Openpolis - Argomento: spesa sanitariahttps://www.openpolis.it/2012-11-07T00:00:00ZPaolo MONFERINO: "Spesa sanità regionale minore del previsto"2012-11-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656876Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Piemonte<br/><br/><br />
"Stiamo spendendo meno rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti nel piano di rientro per il 2012" . "Il costo totale della Sanità era di 8 miliardi e 692 milioni nel 2010, di 8 miliardi e 620 milioni nel 2011 e sarà di 8 miliardi e 559 quest'anno".
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"Va tenuto presente che i costi hanno avuto l'aumento dell'Iva e che la legge 118 ha previsto che nelle spese sanitarie vengano inclusi gli ammortamenti, che per noi rappresentano cifre importanti. Senza gli ammortamenti avremmo un avanzo di 56 milioni, con gli ammortamenti chiuderemo invece con un disavanzo di 50. Ma questo non interferisce con gli accordi presi con il Governo per il piano di rientro, che è stato assolutamente rispettato".
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"C'é poi da considerare la partita relativa al buco di 900 milioni legato ai crediti delle Asl nei confronti della Regione, creato nel 2006 e 2007. Bisognerà vedere se il ministero ci chiederà di inserirli, ma noi abbiamo un'altra idea, che proporremo nel primo incontro che avremo con il Governo".
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"Il programma di efficienza sta camminando abbastanza bene, se manteniamo questi conti il piano di rientro può dirsi concluso"<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.torinotoday.it/politica/monferino-sanita-spesa-minore-consiglio-regionale.html">www.torinotoday.it</a>Pier Paolo BARETTA: «Subito credito d'imposta per ricerca e sviluppo» - INTERVISTA2012-11-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656724Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />«Ci batteremo per cancellare del tutto la franchigia sulle spese sanitarie».
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Dalla nuova impostazione della manovra «potremo recuperare per il 2013 un miliardo di euro da destinare al taglio del cuneo fiscale. La priorità, e su questo c'è un'intesa di maggioranza, deve essere il lavoro».
<p>Pier Paolo Baretta (Pd), uno dei due relatori alla legge di stabilità (l'altro è Renato Brunetta del Pdl), non ha dubbi su quale debba essere la destinazione di una parte della dote derivante dal mancato intervento sull'Irpef.
<p><b>Brunetta vorrebbe che le risorse finissero tutte sul tavolo della produttività.</b>
<p> Penso che bisogna distinguere tra il 2013, in cui abbiamo a disposizione 4,2 miliardi di euro recuperati dallo stop alla riduzione delle prime due aliquote dell'Irpef, e il 2014, quando avremo un incremento importante che ci consentirà di dire che la manovra è in crescita Se dai 4,2 togliamo 1,15 miliardi che servono a evitare l'aumento dell'Iva agevolata dal 10 all'11%, un ulteriore miliardo per cancellare la retroattività del taglio delle agevolazioni fiscali, che potrebbe salire fino a 1,9 miliardi se, come chiediamo, si stralceranno del tutto il tetto e la franchigia, si scende a 1-1,2 miliardi e io credo che dobbiamo concentrare la platea dei beneficiari.
<p><b>Non c'è spazio per un intervento a favore delle imprese già dall'anno prossimo?</b>
<p>Non ci sono le risorse. Penso che l'operazione da fare per le aziende nel 2013 sia di dare subito il credito d'imposta su ricerca e sviluppo da finanziarsi con le risorse che si ricaveranno dal "Piano Giavazzi". E' una richiesta che Confindustria ha avanzato in commissione e ritengo sia una cosa giusta, da prevedere subito. Il discorso sarà invece diverso nel 2014.
<p> <b>Ci saranno più risorse?</b>
<p>Il miliardo per i lavoratori può raddoppiare nel 2014 se i sindacati raggiungeranno l'accordo sulla produttività che spero venga fatto. A quel punto sarà possibile porsi il tema degli autonomi e ipotizzare anche un intervento sull'Irap. Intanto partiamo nel 2013 con lo sgravio per i redditi da lavoro a cui si aggiunge un altro miliardo per il sociale.
