Openpolis - Argomento: edilizia popolarehttps://www.openpolis.it/2014-04-18T00:00:00ZFRANCO MIRABELLI: Occupazioni abusive alle strette - INTERVISTA2014-04-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718908Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>Piano casa pronto per la ristrutturazione. E tra i sorvegliati speciali entrano le occupazioni abusive e le detrazioni Irpef per i conduttori di alloggi sociali. Nel primo caso, infatti, sarà necessario dare una definizione puntuale del fenomeno, nel secondo caso, invece, sarà necessario prendere in considerazione una riformulazione o l’eliminazione della norma. A spiegare a <a href="http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201404172038363525&chkAgenzie=ITALIAOGGI&titolo=Occupazioni%20abusive%20alle%20strette">ItaliaOggi</a> le modalità di lavoro al testo del dl 47/2014 il relatore per la Commissione territorio, ambiente e beni ambientali del senato, <b>Franco Mirabelli</b> (Pd). «Siamo pronti a entrare nel vivo dei lavori al testo a partire da martedì prossimo 22 aprile: come prima cosa ci occuperemo di analizzare i pareri arrivati dalle Commissioni bilancio e finanze e, in secondo luogo, decideremo da quale tema partire per iniziare la discussione generale. Vedremo, poi, il contenuto degli emendamenti il cui termine per la presentazione è fissato per lunedì 28 aprile. Se tutto va bene, dovremo riuscire ad arrivare in Aula lunedì 6 maggio».
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Secondo il relatore, però, a trovare spazio all’interno della discussione generale saranno, però, sia l’art. 5 (Lotta all’occupazione abusiva dell’abitazione), sia l’art. 7 (Detrazioni fiscali Irpef per il conduttore di alloggi sociali). Nel dettaglio, l’art. 5, prevede l’impossibilità di richiedere gli allacci per le forniture in caso di occupazione abusiva dell’immobile.
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Norme che hanno trovato il pieno accoglimento della Confedilizia (Confederazione dei grandi proprietari immobiliari) che, nel corso delle audizioni, che si sono svolte ieri in VIII e XIII Commissione ha evidenziato come «La disposizione soddisfa principi di civiltà prima ancora che di tutela del diritto di proprietà». E proprio all’ampliamento delle tutele volgerà l’intervento degli addetti ai lavori.
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«Dovremo trovare il modo di integrare la norma, prevedendo che per i soggetti abusivi sia impossibile fare richiesta per un alloggio sociale per almeno 10 anni», ha evidenziato <b>Mirabelli</b>, «ma dovremo anche dare una definizione puntuale del concetto di abusivismo per fare in modo che vengano tutelati al massimo gli inquilini morosi incolpevoli».
Ad essere sviscerato sarà, poi, l’art. 7 che prevede la possibilità per i conduttori di alloggi sociali di portare in detrazione, nel caso in cui l’alloggio sia l’abitazione principale, 900 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro e 450 euro se il reddito complessivo non supera i 30.987,41 euro.
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«Questa disposizione costa all’incirca 22 milioni di euro e dovremo ben riflettere sulle possibilità di usufruire di questi fondi per garantire una maggiore sicurezza al Fondo per la tutela degli inquilini morosi incolpevoli e al Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione», ha sottolineato <b>Mirabelli</b>, «le detrazioni previste, infatti, andrebbero a vantaggio di una categoria che gode già del vantaggio di un canone sociale».<br/>fonte: <a href="http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201404172038363525&chkAgenzie=ITALIAOGGI&titolo=Occupazioni%20abusive%20alle%20strette">ItaliaOggi</a>FRANCO MIRABELLI: Domani in piazza per sostenere le proposte di chi chiede attenzione sui problemi dell'abitare2013-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712309Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>"Domani sarò a Milano alla manifestazione per la casa promossa dai sindacati per sostenere le proposte di chi chiede concretezza e attenzione sui problemi dell'abitare. Per dire che l'edilizia residenziale pubblica non ha bisogno di riforme finte e dannose come quelle proposte in Regione sulle Aler, che servono solo a garantire che chi gestisce risponda direttamente ed esclusivamente al Presidente. Serve riformare la legge 27, trovare le risorse necessarie per fermare il degrado e far funzionare meglio le cose, sostenere le autogestioni. Senza queste riforme la situazione continuerà a peggiorare e tutto si scaricherà ancora una volta sui Comuni. Spero che saremo tanti per dare forza a chi rivendica attenzione ai bisogni e soluzioni all'emergenza abitativa". Lo dichiara <b>Franco Mirabelli</b>, senatore del Partito Democratico, da tempo impegnato sui temi delle politiche abitative ed autore di numerosi emendamenti ai disegni di legge arrivati in Parlamento volti a garantire una maggiore equità per gli abitanti degli alloggi in edilizia residenziale pubblica.<br/>fonte: <a href="http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=18436">AreaDem</a>FRANCO MIRABELLI: Grazie al PD le Aler non pagano l'IMU2013-11-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it711785Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>"Grazie alla nostra iniziativa le Aler non pagano l'Imu e, anche in futuro, saranno considerate abitazioni principali e non più seconde case. Forse è meglio che anziché scaricare le proprie responsabilità la Regione Lombardia investa risorse per le case popolari, prestiti non bastano. O si danno soldi alle Aler o si penalizza chi abita nelle case pubbliche e sarà allora chiaro chi sta uccidendo Aler.". Lo scrive il sen. <b>Franco Mirabelli</b> in <a href="http://www.affaritaliani.it/milano/bulbarelli-ad-affari-l-imu-061113.html">risposta alle affermazioni di Paola Bulbarelli</a>, assessore della Regione Lombardia alla casa.<br/>fonte: <a href="http://www.affaritaliani.it/milano/bulbarelli-ad-affari-l-imu-061113.html">Affaritaliani</a>Domenico Mantegna: Case popolari. Dopo 12 anni vengono consegnate le chiavi a nove famiglie benestaresi.2012-10-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656654Alla data della dichiarazione: Vicesindaco Comune Benestare (RC) (Partito: LISTA CIVICA) - Consigliere Consiglio Comunale Benestare (RC) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/><br />
Mercoledì 31 ottobre sarà un giorno importante perché possiamo consegnare queste abitazioni a nove famiglie in difficoltà donando loro un futuro più sereno. E'importante anche per le politiche familiari che questa amministrazione da sempre porta avanti, cercando di tutelare maggiormente le fasce sociali più disagiate.
<p>Nonostante le vicissitudini e difficoltà riscontrate, è una grande soddisfazione vedere la fine di questo travagliato cantiere e ringrazia tutte le persone che in questi ultimi anni si sono adoperate affinché si arrivasse a dare una risposta concreta a queste famiglie, tutte residenti sul territorio benestarese da anni.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.larivieraonline.com/Notizie.php?ID_News=10423">larivieraonline.com</a>FRANCO MIRABELLI: Il tema dell'accesso alla casa è molto più ampio rispetto ai pochi che hanno diritto alla casa popolare2012-06-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647595Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Intervenendo in un dibattito sulle politiche dell’abitare nel corso della Festa Democratica di Cinisello Balsamo, il consigliere regionale del Pd, <b>Franco Mirabelli</b> ha ricordato che già da prima dello scoppio della crisi, dal punto di vista dell’abitazione, si viveva una fase di grande difficoltà, in cui gran parte dei lavoratori dipendenti (circa 70% dei cittadini che in provincia di Milano guadagnano meno di 1.500 euro al mese) non aveva accesso alla casa, né sul mercato della vendita, né sul mercato dell’affitto. Il tema dell’accesso alla casa, quindi, secondo <b>Mirabelli</b>, è un tema più ampio e che coinvolge molte più persone di quelle che – per redditi molto bassi – hanno diritto alla casa popolare, perché ci sono altre fasce di reddito intermedie che non hanno alcuna possibilità. La crisi ha, indubbiamente, aggravato il problema secondo il consigliere regionale, in quanto si è creata una vera e propria emergenza abitativa, perché anche chi era riuscito a comprare la casa, oggi, fa molta fatica a continuare a pagare il mutuo, così come chi vive in affitto fa fatica a pagarlo. “Non c’è più la rete di protezione che in parte era garantita dal Fondo Sostegno Affitti perché non ci sono più soldi pubblici e tutto questo sta portando ad una crisi che riguarda chi cerca casa ma anche le imprese che costruiscono casa”, ha sottolineato <b>Mirabelli</b>, evidenziando che “Il mercato edilizio è il 19% del Pil della Lombardia. Oggi è tutto fermo, non vengono nemmeno ritirati i permessi a costruire perché poi le case non si vendono”. Le ricette che ha usato il settore pubblico anni fa per affrontare questo tema non sono più valide oggi, per <b>Mirabelli</b>, il quale ha ricordato anche che al momento non ci sono risorse pubbliche: “Il bilancio triennale dell’edilizia sociale pubblica in Lombardia quest’anno potrà contare su 150 milioni di euro, quello precedente contava su 600 milioni di euro e quello ancora prima su un miliardo e mezzo di euro. Le risorse pubbliche, quindi, sono venute a mancare. La conseguenza di questo è che i quartieri popolari non saranno più come li abbiamo conosciuti e c’è il rischio che si trasformino in ghetti e che siano soggetti ad un degrado rapido”. Anche per questo motivo, secondo il consigliere regionale Pd, oggi, la priorità diventa il tema dell’housing sociale, in cui si mettono insieme pubblico e privato e, in questo contesto, la cooperazione diventa una grande risorsa. “A Milano e provincia e in una parte del Piemonte la cooperazione è stata l’unica risposta a chi voleva una casa in affitto a canoni accessibili”, ha ricordato <b>Mirabelli</b>.<br><br>
