Openpolis - Argomento: nuovo gruppo politicohttps://www.openpolis.it/2011-02-16T00:00:00ZFrancesco RUTELLI: ApI, Rutelli: «Siamo il terzo partito a Roma»2011-02-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558117Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Per il Terzo Polo) - Consigliere Consiglio Comunale Roma (RM) (Lista di elezione: API) <br/><br/>«A Roma oggi l’ApI è il terzo partito della città dopo Pdl e Pd». Lo dice il leader dell'Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, arrivando all'assemblea regionale del suo partito.
ApI, spiega Rutelli, è terza per numero di eletti nei municipi e nelle istituzioni territoriali: «Ha decine di amministratori ed è una forza determinante per il presente ed il futuro della città». Non solo, aggiunge il senatore: «Ormai abbiamo duecento amministratori nelle cinque province del Lazio». «L'Api è nel Terzo Polo e vuole aggregare anche realtà civiche - sottolinea Rutelli - il mio impegno è far emergere nuovi amministratori e nuovi politici giovani che si candidino per raddrizzare le sorti di questa città che versa in una crisi gravissima».<br/>fonte: <a href="http://www.alleanzaperlitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1507:api-rutelli-lsiamo-il-terzo-partito-a-romar&catid=3:politiche">www.alleanzaperlitalia.it</a>Silvano MOFFA: Maggioranza, i 'Responsabili' a quota 21. Mannino si 'sfila' dal gruppo 2011-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557182Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PT già IR) <br/><br/><br />
"Intendiamo difendere la sacralità della vita: questo è punto in comune che abbiamo con tutti i parlamentari del gruppo"<br />
<br/>fonte: <a href="http://adnkronos.com/IGN/News/Politica/Maggioranza-i-Responsabili-a-quota-21-Mannino-si-sfila-dal-gruppo_311568263747.html">adnkronos.com</a>Silvano MOFFA: Nascono I Responsabili con 2 prestiti Pdl ma governo non ha maggioranza assoluta 2011-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557181Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PT già IR) <br/><br/><br />
«Non siamo un'armata Brancaleone disposta a tutto, come qualcuno ha ironizzato. Nei prossimi giorni avvieremo un gruppo di lavoro con personalità esterne per costruire una piattaforma politico-programmatica. Raccogliamo quella sfida che Fli ha svilito per inventarsi un terzopolismo che non esiste. Siamo convinti che nelle prossime settimane aumenteremo la nostra capacità attrattiva e ci saranno altre adesioni».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=135365&sez=HOME_INITALIA">www.ilmessaggero.it</a>Francesco Saverio ROMANO: Nascono I Responsabili con 2 prestiti Pdl ma il governo non ha la maggioranza assoluta 2011-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557180Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PT già IR) - Assessore Comune Misilmeri (PA) (Partito: UDC) <br/><br/><br />
«Saremo qui a dare una mano e se saremo chiamati in un ruolo di governo risponderemo, per senso di responsabilità. <br />
Ma noi non abbiamo chiesto nulla, nè c'è stato proposto nulla».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilmessaggero.it/stampa_articolo.php?id=135365">www.ilmessaggero.it</a>Gianfranco FINI: «Spero che il Governo arrivi a fine legislatura ma siamo pronti a tutto»2010-10-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546583Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
“Pronti a qualsiasi sorpresa”. Così Gianfranco Fini durante la riunione a FareFuturo, prima tappa del percorso che porterà al nuovo partito.
<p> Il presidente della Camera non ha dubbi: “Far nascere un nuovo soggetto politico è ineludibile”. Poi dà la carica ai deputati Fli presenti in sala: “Ci accingiamo non a fare An in piccolo, ma un Pdl in grande”.
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Non ci sono altre alternative: ”Non avviare oggi il percorso che porterà al partito, dopo ciò che è successo, vuol dire rimanere in mezzo al guado. C’è effervescenza sul territorio e dobbiamo far nascere il nuovo soggetto politico”. La prossima tappa è quella di Perugia, dove il 6 e 7 novembre è da tempo fissata la convention di Generazione Italia. <br />
Ma avverte: “Non può più essere un appuntamento solo di Generazione Italia. Da oggi si dovrà parlare solo di Futuro e Libertà e raccordare i diversi soggetti che compongono l’arcipelago che ruota intorno a Fli”.
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A Perugia “bisognerà spiegare bene il messaggio e l’identità del partito che nascerà, individuando punti valoriali e programmatici di un ideale manifesto da presentare alla convention. Serve uno sforzo di elaborazione – ha detto Fini – e poi dovrà partire una campagna di adesione al manifesto sul territorio, per arrivare quindi, a metà gennaio, ad un altro appuntamento”. Il leader di Futuro e libertà non ha detto esplicitamente che si tratta della convention di Milano. Ma lo ha fatto capire con una battuta: “A me piace giocare in trasferta”.
