Openpolis - Argomento: ambientalistihttps://www.openpolis.it/2015-07-27T00:00:00ZFRANCO MIRABELLI: Milano, Condanniamo minacce a Pisapia e Maran2015-07-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it766824Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>"Esprimo una ferma condanna per le minacce di morte rivolte all'assessore all'ambiente del Comune di Milano Pierfrancesco Maran e al sindaco Giuliano Pisapia per l'abbattimento degli alberi di viale Argonne, necessario per la costruzione della linea M4 della metropolitana. Quando il clima creato dalle pretestuose proteste del Movimento 5 stelle e di sedicenti ambientalisti porta qualcuno a spingersi fino a questo punto bisogna riflettere tutti se non sia necessario smettere di fare propaganda, confrontarsi sul merito e abbassare i toni". Lo dice il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia, eletto a Milano, a proposito delle scritte ingiuriose contro Pisapia ("Pisapippa puzzi di mafia") e Maran ("Maran ammazzati") comparse sui muri e sull'asfalto, nella zona di viale Argonne, a Milano.
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"A tutela di assessore e sindaco - prosegue Mirabelli - speriamo che la magistratura scopra al più presto i responsabili e ci aspettiamo una netta presa di distanza da parte di chi in questi giorni ha esacerbato il conflitto su questo tema".
<br/>fonte: <a href="http://www.senatoripd.it/doc/12710/mirabelli-condanniamo-minacce-a-pisapia-e-maran.htm">senatoriPD</a>Angelo BONELLI: Ecologisti e civici. Nasce la rete federata. - INTERVISTA2011-05-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572395Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: Verdi) <br/><br/><br />
«Sabato e domenica a Roma lanceremo un nuovo soggetto politico con ambientalisti, amministratori virtuosi ed esponenti della società civile».
<p><b>Angelo Bonelli, presidente dei Verdi per la Costituente ecologista: come giudica l’esito del voto nelle città?</b>
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Da queste elezioni è arrivato un segnale di cambiamento in particolare da due città, a Milano con Pisapia e a Napoli con de Magistris. Un segnale che prescinde anche dai partiti: non è un caso che questi candidati a sindaco abbiano preso molti più voti delle proprie coalizioni. Quanto ai Verdi, abbiamo presentato liste civiche ecologiste e liste verdi, per le quali c’è stato un miglioramento, nonostante le difficoltà politiche, di risorse e visibilità. A Milano, se vince Pisapia, avremo il nostro consigliere comunale, così come a Savona. A Cosenza abbiamo eletto un consigliere in una lista di giovani. Abbiamo percentuali che vanno dall’1 al 2%. <br />
La strada giusta è, dunque, quella che abbiamo intrapreso: la Costituente ecologista.
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<b>Sabato e domenica a Roma ci sarà un’importante iniziativa proprio della Costituente ecologista. Con quali obiettivi?</b>
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Si tratta della prima Convention nazionale che vedrà la nascita della “Rete federata degli Ecologisti e Civici”. All’evento, oltre ai Verdi, parteciperanno anche la Rete che si riconosce nell’appello “Abbiamo un sogno” con Jacopo Fo e Michele Dotti, la rete dell’Appello “Io Cambio” con Claudia Bettiol, i Sindaci della buona amministrazione”, i Movimenti Civici Siciliani, le associazioni ambientaliste tra le quali il Wwf con il presidente nazionale Stefano Leoni e la Lipu con il presidente Giuliano Tallone, il geologo Mario Tozzi, la scrittrice Dacia Maraini. Presto nascerà, dunque, una lista civica ed ecologista che a novembre vedrà la sua assemblea fondativa. L’obiettivo è costruire una nuova forza ecologista collegata ai Verdi europei che metta al centro della sua azione la grande questione della riconversione ecologica dell’economia, i temi ambientali, che dia risposte ai grandi problemi sociali, e ancora punti sutrasporti e mobilità. Una forza che renda, dal punto di vista delle politiche economiche e sociali, l’Italia più europea.
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<b>Intanto il governo vuole affossare i referendum...</b>
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Hanno approvato il decreto al Senato, ed ora si apprestano a farlo anche alla Camera: questo provvedimento rappresenta un tentativo di sospensione delle libertà democratiche, perché non permette ai cittadini di esprimersi con il voto. Noi Verdi, insieme a comitati e associazioni, ci mobiliteremo lunedì, martedì e mercoledì prossimi con un sit-in davanti alla Camera per protestare contro questo vero e proprio furto di democrazia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=10EMUN">Terra - Valerio Ceva Grimaldi</a>FRANCESCO EMILIO BORRELLI: «Giù le mani dal parco»2011-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560359<br />
La storica area a verde di via Ruoppolo, al Vomero, rischia di diventare un parcheggio.
<p>«Per i Verdi il Parco Mascagna è intoccabile. Siamo pronti a difenderlo dagli speculatori con i denti e con ogni mezzo che la legge ci consente».
<p>Dopo le polemiche innestate a Marzo per l’apposizione di un manto erboso sintetico al posto del prato naturale, la scarsità di operai per garantire la manutenzione degli storici giardini di via Ruoppolo e lo stato di incuria dei servizi igienici sanitari, sporchi e maleodoranti, di cui usufruiscono maggiormente gli anziani frequentatori del parco, ora anche i tentativi di privare il Vomero del suo unico spazio naturale attrezzato.
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Peraltro, non è la prima volta che quest’area è in pericolo: già molti anni fa ci fu un tentativo analogo di trasformarla in parcheggio. Fu solo grazie alla grande mobilitazione di Verdi, comitati e ambientalisti, i cui rappresentanti s’incatenarono agli alberi, che il Parco si salvò. La speranza è che anche stavolta i cittadini possano vincere contro gli speculatori.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/news/2011/05/«giu-le-mani-dal-parco»">Terra Napoli - Francesco Servino</a>ROBERTO DIPIAZZA: «Trieste città immobile? Falso, ma ora se non c’è più la maggioranza si va a casa» - INTERVISTA2010-10-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547558Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Trieste (TS) (Partito: FI) - Consigliere Consiglio Comunale Trieste (TS)<br/><br/><br />
Ormai il problema del terzo mandato abortito, è già roba da antiquariato. Ma il sindaco già adesso, in mezzo alla bagarre che si sta scatenando sulla candidatura e in seguito alle lacerazioni che stanno avvenendo nel centrodestra, sostiene che «qualcuno non ha fatto bene i suoi calcoli».