<p><b>Chi ne beneficerà?</b>
<p> Nella manovra non sono considerati indigenti e pensionati. Le risorse del fondo ad hoc che fa capo a Palazzo Chigi non saranno più indistinte, ma bisognerà fissare con tabelle e cifre dove andranno questi soldi.
<p> <b>II Governo, però, non ha ancora deciso se accettare la proposta di stralciare del tutto il tetto e la franchigia su detrazioni e deduzioni fiscali...</b>
<p> L'Esecutivo si è riservato di rispondere quando abbiamo posto la questione. Ci sono due tasselli da considerare. In primo luogo una valutazione di quantità perché la manovra deve garantire saldi invariati. E poi c'è una valutazione sul merito.
<p><b>In che senso?</b>
<p>Prendiamo, per esempio, il nodo dei mutui. E' di tutta evidenza che aver messo i costi sostenuti per i mutui prima casa dentro il tetto di 3 mila euro per gli oneri detraibili è uno strafalcione e che il Governo ha tutta la volontà di correggerlo. Ma è chiaro che l'Esecutivo è prudente nel dire aboliamo tutti i tetti (mutui e spese per le famiglie) perché ciò equivarrebbe a un ridimensionamento del tema C'è una questione di politica fiscale e questo aspetto va approfondito.
<p><b>Un altro punto al centro del prossimo confronto con il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli. Avete già deciso quando vi vedrete?</b>
<p>Da lunedì ogni giorno è buono. Ci aspetta una settimana di lavoro in commissione per arrivare a fine settimana con il testo da presentare all'aula.
<p> <b>Al Mef proporrete anche l'eliminazione della franchigia sulle spese sanitarie?</b>
<p>Noi siamo per toglierla. Se al lavoratore sottraiamo il vantaggio che era collegato alla riduzione delle aliquote Irpef e gli lasciamo la franchigia, la mazzata fiscale si rivela rilevante. Per questo ci batteremo affinché sia eliminata. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2012110423063954.pdf">Il Sole 24 Ore | Celestina Dominelli</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: Spending review. Ma la spesa sanitaria è destinata a crescere2012-08-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648137Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“La spesa sanitaria, è destinata inevitabilmente a crescere, tagli o non tagli, perché le cure migliorano e la popolazione vive e si ammala di più”. “A che serve chiudere i piccoli ospedali o tagliare i posti letto?”.
<p> "La soluzione sta nel prevenire le malattie puntando sull’educazione sanitaria fin dall’età scolare. “Formule note ma che non decollano forse perché i risultati si vedranno tra una o più generazioni e la politica fatica a ragionare sul lungo periodo”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1ITTVJ">l'Epresso</a>Renato Balduzzi: Spending review. «Pronti nuovi ticket se non si fa nulla»2012-07-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647697Alla data della dichiarazione: Ministro Salute<br/><br/><br />
I conti della spesa farmaceutica non tornano. Rischio salasso dal 2014. Spunta l'ipotesi "franchigia".
<p>L'idea: pagare le medicine per reddito fino ad una certa somma. Poi, tutti gratis.<br />
«Due miliardi in più sarebbero insostenibili. Bisogna aggredire gli sprechi del sistema».
<p> «O troviamo un modo per far partecipare i cittadini alla spesa farmaceutica, oppure nel 2014 ci arriva un salasso di 2 miliardi di euro in ticket».
<p>«Stabiliamo una franchigia, fino al cui raggiungimento si paga in funzione dei redditi, superata la quale non c'è più ticket ma gratuità. Questo aiuterà ad esempio i malati cronici».
<p>«Il sistema attuale dei ticket non è il massimo in materia di equità, trasparenza ed omogeneità sul territorio. Inoltre se non facciamo nulla, dal 2014, sulla base di una decisione presa dal precedente governo, scatteranno 2 miliardi di ticket aggiuntivi. Questi due miliardi non saranno sostenibili per il Sistema Sanitario Nazionale. Io capisco i saldi e non sto dicendo che la manovra precedente fosse sbagliata. Bisogna rivedere il rapporto di compartecipazione».
