclusivamente il modo di far saltare banco e governo. In questi tre anni ha fatto di tutto per tenere in vita il malato Paese, ma l'ha fatto tenendolo in coma farmacologico. Ha dimostrato di non volere andare nel dettaglio della spesa pubblica, ma di preferire tagli senza razionalità. Non ha capito che l'economia reale andava aiutata ed anzi l'ha bloccata con regole di oppressione fiscale uniche al mondo che hanno distrutto lo statuto del contribuente''.
<p>Tremonti:''Ha promesso un aiuto alla piccola e media impresa - sottolinea il deputato del Pdl, ma in realtà ha flirtato con le grandi banche ed i grandi gruppi. <br />
Visto che è una persona di cultura ed intelligenza non comune, lo dimostri proponendo un progetto serio per il Paese al consiglio dei ministri ed alle Camere''. Ma, avverte il sottosegretario, nel farlo ''sia aperto ai miglioramenti'' perche' ''lui non è il depositario del verbo e della verità; e non sono più i tempi nei quali il governo potrà permettersi di approvare in Consiglio una cartellina vuota che verrà riempita in seguito a via XX settembre, da un uomo solo e dai suoi pretoriani''.
<p>Insomma, aggiunge, ''non è più il momento di tacere per rispetto anche perché mi sono stufato di sentire pontificare una persona che predica benissimo e razzola malissimo: l'unico ministero che non ha subito tagli alla spesa corrente, ma anzi l'ha aumentata, è il suo! Il ministero nei quali i dirigenti sono più pagati è il suo!''.
<p>Infine, un'ultima stoccata sui tagli alla politica: ''Se adesso l'ultima crociata di Tremonti, sullo stile di De Magistris, e' quella di lanciarsi contro i privilegi, gli ricordo che ci sono privilegi ben maggiori delle auto blu e degli aerei di Stato che, tra l'altro, se vengono utilizzati nell'interesse del Paese non sono privilegi.<br />
Parlo, ad esempio, dei privilegi di poter disporre di migliaia di nomine all'interno dello stato o altre cose meno evidenti sulle quali il Tesoro non ha mai coinvolti nessuno''<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/06/25/visualizza_new.html_812860497.html">Ansa</a>Nichi VENDOLA: Bonificare il potere « BLOG « C'è un'Italia migliore 2011-06-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it586225Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Puglia<br/><br/>Il fango che sta tracimando dall’esplosione del caso Bisignani non è soltanto l’impietosa radiografia della spregiudicatezza del centrodestra. Non è solo un campionario delle volgarità del ceto berlusconiano. Ma è anche uno spaccato verminoso delle classi dirigenti italiane.
Il centrosinistra deve essere capace di operare una riflessione profonda sulla struttura, la cultura, la natura del potere in Italia. Di quello che Pier Paolo Pasolini chiamava, con una delle sue folgoranti metafore, ‘il Palazzo’.
Non c’è alternativa credibile che non passi dalla più radicale bonifica di questo articolato, complesso e pestilenziale complesso di potere, che è capace nel suo esperto metabolismo di divorare ed inghiottire chiunque. <br/>fonte: <a href="http://www.nichivendola.it/sito/mcc/informazione/bonificare-il-potere.html">www.nichivendola.it</a>Silvio BERLUSCONI: «Più poteri a me e meno al Colle»2011-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560413Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />L'Agcom: premier troppo in tv, multa di 100 mila euro al Tg1.
Sfida al Quirinale.
<p>"Dobbiamo cambiare la composizione della Corte Costituzionale, dobbiamo cambiare i poteri del Presidente della Repubblica e, come avviene in tutti i governi occidentali, attribuire piu' poteri al governo del presidente del Consiglio". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/berlusconi-piu-poteri-al-premier-meno-al-quirinale">Il Messaggero.it</a>Ciro Russo: Consiglio Comunale Arzano2011-03-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558978Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Arzano (NA) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/><br />
Ricordo che quando questo Consiglio doveva eleggere il suo presidente, l’opposizione, in virtù della presunta imparzialità della figura suddetta, faceva osservare che la coalizione politica di maggioranza non si era degnata di effettuare alcun confronto con la minoranza circa chi investire di tale carica.
