Openpolis - Argomento: Interrogazionehttps://www.openpolis.it/2016-04-30T00:00:00ZPietro ICHINO: Liberalizzare il sistema di protezione dei diritti d'autore 2016-04-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it769118Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La gestione della SIAE, in regime di Monopolio, fa registrare ipertrofia della struttura, gravi inefficienze ed enormi sprechi, che potrebbero essere superati col consentire che ciascun autore scelga liberamente da chi far tutelare i propri diritti.
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Interrogazione presentata il 29 aprile 2016, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.
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Premesso che:<br />
la Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), veniva fondata il 23 aprile 1882 da un’assemblea composta da scrittori, musicisti, commediografi ed editori dell’epoca: del primo Consiglio Direttivo della Società Italiana degli Autori facevano parte nomi storici quali Giuseppe Verdi, Giosuè Carducci, Francesco De Sanctis ed Edmondo De Amicis;
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regolamentata dalla legge n. 633/1941 sul diritto d’autore che, al titolo quinto, attribuisce alla SIAE in forma esclusiva, l’attività di intermediario, comunque attuata, sotto ogni forma diretta e indiretta di intervento, mediazione, mandato, rappresentanza ed anche cessione per l’esercizio dei diritti di rappresentazione, di esecuzione, di recitazione, di radiodiffusione e di riproduzione meccanica e cinematografica di opere tutelate, la SIAE vanta un regime di monopolio che di fatto dura da oltre 130 anni nel nostro Paese e che poteva essere interrotto aprendo le porte alla liberalizzazione della gestione dei diritti d’autore e delle licenze a esse connesse recependo la Direttiva 2014/26/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno;
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in particolare, l’art. 5 paragrafo 2 della Direttiva 2014/26/UE recita: «I titolari dei diritti hanno il diritto di autorizzare un organismo di gestione collettiva di loro scelta a gestire i diritti, le categorie di diritti o i tipi di opere e altri materiali protetti di loro scelta, per i territori di loro scelta, indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti. A meno che non abbia ragioni oggettivamente giustificate per rifiutare la gestione, l’organismo di gestione collettiva è obbligato a gestire tali diritti, categorie di diritti o tipi di opere e altri materiali protetti, purché la gestione degli stessi rientri nel suo ambito di attività.»;
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il 30 marzo 2016, nel corso di un’audizione presso le commissioni riunite VII e XIV della Camera, il Ministro interrogato ha dichiarato che nella direttiva non è presente alcuna indicazione su come i singoli Stati devono organizzarsi, ma vengono riportati semplicemente alcuni principi che devono essere rispettati. Perciò, la questione potrebbe trovare soluzione attuando una profonda riforma della SIAE e non procedendo verso la liberalizzazione, bloccando di conseguenza la possibilità a più società di competere sullo stesso terreno dei diritti d’autore che decideranno di scegliere i singoli autori, nonostante già dalla precedente legislatura si era attestata la propensione verso la completa liberalizzazione del sistema, sull’onda degli scandali che hanno interessato la SIAE;
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le critiche contro la SIAE vanno dalla modalità di gestione dei diritti d’autore, ai bilanci in rosso, all’esercizio del monopolio in Italia. La ripartizione dei diritti d’autore presenta evidenti squilibri poiché avviene attraverso logiche e dinamiche oscure, imperscrutabili e inique: i criteri di ripartizione del diritto d’autore maturato, si basano infatti su un sistema ‘a campione’, aleatorio e facilmente manipolabile, dimostrabile dai dati diffusi secondo i quali il 65% degli artisti registrati alla Siae, alla fine dell’anno, percepisce in ripartizione dei diritti meno di quanto versa all’ente per la quota di iscrizione, a vantaggio degli artisti e degli autori legati a major di rilievo;
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da un articolo de Il Fatto Quotidiano del 7 aprile 2016 si trae il dato secondo cui la SIAE verserebbe in profondo dissesto economico, per oltre 900 milioni di euro. Tra i motivi del dissesto, come denunciava già nel 2012 Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, il carattere eccessivamente “a conduzione familiare”: ben 527 dei 1.257 assunti a tempo indeterminato vantano legami di famiglia o di conoscenza con i vertici; i benefit connessi alle cariche; 189 cause di lavoro in 5 anni che hanno colpito l’ente; la presenza di circa 605 agenzie sul territorio, che incassano poco e hanno dimensioni risibili; il problema del pagamento degli assegni di quiescenza che ha costretto l’ente ad attingere dalle proprie casse; la decisione di immettere parte del proprio patrimonio immobiliare in un fondo, in cambio della metà del valore per l’ammontare di 256 milioni di euro, come scriveva Libero nel gennaio 2012; inoltre l’Aduc, associazione di tutela dei consumatori, ricorda la vicenda dell’investimento della SIAE nei titoli della Lehman Brothers e di oltre 40 milioni di euro andati in fumo, onde per un pari importo le royalties incassate per conto dei titolari dei diritti sono andate perdute;
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l’Istituto Bruno Leoni ha elaborato uno studio dal quale emerge che i costi e le inefficienze generate dal monopolio della SIAE nel nostro Paese generano uno spreco di oltre 13 milioni di euro l’anno, che potrebbe essere agevolmente eliminato o, almeno, ridotto, liberalizzando il mercato;
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per risanare i conti e procedere all’elaborazione di un nuovo Statuto, la SIAE è stata sottoposta a commissariamento nel 2011 sotto la guida di Gian Luigi Rondi, al quale è seguito il presidente e cantautore Gino Paoli che, dopo essere stato accusato di aver nascosto al Fisco 800 mila euro nella dichiarazione dei redditi del 2009 relativa al 2008, si è dimesso nel febbraio 2015, cedendo la presidenza a Filippo Sugar, figlio della cantante Caterina Caselli e del discografico Piero Sugar, egli stesso editore dell’omonima casa discografica “Sugar”;
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da un articolo de Il Fatto Quotidiano dell’8 febbraio 2016 emerge che in sede di audizione alla Camera dei Deputati, il 3 febbraio 2016 Filippo Sugar ha difeso la posizione monopolista della società nel settore dei diritti di autore, presumibilmente a vantaggio degli interessi discografici di famiglia, e in contrasto con le disposizioni della direttiva 2014/26/UE, anche attraverso argomentazioni non veritiere;
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difendere il monopolio SIAE significa non garantire la libertà di scegliere la società di tutela alternative alla SIAE : un caso eclatante è rappresentato dalla lettera di manleva SIAE, che obbliga l’autore non iscritto alla SIAE, o i cui brani non sono depositati e perciò non soggetti a tutela della società, a presentare l’autocertificazione presso l’ufficio territoriale di riferimento in cui attesta che il repertorio musicale non è depositato negli archivi SIAE, pagando alla società un corrispettivo per ogni esibizione dal vivo;
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decidere di intraprendere un percorso che possa essere una via di mezzo tra il mantenere il monopolio SIAE e riconoscere piattaforme di gestione diverse dalla SIAE non è una soluzione, e gli autori legati alle netlabel, produzioni indipendenti o autoprodotte, non ne trarrebbero alcun riconoscimento professionale e vantaggi; in questo modo, andrebbero in perdita le produzioni creative, artistiche e culturali cosiddette «dal basso», che al contrario andrebbero supportate e incentivate;
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con una lettera aperta pubblicata su diversi organi di stampa, oltre 300 tra aziende, imprenditori, startupper e investitori italiani nel campo del digitale, esortano il governo di liberalizzare il settore dei diritti musicali;
il mancato recepimento della direttiva in questione determina, oltre al rischio di sottoporre l’Italia all’ennesima procedura di infrazione, una situazione di evidente incertezza che potrebbe comportare uno stallo del mercato dei diritti d’autore, con conseguenti danni soprattutto per i titolari dei diritti;
pertanto, sono necessarie ed urgenti delle iniziative da parte del Governo per dare idoneamente attuazione alla direttiva;
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si chiede di sapere:
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quali siano gli orientamenti del Ministro sui fatti esposti in premessa;
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quali siano i motivi per i quali il Ministro stesso non ha ancora assunto le iniziative di competenza per il recepimento della direttiva 2014/26/UE e se e quali iniziative intenda adottare per escludere l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea;
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se non ritenga opportuno istituire un tavolo tecnico per dare attuazione in modo opportuno e adeguato alle disposizioni della direttiva 2014/26/UE, in particolare, privando la SIAE del monopolio affinché nel settore si operi concretamente in regime di concorrenza;
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se non intenda istituire una commissione ministeriale volta a monitorare lo stato della SIAE al fine di verificarne la gestione, le attività, nonché il funzionamento degli organi sociali, accertando, per quanto di competenza, eventuali responsabilità nel settore.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pietroichino.it/?p=40049&print=1">www.pietroichino.it</a>Filippo Crimì: Interrogazione per fare chiarezza sulle modalità di svolgimento delle prove d'accesso ai corsi di medicina generale2014-09-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it723671Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>Interrogazione per fare chiarezza sulle modalità di svolgimento delle prove d'accesso ai corsi di medicina generale
Pubblicato Lunedì, 22 Settembre 2014 14:12
“In seguito alle numerose segnalazioni riguardanti le modalità di svolgimento delle prove di selezione ai Corsi di formazione in Medicina generale dello scorso 17 settembre, ho presentato un’interrogazione al Ministro della Salute per accertare l’accaduto ed evitare che errori simili si ripetano.” – a dirlo è Filippo Crimì, deputato vicentino del PD.
“Sembrerebbe che in diverse Regioni d’Italia i test si siano svolti in condizioni assolutamente inadatte a un concorso pubblico. Le aule utilizzate erano insufficienti a contenere il numero di candidati e le Commissioni d’esame, nominate a garanzia del corretto svolgimento delle prove, erano carenti di personale.” – Continua Crimì - “Tali condizioni hanno favorito la collaborazione tra candidati, l’utilizzo di smartphone per la soluzione dei quiz e impedito alle Commissioni di svolgere un adeguato controllo. I concorsi non si possono svolgere in questo modo, deve essere garantita l'imparzialità e l'onestà morale degli esaminandi che si devono avvalere dell’unico strumento in loro dotazione è cioè il proprio sapere e la propria capacità individuale.” – conclude Crimì – “Quanto accaduto mette in evidenza la necessità di migliorare le modalità utilizzate e di adottare un sistema di selezione a graduatoria nazionale, così come già avviene per le Scuole di specialità universitarie, anche per l’accesso ai corsi di medicina generale; solo così si garantiscono trasparenza, oggettività e merito.”<br/>fonte: <a href="http://www.filippocrimi.it/index.php/archivio-notizie/64-interrogazione-per-fare-chiarezza-sulle-modalita-di-svolgimento-delle-prove-d-accesso-ai-corsi-di-medicina-generale">www.filippocrimi.it</a>Filippo Crimì: Prolungato termine graduatorie per il concorso di Medicina Generale a 60 giorni2014-08-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it723328Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>"Oggi il ministro Lorenzin ha firmato un Decreto con cui prolunga a 60 giorni il termine di subentro per gli idonei alla graduatoria di medicina generale per il prossimo concorso. "
"Il fatto che il concorso di medicina generale quest'anno sia così vicino al concorso di medicina specialistica” - spiega il deputato democratico Filippo Crimì – “poteva essere un problema per l'assegnazione delle borse visto che lo scorrimento delle graduatorie per gli idonei era fissato a soli 10 giorni."
"Con questo provvedimento non verrà perso neppure un contratto e sarà tutelato il contingente di medici di medicina generale i formazione” - Prosegue il deputato PD - “Mi ritengo soddisfatto per la pronta soluzione della questione che era stata sollevata da una mia interrogazione parlamentare a giugno.”<br/>fonte: <a href="http://www.filippocrimi.it/index.php/archivio-notizie/59-prolungato-termine-graduatorie-per-il-concorso-di-medicina-generale-a-60-giorni">www.filippocrimi.it</a>Roberto Rampi: Interrogazione al Governo su “droghe” e non solo2014-06-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it721380Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
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Al presidente del Consiglio dei Ministri
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per sapere
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Considerato che il 26 giugno è la giornata mondiale dedicata alla
lotta alle droghe, e questa dovrebbe essere l'occasione per fare il
punto di una situazione che continua a esser preoccupate e sulla
effettiva efficacia di politiche proibizioniste sulle sostanze
stupefacenti che hanno contribuito ad aumentare la produzione, i
traffici, i consumatori, i profitti delle organizzazioni criminali e
ridotto la conoscenza, la consapevolezza, la cultura da parte dei
consumatori.