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Quanto alla struttura del prossimo partito Fini ha spiegato di avere in mente “un movimento politico di opinione, che aggrega”. Non “una struttura radicata sul territorio e pesante”. E neanche “una struttura tradizionale con una gerarchia piramidale”. Sì invece a “un movimento, che dovrà autofinanziarsi, che non prevede incarichi ma tre gruppi di lavoro: uno per reperire risorse, uno per elaborare la bozza di manifesto programmatico, uno per organizzare gli eventi di Perugia e Milano”.
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Nella parte finale del suo discorso, il presidente della Camera riflette sul passato, all’esperienza di Alleanza nazionale: ”Non voglio più commettere gli errori che ho fatto. Se partiamo con la logica dei colonnelli e dei soldati, rischiamo di replicare quegli errori”.
<p>Il presidente della Camera infine lancia un messaggio chiaro ai suoi, niente falchi e colombe: “Quella di oggi è una riunione tra le più importanti per avviare il percorso di un partito che viene concepito oggi ma nascerà più avanti. Il comitato promotore siete tutti voi. Però d’ora in poi parliamo di politica: non voglio più gelosie e personalismi, niente falchi e colombe.<br />
La barca è di tutti e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/05/governo-fini-spero-arrivi-a-fine-legislatura-ma-siamo-pronti-a-tutto/68121/">Il Fatto Quotidiano.it</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Il Pd deve darsi una scossa» - INTERVISTA2010-09-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507238Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Pd: rinnovamento generazionale? Applichiamo lo statuto.
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<b>Senatore Ignazio Marino, per caso c'era anche la sua firma nel documento dei 75 di Veltroni?</b>
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No, non condivido il metodo di Walter Veltroni in questa circostanza. In un grande partito che si dice democratico chiunque può esprimere, nelle sedi appropriate e senza scambiarsi lettere sui giornali, critiche e valutazioni.<br />
Resta comunque un punto che non si può eludere. Nel momento in cui il Pdl implode in preda ai conflitti interni il Pd non riesce comunque ad attirare consensi e, infatti, sondaggi alla mano, continua ad essere in difficoltà. Su questo dobbiamo interrogarci ed è urgente fare conoscere le nostre proposte concrete per l'Italia. In sintesi: il Pd deve darsi una scossa.
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<b>Con la scissione dei 75 il Pd è rotto definitivamente o si può ancora salvare?</b>
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Il Pd, più degli altri partiti, ha una grande responsabilità e un arduo compito, quello di proporre soluzioni agli enormi problemi che gli italiani vivono ogni giorno. Dobbiamo mettere in secondo piano i dibattiti interni, volti solo al posizionamento politico, e utilizzare le nostre energie per i lavoratori precari, i ricercatori, la scuola pubblica, la sanità pubblica e proporre un piano per il futuro che vogliamo.
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<b>Ma non si tratta dell'ennesima divisione autolesionistica?</b>
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Se il Pd si vuole salvare deve anche lottare per i suoi ideali, renderli forti e incrollabili, deve imparare a coinvolgere le persone. E deve lottare per i diritti, che non sono solo i diritti civili o le unioni civili, che peraltro servirebbe regolare data l'arretratezza in cui versa l'Italia. Ma penso per esempio al diritto di poter contare su una giustizia penale e civile, veloce e giusta. Diciamo no al processo breve ma sì a sentenze brevi, con una magistratura che possa lavorare in modo efficiente, perché pretendere che sia fatta giustizia è un diritto che i cittadini italiani non hanno più.
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<b>I giovani hanno ragione a voler rottamare i «vecchietti» o secondo lei Renzi, Civati, Serracchiani & C sono bravi solo a criticare ma non a proporre?</b>
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È evidente che nel Pd ci sia un problema di rinnovamento, anche generazionale. Da anni vediamo sempre lo stesso film con gli stessi protagonisti. Chi è più giovane deve avere l'opportunità di dimostrare ciò che sa fare e per questo è sufficiente applicare lo statuto del Pd che prevede che dopo tre legislature non si possa più essere ricandidati in Parlamento. Diciamo con chiarezza che chi è stato in Parlamento per quindici anni può continuare a fornire il suo contributo ma non essere più candidato. Nessuno escluso.
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E se alla fine riuscissero a rottamare i vecchi, chi secondo lei potrebbe essere in grado di guidare un partito con troppe anime e senza identità?</b>
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Le anime e le identità sono diverse soprattutto tra coloro che hanno avuto la tessera della Dc o del Pci. Le persone che, come me, hanno avuto solo la tessera del Pd non risentono e non si riconoscono in queste antiche divisioni, e neanche i nostri sostenitori che sono assai più uniti dei dirigenti.
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<b>Bersani è schiavo di Di Pietro o Di Pietro è l'unico alleato fedele e leale?</b>
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Di Pietro è un alleato naturale del Pd, come lo sono altri partiti che hanno a cuore la democrazia e vogliono ristabilire alcune regole fondamentali che Berlusconi ha travolto con la sua politica totalitaria. Certo, il Pd deve tracciare le linee di un programma per tornare al Governo perché chi si vuole alleare con noi deve prendere un impegno preciso e condividere il progetto. Io credo che Di Pietro sia pronto a farlo ma l'amicizia sarà lunga solo se i patti sono chiari.