<p>
Ricordo che qualche Consiglio comunale fa un Consigliere ha dovuto illustrare al presidente del Consiglio come andasse letto, secondo il senso logico, grammaticale, secondo la punteggiatura, un articolo del regolamento disciplinante i lavori di questo Consiglio, e ricordo quanto ostinatamente il presidente del Consiglio continuava a far presente che quell’articolo, a suo avviso, poteva essere interpretato in tanti modi: mi domando quale sia la verità se si assume che tutto può esserlo, quali siano i principi se questi non sono identificabili, se tutto si riduce ad una interpretazione soggettiva.
<p>A queste condizioni la verità dovrebbe coincidere con ciò che viene così definita da chi detiene il potere. Ma che succede se chi detiene il potere dimentica che quel potere gli è stato conferito per essere al servizio della regola? Che succede se questi finisce per convincersi che la regola è ciò che egli stabilisce, e non ciò che stabilisce le sue funzioni e i suoi limiti?
<p>
Ricordo che qualche Consiglio fa un Consigliere fece presente al presidente che il suddetto era stato assegnato, contro la propria indicazione, alla stessa commissione consiliare cui era stato assegnato il collega dello stesso gruppo consiliare. Ricordo che l’opposizione fece di questo problema un problema di tutto lo schieramento politico di minoranza, perché pareva si andasse a ledere, forse gratuitamente, la rappresentatività dei gruppi politici che la compongono nelle commissioni consiliari permanenti.
<p>
Ricordo che chi più, chi meno, i consiglieri di opposizione hanno più volte fatto presente che forse questo presidente del Consiglio non fosse super partes, e che anzi utilizzasse il suo potere per ledere il diritto di qualcuno, in favore di un altro, di una parte politica, in favore dell’altra. In qualche occasione, quando il presidente del Consiglio ha ritenuto opportuno si spegnesse il microfono di qualche Consigliere di opposizione, o semplicemente ha ritenuto dovergli togliere la parola, o non concedergliela affatto, si è urlato all’imparzialità. Quante volte vi sono state accuse, più che critiche! Quante volte sono state rimarcate gravi lacune nella consapevolezza del presidente circa le proprie funzioni, circa quelle regole che sono ovviamente al di sopra della presidenza! Quante volte si è parlato di un inopportuno dilettantismo, ad un certo punto divenuto, probabilmente, ingiustificabile!
<p>
Io ed il Consigliere Liguori invitiamo questa maggioranza a prendere seriamente in considerazione tutte le osservazioni, le note, le performance accumulate da questo presidente fino ad oggi. Invitiamo questa coalizione a chiedersi seriamente se non sia il caso, prendendo atto del clima politico creatosi, di puntare sulle doti politiche, invece che elettorali, nell’affidare la gestione di ruoli cruciali, quale quello della presidenza del Consiglio, e di considerare seriamente, in virtù della suddetta riflessione, di rimettere in discussione tale carica, facendo tesoro di ogni osservazione, da qualunque parte politica venga, purché la politica sia il primo imperativo categorico da tenere in considerazione al fine di una più adeguata scelta.
<p>
Il <i>Consigliere Comunale</i><br />
Dott. <b>Ciro Russo</b><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.arzano.altervista.org">ArzanOnLine</a>Luigi de MAGISTRIS: Giustizia. La riforma Alfano è un massacro senza precedenti2011-03-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558959Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
“Se la riforma della giustizia sara’ conforme a quanto si legge sui giornali e a quanto si paventa da parte di esponenti di maggioranza e governo, allora ci troveremmo davanti ad un massacro della giustizia senza precedenti, ad un atto golpista senza uguali nell’Europa contemporanea.
<p>Il ministro della Giustizia e il parlamento, cioe’ il potere politico, impediranno al pm di agire in modo indipendente, rispettando il principio dell’obbligatorieta’ dell’azione penale sancito dalla Costituzione: proprio loro, infatti, indicheranno alla magistratura i reati da perseguire in modo prioritario.