<p>
La guerra alla droga ha consegnato quello che dovrebbe essere un
problema socio-sanitario al diritto penale, facendolo diventare una
questione di ordine pubblico e, in certi casi, di sicurezza nazionale.
Un detenuto su quattro è in carcere per reati legati alle sostanze
stupefacenti a causa del binomio proibizionismo/carcere, anche per
fatti di lieve entità.
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L’approccio proibizionista ha contribuito a limitare la ricerca
scientifica pura e quella applicata, lo sviluppo di nuove terapie per
decine di malattie con danni gravissimi per la salute di milioni di
persone.
<p>
Occorre affrontare il tema in modo non ideologico, con dati ufficiali e
con le esperienze positive in atto in altri paesi e includendo le
analisi di politici, economisti, giuristi ed esperti nazionali e
internazionali che denunciano il fallimento del proibizionismo tout
court e propongono possibili alternative.
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Si chiede di sapere se il Governo:
<p><b>1)</b> ritenga opportuno provvedere alla nomina del sottosegretario
competente anche per il del Dipartimento per le politiche sulle droghe;
<p>
<b>2)</b> ritenga utile altresì nominare un direttore scientifico di chiara
fama nazionale e internazionale per il suddetto Dipartimento;
<p>
<b>3)</b> abbia intenzione di convocare entro la fine del 2014 la 6°
conferenza nazionale sui problemi relativi alle sostanze stupefacenti;
<p>
<b>4)</b> condivida l'intenzione di sostenere e promuovere, nel rispetto delle
parole del Presidente della Repubblica, una incisiva depenalizzazione
dei reati di lieve entità, per i quali la previsione di una sanzione
diversa da quella penale può avere una efficacia di prevenzione
generale non minore, anche nel solco di quanto avviato dal Parlamento;
<p>
<b>5)</b> quali iniziative intenda intraprendere, in qualità di presidente di
turno dell'Unione europea, al fine di poter guidare il processo di
convocazione della sessione speciale dell'Assemblea generale dell'Onu
in materia di sostanze stupefacenti promuovendo contributi di tutti i soggetti interessati e coinvolgibili a partire dall'Organizzazione
mondiale della Sanità, le accademie nazionali delle scienze ma anche
associazioni di pazienti e organizzazioni non-governative attive da
anni per la promozione di riforme relative a leggi e politiche in
materia di sostanze stupefacenti;
<p>
<b>6)</b> intenda attivarsi presso l'Ufficio per le droghe e il crimine delle
Nazioni unite di Vienna per chiedere che sia sospeso ogni sostegno da
parte dell'Onu a politiche di repressione delle persone attraverso pene
sproporzionate per reati connessi alle "droghe", e in particolare che
il Governo esiga la sospensione di ogni aiuto all'esecuzione di
politiche che prevedono la pena capitale, come in particolare in Iran,
fino a "congelare" la quota parte dei finanziamenti dell'Italia al
suddetto ufficio ONU nel caso in cui tale sostegno indiretto alla pena
capitale dovesse essere mantenuto;
<p>
<b>7)</b> voglia prendere in considerazione, di concerto coi partner europei,
la possibilità di ridurre progressivamente i limiti imposti alla
ricerca medico-scientifica sulle piante, loro derivati e altri prodotti
chimici contenuti nelle tabelle delle tre Convenzioni Onu in materia di
sostanze stupefacenti;
<p>
<b>8)</b> abbia intenzione di modificare, di concerto con la Camera dei
Deputati e il Senato della Repubblica, il meccanismo ci comunicazione
del Rapporto annuale al Parlamento in materia di stupefacenti in modo
che le commissioni competenti, e in prospettiva la plenaria, possano
discutere pubblicamente il documento e adottarlo con un atto formale;
<p>
<b>9)</b> non ritenga opportuno monitorare la promozione di politiche di
"controllo delle droghe" affinché essa venga portata avanti nel pieno
rispetto dei diritti umani dei consumatori e del loro diritto alla
salute, difesa e giusto processo.
<p>
<b>10)</b> valuti opportuno rafforzare, in parallelo, il lavoro sull'uso
terapeutico di tali sostanze.
<p>
Roberto Rampi, <i>Valter Verini, Micaela Campana, Fausto Raciti, Giuditta Pini, Fabio Porta</i> <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.associazionelucacoscioni.it/sites/default/files/documenti/INTERROGAZIONE%20PARLAMENTARE.pdf">www.associazionelucacoscioni.it</a>Severino DAMIOLINI: SELLERO: INTERROGAZIONE SU EMISSIONI IN ATMOSFERA IMPIANTO A BIOMASSE TSN2013-12-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712677Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega) - Consigliere Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega) <br/><br/>
<a href="https://app.box.com/s/ktksiforgwrdt50k9u7i">In allegato l'interrogazione presentata dal nostro gruppo consiliare a seguito delle segnalazioni di alcuni cittadini.</a>
<br/>fonte: <a href="http://blog.libero.it/theriddle/12555394.html">www.damiolini.it</a>DELIA MURER: Piena attuazione per la 1942013-10-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it711475Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
“Quali iniziative abbia assunto o intenda assumere il Governo, d’intesa con le Regioni, perché venga rispettata su tutto il territorio nazionale la piena attuazione della legge 194”.
<p><i>La richiesta è dell’on. Delia Murer in una interrogazione al Ministro della Salute presentata in Commissione Affari sociali della Camera.</i>
<p> «Faccio riferimento in particolare alle questioni dell’obiezione di coscienza e dell'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, così come da impegni fissati dalla Camera dei deputati con il voto favorevole alla mozione nr. 1-00074, su cui non è ancora chiaro quale iniziativa il Governo abbia assunto».
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<b>Ecco il testo integrale dell’interrogazione.</b>
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Interrogazione<br />
Al Ministro della Salute<br />
Dall’on. Delia Murer
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Per sapere, premesso che:
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La Camera dei deputati, in data 11 giugno 2013, ha approvato, tra le altre, la mozione nr. 1-00074 a prima firma Lenzi, sul tema dell’attuazione della legge n. 194 del 1978 in relazione anche alla questione dell'obiezione di coscienza dei medici;
<p>
la mozione sopra citata evidenziava che dalle relazioni annuali sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, questa, nei suoi ormai trentacinque anni di attuazione, ha dato buoni risultati visto che il nostro Paese ha conosciuto una progressiva riduzione del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza;
<p>
la mozione rilevava che l'applicazione della legge ha, però, trovato recentemente un ostacolo nel sempre maggior ricorso all'obiezione di coscienza del personale sanitario;
<p>
“Infatti – si legge nella mozione -, dall'ultima relazione sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, presentata al Parlamento dal Ministro della salute il 9 ottobre 2012, si evince che: «a livello nazionale, per i ginecologi, si è passati dal 58,7 per cento del 2005, al 69,2 per cento del 2006, al 70,5 per cento del 2007, al 71,5 per cento del 2008, al 70,7 per cento del 2009 e al 69,3 per cento nel 2010; per gli anestesisti, negli stessi anni, dal 45,7 per cento al 50,8 per cento. Per il personale non medico si è osservato un ulteriore incremento, con valori che sono passati dal 38,6 per cento nel 2005 al 44,7 per cento nel 2010. Percentuali superiori all'80 per cento tra i ginecologi si osservano principalmente al sud: 85,7 per cento in Molise; 85,2 per cento in Basilicata, 83,9 per cento in Campania, 81,3 per cento a Bolzano e 80,6 per cento in Sicilia. Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al sud (con un massimo di più di 75 per cento in Molise e Campania e 78,1 per cento in Sicilia) e i più bassi in Toscana (27,7 per cento) e in Valle d'Aosta (26,3 per cento). Per il personale non medico i valori sono più bassi e presentano una maggiore variabilità, con un massimo di 86,9 per cento in Sicilia e 79,4 per cento in Calabria”;
<p>
la mozione denunciava che tre regioni (Campania, Molise e Basilicata) hanno segnalato la riduzione dei servizi effettivi relativi all'interruzione volontaria di gravidanza; e che una tale situazione porta a ritenere che il clima lavorativo non sia favorevole al medico non obiettore e che, sui pochi che non obiettano, gravino carichi pesanti di lavoro tali da favorire una sempre maggior tendenza all'obiezione, fino alla definitiva chiusura del servizio con la grave conseguenza che le donne si devono rivolgere a strutture estere, all'uso dei farmaci non legali e all'aborto clandestino con grave pregiudizio per la loro salute;
<p>
a fronte di tali, e altre considerazioni, per le quali si rimanda alla lettura integrale della mozione, la Camera dei deputata, in data 11 giugno, ha impegnato il Governo a dare piena attuazione alla legge n. 194 del 1978 nel rispetto del diritto del singolo all'obiezione di coscienza;
<p>
ha impegnato, inoltre, il Governo a predisporre, nei limiti delle proprie competenze, tutte le iniziative necessarie affinché nell'organizzazione dei sistemi sanitari regionali si attui il quarto comma dell'articolo 9 della legge n. 194 del 1978, nella parte in cui si prevede l'obbligo di controllare e garantire l'attuazione del diritto della donna alla scelta libera e consapevole, anche attraverso una diversa gestione e mobilità del personale, garantendo la presenza di un'adeguata rete di servizi sul territorio in ogni regione;
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ha impegnato, altresì, il Governo a promuovere un'equa diffusione della presenza sul territorio nazionale dei consultori familiari quale struttura socio-sanitaria in grado di aiutare la donna nella sua difficile scelta e strumento essenziale per le politiche di prevenzione e di promozione della maternità/paternità libera e consapevole, tenendo conto della necessità di rivolgersi anche alle donne immigrate da altri Paesi; e ad attivarsi perché l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica sia proposta come opzione alle donne, che, entro i limiti di età gestazionale imposti dalla metodica, devono poter scegliere quale percorso intraprendere;
<p>
infine ha fissato l’impegno per il Governo a promuovere, d'intesa con le autorità scolastiche, attività di informazione ed educazione alla salute nelle scuole, con particolare riferimento alle problematiche connesse alla tutela della salute sessuale e riproduttiva anche in collaborazione con la rete dei consultori; e a presentare al più presto la relazione annuale al Parlamento così come prevista dalla legge n. 194 del 1978:
<p>
-
dal Ministro quali iniziative abbia assunto o intenda assumere, d’intesa con le Regioni, perché venga rispettata su tutto il territorio nazionale la piena attuazione della legge 194 con riferimento in particolare alla questioni dell’obiezione di coscienza e dell'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, così come da impegni fissati dalla Camera dei deputati con il voto favorevole alla mozione nr. 1-00074.
<br /><br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6%3Ainterrogazioni-interpellanze-mozioni&id=595%3A-piena-attuazione-per-la-194&tmpl=component&print=1&layout=default&page=/">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: Salvare le Reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore2013-10-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it711474Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
Interrogazione al Ministro della Salute sul tema delle cure palliative, su cui il Parlamento, tre anni fa, ha varato una legge.
<p>«Uno dei passaggi attuativi della legge è quello previsto dall'articolo 5, che fa riferimento alle “Reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore; e in particolare al comma 2 dell’articolo 5, che individua i profili professionali e di specializzazione specifici del medici che andranno a comporre le reti di cui sopra. Nelle strutture esistono, però, più di 2mila medici che già lavorano, che non avrebbero i titoli specialistici, e di cui non si può fare a meno. Chiedo al Governo di produrre un atto specifico che ne salvaguardi la posizione e consenta di proseguire le attività delle strutture esistenti».
