Openpolis - Argomento: bossi finihttps://www.openpolis.it/2013-10-06T00:00:00ZMaria Giuseppina Nicolini: Immigrati: sindaco Lampedusa, abolire subito la BossiFini 2013-10-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718014Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Lampedusa e Linosa (AG) (Partito: LISTA CIVICA) <br/><br/>"La prima cosa da fare e' abolire subito la legge Bossi-Fini, non puo' essere la Polizia ad occuparsi dei bambini siriani ospiti del Centro d'accoglienza". Cosi' il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. "Quel Centro d'accoglienza non puo' accogliere naufraghi o superstiti - dice - non e' polemico volere cambiare la Bossi-Fini ma e' la verita'".<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Immigrati-sindaco-Lampedusa-abolire-subito-la-Bossi-Fini_32696960315.html">www.adnkronos.com</a>Maria Giuseppina Nicolini: Lampedusa: “Tre pescherecci hanno fatto finta di non vedere” 2013-10-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718013Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Lampedusa e Linosa (AG) (Partito: LISTA CIVICA) <br/><br/>Tre pescherecci sono andati via dal luogo della tragedia perché, in passato, il nostro Paese ha processato i pescatori che hanno salvato vite umane per favoreggiamento dell’im – migrazione clandestina”, accusa il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini a Radio Capital. Quei pescherecci “non hanno visto il barcone, altrimenti sarebbero intervenuti – replica il ministro dell’Interno Angelino Alfano – Gli italiani sono di grande cuore, abbiamo soccorso 16 mila naufraghi”. C’erano tre pescherecci, li hanno incrociati nella notte prima di affondare mentre il barcone in panne si dirigeva verso Lampedusa, ma nessuno si è fermato a soccorrerli. L’hanno raccontato i primi superstiti, con il terrore ancora stampato negli occhi, ai mediatori culturali che li hanno soccorsi sulla banchina dell’isola. Dei pescherecci “fantasma” si occuperà adesso la procura di Agrigento: “Non è per ora la nostra prima emergenza – dice il procuratore Renato Di Natale – ma in seguito avvieremo le procedure di identificazione”. PER ORA si pensa ai superstiti: sono 159, di cui sei donne e solo due in gravi condizioni. Tra loro Shapira, eritrea di 28 anni: era immobile, puzzava di olio e nafta e l’hanno data per morta, gettandola sulla banchina del molo Favaloro accanto alle decine di corpi dei suoi conterranei, alcuni già chiusi nei sacchi azzurri. Ma la sua voglia di vivere ha oltrepassato l’orrore della tragedia abbassando la contabilità mortale: qualcuno l’ha vista respirare e muovere una gamba, l’hanno dissetata e imbarcata sull’elicottero giunto a Palermo nel primo pomeriggio. Adesso è ricoverata al Civico in gravi condizioni, ha bevuto nafta e acqua di mare, è disidratata ed in uno stato di forte ipotermia, ma probabilmente ce la farà. A salvarla sono stati un gruppo di lampedusani e di turisti usciti in mare alle cinque del mattino davanti l’Isola dei Conigli per guardare l’alba. “Abbiamo sentito delle urla in lontananza – racconta Alessandro Marino, a bordo della barca Gamar – sembrava – no quelle dei gabbiani. Gridavano ‘save the children, salvate i bambini’, e le teste emerse dalle onde erano decine, forse centinaia. Ci siamo avvicinati e tuffati in acqua, ma i corpi, unti di olio e benzina, scivolavano via, trattenerli era difficilissimo. Attorno il mare era un orrore, c’erano morti che galleggiavano e decine di persone che chiedevano aiuto”. La contabilità dei morti sale di ora in ora, il molo Favarolo è di nuovo una striscia di sacche azzurre piene di cadaveri, a metà pomeriggio arriva la notizia che i sommozzatori hanno individuato quaranta corpi proprio sotto il barcone, capovolto e annerito dalle fiamme che l’hanno semidistrutto. Le ultime salme vengono trasferite nell’hangar dell’aeroporto perché “nella camera mortuaria non c’è più spazio”. “Siamo in piena emergenza”, dice Pietro Bartolo, responsabile del Poliambulatorio dell’isola. Volontari e operatori sanitari lavorano senza soste da 48 ore a Lampedusa: tre ore prima della tragedia, alle due di notte, avevano appena finito di accogliere 432 cittadini siriani giunti nell’isola con due imbarcazioni. “Siamo stremati – dice Antonio Candela, responsabile dell’Asp 6 di Palermo – è una tragedia immane. Quel terrore negli occhi non lo dimenticherò mai più”. Con un ponte aereo cinquanta superstiti, 29 adulti e 21 bambini originari prevalentemente di Siria ed Eritrea, vengono trasferiti nel primo pomeriggio al Centro di prima accoglienza ospitato nell’ex caserma Polonio di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia. Ed è già polemica sul ritardo dei soccorsi: “C’è gente che annega e la Guardia Costiera dice che deve seguire un protocollo – scrive in una lettera aperta l’avvocato di Pesaro Linda Barocci, che dalla sua barca ha salvato decine di vite – il loro gommone era vuoto nonostante le persone continuassero a sbracciarsi mentre noi rientravamo in porto con 47 vite salvate tra le lacrime, lo choc, i polmoni e lo stomaco pieno di benzina hanno passato più di tre ore a nuotare chiedendo aiuto. Com’è possibile che queste povere anime siano costrette a morire per la mancanza di soccorsi? Dove c.. siete? Complimenti, Italia”.<br/>fonte: <a href="http://mentiinformatiche.com/2013/10/lampedusa-tre-pescherecci-hanno-fatto-finta-di-non-vedere.html">mentiinformatiche.com</a>Maria Giuseppina Nicolini: Lampedusa. Tre pescherecci non sono intervenuti per timore della Bossi Fini 2013-10-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it717993Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Lampedusa e Linosa (AG) (Partito: LISTA CIVICA) <br/><br/>Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini spiega che tre pescherecci non avrebbero prestato soccorso all'imbarcazione in fiamme per paura di essere processati per il reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina.
Questo è quanto predevede l'assurda legge che il mondo ci contesta.
E' spavetoso pensare che se i naufraghi fossero stati cittadini europei adesso non si starebbe a piangere un'ecatombe.
Questo è il risultato di una politica ottusa, razzista e reazionaria.
''Chiediamo al governo di cancellare immediatamente il reato – ha affermato Nicolini - Se Letta verrà? Io aspetto tutti, sono qui, insieme ai morti''. <br/>fonte: <a href="http://www.articolotre.com/2013/10/lampedusa-tre-pescherecci-non-sono-intervenuti-per-timore-della-bossi-fini/210933">www.articolotre.com</a>Fabio EVANGELISTI: decreto flussi. uno su mille ce la fa....2011-02-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558241Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/>Il Decreto Flussi ha oggi mostrato, per chi non lo avesse ancora capito, di essere una boiata pazzesca. Oltre 303mila domande di assunzione di lavoratori stranieri sono arrivate al “cervellone” (probabilmente l’unico) del Viminale dalle 8 alle 18 nel primo click day, quello dedicato ai Paesi con cui l’Italia ha accordi di collaborazione in materia migratoria.
Soltanto in Toscana sono state più di 17mila le domande arrivate: la maggior parte dalla provincia di Firenze, seguita da Prato. Nella nostra regione, molti si sono rivolti agli sportelli dei sindacati confederati (Cgil, Cisl e Uil), la maggior parte si sono arrangiati, in una vera e propria corsa contro il tempo.I posti messi a disposizione dal Decreto Flussi erano, però, soltanto 52.080. Questo significa che oltre 250mila richieste cadranno nel vuoto. Le prime 100mila domande sono arrivate nei primissimi secondi di avvio delle procedure poiché il sistema prevede che la graduatoria si formi in base alla priorità di arrivo. La maggior parte delle richieste (circa 215mila) ha riguardato colf e badanti, il resto ha interessato lavoro subordinato.
Il calvario di datori di lavoro e aspiranti lavoratori però è solo all’inizio: il lungo iter di distribuzione territoriale e valutazione delle richieste durerà diversi mesi. Il fortunato lavoratore che rientra nella lista dei 52mila dovrà andare nella rappresentanza diplomatica italiana del suo Paese a ritirare il visto per entrare in Italia e avere il permesso di soggiorno. E intanto la polemica impazza sul web e sui siti degli addetti ai lavori, nel più totale disinteresse dei media, sicuramente più interessati alle compagnie notturne del povero Marrazzo, che per un battito d’ali è riuscito a rubar la scena al suo dirimpettaio di scorribande, Mister B.
Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, in una dichiarazione rilasciata all’Ansa, afferma che il Decreto Flussi è un sistema desueto, non più consono alla realtà, sottolineando l’ovvio bisogno di avere la possibilità di ingresso legale nel nostro Paese aperta tutto l’anno con modalità non da “lotteria”, permettendo l’incontro tra domanda e offerta. Le Acli avevano infatti proposto il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, ma sono svariate le soluzioni che permetterebbero un notevole abbassamento della irregolarità e della clandestinità. Se solo si avesse la voglia e l’interesse di ascoltare, di instaurare un tavolo di concertazione con la società civile, le associazioni, i patronati, che in questi giorni hanno accompagnato migliaia di persone, italiane e straniere, nell’affrontare il Decreto Flussi. Questi protagonisti, quelli che meglio sanno di cosa stiamo parlando, sono ormai esclusi da luoghi di confronto e di proposta.
Molto ci sarebbe da dire anche sulla procedura elettronica, indicata come esclusiva per la presentazione delle domande, che a dire degli addetti ai lavori ha causato molti problemi: molti si sono rivolti alle Camere del Lavoro, o ai Sindacati, appunto, nei vari dipartimenti immigrazione che hanno attivato il servizio di assistenza.