<p><b>Sindaco, l’opposizione ma anche Assindustria e costruttori dicono che in città non si muove foglia.</b> <br />
<b>Trieste sembra una bella addormentata. La macchina comunale sembra colta da una paralisi e intanto l’economia non gira...</b>
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Tutte storie. Per quanto riguarda il Piano regolatore è bloccata dai ricorsi dei geologi e di un cittadino. La verità è che siamo andati contro le lobby togliendo un milione e 600mila cubi di cemento. Gli ambientalisti, invece, hanno apprezzato il nostro intervento. Il piano traffico vedrà presto la luce. E ricordo che siamo sempre primi per qualità della vita.
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<b>Ma da più parti si dice che Dipiazza è andato in pensione prima della scadenza del mandato. In giunta non decidete più nulla...</b>
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Cazzate. Lavoro quattordici ore al giorno e ripeto, secondo i sondaggi, la mia popolarità è al top. Ma bisogna tenere conto che è cominciata la battaglia politica per le elezioni e quindi per ottenere più visibilità. Ogni tema è buono per farsi pubblicità: il Burlo, i poveri, gli spedizionieri.
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<b>Ma senza una vera maggioranza non si va più da nessuna parte. Ormai litigate su tutto, anche sulla cittadinanza onoraria a Muti e sulla benemerenza alla Hack....</b>
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Problemi di maggioranza? Sono accadute alcune cose in questo ultimo anno, come la scissione dei bandelliani. Ma io non sono mai stato attaccato alla poltrona. Se non ci saranno più i numeri vuol dire che andremo a casa. In quattordici anni e mezzo di politica ho cercato di migliorare una cittadina come Muggia e una grande città come Trieste ma il sistema non spetta a me cambiarlo. Ma a chi fa le leggi.
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<b>Quante volte negli ultimi tempi ha pensato di dimettersi?</b>
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Mai. Non è mia natura mollare, né arrendermi. Mi vedete angosciato o preoccupato? Talvolta sono solo un po’ incazzato. Neanche il futuro mi spaventa. A parte che ho qui il mio lavoro, ma troverò sempre cosa fare. Per la politica sono un valore aggiunto perché ho voglia di fare.
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<b>Ma potrebbe mollare prima per fare il presidente del porto?</b>
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Neanche questo è un problema, stiamo a vedere. Potrei mettere al servizio la mia esperienza.
<p><b>Al porto però tiene particolarmente se al suo curriculum ha fatto allegare due pareri legali che attestano che ha i titoli per fare il presidente....</b>
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Qualche denigratore diceva che non ho i titoli sufficienti perché non sono laureato. Ho ricoperto vari ruoli in consigli di amministrazione di autoporto, dell’aeroporto, del porto stesso. E poi ho fatto il sindaco con successo per quattordici anni e mezzo. Ho anche una laurea che in politica non tutti ce l’hanno, quella dell’onestà. <br />
Mai condannato, solo un avviso di garanzia per le mense scolastiche. Una questione di cui non mi sono mai occupato direttamente. Quindi passi lunghi e ben distesi... <br />
Quando ho telefonato al ministero per verificare se era indispensabile la laurea si sono messi a ridere per il mio zelo.
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<b>Già, ma potrebbe essere una preoccupazione inutile se a dicembre viene nominato il commissario per il superporto.</b>
<b>Possono convivere questi due ruoli?</b>
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Perché parlare di un problema se il problema non c’è? Bisognerebbe appena cambiare la legge. Figurarsi.
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A proposito del superporto, inizialmente lei era scettico. Ora ha cambiato idea...</b>
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Non cambio idea finchè una cosa non me la spiegano. Adesso ne so un po’ di più e quindi dico che potrebbe essere un ottimo investimento per la città, soprattutto in previsione del raddoppio del canale di Suez e del conseguente aumento del volume dei traffici. Ma attenzione, queste supernavi possono attraccare solo in Porto Nuovo che è adeguatamente attrezzato. Non voglio più polemiche sul Porto Vecchio.
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<b>Restiamo pure in porto. Per arrivare alla presidenza dovrà sgomitare con Marina Monassi. Con la famiglia Camber sembra aver un rapporto strano: da una parte sostiene che Piero potrebbe essere un suo degno successore e dall’altra sbarra la strada al senatore Giulio andando contro la Monassi: come si spiega tutto ciò?</b>
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Di Piero Camber ho detto che si avvicina all’identikit di quello che secondo me potrebbe essere il prossimo sindaco, tutto lì.
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<b>E va bene, ma le sue strategie per la città non sono certo le stesse di Giulio Camber...</b>
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Non vedo il problema. Siamo sotto lo stesso tetto, trovo positivo che siano in corsa due componenti della stessa coalizione. Vinceremo in ogni caso... E poi cosa avrebbe bloccato Giulio Camber? Abbiamo fatto il piano regolatore per il porto, la gara per il Porto Vecchio, le concessioni. Non mi pare abbia messo i bastoni tra le ruote.
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<b>Diciamo, allora, che i rapporti si sono raffreddati. O no?</b>
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No, il rapporto è buono, ci vediamo ogni sei mesi o a casa sua o a casa mia. E operativamente risolviamo tante cose. Funziona.
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<b>E Antonione? Cos’ha, il colera che nessuno lo vuole come candidato all’interno del centrodestra?</b>
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Forse lo vedono troppo distante, a Roma ha avuto tanti incarichi importanti e ha un carattere complicato. Per il resto tanto di cappello perché è uno che lavora sodo: mi ricordo che quando era presidente della Regione, al mattino veniva ancora qui sopra in via Combi a fare il dentista. Per una persona così ho il massimo rispetto.
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<b>Sollevato di non dover fare campagna elettorale?</b>
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Il senatore Pittoni della Lega, una persona squisita che sta a Udine, recentemente mi ha detto: ma siamo sicuri che non candidarla sia stata una buona idea?
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<b>E le ha fatto venire un dubbio...</b>
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Penso che chi ha deciso di non optare per il terzo mandato ha sbagliato. Non ha fatto una buona scelta per la coalizione solo per il timore di favorire Bolzonello a Pordenone.
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<b>Non teme che queste elezioni per un centrodestra così spaccato potrebbero tradursi in un bagno di sangue? <br />
Se il centrosinistra sta solo fermo e non fa scemenze può vincere...</b>
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Il candidato del centrodestra, con il mio appoggio, avrà partita facile contro Cosolini. Ne sono convinto.