<p><b>Ecco il testo integrale dell’interrogazione.</b>
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Interrogazione a risposta in commissione<br />
Al Ministro della Salute
<br />
Dall’on. Delia Murer<p>
Per sapere, premesso che:
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La legge 15 marzo 2010, n. 38, recante "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010 ha sancito la tutela del diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore;
<p>
per «cure palliative» si è inteso indicare all’articolo 2 della sopra citata legge “l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici»;
<p>
per «terapia del dolore» si è inteso indicare “l'insieme di interventi diagnostici e terapeutici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore»;
<p>
uno dei passaggi attuativi della sopra citata legge è quello previsto dall’articolo 5, che fa riferimento alle “Reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore”; e in particolare al comma 2 dell’articolo 5, che individua i profili professionali e di specializzazione specifici del medici che andranno a comporre le reti di cui sopra;
<p>
si tratta di un passaggio importante che deve però tenere conto delle caratteristiche degli oltre 2mila medici che oggi consentono l’operatività degli Hospice e delle cure palliative domiciliari;
<p>
alcune indagini condotte dalla Federazione Cure Palliative (FCP) e della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) indicano, infatti, che la metà dei medici palliativisti non possiede una delle specialità indicate dalla legge 38/2010 e un terzo non ha alcuna specialità;
<p>
si tratta, comunque, di professionisti con diversi anni di esperienza, detentori oggi delle più elevate competenze nel nostro paese; sono quelli che hanno contribuito a fare la storia delle cure palliative italiane, permettendone lo sviluppo in una fase pionieristica e rappresentano una risorsa indispensabile per garantire l’attività di assistenza ai pazienti;
<p>
il timore è che dal decreto attuativo della legge 38 derivi l’impossibilità di molti medici di prestare le loro cure, con il risultato paradossale che invece di tutelare i pazienti e le loro famiglie, esso riporti l’Italia alla condizione degli anni 80, quando i 250mila malati che ogni anno affrontano una fase terminale erano privi di qualunque forma di tutela;
<p>
Appare indispensabile per chi già opera nel settore, al fine di preservare e riconoscere le competenze acquisite sul campo in questi anni da medici senza specializzazione o con specialità diverse da quelle previste dalla disciplina, un provvedimento che riguardi un periodo transitorio, in attesa che i giovani medici finiscano i nuovi iter formativi in via di definizione;
<p>
Senza un provvedimento di questo tipo, i medici attivi nella maggior parte degli Hospice e delle equipe di cure palliative domiciliari sarebbero costretti a non esercitare e le strutture a non poter più garantire assistenza:
<p>
dal Ministro se sia a conoscenza della problematica sopra esposta e se sia intenzione del Governo intervenire con un provvedimento per salvaguardare le cure palliative condotte da medici senza i titoli previsti nella nuova normativa ma con anni di esperienza diretta sul campo.
<p><i>L'interrogazione è stata presentata alla commissione Affari sociali dalla deputata del Partito Democratico.</i><br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6%3Ainterrogazioni-interpellanze-mozioni&id=594%3Acure-palliative-salvare-la-rete&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: Appalti scuole, dai tagli del Governo danni ai lavoratori2013-06-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it691176Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
Nel giorno in cui il Governo rinvia di tre mesi l’aumento dell’Iva e vara una serie di provvedimenti sul lavoro, si riapre la vertenza di Lsu e appalti storici di servizio nelle scuole.
<p>Delia Murer, componente della commissione Affari sociali, a questo proposito, ha presentato una interrogazione al Governo, segnalando che alcuni tagli contenuti nel decreto denominato “del fare” rischiano di avere pesanti ricadute sui livelli occupazionali e sulla qualità dei servizi nelle scuole.
<p> «Mi sembra paradossale – dice la deputata veneziana – che il Governo, con una serie di provvedimenti positivi, si preoccupi di rilanciare l’occupazione, e con l’ennesimo taglio lineare ai servizi esternalizzati per la scuola, di 25 milioni per il 2014 e 49 per il 2015, determini una crisi profonda per migliaia di lavoratori socialmente utili e delle imprese che gestiscono appalti. Con l’interrogazione chiedo al Governo di farsi carico di immediati provvedimenti in favore di questi lavoratori».
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<b>Di seguito il testo integrale dell’interrogazione.</b>
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Interrogazione a risposta scritta
al Ministro dell’Istruzione, al Ministro del Lavoro
dall’on. Delia Murer
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Per sapere, premesso che:
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E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto legge 21 giugno 2013 n. 69, recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia”, meglio conosciuto come il c.d. Decreto Fare; il provvedimento è entra in vigore il 22 giugno 2013;
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tale decreto, all’articolo 58 reca “Disposizioni urgenti per lo sviluppo del sistema universitario e degli enti di ricerca” e al quinto comma lettera b dispone che “a decorrere dall’anno scolastico 2013/2014 le istituzioni scolastiche ed educative statali acquistano, ai sensi dell’articolo 1, comma 449, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i servizi esternalizzati per le funzioni corrispondenti a quelle assicurate dai collaboratori scolastici loro occorrenti nel limite della spesa che si sosterrebbe per coprire i posti di collaboratore scolastico accantonati ai sensi dell’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 119. A decorrere dal medesimo anno scolastico il numero di posti accantonati non è inferiore a quello dell’anno scolastico 2012/2013. In relazione a quanto previsto dal presente comma, le risorse destinate alle convenzioni per i servizi esternalizzati sono ridotte di euro 25 milioni per l’anno 2014 e di euro 49,8 milioni a decorrere dall’anno 2015”;
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si tratta dell’ennesimo e ulteriore taglio ai fondi destinati ai servizi di pulizia e accessori negli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado; un taglio che contravviene palesemente quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, in più occasioni, sulla volontà di non tagliare più fondi a cultura e scuola; un taglio che incide pesantemente sulla qualità dei servizi interni alla scuola e che pesa fortemente sui destini occupazionali di migliaia di persone;
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negli ultimi anni i suddetti fondi sono passati da oltre 550 milioni a 390 milioni di euro e questo ha già pesantemente inciso sul reddito già esiguo di circa 21.000 lavoratrici e lavoratori ex Lsu e c.d. Appalti Storici oggi occupati in queste realtà. Infatti si è già dovuto ricorrere in modo sostanzioso al loro sostegno attraverso l’attivazione di ammortizzatori sociali in deroga;
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Questi lavoratori sono il risultato di un progetto sociale condiviso nel 2001 con il MIUR e altri Ministeri interessati e tutto ciò ha permesso a migliaia di lavoratori che hanno sostato per decenni in cassa integrazione o nelle liste di mobilità di essere utili e al tempo stesso di dare risposta alle scuole che per effetto del congelamento delle assunzioni non potevano acquisire personale per svolgere servizi di pulizia e ausiliari;
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I tagli prospettati dal decreto si scaricheranno, come detto, per intero su questi lavoratori, determinando una pesantissima ricaduta sociale per migliaia di persone con salari già esigui; si stanno determinando le condizioni per l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo, da parte delle imprese che gestiscono attualmente i servizi, fin dai primissimi giorni di luglio; in altri casi, i tagli stanno determinando decurtazioni di ore e salari con lo scivolamento dei lavoratori sotto la soglia di povertà; infine i tagli vanificano la possibilità di stabilizzazione e contravvengono agli impegni di previsti dalla legge in tal senso (D. Interministeriale n. 65 del 20 aprile 2001 e la legge 3/5/1999 n. 124);
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i sindacati di categoria, unitariamente, denunciano la grave situazione, considerano gli interventi non riconducibili ad una migliore gestione della spesa ma all’ennesimo taglio orizzontale e non funzionale e annunciano iniziative di protesta a sostegno della vertenza, con l’intenzione di una specifica manifestazione nazionale qualora non siano date le risposte adeguate per garantire la continuità occupazionale e la tenuta del reddito dei lavoratori occupati:
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dai Ministri interrogati se sono a conoscenza di quanto sopra esposto, se e quali provvedimenti intendano assumere per la tutela dell’occupazione delle migliaia di persone, lavoratrici e lavoratori ex Lsu e cosiddetti Appalti Storici del comparto scuola, messi seriamente a rischio dai nuovi e considerevoli tagli apportati con il cosiddetto “decreto del fare” ai servizi esternalizzati dell’istruzione.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6%3Ainterrogazioni-interpellanze-mozioni&id=553%3Aappalti-scuole-dai-tagli-del-governo-danni-ai-lavoratori&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Severino DAMIOLINI: SELLERO: Interrogazione su Accoglienza diffusa profughi nordafricani2013-03-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it688865Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega) - Consigliere Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega) <br/><br/><a href="https://www.box.com/s/v5gh0hurh0ecnobbw4nj">In allegato</a> l'interrogazione che ho trasmesso al Sindaco di Sellero in merito alla <a href="https://www.box.com/s/vruw4jl3nmy7v4k1v5ji">chiusura della cosiddetta "Emergenza Nord Africa".</a>
Sellero, 15 marzo 2013
All’Egregio Signor Sindaco del Comune di Sellero
OGGETTO: Interrogazione a risposta scritta su Accoglienza diffusa profughi nordafricani
Il sottoscritto Consigliere Comunale
Considerato che:
Circa diciotto mesi fa il comune di Sellero ha sottoscritto, con Comunità Montana e cooperativa K-Pax, il protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei profughi richiedenti asilo provenienti dal Nord Africa.
Quattro giovani profughi richiedenti asilo sono stati ospitati presso l’appartamento comunale di via Panzerini.
Il 28 febbraio 2013 il Governo ha chiuso il piano con cui l'Italia dal luglio 2011 ha accolto i circa 28mila profughi in fuga dalla Libia (cd “Emergenza Nord Africa”)
Chiede cortesemente
Un resoconto dettagliato delle spese (energia elettrica, riscaldamento, utenze, tassa rifiuti, canoni acquedotto e qualsiasi altro eventuale costo) direttamente o indirettamente sostenute dal Comune e relative alla gestione dell'accoglienza dei quattro giovani profughi nordafricani.
Di conoscere:
L’ammontare dei canoni di locazione ad oggi maturati.
La cifra che il Comune ha già chiesto o chiederà il rimborso alla Coop Sociale K-Pax quale rimborso delle spese sostenute e quanto il Comune di Sellero abbia, ad oggi, già ricevuto di rimborso per tali spese.
L’ammontare degli altri costi eventualmente a carico del Comune e non rimborsati dalla Coop. Sociale K-Pax.
A che punto sia l’iter di verifica dei requisiti per il riconoscimento dello status di rifugiato per i giovani ospitati nel nostro comune.
Cosa ne sarà dei giovani nordafricani ospitati dal Comune di Sellero ora che il progetto “Emergenza Nord Africa” è stato chiuso.
Confidando in un sollecito riscontro, con l’occasione porgo cordiali saluti.
Il Consigliere Comunale
Severino Damiolini<br/>fonte: <a href="http://blog.libero.it/theriddle/11984434.html">www.damiolini.it</a>Elio LANNUTTI: Vito Riggio all'Autorità dei trasporti? - Interrogazione2012-09-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650501Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
L'Autorità dei trasporti, organismo indipendente previsto dal decreto "Cresci Italia", è bloccato dai veti incrociati dei partiti. Secondo fonti bene informate, ad assumerne la presidenza potrebbe essere il presidente dell'Enac Vito Riggio, il cui nome compare nella lista Anemone.
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Riporto qui di seguito l'interrogazione parlamentare che ho rivolto al Ministro dello Sviluppo economico circa lo "stallo" che blocca l'avvio operativo dell'Autorità dei trasporti, l'organismo indipendente di regolazione settoriale istituito dal "cresci Italia" del gennaio scorso.<br />
Uno stallo che sembra legato ai veti incrociati dei due maggiori partiti sui nomi dei membri e sulla nomina del Presidente.<br />
Carica, quest'ultima, che secondo fonti bene informate potrebbe toccare al presidente dell'Enac Vito Riggio.
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Autorità per i Trasporti-ventilata nomina Vito Riggio
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Mostra rif. normativi
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Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00523
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Atto n. 2-00523<br />
Pubblicato il 19 settembre 2012, nella seduta n. 797
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LANNUTTI - Al Ministro dello sviluppo economico.