Va considerato inoltre che pochi sono coloro che hanno a disposizione a casa un computer e una linea internet veloce, così i più sono stati costretti a rivolgersi agli internet point, che hanno speculato e chiesto cifre esorbitanti per la connessione durante queste giornate.
Insomma, alla roulette russa – con in mano, al posto della pistola, un mouse – o, per restare in Italia e al prossimo Festival di Sanremo: “Uno su mille ce la fa…”
<br/>fonte: <a href="http://www.fabioevangelisti.it/archives/250">blog</a>Gianni LETTA: «Le prospettive del governo si restringono»2010-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547852Alla data della dichiarazione: Sottosegretario Presidenza del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Questo governo che rappresento pro tempore ha prospettive molto più brevi del 2020, e in queste ultime ore sembrano restringersi non ad anni ma a periodi e misure di tempo più contenuti».
<p>A intonare il de profundis per l'esecutivo è il sottosegretario Gianni Letta, colui che da sempre si spende in qualità di mediatore per ricomporre le fratture all'interno della maggioranza. Ma evidentemente anche il braccio destro del cavaliere è contagiato dal sano scetticismo di Silvio Berlusconi.Che, a detta dei suoi fedelissimi, «non crede affatto che a Umberto Bossi riesca il miracolo».
<p> E basta gettare un occhio al parlamento per capire come mai il cavaliere sia convinto che dall'incontro di domani tra il Senatur e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non arriverà alcuna ciambella di salvataggio per la sua maggioranza.
<p>«È la fine - ammette con amarezza un berlusconiano doc.<br />
Ormai i finiani stanno alzando la posta, ieri il voto con l'opposizione sul trattato con la Libia, e oggi chiedendo di fatto le dimissioni di Bondi». Intanto a Montecitorio è in corso un incontro tra Fini e il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini.
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Insomma le condizioni cambiano di continuo e sono in pochi a ritenere che anche «un grande animale politico» come Bossi possa cambiare il corso degli eventi. «La verità - si lascia andare un fedelissimo del premier - è che il Senatur se l'è presa da sola la briga di trattare perché ha a cuore il federalismo e vuole tentare il tutto per tutto».
<p>Dalle parti del cavaliere,dunque, le speranze sono ridotte al lumicino, ma domani il leader della Lega andrà da Fini, a Montecitorio, per provare comunque il colpo d'ala. Chi ha incontrato Berlusconi prima della sua partenza per la Corea lo descrive molto sereno. «Bossi non ha alcun mandato a trattare il Berlusconi-bis perché il premier - racconta chi lo ha visto -, lo ha detto chiaramente al senatur, non si dimetterà. All'alleato il premier ha detto di ribadire a Fini l'impegno assunto alla direzione del Pdl: il riconoscimento di Fli come terza gamba della maggioranza».
<p>L'ipotesi di un Berlusconi-bis resta quindi non percorribile per Berlusconi che pure ci sta riflettendo, ma le insidie che conducono a un nuovo esecutivo guidato dal premier sono troppe.
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Fin qui gli impegni (noti) e le preoccupazioni del cavaliere ma Bossi, pur di salvare il federalismo, potrebbe spingersi oltre. «Il senatur - abbozza un berlusconiano doc che conosce assai bene il leader del Carroccio - potrebbe anche promettere l'indicibile: cioè un appoggio, o meglio una non belligeranza, rispetto un governo tecnico che duri lo spazio di un semestre». Proprio quello che la Lega ha sempre negato ufficialmente e che il premier vede come fumo negli occhi. «Ad ogni modo - prosegue la fonte - se anche la missione di Bossi fallisse, la Lega ne trarrebbe un evidente vantaggio perché potrebbe comunque intestarsi l'ultimo tentativo di salvare la legislatura per spenderlo poi elettoralmente».
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Le incognite, però, restano tante. Bisognerà vedere innanzitutto quanto Bossi oserà giocare d'azzardo pur di portare a casa l'amato federalismo. E oggi il presidente della Camera ha lasciato che fosse il viceministro Adolfo Urso a ribadire la linea. «Se la risposta alla richiesta di Fini fosse negativa, è ovvio che realizzeremo quello che abbiamo annunciato: ovvero ritireremo la nostra delegazione dal governo». <br />
Tradotto: se Bossi non fornirà garanzie precise, i finiani abbandoneranno subito la nave. Come ha ribadito poi anche il falco Fabio Granata. Le dimissioni cioè potrebbero scattare subito dopo l'incontro di Montecitorio, nel pieno della missione di Berlusconi in Corea per il G20. E intanto il Pd rompe gli indugi e avvia la raccolta firme per la mozione di sfiducia al premier.
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<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-11-10/letta-prospettive-governo-restringono-163343_PRN.shtml">Il Sole 24 Ore - Celestina Dominelli</a>Benedetto Fabio GRANATA: «Il pdl non è una caserma, ripensi al reato di clandestinità» - INTERVISTA2009-09-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417551Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
Bossi alla festa della Lega nord di Torino dice che Fini «l'è matt» rimarcando le sue posizioni anti-immigrati. Feltri, dal canto suo, insorge sul Giornale di ieri contro il medesimo «uomo del cambiamento», quasi irriconoscibile ormai, almeno se lo si rapporta ai tempi della Legge Bossi-Fini. Con il 733-bis, ultimo pacchetto sicurezza entrato in vigore l'otto agosto, passa di fatto una legge razziale ma, contemporaneamente, sta per essere presentata una proposta di legge bipartisan, a firma di Fabio Granata del Pdl -finiano della prim'ora- e di Sarubi del Pd sulla concessione della cittadinanza e sul diritto di voto agli immigrati.
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Moderatismo bipartisan? No, rivoluzione all'interno della destra, anzi delle due destre come scriviamo accanto. Sulla pelle degli immigrati finora si è giocata una delle partite più repressive e drammatiche della storia di questo governo, ma a partire da questo potrebbe anche inasprirsi il conflitto all'interno della maggioranza. Ne abbiamo parlato con Fabio Granata, uno dei firmatari della proposta, parlamentare del Pdl.
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<b>Quando presentate questa proposta di legge sulla cittadinanza agli immigrati con Sarubi del Pd?</b>
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Abbiamo depositato il disegno di legge alla Commissione Affari Costituzionali il 30 luglio, faremo la conferenza stampa il 23 settembre presso la Sala Mappamondo alla camera. E' un' iniziativa bipartisan fondata su due punti essenziali: l'introduzione dello ius soli "temperato" e la riduzione dei termini dai dieci ai cinque anni attraverso un procedimento non più concessorio da parte dello Stato, ma automatico ovvero legato alla volontà e alle conoscenze del richiedente. Diventerebbe cittadino italiano chi nasce in italia da cittadini migranti per il solo fatto che risiedono sul territorio italiano. Si abolisce de facto l'idea di cittadinanza basata sullo ius sanguinis.
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<b>Non è una novità però. Giusto Catania aveva già depositato una proposta di legge simile presso il Parlamento europeo. Tra l'altro non sarebbe meglio chiedere un'ampliamento dell'accesso alla cittadinanza su scala europea, piuttosto che solo su base nazionale?</b>
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Principio validissimo con cui concordiamo, noi però puntiamo alle politiche di integrazione nazionali degli immigrati e quindi preferiamo agire sull'ipotesi di accesso alla cittadinanza in Italia.
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<b>Bossi ieri ha dato del matto a Fini. Dice che sulla cittadinanza e quindi sull'accesso al diritto di voto da parte dei migranti il Pdl perderà voti. Il Secolo, invece, ha elogiato Fini sostenendo la tesi secondo cui la destra oggi dovrebbe essere così come la pensa lui. Voi come rispondete a Bossi?</b>
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Il diritto di voto è legato all'accesso alla cittadinanza e quindi infastidisce Bossi. La Lega ha puntato tutto contro l'immigrazione perché così pensa di costruire consenso. Ma è una politica di basso profilo, basata sulla paura e sulla demonizzazione dell'altro. Direi che il loro è un ragionamento miope.
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<b>Come vi ponete rispetto al pacchetto sicurezza?</b>
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Questa è un'effettiva contraddizione all'interno del Pdl. Noi siamo contrari al "reato di clandestinità", d'altronde siamo stati noi a bloccare le norme sui medici-spia e su quella ancora più infame dei presidi- spia. E' vero che sull'immigrazione irregolare ci vuole rigore, ma occorre anche introdurre il tema della cittadinanza che riguarda le vite delle persone reali, nonché un processo di implementazione per quel che riguarda i diritti individuali. Gli immigrati che vivono regolarmente e risiedono in Italia, i bambini che nascono in Italia non possono essere discriminati su base etnica. A nostro avviso loro sono italiani. Inoltre i migranti sono un'opportunità e non un problema poiché danno nuova spinta ed energia a noi tutti. Sul "reato di clandestinità" la maggioranza farebbe bene a ripensarci anche alla luce della situazione delle carceri che tra qualche mese diventerà esplosiva. Anzi già lo è.
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<b>Ma Alfano, il suo Ministro della Giustizia, sostiene che bisogna aprire nuove carceri…</b>
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Alfano farebbe meglio a pensare una nuova edilizia, ma solo per costruire più case popolari, per recuperare i centri storici, altro che nuove carceri!
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<b>Pensate di farcela?</b>
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Ci rendiamo conto che è una partita complicata, ma è un'iniziativa parlamentare e quindi serve per capire se nel Pdl c'è una sensibilità non appiattita sulla Lega. Inoltre è un esperimento per capire se si può costruire una relazione con altri settori del parlamento. Potrebbe essere una proposta rivoluzionaria che inverte anche la logica del governo emergenziale. Quello che procede solo per Decreti.
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<b>Feltri sul Giornale di ieri attacca Fini a tutto tondo. Voi come rispondete?</b>
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Fini non ha mai fatto killeraggio a differenza di altri, non è mai stato disponibile ad essere utilizzato come un taxi, inoltre il richiamo a tornare nei ranghi è ridicolo poiché il Pdl, così come noi lo concepiamo, non è una caserma bensì un partito plurale e dinamico.