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<b>Ma a quali candidati garantirà il suo sostegno e a quali no?</b>
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Fare nomi ora è inopportuno, li brucerei...
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<b>Presenterà comunque una sua Lista?</b>
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Sì, è un valore aggiunto per la città. Spazzerà via tutte quelle listine da prefisso telefonico...
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<b>Con Menia è nato un nuovo asse politico?</b>
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In questi anni è nata un’amicizia forte, fatta a volte anche di scontri. Ma è un rapporto solido che va oltre all’appartenenza politica. Io sono uomo di coalizione, vorrei tirare dentro tutte le anime del centrodestra.
<p><b>Anche Bandelli?</b>
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Bandelli chi?
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<b>Centri monomarca, un’occasione persa per la città.</b>
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La mia idea era quella di dire sì per l’area Gaslini, per Dino Conti dove c’è Carnelutti e ancora per una terza che ora non ricordo. Ma non tutte sette. Non posso calare sulla città 55mila metri quadrati di nuovi centri, ammazzerei il commercio cittadino. Se vale la regola tutti o nessuno allora dico nessuno.
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<b>Trieste ha un mare incantevole, un Carso splendido ma i giovani che escono dall’università hanno poche prospettive di lavoro. Devono emigrare altrove.</b>
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Non la penso così, certo il posto fisso, quello a vita, possono scordarselo. Ma siamo sempre la città della scienza che dà lavoro a 7500 persone. Prendete il mio caso, sono venuto da Aiello a lavorare a Trieste e mi è andata bene.<br />
<br/>fonte: <a href="http://ilpiccolo.gelocal.it/stampa-articolo/2641510">Piccolo di Trieste - Maurizio Cattaruzza</a>Angelo BONELLI: «Se si farà il Ponte sullo Stretto sarà grazie a Di Pietro che non ha sciolto la società Stretto di Messina. E sul nucleare Di Pietro vuole metterci il cappello sopra»2009-12-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474664<br />
L’Idv ha già depositato i quesiti per la consultazione popolare sul ritorno dell’atomo nel nostro Paese senza coinvolgere altri soggetti. Il presidente del Sole che ride Angelo Bonelli accusa: «Ha voluto metterci il cappello sopra».
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Mentre il governo prosegue la sua marcia nucleare e nel Paese si moltiplicano le iniziative di protesta, è polemica sulla fuga in avanti - giudicata strumentale e rischiosa da una parte del mondo ambientalista dell’Italia dei valori, che qualche giorno fa in solitaria ha presentato i quesiti referendari contro la privatizzazione dell’acqua e, appunto, contro il ritorno al nucleare. Secondo Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, il partito di Di Pietro ha voluto farne «solo di uno strumento di lotta politica, hanno voluto metterci il cappello sopra». Come lui, Legambiente: «Una scelta strumentale, in funzione delle elezioni regionali, col solo obiettivo di acquistare punti nell’area politica concorrente».
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Ma Giuseppe Vatinno, responsabile Energia e ambiente dell’Idv, respinge le critiche: «Cosa dovremmo fare, restare con le mani in mano? Oggi è l’unico mezzo a disposizione».
<p>I Verdi non hanno dimenticato il pedigree dell’ex ministro delle Infrastrutture:<br />
«Che Di Pietro non sia un ambientalista lo sanno tutti - sottolinea Bonelli -. Se si farà il Ponte sullo Stretto è grazie a lui, che non ha sciolto la società Stretto di Messina. D’altronde Di Pietro al governo diceva di lavorare in continuità col programma infrastrutturale del precedente esecutivo Berlusconi, quello del ministro Lunardi che “con la mafia bisogna conviverci”…». Il presidente dei Verdi è convinto che per fermare il nucleare il referendum sia «una scelta inevitabile».
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Ma con delle premesse altrettanto necessarie: «Non può essere ridotto solo a uno strumento di lotta politica. E deve essere condiviso con tutti i movimenti, le associazioni, gli ambientalisti, le forze politiche e sociali». Per questo, ricorda, «noi Verdi abbiamo avviato una raccolta di firme di pre adesione» per una campagna referendaria ampia e condivisa. Sospettoso sull’accelerazione dell’Idv anche Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, sicuro che per Di Pietro la scelta abbia «il solo scopo di accalappiare qualcosa in più alle elezioni regionali, andando in competizione coi Verdi e Sinistra ecologia e libertà ». Il rischio, afferma, «è che venga ingaggiata una battaglia per perderla. E chi resterebbe sconfitto, alla fine, sarebbero il Paese e il movimento reale che si oppone al nucleare».
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Cogliati Dezza ritiene che «difficilmente, in questo momento, lo strumento referendario può essere adeguato. Potrà esserlo magari tra un anno», aggiunge, a patto che «venga costruito con un larghissimo schieramento di forze, senza che una parte sola ci metta il cappello, senza targhette appiccicate sopra».
<p> La corsa solitaria dell’Idv ricorda a Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, un’esperienza analoga, «quando nel 1978 sul nucleare i Radicali cercarono un’accelerazione non condivisa dal movimento: non ne venne fuori niente». Sui contenuti dei quesiti, spiega, «siamo d’accordo, ma si tratta di vedere se oggi il referendum è lo strumento più opportuno». <br />
E ricorda anche che «intanto c’è il primo step, i ricorsi delle Regioni alla Consulta: attendiamo, poi valuteremo su un eventuale referendum».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/6310">Terra - Daniele Di Stefano </a>Monica FRASSONI: «Insistiamo. Il negoziato di Copenaghen non si deve fermare a Singapore»2009-11-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it419083<br />
In Italia va rimossa l’insopportabile cappa di disattenzione sull’ambiente. Secondo la co-presidente degli European greens è essenziale che non si fermi la mobilitazione. Mancano 21 giorni e molto può ancora accadere.
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Quando Obama fu eletto esattamente un anno fa, molti di noi, pur convinti che i tempi di Bush erano definitivamente chiusi, sapevano che il ruolo degli Usa nella battaglia del clima non sarebbe stato subito completamente “virtuoso”. Detto questo, le dichiarazioni americane e quelle cinesi, in occasione di una colazione di lavoro convocata per discutere dello stato dei negoziati sul clima in occasione della riunione periodica dell’Apec in presenza del co-presidente della Conferenza sul clima e primo ministro danese Rasmussen, sono sicuramente preoccupanti: niente accordo legalmente vincolante a Copenaghen («full international legally binding agreement», come ha detto il rappresentante americano Forman).