<p>Per assoggettare ancora di piu’ il pm al governo, la polizia giudiziaria sara’da questi autonoma. Insomma, è la fine di una giustizia indipendente, della separazione fra poteri dello Stato, della Costituzione e, dunque, della democrazia. Questa riforma della giustizia, voluta punitivamente da Berlusconi contro gli interessi dei cittadini, portera’ le lancette della storia indietro, precisamente ai tempi del Ventennio di Mussolini”. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.luigidemagistris.it/stampa.php?tipo=n&id=2049">luigidemagistris.it</a>Anna FINOCCHIARO: «Dalle donne alla giustizia il delirio di onnipotenza del premier è senza confini» - INTERVISTA2011-03-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558952Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Una riforma costituzionale non può scaturire da un risentimento personale. La piazza ha svegliato il Paese apatico»
<p>Un filo che tiene tutto insieme », le inchieste e questa riforma annunciata più comeuna minaccia contro la magistratura che come un intervento per risolvere i problemi veri del paese. Solo che stavolta è cambiato qualcosa, dice Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato: c’è stato il 13 febbraio e quel movimento è più vivo che mai. Risponde anche a chi accusa il Pd di non voler cambiare nulla:<br />
«Siamo pronti ad aprire il confronto ma ripartendo dall’idea della Bicamerale: una giurisdizione unica per magistrati ordinari, contabili e amministrativi; un unico organo di autogoverno e il controllo disciplinare affidato ad un’autorità che per selezione e qualità si rifaccia ai criteri della Corte Costituzionale».
<p>
<b>Questo 8 marzo arriva dopo la grande manifestazione del 13 febbraio. Il Ruby-gate e l’uso delle donne da parte del potere, l’inchiesta dalla magistratura e l’annuncio di una riforma “epocale” della giustizia. Tutto si lega?</b>
<p>«Tutto si lega e si tiene insieme grazie alle due ossessioni del premier,
le donne e la magistratura. Una riforma costituzionale avrebbe bisogno
di un largo consenso e invece viene usata impropriamente come una clava, più volte minacciata e poi ritirata. Stavolta mi sembra che siamo arrivati al passo definitivo e che approderà in Parlamento, ma nel modo peggiore perché una riforma
costituzionale non può passare attraverso un risentimento personale».
<p>
<b>Finocchiaro, lei è un ex magistrato dirigente del Pd e il 13 febbraio era in
piazza. Praticamente rappresenta tutto ciò contro cui si sono espresse le donne Pdl, definendo quelle come lei «accecate da furore ideologico».</b>
<p>
«Non sono mai stata mossa dal furore ideologico e non intendo reagire proprio oggi a questa provocazione. Ho però il dovere politico di sostenere alcune posizioni, la prima delle quali è quella che a testimoniare in piazza c’erano donne di diversissime
fedi politiche e esperienze di vita. Erano lì per la dignità delle donne frantumata dal premier con i suoi comportamenti. Non capisco come le donne del governo possano sentirsi offese da quelle piazza che invece avrebbero dovuto sforzarsi di capire
meglio. L’altra questione è che stavolta i comportamenti personali, ispirati
da quel modo di guardare alle donne, potrebbero configurare un illecito penale
e il punto su cui il premier salda la sua ossessione sulla magistratura
italiana. Qui siamo di fronte ad una visione berlusconiana illiberare del
potere e ad un delirio di onnipotenza che ha nei comportamenti privati delle
ricadute pesanti anche sul pubblico».
<p>
<b>Voi del Pd pensate davvero che possa crearsi un forte movimento di opinione
sulla riforma della giustizia?</b>
<p>
«In questo paese quella che sembrava una sorta di rassegnata apatia, anche
motivata dalle condizioni di vita delle persone che riguardano la precarietà
del lavoro e la difficoltà a far fronte alla quotidianità, oggi sembra si stia
trasformando in voglia di partecipazione, la piazza del 13 e la raccolta di
firme del Pd ci hanno dato un segnale molto positivo. Sono convinta che ne
arriverà un altro anche con la manifestazione del 12 marzo per la scuola.
Penso, quindi, che usando le parole giuste e spiegando quale è la posta in
gioco con la riforma della giustizia l’Italia saprà rendersi conto di quale
sia il livello di aggressione al sistema democratico che sta lanciando Berlusconi».
<p>
<b>Quali sono i punti critici di questa riforma ancora non presentata?</b>
<p>
«Con questa riforma si ridefinisce il ruolo della magistratura nell’equilibrio
costituzionale. Quando si riducono spazi per un potere inevitabilmente
ce ne è un altro che prevale, senza il controllo e i limiti che l’esistenza
dell’altro potevano constrastare».