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<b>Premesso che:</b>
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si legge su "<i>trasportoeuropa.it</i>": «La nuova Autorità per i Trasporti nata lo scorso gennaio grazie al decreto Cresci Italia, è ancora completamente inattiva, perché manca l'approvazione dei suoi membri da parte del Parlamento. (...) La situazione di stallo dell'Autorità sui Trasporti, che dallo scorso gennaio (...) non ha compiuto ancora alcuna azione concreta» risiederebbe «nei veti incrociati tra i partiti sui tre nomi al vertice dell'Autorità, designati all'inizio di giugno dal Consiglio dei Ministri (il presidente Mario Sebastiani ed i membri Barbara Marinali e Pasquale De Lise). Ma per entrare formalmente in carica, la loro nomina deve essere approvata dal Parlamento, che finora non è avvenuta perché, (...) non ci sarebbe l'accordo tra i principali partiti sul nome del presidente e di uno dei membri»;
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in un articolo pubblicato su la "<i>Voce.info</i>" del 14 settembre 2012, dal titolo "L'Autorità che non decolla", Piero Rubino spiega le ragioni dell'impasse: «La neonata e lungamente attesa Autorità dei trasporti non può iniziare il proprio lavoro perché i membri designati dal Governo non hanno ancora ottenuto il gradimento del Parlamento. La causa sono i veti incrociati espressi dai gruppi maggiori su due dei tre nomi. Si rischia così di pregiudicare una scelta che avrebbe dovuto scuotere dal torpore un settore infrastrutturale cruciale. Forse il presidente del Consiglio dovrebbe adottare anche in questo caso il "metodo Rai", opponendosi alle pressioni dei partiti e facendo prevalere il bene comune. Nell'interesse primario degli utenti.
<p>In recenti seminari a porte chiuse e in convegni pubblici, il Governo ha espresso la ferma intenzione di animare la "ripresa autunnale" con interventi volti a favorire la crescita e il riequilibro strutturale dell'economia italiana. Potrebbe dare un immediato ancorché circoscritto segnale di vitalità: agire per superare lo "stallo" che blocca l'avvio operativo dell'Autorità dei trasporti, l'organismo indipendente di regolazione settoriale istituito dal "cresci Italia" del gennaio scorso. (...)
<p>L'Autorità dei trasporti è il tassello che manca per completare il quadro regolatorio delle public utilities tracciato nello scorcio degli anni Novanta con la nascita dei regolatori indipendenti dell'energia e delle telecomunicazioni e poi proseguito con la recentissima riforma delle competenze sui settori idrico e postale. Stenta ora a decollare a causa di un (...) gioco di veti incrociati sulle candidature proposte dal Governo emerso sotto traccia in Parlamento. Eppure, in molti avevano accolto la pur tardiva nascita dell'Autorità con misurata soddisfazione: ne avevano apprezzato la vastità delle competenze, che abbracciano tutti i modi di trasporto e permettono di tenere conto degli effetti di concorrenza e di complementarietà intermodale fra i diversi servizi; ma ne avevano rilevato pure i limiti di mandato (alcune "riserve indiane" non toccate, come le concessioni autostradali in essere) e di contesto (mancata soppressione di altri organismi, come l'Enac o il Nars).
<p>Lo stallo sull'Autorità dei trasporti è un problema serio, anche se ovviamente circoscritto rispetto ai macigni finanziari e fiscali che gravano sull'Italia, in quanto contraddice la volontà pro-concorrenziale più volte espressa dal Governo. (...)
<p>Ricapitoliamo per sommi capi le vicende recenti. Dopo lunghi tentennamenti e qualche colpo di scena dell'ultima ora, su proposta del ministro dello Sviluppo economico, il Consiglio dei ministri dell'8 giugno 2012 designa la terna dei componenti dell'Autorità dei trasporti, indicando Mario Sebastiani come presidente, Barbara Marinali e Pasquale De Lise come membri: si tratta di uno stimato economista dei trasporti, che unisce rigore analitico a pragmatismo; di una giovane esponente del ministero di settore, presso cui ha funzioni di Direttore generale; e di un giudice di lungo corso della magistratura amministrativa, reduce dal tentativo di assumere la direzione della neonata Agenzia per le infrastrutture stradali, naufragato per raggiunti limiti di età. Come previsto dalle norme, i componenti designati dal Governo devono essere ascoltati dalla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei Deputati che, ai sensi della legge istitutiva delle autorità indipendenti (legge n. 481 del 1995, art. 2, comma 7), deve esprimere il gradimento sulle designazioni votando inizialmente (in "prima attuazione") a maggioranza qualificata dei due terzi.
<p>Dopo l'audizione emergono i veti incrociati dei due partiti maggiori su uno dei due membri e sul presidente designato. Interviene nel frattempo un' (...) interpretazione letterale della legge n. 481/95 da parte dell'ufficio di presidenza della Camera che ritiene la fase di "prima attuazione" esaurita con le vicende istitutive di Aeeg e di Agcom. Pertanto, la norma che abbassa alla maggioranza assoluta il quorum dei due terzi, decorsi trenta giorni dalla richiesta del parere di gradimento, non sarebbe più applicabile: visti gli equilibri parlamentari, i veti incrociati rischiano così di cristallizzare lo stallo sulla nomina del collegio.
<p>Infine, il 2 agosto viene pubblicato in Gazzetta ufficiale il Dpcm 11 maggio 2012 che situa a Roma la sede dell'Autorità. È una scelta che presenta alcune ombre (prossimità ai centri di influenza dei concessionari, forte dipendenza iniziale da risorse umane di provenienza ministeriale) e qualche (fioca) luce (facilità e rapidità di funzionamento operativo). In ogni caso, ha il merito di fissare un punto fermo nell'iter attuativo della riforma. <br />
I ritardi parlamentari nel varo dell'Autorità dei trasporti rischiano così di pregiudicare una scelta coraggiosa e lungamente attesa, compiuta dal Governo attuale per scuotere il torpore di un cruciale settore infrastrutturale, da più parti indicato come fattore di ritardo competitivo del Paese. (...)
<p> Il tema meriterebbe forse una maggiore attenzione da parte dei vertici del Governo, certamente preoccupati da questioni più urgenti. Finora si registra solo la promessa del sottosegretario Antonio Catricalà di risolvere lo stallo sull'Autorità "a settembre". Il quesito è però in che modo?<br />
In ambienti romani circolano ipotesi molto discutibili: designazione di nuova terna, che vedrebbe una composizione di profilo dichiaratamente "politico", fino a ipotizzare l'inclusione di esponenti delle Commissioni parlamentari incaricate di vigilare sulla qualità delle designazioni, circostanza che configurerebbe un preoccupante cortocircuito istituzionale. Non si intravede in Parlamento una via d'uscita praticabile. Sappiamo che le liberalizzazioni danno frutti a lungo termine, ma non vorremmo che si inverasse il famoso adagio di Keynes.
<p>Il silenzio assordante della stampa economica sulla vicenda suggerisce inoltre il sospetto non troppo malizioso che settori dell'establishment trasportistico (aziende incombenti, lobbisti istituzionali, fornitori dei quasi-monopsonisti, sindacati e altri) vogliano volgere il ritardo di sviluppo dell'Autorità in una morte in culla.
<p> Nel caso della Rai, Mario Monti è stato in grado di resistere alle pressioni dei partiti, tenendo il punto su un "marziano" come Anna Maria Tarantola. Ma in quel caso disponeva dell'arma totale: il commissariamento dell'azienda, che per l'Autorità dei trasporti non può brandire. Ci auguriamo che il presidente del Consiglio esprima comunque eguale determinazione anche in questo caso, opponendosi alle pressioni dei partiti e facendo prevalere il bene comune sulle pretese di parte.
<p>Gli utenti dei servizi di trasporto rappresentano oggi il lato debole del mercato: pochissima voice sulla qualità del servizio (si pensi al caso per molti versi drammatico del trasporto regionale su ferro), possibilità di exit spesso limitate all'opzione di mobilità privata. Proprio nell'interesse primario degli utenti è dunque indispensabile che la nuova Autorità veda rapidamente la luce: meglio se guidata da un collegio di elevata qualità e di sicura indipendenza»;
<p>
<b>considerato che:</b>
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il sito "<i>Dagospia.com</i>", a giudizio dell'interpellante sempre bene informato, pubblica un articolo secondo il quale ci sarebbe un colpo di acceleratore per far decollare l'Autorità dei trasporti, l'organismo istituito nel gennaio scorso per regolare la concorrenza tra gli operatori del settore: «Il Governo -scrive tra l'altro il sito- si era impegnato per bocca di Tonino Catricalà a risolvere in tempi rapidi il nuovo assetto dell'Authority, ma il gioco dei veti incrociati ha bloccato la designazione. La materia è molto delicata e tocca interessi enormi, ma a frenare è stata soprattutto l'ipotesi che fra i tre componenti entrasse anche Pasqualino De Lise, il magistrato che ha attraversato la Prima e la Seconda Repubblica ricoprendo le più alte cariche della magistratura. Adesso l'ostacolo sembra superato perché lo stesso De Lise ha preso atto che a 75 anni è suonata anche per lui la fine della carriera nella Pubblica Amministrazione.
<p>Sgombrato il campo da questo nodo il Parlamento è chiamato ad esprimere il suo parere sui tre nomi che si battono per la presidenza: Maria Rita Lorenzetti, ex-presidente della Regione Umbria, Vito Riggio, al vertice dell'Enac dal 2003, e Mario Valducci, l'ex-manager bocconiano che presiede la Commissione Trasporti. La battaglia si stringerà tra gli ultimi due candidati che hanno un curriculum e un peso politico di gran lunga superiore alla Lorenzetti che dopo l'esperienza in Umbria si è seduta sulla poltrona di Italfer, una società delle Ferrovie dello Stato»;
<p>
in un articolo pubblicato su "l'Unità" del 29 novembre 2010, dal titolo: "Chi è Vito Riggio, Enac, Enav, Lista Anemone- Storia di Riggio e dell'affitto che Enac paga a Propaganda Fide. Dal sistema gelatinoso emergono vicende esemplari. Come quella del presidente dell'ente dell'aviazione civile che versa circa 40 mila euro l'anno di pigione al Vaticano.
<p>E in cambio... - Il caso", si legge: «Funzionava così: io ti do l'appalto, tu o chi per te mi sistemate il figlio a lavorare e qualcun altro mi dà la casa. O mi paga l'affitto.
<p>Piccoli favori tra amici, così li ha definiti l'ex ministro Lunardi. Che non è il solo, tra i protagonisti della cricca, a stupirsi del fatto che i favori possano trasformarsi anche in corruzione. O, senza scomodare il codice penale, in comportamenti politicamente non corretti. Dopo quattro mesi di rivelazioni, e oltre due anni di indagini, sulla cricca è possibile avere alcune certezze: ha allungato i tentacoli sugli appalti di Stato e di Oltretevere, ha reclutato alti dirigenti in ogni settore della politica, della magistratura, persino negli organismi contabili e di garanzia e tra i vertici delle forze di sicurezza e dei servizi di intelligence.
<p>Il sistema gelatinoso è arrivato ovunque. Esistono alcune storie paradigmatiche. Vito Riggio, ad esempio, il potente presidente dell'Enac, l'ente nazionale dell'aviazione civile da cui dipendono vita e morte degli aereoporti ma anche delle tratte aeree delle compagnie e dei privati. I suoi contatti con la cricca sono antichi. (...) Solo contatti. Al momento non penalmente rilevanti. Riggio non è indagato e ha precisato che l'Enac non è stazione appaltante. È interessante però ricomporre i pezzi del puzzle messi a disposizione dalle carte dell'inchiesta.