<p>«Quello che va aggredito è lo spreco di sistema organizzativo. L'impressione è che ci sia un eccesso in molte strutture di unità operative complesse, ovvero un rapporto tra primariati e bisogni che non è coerente. Per esempio: una pluralità di unità operative all'interno della stessa struttura che non si giustifica sulla base dei volumi, ma su altri criteri. Proprio questi criteri dovranno essere verificati perché nella spending review c'è la riduzione della spesa dei letti collegata alla riduzione di unità operative non necessarie. Queste costituiscono un volano di spreco. Capisco chi è preoccupato, ma lo invito a documentarci e darci una mano».
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«In estrema sintesi, diminuiamo i posti letto ma, parallelamente, anche quello dei primari e delle alte figure dirigenziali».
<p>Non è solo la spesa spesa farmaceutica che preoccupa il ministro. Il Servizio sanitario nazionale deve recuperare efficienza agendo anche su altri due fronti, quello del personale, che vede una lievitazione delle figure di vertice, con alti stipendi, e quello della spesa per i dispositivi medici, assai diversificato da regione a regione.
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Il terzo fronte di spesa, cui il ministro ha fatto riferimento, è quello dei dispositivi medici che «sono tantissimi, dalla siringa e dal cerotto alla risonanza magnetica nucleare. Quello che colpisce è il divario tra Regioni, ma noi abbiano notato anche un divario interno alle stesse Regioni. Anche le amministrazioni che hanno grande capacità di governo, non riescono ad intervenire su tutte queste centinaia di migliaia di acquisti».
<p>Tuttavia il ministro ha voluto chiarire che questi interventi vogliono essere migliorativi della gestione senza intaccare la qualità del servizio: <br />
«Non stiamo smantellando il sistema sanitario, ma lo rendiamo più efficiente. Spendiamo meno per spendere meglio. Questo non può comunque essere preso come valore assoluto, perché ci saranno bisogni ed esigenze sempre diverse, pensiamo ai livelli essenziali di assistenza. Già quest'anno qualche aggiustamento su questi livelli cercheremo di farlo».<p>
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<b>Tagli ai costi, ecco le tre novità.</b>
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Buco sanità, «aiuti» per 8 regioni:<br />
Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia potranno anticipare al 2013 la maggiorazione addizionale Irpef dallo 0,5% all' 1,1%.
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Via i medicinali griffati.<br />
Addio ai farmaci griffati, che potranno essere prescritti solo per i cronici che già li utilizzano. Il medico che indica la marca dovrà aggiungere perché lo fa.
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Farmacie, meno vantaggi.<br />
Gli sconti a carico delle farmacie scendono al 2,25%, quelli per le aziende al 4,1%. Dal 2013 arriverà il nuovo «sistema di remunerazione della filiera».
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<br/>fonte: <a href="http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2012073022284673.pdf">La Stampa - Raffaello Masci</a>Renato Balduzzi: «È stato raggiunto il limite ora basta con i sacrifici» - INTERVISTA2012-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646593Alla data della dichiarazione: Ministro Salute<br/><br/><br />
Non decida il governo dove intervenire.
<p>«Nei tagli alla Sanità non si può andare oltre, è stato raggiunto il limite». <br />È la “linea del Piave” di Renato Balduzzi. Il ministro della Salute ha appena concluso l’incontro con le Regioni sulla spending review. Un incontro al calor bianco, con i “governatori” sulle barricate.
<p><b>E lei, ministro Balduzzi su cosa batterà i pugni nel governo?</b>
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«Ho detto che non è pensabile sia Roma a decidere quali piccoli ospedali vanno chiusi».
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<b>Alle Regioni non basta; sono al collasso sulla spesa sanitaria. L’incontro è finito a insulti?</b>
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«Non ci sono stati insulti. Abbiamo constatato che non c’è accordo, ma l’abbiamo fatto con garbo».