Venendo al compito della Regione Lombardia, <b>Franco Mirabelli</b> ha segnalato alcuni provvedimenti riguardanti la casa: “Il pubblico non ha soldi e ci mette le aree standard per costruire progetti di housing sociale. Le leggi garantiscono anche gli operatori che assegnano case in affitto a canoni contenuti garantendo alcuni criteri di efficienza energetica. Ci sono poi incentivi per il riuso di edifici di terziario vuoti, affinché vengano trasformati, cambiandone anche la destinazione d’uso, in modo da evitare un ulteriore consumo di suolo”. <br><br>
Sul tema delle case popolari, <b>Mirabelli</b> ha affermato che devono essere un’opportunità per persone che vivono serie difficoltà economiche e, quando queste vengono superate, si deve aiutare queste persone a passare ad un’altra casa. “Il problema è che queste persone non trovano casa sul mercato e il 92% di chi vive in case popolari in Milano e provincia è ancora dentro i parametri per cui ha ottenuto questo alloggio e, spesso, si tratta di anziani soli”, ha ricordato <b>Mirabelli</b>. “Non penso che una casa popolare possa essere tramandata di padre in figlio, però, è impensabile che chi ha un reddito di 24 mila euro debba abbandonare la casa popolare”, ha affermato <b>Mirabelli</b>, rivendicando la battaglia fatta per innalzare la soglia al limite di 34 mila euro, con la possibilità ai gestori di non applicarlo e di applicare a queste persone canoni più alti (che, oltretutto, consentirebbero anche maggiori entrate nelle casse di Aler, da sempre a corto di risorse). Per <b>Mirabelli</b>, questo è un punto importante in quanto “Chi ha redditi così finirebbe in mezzo alla strada perché non ha altre possibilità né di affitto né di vendita, inoltre, mandando via persone con un reddito meno basso rispetto agli altri inquilini si provocherebbe un aggravarsi della situazione delle case popolari perché verrebbero condannate ad essere ancora di più luoghi di emarginazione”. Sempre nel tentativo di limitare il degrado e di non lasciare alloggi vuoti, il consigliere Pd ha sottolineato che, grazie ad una delibera, oggi è possibile scalare le graduatorie per assegnare alloggi troppo piccoli per famiglie, ad altre persone anziane e giovani soli. Un problema, invece, che, secondo <b>Mirabelli</b>, è un ulteriore effetto della crisi economica che ha prodotto l’aumento della morosità delle case popolari, diventata del 40% “perché anche se non è alto l’affitto poi sono alte le spese e, sulle pensioni minime, incidono moltissimo”: “Al di là di una quota di illegalità – ha precisato il consigliere regionale – c’è, infatti, anche una quota di persone che non ce la fanno economicamente”. Critico su Aler <b>Mirabelli</b> ha definito l’ente gestore troppo lento nel suo apparato burocratico e che sarebbe da riformare in modo consistente, anche orientandolo verso l’housing sociale, anche perché – ha ribadito il consigliere – “I ritardi delle politiche pubbliche sommati alla crisi stanno provocando un disastro”.<br><br>
Infine, <b>Mirabelli</b> ha evidenziato che oggi “C’è bisogno di un cambio culturale, non solo perché sono cambiate le domande ma perché sono impossibili le risposte di prima. Dalla crisi non si esce come ci si è entrati. Non ci saranno gli stessi modelli di consumo. Bisogna ripensare complessivamente anche le politiche dell’abitare”. “Oggi, pensare che l’obiettivo per un lavoratore precario possa essere l’acquisto della casa è sbagliato ed è sbagliato che questo diventi un sogno”, ha ribadito il consigliere Pd, chiarendo che “Si deve ragionare come si ragiona in tutta Europa, pensando ad un Paese in cui le case di proprietà non sono l’80% ma il 30-40%, pensando anche ad una mobilità lavorativa da una città all’altra”. Secondo <b>Mirabelli</b>, quindi, “Bisogna sapere che la priorità è l’affitto, bisogna dare case in affitto e su questo bisogna riconvertire tutte le politiche”.<br><br> <a href="http://youtu.be/7-i5HfM1Ryk"><b>Video dell’intervento di Franco Mirabelli alla Festa Pd di Cinisello</b></a>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://youtu.be/7-i5HfM1Ryk">YouTube</a>FRANCO MIRABELLI: Casa: Superare la crisi puntando sull'housing sociale2012-06-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646171Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Venerdì alle 10 in punto in sala Gonfalone ha avuto inizio il convegno dedicato al tema della casa dal titolo "Nuovi indirizzi per abitare in Lombardia": a fare gli onori di casa <b>Franco Mirabelli</b> che da subito ha offerto gli spunti dai cui partire: la crisi economica e le conseguenti implicazioni per il comparto edilizio e per coloro che necessitano di spazi abitativi a basso costo.
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"C'è un'ineludibile questione sociale - ha spiegato <b>Mirabelli</b> - la crisi c'è e si fa sentire non solo per le fasce più deboli ma anche per il ceto medio. Non ci si può illudere di uscire da questa situazione aspettando che la crisi finisca e rispolverando vecchi metodi di governance abitativa. Non c'è più la possibilità di ripristinare risorse pubbliche nella misura passata. Bisogna pertanto mettere in campo risposte innovative che rilancino l'edilizia, che valorizzino il patrimonio esistente e aiutino il comparto edile".
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Diversi gli interventi che hanno sottolineato l'urgenza di trovare soluzioni immediate alla pressante richiesta di case in affitto a canoni accessibili. Per <b>Mirabelli</b> "è necessario mettere in campo misure concrete per trasformare l'housing sociale da slogan ad una risposta concreta. C'è solo un errore da evitare: non bisogna affrontare la questione in un'ottica emergenziale ma guardare a soluzioni a lungo periodo superando il vecchio modello di quartiere popolare ma al contrario puntando al mix sociale".
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I piani di governo del territorio regionali prevedono un raddoppio del numero degli abitanti ma nonostante questo si è deciso di non puntare sull'edilizia sociale. "Durante la discussione della legge regionale in commissione Territorio - ha concluso l'esponente del PD - gli stessi comuni hanno voluto che si cancellassero i premi volumetrici per chi costruisce edilizia sociale a vantaggio del privato. Un ragionamento miope che non va nella direzione della risoluzione del problema". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pdregionelombardia.it/novita7ggdettaglio.asp?ID=5032">pdregionelombardia.it</a>Fabio Altitonante: Il Consiglio Provinciale ha adottato il Ptcp: ecco la politica del fare2012-06-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646270Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Milano (Partito: PdL) <br/><br/><br />
L’adozione del nuovo Piano urbanistico strategico di sviluppo territoriale e infrastrutturale da parte del Consiglio Provinciale ci proietta verso l’approvazione definitiva prevista entro il mese di ottobre.
Si tratta di uno dei più importanti provvedimenti dell’Amministrazione Podestà. Abbiamo sbloccato un Piano fermo da dieci anni, che la precedente Amministrazione non è riuscita a portare a termine.
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Per la prima volta abbiamo definito le strategie per lo sviluppo sostenibile e competitivo della Grande Milano per i prossimi vent’anni. Centrali saranno la valorizzazione dell’ambiente e il rilancio dell’agricoltura, attraverso un sistema di connessione degli habitat naturali. Il territorio sarà potenziato, innanzitutto, dal punto di vista dei collegamenti per semplificare gli spostamenti delle persone e lo scambio delle merci.<br />
In altre parole, il nuovo PTCP mira a riaffermare il ruolo della nostra provincia all’interno delle grandi aree metropolitane europee.
Esaminiamo, quindi, le principali tematiche.
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<b>STRATEGIA POLICENTRICA</b>
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Partendo dallo studio del nostro territorio e dall’analisi delle strategie vincenti attuate in altre aree metropolitane con caratteristiche simili alla nostra, tra cui Parigi, Londra, Monaco e Barcellona, abbiamo definito una pianificazione strategica per la Grande Milano.<br />
Il Piano delinea uno sviluppo policentrico del territorio, che si articolerà in una Città Centrale, che comprende Milano e altri 24 Comuni con una popolazione complessiva di circa 2 milioni di abitanti, e su 13 poli attrattori esterni.
Ciò significa superare l’attuale visione milanocentrica, che ha portato a uno sviluppo del territorio caotico e disordinato, con un centro a fortissima densità e una periferia disgregata e distribuita in modo casuale, non supportata, peraltro, da adeguati servizi e infrastrutture. Non è un caso che ogni giorno entrano nel Capoluogo una media 800.000 veicoli, quindi almeno 1 milione di persone, che hanno portato ormai al collasso strade provinciali e locali.<br />
Grazie alla “messa in rete” della Città Centrale e dei Poli, che saranno valorizzati, si favorirà la connettività delle persone, la valorizzazione delle singole identità territoriali e la competitività delle aziende. Sul modello delle “smart cities”, ossia delle città intelligenti, veloci e flessibili, il Piano coniuga progresso, ambiente e qualità della vita per uno sviluppo ordinato e strategico.