<p> Vito Riggio, il cui nome è presente nella lista Anemone per alcuni lavori di ristrutturazione che al momento risultano non essere stati pagati, vive in affitto in una della case di Propaganda fide in via della Conciliazione 44. Nei giorni scorsi, dopo varie ed iniziali smentite, ha dovuto ammettere davanti al consiglio di amministrazione che la pigione ammonta a 38 mila e 400 euro pagati dall'Enac sulla base di un vecchio accordo. Anche il figlio Federico sembra aver beneficiato di qualche piccolo favore: ha abitato in via la spezia 127 in un appartamento ristrutturato da Anemone. Proprietario dell'immobile sarebbe il datore di lavoro del figlio, all'epoca Ecosfera che per l'appunto ha vinto l'appalto del global service all'Enac. E via di questo passo. Una lista di favori. Niente di più. Nulla di penalmente rilevante»;
<p>
nell'estate del 2012 il fallimento di Wind Jet ha procurato danni enormi a migliaia di passeggeri costretti a bivaccare negli aeroporti italiani e stranieri ed a riacquistare un biglietto dalle altre compagnie per fare ritorno a casa oppure andare nei luoghi prescelti, per precise responsabilità dell'Enac, il cui presidente aveva affermato di conoscere da tempo la situazione finanziaria, ma non aveva fatto nulle per impedire che venissero venduti 300.000 biglietti ad altrettanti utenti-consumatori e famiglie, anche coi figli piccoli, sottoposti ad inenarrabili disagi;
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il 12 agosto 2012 il giornale "<i>Linkiesta</i>", in un articolo firmato da Marco Giovanniello dal titolo: "Scandalo WindJet: il Presidente di Enac Vito Riggio si deve dimettere", scrive: «L'aviazione italiana ha battuto un record mondiale con la chiusura di WindJet, è la prima volta che si mette a terra una linea aerea nel pieno della stagione più ricca, con tutti gli aerei pieni e tutti i biglietti venduti alle remunerative tariffe di alta stagione. Trecentomila passeggeri avevano regolarmente pagato il loro biglietto e dovranno ricomprarlo, sia pure a tariffe "agevolate", WindJet era da lungo tempo in un mare di debiti ed ENAC, secondo le norme europee, avrebbe dovuto impedirle da mesi di vendere biglietti, truffando in pratica i suoi clienti. ENAC ha mancato gravemente alla sua responsabilità nei confronti di chi vola, è vero che Pulvirenti gestiva la linea aerea peggio che se fosse una salumeria, non è stato in grado di esibire i certificati di manutenzione degli aerei in leasing, è vero che Alitalia ha lasciato intendere ai fornitori e a ENAC stesso che l'accordo fosse cosa fatta e mi sembra inimmaginabile che in tanti mesi non avesse già ispezionato i conti e i certificati di manutenzione, ma garantire i passeggeri contro comportamenti illegali o borderline era preciso compito di ENAC, il cui Presidente Vito Riggio si è occupato solo del miserabile Risiko delle nostre acciaccate compagnie aeree, pur con tutte le nobili intenzioni di salvare posti di lavoro, l'italianità eccetera. A WindJet, già con un piede e mezzo nella fossa, è stato consentito di vendere nuovi biglietti e truffare i passeggeri fino a qualche giorno fa e ora, è incredibile, invece di toglierle la licenza ENAC la fa sospendere per sei mesi, sperando in chissà quale intervento divino che possa resuscitare un cadavere.
<p>Pochi sanno che ENAC fece attendere più di un anno Lufthansa Italia prima di concederle la licenza, ad una delle migliori linee aeree del mondo furono imposte mille e mille vessazioni, dovette dimostrare di saper tecnicamente far volare degli aerei, da zero, facendole perdere un sacco di soldi. Nello stesso modo ENAC non concesse mai a Lufthansa una rotta da Milano a destinazioni extra UE, finché i Tedeschi capirono di essere sgraditi e tornarono a casa con i propri aerei e ora, invece di servire il traffico italiano dall'Italia con dipendenti italiani, lo fanno tenendo ricchezza in Germania.
<p> Così si distrusse, probabilmente per sempre, l'ultima possibilità che Malpensa tornasse hub e generasse decine di migliaia di posti di lavoro. L'allegra gestione delle licenze, per favorire gli amici e distruggere i nemici, è uno scandalo da anni, ma con WindJet si è passato definitivamente il segno e i vertici di ENAC si devono dimettere subito, a partire dal Presidente Vito Riggio. Se non lo fanno tocca al Ministro dei Trasporti Passera cacciarli su due piedi»;
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<b>considerato inoltre che, alla luce di quanto risulta dalle notizie di stampa:</b>
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Vito Riggio, di cui si ventila la nomina all'Autorità dei trasporti, sembrerebbe essere lo stesso Vito Riggio, il cui nome è presente nella lista Anemone per alcuni lavori di ristrutturazione che non risultavano pagati, e che ai tempi dello scandalo viveva in affitto in una della case di Propaganda Fide in via della Conciliazione 44, la cui pigione ammontava a 38.400 euro pagati dall'Enac sulla base di un vecchio accordo;
<p>
Riggio sembrerebbe essere lo stesso il cui figlio, Federico, avrebbe beneficiato di qualche favore, con l'abitazione a Roma, in Via la Spezia 127, un appartamento ristrutturato da Anemone e con il proprietario dell'immobile datore di lavoro del figlio, all'epoca Ecosfera, che aveva vinto l'appalto del global service all'Enac;
<p>
l'Enac sembrerebbe aver praticato una disinvolta gestione delle licenze, per favorire gli amici e distruggere i nemici, scandalo che con WindJet ha toccato il culmine, con 300.000 passeggeri lasciati alla mercè dei disservizi proprio ad agosto, mese molto sensibile per l'efficienza del trasporto aereo,
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s<b>i chiede di sapere:</b>
<p>
se risulti rispondente al vero che Enac fece attendere più di un anno Lufthansa Italia prima di concederle la licenza, e non ha mai concesso alla stessa Lufthansa una rotta da Milano verso destinazioni extra Unione europea, finché la compagnia capì di essere sgradita e tornò a casa con i propri aerei e ora, invece di servire il traffico italiano dall'Italia con dipendenti italiani, lo fa accumulando ricchezza in Germania, probabilmente per sempre; in tal modo l'Enac si giocò l'ultima possibilità che Malpensa tornasse hub e generasse decine di migliaia di posti di lavoro;
<p>
se il Governo ritenga opportuno escludere nelle nomine pubbliche personaggi che hanno accumulato nel loro agire amministrativo una evidente lesione dei diritti dei consumatori ed utenti, e che risultano coinvolti in scandali come quelli del G8 Balducci-Anemone;
<p>
quali misure urgenti il Governo intenda attivare per promuovere una disciplina normativa che favorisca, nell'ambito della pubblica amministrazione, l'individuazione di personalità specchiate nelle società pubbliche, anche al fine di restituire la credibilità ad un'azione politica inficiata da scandali, ruberie, clientele, profitti privati a danno della collettività e dell'interesse generale del Paese;
<p>
quali siano le ragioni che impediscono al Governo di designare i componenti, scelti con criteri di competenza, comprovata onestà e professionalità, per far funzionare l'Autorità dei trasporti. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.cadoinpiedi.it/2012/09/25/vito_riggio_allautorita_dei_trasporti.html">cadoinpiedi.it</a>Anna Maria CARLONI: Fiat. «Il governo verifichi la fondatezza delle dichiarazioni di Marchionne»2012-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650074Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />«Il governo verifichi al più presto la fondatezza delle dichiarazioni dell'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, in merito al superamento del Piano Fabbrica Italia». |<i>vedi il link 'Intervista a Marchionne su Repubblica'</i>|
<p> «Si convochi al più presto l'azienda e le organizzazioni sindacali affinché si avvii una seria ed impegnativa discussione sulla politica industriale e sulle scelte necessarie per mantenere le produzioni Fiat in Italia. Sarebbe opportuno che i ministri competenti riferissero tempestivamente in parlamento e attivassero, di concerto con le regioni coinvolte, tutte le possibili iniziative per riportare gli stabilimenti italiani al centro dei progetto dell'azienda».
<p>«E' per questo che chiediamo al governo un intervento più efficace che scongiuri conseguenze occupazionali devastanti».<p>
<i>Lo chiede la senatrice del Partito Democratico Annamaria Carloni mediante un'interrogazione, di cui è prima firmataria, al presidente del Consiglio e ai ministri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e dell'Economia.</i>
<p>
<b><a href="http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/74168">Interrogazione sui lavoratori della Fiat a Pomigliano su OpenParlamento</a></b>
<p><a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1KGXVU"><b>Intervista a Marchionne su Repubblica</b></a><br /><br/>fonte: <a href="http://www.primapaginanews.it/stampa.asp?id=109700">Prima Pagina News</a>DELIA MURER: Psichiatria, cure e sostegno - Interrogazione2012-09-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649754Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Riprende in commissione Affari sociali, alla Camera dei deputati, la discussione su alcune proposte di legge che puntano a modificare la normativa vigente in materia di assistenza psichiatrica.
<p>«Il testo su cui si ragiona – dice Delia Murer – non ci trova concordi. E’ sbagliato nell’approccio e nel contenuto. Non si pone il problema della cura e del sostegno alle famiglie, ma riedita il vecchio tema della sostanziale reclusione del malato, come se l’internamento fosse l’unica strada per l’assistenza psichiatrica. Noi chiediamo più servizi, più cure, più sostegni ai familiari».
<p>L’on. Murer ha anche depositato, alla Camera, una interrogazione al Ministro della Salute sull’uso della terapia denominata elettroshock, ancora in uso nonostante i tanti dubbi sollevati dalla comunità scientifica. Nell’interrogazione si chiede al Ministro se non ritenga di assumere iniziative, anche normative, per eliminare del tutto e definitivamente l'uso della TEC.
<p>
<b>Il testo integrale dell’interrogazione</b><br />
MURER, BOSSA e FARINA COSCIONI. -<p>
Al Ministro della salute.