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<b>Berlusconi è schiavo della Lega o la Lega è l'unico alleato fedele e leale?</b>
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<p>Berlusconi ha fallito e la conseguenza è una ricerca della sopravvivenza ad ogni costo, anche da schiavo della Lega. Bossi detta legge da molto tempo e, dopo la scissione con i finiani, la detterà più di prima. È pericoloso essere schiavi della Lega e delle sue esigenze che non rappresentano tutta l'Italia. Io credo in un Paese, una nazione unita.
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<b>L'asse Fini-Rutelli-Casini ruberà più voti al Pd o al centro-destra?</b>
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È un «asse» tutto da verificare che per ora non esiste. Gli italiani credono nel bipolarismo e nel momento del voto tendono o scegliere la destra o la sinistra. La verità è che le piccole formazioni politiche alimentano il vecchio problema della politica italiana, ovvero il trasformismo, per costruire e cambiare maggioranze e governi indipendentemente dal risultato elettorale. <br />
Gli elettori, i cittadini, hanno idee nette, si sentono riformatori oppure conservatori e si vorrebbero orientare verso quei partiti che rappresentano una o l'altra di queste due visioni della società.
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<b>E Vendola dove lo mettiamo? Riproviamo come ha fatto Prodi a far salire sulla barca tutti, pure il diavolo come dice Di Pietro purché si metta fuori causa Berlusconi?</b>
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Nichi Vendola non è il diavolo: è un uomo molto colto ed equilibrato che sta cercando di modernizzare una delle regioni del nostro Sud. Ha una formazione politica profondamente democratica e un progetto per modernizzare le regioni del mezzogiorno. Credo abbia molti meriti e dobbiamo riconoscerglieli.
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<b>Anche Javier Bardem, attore sulla cresta dell'onda, si chiede perché gli italiani votano ancora Berlusconi.<br />
E perché il Paese gli crede ancora: non sarà mica colpa di un'opposizione poco credibile?</b>
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L'opposizione per essere credibile deve cambiare radicalmente metodo, mettendo sul tavolo delle proposte concrete e ancorandosi a forti valori culturali e di solidarietà, in poche parole deve dire qualcosa di sinistra_ Certo, se poi non si risolve il conflitto di interesse, non si assicura il pluralismo dell'informazione, non si cambia la legge elettorale, la strada è in salita e il voto sarà influenzato anche da queste anomalie che non sono facili da spiegare a Javier Bardem, anche perché non crederebbe alle sue orecchie. Javier Bardem vive in Spagna e guarda la Tve e la Cnn: gli italiani, invece, ogni giorno vedono il Tg1 e il Tg5 dove le notizie sono imposte da Silvio Berlusconi.
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<b>Perché oggi litigano perfino i medici in sala parto? In Italia non si fanno troppi cesarei?</b>
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Ciò che è avvenuto a Messina a fine agosto, con la sala parto trasformata in un ring, non è accettabile. L'Italia sembra, in questi giorni, trasversalmente unita da episodi di malasanità su cui è doveroso indagare. La mia sensazione è che si tratti di episodi gravi ma isolati che purtroppo gettano discredito sul lavoro, la competenza e il senso di responsabilità dei tanti medici ed infermieri che lavorano nel nostro paese. Rispetto ai cesarei, è evidente però che se ne eseguano troppi. <br />
L'Organizzazione mondiale della sanità indica come tetto il 13,7% mentre l'Italia è al 39% e Reggio Calabria al 65%. Iniziamo col far rispettare i protocolli, regoliamo meglio l'attività privata dei ginecologi e informiamo correttamente le donne.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=U4AOU">Italia Oggi - Marco Castoro</a>Marco PANNELLA: RADICALI. «INSIEME AGLI ITALIANI CONTRO I PARTITI-SCIAGURA»2009-03-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it389854Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
L'annuncio alla chiusura del congresso dei radicali<br />
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Chianciano (Siena) - I radicali italiani aprono una campagna di tesseramento e di consenso contro la «sciagura della partitocrazia che da 60 anni affligge il Paese».<br />
Il congresso del partito ghandiano si è concluso con una piena conferma della «missione» che ne ha motivato la convocazione straordinaria. È questa la conclusione di Marco Pannella, secondo il quale sono almeno 8-10 milioni gli italiani pronti a liberarsi del «fardello dei partiti antidemocratici, costosi e ingombranti».<br />
«Quando i cittadini - ha detto Pannella - verranno correttamente informati dei nostri obiettivi, saranno certamente con noi come hanno sempre fatto. È evidente che la gente è costretta ad ascoltare dai mass-media solo bugie.<br />
Quando capirà quali sono i nostri programmi verrà con noi.<br />