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<b>AZZERAMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO</b>
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Abbiamo previsto una percentuale di consumo di suolo che tenderà allo 0%, azzerando lo sprawl urbano e incentivando la riqualificazione delle aree dismesse o degradate. Interrompiamo, in tal modo, il trend degli ultimi anni, che solo tra il 1999 e il 2007 ha visto aumentare il suolo urbanizzato di circa 60kmq (dati Legambiente), vale a dire, per fare un esempio, la superficie che occuperebbero 5.500 campi da calcio.
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<b>INTRODUZIONE DI NUOVI AMBITI AGRICOLI STRATEGICI</b>
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Per garantire e valorizzare la vocazione agricola del nostro territorio, abbiamo vincolato più di 162 kmq di ambiti agricoli strategici (una superficie equivalente all’incirca a quella della Città di Milano), che si sommano ai 765 kmq di Parchi Regionali (il Parco Agricolo Sud Milano, il Parco del Ticino, il Parco Adda Nord e il Parco delle Groane) tutelati da Piani specifici, ma in cui definiremo anche gli ambiti agricoli strategici perché non si crei alcun dubbio o possibile strumentalizzazione.
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<b>TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO</b>
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Con il nuovo PTCP s’intende realizzare una Rete Ecologica provinciale, ossia un sistema di connessione del Verde, in grado di mantenere e potenziare gli scambi ecologici tra gli habitat naturali.
Strutture portanti strategiche del sistema di connessione ecologica sono le Grandi Dorsali Territoriali; oltre alla qualificazione della Dorsale Verde Nord, abbiamo aggiunto due nuove Dorsali: la Dorsale Est- Valle del Lambro e la Dorsale Ovest- Valle dell’Olona.
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<b>POTENZIAMENTO DEL SISTEMA INFRASTRUTTURALE E DELLA MOBILITA’ DOLCE</b>
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Abbiamo definito per la prima volta una strategia infrastrutturale di lungo periodo, mettendo in rete le progettualità dei diversi attori che interagiscono sul territorio (Ferrovie, Metropolitana, Comuni e Provincia), eliminando le inefficienze e le possibili sovrapposizioni infrastrutturali, e considerando lo scenario infrastrutturale futuro (Pedemontana, Brebemi e Teem) in coerenza con lo sviluppo del territorio.<br />
Saranno numerosi gli interventi per il rafforzamento e l’estensione della rete di trasporto pubblico: il prolungamento della M2 da Gessate a Trezzo sull’Adda e da Assago a Binasco, della M3 da Comasina a Paderno Dugnano e della M4 da Linate a Segrate e successivamente fino a Pioltello; nuove fermate delle linee suburbane a Opera, San Giuliano Sesto Ulteriano e San Giuliano via Tolstoj, interscambi d’interesse sovracomunale delle linee S e R a Magenta, Castano Primo, Parabiago, Rho, Garbagnate Milanese, Paderno Dugnano, Sesto San Giovanni, Pioltello, Melegnano, Locate Triulzi e Albairate.<br />
Abbiamo previsto, inoltre, l’incremento della mobilità dolce, con un progetto di area vasta per le piste ciclabili, che si estenderanno su tutto il territorio provinciale, con nuovi itinerari o il potenziamento di quelli esistenti, ad esempio, mettendo in connessione i Parchi Regionali e Plis (Parchi locali d’interesse sovracomunale).
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<b>INCREMENTO DELL’HOUSING SOCIALE</b>
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Abbiamo introdotto quote edificatorie minime obbligatorie che i Comuni dovranno riservare all’housing sociale per rispondere al crescente fabbisogno abitativo nel territorio provinciale.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.altitonante.it/component/content/article/1-editoriali/135-il-consiglio-provinciale-ha-adottato-il-ptcp-ecco-la-politica-del-fare.html">altitonante.it</a>FRANCO MIRABELLI: Una proposta per evitare gli aumenti nelle case a equo canone del demanio di Milano2012-05-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it631317Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"3900 famiglie che abitano in quartieri di proprietà del demanio e patrimonio del Comune di Milano hanno ricevuto in queste settimane bollettini in cui il loro canone di affitto è aumentato moltissimo, spesso più che raddoppiato. E’ l’effetto di una norma della legge 27, che avevamo fortemente osteggiato, e che stabilisce per gli alloggi di quel tipo, che oggi sono ad equo canone, lo stesso trattamento definito per gli alloggi sociali. In questo modo persone che sono entrate in quelle case perché sfrattate e non secondo i requisiti di reddito previsti per le case popolari oggi si vedono calcolare il proprio canone di affitto secondo modalità che, collocandoli nelle fasce più alte, li penalizzano molto. L’unico modo per bloccare questi aumenti, che il Comune ad oggi è tenuto a imporre, è quello di rinviare alla scadenza dei contratti ad equo canone in essere (l’anno prossimo o nel 2014) la revisione dei canoni, dando la possibilità agli inquilini di scegliere tra i trattamenti previsti dalla 27 o un contratto a canone moderato. Per questo abbiamo presentato una interrogazione, che sarà discussa in consiglio domani, in cui chiediamo all’assessore di muoversi in questa direzione, valutando anche la possibilità di modificare la legge a Luglio nel collegato di bilancio per sancire questo principio". Lo fa sapere il consigliere regionale Pd della Lombardia <b>Franco Mirabelli</b>. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.blogdem.it/franco-mirabelli/2012/05/21/una-proposta-per-evitare-gli-aumenti-nelle-case-a-equo-canone-del-demanio-di-milano/">BlogDem</a>FABIO NOBILE: Ignobili tentativi di reprimere il dissenso2012-03-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625658Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Gruppo: Federazione della Sinistra) <br/><br/><br />
“Testimonierò al processo che vede coinvolto Paolo Di Vetta, dirigente nazionale Usb e gli esponenti del comitato di lotta per la casa dopo i fatti di venerdì scorso al Cipe. La mia deposizione, in quanto testimone oculare dei fatti accaduti quella mattina, metterà in luce una verità che inequivocabilmente dovrà far tornare liberi tutti”.
<p>E’ quanto afferma il consigliere regionale della Federazione della Sinistra, Fabio Nobile, presente questa mattina alla conferenza stampa indetta dai movimenti davanti alla sede di via della Mercede.
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“Oltre a esprimere solidarietà nei confronti del comitato – sottolineano il consigliere Nobile e il portavoce romano della Fds, Fabio Alberti, presente anch’egli alla conferenza stampa - chiediamo l’immediato rilascio di Paolo Di Vetta e giustizia per tutti gli altri e stigmatizziamo la gravità di un’azione repressiva finalizzata esclusivamente a soffocare il dissenso. L’iniziativa al Cipe, sollevava un tema vero, quello dello spreco dei fondi pubblici e chiedeva la destinazione dei miliardi della Tav alla costruzione di case popolari. Queste proteste non vanno trattate con interventi di ordine pubblico, ma ascoltate e comprese. Nella volontà di criminalizzare le lotte sociali e nel tentavo di sgombero dell’occupazione di Casal Boccone, avvenuto nella stessa giornata di venerdì, leggiamo invece qualcosa di inquietante. Il sospetto che ci sia un collegamento tra i due fatti è lecito, così come è lecito pensare che si voglia in questo modo togliere di mezzo la voce del dissenso rappresentata dai movimenti, per lasciare il campo libero agli speculatori. In quest’ottica, i comitati di lotta per la casa, che si stanno opponendo ai grandi affari come lo stabile di Casal Boccone, dove Ligresti ha fatto cacciare gli anziani per realizzare un’enorme speculazione in deroga al piano regolatore, rappresentano un ostacolo e una voce critica nei confronti dell’operato del governo da eliminare”.
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“Contro questi ignobili tentativi di reprimere il conflitto, in difesa della casa e dei beni comuni – concludono - parteciperemo sabato al corteo indetto dai movimenti, che partirà alle 15 da piazza Vittorio”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.fabionobile.it/site/comunicati/proteste-al-cipe/stampa.html">sito web personale</a>FRANCO MIRABELLI: Pat: dallo scandalo alle proposte2011-02-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558813Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"La vicenda delle case del Pio Albergo Trivulzio e di altri enti è una storia triste, uno scandalo fatto di privilegi e di una politica che interviene guardando ai favori e alle clientele e non ad operare guardando all’interesse pubblico. Credo però sia opportuno chiarire bene i termini della vicenda perché nel polverone mediatico di queste settimane rischiano di perdersi le reali responsabilità", afferma in una nota <b>Franco Mirabelli</b> (Pd).
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"Per prima cosa occorre ricordare che stiamo parlando di case di proprietà di enti che hanno come obbiettivo quello di utilizzare il proprio patrimonio per aiutare le persone in difficoltà e garantire loro servizi soprattutto sanitari o assistenziali, ma non solo. Per questo le case in affitto fino al 92 date ad equo canone vennero , sulla base della legge 431, date a canone concordato, un canone, cioè, stabilito con i sindacati degli inquilini, che consentisse prezzi agevolati a fronte di una tassazione più bassa e, così, svolgesse un ruolo di calmiere del mercato degli affitti nell’interesse di tutti.