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<b>Però la Legge Bossi-Fini rimane non proprio un fiore all'occhiello della vostra storia politica!</b>
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Infatti va modificata in alcune parti. E' figlia di un'altra fase politica. Noi lo diciamo da tempo. Ora le questioni sono altre: i valori dell'integrazione e della difesa dei diritti individuali dei migranti.
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<b>Insomma mi sembra di capire che alla fine entrerete nel Pd…</b>
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Non credo, a meno che non diventi come rifondazione! A parte gli scherzi il Pdl è un progetto ancora aperto, da costruire e speriamo resti una forza dotata di un'identità dinamica e moderna.
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<b>Prevedi una guerra con la Lega?</b>
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Non credo debbano aprirsi guerre, ma bisogna che ci sia il rispetto delle differenze, che vi sia una reciprocità. Ovviamente anche e soprattutto da parte della Lega.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NBRAC">L'Altro - Anna Simone</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «L'arroganza della politica è una brutta malattia» - INTERVISTA [Antonio Guglielmino, Adriana Turriziani e Maurizio Marceca*]2009-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391101Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocità del progresso scientifico. Le difficoltà della professione sanitaria oggi in una società multirazziale, piena di paure, che una parte della politica cavalca per imporre nuove figure. Come il medico-spia, obbligato a denunciare i clandestini, o addirittura il "medico- assassino", colui che, varato il ddl Calabrò, deciderà di staccare il sondino a un malato terminale. La scarsità, la disomogeneità territoriale e l`assenza di fondi per gli hospice in un Paese come l`Italia che pure punta a protrarre artificialmente la vita finché possibile. All`Unità ne abbiamo discusso con Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo; Antonino Guglielmino, ginecologo esperto in riproduzione assistita; Adriana Turriziani, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliatine; Maurizio Marceca, medico epidemiologo e della Sanità pubblica.
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<b>L`analisi di quattro tematiche - il biotestamento, la Legge 40, l`obbligo di denuncia dei clandestini per i medici, lo stato delle cure palliative - evidenzia un rapporto difficile tra politica e medicina. È davvero così?</b>
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MARINO, «Esiste, ma non è un problema solo italiano. È oggettivo, legato allo sviluppo della scienza più rapido che nei secoli passati. Abbiamo impiegato centinaia di anni per definire la morte come cessazione del respiro, altri secoli per stabilire che invece è lo stop del battito cardiaco. Adesso si è morti con la cessazione irreversibile delle attività cerebrali. Ma è un dato molto recente, acquisito nel 1968. Il punto è che l`articolo 32 della Costituzione, che vieta trattamenti sanitari obbligatori, è stato scritto nel 1947 quando per il legislatore era scontato che le persone potessero a voce accettare o rifiutare una terapia. Basta considerare che il primo respiratore artificiale è arrivato solo nel `52 e i primi esperimenti sulla nutrizione artificiale sono degli anni `60. La velocità del progresso scientifico è superiore a quella di adeguamento del Parlamento e, forse, della società».
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MARCECA: «Il tema dell`immigrazione è importante perché diventa cartina tornasole di come il sistema sanitario reagisce ai mutamenti sociali e si configura in grado di reagire ai bisogni diffusi. L`approccio della politica è enfatico, allarmistico, parcellizzato. Per i cittadini è difficile agire sul processo decisionale influenzato dalle lobby. Ancor più lo è per la comunità di immigrati, che in realtà ne comprende diverse centinaia. A mio avviso la politica guarda alla salute come a uno spazio di potere, un mercato. I temi nascono dal nulla e scompaiono nel nulla. Adesso c`è l`allarme per la febbre suina che durerà qualche giorno, mentre dimentichiamo la scarsità di organi per i trapianti, la carenza di emoderivati, l`assistenza domiciliare negata da molte regioni. Da epidemiologo mi preoccupo di comunicare i problemi della salute secondo il loro peso specifico.
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<b>L`Italia nel modo in cui affronta questi temi può essere considerata un`anomalia?</b>
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MARINO: «Certi Paesi come l`Italia sono più lenti. Negli Usa il testamento biologico è stato affrontato in tempi diversi. La California ha scritto la prima normativa nel 1976, un terzo di secolo fa. Da noi non è così. Uno strumento come il respiratore artificiale è positivo perché può consentire a chi ha un trauma cranico di essere operato e tornare al- la vita di prima. A volte però il paziente finisce in un limbo senza possibilità di recupero e la legge non sa come intervenire. I medici lo saprebbero ma non possono perché un magistrato sarebbe obbligato a indagarli per omicidio volontario.
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GUGLIELMINO: «In questi ultimi anni le bio-tecnologie hanno fatto enormi passi in avanti, velocemente: in Italia l`approccio che la politica ha nei confronti delle tematiche legate al progresso scientifico è di grande invadenza. Il nostro paese è arrivato al dibattito - che prima era re- legato alla sfera privata degli individui e che ora ha assunto contorni di carattere pubblico - in modo non adeguato. Non è un caso che in questi ultimi anni il tema della laicità dello Stato - che non è certo di oggi - sia tornato di attualità. Il punto è che non c`è un approccio laico».
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<b>Qual è il paese che da questo punto di vista è più attento quando si tratta di legiferare sui temi di inizio e fine vita?</b>
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MARCECA : «È un paradosso che si debba guardare ad altri paesi. Alla fine degli anni Novanta è stata proprio l`Italia, con la legge Turco-Napolitano sull`immigrazione, ad essere un punto di riferimento per gli altri, equiparando gli stranieri residenti nel nostro Paese agli italiani.
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TURRIZIANI: «L`Inghilterra e gli Stati Uniti hanno avuto una grande intuizione: investire nella formazione. Qui da noi ancora oggi tutto il personale impiegato negli hospice ha come unica formazione quella che deriva dal proprio curriculum personale. Non esistono corsi ad hoc e non c`è una distribuzione uniforme su tutto il territorio rendendo così effettiva una diseguaglianza».
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MARINO: «Basta un esempio. Gli hospice sono 120: 103 sono al Nord, 17 al Sud. In Lombardia ce ne sono 50, in Sicilia, con una popolazione di 5 milioni di persone, ce ne sono 5. Il diritto alla salute sancito dalla Costituzione è evidentemente violato».
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<b>Come deve orientarsi il legislatore quando scrive una legge sui temi cosiddetti "eticamente sensibili"?</b>
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GUGLIELMINO: «Sulla legge 40 come sul testamento biologico la politica dovrebbe avere un approccio "leggero", dettare linee generali, non scrivere leggi ideologiche. Il testo sulla fecondazione assistita, che prevede l`obbligo di trattamento sanitario, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. E evidente che il punto di partenza era sbagliato.
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MARINO: «Credo sia giusto emanare leggi con poche norme chiare, ma dobbiamo tener presente che oggi, mentre parliamo, i reparti di terapia intensiva dei nostri ospedali sono pieni di pazienti non più in grado di decidere se continuare o meno le terapie. E già in questo momento un medico che decide di staccare il respiratore o interrompere l`alimentazione e l`idratazione artificiale ad un paziente in fin di vita, con metastasi diffuse in tutto il corpo, sedato per non farlo soffrire troppo, infrange la legge. Invece la legge dovrebbe dare la possibilità ad ognuno di noi di decidere cosa fare della propria vita in casi simili. Una normativa giusta deve permettere a chiunque quando è nel pieno delle proprie facoltà intellettive di potersi esprimere sul fine vita avendo la certezza che le sue volontà saranno rispettate».
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<b>Spesso si dice "fare all`italiana": vale a dire interrompere l`alimentazione artificiale senza pubblicizzarlo. Quello che, in sostanza, è stato rimproverato al padre di Eluana Englaro: "perché non se l`è portata a casa invece di creare questo putiferio?". Succede così anche negli hospice? Si fa ma non si dice?</b>
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TURRIZIANI: «Bisogna capire che chi arriva negli hospice è un paziente la cui evoluzione della malattia non possiamo contrastare. La morte arriverà: si tratta di mettere in campo un team in grado di attuare le scelte condivise tra medico e famiglia. La nutrizione viene adeguata e graduata rispetto al decorso della malattia. L`idratazione non viene sospesa anche per veicolare i farmaci. Il problema per noi è che la politica non ci offre luoghi di formazione: non esiste un esame universitario per le cure palliative, non ci sono infermieri specializzati».
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<b>È corretto dire che la desistenza terapeutica configura omicidio volontario?</b>
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MARINO, «Il punto è che bisognerebbe avere un Parlamento che lavora in parallelo con il progresso della scienza. Il vero salto è stato quando con le tecnologie si è potuta protrarre l`esistenza in modo artificiale. Sospendere le terapie non è uccidere ma lasciare che il processo di morte naturale riprenda il suo corso. Sono decisioni da assumere in una vera alleanza con il paziente e, se non può esprimersi, con la famiglia. Non si può procedere come accade oggi nell`illegalità o facendo, appunto, le cose all`italiana».
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TURRIZIANI: «Per noi una cartella clinica ben redatta è uno strumento di bordo. Ed è multidisciplinare. Io ci scrivo tutto quello che è utile per quel paziente».
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MARINO: «Se il disegno di legge Calabrò verrà approvato, però, o la desistenza terapeutica non viene scritta in cartella o si verrà indagati per omicidio. Non colposo, volontario: come se si sparasse in testa a un cittadino».
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GUGLIELMINO: «La vera stranezza del ddl Calabrò è che né il medico né il paziente potranno più intervenire su alcune aree. C`è un aspetto che va chiarito: nutrizione e idratazione artificiali sono terapie o no? Se lo sono non si possono somministrare contro la volontà del destinatario perché si viola la Costituzione. E a mio avviso lo sono: non si può pensare che un buco nello stomaco, praticato da un chirurgo per inserire un sondino, necessario per sopravvivere, non sia una forma di cura».