Il nostro messaggio è chiaro: mandare via tutta questa partitocrazia perchè in buona o in malafede sono una sciagura. Chiediamo agli italiani di darci fiducia - ha concluso Pannella - come classe dirigente radicale per il governo del Paese».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/09_marzo_01/pannella_radicali_Italiani_appello_71c24b54-066e-11de-bafb-00144f02aabc_print.html">Corriere della Sera.it</a>Marco PANNELLA: Il Pd? Come il loft, vuoto assoluto. - INTERVISTA2009-02-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388906Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
“Dagli anni ’60 sogno un partito democratico e laico, all’americana. Ma questa sinistra si è rivoluzionata solo a chiacchiere. Franceschini? Un leader di grande esperienza politica democristiana…”<br />
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Tra un sigaro toscano e un gigantesco piatto di carbonara, alla vigilia del 7° congresso dei Radicali italiani che si apre oggi a Roma, Marco Pannella parla del suo partito e del Pd, di Di Pietro e dei referendum, del caso Englaro e del «nulla» di Walter Veltroni.<br />
<b>“Pannella, i rapporti tra i Radicali e il Pd di Veltroni non sono stati facili in questo anno. Con Franceschini andrà meglio?”</b><br />
Per quanto riguarda noi Radicali, siamo già nella fase organizzativa della lotta per un nuovo Regime. Che presume la liquidazione, dopo 60 anni, della partitocrazia; come dopo 20 anni ci fu quella del fascismo. Il nostro congresso italiano è mirato a questo: mobilitare i Radicali, e intorno a loro chi lo voglia, per la Liberazione democratica dalla messa a sacco del Regime partitocratico. E la radicale sostituzione di una classe dirigente che dopo 60 anni non potrebbe altrimenti che continuare a produrre degrado e rovine. Sì lo so: ma son son convinto che possiamo farcela come disse De Gaulle a chi gli chiedeva di abolire i cretini, è un ’ vaste programme’.<br />
<b>
“Già, vaste programme Ma non ha detto nulla su Franceschini.”</b><br />
Onestamente, la cronaca stucchevole di questo regime non mi ispira nè simpatia nè avversione ma solo indifferenza.<br />
<b>“E’ rimasto indifferente anche alle dimissioni di Veltroni?”</b><br />
Lo ripeto fino alla noia: a me interessa la politica. E nel loft, o come capperi si chiamava, fin dall’inizio ha abitato il vuoto di politica che di solito viene riempito solo da quel che finisce nei canali di scolo della storia.<br />
<b>“Eppure lei fu il primo ad auspicare la nascita di un Partito democratico, fin dai tempi della svolta di Occhetto”.</b><br />
Se è per questo, fin dagli anni 60 il nostro obiettivo era una riforma “ americana” un grande partito democratico e uno repubblicano entrambi laici e liberali, l’uno conservatore l’altro riformatore.<br />
<b>“E il Pd di oggi non c’entra nulla con quell’obiettivo?”</b><br />
No, perchè in tutte le sue componenti la sinistra partitocratica di oggi, al pari della destra partitocratica, a chiacchiere si è rivoluzionata ma in realtà si è solo meccanicamente e superficialmente adeguata a quel che accadeva nel mondo. Siamo giunti così in mezzo secolo al degrado ideologico e anche idro-geologico di un paese senza legalità e senza democrazia.<br />
<b>“Lei ha convocato questo congresso nel pieno del caso Englaro. Perchè?”</b><br />
Perchè durante questa vicenda c’è stato un ulteriore salto di qualità nella capacità degna quasi di Goebbels di ingannare il Paese, dando bestiale forza al falso e alla menzogna. Grazie alla quale tutti, per un attimo, abbiamo avuto il dubbio che davvero Eluana stesse per essere condannata a morire ’di fame e di sete’. Guarda caso fu proprio il Silvio nazionale, in quei giorni, a dire “andatelo a chiedere a Pannella come ci si sente dopo quattro giorni di fame e di sete”. Naturalmente nessuno è venuto a chiedermelo, altrimenti avrei subito spiegato che anche una persona in perfette condizioni, dopo un primo giorno non sente più nulla che somigli a fame e sete.<br />
<b>“Vi hanno accusati di promuovere l’eutanasia.”</b><br />
Vorrei semplicemente ricordare, visto che parlo al Giornale, che uno dei massimi liberali pro-eutanasia, in tempi in cui sembrava una bestemmia, fu Indro Montanelli. E sarebbe forse utile documentarsi sul rapporto straordinario tra Indro e tutta la storia dei Radicali, da Pannunzio a me stesso.<br />
<b>
“Intanto il Parlamento sta discutendo il testamento biologico. E c’è già chi promette referendum se passerà il testo voluto dalla maggioranza”.</b><br />
Un vero referendum comporta preparazione, propaganda, non eccessiva disparità tra le due tesi a confronto, rispetto dei suoi risultati, insomma un contesto democratico. Insomma, se si vuol decidere di fare un refendum non si può sottovalutare il fatto che democrazia e stato di diritto esistono più in questo paese, la fine del regime che l’opprime. Ma è comunque anche vero che può servire a costruire momenti di maggior comprensione e conoscenza da parte del ’popolo sovrano’ della realtà in cui è sommerso.<br />
<b>“Eppure c’è chi come Antonio Di Pietro non fa che annunciare referendum.”</b><br />