<p> Il canone agevolato vigeva per chi era già in quelle case, per il resto si passò ad un canone libero, cioè assolutamente discrezionale. Una parte di quegli appartamenti doveva essere destinato agli sfrattati e, per esempio al Policlinico, così è. L’idea dell’affitto agevolato che comunque garantiva un minimo di rendimento economico per l’ente e doveva svolgere il ruolo di calmiere per il mercato degli affitti, non era e non è sbagliata. Il punto su cui si sono creati privilegi inaccettabili è quello delle assegnazioni e dei controlli.
<p> Le assegnazioni sono sempre state effettuate sulla base di bandi semi-clandestini, che restano esposti poco tempo e che non prevedono alcun criterio di reddito per i richiedenti. In questo modo negli anni hanno potuto avere l’appartamento solo persone informate dei bandi e, da qui, il privilegio di conoscere chi gestisce il patrimonio, e senza limiti di reddito così che anche persone molto benestanti hanno potuto ottenere anche case prestigiose a costi contenuti.
<p> Quindi, se si vuole intervenire per evitare che ciò che si sta denunciando possa risuccedere e si vuole andare oltre lo scandalismo, serve una riforma dei criteri e delle modalità di assegnazione (limiti di reddito per poter richiedere l’alloggio e regole chiare per la massima diffusione dei bandi), serve un controllo di un soggetto terzo sul rispetto delle quote riservate agli sfrattati e serve distinguere le case di prestigio dalle altre per applicare a quelle canoni di mercato", prosegue il consigliere regionale della Lombardia.
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"L’altro tema riguarda i criteri con cui vengono decise le vendite e i prezzi di acquisto. Qui in questi anni c’è stata la massima discrezionalità da parte dei consigli di amministrazione degli enti, ciò ha spesso, come dicono gli elenchi, creato privilegi per gli acquirenti amici. Anche qui servono regole chiare. Intanto per dire che, come per le case popolari, può essere dismessa solo una percentuale del patrimonio, in secondo luogo per impegnare gli enti a presentare un piano di dismissioni, indicandone le finalità, che sia autorizzato, come avviene oggi per il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, dalla giunta regionale. Infine servono regole certe sui prezzi, che definiscano a partire dalle valutazioni dell’agenzia del territorio il prezzo di mercato e i margini di modifica che possono essere determinati sulla base dello stato dell’immobile e della durata del precedente contratto d’affitto.
<p>Servono regole chiare, dopo questo scandalo, per garantire l’interesse pubblico e per evitare che la giusta indignazione favorisca progetti di dismissione dei patrimoni degli enti, di gestione privatistica, che pure tradirebbero la funzione sociale per la quale migliaia di benefattori hanno donato parti del proprio patrimonio", conclude <b>Mirabelli</b>.
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<br/>fonte: <a href="http://francomirabelli.it/html/partito-democratico/pat-dallo-scandalo-alle-proposte">francomirabelli.it</a>Paolo FERRERO: Con la politica di questo governo aumentano i lavoratori a cui le banche fregano la casa2010-12-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548726<br />
In Italia: il 5% delle famiglie italiane non riesce più a pagare il mutuo. Il dato italiano insieme a quello della Spagna è il più alto dell'Unione Europea. Lo stato di povertà prodotto dalle politiche del governo e dal trattato di Mastricht sta producendo differenze sociali uguali a quelle prodotte durante le dittature latino-americane.
<p> La nostra proposta è semplice: tassare le case sfitte, aumentare l’ICI sulle case di lusso e finanziare un piano di case popolari a partire dalla ristrutturazione delle case popolari inagibili.
<p>Era una misura varata dal sottoscritto con il governo Prodi che il governo Berlusconi ha prontamente abolito.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?view=article&catid=36&id=9965&tmpl=component&print=1&layout=default&page=&option=com_content&Itemid=68">www.controlacrisi.org</a>GIOVANNI BATTISTA DI MASI: «La giunta regionale sblocchi il milione di euro promesso per rimpinguare il fondo morosità»2010-07-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503572Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Padova (PD) (Partito: IdV) <br/><br/><br />
«O la Regione sblocca il finanziamento, oppure non saremo in grado di risolvere la questione degli inquilini morosi». <br />
A lanciare l'allarme è Giovanni Battista Di Masi.<br />
«Da mesi attendiamo che la giunta regionale sblocchi il milione di euro che ci è stato promesso e che serve per rimpinguare il fondo morosità» dice l'assessore alle Politiche abitative che poi aggiunge: «Attualmente le famiglie padovane che non sono in grado di pagare il canone d'affitto, complice anche la crisi economica che si fa sentire in città, sono una sessantina. Nei prossimi giorni incontrerò i proprietari e con loro cercherò di trovare una mediazione». «Naturalmente non si può tirare troppo la corda, se si allungano eccessivamente i tempi, il rischio è quello che si possa arrivare agli sfratti esecutivi e questa amministrazione farà di tutto perché nessun padovano sia costretto a dormire in strada» continua l'esponente dell'Italia dei valori.
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Sulla questione interviene anche Antonio Pipitone, consigliere regionale dell'Idv e predecessore di Di Masi alla guida del settore Casa di palazzo Moroni. «Presenterò in consiglio regionale un'interrogazione - annuncia l'esponente dipietrista - la giunta Zaia non può derogare ad un impegno economico già sottoscritto». «La posta in gioco è troppo alta - conclude - non si può giocare sulla pelle della povera gente. Qui stiamo parlando di famiglie che rischiano di perdere dall'oggi al domani un tetto sotto cui dormire»<br />
<br/>fonte: <a href="http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=810432&Data=20100724&CodSigla=PD">Il Gazzettino ed. Padova - A.Rodighiero</a>UGO CAVALLERA: Case popolari, la Regione dice sì alla creazione di nuovi alloggi2010-05-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it500051Alla data della dichiarazione: Vicepres. Regione Piemonte (Partito: PdL) - Consigliere Regione Piemonte (Lista di elezione: PdL) - Assessore Regione Piemonte<br/><br/>«Sarà nostro impegno - dice Cavallera - valorizzare anche le iniziative private finalizzate a progetti di edilizia a canone convenzionato, che possano rendere più agevole il pagamento dell’affitto anche per chi ha minori possibilità economiche».
«Sarà poi necessario - aggiunge - rivedere il fondo regionale per gli affitti: queste risorse devono essere indirizzate in modo appropriato a favore delle categorie sociali più deboli, e attualmente il nostro assessorato ha una limitata libertà d’azione condizionata da un bilancio di previsione che nel 2010 sarà per buona parte quello ereditato dall’amministrazione precedente. In fase di assestamento di bilancio si cercherà di fare tutti gli sforzi possibili per integrare le risorse, in modo che l’affitto possa diventare una spesa più sostenibile».<br/>fonte: <a href="http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/211682/">La Stampa</a>Fabio RAMPELLI: Ater, no a stabilizzazione dirigenti esterni2009-12-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474544Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/>"I saldi di fine stagione sembrerebbero continuare in Regione... L'Ater di Roma vorrebbe stabilizzare, a pochi mesi dalle elezioni, cinque dirigenti esterni assunti con incarico fiduciario, cioè per chiamata diretta e non per concorso".<br />
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"Se la notizia fosse confermata ci troveremmo di fronte a un'operazione poco trasparente e decisamente non in linea con i conti in rosso dell'azienda. E' il caso che i vertici dell'azienda e la Giunta dimissionaria della Regione Lazio intervangano immediatamente sulla vicenda".<br />
<br/>fonte: <a href="http://rampelli.it">rampelli.it</a>ROSALIA BILLERO: Percepiscono contributi dal Comune, ma non abitano in Italia2009-08-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418419Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Pistoia (PT) (Lista di elezione: PRC) - Assessore Comune Pistoia (PT) (Partito: PRC) - Assessore Comune Pistoia (PT) (Partito: PRC) <br/><br/><br />
«La questione relativa al rilascio di contributi a cittadini stranieri che risultano solo formalmente residenti in Italia, e' di una gravita' eccezionale e rischia non solo di minare alla base il gia' difficile rapporto tra i cittadini pistoiesi e gli extracomunitari residenti, ma anche di lasciare privi dei contributi previsti i bisognosi realmente residenti a Pistoia».
<p> E' quanto sostiene il capogruppo di FI-Pdl in Consiglio Comunale a Pistoia, Alessio Bartolomei, a seguito della falla emersa nel meccanismo della concessione dei contributi sociali elargiti dal Comune di Pistoia, anche se su questo l'assessore al sociale, Rosalia Billero, avverte che tutto si e' svolto nella regolarita'. «Grazie al lavoro del consigliere Barbarito - prosegue Bartolomei -, e' emersa una falla nel meccanismo della concessione dei contributi sociali che permette di sottrarre risorse destinate ai pistoiesi bisognosi e di dirottarle all'estero nei paesi di origine degli extracomunitari richiedenti con la doppia beffa di non spendere quei danari su Pistoia e di far rimanere all'asciutto i veri bisognosi .
