Openpolis - Argomento: agenda digitalehttps://www.openpolis.it/2015-02-11T00:00:00ZROBERTO OCCHIUTO: Intervento On. Roberto Occhiuto (FI) su emendamento Quintarelli2015-02-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it755586Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/>Intervento On. Roberto Occhiuto (FI) su emendamento Quintarelli<br/>fonte: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=u0HjkM9vZ3w">CAMERA TV</a>Roberto Rampi: Renzi a Vimercate: grande attenzione per il settore hi tech2014-11-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it751121Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>L’impegno per il rilancio della banda larga e dell’agenda digitale, per portare l’Europa a togliere dal patto di stabilità gli investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo e il riconoscimento del settore dell’innovazione come quello chiave per l’Italia e quello su cui investire anche in termini occupazionali sono la conferma di un percorso su cui il Pd e il Governo sono impegnati e su cui stiamo lavorando.<br/>fonte: <a href="http://www.agenparl.com/?p=117575">Agenparl</a>Stefano Quintarelli: L'Agenda Digitale? Il Parlamento non sa bene cosa sia2013-12-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712578Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/>La legge di stabilità ha ritardato i lavori degli uffici legislativi relativi alla mia proposta di provvedimento, nonostante una bozza fosse prevista da tempo. Mi aspettavo, infatti, di presentarlo molto prima, ma credo sia verosimile presumere che entro il mese di gennaio possa essere finito. Ovviamente, con riferimento ai contenuti, non si può ancora dire molto, dato che alcuni punti dell’articolato, toccando temi sensibili, devono essere studiati molto attentamente.
Quanto a ciò che è accaduto in Parlamento per la promozione della XV Commissione permanente, ancora all’esame della Giunta per il Regolamento, è stato particolarmente interessante. Larghissima parte dei Deputati non ha minimamente a che fare con tali tematiche; del mondo digitale non conosce neppure i cosiddetti “nuovi mestieri”, il webmaster, il Social media manager, Il DB administrator. Non hanno contezza della filiera, ma nonostante questo, hanno fatto un vero e proprio atto di fede.
Ti racconto un aneddoto: alla presentazione di un mio Database del Mistero di Martin Mystère, incontrai Sergio Bonelli, un grandissimo personaggio, il quale mi disse una frase illuminante a proposito del mio database: “E’ come la Madonna, una cosa bellissima, ma io non la capisco”. Ebbene, alcuni colleghi hanno fatto proprio così, perché non hanno dimestichezza con queste tematiche, ma il fatto rilevante è che, nonostante non sappiano esattamente cosa c’è dietro ai temi dell’Agenda digitale, abbiano aderito comunque.
Devo dire che, per la buona riuscita del lavoro, ci sono state larghissime intese. Con Paolo Gentiloni, Paolo Coppola e Antonio Palmieri ci confrontiamo spesso e proficuamente.
Mi dispiace che i colleghi del M5S non abbiano firmato, in quanto ci sembrava logico ritenere che i pentastellati, fortemente orientati al web, all’innovazione tecnologica e al tema della modernizzazione, avrebbero sottoscritto, ma hanno preferito non farlo. Ritengo, inoltre, che il mio DDL e la proposta di istituzione di una XV Commissione (primo firmatario l’On. Coppola, secondo firmatario io) siano cose slegate, non vedo alcun “effetto traino”, anche perché il DDL tocca temi spigolosi, per cui, quasi certamente, mi aspetto grandi discussioni come in ogni iter parlamentare, ma mi auguro che alcuni spunti e principi possano essere raccolti.<br/>fonte: <a href="http://www.linkiesta.it/l-agenda-digitale-il-parlamento-non-sa-bene-cosa-sia">Linkiesta</a>Stefano Quintarelli: La politica di fronte all'Agenda digitale2013-12-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712577Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/>Certo si potrebbe fare di più e prima in un mondo ideale. Ma in quello reale condivido l’impostazione di Caio di definire delle priorità, non in termini di servizi ma di infrastrutture, prima fra tutte l’identità digitale che Caio, in un recente convegno di Confindustria, ha riconosciuto derivare da un mio lavoro.