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Ma non sono neppure tali da fare pensare che ormai per il clima tutto è perduto o che nessun accordo sarà possibile a Copenaghen, come la stampa italiana (in modo più drammatico che in altri Paesi) sembra anticipare. I fatti sono chiari. A Copenaghen si doveva arrivare a un nuovo Trattato per il periodo post Kyoto. Ma era già da mesi piuttosto evidente che questo obiettivo sarebbe stato difficile. Rimane invece completamente alla portata dei negoziatori definire un accordo vincolante sugli stessi temi da ratificare in seguito, checché ne dicano americani e cinesi.
<p> L’Ue, ma anche gli altri paesi emergenti e in via di sviluppo, le decine di movimenti di città, di cittadini e associazioni civili che sono molto attive non devono assolutamente abbassare le braccia. Anche perché molte sono le zone d’ombra rispetto a quale sarà davvero la posizione degli Usa.
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Si parla di un «accordo politico» vincolante con «conseguenze operative», ma non è chiaro se numeri concreti di riduzione di emissioni e soldi per investimenti di mitigazione e adattamento saranno davvero esclusi. Infatti gli Usa non sono pronti per prendere impegni legalmente vincolanti a Copenaghen a causa di Camera e Senato che ancora non hanno definito un piano chiaro su come affrontare la crisi climatica, ma per Obama il fallimento di Copenaghen sarebbe di difficile gestione. è evidente che se gli Usa parlano di un accordo «con conseguenze operative» l’Ue deve rilanciare. E non rinunciare o nascondersi per fare emergere i dubbi e le divisioni purtroppo presenti al suo interno, a partire dal governo italiano caso unico di governo negazionista. Il negoziato di Copenaghen non si ferma a Singapore.
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Ed è questo il messaggio che deve essere trasmesso forte e chiaro. Il luogo dove le decisioni saranno prese è il summit nella capitale danese. Non vorrei che un’eccessiva attenzione alle dichiarazioni fatte in una riunione a colazione da un paio di importanti signori possano creare una sorta di profezia che si autorealizza, smobilitare migliaia scienziati, di attivisti, di responsabili politici, di amministratori locali, di semplici cittadini che nel mondo lavorano da mesi, farci abituare all’idea che ormai è andata male. Anche perché sia chiaro che i dati davvero terribili sulle conseguenze dei cambiamenti climatici non cambiano.
<p>Dal Partito verde europeo e dal gruppo parlamentare verde continuerà la capillare azione di informazione su cosa succede davvero nelle discussioni sul clima, ben 20 deputati greens europei e decine di amministratori locali, rappresentanti dei partiti verdi europei e numerosissimi responsabili di associazioni ambientaliste saranno a Copenaghen, sulla rete si moltiplicano appelli e iniziative, anche i media (a eccezione dell’Italia salvo pochi casi come Terra) da settimane riportano con precisione lo stato della discussione.
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Mancano 21 giorni. Un risultato positivo è possibile. Ed è possibile anche cercare di rimuovere l’insopportabile cappa di disattenzione e disinformazione che circonda in Italia la discussione sulle sfide ambientali e i cambiamenti climatici. Il governo italiano non ha neppure elaborato una vera posizione negoziale su questo tema. Per i nostri rappresentanti questo è un non-tema. O un tema per pochi “aficionados”. Credo che questa debba essere la sfida anche per i Verdi italiani.
<p>E ben venga anche il nuovo interesse che i radicali hanno manifestato al loro Congresso per un’azione strutturata e approfondita su questi temi che peraltro non sono nuovi per loro: esponenti radicali prestigiosi come Adelaide Aglietta hanno avuto un ruolo di primo piano nei Verdi italiani e io non me lo dimentico, nonostante le distanze di merito emerse in seguito con Radicali italiani.
<p>Sarà molto interessante continuare con loro il confronto su temi come le infrastrutture, l’agricoltura sostenibile e gli Ogm, il consumo del territorio anche (ma non solo) in vista delle prossime scadenze elettorali.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/5420">Terra</a>GIOVANNI ARDIZZONE: Sicilia. «Presentato il ddl che blocca le concessioni edilizie, fino al nuovo Piano regionale di assetto idrogeologico»2009-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418265Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Sicilia (Gruppo: UDC) - Vicesindaco Comune Messina (ME) (Partito: UDC) <br/><br/><br />
Il deputato regionale Giovanni Ardizzone ha presentato un disegno di legge per il blocco delle concessioni fino all'approvazione del Piano di assetto idrogeologico.
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Da un lato c’è la revisione del Piano casa. Dall’altro un disegno di legge che taglia le gambe alle imprese edili locali.
<p>L’Assemblea regionale siciliana ingrana la marcia e dopo l’alluvione di Giampilieri del primo ottobre (30 morti recuperati e sei dispersi), sembra avanzare spedita verso un new deal ecosostenibile.
<p>Sul Piano casa regionale “bocciato” dal governatore Raffaele Lombardo davanti al premier Silvio Berlusconi, sono stati già stati avviati i primi contatti tra l’assessore regionale ai Lavori pubblici Nino Beninati e gli estensori del documento con il quale geologi e ambientalisti chiedevano, dieci giorni fa, un momento di riflessione. <br />
Le preoccupazioni riguardano i possibili «effetti collaterali alla norma ».
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Condivisione di intenti, fra governo regionale, geologi e ambientalisti, sul capitolo dedicato ad abbattimenti e ricostruzioni.
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Ma è un altro disegno di legge quello che “rischia” di animare il dibattito interno all’Assemblea e nel mondo economico siciliano. <br />
È quello presentato dal vicesindaco di Messina e deputato regionale dell’Udc, Giovanni Ardizzone che prevede il blocco delle concessioni edilizie nei comuni, fino all’approvazione del Piano regionale di assetto idrogeologico (Pai).
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L’aggiornamento del Pai è stato appena completato, come ha affermato a Messina due giorni dopo l’alluvione di Giampilieri, l’ingegnere Salvatore Cocina, dirigente generale della Protezione civile siciliana: <br />
«Il documento è stato aggiornato a settembre - ha dichiarato Cocina, incalzato sull’inserimento nel Piano delle aree del messinese fino a quel momento escluse -, ma ancora deve superare la trafila di approvazione».
<p> La proposta di Ardizzone può, in qualche modo, considerarsi rivoluzionaria perché mette un freno ad un settore in crisi molto attivo nell’isola: quello degli appalti nell’edilizia privata e convenzionata.