<p>La superficialita' con la quale l'assessore Billero ha risposto, solo pochi giorni fa, a Barbarito denota quanto poco abbia insegnato, a lei e all'intero Comune di Pistoia, la vicenda dei falsi permessi ai cinesi.
<p> Infatti, dai primi controlli effettuati dalla polizia municipale di Pistoia, proprio a seguito delle segnalazioni di Barbarito, sono emerse numerose irregolarita' dovute al fatto che moltissimi dei percettori dei contributi in realta' sono irreperibili all'indirizzo di residenza (in un caso si tratta di un'intera famiglia di 6/7 persone) e in altri casi, si e' riscontrato che alcuni 'non abitano a Pistoia, ma ci tornano in caso ce ne sia bisogno' (dichiarazioni rilasciate dai vicini di casa).
<p> La faciloneria con la quale vengono istruite alcune pratiche di contributo da certi patronati e la mancanza di controlli sulle residenze da parte del Comune, creano danni effettivi e di immagine incalcolabili». <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.toscanatv.com/leggi_news?idnews=NL096487">Toscana TV</a>ROSALIA BILLERO: Assessore rosso al sociale chiama i carabinieri2009-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418415Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Pistoia (PT) (Lista di elezione: PRC) - Assessore Comune Pistoia (PT) (Partito: PRC) - Assessore Comune Pistoia (PT) (Partito: PRC) <br/><br/><br />
Si sono sedute nel suo ufficio a mezzogiorno di ieri, pretendendo che il Comune trovasse una casa per la loro famiglia. E poi non se ne sono più andate, fino a quando, dopo le 13, l’assessore al sociale Rosalia Billero, di Rifondazione comunista, stanca di ripetere le norme di affidamento degli alloggi per i nuclei familiari in situazioni di emergenza, ha deciso di chiamare i carabinieri.
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Le due donne di origine marocchina continuavano a sbatterle in faccia frasi pesanti, con toni accusatori. E soprattutto hanno minacciato di non abbandonare gli uffici in piazza san Lorenzo, sin quando il Comune non avesse trovato un tetto per l’intera famiglia.
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L’occupazione è durata oltre un’ora</b>, poi i Carabinieri sono riusciti a far ragionare le donne e a liberare gli uffici comunali. La storia che si è consumata ieri nella sede municipale in piazza san Lorenzo è di quelle singolari. A parlare con l’assessore c’erano una donna di origine marocchina e due dei suoi quattro figli, Fatima, una ragazza di vent’anni e un bambinetto delle scuole elementari. Madre e figlia, che avevano un appuntamento con l’assessore Billero, hanno cominciato a reclamare una casa dal Comune.
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«Mio padre è in Italia da 14 anni - ha ripetuto Fatima - e ha sempre lavorato. Poi l’anno scorso si è ammalato di tubercolosi e siamo rimasti senza un soldo. In famiglia siamo sei, ho un’altra sorella e un fratello, e non sappiamo come andare avanti. Nel 2008 abitavamo al Campiglio i servizi sociali ci davano 250 euro al mese per l’affitto». A gennaio la famiglia ha avuto lo sfratto ed è cominciato il lungo confronto con il Comune, che ieri è culminato con l’intervento delle forze dell’ordine.
<p>«Noi vogliamo una casa. Ci devono dare un appartamento - ha chiarito la ragazza - oppure devono aiutarci a pagare l’affitto. Ora siamo ospiti di una famiglia amica, ma dobbiamo venire via e ci ritroveremo in mezzo a una strada se il Comune non ci darà una mano». <br />
«Loro hanno rifiutato ogni soluzione offerta. Prima - ha sottolineato Billero -, nello scorso ottobre, glia vevamo prospetato una casa a Borgo a Buggiano. Non l’hanno voluta perchè dicevano che era lontana».
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Così il Comune ha depennato la famiglia dalle liste di attesa delle case di emergenza, che vengono aggiornate ogni tre mesi.<br />
Ed è cominciata la protesta. «Non era possibile andare fino là - ha detto Fatima -, è troppo lontano.<br />
Devono garantirci una casa che possiamo gestire. «A gennaio la famiglia ha avuto lo sfratto - ha spiegato l’assessore - e abbiamo offerto un locale in zona Le piastre, hanno rifiutato anche quello perchè per sei persone era troppo piccolo». Dal canto loro Fatima e la sua famiglia dicono che il Comune non ha rispettato le graduatortie.
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«Quell’appartamento era stretto per tutti noi, non potevamo prenderlo. Il Comune ci ha cancellato dalle liste di attesa - ha concluso Fatima -, ma dopo 15 giorni ha dato una casa più grande a un cittadino che aveva un punteggio più basso del nostro. Ora oltretutto ci dicono di tornare in Marocco, invece è un nostro diritto restare in Italia».
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L’assessore, che dopo una lunga discussione con le due donne è stata costretta a chiamare i Carabinieri, ha concluso spiegando come «questa famiglia sarà nelle liste, ma se rifiuta ogni alloggio offerto non possiamo aiutarla in nessun modo».<br />
<br/>fonte: <a href="http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/carabinieri-nel-comune-occupato/1628944">Il Tirreno</a>MERCEDES BRESSO: Pd. «Che liste bufala, Dario doveva correre» - INTERVISTA2009-04-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391046Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Piemonte (Partito: PD) - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: DS) <br/><br/><br />
Il governatore del Piemonte: "Il segretario avrebbe potuto presentarsi ovunque poi scegliere 30-40enni preparati. Invece puntiamo su pensionandi a fine corsa, come Cofferati e Berlinguer...".
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<b>Signora Mercedes Bresso, governatore del Piemonte, lei ha terremotato il Partito democratico criticando le candidature europee volute da Dario Franceschini.</b><br />
«Ho detto che l’Europa è il futuro del nostro Paese e non può essere che proprio noi non investiamo sui giovani, su persone che poi tornano con esperienza e apertura mentale. La gente in età di pensione non porterà mai questo contributo».<br />
<b>Lei dunque conferma il dissenso su capilista come Sergio Cofferati e Luigi Berlinguer.</b><br />
«Onestamente, non li vedo molto. Avrei preferito nomi abbastanza all’inizio della carriera politica, non pensionati. Pensionandi, va’...».<br />
<b>Allora condividerà la scelta di Silvio Berlusconi di lanciare nuovi volti femminili.</b><br />
«Voglio liste di giovani con un minimo di esperienza politica, che conoscano le lingue e il diritto europeo. Non mi vanno né i politici a fine corsa né i grossi nomi ineleggibili che nascondono finti candidati, non è serio, è una bufalata».<br />
<b>Che cosa doveva fare Franceschini?</b><br />
«Avrebbe potuto guidare lui tutte le liste e candidare dietro di sé 30-40enni con competenza e passione. La “generazione Erasmus”. La mia esperienza a Bruxelles mi ha insegnato moltissimo, anche a gestire una crisi come l’attuale. Su molti aspetti abbiamo anticipato il governo Berlusconi».<br />
<b>Per esempio?</b><br />
«Il piano casa. Avevamo già disposto gli ampliamenti. Ed è appena partita la seconda tranche di alloggi di edilizia convenzionata e popolare che darà al Piemonte 10mila nuove case».<br />
<b>Tra i governatori di centrosinistra, lei è stata tra i più pragmatici nell’esaminare la proposta del premier.</b><br />
«Penso sia giusto cogliere anche quest’occasione per semplificare, ma dev’essere una cosa fatta bene perché le nuove procedure dovrebbero durare oltre la fase sperimentale di due anni e mezzo».<br />
<b>I provvedimenti provvisori dovrebbero diventare definitivi?</b><br />
«Non bisogna disorientare la gente con regole che cambiano di continuo. Al governo chiedevamo soprattutto che chiarisse le responsabilità. Proprietari e progettisti devono autocertificare che i lavori sono in regola. Non vogliamo costruzioni come quelle abruzzesi».<br />
<b>Come avete affrontato la crisi in Piemonte?</b><br />
«Intanto stiamo aprendo cantieri pubblici. Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) la giunta ha approvato il bando di gara per il collegamento autostradale Biella-Santhià e Biella-Romagnano Sesia, che in futuro potrebbe saldarsi con l’ipotizzata Pedemontana lombarda. Un’opera da quasi 800 milioni di euro».<br />
<b>Sulla Pedemontana siete più avanti di Formigoni.</b><br />
«Poi affronteremo il tratto Biella-Val Susa. Siamo in dirittura d’arrivo anche sulla tangenziale Est di Torino».<br />
<b>A proposito di Val Susa, a che punto è la Tav?</b><br />
«Dal punto di vista politico, situazione tranquilla. La società Ltf sta eseguendo la progettazione, l’Osservatorio segue passo passo e garantisce informazione e collaborazione con le comunità locali».<br />
<b>
I sindaci hanno riposto l’ascia di guerra?</b><br />
«Stamattina (ieri, ndr) li ho presentati al presidente Napolitano dicendo: ecco i ribelli... Ma adesso sono migliorati. Quello che conta però sono le infrastrutture su cui la regione ha qualche ruolo decisivo. Le opere pubbliche sono determinanti per sbloccare la crisi dell’edilizia e delle costruzioni».<br />
<b>Altri interventi?</b><br />