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<b>Arriviamo ai medici "spia": non c`è una contraddizione tra la paura di non riuscire a individuare malattie contagiose e, dall`altra parte, una norma che spinge alla clandestinità sanitaria?</b>
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MARCECA: «La norma che impone la denuncia dei clandestini mostra come si mette in discussione il ruolo degli operatori della salute. Ai medici si chiede di denunciare persone che, dall`oggi al domani, diventano criminali. E assurdo creare dei "clandestini sanitari". Solo l`effetto annuncio ha già prodotto ansia, paura, allontanamento dai servizi. Nessuno dice che in 13 anni questo sistema ha funzionato benissimo, e neppure la Bossi-Fini ha toccato norme che rispondono a esigenze di sanità pubblica. Anche se mi preoccupa l`approccio "dagli all`untore". Le malattie non conoscono confini: riguardano la mobilità umana, non degli immigrati. Ricordo le sofferenze della comunità cinese ai tempi dell`aviaria: la nazionalità diventava elemento di discriminazione per persone che non tornavano in Oriente da anni. Temo che l`enfasi mediatica non aiuti il ragionamento bensì lo complichi».
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<b>È in Parlamento la legge sulle cure palliative e la regolamentazione degli hospice a livello nazionale. C`è un`attenzione reale della politica in un paese dove l`obiettivo sembra essere l`allungamento della vita ad ogni costo?</b>
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TURRIZIANI: «Sarebbe auspicabile ascoltare chi ogni giorno piega la schiena sui pazienti. L`hospice non deve essere ultimo a livello di preparazione e formazione. Seguire malati terminali richiede grande competenza. Ed è enorme il significato sociale di queste strutture che assistono intere famiglie. Si va a morire, è vero, ma si vive fino alla fine. Bisogna promuovere un clima positivo, sostenerli culturalmente, evitare che diventino solo dei letti. Mi auguro che il lavoro svolto in questi anni negli hospice attraverso l`ascolto dei pazienti e dei familiari, venga tenuto nella debita considerazione dal legislatore che dovrà scrivere delle norme al riguardo».
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MARINO: «La competenza è cruciale. E stato un errore smembrare in due tronconi gli hospice e il biotestamento che per formazione e ricerca dovrebbero stare insieme. Poi, la Commissione Sanità non ha neppure audito gli oncologi».
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<b>La politica riuscirà a dialogare e trovare un punto di sintesi che rappresenti la società civile sul testamento biologico? E il Partito Democratico raggiungerà infine una posizione chiara sui temi etici?».</b>
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MARINO: «Credo che serva un passo indietro rispetto all`arroganza attuale con cui si affrontano questi temi. Quanto al Pd: se non riesce a risolvere queste questioni con spirito maggioritario, discutendo al suo interno e votando sulla posizione da prendere, non avrà speranze. Scomparirà, fallirà: non può non dare risposte sui temi che scuotono le coscienze. Purtroppo oggi c`è una classe dirigente che fa riferimento ai due maggiori partiti che c`erano prima, che ragiona per quote e sta sempre a contarsi. Delle due l`una: o tutti costoro verranno spazzati via e si formerà un partito riformista, moderno, oppure sarà il Pd stesso ad essere spazzato via».
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<b>In Senato, durante il dibattito sul testamento biologico, il Pdl ha applaudito Marcello Pera, intervenuto contro la legge. Poi, però, ha votato compatto per il si, malgrado dai sondaggi risulti che l`opinione pubblica vuole un testamento biologico vincolante. Perché la politica pensa di non dover rispondere di ciò che fa?</b>
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MARINO: «Questo è il problema centrale: ormai si viene eletti per indicazione del leader e non per le proprie convinzioni. Il 25 febbraio del 2009 la Commissione Giustizia del Senato ha inviato un parere alla Commissione Sanità in cui affermava che il testamento biologico deve essere giuridicamente vincolante. La Commissione Sanità ha dovuto prenderne atto, ma in aula è cambiato tutto. Gli stessi membri della Commissione hanno votato contro il valore vincolante del testamento. Di fatto non hanno espresso un convincimento personale ma hanno risposto ad un ordine di partito. Siamo di fronte alla corruzione della politica, messa sotto ricatto da chi decide le candidature dei singoli».
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<b>Alla luce di queste nuove leggi, la professione del medico sta diventando un mestiere pericoloso nel nostro Paese? Sta nascendo la figura del "medico disobbediente"?</b>
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MARCECA: «Il nostro è da sempre un mestiere complesso, ma nel caso della denuncia degli immigrati si sono scatenati degli anticorpi che sembravano sopiti. La Federazione degli Ordini dei medici, gli psicologi e gli infermieri hanno reagito compatti per far cambiare una norma che va contro tutti i nostri principi deontologici. Credo sia necessario, però, che si crei una forte alleanza tra medico e società e che i medici ricomincino a rendere conto di quello che fanno in modo trasparente perché ormai la sanità sembra preda di una deriva economicistica».
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GUGLIELMINO: «Quella del medico disobbediente è una posizione scomoda. I medici non possono essere costretti a compiere ogni giorno atti di "microcriminalità" perché la legge impedisce loro di fare il proprio mestiere secondo scienza e coscienza. È fondamentale alleggerire le norme garantendo la possibilità di fare questo mestiere senza essere costretti a scegliere tra il codice deontologico e la legge dello Stato».
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NOTE<br />
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*rispettivamente, ginecologo esperto in riproduzione assistita, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliative, medico epidemiologo.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=141108">L’Unità - Federica Fantozzi e Marzia Zegarelli</a>Alfredo MANTOVANO: Immigrazione. «Ci troviamo davanti a un danno irrimediabile» - INTERVISTA2009-04-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391085Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Interni (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Il governo deve recuperare l'errore fatto non approvando l'aumento della permanenza dei clandestini nei Cie. "Nei prossimi giorni ne usciranno ancora"
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«Entro qualche mese riusciremo a bloccare la fuga dei clandestini dai Centri di identificazione e accoglienza, ma il grosso danno è fatto». Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano non si nasconde dietro giri di parole quando gli si chiede di commentare ciò che è accaduto attorno alla norma che prevedeva di estendere da due a a sei mesi il tempo di permanenza nei Cie.<br />
<b>Sottosegretario «l'indulto» per i clandestini è entrato in vigore.</b><br />
«Il Governo ha fatto tutto il possibile per evitare questa situazione. Per due volte l'esecutivo ha proposto al Parlamento, la seconda con un decreto, la protrazione del tempo necessario per essere identificati nei Cie per un massimo di sei mesi. Prima il Senato, quando la norma era contenuta nel ddl sicurezza, e poi la Camera nel decreto legge hanno bocciato la norma. Con una parte dei deputati della maggioranza che si sono uniti alle opposizioni».<br />
<b>Cosa può fare il Governo?</b><br />
«Non può fare altro che rimettere in circolazione i clandestini visto che è decorso il termine dei 60 giorni per il trattenimento».<br />
<b>Vi aspettavate l'imboscata dei franchi tiratori?</b><br />
«Non ci aspettavamo questa sorpresa. Il centrodestra ha vinto le elezioni sulla base di un programma che prevede la lotta ai clandestini. La norma che volevamo introdurre era pienamente compatibile con le norme europee ed era uno strumento efficace per contrastare l'arrivo di nuovi clandestini. Nel centrodestra erano emerse delle perplessità su altre norme, come quella relativa ai medici, ma non su questa. Per noi è stata una sorpresa a tutti gli effetti. Prima del voto avevo illustrato i termini della questione. Continuo a ritenere che le ragioni di quel voto siano estranee alla questione in sè».<br />
<b>Pensa che i malumori siano riconducibili al continuo ricorso alla decretazione?</b><br />
«Se esistono riserve sul metodo si discute su questo. Non credo sia giusto accanirsi su altre questioni. Il Pdl aveva affrontato l'argomento in una riunione del gruppo parlamentare, ma nessuno aveva detto nulla. Il ddl sicurezza, che invece era stato approvato dal Governo nel maggio del 2008, è ancora all'esame del Parlamento».<br />
<b>Quindi riuscirete a limitare i danni?</b><br />
«No, ci troviamo davanti ad un danno irrimediabile. I 1038 clandestini che sono usciti dai Cie non possono essere recuperati. Nei prossimi giorni ne usciranno altri 277 grazie a questo gesto improvvido. Se riusciremo ad inserirla nel ddl sicurezza, la norma sull'innalzamento dei sei mesi sarà operativa nel giro di qualche mese. Nel frattempo questi immigrati clandestini torneranno in circuiti che non sono legali. Questa situazione provocherà un danno all'immagine dell'Italia. Molti penseranno che si può arrivare facilmente nel nostro Paese».<br />
<b>Perché avete pensato di passare da due a sei mesi di permanenza quando ci sono Paesi che hanno un termine di ben 18 mesi?</b><br />
«La Turco-Napolitano prevedeva 30 giorni di permanenza. La Bossi-Fini, che fu duramente osteggiata dalla sinistra, prevedeva il termine di 60 giorni. Il nostro tentativo è stato quello di metterci in linea con gli altri paesi dell'Ue».<br />
<b>Il centrosinistra vi accusa di voler costruire dei lager.</b><br />