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<b>I piccoli ospedali si chiudono o no?</b>
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«È necessaria una riorganizzazione della rete ospedaliera, non c’è dubbio. Le Regioni sono invitate a farlo, in particolare quelle che — proprio per la mancata razionalizzazione — sono in piano di rientro (Piemonte, Puglia, Sicilia) e quelle in commissariamento (Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Calabria). Ma non sarebbe coerente con il riparto delle competenze tra Stato e Regioni se i tagli fossero decisi da Roma. Ne andrebbe di mezzo la serietà di una politica sanitaria. Una cosa così non può essere accettata. Lo dirò in consiglio dei ministri».
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Con quante chance di successo?</b>
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«Mi auguro che gli argomenti siano ascoltati».
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<b>Tre miliardi di tagli in due anni, più quelli già decisi dalle finanziarie Tremonti: sono una botta da K.O. alla Sanità.</b>
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«Non si deve parlare solo di tagli, perché la somma in meno per le Regioni significa una revisione e riqualificazione della spesa. Questo sarà chiaro dal primo gennaio 2013, quando saranno compiutamente disponibili i prezzi di riferimento di beni e servizi sanitari e dei dispositivi medici. E quindi ciascuna Asl verificherà meglio i propri scostamenti».
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<b>Tutto si può tagliare, ma con la salute non si scherza. La paura dei cittadini è la caduta della qualità delle prestazioni. E se per risparmiare si comprano protesi scadenti, ad esempio?</b>
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«Questo è ciò che va evitato. Ma confido nella capacità del sistema sanitario nel suo
complesso. Ho aperto un confronto con le Regioni, specialmente con quelle che hanno già avviato processi di riqualificazione della spesa, e che dunque hanno più difficoltà a immaginare margini di risparmi. So bene che è una grande sfida».
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Altra cosa che interessa i cittadini: dovremo pagare nuovi ticket sanitari?</b>
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«La manovra del luglio 2011 prevede dal primo gennaio 2014 nuovi ticket; io li considero non sostenibili. Sto cercando un meccanismo per evitarli».
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<b>Tornando alla spending review: i medici ospedalieri sono in agitazione; Farmindustria parla di 10 mila posti a rischio; il “governatore” della Puglia, Vendola minaccia la restituzione delle deleghe sanitarie perché non sarà più possibile erogare servizi. È una rivolta.</b>
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«L’intervento del governo a certe condizioni credo sia complessivamente sostenibile, almeno nel 2012. Certo ci vuole una riflessione sul servizio sanitario nazionale, accompagnata da una serie di leggi, da quella sulla responsabilità generale dei medici alla riforma della medicina generale, alla cosiddetta continuità assistenziale».
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<b>I tagli lineari sono giudicati “indigeribili” dalle Regioni.</b>
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«Lo sono in parte nel 2012, ma il prossimo anno non lo saranno più perché ci saranno i prezzi di riferimento. La linearità è legata all’emergenza dei risparmi anche per non fare aumentare l’Iva da ottobre. E anche la Sanità, voglio ricordare, paga l’Iva».
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Però in definitiva i posti 16-18 mila posti letto negli ospedali vanno tagliati?</b>
<p>«Penso che la percentuale possa essere di 3,6 posti letto ogni mille abitanti, senza penalizzare i servizi ai cittadini ma razionalizzando. La spesa sanitaria era un cavallo imbizzarrito che è stato domato».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1H8E1W">la Repubblica - Giovanna Casadio</a>VASCO ERRANI: «Serve chiarezza per i fondi Fas e sulla sanità o si rischia il rosso».2009-08-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it401983Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Emilia Romagna (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Emilia Romagna (Lista di elezione: DS) <br/><br/><br /> Il timore è che non ci siano le risorse.
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Sul tavolo l'utilizzo dei fondi Fas e i finanziamenti sulla sanità. Punti cruciali dell'incontro tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente delle Regioni Vasco Errani.
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Per i rappresentanti dei governatori «il giudizio di questo incontro per noi non è positivo e si confermano i punti di rottura tra Regioni e governo sui quelli che abbiamo sollevato». <br />
Errani vuole chiarezza perché «occorrono le risorse o tutte le regioni rischiano di andare in rosso. Non bisogna usare i Fas regionali come bancomat». Il grande timore è che «le risorse non ci siano».