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- Per sapere - premesso che:
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con circolare del 15 febbraio 1999 dell'allora Ministro della sanità, inviata agli assessori alla sanità delle regioni e delle province autonome, si stabilivano le linee di indirizzo circa le pratiche della cosiddetta terapia elettroconculsivante (TEC) sottolineando come «nonostante la grande quantità di ricerche condotte negli ultimi decenni, non è stato ancora chiarito in maniera precisa il meccanismo d'azione della TEC. Inoltre, contrariamente a quanto ritenuto in passato, si ritiene oggi che la convulsione generalizzata sia insufficiente a spiegare l'efficacia terapeutica del metodo, e che siano fondamentali altri fattori, al di là della convulsione (Sackeim, 1994)»;
<p>
il contesto in cui si è andata sviluppando ed affermando l'intera esperienza territoriale italiana nel campo della psichiatria pubblica e la cospicua legislazione nazionale e regionale, oltre che il sapere diffuso che è maturato in oltre trent'anni, in questo settore, non lasciano alcuno spazio a un ritorno al passato: questa pratica non può che essere in fortissima dissonanza con quanto fin qui realizzato. È doveroso continuare a contrastare la semplificazione delle risposte - che di norma producevano, prima della legge n. 180 del 1978, la costrizione e la chiusura del paziente - più che farsi carico della complessità dei bisogni e dei diritti inalienabili di quanti esprimono disagio e sofferenza, così come avviene oggi in tante realtà;
<p>
la TEC risente in tutte le sue modulazioni di vecchie pratiche di violenza e di abusi, trattandosi comunque di una pratica finalizzata allo «spegnimento» piuttosto che al potenziamento e alla valorizzazione delle risorse personali del paziente. La TEC non cambia nei fatti la sua natura, e resta, pertanto, un trattamento che faceva dire già nel 1995 al Comitato nazionale per la bioetica che «la psichiatria attualmente dispone di ben altri mezzi per alleviare la sofferenza mentale...»; un trattamento indissolubilmente legato alla pratica manicomiale molto di più di qualunque altro trattamento biologico; nel manicomio l'intervento era sempre sul corpo del paziente ridotto ad oggetto dell'internamento. La TEC interviene sul corpo (oggettivato, passivizzato, anestetizzato) negando qualunque spazio alla relazione col paziente, che è il vero fondamento del lavoro territoriale, mentre altri interventi, per esempio quelli farmacologici, la consentono. Questo aspetto sarebbe sufficiente, ad avviso degli interroganti, a suscitare una riserva etica sull'uso della cosiddetta terapia elettroconvulsivante, tanto più che, sia in passato che ancora oggi, alla luce delle più recenti revisioni della letteratura scientifica (vedi anche in Read e Bentall), resta assolutamente controindicata, in ragione della sua inesistente incidenza risolutiva rispetto a trattamenti terapeutici quali la riabilitazione, gli psicofarmaci e le psicoterapie, e che rimane del tutto avulsa da qualsivoglia contesto comunicativo essendo chiaramente antiterapeutica;
<p>
i dati, consegnati dal Ministro della salute Renato Balduzzi alla Commissione di inchiesta sul sistema sanitario nazionale, indicano che nel 2008 i pazienti con indicazione di trattamento di elettroshock sono stati 521, 480 nel 2009 e 405 nel 2010, per un totale di 1406;
<p>
sarebbe opportuno conoscere se, tenuto conto del numero esorbitante degli elettroshock praticati nel triennio, siano state rispettate le indicazioni contenute nella circolare 15 febbraio 1999 e precisamente quelle indicate al punto 5 circa il monitoraggio, la sorveglianza e la valutazione, e specificamente quelle relative all'attivazione di un sistema di sorveglianza per monitorare e valutare indicazioni, frequenze, procedure ed esiti delle applicazioni, come il ricorso alla peer review (revisione fra professionisti alla pari) o ad un'apposita commissione composta da professionisti esterni alla struttura ove si effettua il trattamento, tenendo altresì conto che «la TEC non costituisce un presidio terapeutico a se stante, ma deve necessariamente essere considerata all'interno di un programma terapeutico personalizzato integrato con altri interventi;
<p>
occorre verificare se prima di effettuare la TEC sia stata sempre istituita ed attivata la commissione tra pari o, come recita la circolare del 1999, l'«apposita commissione composta da professionisti esterni alla struttura dove si effettua il trattamento», al fine di vagliare scrupolosamente se persistevano tutte le condizioni ovvero:
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<b>a)</b> la congruità della diagnosi, atteso che restano assai poco chiare le verifiche scientifiche circa l'efficacia del trattamento TEC relativamente ai pazienti affetti da episodio depressivo grave con sintomi psicotici e rallentamento psicomotorio (classificazione ICD 10), quando non possono attuarsi terapie farmacologiche, ovvero nei casi di vera ed accertata farmacoresistenza e nei casi nei quali è controindicato l'uso di psicofarmaci e di documentati precedenti e gravi effetti collaterali imputabili agli antidepressivi;
<p>
<b>b)</b> la verifica di tutta la documentazione clinica del paziente e della sua storia, con riferimento specifico ai precedenti trattamenti, alla durata degli stessi come anche gli eventuali fallimenti, compresi i trattamenti TEC ed i loro esiti;
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<b>c)</b> i criteri di valutazione indicati dal comitato di consulenza e verifica circa la risposta terapeutica, come la valutazione clinica dei risultati dei trattamenti prima e dopo ogni trattamento TEC -:
<p>
se in tutte le regioni siano state istituite ed attivate le commissioni di valutazione e verifica e se siano in atto, da parte del Ministero della salute, verifiche, per quanto di competenza, puntuali nelle strutture pubbliche e private dove viene praticata la TEC, al fine di stabilire se ci si è rigorosamente attenuti, prima dell'effettuazione di interventi di TEC, a quanto espressamente previsto dalla circolare 15 febbraio 1999;
<p>
se non ritenga di assumere iniziative, anche normative, per eliminare del tutto e definitivamente l'uso della TEC - che continua a mantenere il funesto mito della inguaribilità della malattia mentale e che le pratiche territoriali hanno definitivamente ed inequivocabilmente affossato nel nostro Paese - in ragione del rispetto dovuto ai sofferenti psichici, alla loro soggettività mortificata da tali pratiche, alle inesistenti evidenze scientifiche del trattamento. (5-07554)
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<b><a href="http://parlamento.openpolis.it/singolo_atto/92408">La scheda dell'Interrogazione su OpenParlamento</a></b><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it/attivita-parlamentare/interrogazioni/455-psichiatria-cure-e-sostegno.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: Coop sociali, il Governo intervenga - Interrogazione2012-09-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649159Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Con la spending review sono a rischio centinaia di posti di lavoro nel mondo delle cooperative sociali, in particolare tra i soggetti svantaggiati che hanno trovato nel lavoro una via per l’inclusione».
<p>
«Tutti i tagli, secondo le intenzioni del Governo, in teoria non avrebbero dovuto comportare variazioni dei servizi per i cittadini. In realtà sta succedendo il contrario. Alcune misure, nello specifico, vanno ad incidere non solo sui servizi erogati ma anche sui livelli occupazionali di cooperative sociali di tipo A e di tipo B, comportando disagi tra i lavoratori, molti dei quali soggetti svantaggiati avviati al lavoro dentro un percorso di inclusione sociale.
<p><b>Alle cooperative sociali di tipo A</b>, stanno pervenendo richieste di riduzione degli importi pari al 5% degli appalti, che si traducono in licenziamenti o decurtazioni dello stipendio.<br />
<b> Alle cooperative sociali di tipo B</b>, che avviano al lavoro soggetti svantaggiati in settori di multiservizio stanno pervenendo comunicazioni per la rinegoziazione dei contratti con tagli dei corrispettivi del 20%, che talvolta si sommano al 5% di cui sopra, configurando per i lavoratori una situazione insostenibile; per molti di loro non c'è alternativa al licenziamento.
<p>La situazione è gravissima e chiedo al Governo di intervenire per sanare tali questioni che rischiano di acuire, sul fronte del lavoro e del welfare, gli effetti di una crisi che sta già seminando povertà e disagio nel Paese».
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<b>Il testo integrale dell’interrogazione</b>
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Interrogazione a risposta in commissione Affari sociali al Ministro del Lavoro e del Welfare e al Ministro della Salute dall'on. Delia Murer
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per sapere, premesso che:
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il 6 luglio del 2012 il Governo ha approvato il decreto legge n. 95 (GU n. 189 del 14-8-2012 - Suppl. Ordinario n.173) recante “Disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati”;
<p>
tale decreto è stato convertito in legge prima al Senato e poi, lo scorso 8 agosto, con il voto di Fiducia, alla Camera dei deputati;
<p>
le misure approvate contengono interventi di riduzione della spesa in vari settori della Pubblica amministrazione; tra questi ci sono disposizioni urgenti per l'equilibrio del settore sanitario e misure di governo della spesa farmaceutica;
<p>
tutti i tagli, secondo le intenzioni del Governo (fin dal titolo del provvedimento), non dovrebbero in teoria comportare “varianza dei servizi per i cittadini”, anche se le misure adottate per il servizio sanitario, ispirate da una logica prevalentemente economica e basate su tagli di risorse di carattere lineare, rischiano di mettere a repentaglio la sostenibilità dello stesso Servizio sanitario nazionale e l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza;
<p>
la stessa programmazione delle spese sanitarie avviene sulla base di riduzione di risorse che non sono state previamente concordate né con le regioni, né con gli enti locali, mettendo così in discussione un sistema pattizio che finora ha permesso di tenere sotto controllo l’andamento della spesa sanitaria;
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alcune misure, nello specifico, vanno ad incidere non solo sui servizi erogati ma anche sui livelli occupazionali di cooperative sociali di tipo A e di tipo B, comportando disagi tra i lavoratori, molti dei quali soggetti svantaggiati avviati al lavoro dentro un percorso di inclusione sociale;
<p>
alle cooperative sociali di tipo A, impegnate nella gestione di servizi sociosanitari per conto di Aziende sanitarie locali, in seguito al provvedimento denominato Spending review, stanno pervenendo richieste di riduzione degli importi senza possibilità di rinegoziazione pari al 5 % degli appalti, che si traduce inevitabilmente in un grave disagio per i lavoratori dal momento che le cooperative hanno davanti due strade: licenziare un lavoratore ogni cinque oppure praticare un taglio lineare dell'orario di lavoro, e quindi delle stipendio, del 20 %, con una misura di solidarietà interna che ancora una volta vede penalizzati i lavoratori;
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alle cooperative sociali di tipo B, che avviano al lavoro soggetti svantaggiati in settori di multiservizio (pulizie, manutenzioni, eccetera), in seguito al provvedimento denominato Spending review, stanno pervenendo comunicazioni per la rinegoziazione dei contratti con tagli dei corrispettivi del 20 %, che talvolta si sommano al 5 % di cui sopra, configurando per i lavoratori una situazione insostenibile; per molti di loro non c'è alternativa al licenziamento e, configurandosi in molti casi rapporti di lavoro flessibile e atipico, in alcune situazioni mancano anche gli ammortizzatori sociali;
<p>
bisogna ricordare che le cooperative sociali sono soggetti d'impresa che si configurano come Organizzazioni non lucrative di utilità sociali (Onlus), svolgendo oltre ad un'attività di impresa, anche una funzione sociale; in particolare, le cooperative sociali di tipo B avviano al lavoro soggetti problematici, che hanno trovato nell'occupazione una risorsa non solo economica ma personale, psicologica, motivazionale per uscire da situazioni di svantaggio cronico; in questi casi, la perdita del lavoro si traduce non solo in un problema economico ma in un dramma personale, con il rischio di far scivolare migliaia di persone, di nuovo, verso situazione di marginalità;
<p>
in sede di approvazione, alla Camera dei deputati, del disegno di legge di conversione del decreto legge denominato "Spending review" è stato accolto un ordine del giorno con la prima firma della sottoscritta che impegnava il Governo a "valutare l’opportunità di escludere espressamente dall’obbligo del ricorso alle procedure d’appalto le associazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) che operano nel campo socio assistenziale e dell’accoglienza agli immigrati nonché nella rinegoziazione dei contratti nel settore sanitario le cooperative di tipo B vista la loro valenza sociale nel rinserimento lavorativo delle persone svantaggiate":
<p>
<b>-</b>
dal Ministro interrogato se è conoscenza di quanto sopra esposto, se non ritenga grave che la logica del taglio lineare nei servizi socio assistenziali si traduca in tagli all'erogazione di servizi all'utenza, se non consideri grave che i tagli alle risorse, con la rinegoziazione dei contratti, si traducano in tagli occupazionali alle cooperative sociali;
<p>se non ritenga, infine, di intervenire rapidamente per sanare tali questioni che rischiano di acuire, sul fronte del lavoro e del welfare, gli effetti di una crisi che sta già seminando povertà e disagio nel Paese.
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<i>Lo dichiara Delia Murer, deputata del Pd, componente della commissione Affari sociali, prima firmataria di una interrogazione ai Ministri Fornero e Balduzzi sulla delicata questione.</i><br /><br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6%3Ainterrogazioni-interpellanze-mozioni&id=450%3Acoop-sociali-il-governo-intervenga&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Elisabetta ZAMPARUTTI: In Veneto più di trenta aziende a fuoco in sette mesi. Interrogazione.2012-08-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648223Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />L'interrogazione elenca le numerose aziende venete che hanno preso fuoco negli ultimi mesi, ditte del legno e dei trasporti, di costruzioni e di profumi e perfino della frutta, soprattutto aziende che operano nel settore dei rifiuti e nel 35% dei casi le fiamme si sono sprigionate durante il fine settimana.
<p>«Abbiamo chiesto al governo quali iniziative si stanno adottando per monitorare la situazione ed accertare le responsabilità - afferma Zamparutti - di quali dati disponga il Ministero in termini di andamento di reati di tipo ambientale nel Veneto negli ultimi 5 anni».
<p>I casi elencati sono stati in gran parte già oggetto di interrogazioni parlamentari che a tutt'oggi non hanno avuto risposta. <br />
«Questo è un fenomeno senza precedenti - ha aggiunto la deputata Radicale - per questo chiediamo se vi siano segnali o indicatori che fanno presumere un aumento della presenza di organizzazioni criminali in Veneto e se sono previsti a tal fine rinforzi delle forze dell'ordine in questa regione».