Questa storia del Di Pietro referendario è una bella balla evidentissima a tutti. E infatti non è un caso che, come ieri Bertinotti, oggi a Tonino, che evidentemente non dà fastidio a nessuno, viene lasciata piena opportunità di fare efficaci e demagogici comizi contro il regime e contro Berlusconi in ogni spazio di RaiSet (Rai e Mediaset, ndr).<br />
<b>
“Tornando a Franceschini, ha sentito anche lei una svolta laica nei suoi primi passi?”</b><br />
Direi che un nuovo leader come lui, di grande esperienza politica democristiana, ha evidentemente ritenuto necessario mostrare maggior considerazione per le posizioni laiche della grande maggioranza della popolazione e della sua stessa base elettorale.<br />
<b>
“Più di Veltroni?”</b><br />
Non si può confrontare una politica, quale che essa sia, con il vuoto assoluto, con l’immagine priva di identità del Pd del loft.<br />
<b>“E di Berlusconi premier che opinione ha?”</b><br />
Che non è il genio del male o del bene ma l’ultimo, alto rappresentante della storia partitocratica italiana. E forse non si accorge che la velocità dei suoi trionfi si avvicina sempre più a quella della forza di gravità. Temo che con lui dovrà accorgersene il Paese. I capaci davvero di tutto crollano rovinosamente, i buoni a niente si confondono con il fango dell’irrilevanza.<br />
<b>
“Siete stati con lui, però.”</b><br />
Abbiamo puntato sulla fase enfaticamente liberale di Berlusconi. Che si chiuse definitivamente nel ’96, alla vigilia delle elezioni, quando Silvio decise di rompere i patti e gli impegni scritti, che prevedevano un uguale numero di candidati eligendi Radicali e di quelli cattolici. Poi manco ai patti e scelse un’altra linea, quella di cui ancora oggi vediamo gli sviluppi. Tre anni dopo noi prendemmo l’8,5% alle Europee, e Berlusconi fu costretto a mobilitarsi, insieme ai ’Massimi comunisti’, per impedire la presidenza della Repubblica per Emma Bonino, voluta dal 72% degli italiani. Poi la escluse dalla commissione Ue a favore - guarda un po’ - di Prodi. E infine invitò gli elettori ad andare al mare anzichè votare i nostri 20 referendum del ’99, quelli, tra l’altro, della separazione delle carriere e dell’articolo 18, di tutte le grandi riforme che allora Berlusconi promise di fare dal governo e che ancora aspettano di essere realizzate.<br />
<b>
“Pannella, alle Europee che farete?"</b>
Siamo al solito in una condizione difficilissima. Staremo come sempre a vedere se si aprono falle nel muro anti-democratico, pronti a sfruttarle. Ma siamo già stati a lungo, e scegliendolo, fuori dal Parlamento e lontani dai finanziamenti pubblici, e siamo ancora qui, intenti ora a mandare a casa lor signori partitocratici e sostituirli, con la nuova liberazione.
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=138104">Il Giornale - Laura Cesaretti</a>Marco CAPPATO: NOI RADICALI A CONGRESSO.2009-02-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388908Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Come radicali “del fronte italiano” ci riuniamo a congresso da oggi a Chianciano per discutere di come realizzare l’alternativa a questo regime sessantennale, come aggregare individui per esprimere una classe dirigente alternativa.<br />
Le briciole di attenzione nei nostri confronti riguardano altro: come ci presenteremo alle Europee. Doveroso dunque chiedersi se un partito elettoralmente “minimo” si può permettere non solo di “parlare d’altro”, ma addirittura di voler smantellare baracche grandi e piccoli della partitocrazia.<br />
Abbiamo la presunzione, o la follia, di pensare di sì, a partire da alcuni dati di fatto.<br />
Ci sono obiettivi sui quali rappresentiamo, spesso da soli, il comune sentire di grandi maggioranze d’opinione: abolizione di finanziamenti statali e truffaldini a partiti a-democratici, Chiese, sindacati, corporazioni; libertà e responsabilità individuale nelle scelte religiose, sessuali, riproduttive, di cura, di fine della vita; riforma “anglosassone” del sistema istituzionale; riforma “Tortora” per una giustizia responsabile; libertà di lavoro e di impresa, contro un sistema corporativista e statalista; un welfare per “abolire la miseria” più che per proteggere i garantiti; la vita del diritto internazionale – Corte penale internazionale, moratoria sulla pena di morte, organizzazione mondiale della e delle democrazie – come strumento per garantire la pace, contro la sovranità assoluta dello stato nazionale. Non è un elenco di “posizioni”, ma di lotte, spesso vittoriose anche “elettoralmente”, con i referendum. Non è un elenco “al passato”, buono per il riconoscimento postumo magari proprio da chi prova a seppellirci ogni giorno con l’uso violento e illegale delle televisioni. <br />
Le nostre proposte riguardano l’oggi, un paese che non ha soldi per affrontare la crisi economica ma che continua a mandare in pensione a 60 anni, che è il più condannato dalla Corte europea, ma che preferisce l’amnistia selvaggia della prescrizione a un’amnistia regolamentata contro l’impunità.