<p>
<b>Facciamo un esempio.</b>
<p>
«In questa riforma sembra che ci sia una attribuzione alla polizia giudiziaria
e a quella inquirente di uno spazio di autonomia rispetto alla magistratura.<br />
Lo capiranno gli italiani che questo significherà una riduzione delle garanzie nel corso delle indagini? Lo sarà necessariamente perché, pur avendo una polizia democratica, è ovvio che non ci saranno le garanzie di controllo oggi esercitato dal magistrato».
<p>
<b>C’è chi vi accusa, compreso Fini, di essere conservatori tanto quanto Berlusconi.</b>
<p>
«Fini fa propaganda al suo movimento politico. Noi non diciamo no alle riforme, diciamo no a questa riforma perché l’innovazione non è quella indicata da Berlusconi che, al contrario, ripercorre un passato di disequilibrio
tra i poteri dello Stato. Credo che dovremmo tornare a coltivare l’idea nata
nella Bicamerale: giurisdizione unica, un’unica magistratura ordinaria,
contabile e amministrativa con le stesse garanzie di autonomia e indipendenza,
con un sistema unico di autogoverno. In questo quadro si potrebbe pensare ad una responsabilità disciplinare di tutti i magistrati affidata ad un organo esterno, con le stesse qualità e garanzie della Corte costituzionale.
Le sembra che non siamo disposti a fare le riforme?».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=Y0XMY">l'Unità - Maria Zegarelli </a>Achille OCCHETTO: «Pd, svolta tradita per sete di potere» - INTERVISTA2011-02-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557655<br />
«Sacrificata la ricerca di una nuova identità» - Il 12 novembre del 1989 Occhetto annuncia lo scioglimento del Pci. Il 3 febbraio del 1991 il partito si sciolse e nacque il PdS.
<p>Nell'89 impose la Svolta della Bolognina, nel '91 vinse il congresso che a Rimini seppellì il Pci e diede vita al Pds, ma anche a Rifondazione comunista. Quel che non torna è che Achille Occhetto oggi militi nel partito nato da Rifondazione (Sel) anziché in quello nato dal Pds (il Pd).
<p> <b>Cos'è, una nemesi?</b>
<p> «No, anche se allora non avrei mai pensato a uno scenario simile. La mia vicinanza a Sel è la reazione a una situazione stagnante con l'obiettivo di riunificare il centrosinistra. Ma va detto che Vendola, col suo antistalinismo e la sua fede nel primato della libertà, non ha nulla a che vedere con la storia del Pci».
<p> <b>Vero, paradossalmente...</b>
<p> «Paradossalmente, ci sono molti più comunisti nel Pd. Penso a D'Alema e alla sua realpolitik».
<p><b> Nel '91 si capì quel che moriva, ma non quel che nasceva. E la mancanza di identità politica riguarda ancora il Pd...</b>
<p>
«E' vero. Con la Svolta lanciammo il tema di una nuova identità socialista, ma subito dopo il problema della coesistenza delle diverse anime nel partito fu risolto non con un sano e definitivo confronto politico bensì con un accordo volto alla spartizione del potere. E' chiaro che la ricerca del potere per il potere ha sostituito la ricerca di una nuova identità politica».
<p> <b>Quali furono, allora, le diverse correnti di pensiero nel Pci?</b>
<p> «Innanzitutto c'erano quelli contrari alla Svolta che intendevano rifondare il comunismo accreditandosi come eredi del Pci».
<p> <b>Programma ambizioso...</b>
<p> «E infatti non lo realizzarono. Anzi: Rifondazione ebbe una lunga fase regressiva rispetto alle innovazioni del Pci di Berlinguer».
<p><b> Vi furono distinzioni tra quanti formalmente la seguirono?</b>
<p> «Certo, vi furono tre diverse ispirazioni. I riformisti di Giorgio Napolitano puntavano all'unità socialista, ma io ero contrario perché non ritenevo che il socialismo coincidesse col craxismo. Se li avessimo assecondati saremmo stati annessi dal Psi e dopo aver faticosamente schivato le macerie del Muro di Berlino saremmo finiti sotto quelle del pentapartito».
<p><b> La seconda corrente?</b>
<p> «Era quella di Veltroni, che voleva dar subito vita al Pd. Obiettai che di partiti democratici ne possono esistere diversi, e scelsi quello di sinistra».