Ancor prima dell’insediamento del nuovo governo avevo dichiarato in un’intervista che la prima attività da svolgere (non in ordine temporale, ma di rilevanza) fosse il sistema di autenticazione. Il sistema pubblico di identità, il cosiddetto Spid (Sistema Pubblico di IDentità) è prioritario in quanto consente di realizzare tutti gli altri servizi da parte delle pubbliche amministrazioni, che richiedono l’identificazione, che necessitano di una chiave di deduplicazione, un nome utente e una password riconducibile al singolo individuo.
Il sistema di identificazione nella fase iniziale (enrollment) è particolarmente complesso e costoso (spesso più del servizio offerto) sia per il cittadino sia per l’amministrazione, che deve poi provvedere anche alla manutenzione. Basti pensare al sistema complesso per l’attribuzione del Pin delle tessere sanitarie su smart card. Un sistema di autenticazione sicura degli utenti consentirebbe alla Pa di mettere facilmente a disposizione su web i data base di cui dispone. Indispensabile anche l’anagrafe digitale per potersi interfacciare con gli archivi analogici delle amministrazioni. La terza bella idea è la realizzazione dei sistemi pagamento on line per attuare la digitalizzazione dei servizi.<br/>fonte: <a href="http://www.zerounoweb.it/osservatori/cio-it-transformation/la-politica-di-fronte-all-agenda-digitale-stefano-quintarelli-scelta-civica.html#.UqG6Oun-T3g.twitter">http://www.zerounoweb.it</a>MARCO MELONI: Istruzione e Innovazione: il “servizio al futuro” nel Decreto Fare2013-07-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it703554Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>Istruzione e innovazione sono due chiavi essenziali dell’azione del governo guidato da Enrico Letta e sostenuto dal Partito Democratico. Così, nel cosiddetto “Decreto del Fare” si realizza una serie di interventi orientati al rilancio di queste politiche, seguendo una profonda convinzione del PD: non si tratta di politiche settoriali, ma di assi strategici per la crescita e la competitività del Paese. Esse sono tra i pilastri del contributo del Partito Democratico al “governo di servizio al Paese”, perché sono al servizio del futuro.
All’istruzione il Presidente Letta ha dedicato un passaggio centrale delle sue dichiarazioni programmatiche: “La società della conoscenza e dell’integrazione si costruisce sui banchi di scuola e nelle università. Dobbiamo ridurre il ritardo rispetto all’Europa nelle percentuali di laureati e nella dispersione scolastica e dare piena attuazione all’art. 34 della Costituzione, per il quale i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
E all’Istruzione, all’Università, alla Ricerca, sono dedicate alcuni importanti misure del DL approvato Venerdì scorso dalla Camera, che ho potuto seguire direttamente già in sede di Commissione.
Sulla scuola, il governo ha annunciato la presentazione di un piano complessivo per l’edilizia scolastica, che prevederà il cofinanziamento delle istituzioni europee e una significativa semplificazione della governance, per dare finalmente risposta ad una questione di civiltà, consentendo ai nostri studenti e ai nostri insegnanti di svolgere le proprie mansioni in edifici ben organizzati e, soprattutto, sicuri. Con questo decreto, vengono, intanto, stanziati fino a 100 milioni l’anno per i prossimi tre anni da fondi INAIL, a cui si affiancano altri 150 milioni per il 2014, destinati al Fondo Unico per l’Edilizia Scolastica.
Sull’università, due sono le direttrici di intervento: le borse di studio e il ricambio generazionale.