«Invito gli esponenti dell'opposizione a visitare questi centri. Voglio vedere se dopo avranno il coraggio di utilizzare ancora questo termine. Certo se qualcuno di loro, e mi riferisco a qualche parlamentare europeo della sinistra, come è accaduto a Lampedusa, arriva in questi centri per fomentare rivolte allora è meglio che resti a casa sua».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LKIX4">Il Tempo - Lanfranco Palazzolo</a>Franco Frattini: «Permesso solo a chi è utile Bruxelles dà ragione all’Italia» - INTERVISTA2008-11-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382187Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Un pizzico di soddisfazione? E come lo si può negare a Franco Frattini che, dalla Farnesina, sta raccogliendo proprio in questi mesi il frutto del suo lavoro di 3 anni a Bruxelles? Di ieri l’approvazione dell’Europarlamento a grande maggioranza della «carta blu», l’equivalente della «green card» americana che permette l’ingresso nella Ue a 27 di laureati e specializzati in grado di dare una mano all’economia del vecchio continente senza i limiti di un permesso di soggiorno. «Ma non è che una delle idee che avevo presentato e che, pian piano, vengono ora approvate tanto dai governi che dal Parlamento europeo. Segno che erano ipotesi serie...», accenna l’ex commissario ora tornato a guidare il nostro ministero degli Esteri.<br />
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<b>A ben vedere l’intero patto di Sarkozy sull’immigrazione e l’asilo è basato sulle proposte da lei avanzate a suo tempo quale commissario alla libertà, sicurezza e giustizia...</b><br />
«Le mie in fondo erano proposte equilibrate. Si trattava di risolvere il problema di non far mancare all’Europa mano d’opera qualificata e di cercare di respingere chi non veniva per lavorare ma per altri motivi. Aprire le porte a chi si vuol rendere utile e chiuderle a chi invece persegue altri obiettivi. Eppure, specie da noi, ricordo in quanti si strappavano i capelli parlando di politica elitaria, di rischi per il voler rubare cervelli ai Paesi meno sviluppati...».<br />
<b>
La sua cura insomma, ripresa dall’iniziativa francese, sta cominciando a dar frutti...</b><br />
«Mi sembra di sì. Rimpatri e carta blu sono definiti e approvati da governi e Parlamento. Anche se aspetto che si concluda il varo del pacchetto con altri importanti misure: il diritto d’asilo, il lavoro stagionale, la lotta al lavoro nero soprattutto. Perché quest’ultima iniziativa si muove contro tre aspetti negativi: l’incentivo all’immigrazione clandestina, la produzione di evasione fiscale e infine la creazione di concorrenza sleale. Spero che anche in questo caso si riducano i tempi per una approvazione definitiva, il che doterebbe l’Europa di una politica organica sull’immigrazione dopo anni e anni di attesa».<br />
<b>Senta Frattini, ma con l’aria che tira specie in Italia, lei pensa che la politica dei rimpatri si possa già definire fruttuosa?</b><br />
«Be’, comincia a offrire criteri omogenei non concedendo più porti franchi in Europa. Voglio dire che fino a ieri noi avevamo la Bossi-Fini, che qualcuno ci contestava, ma poi gli altri facendone a meno ed essendoci Schengen, riversavano immigrati in Italia. Adesso non è più così facile. Inoltre come Ue abbiamo fatto accordi importanti per il rimpatrio. Pensi che quando sono stato nominato commissario, dopo la fuoriuscita di Prodi, ne trovai uno solo con Hong Kong! Ora ne abbiamo di accordi con tutti i Balcani, con la Russia, l’Ucraina, la Moldavia, il Pakistan e stiamo trattando con Marocco e Senegal».<br />
<b>Ma l’Italia non l’aveva già un accordo con Rabat?</b><br />
«Sì, ma l’avevamo noi e non altri membri della Ue. Per cui...».<br />
<b>Recentemente si è parlato molto della possibilità di svuotare le nostre carceri rinviando i condannati alle nazioni di origine, ma fin qui non si è visto nulla del genere...</b><br />
«Anche questa era una impostazione che avevo messo a punto a Bruxelles e che in verità è stata già varata dai governi in modo unanime. Solo che dopo il mio addio pare siano insorti problemi burocratici in un paio di Paesi per cui non c’è ancora quella operatività stabilita a livello politico. Si è perso un anno intero, mi auguro che queste difficoltà procedurali siano eliminate in tutta fretta».<br />
<b>Insomma più che Sarkozy è lei il padre putativo delle norme europee sull’immigrazione...</b><br />
«I francesi hanno dato un impulso notevole al pacchetto. Ma credo che non pochi a questo punto si siano accorti di quel che avevo messo in cantiere quando ho lasciato Bruxelles».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JXN7Y">Il Giornale - Alessandro M. Caprettini</a>Benedetto DELLA VEDOVA: Sospendere la Bossi-Fini conviene - INTERVISTA2008-11-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382058Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
Sospendere o rivedere la legge Bossi-Fini. La proposta non viene, come facilmente ipotizzabile, dai banchi dell’opposizione, ma da Benedetto Della Vedova e Giuliano Cazzola, due esponenti del Pdl. Il nodo della questione è rappresentato dalle norme che legano per gli stranieri, già residenti, lo stato di disoccupazione alla perdita del diritto alla permanenza sul territorio italiano. Il timore di Cazzola e Della Vedova è che a seguito del persistere di un ciclo economico negativo si possano determinare le condizioni per un allontanamento dal territorio nazionale di migliaia di cittadini immigrati, con ripercussioni pesanti per il mercato del lavoro e un rischio di crescita del sommerso. Detto che dall’opposizione non aspettavano di meglio per dare fuoco alle polveri della polemica, le reazioni non si sono fatte attendere anche nello stesso Pdl, che per bocca di Cicchitto sottolinea la possibilità di ritrovarsi in una situazione fuori controllo, una volta liquidata la Bossi-Fini. Sulla stessa linea conservativa della legge sull’immigrazione hanno concordato altri esponenti del Pdl, dando il senso di un certo isolamento di Cazzola e Della Vedova, all’interno della maggioranza.<br />
<b>Onorevole Della Vedova, la vostra proposta ha fatto storcere il naso a più d’uno nel Pdl. Cosa replica a chi vi accusa di buonismo?</b><br />
La nostra proposta guarda agli interessi dell’economia italiana. Lo tsunami finanziario ha comportato la sospensione di regole, soprattutto nell’ambito dell’Unione Europea, che si ritenevano “intoccabili”, come avvenuto nella questione degli aiuti di stato o nella stessa attenuazione dei vincoli del patto di stabilità. In questo quadro non sarebbe così rivoluzionario rivedere o sospendere non l’intera legge Bossi-Fini, ma “una norma” della Bossi Fini, che lega per gli stranieri già residenti lo stato di disoccupazione alla perdita del diritto alla permanenza sul territorio italiano.<br />
<b>
Perché sospendere la Bossi-Fini rappresenterà un vantaggio per le nostre aziende?</b><br />
Allontanare dal territorio nazionale lavoratori già formati, per scoprire tra qualche mese o anno di averne nuovamente bisogno, non soddisfa l’esigenza di sicurezza, cui la Bossi Fini intende rispondere, ma comporta una distorsione evidente nel mercato del lavoro italiano, di cui quella straniera è una componente strutturale, attiva, flessibile e estremamente competitiva.<br />
<b>Lei ha parlato di decine di migliaia di lavoratori immigrati, già formati, inseriti ed integrati, che potrebbero essere allontanati se non si sospenderà o rivedrà la Bossi-Fini. Non teme di essere tacciato di inutile allarmismo e di scoprire il fianco a possibili strumentalizzazioni da parte dell’opposizione?</b><br />
L’allarme disoccupazione nei settori più esposti al ciclo economico non è allarmistico. E’ nei fatti ed è tra le conseguenze più prevedibili della recessione in atto. Ed esportare neo-disoccupati formati e specializzati, per dovere importare a breve nuova manodopera straniera (per quei settori in cui l’offerta di lavoro italiano, per usare un eufemismo, scarseggia) non è una strategia né produttiva, né efficiente.<br />
<b>Come si concilia l’interesse economico nazionale con le esigenze di fronteggiare l’immigrazione clandestina e la criminalità?</b><br />
Si concilia perfettamente. La lotta all’immigrazione clandestina e alla criminalità straniera fanno parte di un altro dossier. La nostra proposta serve a mantenere vivo il mercato del lavoro e ad utilizzare al meglio l’offerta di lavoro straniera.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JUI2E">L'Opinione - Traiano Bertollini</a>Donatella PORETTI: Immigrati e Salute: Identificare i clandestini negli ospedali pubblici? Pericoloso e irresponsabile. - Interrogazione.2008-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359459Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
E' un grave precedente, e necessita di tempestivi provvedimenti, quanto accaduto a Treviso pochi giorni fa ad una ragazza ghanese di 20 anni, immigrata irregolare che, dopo un aborto in un ospedale pubblico, e' stata riconosciuta dai funzionari di Polizia in servizio presso la struttura e arrestata per violazione della legge "Bossi-Fini" sull'immigrazione, e verra' espulsa. <br /><br />
Le leggi intolleranti e xenofobe portano irresponsabilità sociale anche ai cittadini italiani. Identificare le persone immigrate dentro le strutture sanitarie per acciuffarle e espellerle induce le donne immigrate irregolari ad abortire clandestinamente, con grave pregiudizio della propria salute e di quella pubblica. Gia' le statistiche ufficiali ci indicano in aumento il fenomeno degli aborti clandestini fra le immigrate irregolari rispetto ad un trend generale di diminuzione degli aborti.<br /><br />
Ma ancora piu' grave cio' che potra' accadere nel caso un immigrato clandestino abbia una malattia infettiva: per non essere identificato presso una struttura sanitaria pubblica ed espulso, sara' spinto a non curarsi, col rischio di trasmettere a terzi, anche non clandestini e non immigrati, la medesima infezione. <br /><br />
Come anche sottolineato dal servizio Immigrazione dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) e' necessario che anche l'Italia, cosi' come avviene in altri Paesi, non ostacoli l'accesso degli immigrati irregolari nelle strutture sanitarie, come ad esempio negli Usa, dove e' vietato dalla legge l'ingresso dei funzionari dell'immigrazione negli ospedali.<br /><br />
<b><i>Per questo, insieme al senatore Marco Perduca, ho rivolto una interrogazione ai ministri del Lavoro, salute e politiche sociali e al Ministro degli Interni, per chiedere se non si ritenga urgente e opportuno adottare provvedimenti per garantire agli utenti delle strutture sanitarie nel territorio nazionale la non imputabilita' per reati contro le leggi sull'immigrazione.</i> </b> <br /><br />
Il link:<br /><br />
http://blog.donatellaporetti.it/?p=256#more-256 <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=128918">Radicali.it</a>LUCA ZAIA: Prova del Dna a rischio, l’ira di Zaia2008-08-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358854Alla data della dichiarazione: Ministro Politiche Agricole e Forestali (Partito: Lega) <br/><br/>Il ministro Luca Zaia chiede «completa chiarezza sull’accaduto e se qualcuno ha sbagliato deve pagare».