<p> <b>La terza?</b>
<p> «Era la mia, e puntava alla costituzione di una nuova formazione politica che andasse oltre le culture del Novecento nel solco dell'Internazionale socialista».
<p>
<b>Ma non eravate propriamente una falange macedone.</b>
<p> «No, non eravamo compattissimi. I più convinti erano Mussi, Petruccioli e nomi simbolici come la Iotti e il fratello di Berlinguer, Giovanni. Ma anche tra noi c'erano diversi malpancisti».
<p>
<b>Ad esempio?</b>
<p> «Antonio Bassolino e Massimo D'Alema».
<p> <b>Come lo ricorda, D'Alema?</b>
<p> «Spaventato, disse che a convincerlo fu suo padre. Ma era chiaro che per lui la Svolta rappresentava il male minore: non un'occasione, ma una necessità della storia».
<p>
<b>Le pesò rompere con Ingrao?</b>
<p> «Ingrao aveva un grande carisma ed era un eccellente oratore, al congresso di Bologna fu applauditissimo e tutti ricordano che quando ci stringemmo la mano i nervi cedettero e piansi».
<p> <b>Altri tempi, oggi i partiti nascono e muoiono senza che nessuno versi una lacrima...</b>
<p>«Vero, oggi non avvertiamo più il peso delle ideologie, spesso anche delle idee, quasi sempre delle identità e delle appartenenze. E' logico che si pianga meno. Il rischio, però, è quello di passare sorridendo da un vuoto all'altro».
<p> <b>E' vero che decise tutto da solo?</b>
<p> «No. La Svolta maturò nell'arco di un anno: al congresso dell'89 decidemmo di chiamarci Nuovo Pci; in un'intervista all'<i>Espresso</i> dissi che il nostro punto di riferimento era la Rivoluzione francese e non quella d'Ottobre; in occasione di Tienanmen parlai di morte del comunismo. Poi, certo, alla Bolognina decisi da solo di dire che bisognava cambiare tutto e che occorrevano 'nuove vie'».
<p> <b>Ebbe paura?</b>
<p>
«Tanta. Le confesso che temevo di finire in minoranza».
<p> <b>Cosa ricorda dell'atmosfera di Rimini?</b>
<p> «Una grande tensione, accresciuta dal fatto che incombeva la guerra del Golfo su cui avevamo idee diverse. La campana di un nuovo inizio stava suonando non solo per noi ma per tutti, anche se molti non la sentivano. Portare il partito dall'Internazionale comunista a quella socialista era cosa di non poco conto».
<p>
<b>Ci riuscì grazie a Bettino Craxi.</b>
<p> «Per la verità, all'inizio Craxi era contrario. Lo convinsero gli altri leader socialisti europei e alcuni suoi compagni a partire da De Michelis».
<p> <b>E' possibile che, agli occhi dei suoi compagni, su di lei abbia pesato la colpa irrazionale di aver sepolto il mitico Pci?</b>
<p> «Sì, credo che questo sentimento ci sia stato. Ho più volte avvertito il giudizio negativo di chi irrazionalmente mi considerava reponsabile della fine di un mondo che, con i suoi errori, era ovviamente caro a tutti noi».
<p>
_______________________________________
<p>
<b>Il peso del partito nelle urne:</b>
<p>POLITICHE 1987 = 26,6%; Sono le ultime in cui partecipa il Pci. Segretario è Natta, gli succede Occhetto.
<p>POLITICHE 1996 = 21,6%; La percentuale del Pds. Vince l'Ulivo: al governo vanno gli ex comunisti, è la prima volta.
<p>POLITICHE 2001 = 16,6%; I Ds scivolano al minimo, il centrosinistra perde. Nel 1998 il Pds cambia nome e diventa Ds.
<p>POLITICHE 2008 = 33,2%; I voti, alla Camera, al Partito democratico, nato dall'unione di Ds e Margherita.
<p>STIME 2010 = 26%; E' all'incirca la percentuale di consensi indicata dai sondaggi per il Pd, lo scorso anno.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=X6VR0">Giorno/Carlino/Nazione - Cangini Andrea</a>Dario FRANCESCHINI: Berlusconi sta facendo male all'Italia2011-02-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557652Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
''Lei sta facendo del male all'Italia e l'unico atto che puo' fare per il bene del suo Paese adesso e' dimettersi e consentire al nostro Paese, alla politica di tornare ad un normale confronto tra maggioranza e opposizione, tra avversari che finalmente possono trovare intese sui problemi del Paese, anche a cominciare dal federalismo''.