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COLLABORAZIONE - «O arrivano risposte vere per affrontare i problemi che riguardano i cittadini o le cose non cambiano. Anche il governo dice di volere collaborazione, ma non basta la volontà occorrono i fatti», ha aggiunto Errani. <br />
Il rappresentante dei governatori ha specificato che la «posizione delle Regioni è una posizione unitaria, che è stata discussa prima dell'incontro con il premier.<br />
Il presidente del Consiglio ha preso atto che la collaborazione ha avuto un segno negativo e ha sottolineato che la sua volontà è di riprendere un clima positivo. Giudichiamo utile l'auspicio, ma chiediamo riscontri concreti, a cominciare da quanto inserito nel dl anti-crisi. Il rischio è che altrimenti la situazione precipiti».
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LA SANITA'- E per quel che riguarda il Servizio sanitario nazionale, per Errani «le risorse per il 2010-2011 sono assolutamente sottostimate. <br />
Siamo pronti a fare un discorso sul nuovo Patto della Salute tenendo conto dell’inflazione azzerata».
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LE REAZIONI- Molti i governatori che esprimono il loro disappunto. Piero Marazzo, presidente del Lazio si aspettava che «ci fosse la possibilità di incardinare le questioni sul tavolo così come ha proposto Vasco Errani, ma così non è stato. <br />
Inizieremo a settembre con i Par (piani di attuazione regionale) non approvati, mentre già da oggi avremo potuto iniziare a trovare il bandolo della matassa». Posizione simile quella di Maria Pia Lorenzetti : «In questi mesi in più occasioni abbiamo chiesto risposte alle nostre precise domande ma ci è stato replicato che senza i ministri competenti non era possibile fare approfondimenti. Mi auguro che la prossima volta questo possa essere possibile».<br />
L'incotnro è andato male anche per Nichi Vendola, governatore della Puglia che sulle risposte richieste al governo c'è «un quadro di grande confusione»
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LA POSIZIONE DEL GOVERNO- Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Regionali, spiega che da parte del governo e del presidente del Consiglio c’è un «impegno preciso» a dare nell’incontro del 4 settembre «risposte» sulle «singole questioni». <br />
E per quanto riguarda i Fas, c’è «piena condivisione sulla possibilità di fare una verifica della situazione esistente.<br />
Non è un grande problema, ma essendo un fondo destinato sostanzialmente agli investimenti, evidentemente non c’è un problema immediato di cassa, ma c’è l’esigenza di costruire un percorso condiviso». <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/09_agosto_05/errani_regioni_264b31dc-8200-11de-8a09-00144f02aabc_print.html">Corriere della Sera.it</a>GIOVANNI CHIODI: l'obiettivo di ridurre la pressione fiscale regionale potrà essere perseguito solo una volta realizzato l'equilibrio economico del comparto sanitario2009-03-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390622Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Abruzzo (Partito: PdL) - Consigliere Regione Abruzzo (Gruppo: FI) <br/><br/>Oggi tutti gli ospedali lamentano una carenza di personale: per evidenti ragioni non è possibile continuare con nuove assunzioni.
Così come non sarà possibile garantire l'assunzione di tutti i precari, se non quelli che hanno maturato i diritti per legge.
Si tratta di provvedimenti assai impopolari ma assolutamente necessari per riportare la regione ad uno stato di normalità, che la maggioranza degli abruzzesi probabilmente capirà<br/>fonte: <a href="http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=19666">primadanoi.it</a>GIOVANNI CHIODI: L'Abruzzo ha problemi enormi2009-01-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388444Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Abruzzo (Partito: PdL) - Consigliere Regione Abruzzo (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
Siamo quella classe dirigente e politica dell'Abruzzo che deve riconquistare la fiducia degli abruzzesi, che deve restituire dignita' all'impegno politico. Tutti sappiamo quali siano oggi le sfide per la nostra regione, quella finanziaria in primis. In Abruzzo bisogna recuperare la fiducia dei nostri concittadini. I problemi dell'Abruzzo sono enormi. <br />
Lo ha detto stamane nel suo discorso di insediamento il presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Chiodi, che ha racchiuso in 12 punti il programma amministrativo del suo governo.