<p>
<b>I fatti</b>
<p>
Ennesimo incendio ieri sera all'impianto di riciclaggio dei rifiuti dell'azienda AcegasAps di Padova, la multiutility del nordest in procinto di fondersi con l'emiliana Hera. E come al solito, le fiamme si sono sprigionate durante il weekend per la seconda volta nel giro di due mesi nello stesso stabilimento. A marzo di quest'anno, il fuoco ha interessato la stessa azienda, quando nella fossa dei rifiuti dell'inceneritore di Padova una bombola del gas ha dato fuoco ad un materasso. Questo ennesimo episodio è l'ultimo di una serie di incendi che stanno interessando il Veneto da inizio dell'anno. Più di trenta in sette mesi. Un dato anomalo che deve essere monitorato con attenzione per Maria Grazia Lucchiari, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, che ha sollecitato l'interrogazione della deputata Radicale Elisabetta Zamparutti ai ministri dell'Interno, della Giustizia e dell'Ambiente.<p>
<i>di Maria Grazia Lucchiari</i><br />
<i>Comitato Nazionale di Radicali Italiani</i><p>
<a href="http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/86931"><b>Interrogazione a risposta scritta 4-17328 presentata da Elisabetta ZAMPARUTTI</b></a> <br />
<br/>fonte: <a href="http://venetoradicale.blogspot.it/2012/08/in-veneto-piu-di-trenta-aziende-fuoco.html">www.venetoradicale.it</a>ROBERTO BONACINA: Interrogazione sul servizio di Segreteria comunale2012-07-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647940Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Portalbera (PV) (Lista di elezione: LISTA CIVICA | VIVERE PORTALBERA) <br/><br/><br />
Signor Sindaco,
<p>
nella sessione del 20 gennaio scorso lei ha presentato al Consiglio Comunale la Convenzione tra i comuni di Portalbera, Landriano, Arena Po, San Cipriano Po, Pietra de’ Giorgi, Mornico Losana per lo svolgimento in forma associata del servizio di segreteria comunale. Con essa, il numero di Comuni in cui opera il nostro Segretario comunale passava da quattro a sei.
<p>
Nella dichiarazione di voto, formulata a nome del gruppo consiliare Vivere Portalbera, avevo espresso un parere positivo riguardo alla possibilità di risparmio per il nostro Comune, facendo però presente la possibilità che il lavoro del Segretario comunale a Portalbera, dato l’aumento delle sedi e dei rispettivi incarichi, potesse risentirne negativamente. Abbiamo quindi votato positivamente alla Convenzione da lei presentata, con la riserva di chiedere conto, dopo un congruo periodo iniziale, dei risultati della messa in atto della Convenzione stessa.
Oggi, a sei mesi di distanza, con questa interrogazione sono a chiederle di riferire al Consiglio Comunale i risultati dell’implementazione della Convenzione, nella speranza di poter sciogliere positivamente la riserva. In particolare, come ho formulato nella richiesta scritta del 5 luglio scorso, la mia interrogazione si articola in tre punti:
<p>
a) ore di lavoro del Segretario comunale presso ciascun Comune;<br />
b) proporzionalità rispetto alla dimensione degli Enti e alla loro partecipazione economica alla Convenzione;<br />
c) valutazione quantitativa e qualitativa del lavoro del Segretario comunale presso il Comune di Portalbera a seguito dell’esecuzione della Convenzione.
<p>
In merito ai punti a) e b), sono a chiederle di formulare al Consiglio comunale – sulla base fra l’altro degli Artt. 2 e 3 della Convenzione, e delle determine del responsabile della struttura n. 1 del nostro Comune – una presentazione schematica esauriente della ripartizione delle ore di lavoro e delle spese sostenute dai sei comuni della Convenzione, confrontando i dati con quelli della precedente Convenzione a quattro.
<p>
In merito al punto c), sono a chiederle una sua valutazione, in qualità di Sindaco, sull’impatto della nuova Convenzione sulla Segreteria comunale del Comune di Portalbera. Alla luce dell’argomento in oggetto, sicuro del clima collaborativo già instaurato, sarà gradito un intervento integrativo da parte del Segretario comunale, Dott. De Luca.<br />
<br/>fonte: <a href="http://robertobonacina.it/wp-content/uploads/2012/07/0727123930_001interrogazione-segreteria-comunale.pdf">Atti del Consiglio comunale</a>Maurizio SAIA: Simest: Interrogazione a Monti e Passera su nomine ai vertici2012-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647019Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/><br />
Presentata oggi una interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo Economico per sapere “come mai sia stato defenestrato il vertice di Simest il cui bilancio è nettamente in attivo” e se sia vero che nella Assemblea di oggi sia stato nominato nel nome del “rinnovamento” un ambasciatore in pensione di 68 anni, Vincenzo Petrone, che quindi può cumulare la sua pensione d’oro con la nuova remunerazione, e se sia vero che tale Riccardo Monti nominato vicepresidente sia lo stesso Monti presidente dell’Ice e da pochi giorni anche componente il cda di Assocamerestero”.
<p>L’interrogante chiede inoltre di sapere “se sia vero che Monti sia anche consigliere per l’internazionalizzazione del ministro Passera, cumulando quindi in palese conflitto di interesse ruoli politici ed esecutivi, nominante e nominato, controllore e controllato e se lo stesso aspiri anche ad entrare nel cda della Sace”.
<p> Infine, il parlamentare chiede di conoscere quale sia lo stato della riorganizzazione dell’Ice, se risulta al vero che la Corte dei Conti sia già dovuta intervenire più volte, tra l’altro per la rimozione del direttore generale, e se è vero che le esportazioni italiane che ancora l’anno scorso segnavano un più 11 per cento siano in stallo anche per l’assoluta insipienza del governo di fatto allo sbando sulla politica commerciale”. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.agenparl.it/articoli/news/esteri/20120705-simest-saia-interrogazione-a-monti-e-passera-su-nomine-vertici">www.agenparl.it</a>Gaetano Cantalini: Map a Navelli: "L'Amministrazione non è trasparente" - Il dopo terremoto a L'Aquila 2012-06-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646139Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Navelli (AQ) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/><br />
La mancanza di risposta è diventata ormai una pratica normale per l’Amministrazione comunale di Navelli che, così facendo, continua a venir meno ai propri doveri di trasparenza e di rispetto innanzitutto dei cittadini oltre che delle prerogative dei Consiglieri, negando ai Consiglieri stessi i diritti sanciti dalla legge e ostacolando l’esercizio delle funzioni di controllo attribuite loro dall’ordinamento.
<p>
In particolare la mancata risposta all’ultima interrogazione, presentata in data 17.04.2012 dal sottoscritto in qualità di Capogruppo di minoranza, su un tema talmente importante e sentito dai cittadini quale la realizzazione e l’assegnazione dei cosiddetti Moduli Abitativi Provvisori (M.A.P.) nel territorio comunale, desta decisamente forti dubbi e preoccupazioni.
<p>
Nella citata interrogazione si chiede precisamente di conoscere quali le modalità e i criteri adottati al fine di stabilire il numero dei M.A.P. da realizzarsi per far fronte all’emergenza abitativa determinatasi a seguito del sisma; quali le modalità e i criteri adottati per la prima assegnazione dei M.A.P. e se tale assegnazione sia avvenuta sulla base del relativo regolamento adottato con la Deliberazione di Giunta comunale n. 62 del 24.11.2009 che prevedeva oltre alla presentazione delle domande da parte dei cittadini aventi diritto anche la formazione ed approvazione di un’apposita graduatoria risultante da un’istruttoria a cura dell’Ufficio Tecnico Comunale; il numero delle istanze per l’assegnazione di un Modulo Abitativo Provvisorio presentate da parte dei cittadini interessati, l’esito dell’istruttoria per l’accertamento dei requisiti richiesti e la relativa graduatoria approvata con provvedimento del Sindaco; se i cittadini siano stati debitamente informati circa le modalità ed i criteri di assegnazione dei M.A.P. tramite affissione all’albo pretorio, pubblicazione nel sito internet del Comune, adeguata pubblicizzazione nel territorio comunale. Si vuol sapere, inoltre, il motivo per cui non si è ritenuto, nonostante fosse nelle facoltà del Sindaco, di procedere ad una valutazione caso per caso, interpellando i diretti interessati, trattandosi di soggetti anziani con varie problematiche, prima di provvedere all’assegnazione dei M.A.P. inutilizzati ai sensi dell’art. 4 comma 2 dell’OPCM n. 3917 del 30 dicembre 2010; il motivo per cui si è atteso oltre sei mesi per l’adozione di un provvedimento previsto dalla OPCM n. 3917 datata 30 dicembre 2010; il motivo della risultanza di un numero rilevante di M.A.P. rimasti inutilizzati, anche dopo essere stati dal Commissario Delegato messi temporaneamente a disposizione di quei nuclei familiari, in possesso di determinati requisiti, per i quali non fosse stata ancora individuata un’adeguata sistemazione alloggiativa alternativa nei rispettivi territori comunali (art. 2 comma 1 OPCM n. 3857 del 10 marzo 2010), causa della decadenza dal diritto al beneficio del contributo di autonoma sistemazione da parte dei soggetti assegnatari ai sensi dell’art. 4 comma 2 dell’OPCM n. 3917 del 30 dicembre 2010; infine, le azioni eventualmente intraprese dall’Amministrazione avverso quanto disposto dall’art. 4 comma 2 dell’OPCM n.3917 del 30 dicembre 2010 in considerazione di un’evidente disparità di trattamento prodotta rispetto ai cittadini residenti in altri comuni del cratere sismico.
<p>
Ho provveduto, pertanto, nella giornata di ieri a sollecitare al Sindaco una rapida risposta a detta interrogazione, riservandoci di assumere come gruppo, se necessario, ogni iniziativa utile a tutela dei diritti della minoranza e del ripristino della legalità violata perché tali ripetute omissioni, oltre a non essere decisamente in linea con una democratica gestione del bene comune, configurano una palese e sistematica violazione dell’art. 43 comma 3 del Testo Unico degli Enti Locali, che prevede il termine di trenta giorni per la risposta alle istanze dei consiglieri ed alle loro interrogazioni.<br />
<br/>fonte: <a href="http://gaetanocantalini.wordpress.com/2012/06/07/map-a-navelli-cantalini-lamministrazione-non-e-trasparente-abruzzo24ore-tv/">www.abruzzo24ore.tv</a>DELIA MURER: Invalidità, subito i correttivi2012-05-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it627276Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Un’interrogazione al Ministro Fornero sulle nuove procedure Inps per l’accertamento dell’invalidità. L’ha presentata, alla Camera dei deputati, l’on. Delia Murer, che da mesi sta svolgendo una battaglia su questi temi.
<p> “La Camera – dice la deputata veneziana – ha approvato nel luglio dello scorso anno, una serie di mozioni, tra cui una del Pd. Con questi atti si mettevano in luce carenze, inefficienze e difficoltà causate dalle nuove procedure per l’invalidità, varate dall’Inps con la ragione di contrastare le frodi".
<p>"In quella occasione, si è votato un impegno a carico del Governo per avere una revisione della procedura stessa, l’emanazione di linee guida che facessero chiarezza su alcuni aspetti e, in trenta giorni, una relazione sullo stato delle cose. Ad oggi non abbiamo visto ancora nulla.<br />
Spero che con questa nuova interrogazione si possa riaccendere l’attenzione su un problema che sta causando gravissimi disagi a persone già drammaticamente colpite”.