Sul primo punto, oltre alle borse di mobilità per il prossimo anno, grazie ad un emendamento del PD, si potenzia il diritto allo studio, rafforzando il diritto alla libera scelta degli atenei da parte degli studenti, con un programma nazionale per il diritto allo studio: un’opportunità concreta di scegliere la sede nella quale formarsi, che realizza il primo tra i punti del programma elettorale del PD e che consentirà di erogare borse di studio ben più sostanziose delle attuali ad almeno 25mila studenti in più (attualmente sono poco meno di 120mila). E’ il primo passo per passare da meno del 7% ad almeno il 20% di studenti borsisti (sono il 25% in Francia, il 30% in Germania, e sono diminuiti , in Italia, dell’11,2% negli ultimi 5 anni, mentre nel resto d’Europa il dato è in crescita), e uno strumento concreto per fermare la fuga degli studenti dalle università (-10% di immatricolati nell’ultimo anno). Un piano che – è necessario precisare, viste le legittime perplessità di Regioni e Rettori – non compete con il sistema regionale del diritto allo studio, ma, al contrario, vuole affiancarlo e potenziarlo, né riduce le risorse per l’Università. Per questo cercheremo di migliorare il decreto al Senato, dialogando con tutti, come già stiamo facendo: va in questa direzione l’Ordine del giorno presentato dal PD (primo firmatario il Presidente del gruppo Speranza), approvato dalla Camera con il parere favorevole del governo, che impegna il governo medesimo a garantire, in sede di discussione della prossima Legge di Stabilità, risorse aggiuntive al Fondo integrativo del diritto allo studio universitario, pari almeno a quelle dello scorso anno, e, allo stesso modo, a rifinanziare il Fondo ordinario per l’Università.
Il secondo intervento riguarda la riattivazione degli ingressi dei giovani ricercatori e dei giovani professori nell’università. Per ringiovanire l’università più vecchia d’Europa, mostrando che il ricambio è possibile: per questo il “turnover” per il 2014 è stato elevato dal 20% al 50%, liberando posti per 1.500 ordinari e 1.500 nuovi ricercatori.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale e di ricerca industriale, il DL prevede che il Ministero dell’Università e della ricerca contribuisca alla spesa – utilizzando a tal fine una parte della quota del Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca destinata alla contribuzione a fondo perduto (nel limite del 50%) – per sostenere la creazione e lo sviluppo di start-up innovative e spin-off universitari, incoraggiare gli investimenti in ricerca delle PMI (in particolare delle società nelle quali la maggioranza delle quote o delle azioni del capitale sia posseduta da giovani al di sotto dei 35 anni) e supportare i ricercatori vincitori di grant europei o di progetti a carico dei fondi PRIN o FIRB.
Un altro asse di intervento strategico del governo riguarda l’Agenda Digitale: un cambio di marcia verso un Paese piu' semplice, innovativo e competitivo, un insieme di interventi capaci di rendere più efficiente il nostro sistema economico e più trasparente e diretto il rapporto tra Stato, Amministrazioni e cittadini. Si interviene sia rendendo più chiare le responsabilità, affidate direttamente alla Presidenza del Consiglio (apprezzabilissima la nomina a “Mister Agenda Digitale” di Francesco Caio, personalità di altissimo livello), sia migliorando le possibilità di accesso alla rete e la funzionalità di alcuni servizi essenziali, come il fascicolo sanitario elettronico e l’identità digitale. Insieme a un gruppo di colleghi – in particolare Alessia Mosca, Paolo Coppola, Enza Bruno Bossio, Gianclaudio Bressa, Lorenzo Basso, Stefano Quintarelli – abbiamo lavorato a una serie di emendamenti piuttosto significativi. Primo fra tutti la vittoria del “Wi-Fi libero”, che consentirà agli operatori che non svolgono prevalentemente l’attività commerciale di garantire l’accesso alla rete ed erogare il servizio senza identificazione del fruitore: insomma, potremmo connetterci direttamente nei bar, nei ristoranti, nei locali pubblici, come accade nel resto del mondo! Poi alcune misure specifiche, come l’automatica attribuzione del domicilio digitale (un indirizzo di posta elettronica certificata, poi attivabile a discrezione dal cittadino) quando si richiede il documento unificato, ovvero all'atto dell'iscrizione anagrafica o della dichiarazione di cambio di residenza. Ancora, l’estensione delle incentivazioni ai beni strumentali come hardware e software, e l’inserimento, tra le infrastrutture realizzabili dai piccoli comuni col programma “6.000 campanili”, della rete di nuova generazione e Wi-Fi.