«Abbiamo sbloccato 60 milioni di opere della sanità, poliambulatori, case della salute, l’ospedale di Venaria. Nei mesi scorsi abbiamo abolito il ticket sanitario fino a 36mila euro di reddito, un provvedimento che interessa tra il 70 e l’80 per cento dei piemontesi. Abbiamo eliminato l’addizionale aggiuntiva introdotta da Ghigo per i redditi fino a 15mila euro, e l’abbiamo ridotta per i redditi da 15mila a 22mila euro. Abbiamo raggiunto un accordo con il ministero del Welfare per incrementare i fondi destinati a disoccupati e cassintegrati. Siamo arrivati ben prima del governo sui fondi per le imprese e di garanzia, garantendo ai consorzi fidi la riassicurazione e movimentando crediti per oltre un miliardo di euro alle piccole e medie imprese».<br />
<b>
Con tutta questa mole di iniziative autonome, lo volete ancora il federalismo?</b><br />
«Certo, ci contiamo. Sono perplessa su alcuni meccanismi del testo approvato, ma spero in ulteriori cambiamenti».<br />
<b>Quali?</b><br />
«Il federalismo è avere certezza delle risorse, e la certezza si ha se i nostri soldi restano qui: quindi tesoreria regionale. Poi chiediamo maggiore flessibilità nella gestione delle risorse per affrontare le emergenze».<br />
<b>
Cioè volete il potere di aumentare le tasse.</b><br />
«Non è nel nostro interesse, io le tasse le ho solo diminuite. Ma quest’inverno la neve qui ha fatto danni per 400 milioni di euro, Roma ce ne ha dati 10 e dobbiamo avere margini di manovra soprattutto se lo Stato ci gira con anni di ritardo il denaro che ci spetta. Questa cosa che abbiamo soldi scritti sui bilanci ma non in cassaforte non può continuare. Poi vogliamo maggiori competenze, sulla scia di quanto hanno già chiesto Lombardia e Veneto».<br />
<b>Ancora richieste?</b><br />
«Poche cose ma pesanti: Università e Beni culturali. Vogliamo gestire il fondo ordinario per l’università, del resto già oggi il grosso dei soldi lo diamo noi con i fondi per il diritto allo studio, la ricerca e l’innovazione. E i beni culturali che lo stato gestisce male, li passi alla Regione. Ci trasferisca la proprietà, ci pensiamo noi a valorizzarli». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LIIP5">Il Giornale - Stefano Filippi</a>PIETRO MARRAZZO: Piano Casa. «Meglio di prima. Ma non serve aumentare tanto le cubature» - INTERVISTA2009-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390845Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Lazio (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Lazio (Gruppo: Lista civica P. Marrazzo per il PD) <br/><br/><br />
«Prevediamo che gli interventi di ampliamento della cubatura potranno riguardare 10 mila immobili nel Lazio, per un valore complessivo di tre miliardi di euro»: parla Piero Marrazzo, presidente della Regione, uno dei Governatori del Pd che aveva bocciato subito il piano casa appena annunciato da Silvio Berlusconi nella sua formulazione iniziale. «Quello proprio non andava» dice Marrazzo. La Regione Lazio, fra l`altro, si era già mossa in anticipo: ieri ha approvato all'unanimità una legge che autorizza gli alloggi nei sottotetti già esistenti (ma senza aumenti di cubature).<br />
<b> E adesso?</b><br />
«Ora possiamo cominciare a preparare il vero piano casa. Finalmente sono state restituite alle Regioni le competenze in materia. E si può fare sul serio. Perché vanno bene gli interventi previsti di ampliamento delle cubature, ma ci sono altre misure più urgenti».<br />
<b>Andiamo con ordine. I proprietari di immobili nel Lazio potranno ampliare la cubatura della propria casa? Chi ha un villino potrà sopraelevare o aggiungere una stanza?</b><br />
«Chi rientra nei criteri e nei limiti concordati fra governo e Regioni, si».<br />
<b>Il Lazio dunque si adeguerà?</b><br />
«Sì, anche noi abbiamo approvato quell`intesa. Certamente lo faremo secondo le nostre convinzioni, con grandissima attenzione al rispetto dell`ambiente e del paesaggio. Approveremo quindi una legge regionale che metta insieme le due esigenze: rilancio dell`edilizia e sostenibilità dello sviluppo».<br />
<b>E cioè? Ci saranno dei paletti rispetto alla «cornice» generale fissata dall`intesa governo-Regioni? Nel Lazio ci saranno norme restrittive?</b><br />
«No. Ripeto. Chi vorrà ampliare il proprio immobile e ne ha i requisiti potrà farlo».<br />
<b>A Roma che cosa succederà ?</b><br />
«In realtà l`impatto sui centri urbani sarà molto limitato».<br />
<b>E allora?</b><br />
«La vera novità è che abbiamo l'occasione e gli strumenti per portare avanti nuove politiche per affrontare l'emergenza abitativa: l'idea è di favorire l'edilizia sociale, magari convogliando le risorse dei privati».<br />
<b>Riconosce però che Berlusconi, nonostante il difficile parto dell`accordo, ha avuto una buona idea.</b><br />
«Se non fosse partito per la sua strada costringendo tutti alla rincorsa, sarebbe stato meglio».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=L9MXL">Il Corriere della Sera - Pa.Fo.</a>Silvio BERLUSCONI: Piano casa. "Trovato l'accordo con le Regioni. Alloggio a chi non lo ha"2009-04-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390839Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Trovato l'accordo con le Regioni: previsti aumenti volumetrici del 20% per le abitazioni, mentre i centri storici e le aree protette non verranno toccate. Il premier: "Il piano muove 70 miliardi di euro". Entro 10 giorni il decreto.
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Roma - L'accordo c'è. Dopo un'intensa giornata di trattative, il governo ha raggiunto in nottata un'intesa con le Regioni sulle linee guida del piano casa: sono previsti aumenti volumetrici del 20% per le abitazioni, mentre i centri storici e le aree protette non verranno toccate. Ora la palla passa agli enti locali. Ma il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, avverte: "Se le regioni non approveranno le leggi regionali entro 90 giorni, scatterà un potere sostitutivo". "Sono soddisfatto per l’accordo raggiunto, un’altra intesa importante dopo quella sugli ammortizzatori sociali", ha commentato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ringraziando le Regioni per la collaborazione istituzionale: "Ora ci avviamo a studiare l’altro grande piano per la casa". E il premier è già pronto a rilanciare: new town in tutti i capoluoghi di provincia.
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Un piano da oltre 60 miliardi Se il 10% dei proprietari di abitazioni mono e bi-familiari decidesse di ampliare la casa, si muoveranno 60-70 miliardi di euro, attualmente fermi nei conti correnti. Si tratta di muovere dai 4 ai 5 punti di pil. "Le Regioni hanno voluto inserire un limite di 200 metri cubi, ma quelle che non vorranno tenere conto del limite possono consentire una cubatura maggiore", ha spiegato il premier nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Consiglio di ministri, riferendo i contenuti del ’piano casà sui quali si è raggiunta l’intesa con gli enti locali. Il presidente del Consiglio ha sottolineato che il confronto con le Regioni ha consentito di riportare il progetto "all’idea originaria" e, quindi, "le famiglie potranno aumentare del 20% la volumetria" delle case mono e bifamiliari. Quello su cui è stata raggiunta oggi l’intesa con le Regioni "non è un piano-casa, ma possiamo definirlo un piano-famiglia". Dopo questo, infatti, Palazzo Chigi farà un grande piano-casa. Berlusconi ha spiegato che "si tratta della realizzazione in ogni capoluogo di provincia di un insediamento urbanistico per dare una casa a chi una casa non ha. E pensiamo - ha aggiunto - soprattutto alle giovani coppie che oggi non si sposano perchè non c’è offerta di locazione adeguata".
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L'avanguardia urbanistica Berlusconi ha descritto anche quello che considera il suo "sogno": "Vedere delle realizzazioni di assoluta avanguardia urbanistica - ha raccontato - con la possibilità per i bambini di raggiungere qualunque punto, campi gioco, chiese, impianti sportivi e scuole senza incontrare automobili". Insomma, creare "unità immobiliari estremamente razionali che, in superfici limitate, possono dare ospitalità a famiglie di 4-5 componenti". Obiettivo che si potrà raggiungere grazie anche a "un intervento del sistema bancario che metta a punto uno strumento di finanziamento che consenta dei mutui con delle rate mensili pari o addirittura inferiori ai canoni di locazione di mercato vigenti in quelle città". Inoltre, parte delle risorse, potrà essere reperita "con la vendita degli immobili pubblici agli occupanti che ne hanno la possibilità".
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Entro 10 giorni il decreto Il governo è già a lavoro sul decreto legge che semplificherà le procedure dell’attività edilizia. "Il decreto legge è un lavoro che stiamo già facendo congiuntamente", ha spiegato Fitto aggiungendo che "sicuramente i dieci giorni indicati servono per risolvere gli ultimi dettagli". Le leggi regionali per il rilancio dell’edilizia avranno, invece, 18 mesi di validità. "La disciplina regionale varrà per 18 mesi", ha continuato il ministro. Se le Regioni non dovessero legiferare entro 90 giorni "scatta il potere sostitutivo" proprio "per evitare - ha detto, poi, Fitto - realtà a macchia di leopardo". "Obiettivo di questo governo è arrivare a una sburocraticizzazione dello Stato, a una semplificazione della Pubblica amministrazione, a una semplificazione di tutte le pratiche tra lo Stato e i cittadini", ha detto il premier.