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Aquila - Gianni Chiodi<br />
"Tutti - ha spiegato il Presidente - sappiamo quali siano oggi le sfide per la nostra regione, quella finanziaria in primis. In Abruzzo bisogna recuperare la fiducia dei nostri concittadini. I problemi dell'Abruzzo sono enormi.
Il neogovernatore abruzzese, evitando di attribuire la responsabilita' a chi lo ha preceduto ("sarebbe solo una sterile polemica politica"), ha parlato di "bassissimi tassi di crescita del Pil nell'ultimo decennio, con il conseguente aumento del divario nei confronti delle altre regioni, una modesta dinamica dell'occupazione, la crisi, di difficile soluzione, di alcuni comparti dell'industria. Situazione peraltro aggravata dalla crisi economica internazioanle in atto. La struttura demografica evidenzia che l'indice di vecchiaia e' molto al di sopra della media nazionale. I tassi di infrastrutturazione sono superiori alla media nazionale - ha aggiunto nel suo intervento Chiodi - solo per la rete autostradale mentre sono al di sotto della media nazionale per cio' che attiene la rete ferroviaria. Per le infrastrutture portuali, alle quali la Ue attribuisce sempre maggiore importanza nell'ambito delle nuove politiche di trasporto, l'Abruzzo e' sostanzialmente inesistente. La spesa sanitaria pro-capite si pone al di sopra nella media nazionale". Chiodi ha poi evidenziato come "in tema di rifiuti l'Abruzzo smaltisce in discarica un valore pro-capite notevolmente superiore alla media nazionale. Per l'Ue la quantita' di rifiuti smaltiti in discarica per abitante e' un indicatore atto a valutare i progressi in materia di sviluppo sostenibile". Ed ancora: "in tema di rete idrica l'Abruzzo nel 2005 erogava il 59,1% dell'acqua immessa nella rete e presentava quindi una forte dispersione che va oltre il 40%. Basso anche il tasso di depurazione delle acque reflue. Ma la criticita' principale e' rappresentata - secondo il presidente - dal fatto che l'Abruzzo non ha saputo cogliere ed interpretare le trasformazioni sociali, economioche e demografiche del mondo che, negli utlimi anni, sono state repentine. Per uomini e donne che sono chiamati ad essere la classe dirigente politica e' essenziale ed urgente capire cosa e' il mondo del XXI secolo e quale spazio ci puo' essere per l'Abruzzo. Se l'Abruzzo non ha chiari gli scenari del futuro, se non sa valutare le direzioni del cambiamento, i nuovi rapporti di forza internazionali e le tendenze di lungo periodo, le decisioni che prenderemo saranno sbagliate. E' gia' accaduto altre volte - ha ricordato Chiodi - per il provincialismo, la miopia, l'opportunismo. Le scelte da fare non riguardano solo il Governo regionale e le classi dirigenti, ma anche la vita quotidiana delle famiglie. Oggi i ragazzi che devono decidere a quale facolta' universitaria iscriversi, o quale lingua straniera studiare, stanno facendo rischiosi investimenti sul loro futuro: e' cruciale, quindi - per Chiodi - che siano bene informati sul mondo che li aspetta, per fare le scommesse giuste".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilcapoluogo.com/content.php?article.12702">AGI</a>Carlo COSTANTINI: «L'Abruzzo non ha bisogno dell'elemosina di Berlusconi» - INTERVISTA2008-12-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382908Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
Da governatore dell’Abruzzo, «fin da martedì», chiederebbe a Berlusconi di mantenere le «molteplici promesse» sbandierate in campagna elettorale. «Lui è il premier di tutti gli italiani - ricorda - e non solo di chi vota per la sua parte». Carlo Costantini, 46 anni, esponente dell’Idv al quale il centrosinistra affida il compito di far dimenticare Del Turco. Sindaco di San Giovanni Teatino dal 1997, già «della componente prodiana dei popolari», Costantini conobbe Di Pietro nella stagione dell’Asinello.<br />