<p> Lo ha detto il presidente dei deputati democratici, <b>Dario Franceschini</b>, intervenendo per la dichiarazione di voto in aula alla Camera sulla richiesta di autorizzazione a perquisire l'ufficio del contabile di Berlusconi.
<p>
''Qualsiasi persona, qualsiasi coalizione che verra' dopo di lei - ha aggiunto Franceschini rivolgendosi sempre a Berlusconi - trovera' montagne di macerie e non parlo solo di macerie economiche e istituzionali o legislative, purtroppo parlo di macerie di valori. Chi ha un ruolo pubblico, chi guida uno Stato con le sue parole, con i suoi comportamenti indica dei modelli sociali, indica al suo Paese delle gerarchie di valori. E' per questo che deve cercare di dare l'esempio''.
<p>
''L'Italia, nella sua storia si e' sempre basata su valori positivi e condivisi, al di fuori di distinzioni tra laici e cattolici, tra destra e sinistra; parlo di solidarieta', accoglienza, uguaglianza, la famiglia, la straordinaria autorita' morale delle donne italiane che il 13 di questo mese saranno in piazza... <br />
Tutto e' stato travolto - ha detto Franceschini - dal messaggio e dal modello che ha incarnato: la gerarchia di valori che le sue televisioni hanno diffuso, contano solo i soldi, conta solo il potere, conta solo la notorieta' che si vuole raggiungere ad ogni costo perche' consentono di comprarsi tutto. Queste sono le gerarche sociali che lei ha rovesciato, queste sono le macerie che lei lascia alla fine inesorabile del suo percorso politico. Ma gli italiani, anche nella loro storia recente, hanno dimostrato tante volte di sapere ricostruire sulle macerie.
<p>
Ricostruire con fatica, con sudore, con orgoglio, anche con la rabbia civile dentro.<br />
Noi saremo con loro''.<br />
<p><b><a href="http://www.dariofranceschini.it/adon.pl?act=doc&doc=4703">Testo completo dell'intervento di Dario Franceschini</a></b><br>
<b><a href="http://www.youtube.com/watch?v=m4WN-xcMcpE">Video dell'intervento di Dario Franceschini</a></b>
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-CASO_RUBY__FRANCESCHINI__BERLUSCONI_LEI_STA_FACENDO_DEL_MALE_ALL_ITALIA-987270-ORA-.html">ASCA</a>Massimo D'ALEMA: «Al voto per salvare l'Italia. Un'alleanza costituente manderà a casa il governo» - INTERVISTA2011-01-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557430Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />Poi, referendum sulle istituzioni. "Una consultazione potrebbe chiedere agli italiani di scegliere tra parlamentarismo e presidenzialismo". "La legittimazione maggioritaria usata contro il principio di legalità: questo il vero atto eversivo". "Siamo in una crisi democratica gravissima. Le opposizioni mettano da parte politicismi e interessi personali"
<p>
"Il Paese attraversa una crisi democratica gravissima. Se Berlusconi non si dimette, l'unico modo di evitare l'impasse e il caos politico-istituzionale è andare alle elezioni anticipate. Chiedendo agli elettori di promuovere quel governo di responsabilità nazionale che è necessario al Paese, per uscire da una crisi così profonda. Lancio un appello alle forze politiche di questo potenziale schieramento:
uniamoci, tutti insieme, per superare il berlusconismo". <br />
Massimo D'Alema rompe gli indugi. Di fronte alla "notte della Repubblica" in pieno corso, il presidente del Copasir apre per la prima volta al voto anticipato, e invita tutti, dal Terzo Polo all'Idv alla sinistra radicale, ad allearsi con il Pd in una sorta di "Union sacrè" elettorale.