Il decreto è un primo passo, ma dimostra che il cambiamento è possibile e che la prospettiva delineata dal Presidente Letta può diventare realtà. Grazie al Partito Democratico e alla sua attenzione per l’istruzione e l’innovazione, il governo ha rafforzato e rafforzerà in questi mesi la sua vocazione di “servizio al futuro”.<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/doc/258126/istruzione-e-innovazione-il-servizio-al-futuro-nel-decreto-fare.htm">www.partitodemocratico.it</a>MARCO MELONI: Decreto Fare, Meloni (PD): avanti su wi-fi libero, dal PD sì a nuovo emendamento2013-07-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it697763Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>La liberalizzazione del Wi-fi in Italia andrà avanti e il testo finale del DL Fare dovrà essere più avanzato della versione licenziata dal Consiglio dei Ministri. Spero che anche le difficoltà emerse durante i passaggi in Commissione saranno superate e non ci saranno complicazioni per cittadini e operatori.
Per questo abbiamo richiesto ai relatori del provvedimento di presentare un nuovo emendamento, che affermi il principio della libertà di accesso in modo chiaro e inequivocabile. Insieme ai colleghi del Partito Democratico coi quali abbiamo lavorato alle misure per l’Agenda digitale – primi tra tutti Alessia Mosca, Paolo Coppola, Enza Bruno Bossio, Gianclaudio Bressa – avevamo già richiesto un intervento di questo genere, che purtroppo non è stato approvato in Commissione, a causa del parere negativo dei ministeri competenti e della contrarietà di altri gruppi parlamentari.
A quel punto abbiamo accettato che venisse votato un testo, volto ad introdurre almeno una misura in materia di tutela della riservatezza dei dati personali richiesta dall’Autorità per la privacy. Si tratta di una norma del tutto insoddisfacente, ma non demordiamo: confidiamo nel recepimento della nostra proposta, che crediamo possa essere ora condivisa da tutti i gruppi parlamentari, ed in un atteggiamento positivo da parte del governo.
Poiché in momenti come questo la pressione della comunità di esperti e appassionati è fondamentale mi auguro che la rete dia il suo contributo a una decisione positiva da parte della Camera<br/>fonte: <a href="http://www.marcomeloni.eu/2013/07/22/decreto-fare-meloni-pd-avanti-su-wi-fi-libero-dal-pd-si-a-nuovo-emendamento/">www.marcomeloni.eu</a>Patrizia TOIA: Agenda Digitale: Dall’Europa occasione per l’Italia per recuperare il gap che si è creato in questi anni2012-09-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650546Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
“L’Unione Europea scrive una nuova pagina in materia di Agenda Digitale e questa deve essere anche l’occasione per l’Italia per fare la sua parte e recuperare il gap che si è creato in questi anni”. È il commento di Patrizia Toia, deputata europea del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Industria Ricerca Energia, all’annuncio di una nuova strategia europea sull’Agenda Digitale volta a stimolare la produttività delle imprese e della pubblica amministrazione europee attraverso il cloud computing.
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“La Commissione, con questa strategia, si propone di accelerare e potenziare l’accesso alla ‘nuvola informatica’ in tutti i settori. Si prevede che la nuova strategia porterà entro il 2020 un guadagno netto pari a 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro in Europa e un aumento annuo del PIL dell’UE corrispondente a 160 miliardi di euro (circa l’1%), oltre che più facilitazioni e sicurezza per le imprese e per il settore pubblico nel trattamento dei dati, vantaggi economici e di semplificazione che derivano dall’uso capillare di questa tecnologia. L’Europa punta ad aumentare la propria competitività modernizzandosi e aggiornando il potenziale tecnologico delle imprese pubbliche e private, rendendole al passo con i tempi e in condizioni di lavorare meglio, risparmiando tempo e denaro grazie alle nuove potenzialità offerte dal cloud computing”, prosegue Toia.
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“L’Italia, su questo terreno, è rimasta a lungo tempo ferma, causando gravi ritardi alle sue imprese. Adesso è tempo di rimettersi in pari con il resto dell’Europa e di sfruttare questa occasione per rilanciare la propria economia e competitività, ridando forza alle possibilità per il tessuto produttivo e amministrativo italiano. Non si perda altro tempo e si investa nell’Agenda Digitale e nello sviluppo delle nuove tecnologie, per scrivere una nuova pagina di modernità”, conclude la deputata. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/images/yootheme/comunicati/comunicato_toia_agendadigitale27092012.pdf">patriziatoia.it</a>Patrizia TOIA: Bene l’accelerazione di Passera sull’Agenda Digitale2011-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it621968Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>“Ben venga lo sprint del Ministro Passera per l’attuazione dell’Agenda Digitale approvata dall’Unione Europea. Finalmente qualcuno si è accorto che telecomunicazioni non significa solo tutela delle reti di qualche proprietario, ma promozione della banda larga, volano per lo sviluppo e la competitività del nostro tessuto produttivo, e attuazione dell’agenda digitale che è un grande capitolo degli impegni europei”. Lo afferma Patrizia Toia, deputata europea del Partito Democratico e Vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento Europeo.