Un altro fatto rende possibile la follia di una rivoluzione liberale. La partitocrazia di oggi non è soltanto incapace di rappresentare l’opinione pubblica, ma persino di proteggere gli interessi delle proprie burocrazie e clienti.<br />
Che sia la versione padronale berlusconiana, la versione balcanizzata – tra fondazioni, cacicchi – della sinistra ufficiale o la versione abbaiante e inoffensiva del populismo dipietresco, l’unico collegamento che mantengono con il popolo è quello del bombardamento televisivo, delle “emergenze” indotte, degli stupri che aprono i Tg, della menzogna di Eluana che “soffrirà di fame e di sete”, con le risposte terrorizzate di una politica pronta a disfarsi di ogni “tabù” democratico e di ogni impaccio: militari in città e ronde, sondini infilati a forza, scioglimento illegale della commissione di vigilanza, chiusura del Centro d’ascolto radicale per l’informazione radiotelevisiva, cioè l’unico organismo in grado di raccontare l’anatomia di questi delitti contro la conoscenza.<br />
Ultimo fatto: arrivano segnali da un mondo dove ogni possibilità di riforma sembrava cancellata: la Chiesa, intesa come comunità dei credenti, inizia a manifestare opposizione alla strategia vaticana; da Küng a Mancuso, si parla di Concilio vaticano III, un po’ come quando Pannella, durante il conclave, portò in piazza un cartellone con l’auspicio di un Giovanni XXIV. Se c’è speranza lì, non è il momento di perderla per nessuno.<br />
Con questo congresso non ci “chiamiamo fuori” dalla politica dei partiti e delle alleanze. Siamo così attaccati alla sopravvivenza del “soggetto elettorale radicale” che proviamo a superarlo ogni volta, da ultimo con la Rosa nel Pugno.<br />
Vogliamo “solo” che quella politica sia il prodotto di obiettivi da realizzare, non di poteri abusivi da preservare. E ci proviamo, come sempre, con chi ci sta. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.europaquotidiano.it/site/guarda.asp?id=44094">Europa - Marco Cappato</a>Massimo Cacciari: «Franceschini? Con lui un'altra legnata» - INTERVISTA2009-02-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388814Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Venezia (VE) (Partito: DL) <br/><br/><br />
C’è rammarico nelle parole di Massimo Cacciari: «Quanti errori! E pensare che il Pd, alle ultime politiche, non ha avuto un insuccesso: dopo Prodi neppure il padreterno avrebbe potuto vincere. Che occasione sprecata...».<br />
<b>Sindaco, lei ha detto che il nuovo leader deve essere un Chiamparino con una dimensione culturale nazionale e internazionale. Praticamente ha fatto il suo ritratto...</b><br />
«No, no, nel modo più assoluto: non ho la passione politica né la volontà di potenza che ha l’amico Chiamparino. E poi quella era una battuta».<br />
<b>Scherzi a parte: molti della base reclamano o lei o Chiamparino...</b><br />
«Capisco, ma un conto sono le passioni, un conto la politica ragionata che, purtroppo, nel Pd scarseggia».<br />
<b>Si faccia avanti lei...</b><br />
«Io sono troppo vecchio: meglio Chiamparino. Ma il problema non è legato a un nome, quanto al progetto, alle cose che dovevano esser fatte subito».<br />
<b>Ossia?</b><br />
«Il partito doveva creare le condizioni indispensabili affinché potesse emergere una nuova classe dirigente. E non è stato fatto».<br />
<b>Perché?</b><br />
«Perché si continua a sbagliare. Si prosegue con la logica della cooptazione, mentre sono i vertici che devono creare una classe dirigente nuova».<br />
<b>
Facile a dirsi ma...</b><br />
«Ma nooo, è facile anche a farsi. I volti nuovi emergono dallo scontro politico serio e aperto».<br />
<b>Be’, lo scontro c’è...</b><br />
«Bene! Se ne approfitti. I dirigenti del Pd aprano immediatamente una fase costituente. Le correnti escano allo scoperto, si diano un’identità e si confrontino in un congresso serio. Se-rio!».<br />
<b>Si doveva fare prima?</b><br />
«Certo. Questo è stato un grave errore di Veltroni che, a mio avviso, tra tutti è quello che ha sbagliato di meno».<br />
<b>Qualche errore lo ha commesso...</b><br />
«Era partito bene poi però, come gli altri vertici, ha pensato solo a un patto compromissorio tra vecchie eredità».<br />
<b>L’ha ammesso anche lui, dicendo «Un partito non può essere come il Vinavil...».</b><br />
«Se n’è accorto soltanto adesso? Un partito nuovo deve parlare al futuro, non guardare a come tenere insieme pezzi di passato. Eppure questo promise durante le primarie...».<br />
<b>E invece?</b><br />
«Invece non è andato in quella direzione, non ha giocato all’attacco, è stato condizionato dai giochetti di rendita».<br />
<b>Il problema è che tenere insieme margheritini e diessini non è mica facile...</b><br />
«Ma lui non doveva parlare alle vecchie anime degli ex Ds e degli ex Dl: ecco il suo errore più grande».<br />