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«Abbiamo presentato il ddl che blocca le concessioni edilizie nei comuni, fino all’aggiornamento e all’approvazione del Piano regionale di assetto idrogeologico - spiega Ardizzone. <br />
È una misura normativa che contrasta lo scempio del territorio e onora i morti dell’alluvione che ha colpito l’area di Messina. La legge che vogliamo far approvare all’Assemblea - continua il vicesindaco di Messina - prevede che gli enti locali sospendano le concessioni edilizie, anche prima del varo del Pai, per opere e manufatti privati che insistono in aree classificate, dagli stessi Comuni, come zone a pericolosità elevata (P3) o molto elevata (P4).<br />
Sono soddisfatto conclude Ardizzone - dell’apprezzamento alla proposta di legge ricevuto dal Wwf».
<p> Le aree classificate ad alto rischio in cui è previsto il fermo dell’edilizia privata, anche se circoscritte, riguardano il 70 per cento del territorio della provincia di Messina. <br />
La Cisl, aveva lanciato l’allarme sulle ricadute economiche negative del provvedimento. Ma la proposta, secondo il fondo mondiale per l’ambiente, «fermerebbe finalmente l’espansione edilizia in Sicilia. <br />
Solo in questo modo - sostengono gli ambientalisti - si potrà avere la garanzia che le nuove costruzioni non siano poste in aree a rischio come troppo spesso è avvenuto».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/4573">Terra - Elena Di Dio </a>Angelo BONELLI: «La lezione è servita ci vuole il nuovo Ulivo» - INTERVISTA2009-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418264<br />
I verdi ricominciano daccapo. Hanno scelto a scrutinio segreto e con un risultato che ha sovvertito il pronostico della vigilia (la favorita era Loredana De Petris, candidata dal presidente uscente Grazia Francescato) di affidare al mite Angelo Bonelli la guida del partito.
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<b>In questi due anni è dimagrito molto il Sole che ride.</b>
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«Quasi quanto me. Ho perso infatti quindici chili».
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<b>La forma si ritrova allora lontano dal Palazzo?</b>
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«Il Palazzo spesso ti rende immobile e inconsapevole delle aspettative, delle delusioni e delle speranze di chi è fuori e attende fatti concreti, visibili, certi».
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<b>È allora meglio essere lontani dal potere?</b>
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«Un ambientalista deve sempre puntare al governo del territorio. È una condizione imprescindibile, un luogo necessitato. Ma è altrettanto vero che il Potere desertifica l´anima, a volte disumanizza. Abbiamo capito la lezione. Cambiamo passo e postura e anche modo di agire in politica. Quando serve coraggiosi, e sempre liberi come delfini in mare aperto».
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<b>Ripartite per andare dove e con chi?</b>
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«Se col centrodestra è improponibile immaginare qualcosa, col Pd è decisivo chiarirsi. Non esiste più l´idea dell´autosufficienza. È l´ora di un nuovo Ulivo».
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Avete pochi voti. Dunque, poca voce.</b>
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«I voti? Da qualche tempo non ci presentiamo e non li contiamo. Dovremo riprendere quest´abitudine».
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<b>Il nuovo Ulivo come dovrebbe essere?</b>
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«Un luogo in cui esiste una forza che raccolga tra gli altri gli ambientalisti del Pd, se decideranno di uscire da quel partito, insieme ai tanti (intellettuali, associazioni) che hanno bisogno di un nuovo riferimento. Sarà una forza essenziale la Costituente ecologista».
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<b>Sarà l´ennesimo cantiere nella sinistra?</b>
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«Per parte nostra punteremo a interloquire col mondo tumultuoso, disorientato ma vivo dei "grillini". <br />
Far capire che l´ecologia è il fondale dove si specchia la nostra anima».
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Verdi e francescani.</b>
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«Dobbiamo ritornare a occupare una posizione centrale nel dibattito, non mischiarci tra le mille banderuole».
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<b>
E avanzare come formichine operose...</b>
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«Dovremo emulare gli ambientalisti francesi. Il risultato straordinario della loro ripresa elettorale è segno che le nostre battaglie sono dentro la società».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NOISR">La Repubblica</a>Domenico LOMELO: Puglia. «Il rimpasto di Vendola è una decisione incomprensibile» 2009-07-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391825Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Puglia (Gruppo: Verdi) - Consigliere Consiglio Comunale Polignano a Mare (BA) (Lista di elezione: Verdi) <br/><br/><br />
Il capogruppo dei Verdi in Consiglio Mimmo Lomelo, ex assessore al Diritto allo studio: «Il presidente della Regione ha voluto sparigliare le carte in vista di una sua ricandidatura». Intanto, il progetto di Sinistra e libertà va avanti.
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La questione morale travolge la Puglia e spinge il presidente della Regione Nichi Vendola ad azzerare la propria giunta. La decisione è arrivata dopo le inchieste sulla sanità, in particolare dopo la sospensione cautelare del direttore generale della Asl Bari, Lea Cosentino, coinvolta in una delle inchieste per turbativa d’asta. E ieri Vendola è stato ascoltato come persona informata sui fatti dal sostituto procuratore della Dda di Bari, Desirée Digeronimo.
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Un rimpasto che ha visto la sostituzione del vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sandro Frisullo, e di quattro assessori, Marco Barbieri, Massimo Ostillio, Domenico Lomelo ed Enzo Russo. Ai loro posti, oltre a Loredana Capone (Pd, vicepresidente), entrano Magda Terrevoli (Formazione, Verdi), Fabiano Amati (Risorse agroalimentari, Pd), Dario Stefano (Turismo, Pd, sebbene in molti lo indichino in avvicinamento all’Udc) e Gianfranco Viesti (Diritto allo studio, tecnico).
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«La decisione del governatore ha lasciato tutti di stucco», attacca Mimmo Lomelo, ex assessore al Diritto allo studio e capogruppo del Sole che ride in Consiglio regionale. «Decisione ancor più incomprensibile - sottolinea - perché presa a 6-7mesi dalla fine della legislatura. Tutti i colleghi stavano finendo il lavoro già iniziato, poi ora ci sarà l’estate... e chi è alle prime armi ci mette sempre un po’ ad ambientarsi».
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Ma come si spiega un atto del genere? «Io credo che Vendola abbia voluto sparigliare le carte in vista di una sua ricandidatura. Io ero totalmente distante da quanto accaduto. Anche gli altri colleghi, salvo quelli che si erano già dimessi, non c’entrano nulla. Vendola ha provocato nella base una grande confusione rispetto al giudizio positivo che i cittadini hanno sul territorio».