L'adesione alla Margherita, poi, e infine, due anni fa, il riavvicinamento all’ex pm. «La campagna elettorale risultava in salita, ma adesso sono carico di fiducia - spiega - passeggiando per Pescara - abbiamo messo in campo un'azione di rinnovamento fortissima, abbiamo recuperato una quota importante di credibilità».<br />
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<b>Archiviato il caso Del Turco?</b><br />
«Se le responsabilità penali dei singoli verranno valutate dai magistrati, quelle politiche sono tutte del centrodestra. La spesa sanitaria in Abruzzo è raddoppiata con la Cdl. Tra il 2000 e il 2005 si è determinato un grave dissesto finanziario. Le inchieste hanno coinvolto pesantemente anche il centrodestra. Abbiamo chiesto all’elettorato di centrosinistra di liberarsi dei sensi di colpa».<br />
<b>Ma non teme l'astensionismo?</b><br />
«Forse andrà a votare meno gente, ma non credo che si determineranno per noi conseguenze devastanti. Avverto, anzi, un grande recupero».<br />
<b>Come si rifletterà sul voto la competizione tra Idv e Pd?</b><br />
«Il 95% della mia campagna elettorale è stato segnato dalla partecipazione ad iniziative del Pd e degli altri partiti del centrosinistra. Ho cercato di rappresentare in pieno la mia funzione di leader della coalizione».<br />
<b>Peserà più la «questione morale» o la crisi economica che investe l'Abruzzo?</b><br />
«Il centrosinistra si presenta con le carte in regola, con candidature pulite e libere da problemi con la giustizia. Abbiamo messo in campo proposte rigorose per tagliare i costi della politica. L’eliminazione delle pensioni dei consiglieri regionali, per esempio».<br />
<b>Aziende in difficoltà, ricorso alla cassa integrazione, disoccupazione. Tutto questo come influirà sul voto?</b><br />
«Berlusconi è venuto in Abruzzo quattro volte e qui si sono fatti vedere numerosi ministri. Nessuno ha speso una parola sulla crisi»<br />
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E la Regione governata da Costantini cosa potrebbe fare per fronteggiare la crisi?</b><br />
«Potrebbe fare molto per la grande industria, che deve rimanere in Abruzzo. Bisogna incrementare la ricerca e l'innovazione tecnologica e la Regione può dare una mano consistente. C’è poi il sistema della piccola impresa che soffre per mancanza di liquidità. Possiamo intervenire attraverso il meccanismo dei Confidi, opportunamente ristrutturato, sprigionando una nuova liquidità pari a 500 milioni di euro. Sul fronte dei lavoratori, poi, bisogna estendere gli ammortizzatori sociali ad aziende con meno di 14 dipendenti e introdurre sussidi per i precari».<br />
<b>Il suo avversario Pdl, Gianni Chiodi, sostiene che, in accordo con Alemanno, si potrebbero realizzare zone industriali utili alla Capitale…</b><br />
«Fanno proposte legate all’appartenenza politica. Un po’ come dire che siccome c'è Berlusconi "il governo mi manda i soldi", siccome c'è Alemanno "faccio intese con lui". I rapporti con Roma prescindono dal candidato del centrodestra e sono un obiettivo storico dell'Abruzzo. Riguardano, ad esempio, gli accessi alla Capitale, le ferrovie da migliorare e i collegamenti stradali e autostradali che costituiscono una barriera per noi».<br />
<b>Ha visto su YouTube le promesse di lavoro di Chiodi?</b><br />
«Berlusconi, in fondo, ha fatto la stessa cosa, è venuto qui a dire che se dovesse vincere il candidato Pdl restituirebbe i soldi alla regione, gli stessi che ci aveva tolti. Frattini ha promesso un evento legato al G8. Quagliarello ha fatto capire ai tifosi del Pescara che se dovessero votare Pdl verrà evitato il fallimento della squadra. Una campagna elettorale incentrata sul modello della bancarella di Chiodi: portami il curriculum, vota per noi e poi ti faremo sapere. No. L'Abruzzo non merita elemosine, ha diritto al rispetto e allo sviluppo».