<p>
<b>Presidente D'Alema, siamo al punto di non ritorno: il Quirinale lancia un serio altolà contro la degenerazione politica, tanto da far ipotizzare ad alcuni ministri un ricorso all'articolo 88 della Costituzione, e quindi lo scioglimento delle Camere. Lei che ne pensa?</b>
<p>
"Mi lasci essere prudente su iniziative che vengono attribuite al Capo dello Stato.<br />
Ma il solo fatto che circolino ipotesi di questo tipo dimostra quanto sia drammatica la situazione in cui ci troviamo. Ormai siamo in piena emergenza democratica. Non voglio parlare dello scenario morale, che pure è uno dei lasciti più devastanti del berlusconismo come disgregazione dei valori condivisi. Mi riferisco alla crisi politica e istituzionale, al conflitto tra i poteri dello Stato innescati da un premier che rifiuta la legge. Questo è il vero fatto eversivo: la legittimazione maggioritaria che si erge contro il principio di legalità. Una situazione insostenibile, che ci ha portato alla paralisi totale delle istituzioni, e persino all'idea pericolosa di fare appello alla piazza contro i magistrati, di cui stavolta tutto si può dire fuorché non abbiano agito sulla base di un'ipotesi accusatoria fondata. La vera anomalia è nel fatto che in tutti i paesi del mondo un leader nelle condizioni di Berlusconi si sarebbe dimesso già da tempo, o sarebbe stato già "dimesso" dal suo partito".
<p>
<b>Qui non succede. Il premier si dichiara innocente, e dice che ad andarsene deve essere Fini, invischiato nella vicenda della casa di Montecarlo. Chi ha ragione?</b>
<p>
"Trovo paradossale questa campagna contro Fini. Ciò che gli si imputa non ha alcuna rilevanza pubblica e non c'entra nulla con il modo con cui presiede la Camera dei deputati. In realtà le istituzioni sono state trasformate in un campo di battaglia e davvero non vedo, nella maggioranza, senso dello Stato".
<p>
<b>Ma è con questa realtà che dovete fare i conti. Come se ne esce?</b>
<p>
"Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a lanciare una fase costituente con le forze che ci stanno, per aprire una crisi e proporre un governo alternativo. Ma a questo punto, se Berlusconi non prende atto dell'insostenibilità della sua posizione di premier, l'unica soluzione è quella delle elezioni anticipate".
<p>
<b>Non avete più paura del voto?</b>
<p>
"Non abbiamo mai avuto paura. Era doveroso esperire tutti i tentativi per impedire una fine traumatica della legislatura. Ma ora anche questa fase si sta consumando. Quando Bossi ripete che è ancora possibile fare il federalismo - al di là del merito assai discutibile dei decreti in esame, definiti con sconcertante solennità "federalismo" - esprime una pia illusione: non si accorge che proprio la paralisi creata da Berlusconi è il principale ostacolo per raggiungere lo scopo? Ora vedo che Casini parla di larghe intese come in Germania. E' bello questo riferimento, salvo che al posto della signora Merkel noi abbiamo il presidente Berlusconi, che non è esattamente la stessa cosa. In ogni caso, Casini aggiunge che se le larghe intese non fossero possibili, bisognerebbe andare alle elezioni anticipate. Lo giudico un fatto positivo, che rafforza il mio appello sul voto e sul governo di responsabilità nazionale. Non c'è altra strada. L'idea di ricomporre un centrodestra "europeo", rispettoso dei magistrati e dell'etica pubblica, non è più all'ordine del giorno. In quella metà campo c'è solo un blocco di potere, creato da Berlusconi, e una minoranza fanatica che lo segue sempre e comunque".
<p>
<b>"Minoranza", dice lei? L'hanno votato milioni di italiani.</b>
<p>
"Le confermo: minoranza. Oggi Pdl e Lega, insieme, sono al 40%. Le forze dell'opposizione rappresentano il restante 60%, cioè la maggioranza degli italiani".
<p>
<b>Ma non rappresentano un'alternativa credibile, e dunque votabile. Lo dicono tutti i sondaggi.</b>
<p>
"Questo è il punto. L'opposizione appare debole perché finora non ha saputo delineare un progetto alternativo, né contrastare il ricatto del premier che afferra il Paese per la gola e gli dice: o me o il nulla, non esiste alternativa possibile. Per questo propongo di rompere lo schema. Di fronte al conflitto istituzionale permanente e alla paralisi politica, le opposizioni sono chiamate a una forte assunzione di responsabilità. Qui c'è una vera e propria emergenza democratica. Se ne esce solo con un progetto di tipo costituente, che fa coincidere la conclusione del ciclo berlusconiano con la fine di una certa fase del bipolarismo e raduna il vasto schieramento di forze che si oppongono a Berlusconi: presentiamoci agli elettori e chiediamogli di sostenere un governo costituente che abbia tre obiettivi di fondo".