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Il testo del piano casa Ampliamenti del 20% degli edifici uni-bifamiliari o comunque di volumetria non superiore ai mille metri cubi. Premi di cubatura del 35% in caso di demolizione e ricostruzione con progetti di bioedilizia. Ma i tetti nazionali si potranno anche superare. Sono questi i principali interventi che saranno contenuti nelle leggi regionali che i governatori s’impegnano a varare entro 90 giorni. L’intesa sottoscritta con il governo prevede che intervenga un commissario ad acta con poteri sostitutivi qualora le Regioni non legiferino. "Le Regioni - si legge nel testo - si impegnano ad approvare entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente ai seguenti obiettivi: regolamentare interventi - che possono realizzarsi attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni - al fine di migliorare anche la qualità architettonica ed energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni-bi familiari o comunque di volumetria non superiore a 1000 metri cubi, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi, fatte salve diverse determinazioni regionali che possono promuovere ulteriori forme di incentivazione volumetrica; disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del 35% della volumetria esistente, con finalità di miglioramento della qualità architettonica, dell’efficienza energetica ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e secondo criteri di sostenibilità ambientale, ferma restando l’autonomia legislativa regionale in riferimento ad altre tipologie di intervento". Inoltre le Regioni s’impegnano a "introdurre forme semplificate e celeri per l’attuazione degli interventi edilizi in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale. Tali interventi edilizi non possono riferirsi a edifici abusivi o nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta"<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=340651&PRINT=S">Il Giornale.it</a>Renato BRUNETTA: «Della Cgil ne faccio a meno. IL 25 Aprile? Non si festeggia» - INTERVISTA2009-03-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390784Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, ospite della redazione de l'Unità, ha risposto alle domande della redazione e a quelle inviate dai lettori attraverso il sito internet. Domande sui temi caldi del dibattito politico: dai precari della pubbica amministrazione agli studenti «guerriglieri» dell`Onda, dal suo modo "tranchant" di parlare al paese al piano casa.<br />
<b>Ministro, perché ha scelto una strategia comunicativa così scioccante? È il suo modo normale di comunicare o lo fa con la consapevolezza di scatenare delle reazioni?</b><br />
«Questo è un Paese molto ipocrita e chi parla schietto viene chiamato provocatore. Io dico quello che penso: per esempio, dico che se si rottama l`archiettura comunista di questo Paese sarà un bene».<br />
<b>Ma davvero crede che sia tutta comunista?</b><br />
«Comunista e palazzinara».<br />
<b>Nella sua "lotta ai fannulloni" ha ripescato un`espressione che veniva usata anche dalle Brigate rosse: colpirne uno per educarne cento...</b><br />
«Veramente il primo a pronunciarla è stato Mao Dze Dong.<br />
<b>Si, ma come saprà bene è stata poi adottata in Italia dalle Br.</b><br />
«Io vivo sotto scorta da 25 anni e comunque ricordo Mao. Certo non intendevo citare le Brigate rosse. In ogni caso, quanto ai "fannulloni" quella battaglia l`ho vinta: oggi siamo arrivati a meno 45% di assenteismo».<br />
<b>Ha anche calcolato quanto, con la sua azione, è migliorata l`efficienza nella pubblica amministrazione?</b><br />
«Lei sta parlando con un professore ordinario di Economia del lavoro:
tutto quello che dice potrebbe essere usato contro di lei... scherzo. Ridurre l`assenteismo è già una rivoluzione, anche se il sindacato mi ha accusato di mettere agli arresti domiciliari i dipendenti pubblici. Nella scuola le assenze per malattia sono scese del 35%, il risparmio in supplenze è di 250milioni l`anno».<br />
<b>Si, ma il problema dell`efficienza è stato risolto?</b><br />
«No. Il fatto è che non si può aumentare la produttività di chi non lavora.
Cominciamo a portarli al lavoro, poi ci occuperemo anche del lavoro».<br />
<b>Il principale sindacato, la Cgil, non ha siglato l`accordo sugli statali.</b><br />
«Peggio per il più grande sindacato, quello che conta è che da febbraio un milione e 800mila dipendenti pubblici hanno 70 euro in più in busta paga, compresi gli iscritti alla Cgil».<br />
<b>Torniamo al suo modo di comunicare.</b>
<b>Perché disse che la Cgil è il suo principale nemico?</b><br />
«Ho detto anche: chi se ne frega della Cgil».<br />
<b>Ministro, la Cgil ha avuto e ha una funzione storica molto importante...</b><br />
«Sono stato iscritto alla Cgil».<br />
<b>E come ha potuto cambiare in questo modo il suo giudizio?</b><br />
«Un grande sindacato si giustifica di per sè, ma penso che la Cgil sia diventato un partito, agli inizi degli anni Novanta. Tangentopoli non toccò chissà perché il mondo sindacale e i sindacati si sostituirono ai partiti.
La Cgil lo fece con particolare determinazione».<br />
<b>La Cgil svolge una funzione impropria?</b><br />
«Non ho detto impropria. Politica.
La Cgil ha fatto lobbing in Parlamento affinchè il Partito democratico votasse contro la mia legge di riforma.
Non ci è riuscita al Senato, ma alla Camera sì».<br />
<b>Ma non pensa che la Cgil agisca per affermare e difendere i diritti dei lavoratori?</b><br />
«Esiste un loro pregiudizio... Non è possibile che tutto quello che faccio sia sbagliato. Ho chiesto mille volte la collaborazione della Cgil alla mia riforma».<br />
<b>Con gli altri sindacati ha mai trattato?</b><br />
«Mai, e perchè dovrei?».<br />
<b>
Perchè allora parla di collaborazione con la Cgil?</b> <br />
«Il mio interlocutore è il Parlamento.
Per discutere sui contratti con i sindacati c`è l'agenzia Aran».<br />
<b>Quando era iscritto alla Cgil le cose erano diverse?</b> <br />
«Sì, anche se alla Cgil mi iscrisse, a metà degli anni Settanta a Padova, un`allieva di Toni Negri che poi è stata accusata di essere una brigatista».<br />
<b>Non ritiene che i sindacati siano fondamentali per una democrazia?</b><br />
«Un`opposizione sindacale e politica è fondamentale ma quando è pregiudiziale mi mal dispone».<br />
<b>A proposito di pregiudizi. Lei è stato considerato un economista di sinistra, ha anche scritto un libro intitolato «La società dei salariati». Adesso la ritroviamo in Forza Italia...</b><br />
«Sono di sinistra. Ma, da buon socialista, sono un anticomunista».<br />
<b>E, assieme al suo collega Sacconi, ha un atteggiamento pregiudiziale verso la Cgil.</b><br />
«Sono anticomunista e anche anti-Cgil».<br />
<b>Anche Epifani è socialista.</b><br />
«E un ex socialista. lo sono un socialista in Forza Italia e lo rivendico».<br />
<b>L`innesto dei socialisti in Fi in effetti ha seguito vari rivoli. Il tratto comune è che siete molto aggressivi verso l`opposizione.</b><br />
«Perchè li conosciamo. Dove stanno i comunisti io sto dall`altra parte».<br />
<b>Ma il comunismo non era morto?</b><br />
«Non è vero, sono sempre vivi».<br />
<b>Che tipo di socialista è stato?</b><br />
«Lombardiano».<br />
<b>E non la imbarazza stare nel governo con un premier che quando gli domandano se è antifascista non risponde?</b><br />
«Rispondo delle mie azioni, del mio linguaggio, della mia coerenza».<br />
<b>Considera irrilevante che il capo di un governo democratico e occidentale non dica di essere antifascista?</b><br />
«Questo lo dice lei. Berlusconi ha salvato l`Italia dalla "gloriosa macchina da guerra" di Achille Occhetto.