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“Per altro l’Europa, proprio in questi giorni, ha promosso un meccanismo di finanziamento che riguarda trasporto, telecomunicazioni ed energia, mettendo a disposizione 9 miliardi per l’Agenda Digitale, comprendendo anche progetti del tutto nuovi. Gli investimenti dovrebbero concentrarsi sulla realizzazione di reti a banda larga e servizi digitali su scala europea, ma saranno erogate anche sovvenzioni per costruire le infrastrutture necessarie per favorire la creazione di servizi digitali quali identificazione, appalti, assistenza sanitaria, giustizia e dogane. I fondi garantiranno l'interoperabilità e copriranno i costi di interconnessione dei servizi nazionali e, secondo la Commissione Europea, con questi finanziamenti si potrebbe riuscire ad attrarre risorse da altre fonti per un totale di 50 miliardi di euro.
Si tratta, quindi, di un provvedimento che arriva al giusto momento e siamo certi che per una volta l’Italia potrà coglierlo” – prosegue Toia.
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“L’Europa, quindi, non si sottrae alle proprie responsabilità ma mette in gioco le proprie risorse per rilanciare la competitività e creare occupazione – come previsto dalla strategia Europa 2020 - in questo difficile momento economico. L’Italia può finalmente rimettersi in sintonia con tutto questo e cogliere l’occasione offerta dall’Europa. La strada da fare è lunga per il nostro Paese, sia nel campo della diffusione delle tecnologie per l’informazione e le comunicazioni che nel campo dell’innovazione industriale, ormai sempre più strettamente collegati. Siamo lieti del fatto che Passera abbia deciso di rimettere tutto questo al centro della nuova agenda del governo, a cui auguriamo buon lavoro perché le necessità su cui occorre intervenire sono davvero moltissime” – conclude Toia.
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/home/843">patriziatoia.it</a>Patrizia TOIA: Il governo prenda spunto dall’Europa e dia sostegno allo sviluppo della banda larga2011-10-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617511Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
“La Commissione Europea, attraverso il Connecting Europe Facility (Cef), ha proposto di stanziare 9,2 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 per la banda larga, di cui 7 miliardi saranno destinati alle infrastrutture. Si tratta di un aiuto molto importante che l’Unione Europea vuole mettere a disposizione di soggetti pubblici e privati, in modo da consentire loro di potenziare gli investimenti nel settore, coprendo il più possibile i fattori di rischio e andando a coinvolgere anche quelle aree più complicate da raggiungere - che oggi restano ancora tagliate fuori dalle connessioni - perché fuori dai centri urbani o quelle scarsamente popolate”.
<p><i>È quanto afferma Patrizia Toia, eurodeputata del Partito Democratico e vicepresidente del gruppo S&D.</i>
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“È curioso che mentre l’Unione Europea si preoccupa di come sostenere l’innovazione e la diffusione della banda larga (utilissima alle imprese per restare interconnesse con il mondo e facilitare le operazioni commerciali), la cui diffusione è considerata un volano per l’economia, il governo italiano abbia, invece, tagliato anche gli 800 milioni che erano previsti”.
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“Questo governo non ha idea di come si possa incentivare lo sviluppo di cui le nostre imprese e il nostro Paese hanno bisogno. L’Italia è profondamente in ritardo sul piano delle innovazioni rispetto al resto dei Paesi avanzati del mondo e esistono addirittura zone prive di connessione. È assolutamente necessario che il governo ripensi la sua strategia in tema di crescita e metta in campo misure concrete atte a favorire lo sviluppo. Prenda spunto dall’Europa, la smetta di dirci che c’è tempo, perché la crisi è quanto mai urgente da affrontare e non rinunci a sostenere la diffusione della banda larga che è fondamentale per il futuro del nostro Paese”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>