<p>
<b>Ce li riassuma. Primo obiettivo?</b>
<p>
"Primo obiettivo. Sciogliere il nodo della forma politico-istituzionale del bipolarismo italiano. Siamo in un sistema plebiscitario e populista, costruito intorno a Berlusconi. Dobbiamo finalmente costruire un bipolarismo democratico. Occorre stabilire un nuovo equilibrio. Quale forma di governo vogliamo? Non demonizzo l'ipotesi presidenzialista, sul modello francese. L'importante è ridefinire in un quadro organico il sistema delle garanzie, dei contrappesi, dei conflitti di interesse, dell'informazione. E a tutto questo occorre collegare un modello di legge elettorale coerente, che ci consenta di salvare il bipolarismo, ma rifondandolo su basi nuove. La scelta del modello istituzionale si potrebbe persino affidare ai cittadini. Si potrebbe pensare ad un referendum popolare di indirizzo, per far cominciare davvero la Seconda Repubblica, chiedendo agli italiani di esprimersi: repubblica presidenziale o repubblica parlamentare?".
<p>
<b>Gli altri due obiettivi?</b>
<p>
"Il secondo è un grande patto sociale per la crescita. Lo sperimentammo sull'euro, e fu il vero successo degli Anni Novanta. Oggi ce n'è altrettanto bisogno. Ma non può essere affidato solo alle parti sociali, nè può essere pagato solo da una delle parti. E questo mi sembra il vero limite dell'accordo Fiat: la modernizzazione solo sulle spalle degli operai. Il nuovo patto deve contenere un'impronta liberale, ma temperata da una forte carica di giustizia sociale e di lotta alle disuguaglianze. Il terzo obiettivo è il funzionamento dello Stato. Lo stesso federalismo, se non è collegato a una vera riforma della Pubblica Amministrazione (e quella di Brunetta non lo è) si riduce a semplice redistribuzione del potere tra le elite".
<p>
<b>Ma perché questa idea del governo dell'emergenza dovrebbe funzionare ora, visto che se ne discutete inutilmente da mesi?</b>
<p>
"Perché la situazione precipita. La crisi politico-istituzionale, l'accavallarsi delle vicende giudiziarie, la guerra tra i poteri dello Stato. Cos'altro deve succedere, per convincerci della necessità di una svolta?".
<p>
<b>Chi è il candidato premier di questo Cln che si presenta alle elezioni anticipate? È vero che lei punta su Casini, per chiudere l'accordo con il Terzo Polo?</b>
<p>
"Non punto su nessuno e non spetta a me questa indicazione. Se questa riflessione sarà condivisa, sarà il mio partito con il suo segretario e i suoi organismi dirigenti a compiere le scelte necessarie".
<p>
<b>La scelta può cadere anche su un "papa straniero", tipo Draghi o Monti?</b>
<p>
"Mi creda, questa è una partita troppo importante per essere giocata nel solito toto-nomi. L'importante è avere chiara la portata della posta in gioco".
<p>
<b>Il Pdl è in pieno disfacimento, ma anche il Pd non sta messo bene. Che mi dice del disastro delle primarie a Napoli?</b>
<p>
"Intanto a Napoli spero che venga accolto l'appello di Bersani a trovare una soluzione unitaria. Più in generale, mi auguro che questa vicenda ci aiuti a fare una discussione serena e non ideologica. L'ho detto un migliaio di volte, guadagnandomi sul campo l'accusa di "nemico del popolo": ci sarà pure un motivo se gli americani, che le primarie le hanno inventate, hanno un sistema che assicura il voto solo agli iscritti al partito, e non al primo che passa. Se avessimo adottato questo sistema anche noi, oggi sapremmo chi ha votato a Napoli, e non ci troveremmo in questo caos. La democrazia è fatta di regole, altrimenti è pura demagogia. Io non sono contro le primarie. Anzi, le voglio salvare. Ma per salvarle, so che dobbiamo regolarle in un altro modo".
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=X3K9F">la Repubblica - Massimo Giannini</a>