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Nel mondo politico pugliese c’è grande fermento: «Domani (oggi, ndr) chiederò una riunione con i segretari provinciali dei Verdi per metterli al corrente di cosa è accaduto. Parallelamente - rivela Lomelo - stiamo lavorando, sul versante di Sinistra e libertà, affinché ci sia una federazione tra le forze che la compongono. Bisogna evitare di metterle insieme senza che ci sia contestualmente una crescita culturale sul territorio».
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Un progetto in cui il leader ambientalista crede, «ma deve essere aperto: bisognerà guardare anche ai Radicali, evitando di chiuderci in noi stessi. C’è l’esigenza di rifare una coalizione più larga che non sia quella ristretta Pd-Idv se non vogliamo che Berlusconi continui ancora a governare». Centrodestra che, denuncia Lomelo, colpisce a morte il Sud: «Hanno sottratto 20 miliardi di euro, 40mila miliardi delle vecchie lire, dai fondi Fas (Fondi aree sottoutilizzate) per il Meridione per darli al Nord.
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Un vero furto. E i 40 miliardi rimasti, che ci spettano, ce li devono ancora dare. Altro che questione meridionale, ora c’è una questione settentrionale: un Nord che ruba al Sud! Su questo sono intervenuti sia il capo dello Stato che la Corte dei conti: più di così chi altro deve intervenire?».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/news/2009/07/%C2%ABil-rimpasto-di-vendola-e-una-decisione-incomprensibile%C2%BB">Terra - Valerio Ceva Grimaldi </a>Monica FRASSONI: Serve più ambiente - INTERVISTA2009-06-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391514<br />
<b>Verdi da soli, con il Pd, o fedeli a Sel per farla crescere?</b>
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Dobbiamo mantenere aperte tutte le strade ma partendo da un elemento fondamentale: la consapevolezza della nostra debolezza sul territorio come ambientalisti.
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Cosa ne pensa dell`appello di Pannella di trovarsi a Chianciano?</b>
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Che sinceramente potevano farlo prima delle elezioni. Ora mi sembra quasi una beffa. Io ho spinto molto per averli nostri alleati ma ho trovato le porte sbarrate.
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<b>Pannella dice che è stata Sel con Vendola a chiudere il discorso.</b>
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E dice un sacco di balle, sono loro che non hanno voluto. Noi ci eravamo visti addirittura prima che esistesse il simbolo di Sel. La dichiarazione di Vendola è arrivata a liste praticamente fatte. Pannella non è neanche venuto alla riunione in cui dovevamo discutere l`alleanza. Poi, che dentro SeL ci fosse scetticismo rispetto ai Radicali è vero ma a Pannella di fare l`alleanza non è mai fregato nulla. A Chianciano ci andrò, ma per dirgliene quattro. Insieme ai Radicali avremmo avuto il 4 per cento.
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<b>Ma perché allora non vi hanno voluto?</b>
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All`obiettivo di mandare qualcuno al Parlamento europeo i Radicali hanno preferito la lista da soli, per poi spendersi, non so come, il loro 2,5 per cento. Io al rapporto con i Radicali ci tengo ma senza balle per favore.
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<b>E il rapporto col Pd?</b>
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Ma lì sono molto confusi. C`è poco spazio per tesi ambientaliste. Gli ecodem mi sembrano dei morti che camminano, non hanno nessun impatto nel Pd. Dovremmo andare a ingrossare le fila degli ininfluenti ecodem? Basti dire che non hanno eletto neanche un ambientalista in Europa. Non uno. Dopodiché, certo che dobbiamo dialogarci, come con gli altri. Ma prima noi dobbiamo essere seri e concreti. A me appassiona poco questa storia del "dove andiamo". Mi interessa piuttosto "cosa facciamo". Facciamo una convention sul nucleare? Incontriamo Cohn Bendit? Bene.
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<b>Meglio i Verdi da soli allora?</b>
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No, ma il tema dell`ambiente deve venire prima. A me della disputa tra Ferrero e Vendola non frega niente. È vero che molti Verdi non hanno votato Sel. Dicono che comanda Vendola. Ma non è così. Vendola non è certo il mio capo. E poi lui raccoglie voti solo al Sud dove governa ma per noi c`è una vera e propria "questione settentrionale". A me piace il progetto di Sel, ci sono delle belle persone dentro ma abbiamo bisogno di una identità ambientalista più forte. E poi che i Verdi farebbero meglio da soli è un mito. Lo abbiamo visto nelle amministrative dove anche i bravi amministratori vengono spazzati via da questo vento di destra. In Francia, Cohn Bendit ha lavorato per un anno alla sua coalizione, con una presenza mediatica eccezionale.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=143559">Left</a>Paolo FERRERO: «Vendoliani ormai isolati sono una corrente esterna del Pd» - INTERVISTA2009-01-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387809<br />
«Un vero aut aut. Un ultimatum. O Ferrero fa come diciamo noi oppure ce ne andiamo. Un disprezzo delle regole che, non dico in un partito, ma nemmeno in una bocciofila andrebbe bene».
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<b>
Segretario Ferrero, a nome dei vendoliani Franco Giordano ha posto la condizione di una lista unitaria della sinistra per le europee.
</b><br />
«Non abbiamo ancora discusso né deciso "come" presentarci alle elezioni. Il chiacchiericcio sulle liste io lo metto in coda, meglio in questa fase occuparsi del lavoro, delle pensioni, delle case. Però, a domanda rispondo».<br />
<b>E come la pensa, allora?</b> <br />
«Penso che una lista unitaria sarebbe un danno per tutti. Un suicidio. La vagheggiata lista unitaria in quanti gruppi si frantumerebbe a Strasburgo? La Sinistra democratica, così come è attualmente, entrerebbe nel Pse. I Verdi nell’area degli ambientalisti. E noi nel Gue, insieme alla Linke tedesca e agli altri partiti della sinistra radicale. Che senso ha una lista che si spacca subito in tre? Una presa in giro per gli elettori. Allo stesso modo di quegli altri».<br />
<b>
Altri chi?</b><br />
«Berlusconi, Veltroni e Di Pietro, che in Italia si scannano e a livello europeo con i rispettivi gruppi sostengono tutti le politiche liberiste della commissione».