<p>
<b>Di seguito il testo integrale dell’interrogazione.</b>
<p>
Interrogazione a risposta scritta<p>
al Ministro del Welfare
<p>
dall'on. Delia Murer
<p>
per sapere, premesso che:
<p>
in data 21 luglio 2011 veniva approvata dalla Camera dei deputati, congiuntamente ad altri atti analoghi, la mozione 1-00626, a prima firma Anna Margherita Miotto;
<p>
tale mozione si concentrava sul tema della nuova procedura per l'accertamento dell'invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, varata dall'Inps, dopo l'entrata in vigore dell'articolo 20 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile», con l'intento di ottenere tempi più rapidi e modalità più chiare per il riconoscimento dei relativi benefici;
<p>
la mozione evidenziava che con la nuova procedura, invece di portare chiarezza e celerità, si sono registrate gravissime inefficienze, che hanno provocato disagi a persone già drammaticamente colpite, costrette ad aspettare mesi e mesi prima di vedere riconosciuto il loro diritto;
<p>
la mozione sopra menzionata ha impegnato, tra le altre cose, il Governo ad assumere le necessarie iniziative dirette a rivedere e modificare la procedura prevista dall'articolo 20 del decreto- legge 1o luglio 2009, n. 78; ad emanare urgentemente linee guida chiare e precise nei confronti dell'Inps onde evitare ulteriori controlli su soggetti portatori di menomazioni di natura irreversibile o di patologie rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante, ai sensi del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 2 agosto 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 settembre 2007, n. 225, evitando così che tali soggetti debbano subire un'ulteriore umiliazione rispetto al loro stato di salute;
<p>
con l'approvazione della mozione sopra citata si è impegnato il Governo, altresì,
a predisporre "con la massima sollecitudine e comunque non oltre entro 30 giorni dall'approvazione dell'atto" una relazione esaustiva sulla situazione relativa all'applicazione della nuova procedura indicando:
<p>
<b>a)</b> quante siano oggi le pratiche evase rispetto a quelle depositate;<br />
<b>b)</b> quale sia la loro distribuzione territoriale, quante siano le nuove pensioni riconosciute dall'entrata in vigore della procedura prevista dall'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009;<br />
<b>c)</b> per quale motivo fino ad oggi gli uffici territoriali dell'Inps non siano stati in grado di evadere nei tempi stabiliti dallo stesso decreto-legge le pratiche relative all'invalidità;<br />
<b>d)</b> quali siano i motivi del ritardo nel riconoscimento delle invalidità, specificando se tali ritardi debbano essere imputati a ragioni di mero risparmio, o al fatto che i programmi informatici tra le aziende sanitarie locali e l'Inps non sono uniformi e, quindi, all'impossibilità di comunicare tra i due enti;<br />
<b>e)</b> quale sia la situazione relativa all'appalto con Postel per l'inserimento dei dati della pratiche relative alle richieste d'invalidità, indicandone i costi, la durata, gli obiettivi, nonché il numero di dati immessi in ciascuna regione;<p>
ad oggi non risulta alla scrivente che tale relazione sia stata prodotta, nonostante il termine tassativo di trenta giorni sia abbondantemente scaduto:
<p>
dal Ministro se e in che tempi il Governo intenda tenere fede agli impegni a cui è stato chiamato dalla Camera dei deputati in data 21 luglio 2011 con l'approvazione, congiuntamente alle altre, della mozione nr. 1-00626, relativamente alle nuove procedure per l'accertamento dell'invalidità civile.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=6%3Ainterrogazioni-interpellanze-mozioni&id=413%3Ainvalidita-subito-i-correttivi&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">deliamurer.it</a>Patrizia TOIA: Marò italiani: è ora che si muova l'Europa2012-03-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625570Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
<b>Patrizia Toia</b>, Vicepresidente del Gruppo S&D, guida la richiesta di un intervento formale del Super Ministro degli Esteri Europeo per un intervento rapido a favore dei due marò italiani che si trovano attualmente detenuti nel carcere di Trivandrum.
<p>
"Ho chiesto ai miei colleghi italiani, trovando da subito grande condivisione, di aderire all’interrogazione che ho presentato alla Ashton: occorre che anche l’Europa si attivi rapidamente per i marò italiani in prigione in India” - dichiara <b>Patrizia Toia</b>.
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"I nostri marò sono soldati italiani ma anche e soprattutto soldati europei, non possiamo consentire che sia solo il Governo Italiano ad intervenire in questa triste vicenda” - continua <b>Toia</b>.
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“Questa vicenda potrebbe costituire un precedente gravissimo non solo per i militari italiani all'estero, ma per tutte le nazioni che impegnano i propri militari nella difesa delle navi civili contro la pirateria, fenomeno purtroppo ancora troppo diffuso contro cui l’Europa è impegnata. Ci attendiamo quindi che l'Alto Rappresentante faccia la sua parte per ottenere il rilascio immediato dei due marò” – conclude <b>Toia</b>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>DELIA MURER: Permessi di soggiorno, question time sulla tassa2012-02-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625319Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Question time nell’aula di Montecitorio sulla vicenda dei permessi di soggiorno.
<p> Lo ha illustrato l’on. Delia Murer, cofirmataria di una interrogazione urgente al Ministro dell’Interno sulla vicenda della tassa sul rinnovo e sul rilascio del permesso di soggiorno.
<p>Al Ministro è stato chiesto “quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere affinché tale tassa non incida in maniera così rilevante in un momento di crisi economica e sociale”.
<p>“Si tratta di un balzello assurdo che va a colpire categorie già deboli che, come gli italiani, sentono duramente la crisi. Il Governo aveva annunciato una volontà di revisione del meccanismo ma poi non se n’è saputo più nulla”.
<p>L’on. Murer ha presentato un analogo atto di sindacato ispettivo anche nella Commissione Affari costituzionali. Interlocutoria la risposta del Ministro dell’Interno, che ha riconosciuto l’esistenza del problema e ha garantito un ‘iniziativa legislativa per “un disegno complessivo di razionalizzazione e semplificazione delle procedure previste dalla legge per il rilascio dei permessi di soggiorno”.
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<b>Testo integrale dell’intervento dell’on. Murer e la risposta del Ministro Cancellieri.</b>
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DELIA MURER. <br />
Signora Presidente, signora Ministro, con questa interrogazione noi abbiamo voluto porre all'attenzione un tema importantissimo. Dal 30 gennaio 2012 i cittadini stranieri non comunitari pagano una tassa per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno di un importo molto rilevante, che varia da 80 a 200 euro. <br />
Questo applicando un decreto del precedente Governo.<br />
Noi siamo assai preoccupati per questa tassa, proprio per il suo ammontare, perché interviene in un momento di grave crisi, in cui anche il peso di questo importo grava sui lavoratori stranieri, come sui lavoratori italiani, che comunque soffrono della crisi. Quindi, la domanda è capire come il nuovo Governo intenda affrontare questo tema.
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ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. <br />
Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio l'onorevole Murer, l'onorevole Livia Turco e gli altri deputati che, con l'interrogazione all'ordine del giorno, pongono l'attenzione su un problema che ho subito affrontato non appena assunta la responsabilità di Ministro dell'interno. Il 1o febbraio scorso, rispondendo ad uno specifico quesito posto in Commissione affari costituzionali di questa Camera, ho precisato che il mio obiettivo è perseguire un disegno complessivo di razionalizzazione e semplificazione delle procedure previste dalla legge per il rilascio dei permessi di soggiorno.
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Nell'ambito di questo progetto, potrà essere affrontato anche il problema posto dagli onorevoli interroganti senza rimettere in discussione un provvedimento, quello concernente il contributo per il rilascio e il rinnovo dei permesso di soggiorno, da poco entrato in vigore e destinato a sostenere l'attività dei diversi uffici a vario titolo preposti all'espletamento delle istruttorie e, in parte, ad alimentare il Fondo rimpatri. Voglio, a tale proposito, precisare che è mia intenzione fare in modo che con le risorse di tale Fondo vengano finanziati i programmi di rimpatrio volontario e assistito, attuabili dal gennaio di quest'anno per effetto dell'entrata in vigore del decreto interministeriale che ne ha disciplinato l'attuazione.
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L'ipotesi di intervento normativo, che si trova in avanzato stato di definizione e che si realizzerà proprio in questi giorni con apposito emendamento al decreto-legge cosiddetto di semplificazione, in corso di conversione, si incentra sull'allungamento della validità, in particolare in fase di rinnovo, delle tipologie dei permessi di soggiorno più diffuse. Mi riferisco soprattutto ai permessi per lavoro e, conseguentemente, a quelli per motivi familiari, la cui durata è commisurata a quella del lavoratore straniero a cui ci si ricongiunge.
<p> L'allungamento della validità di questi permessi comporterà una sensibile riduzione degli adempimenti a carico delle questure e, conseguentemente, un risparmio di risorse organizzative e finanziarie per l'amministrazione. Inoltre, la contrazione dei tempi di rilascio dei titoli e i miglioramenti organizzativi attesi consentiranno una maggiore fruibilità complessiva degli uffici da parte dell'utenza.
Da questa semplificazione deriverà indirettamente anche un alleggerimento degli oneri economici posti a carico degli stranieri per il pagamento del contributo, per la minore frequenza con la quale saranno chiamati a rinnovare il titolo di soggiorno. Questo è lo scenario che abbiamo davanti, dando una giusta risposta alle aspettative dei cittadini stranieri che giungono nel nostro Paese per motivi di lavoro o di ricongiungimento familiare nel rispetto della legge, mantenendo inalterato - e d'altronde non può farsi diversamente - il livello del gettito corrente per assicurare la giusta funzionalità sia degli uffici immigrazione che degli sportelli unici.
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PRESIDENTE.<br />
L'onorevole Murer ha facoltà di replicare.
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DELIA MURER. <br />
Signor Presidente, mi dichiaro solo parzialmente soddisfatta, perché credo che il tema meriti anche un approfondimento e un confronto prima di arrivare al voto del disegno di legge sulle semplificazioni. Credo che comunque abbattere il costo intervenendo in varie modalità, ma anche sulla durata e le modalità del rinnovo dei permessi di soggiorno sia proprio una emergenza.<br />
Quindi, la ringrazio. Sono parzialmente soddisfatta e penso che sarebbe utile avere un confronto proprio anche su questa proposta che il Governo si appresta a realizzare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
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<b>Ecco il testo integrale dell’interrogazione presentata</b>
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Al Ministro dell'interno
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Per sapere – premesso che:
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con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 6 ottobre 2011, adottato di concerto con il Ministro dell'interno, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 31 94 del 2009 dicembre 2011, in ottemperanza alla norma prevista dalla legge n. (il cosiddetto pacchetto sicurezza), è stato stabilito il versamento di una tassa per i cittadini stranieri non comunitari per il rilascio od il rinnovo del titolo di soggiorno a decorrere dal 30 gennaio 2012;
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l'importo della tassa sui permessi di soggiorno varia dagli 80 ai 200 euro, a seconda dei casi così come riportati:
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<b>a)</b> 14,62 euro per la marca da bollo da apporre sull'istanza;
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<b>b)</b> 27,50 euro per il rilascio del titolo in formato elettronico;
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<b>c)</b> 30 euro per la spedizione tramite Poste italiane;
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<b>d)</b> 80 euro per il rilascio/rinnovo di titolo di soggiorno di durata superiore a tre mesi e inferiore o pari ad un anno;
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<b>e)</b> 100 euro per il rilascio/rinnovo di titolo di soggiorno di durata superiore ad un anno e inferiore o pari a due anni;
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<b>f)</b> 200 euro per il rilascio del permesso di soggiorno CE per i soggiornanti di lungo periodo e per i titoli di soggiorno rilasciati ai sensi dell'articolo 27, comma 1, lettera a), 286 del 1998 ovvero per i del testo unico di cui al decreto legislativo n. dirigenti o personale altamente specializzato che ha fatto ingresso in Italia al di fuori delle quote previste dai decreti flussi;
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tale norma è discutibile non solo perché incide sugli stranieri che già contribuiscono con il loro lavoro alle finanze dello Stato, ma perché reperisce le risorse necessarie alle espulsioni gravando su chi è regolarmente presente sul territorio;
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è sulla regolarizzazione di chi non lo è e sull'emersione del lavoro nero che le fonti di finanziamento alle politiche migratorie e di integrazione vanno trovate: <br />
quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere affinché tale tassa non incida in maniera così rilevante in un momento di crisi economica e sociale, che colpisce non solo gli italiani, ma anche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese.
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(3-02117) <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it/attivita-parlamentare/interrogazioni/386-permessi-di-soggiorno-question-time-sulla-tassa.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>