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74213">l'Unità - Ninni Andriolo</a>Raffaele FITTO: «Il Sud non deve chiedere di più» - INTERVISTA2008-09-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359596Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Rapporti con le regioni (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Da meridionale dico che il mezzogiorno deve avere la capacità di raccogliere questa sfida». Raffaele Fitto sembra solo contro tutti nell'aula magna dell'Università di Padova: l'unico esponente politico meridionale in mezzo a un "covo" di federalisti a oltranza. In realtà il ministro per i Rapporti con le Regioni spiazza tutti, e rilancia: «Il Sud non deve chiedere di più, ma dimostrare di saper modificare strutturalmente il suo modello organizzativo e la sua mentalità».<br />
<b>Una sfida ambiziosa. Ma è realistica?</b><br />
«Una volta garantite la perequazione verticale, i livelli essenziali per sanità e istruzione, le risorse speciali addizionali rispetto alle perequazioni, non vedo alternative. Guardate che non c'è un unico Sud, sarebbe un errore fare di tutta l'erba un fascio: ci sono parti del Mezzogiorno che hanno compiuto scelte diverse».<br />
<b>E il passaggio dalla spesa storica ai "costi standard" sarà recepito?</b><br />
«È un fatto di civiltà non più rinviabile: e fa piazza pulita anche della polemica sul rischio di un aumento della pressione fiscale che secondo alcuni sarebbe connaturato al federalismo. Il passaggio ai costi standard però va fatto tenendo presenti le diverse situazioni di partenza».<br />
<b>Cioè?</b><br />
«Le faccio un esempio: se lei mi chiede se è possibile che il costo di una Tac in una regione sia tre volte più alto che in un'altra, le dico che è impossibile e che va uniformato dappertutto immediatamente. Se invece mi chiede la valutazione del costo standard sul servizio di emergenza sanitaria, è chiaro che cambiano le condizioni a seconda del luogo in cui viene svolto: in montagna o al mare, in zone isolate o densamente abitate. Di conseguenza cambia anche il costo».<br />
<b>E contate di riuscire a trovare una sintesi in Parlamento?</b><br />
«La valutazione dei costi standard è delicata, saremo chiamati a impegnarci nella fase dei decreti legislativi di attuazione. Ma nessuno pensi che il Sud difende la spesa storica».<br />
<b>Lei di fatto perse le elezioni in Puglia per aver riconvertito venti ospedali improduttivi. Quanti amministratori del Sud accetteranno di correre lo stesso rischio?</b><br />
«Questa è una sfida che il Sud non può non raccogliere. Dopo aver perso quelle elezioni, rifarei tutto ciò che ho fatto. Forse l'ho fatto troppo presto rispetto al dibattito che si sta facendo oggi nel Paese, ma la strada è quella; non possiamo pensare che nel Sud si rivendichi una maggiore spesa sanitaria e non ci si ponga il problema della qualità di quella spesa. Abbiamo gli ospedali meno utilizzati e poi la gente si sposta per farsi curare fuori regione: oltre al danno, la beffa. Serve un cambiamento culturale del Sud».<br />
<b>Un'altro punto delicato è il tempo: quanto ci vorrà?</b><br />
«Per le materie non essenziali è previsto un periodo di transizione di 5 anni. Quanto ai decreti attuativi, ritengo inutile fissare limiti di pochi mesi: ne abbiamo messo uno di 24 mesi, così non ci sono alibi. Ma nulla vieta che se riusciamo a completare il lavoro in 12 mesi, si parte prima».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JB9MK">Il Gazzettino - A. G.</a>FABRIZIO DI STEFANO: Centrodestra: "Spesa sanità fuori controllo"2008-02-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329022Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Abruzzo (Lista di elezione: AN) <br/><br/>"La spesa sanitaria è fuori controllo. Il piano sanitario costruito dal centrosinistra farà aumentare i costi e m orerà i budget previsti" (...) "Lo dimostrano gli emendamenti presentati dai consiglieri di centrosinistra che stravolgono la bozza della Giunta, prevedendo tutti una spesa maggiore. Così il governo nazionale boccerà il documento". (...) "<br/>fonte: <a href="http://www.ilcapoluogo.it/news.php?extend.13894">ilCapoluogo.it</a>