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<b>Dice di no alla lista unitaria solo perché teme di fare il bis del Pd, spaccato sulla collocazione europea?</b> <br />
«Intanto, la collocazione è una scelta di chiarezza politica. Ma ci sono altre ragioni. Con l’attuale legge elettorale, senza sbarramento, scendere in campo con una propria lista è concretamente il modo di portare più voti a casa. Lo abbiamo provato sulla nostra pelle, sperimentando modalità diverse di presentazione». <br />
<b>
Cioè?</b> <br />
«In aprile, alle Politiche, siamo andati uniti nell’Arcobaleno: un disastro. Ci abbiamo riprovato in Trentino, lista unitaria sia pure con i simbolini dei partiti: altro disastro. Alle regionali in Abruzzo i partiti della sinistra invece si ripresentano divisi, e raddoppiano i voti delle politiche. Ma perché allora vogliamo ancora farci del male da soli?». <br />
<b>Il suo no mette alla porta la minoranza.</b> <br />
«Non parlerei più di una sola minoranza.». <br />
<b>
In che senso?</b> <br />
«Una parte dell’area Vendola la pensa in un altro modo. Vuol continuare a dare battaglia politica ma dentro Rifondazione, senza distruggere il partito. Confronto duro, aspro ma non la spaccatura». <br />
<b>E non teme comunque di perdere una parte del Prc?</b> <br />
«Non sarebbero in molti a seguirli sulla strada della scissione. Qualcosa è già in corso, registro vari episodi in questi ultimi tempi. Militanti o amministratori che dicono addio e vanno via. Ma sempre in un modo del tutto subalterno al Pd». <br />
<b>
Per esempio?
</b><br />
«Cito gli ultimi episodi. A Torino è andato via un consigliere comunale, sostanzialmente per questa ragione: dire di sì alla Tav nella Val di Susa. In Campania il nostro assessore decide di rimanere a sostenere la giunta di centrosinistra, nonostante il patatrac che impone una rottura». <br />
<b>
Accusa i vendoliani di essere in marcia verso il Pd?</b><br />
«Vedrei una contraddizione insanabile fra chi predica l’unità e poi si ritrova a fondare l’ennesimo partitino. Teorizza una grande sinistra e si comporta poi come una corrente esterna del Pd».<br />
<b>
La minoranza è pronta a lasciare la direzione se lunedì prossimo cacciate il direttore di Liberazione.</b> <br />
«Altro mirabile esempio del modo di intendere la democrazia, del rispetto delle decisioni prese da una maggioranza. Un forte regresso che mi preoccupa».<br />
<b>Ma va avanti nel licenziamento di Sansonetti?</b><br />
«Sicuramente. C’è un nome nuovo, se ottiene il via libera dalla direzione sarà lui il nuovo direttore. Operazione che non ha nulla a che fare con le trattative in corso per la vendita del giornale». <br />
<b>
Ma un editore che fa, compra un giornale e si ritrova un direttore già alla scrivania?</b> <br />
«Se non gli sta bene, allora non compri Liberazione. Il giornale deve rispecchiare la la linea politica del partito, e il direttore ne sarà garante».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KE8BI">La Repubblica - Umberto Rosso</a>Maurizio TURCO: Costruzione della nuova Basilica di Santa Maria di Leuca: no allo scempio ambientale nel parco Otranto – Bosco di Tricase2009-01-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387591Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/> <br />
La costruzione prevista su un crinale roccioso affacciato sul mare in violazione di tutte le norme.<br />
<br />
Al Ministro dell'Ambiente e tutela del territorio e del mare;<br />
Al Ministro dei Beni e attività culturali;<br />
Interrogazione a risposta scritta<br />
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Per sapere – premesso che:<br />
<br />
- il 28 novembre 2008 il Comune di Castrignano del Capo (Lecce) ha votato una delibera con la quale è stata approvata una variante al Piano di fabbricazione volta ad ampliare la Basilica di Santa Maria di Leuca (Lecce);<br />
<br />
- secondo quanto denunciato dai rappresentanti di associazioni ambientaliste e locali tale delibera permetterebbe di costruire in piena area protetta del Parco Otranto – Bosco di Tricase;<br />
<br />
- la costruzione della nuova Basilica è prevista in un'area del promontorio leucano considerata patrimonio paesaggistico, ambientale, storico e archeologico tra i più importanti della Regione Puglia;<br />
<br />
- secondo il progetto la costruzione è prevista su un crinale roccioso che digrada verso il mare, occuperebbe circa 22 mila metri cubi, in un'area di oltre 2.600 metri quadrati, e il costo è stimato in circa 7 milioni di Euro;<br />
<br />
Per sapere:<br />
<br />
- quali provvedimenti intende prendere il Ministro dell'Ambiente per scongiurare questo scempio ambientale e paesaggistico che viola norme e vincoli architettonici e urbanistici;<br />
<br />
- quali sono i costi previsti a carico dello Stato per la costruzione dell'ampliamento della Basilica;<br />
<br />
- se non ritenga il Ministro dei Beni e delle Attività culturali necessario verificare l'effettiva necessità dell'ampliamento della Basilica.<br />
<br />
Testo dell'interrogazione parlamentare presentata oggi dai deputati radicali del Pd Maurizio Turco, Matteo Mecacci, Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni e Elisabetta Zamparutti.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=134813">Radicali.it</a>Andrea RONCHI: Sintonia con la Germania e sostegno dai riformisti del Pd - INTERVISTA2008-10-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375778Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) - Ministro Politiche comunitarie (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<i><b>Il responsabile delle politiche europee: «Sì alla tutela dell'ambiente ma con un percorso diverso»</b></i><br /><br />
ROMA — «Il rispetto per l'ambiente è per noi una priorità e una necessità inderogabile. Vogliamo rispettare l'accordo di Kyoto. Chiediamo solo di poterlo fare con un percorso diverso, che tenga conto della grave crisi finanziaria ed economica che sta travolgendo il mondo»: Andrea Ronchi, ministro per le Politiche europee, risponde così agli attacchi di Walter Veltroni, che ha criticato la linea del governo nello scontro Roma-Bruxelles. E aggiunge: «Veltroni ha perso l'occasione per stare zitto. Non è vero che ce ne infischiamo dell'ambiente. Vogliamo difendere l'ambiente, tutelando anche le imprese, e quindi i lavoratori, le famiglie, i cittadini ».<br />