«Non conosco la vicenda nel dettaglio e intervengo sulla base di quanto apparso sui media. Se quanto riportato corrisponde alla realtà, allora, la bimba rischia di essere violentata per la seconda volta. Nel momento in cui si chiede la certezza della pena, non si può incorrere in errori di questo tipo. Questa vicenda è stata alquanto pasticciata, fin da quando lo straniero è tornato libero dopo essere stato processato per la Bossi Fini. Se c’erano sospetti su di lui, e a quanto leggo c’erano, meglio era rischiare di tenerlo in carcere un giorno in più che avere il rimorso di non aver tutelato fino in fondo la dignità e l’integrità di una bambina».
<br/>fonte: <a href="http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Prova-del-Dna-a-rischio-l-ira-di-Zaia/2036456/6">L'Espresso</a>Emma BONINO: "Attenzione: razzismo e xenofobia sono rischi reali" - INTERVISTA2008-07-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358492Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Per Emma Bonino la strategia del governo sul fronte immigrazione rischia di aggravare una situazione già deteriorata. Perché, spiega il vicepresidente del Senato (che in questi oggi, insieme con gli altri parlamentari radicali «occupa» per protesta la sede della Commissione di Vigilanza) «quando si cavalca la politica della paura, poi è difficile metterci un freno».<br />
<b>Intanto, siamo davvero in presenza di una emergenza?</b><br />
«Il governo afferma che il ricorso allo stato d’emergenza è uno strumento tecnico per attivare più speditamente una serie di interventi, soprattutto per garantire l’accoglienza. Non si capisce allora perché estenderlo, per la prima volta, a tutto il territorio nazionale. Sono alle viste orde di immigrati africani in Val d’Aosta o in Trentino Alto Adige? Non mi pare». <br />
<b>Che fare per gli ottocentomila in attesa di regolarizzazione?</b> <br />
«Penso vadano incrociati i dati tra domanda e offerta. Anche gli imprenditori, compresi quelli del Nord Est, denunciano che i decreti flussi, ma meglio sarebbe definirli contagocce, sono ampiamente insufficienti alla richiesta. Ma si sa, le quote si fissano a tavolino per non impaurire l’elettorato e non sulla base di valutazioni realistiche». <br />
<b>Veniamo alla Bossi-Fini: è da modificare o da buttare?</b> <br />
«La strada maestra è una sola: maggiore integrazione. Anche i dati Istat indicano chiaramente che chi è riuscito a sanare la propria posizione, e con la Bossi-Fini è difficile, ad avviare un’attività in chiaro contribuisce ora alla crescita economica del Paese e favorisce comportamenti che determinano un minor numero di reali. La popolazione attiva straniera rappresenta il 6,5% del Pil e, nel 2006, ha versato all’Inps 6 miliardi di euro, cioè mezzo miliardo al mese».<br />
<b>Di questi dati però si parla poco.</b> <br />
«E invece dovrebbero far riflettere tutti perché gli immigrati sono parte della nostra comunità e, grazie a loro, l’Italia è più ricca, più viva, più dinamica. Ora quello che serve è un discorso serio su come, nell’era della globalizzazione, si intende affrontare la sfida moderna dell’integrazione e su quali basi nuove costruire il nostro modello di società. La Bossi-Fini è troppo distante da questa impostazione per essere semplicemente modificata».<br />
<b>Sulla «bocciatura» arrivata dal Consiglio d’Europa si è aperta una querelle. Chi ha ragione?</b><br />
«Una bocciatura che viene dall’estero è sempre urticante ma, al di là della polemica sul comportamento delle polizia durante gli sgombri, mezza frase in tutto in un rapporto di 38 pagine, come si fa a non condividere che "il frequente ricorso a misure d’emergenza è indicativo della debolezza del meccanismo statale che così appare incapace di gestire in maniera efficace problemi sociali non nuovi"? Sinceramente mi sento di concordare con gran parte delle raccomandazioni contenute nel rapporto».<br />
<b>Maroni s’è detto stupito e indignato.</b><br />
«E invece non può fingere sorpresa perché queste preoccupazioni gli erano state anticipate dal Commissario Hammarberg proprio durante la sua missione in Italia lo scorso giugno. Una missione compiuta all’indomani dei blitz contro i campi nomadi e nel bel mezzo di polemiche sul prelievo d’impronte ai bambini Rom e di dichiarazioni di stati di emergenza. Mi pare che l’Italia, oltre che per la politica economica, sia divenuto un sorvegliato speciale anche per i valori fondamentali che costituiscono l’essenza stessa di una democrazia».<br />
<b>Veniamo all’inquietante novità del «consenso» verso atti di ostilità verso gli immigrati.</b> <br />
«Il rischio del conformismo c’è. Agli italiani piace pensare di essere immuni dal germe del razzismo. "Italiani brava gente" come vuole la vulgata. Ma solo qualche tempo fa non c’erano i "terroni" da deridere e ostracizzare? Oggi ci sono i Rom. E non mi pare si possa dire che nel 1938 ci sia stata una rivolta popolare contro le leggi razziali. Né che adesso, in un’Italia distante anni luce da quella di allora, alcuni partiti della maggioranza non abbiano una piattaforma apertamente xenofoba. Insomma, il razzismo è un demone sempre in agguato dietro l’angolo». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IURTW">Il Mattino - Gino Cavallo</a>Clemente MASTELLA: «Silvio? Se è al governo ringrazi le toghe. Il Pd non funziona» - Intervista2008-06-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357441 Mastella: «Ho provato a normalizzare i rapporti con la magistratura, mi hanno fatto fuori proprio per questo. Dopo il Cavaliere e Bossi nel Pdl e nella Lega sarà guerra di successione»<br />
<b>Riportiamo di seguito ampi stralci dell’intervista al segretario dei Popolari- Udeur, Clemente Mastella, pubblicata domenica dall’Unione Sarda.</b><br />
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Sbotta subito, distendendo un faccione di gomma che per gli italiani è diventato simbolo: «Non sono la madre di tutte le schifezze ».<br />
Prigioniero felice nel suo ufficio romano mentre fuori si crepa di caldo (ha tagliato la corda anche il ponentino), Clemente Mastella mostra un campionario di ferite da combattimento e la certezza di risorgere se non proprio in tre giorni in un tempo comunque politicamente utile. «Presenteremo liste alle prossime provinciali» (…) Ha all’attivo nove legislature (…) E’ stato ministro della Giustizia nell’ultimo governo Prodi (…) Da lì si è sollevato un tornado (…) il centro-destra (area di tentazione) ha fatto finta di non conoscerlo. Alla faccia di chi diceva che c’era un patto scellerato e un segreto tra lui e Berlusconi. Il suo vice si chiama, anzi si chiamava (nel senso di vice) Antonio Satta: è stato tra i primi a squagliarsela a gambe levate conquistando un ruolo di prestigio in una formazione new entry, i Cristiano Popolari. A ruota hanno seguito i tre consiglieri regionali che, travolti dal tormento ideologico, sono passati armi e bagagli all’Udc (Sergio Marracini, Renato Lai) e a Forza Italia ( Pietro Pittalis). (…) «Sono diventato un alibi: io, soltanto io, incarno la Casta ». Il che è sicuramente riduttivo ma lui – come un san Sebastiano trafitto – ritiene di aver pagato il prezzo più alto nella nevrotica legislatura appena trascorsa. Quelli erano giorni, si erano giorni e al mondo non potevi chiedere di più: (…) il suo collega di governo Antonio Di Pietro gli ha dato il tormento del cece, Marco Travaglio e Beppe Grillo l’hanno bombardato con appassionata intensità da americani in Vietnam. E lui? Duracell, sempre in piedi. Anche adesso che la tempesta è passata lasciando soltanto polvere e ricordi. Con l’aggiunta, va da sé, di qualche conto da regolare. Perché, anche se non lo dice a chiare lettere, non può finire così. Il Mastella rottamato sta riacquistando forma e vigore. Sotto le braci quasi spente, cova un’ira che – per ragioni di pragmatismo politico – ha messo a bagno nella moderazione. Avanti al centro, Mastella c’è. Eccolo di nuovo.<br />
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<b>Del campanile Udeur non resta che qualche brandello di muro.</b><br />
«Non direi. Restano l’esperienza vissuta e tanti amici veri. E sottolineo veri. L’amicizia è un dono, amico è soprattutto chi ti sta accanto nei momenti difficili».<br />
<b>E invece: evasione in massa.</b><br />
«Strano, sono fuggiti quelli che avevano ottenuto di più. Non quelli di mezzo, non quelli in buona fede. Se ne sono andati gli altri. Pazienza: ricominciamo ».<br />
<b>Satta, suo ex vice, è stato un centometrista della fuga.</b><br />
«Gli faccio i migliori auguri. Spero abbia più fortuna di quella che gli ho garantito io. Ricordo solo, en passant, che non è stato eletto in Sardegna: non aveva i voti per farcela. L’ho nominato io sul campo».<br />
<b> In che modo?</b><br />
«Gli ho detto, a lui come ad altri, tu farai il deputato, guadagnerai 15-16 mila euro al mese. Un sacco di soldi, no? Sono stati irriconoscenti».<br />
<b>Manco Giampaolo Nuvoli, direttore del ministero è un giglio</b><br />
«Ma almeno Nuvoli, pur passando ad altri schieramenti, ha conservato il rapporto umano».<br />
<b>Buon cuore.</b><br />
«A ferirmi è stato l’allontanamento di quelli che mi erano più vicini. Avrebbero potuto lamentarsi se il capitano si fosse salvato abbandonandoli sulla nave che affondava. Ma il capitano (ovvero il sottoscritto) è stato il primo a colare a picco».<br />