<b>Ma così rischiava scissioni un giorno sì e uno no...</b><br />
«Echissenefrega! Quando ti avventuri in un’esperienza nuova non puoi portarti dietro delle zavorre. Perderai qualche pezzo all’inizio ma dopo voli. Sennò rischi di fare come lo sventurato della storiella buddista».<br />
<b>Storiella buddista?</b><br />
«Sì, quello morto sui monti perché s’era portato in vetta una zattera che considerava utile per averlo aiutato ad attraversare un fiume a valle».<br />
<b>L’altro errore?</b><br />
«Il suo “maanchismo”: non è riuscito a dare una linea certa e chiara al partito. E poi nei confronti dell’Idv...». <br />
<b>Ha sbagliato pure lì?</b><br />
«Ma sì! Non puoi concentrarti in un esercizio di opposizione totalmente a rimorchio di Di Pietro».<br />
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E ora che si fa?</b><br />
«Si faccia entro aprile un congresso straordinario apertissimo chiamando tutto il popolo delle primarie».<br />
<b>E se non si fa in tempo?</b><br />
«Ridicolo impiccarsi ai regolamenti, si faccia subito, su-bi-to!».<br />
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E Franceschini?</b><br />
«Vedo con terrore la prospettiva di andare alle elezioni europee con Dario leader e poi al congresso: prenderemo un’altra legnata clamorosa».<br />
<b>E se fosse il congresso dello scioglimento del Pd?</b><br />
«Benissimo. Lo si faccia e lo si dica, però!».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KTOHM">Il Giornale - Francesco Cramer</a>Andrea SARUBBI: «Sono spaesato, mi ha voluto Walter, su suggerimento di Rutelli... [Dalla base sale un urlo sul web "Adesso via tutta la nomenklatura"]2009-02-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388804Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/> <br />
«Sono spaesato, mi ha voluto Walter, su suggerimento di Rutelli, è la prima volta che mi capita nella vita...
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Ma so che adesso bisogna avere coraggio, non aggrapparsi alle figure di garanzia, ad una classe dirigente nata quattro partiti fa». Modello Renzi, modello Bersani, i germi di una prossima divisione.<br />
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Tra tanto furore, note di tristezza:<br />
«Povera sinistra italiana, mi manca... Ma chi sono oggi gli italiani di sinistra? Cosa hanno in testa? Cosa vogliono veramente? Forse è tutto finito... Lo confesso:<br />
ho paura».
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<b>DALLA BASE SALE UN URLO SUL WEB "ADESSO VIA TUTTA LA NOMENKLATURA"</b><br />
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Presi d`assalto siti e blog di area. Il coro è unanime: ora facce nuove e opposizione dura.<br /><br />
Via tutti, via Veltroni, ma anche, come direbbe Crozza, per l`ultima volta, via tutti gli altri. Via Bersani, via Fioroni, via D`Alema, via Rutelli, via Soro, via Letta, via Latorre e persino i meno visibili Carra e D`Ubaldo... Via «le compagnie brutte», via «tutta la classe dirigente che nasce dal ventre del vecchio Pci», via «i pericolosi ipocriti doppiogiochisti», via «quelli che trattano il Vaticano non come uno Stato estero ma come il consigliere privilegiato», via la «Binetti che ascolta Radio Vaticana prima di votare», via «la nomenklatura arroccata nella torre d`avorio», «via quelli che anche quando cadono per terra, poi c`è sempre uno champagne, una prima all`opera, un vernissage che li aspetta».
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Un grido collettivo, un`onda inarrestabile di emozioni, quella del dopo-Veltroni. La delusione, la rabbia, la voglia di reagire, prendono forma nelle migliaia di messaggi che intasano i siti online dell`Unità, di Repubblica, degli altri indirizzi web occupati da una sinistra travolta dalla sconfitta bruciante di Soru e poi da quel «me ne vado» senz`appello del leader.
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Cambia tutto, all`improvviso. Ed ecco che la reazione di molti, della maggioranza, prende la strada rancorosa, livida, della ribellione nei confronti di un establishment di partito, vissuto come «casta».
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Messa così, non basta, non sazia, la testa caduta di Veltroni.
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Della vecchia guardia non si salva nessuno, chi stava in prima fila e chi in seconda, chi si opponeva e chi era organico al progetta. «Vorrei che se ne andassero tutti gli apparatnik, gli uomini di corridoio, i lecchini, i rutelli e i rutellini, i faziosi, i moralisti cattopapisti, gli arrivisti, i terzomondisti, i precisini, i benaltristi, i sempresentisti, gli entusiasti di ogni cambiamento».
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E` la furia del cupio dissolvi. Il segnale che gli elettori del Pd vogliono girare pagina, anche brutalmente.