Ha salvato la democrazia italiana».<br />
<b>Ma non festeggia il 25 aprile...</b><br />
«Neanche io: è una festa egemonizzata dai comunisti».<br />
<b>Cisl e Uil non fanno politica?</b><br />
«Un buon sindacato tratta duramente ma poi firma. Non sono della linea del mio amico Fausto Bertinotti che si vantava di non aver mai firmato un contratto. 70 euro sono meglio di niente: i dipendenti degli enti locali e delle Asl non hanno il contratto perchè la Cgil si è messa contro».<br />
<b>Che rapporti ha con Bonanni e Angeletti?</b> <br />
«Pochi, non sono Sacconi».<br />
<b>Tutti i suoi discorsi creano divisioni, ma il Paese non ha bisogno di coesione sociale?</b><br />
«Ho un consenso del 70%. Questo Paese ha una maggioranza politica molto chiara e i sondaggi sono molto buoni. Non confondo la coesione sociale con la Cgil».<br />
<b>Quando si concluderà la "lotta ai fannulloni"? Lei aveva detto che se entro un anno non avesse ottenuto risultati, si sarebbe dimesso.</b><br />
«I conti li faremo l`11 maggio esattamente a un anno e tre giorni dal mio giuramento, al Forum della Pubblica amministrazione».<br />
<b>C`è modo di farli anche prima. Per esempio, girando l`angolo: qui dietro c`è l`Agenzia dell`entrate con una fila inferocita...</b><br />
«Non sono Mandrake, sono "gusto lungo" come la gomma del ponte di Brooklyn».<br />
<b>Si vede che i problemi sono più complicati...</b><br />
«Rispondo con i fatti: meno 45% il tasso di assenteismo per malattia, rinnovo del contratto del pubblico impiego, approvata la legge di riforma della Pubblica amministrazione e a maggio ci sarà il decreto delegato che a giugno diventerà operativo».<br />
<b>Veniamo alle mail dei lettori: gli insegnanti si sono molto risentiti delle sue parole, non si "vergognano" del loro lavoro.</b><br />
«Gli insegnanti che incontro per strada mi dicono: "sto dalla sua parte, non si lasci intimorire". Si vede che ci sono insegnanti comunisti e insegnanti anticomunisti».<br />
<b>Non le pare che gli insegnanti della scuola dovrebbero essere incentivati invece di essere sottopagati?</b><br />
«Sto lavorando perchè nella pubblica amministrazione si entri per concorso, mentre la gran parte degli insegnanti sono stati stabilizzati senza concorso».<br />
<b>È l`opposto, semmai: se sostiene il contrario fornisca le percentuali.</b><br />
«I conti li faremo. Comunque, è solo attraverso la meritocrazia che si può creare la premialità economica:
sinora invece c`è stato un eccesso di sindacalizzazione e appiattimento».<br />
<b> Si ha l`impressione che lei non ami il settore pubblico, lo Stato: prendiamo il "piano casa": distrugge i vincoli a salvaguardia del territorio.</b><br />
«E una sensazione sbagliata. Quei vincoli sono astratti, viviamo in un Paese ipocrita che fa leggi e piani regolatori ma produce schifezze. Io voterò per la rottamazione delle schifezze.
Non mi piace l`ipocrisia delle regole ferree a cui poi seguono i condoni».<br />
<b>Lei propone l`alienazione del patrimonio immobiliare degli ex Istituti autonomi delle case popolari. Ma una sentenza della Corte Costituzionale non lo consente.</b><br />
«Quella è una sentenza del 2006, ora abbiamo una nuova legge: la 133 del 2008. Vedremo cosa dirà la Corte. Sono 800mila le case ex Iacp in Italia: è un patrimonio morto che rende tutti infelici. Le morosità raggiungono il 40%, non ci sono i soldi per le manutenzioni, le Regioni spendono 3 miliardi l`anno. E il problema sociale non si risolve, perché nessuno lascia la casa, anche se ormai ha perso i requisiti. A questo punto vendiamo tutto agli inquilini, ad un prezzo capitalizzato dell'affitto».<br />
<b>Ma come potrà acquistare chi non ha soldi?</b><br />
«L`affitto medio è 70euro, riscattare la casa costerà in media intorno ai 25mila euro, per immobili che poi varranno 5 volte tanto».<br />
<b>Fra gli affittuari ci sono i pensionati.</b><br />
«Anche loro hanno figli e altri hanno un reddito medio-alto e faranno un affare. Voglio vendere a tutti, anche ad abusivi e fricchettoni: se la rivendano e se la fumino! Voi avete una visione sfigata della vita».<br />
<b>Ma in questo modo non si rischia una svendita in blocco che, alla fine, non darà il denaro sufficiente a fare una nuova politica per la casa?</b><br />
«La svendita c`è già. Il patrimonio abitativo non è più utilizzato per i fini per cui era stato costruito. Io non faccio altro che prendere atto del fallimento di una grandissima idea sociale, realizzata con il contributo dei lavoratori dipendenti. A mano a mano che i redditi miglioravano la gente avrebbe dovuto lasciare le case popolari.
Non è andata così. Quell`idea, nata ai tempi di Fanfani, è fallita per colpa di tutti: Dc, Pci, Psi e della nostra idea di Stato».<br />
<b>Perché non verificare i requisiti di chi oggi vive nelle case?</b><br />
«Non ce l`ha fatta nessuno. Se fai la radiografia agli inquilini, scoppia la rivoluzione.
Il vero scandalo è questo.
Meglio azzerare e ripartire».<br />
<b>Per costruire nuove case popolari?</b><br />
«La mia idea è un`altra. Siamo un Paese che non fa rispettare le regole. Meglio interventi sugli affitti o mutui a tasso zero».<br />
<b>Il piano casa presenta un altro problema:
come i condoni, è una violazione della cultura delle regole.</b><br />
«La cultura delle regole ha prodotto l`abusivismo. Questo Paese è profondamente cattolico e ipocrita. Disattende le regole che si dà: questo si definisce "azzardo morale". E la cultura catto-comunista, socialista, liberale etc.
La borghesia dell`unificazione d`Italia, tanto incensata dalla storiografia risorgimentale, fu una borghesia delle mani libere.<br />
<b>Sarebbe bello far rinascere la cultura delle regole, ma se lei, un ministro, risponde che nessuno c`è riuscito, è una grande sconfitta collettiva.</b><br />
«Chi governa è tenuto al pragmatismo.
A me piacerebbe far rispettare le regole. Non ci riesco. Ho uno strumento che mi consente di ricominciare? Allora dico: pochi soldi, maledetti e subito».<br />
<b>A proposito di cultura delle regole:
per far votare correttamente i deputati abbiamo speso 450mila euro...</b><br />
«In Europa, dove sono stato eletto per nove anni, nessuno si è mai sognato di fare il "pianista". Evidentemente c`è una diversità culturale di fondo».<br />
<b>
Passiamo a un argomento un po` personale. È vero che sta scrivendo un romanzo d`amore intitolato la «Lista di Spagna»?</b><br />
«Mi piacerebbe, ma non è vero. E vero, però, che la "Lista di Spagna" è il luogo dove per un decennio ho lavorato d`estate alla bancarella di souvenir di mio padre. E a Venezia e si trova fra la Ferrovia e il ponte delle Guglie. Là ho imparato a dire i prezzi in tutte le lingue».<br />
Come sono i rapporti fra lei e Tremonti? Stando a quanto lei ha detto in un`intervista, sembra ci sia una competizione ventennale...</b><br />
«Meno tempo: Tremonti è arrivato dopo. Siamo solo di carattere diverso.
Io sono di buon carattere:
mi arrabbio, ma mi passa».<br />
<b>Si vuole scusare con gli studenti dell`Onda che ha definito "guerriglieri"?</b><br />
«Neanche morto, finché ci sarà questa guerriglia autorappresentiva con le prime file che spingono e le seconde che filmano...».<br />
<b>Non teme di alimentare lo scontro?</b><br />
«Non credo che una parola del sottoscritto alimenti lo scontro».<br />
<b>Gli studenti dell`Onda tengono i corsi di recupero a scuola, visto che non ci sono i fondi statali.</b><br />
«Questa è la rappresentazione un po` edulcorata che ha fatto "Report". Ma ci sono tante iniziative, tanti studenti cattolici che fanno solidarietà».<br />
<b>Come affronterà la questione dei precari nella Pubblica amministrazione?</b><br />
«La Cgil dice che sono 400mila. Li sto contando, saranno meno».<br />
<b>Ma il monitoraggio non è finito...</b><br />
«Siamo a metà e statisticamente si possono fare delle previsioni».<br />
<b>Al di là dei numeri, con il blocco del turn over si è andati avanti con i contratti a termine.</b><br />
«Lo dice la parola stessa, questi contratti sono temporanei. La norma Prodi-Nicolais li ha prorogati fino a tutto il 2009. Io dico, invece, che vanno fatte delle regolarizzazioni con concorso. Ci sono 30mila vincitori di concorsi mai entrati nella pubblica amministrazione. Ma la gran parte delle regolarizzazioni è già stata fatta: lo Stato non ha contratti a termine. Questi contratti sono tutti nelle regioni».<br />
<b>
Hanno sorpreso le sue dichiarazioni sul fatto che non sarebbero più necessari gli ammortizzatori sociali che, invece, Marco Biagi aveva proposto.</b><br />
«Biagi era un amico e collega. Dieci anni fa diceva che in Italia c`è il peggior mercato del lavoro. Io parlo di lui all`indicativo presente, per me è come fosse ancora vivo, e per questo posso permettermi di dire "non sono d`accordo" con lui sugli ammortizzatori sociali».<br />
<b>Altre domande dei lettori: perchè, negli uffici pubblici, non mette i voti anche ai dirigenti? E i politici non dovrebbero essere anche loro sottoposti a un giudizio?</b><br />
«Il pesce puzza dalla testa, quindi sui dirigenti sono d`accordo. Il giudizio per i politici invece si esprime attraverso le elezioni. Certo, era meglio quando nelle elezioni politiche c`era il sistema delle preferenze. Io stesso mi sentivo più libero allora».<br />
<b>Lei ce l`ha con Tremonti?</b><br />
«È lui che ce l`ha con me» <br />
<b>C`è un esponente del centrosinistra che vorrebbe al governo?</b><br />
«Sicuramente Enrico Letta».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=L6IZ1">l'Unità - Jolanda Bufalini - Maristella Iervasi</a>