<b> Anche i tre consiglieri regionali non hanno perso tempo.</b><br />
«Neppure lo sapevo. Non ho più rapporti con loro. Non li sento, non li vedo, c’è stato black out. Solo adesso riesco a vedere una luce alla fine del tunnel».<br />
<b> Beh, per qualcuno che s’è levato dai piedi sarà contento</b><br />
«Sono felice di non avere più a che fare con quelli che avevo giudicato male. Quelli di cui, sbagliando, avevo deciso di fidarmi ». (…)<br />
<b>Incriminazioni. Quante volte?</b><br />
«Mai prima d’ora. Tengo a sottolineare che il gip di Catanzaro ha detto, nel prosciogliermi , che non andavo neppure iscritto nel registro degli indagati».<br />
<b> Allora la magistratura funziona, non è tutta comunista.</b><br />
«E chi l’ha mai detto? Il problema è un altro: vorrei sapere, adesso, chi mi ripaga. Ero ministro e non lo sono più, ero parlamentare e non lo sono più».<br />
<b> Pensi a Berlusconi quando ritira il certificato penale.</b><br />
«Silvio sbaglia a criticare la magistratura. Dovrebbe ringraziarla: la pioggia di comunicazioni giudiziarie che gli è caduta addosso è servita a farlo tornare a Palazzo Chigi. Tra me e lui c’è tuttavia una differenza».<br />
<b> Quale?</b><br />
«Io non ricuso i giudici. Quello che mi ha incriminato figurava tra i firmatari di un documento di solidarietà a favore del magistrato che mi aveva messo sotto accusa. Non ho la sindrome del complotto».<br />
<b>Che gliene pare dell’Italia senza Mastella?</b><br />
«Va avanti tranquillamente. Qualcuno aveva fatto credere che ero io il Male: cacciato me, tutto risolto. Sono quello dell’indulto, vero: nessuno ricorda però che l’hanno voluto deputati e senatori nella stragrande maggioranza. Morale: c’era proprio il desiderio di farmi fuori».<br />
<b> Quanto dura il governo?</b><br />
«Dura perché ha una maggioranza ampia. E se il centro sinistra non si sveglia si prende anche la prossima legislatura. La scelta del bipartitismo è stato un errore strategico».<br />
<b>Il lodo Schifani invece?</b><br />
«Buona idea, ma a partire dal prossimo inquilino di palazzo Chigi».<br />
<b>E la proposta di prendere le impronte ai rom, bimbi compresi?</b><br />
«L’Italia sta perdendo il senso della carità. Ci stiamo avviando verso una pesante fase conflittuale con l’altro, col nostro prossimo ».<br />
<b>Di fatti il ministro dell’Interno metterebbe in galera anche i giornalisti.</b><br />
«Quella della pubblicazione delle intercettazioni è una vicenda seria, non si può ignorarla. Io avevo previsto sanzioni e non l’arresto per i giornalisti che trasgredivano. C’è una differenza, no?».<br />
<b> Nel trio Berlusconi-Fini-Bossi chi è più inaffidabile?</b><br />
«Non do pagelle ma il futuro è incerto. Il Pdl è instabile. Berlusconi ha grande capacità politica ma ne vedremo di belle al momento della successione. Stesso discorso per Bossi: quando non ci sarà più, ci sarà faida tra i suoi colonnelli».<br />
<b>Romano Prodi</b><br />
«Ho affetto per lui, nonostante tutto».<br />
<b>Vuol dire che l’ha fatto cadere con affetto?</b><br />
«Come facevo a votarlo quando un terzo della sua, della nostra maggioranza era contro di me? Io non l’ho fatto cadere, ho solo preso atto».<br />
<b>Walter Veltroni le sarà eternamente grato</b><br />
«Parliamoci chiaro: il governo non resisteva più dal giorno in cui Veltroni ha dichiarato che il Pd sarebbe andato da solo alle elezioni. In quello stesso momento la maggioranza si è dissolta. Non c’entro, davvero».<br />
<b>Provi a chiederlo a Prodi.</b><br />
«Scusate: non è strano che Romano abbia rifiutato qualunque incarico all’interno del Pd? Nessuno si chiede perchè non voglia fare il presidente del partito democratico. Mastella è solo un alibi».<br />
<b>Si sussurra che con Berlusconi...</b><br />
«Non ho congiurato con Silvio Berlusconi. Pensateci un attimo: con Prodi avevo conquistato il ministero della Giustizia. Berlusconi non avrebbe potuto darmi di più».<br />
<b> Pd.</b><br />
«Non funziona, non può funzionare questo prendi-e-incolla tra Ds e Margherita. E’ innaturale ».<br />
<b> Un ruolo-spugna lo ha avuto Casini.</b><br />
«Si, certo».<br />
<b>Lei ha portato via molti voti</b><br />
«Probabile».<br />
<b>Quando parla di Casini diventa telegrafico.</b><br />
«Non c’è altro da dire, tutto qui».<br />
<b>Berlusconi è stato aiutato dal Vaticano a vincere le elezioni?</b><br />
«Non credo. I cattolici ormai sono diventati adulti e decidono in assoluta libertà. La Dc non esiste più».<br />
<b>Però c’è Papa Ratzinger.</b><br />
«Benedetto XVI tratta tutti i peccatori allo stesso modo».<br />
<b> Se sono di centro destra però è meglio</b><br />
«Non ho colto un atteggiamento del genere da parte del Santo Padre».<br />
<b>Saremo mai un Paese normale?</b><br />
«Io ci ho provato a normalizzare i rapporti con la magistratura. Mi hanno fatto fuori proprio per questo».<br />
<b>A quando la rentrèe?</b><br />
«Sto attraversando l’Italia con umiltà e pazienza. Sono come uno di quei cantanti che dopo aver vinto Sanremo gira per paesini e feste patronali».<br />
<b>Pensando alla vendetta.</b><br />
«Tendenzialmente sono portato al perdono. Ma non con quelli che, con premeditazione, hanno voluto togliermi di mezzo».<br />
<b>E quindi?</b><br />
«Tornerò parlamentare, mi riprendo il mio. Poi, magari, il giorno dopo deciderò se andarmene definitivamente».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=ILAQQ">Unione Sarda - riportato su Campanile lo 03/07/08</a>Donatella PORETTI: Senato/Sicurezza. Con la Bossi-Fini la clandestinità è necessità, non reato. L'Italia ha bisogno di lavoratori stranieri. Prostituzione legale contro criminalità internazionale.2008-06-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356770Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Sintesi dell'intervento in Aula, in sede di discussione sulla conversione in legge del decreto sicurezza, della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico<br /><br />
In questo dibattito sul decreto sicurezza, gran parte del tempo lo stiamo impegnando per parlare di immigrazione. <br />
Io do' per scontato che la condizione di clandestino, per un immigrato, non abbia un rilievo penale.<br />
La realtà è che il nostro Paese ha bisogno dei lavoratori stranieri, e la domanda e' sicuramente superiore al numero di ingressi regolari programmati dal Governo, tant'e' che sono centinaia di migliaia gli stranieri che vivono e lavorano in Italia senza permesso di soggiorno, non per loro scelta, ma per impossibilita' a regolarizzarsi.<br />
Il meccanismo dei flussi e' inadeguato e solo prevedendo un flusso continuo si abbatterebbe quasi completamente la clandestinita' di chi lavora, e non delinque. Una misura che favorirebbe anche un aumento degli introiti fiscali (tasse, contributi previdenziali, ecc). <br />
Emanare una sanatoria ogni 4 o 5 anni e' inutile, senza la riforma del sistema dei flussi, e perfino dannosa, poiche' -giustamente- ingenera la convinzione che "conviene
venire
in Italia da clandestini, tanto prima o poi ci sara' una sanatoria". <br /><br />
Quando uno Stato non interviene disciplinando e amministrando quelli che sono fenomeni sociali, e non emergenze limitate nel tempo e nello spazio, si crea una situazione caotica in cui vige la legge del piu' forte.<br />
Invece che lo Stato di diritto si ha la legge della giungla, e la criminalità da una tale situazione non ha che da trarre profitto.<br /><br />
<b>Come avviene oggi anche col fenomeno della prostituzione</b>. <b>A 50 anni dalla legge Merlin</b>, a gestire la prostituzione sono le mafie internazionali, per un giro d'affari di oltre un miliardo di euro l'anno. <br />
Se vogliamo interrompere questo flusso di denaro nelle casse della criminalita' e concentrare le forze dell'ordine sulla lotta alla prostituzione coatta ed allo sfruttamento anche di minorenni, dovremmo seguire l'esempio di molti altri Paesi europei,<b> legalizzando la prostituzione</b> e <b>riconoscendo questa attivita' come una professione</b>, da esercitarsi sotto forma di lavoro dipendente, indipendente o cooperativo, con i diritti e doveri che ne conseguono, compresi quelli relativi all'assicurazione previdenziale e di tassazione.<br /><br />
E' con questa convinzione e queste proposte che, con i senatori radicali del gruppo Partito Democratico Emma Bonino e Marco Perduca, abbiamo predisposto un ordine del giorno, e ci auguriamo che il Governo lo valuti e lo faccia proprio.<br /><br />
Qui il testo completo dell'intervento:<br />
http://blog.donatellaporetti.it/?p=101 <br />
Qui il testo dell'Ordine del giorno:<br />
http://blog.donatellaporetti.it/?p=100 <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=124144">radicali.it</a>Marco MINNITI: "Il governo sta alimentando la paura e la giustizia fai da te". Intervista2008-05-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355836Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«La politica dell’annuncio fa male alla sicurezza, alimenta la paura e l’insicurezza. Il Pd non va rimorchio della destra su questo tema: ha un’idea organica, politicamente e culturalmente diversa: le badanti senza permesso di soggiorno non si possono paragonare al clandestino che delinque.<br />