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Non vedevano l`ora di dirlo, di urlarlo: «Qui è un`intera classe dirigente che ha fallito! Invece di creare una scuola quadri, di promuovere facce nuove, i soliti hanno lottato per le poltrone.
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Veltroni ha solo accelerato il processo con la sualinea morbida...».<br />
Veltroni che lascia, Veltroni che passa dal «Yes we can, al Yes I go».
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Veltroni che qualche militante ostile, già non rimpiange: «Era ora, è la prima cosa buona che fa, ma troppo tardi».<br />
Però anche Veltroni che distrugge un sogno:<br />
«Grazie Walter, gentiluomo tra gli sciacalli, con te finisce la mia storia politica ed elettorale».<br />
Fa impressione leggere in sequenza gli sfoghi, gli sbandamenti.<br />
E` una base sofferente, mai più disposta ad illudersi: «A questo punto l`intera classe dirigente dovrebbe riflettere sullo stato del Partito. Il problema non è un semplice cambio di leadership. Abbiamo bisogno di una nuova sintesi che provenga da un`altra generazione».
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Aria nuova, dunque, «volti nuovi, idee fresche, opposizione dura»: «Facciamo la lista di quelli che se ne devono andare, tutti quelli che hanno trasformato il sogno in un incubo. Se si vogliono migliorare le cose va cambiato l`intero gruppo dirigente, vanno allontanate le cariatidi, si dimettano la direzione e il governo ombra o io non voterò più».
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Quasi mille messaggi solo all`Unità e l`aria che tira è principalmente questa: Veltroni è stato troppo «soft» contro il Caimano, è stato travolto dal suo «ma anchismo che in politica non paga», aveva «i capibastone che gli remavano contro», ma nessuno pensi di rimpiazzarlo con i soliti o il Pd, che adesso è «ircocervo», diventerà un guscio vuoto. «Bye bye Walter, non èl`epoca giusta per te.
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Adesso nuovo segretario, nuova linea politica». La rabbia per la sconfitta che brucia trasformata in opportunità: «E` questa <b>l`occasione per fare piazza pulita della nostra parte di casta</b>».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KT8V8">La Repubblica - Alessandra Longo</a>ANTONIO FLOVILLA: FLOVILLA ADERISCE ALLA ROSA BIANCA2008-02-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329615Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Basilicata (Gruppo: Altro) - Consigliere Consiglio Comunale Rionero in Vulture (PZ) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/>L’Italia del Centro aderisce al movimento politico “Rosa Bianca – Libertà e Solidarietà” e plaude all’intesa raggiunta a livello nazionale da Pezzotta e Casini. Lo rende noto il consigliere regionale Antonio Flovilla, che in una nota conferma la volontà di sostenere a livello regionale l’azione di governo del presidente De Filippo. Flovilla ha variato anche la denominazione del suo gruppo consiliare, aderendo al “gruppo misto - “Rosa Bianca – Libertà e Solidarietà”.<br/>fonte: <a href="http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?MenuGuid={90BF8C89-BCE8-40C9-9000-0C8B66B3912F}&id=627472">basilicatanet.it</a>Antonio Potenza: Assessori e Consiglieri UDEur della Regione Basilicata passano a "Popolari Uniti"2008-02-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328562Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Basilicata (Partito: UDEUR) <br/><br/>“Popolari Uniti – afferma a nome dell’intero gruppo il consigliere Scaglione - è una formazione politica autonoma che ha le sue matrici nella grande tradizione del popolarismo cattolico, una tradizione che rispetta e difende la laicità dello Stato, ma non rinuncia al dovere di testimoniare un modo di intendere la politica come servizio alla comunità ed al cittadino”.
“Le riforme che il movimento dei “Popolari Uniti” è impegnato a realizzare – aggiunge Scaglione - riguardano pochi, ma decisivi aspetti della vita democratica: un sistema elettorale che favorisca la scelta dei rappresentanti da parte del cittadino elettore; riduca la frammentazione politica; incoraggi le aggregazioni omogenee; un nuovo e decisivo impulso alla semplificazione dell’attività amministrativa; una riforma fiscale orientata a favorire lo sviluppo dell’economia e a ridurre gli squilibri territoriali; una riforma della Giustizia incentrata sulla certezza della pena, sulla rapidità dei processi, sull’imparzialità dei giudici, sul divieto alla spettacolarizzazione dei processi, sul rispetto della privacy”.
Nel sottolineare le distanze dalla destra e dalla sinistra radicale, il consigliere Scaglione dichiara che “siamo e restiamo al centro, in un fecondo dialogo con le forze che, pur partendo da tradizioni diverse, fanno dell’interclassismo, dell’uguaglianza e delle pari opportunità la loro bandiera ideale. Per questi motivi – conclude - abbiamo ritenuto di ancorare la nostra esperienza politica al progetto frutto della coerenza e degli impegni assunti anche con i cittadini di questa regione. Una coerenza in grado di garantire la piena e convinta continuità del Centro - sinistra in Basilicata”.<br/>fonte: <a href="http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=623271">basilicatanet.it</a>