Politiche anti-sbarchi, neo comunitari e uso dei Cpt: l’Italia sbaglia a non stare nello scenario europeo. Il pacchetto Maroni? Non conosciamo le proposte - sottolinea Marco Minniti, ministro ombra dell’Interno -, c’è stata una rincorsa di annunci contraddittori l’uno con l’altro che ha portato persino l’ex ministro Pisanu a
dire: “stiamo portando l’Italia al disastro”».<br />
<b>Immigrazione e sicurezza. Dopo giorni di giustizia fai da te, a Napoli come a Milano, ieri la “retata” dell’anticrimine in 9 regioni. Con tanto di decine di espulsioni. Il governo Prodi aveva preso sotto gamba questi temi?</b><br />
«Non c’era assolutamente disattenzione in passato. Il blitz di ieri non è un’indagine che parte dal nulla. È la risposta dello Stato, non dei singoli cittadini. Proprio quella risposta che bisogna dare». <br />
<b>Una risposta che arriva, guarda caso, dopo settimane di spot contro l’immigrato, i romeni e i campi rom. I primi effetti del pacchetto Maroni?</b><br />
«Sono fortemente preoccupato. Si sta agitando un clima di giustizia fai da te: dalle ronde, alle molotov agli atti violenza. Il tentato rapimento della bimba a Ponticelli va condannato con severità. Ma stiamo attenti nell’agitare gli animi: lo slittamento progressivo se non viene fermato può colpire al cuore la democrazia. Il monopolio della sicurezza dei cittadini è nelle mani dello Stato, non dei singoli».<br />
<b>Eppure il Giornale, quotidiano nazionale edito dal fratello di Silvio Berlusconi, è arrivato al punto di pubblicare gli indirizzi anti-rom, stilando una sorta di lista di tutti i crimini. Così non si legittima la giustizia fai da te?</b><br />
«Sono sgomento per la lista della paura del Giornale. È chiaro che questa forma di comunicazione rischia di eccitare gli animi. Il rischio è una miscela esplosiva ingovernabile».<br />
<b>
E il Pd e il governo ombra, che intende fare? Non si può mica limitare a guardare. Come intende replicare al centrodestra?</b><br />
«In Italia c’è un bisogno di sicurezza, determinato da una percezione della popolazione che in alcuni casi è stata anche esplicitamente alimentata e assecondata. Al centrodestra dico: può succedere che la paura possa far vincere le elezioni, ma è difficile governare aumentando le paure».<br />
<b>Andiamo per punti: reato d’immigrazione clandestina.</b><br />
«Sarebbe un gravissimo errore mettere sullo stesso piano coloro che hanno una casa e un lavoro e non hanno il permesso di soggiorno per i meccanismi provocati dalla Bossi-Fini e coloro che delinquono. Non si può paragonare la badante al clandestino scippatore. 300mila famiglie così andrebbero al collasso». <br />
<b>E come se ne esce? Maroni è stato chiaro: nessuna sanatoria.</b><br />
«E infatti non serve una sanatoria. Occorre una riforma più equa della Bossi-Fini che affronti la politica dei flussi e la domanda di lavoro, per tipologie di categorie. Chi ha una casa e un lavoro e fa crescere del 6% all’anno il nostro Pil deve essere integrato. Che non vuol dire fare una nuova sanatoria, ma non riproporre il collo di bottiglia di quella legge sull’immigrazione. E di pari passo serve una severa e rigorosa politica contro la clandestinità».<br />
<b>C’è un rapporto diretto tra immigrazione e criminalità?</b><br />
«È sbagliato e ingiusto far credere all’opinione pubblica che esista questo nesso. I dati delle forze dell’ordine ci dicono che tra gli stranieri regolari c’è esattamente lo stesso tasso di criminalità dei cittadini italiani».<br />
<b>Questione Rom e pregiudizi.</b><br />
«Bisogna affrontare il problema sapendolo leggere bene. Occorre perseguire insieme una politica di diritti e doveri. I Comuni e lo Stato devono eliminare i campi rom abusivi e dotare chi non delinque di campi più piccoli, più controllabili. Stop alle baracche e alle bidonville. E tra i doveri da chiedere ai rom al primo posto c’è la tutela dei bambini: devono andare a scuola. E penso anche che bisogna punire severamente quei genitori che rubano l’infanzia ai propri figli: gli va tolta la patria podestà. La risposta di Stato e comuni non deve mai travalicare l’ambito della risposta legalitaria, altrimenti il rischio è la persecuzione razziale».<br />
<b>
Città più sicure, come demolire il sentimento di insicurezza?</b> <br />
«Le statistiche dimostrano che i reati sono diminuiti, e questo anche grazie ai patti con le città metropolitane istituiti dal governo Prodi. Non c’è nessuna statistica che possa influire sulla percezione del paese. L’indulto purtroppo è stato recepito come una frattura radicale nelle politiche di sicurezza. Occorre una giustizia che garantisca l’effettività della pena. Non convince l’ipotesi di alzare le pene: non sarebbe un deterrente».<br />
<b>Cpt prigioni e sindaci sceriffi, cosa ne pensa?</b><br />
«I Cpt non sono cancellabili, li impone il trattato di Schengen. Prolungare il trattenimento a 18 mesi cambia la mission e non favorisce di fatto l’allontanamento effettivo e veloce. Per quanto riguarda la sicurezza urbana, è un tema che visto con una visione nazionale. Servono politiche che legano meglio il territorio: alleanza strategica tra Stato nazionale e sindaci. Sindaci e Stato protagonisti delle politiche di sicurezza. E non sceriffi».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=I42N3">L'Unità - Maristella Iervasi</a>Isabella BERTOLINI: (FI) LE NOSTRE CITTA' TERRA DI NESSUNO2008-04-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331930Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/> <br />
<b>"Con il nuovo governo di centrodestra per i delinquenti l'Italia deve diventare un paese da incubo, da dove e' meglio stare alla larga.</b> <br />
Devono sapere che il buonismo e' finito una volta per tutte.<br />
Appena insediato, <b>il nuovo Esecutivo deve inasprire la Bossi-Fini per combattere la clandestinita' e rivedere la legge Gozzini</b>, per evitare che i criminali appena arrestati escano poche ore dopo dal carcere.<br />
Ricette semplici e dure che devono essere immediatamente approntate. <br />
Grazie a Prodi e alla sinistra le nostre citta' sono diventate terra di nessuno.<br />
Vogliamo tornare ad essere padroni in casa nostra".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/news/notizie/200804201209-cro-rt11008-art.html">AGI</a>Gianfranco FINI: RENDEREMO PIU' EFFICACI LE ESPULSIONI DEI CLANDESTINI2008-03-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331218Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: AN) <br/><br/><br />
<i><b>ACCOGLIENZA E' IN DNA ITALIANI MA PRESUPPONE ACCETTAZIONE VALORI</b></i><br />
''Quando saremo al governo renderemo la legge che porta il mio nome piu' efficace nella parte relativa alle espulsioni''. <br />
Lo ha dichiarato il leader di An, Gianfranco Fini, questo pomeriggio a Genova nel suo discorso elettorale. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.2026683566">adnkronos</a>Paolo FERRERO: GIUSTA LA RICHIESTA CGIL DEL SUPERAMENTO DELLA BOSSI-FINI2008-03-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331076Alla data della dichiarazione: Ministro Solidarietà Sociale (Partito: PRC) <br/><br/><br />
''Condivido completamente la richiesta avanzata oggi dalla Cgil sul superamento della Bossi-Fini attraverso il testo da me elaborato insieme al Ministro Amato, sulla necessita' di riformare la legge sulla cittadinanza e di estendere l'art.18 della Legge Turco-Napolitano per sottrarre allo sfruttamento i lavoratori immigrati che si trovano in condizione di irregolarita' o che sono costretti a lavorare in nero''. <br />
E' quanto sostiene in una nota il ministro della Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero sull'appello sul tema dell'immigrazione fatto oggi dalla Cgil ai candidati alle elezioni politiche. <br />
''Per questi temi ci siamo battuti all'interno del Governo Prodi e pensiamo che la battaglia continui ora come dopo le elezioni: l'abolizione delle leggi discriminatori e razziste contro gli immigrati non risponde infatti solo a un'esigenza di giustizia ma e' una vera e propria battaglia di civilta'', conclude Ferrero. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.iltempo.it/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDgwMzI4MTk1ODM4LnhtbCI7fQ==">Adnkronos</a>Roberto CALDEROLI: I ministri veneti li sceglierà Bossi2008-03-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330284Alla data della dichiarazione: Vicepres. Senato (Gruppo: Lega) - Senatore (Gruppo: Lega) <br/><br/><br />
<b>“I ministri veneti – chiosa il senatore Roberto Calderoli – li sceglierà Bossi”.</b><br />
Ferma la replica del senatore Calderoli anche agli attacchi del lader Pd alla Bossi-Fini: <b>“Taccia Veltroni e si sciacqui la bocca prima di parlare della legge Bossi sull’immigrazione: nessuno infatti potrà mai calcolare il numero degli omicidi, degli stupri o delle rapine commessi da immigrati irregolari o da nomadi che hanno trovato aperta la porta del nostro Paese e l’assoluta immunità proprio per responsabilità politica di questo Governo, un Governo che è espressione del Partito Democratico di cui Prodi è il presidente ma di cui Veltroni è il segretario”</b>.<br /><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.leganord.org/dblog/articolo.asp?articolo=916">Sito Uff.le Lega Nord Padania</a>