<b>Il centrosinistra però è critico...</b><br />
«E sbaglia. Qui non è una questione di colore politico. Alcune anime riformiste del Pd, per esempio, hanno riconosciuto l'esigenza di aprire un confronto».<br />
<b>A chi si riferisce?</b><br />
«Vorrei ringraziare per esempio Fassino, Bersani, la Merloni».<br />
<b>Però il centrosinistra dice che l'Italia è isolata, in retrovia in Europa...</b><br />
«Non è vero, non lo è affatto».<br />
<b>Berlusconi sostiene che con l'Italia ci sono schierati nove Paesi...</b><br />
«Non solo. L'ultima proposta di Berlusconi di rivedere la questione è stata approvata all'unanimità. Il problema è sentito in tutti i Paesi europei. E già il 9 ottobre l'associazione inglese Open Europe aveva sollevato la questione».<br />
<b>Fra i nove Paesi c'è la Germania?</b><br />
«Non posso rispondere per il premier, posso dire però che con la Germania c'è una certa identità di vedute, come confermato dalla posizione condivisa fra la nostra Confindustria e quella tedesca».<br />
<b>
Alcuni Paesi, come Francia, Olanda e Belgio, non sembrano schierati con l'Italia...</b> <br />
«Nessuno è contro».<br />
<b>Gli ambientalisti accusano le imprese di aver fatto poco per ridurre le emissioni...</b><br />
«Si poteva fare di più per innovazione e ricerca. Ora però non è il momento di autoflagellarsi. Bisogna affrontare i problemi».<br />
<b>
Quali sono le colpe della politica?</b><br />
«Ci sono le responsabilità di chi, in nome di un malinteso ambientalismo, ha rallentato l'innovazione».<br />
<b>Esempi?</b><br />
«Adesso paghiamo il no scellerato al nucleare».<br />
<b>E in tempi più recenti?</b><br />
«Il problema è sempre lo stesso. Ci sono forze politiche, come la sinistra radicale o i Verdi, che in maniera ideologica continuano a frenare l'innovazione».<br />
<b>Chicco Testa, manager ed ex ambientalista vicino a Veltroni, afferma che il problema è a monte: gli obiettivi di Kyoto sono irraggiungibili per l'Italia...</b><br />
«A maggior ragione serve un accordo più equo e ragionevole, senza vincitori né vinti, fra tutti i Paesi».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JLGP0">Corriere della Sera - Pa.Fo.</a>Stefania PRESTIGIACOMO: «Ci vogliono penalizzare Ma noi inquiniamo meno» - INTERVISTA2008-10-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375710Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>«Il prossimo impegno è difenderci dal pacchetto auto»</b><br /><br />
<b>
Stefania Prestigiacomo, ministro dell`Ambiente, l`Europa vuole confermare gli obiettivi della direttiva 20-20-20 sulle emissioni di Co2.</b><br />
«Per questo pacchetto non è stato mai aperto un vero negoziato. Il testo non è stato mai discusso nel merito, specie con riferimento ai costi di ogni Paese. E chiaro che noi non ci dissociamo dagli obiettivi che si vogliono raggiungere, ma il pacchetto del 20-20-20, così impostato, ha un impatto pesantissimo sull`economia».<br />
<b>Un negoziato che questo governo eredita dal precedente.</b><br />
«Il governo precedente è stato completamente assente, non ha tenuto in considerazione i problemi dell`Italia e del suo sistema industriale.<br />
Noi siamo veramente preoccupati, vogliamo rispettare gli obiettivi ma ci sembra saggio dire che l`Italia è in difficoltà su questi provvedimenti.
Anche perché siamo nettamente penalizzati. Ci sono Paesi che inquinano molto di più del nostro e devono perseguire obiettivi più facili da raggiungere: non è un criterio che ci aiuta».<br />
<b>180 miliardi è il costo dei progetto. Sulle spalle di chi? Solo delle imprese?</b> <br />
«Questi costi si traducono in costi per i cittadini. La nostra economia si basa sulle capacità delle imprese e in questa fase recessiva, di crisi economica, non si può non valutare il pacchetto senza tenere conto del contesto in cui è inserito. Gli ambientalisti, quando difendono pregiudizionalmente le proposte Ue, sono autoreferenziali.
La politica dell`ambiente va inserita nel contesto».<br />
<b>Martedì lei ha avuto un incontro a Varsavia e ieri la Polonia ha espresso il suo fermo no. Cosa ví siete detti?</b><br />
«Hanno indicato le nostre stesse riserve a riguardo e per la prima volta abbiamo riscontrato un`attenzione nei conronti delle nostre esigenze.
Oggi (ieri, ndr) la Polonia e i Paesi dell`Est hanno espresso la loro opinione sul pacchetto che si allinea alla nostra. Chiediamo più tempo ma soprattutto più partecipazione ai negoziati».<br />
<b>Ministro, i Paesi che preferiscono rivedere il testo ora non sono pochi.</b><br />
«Infatti questo pacchetto non è condiviso da tutti e non è possibile andare avanti in maniera miope. Queste modalità noi non le condividiamo».<br />
<b>Berlusconi, ancora ieri pomeriggio, prevedeva che il Consiglio europeo potesse avere una certa «souplesse» rispetto al pacchetto. Non abbiamo avuto la dovuta udienza?</b><br />
«L`Italia verrà ascoltata perché il presidente. Berlusconi conosce bene il problema ed è vicino al mondo industriale. Noi andiamo lì ad affrontare la discussione su più punti con me, Frattini, Ronchi e Scajola. L`Ue deve essere responsabile».<br />
<b>Anche l`opposizione sta virando, sembra tenere una linea più morbida.</b><br />
«All`interno nel Pd assistiamo a un ripensamento. Un fenomeno che in parte tocca alcuni ambientalisti ed esponenti dell`Idv: non ci sono più posizioni di estremo contrasto».<br />
<b>La spinta dell`Ue per approvare il pacchetto a chi giova?</b><br />
«Guardi, con le misure a favore del clima non si rimette in moto la crescita, e ora i cittadini vogliono ripartire. I Paesi devono salvaguardare l`economia reale».<br />
<b>Ma, costi a parte, gli italiani che benefici avrebbero dal piano?.</b><br />
«L`innalzamento della temperatura è un problema globale e la risposta dovrebbe essere globale. Se così fosse, i risultati sarebbero positivi.
Ma non ci seguono i grandi Paesi in via di sviluppo come Usa, Cina e India. Allora, se centrando gli obiettivi dell`Ue la riduzione del gas serra è solo del 2 per cento a livello mondiale, bisogna chiedersi se è un bene pagare ora un costo così alto. E il pacchetto clima ed energia non è la nostra unica preoccupazione, mi creda».<br />
<b>Prego?</b><br />
«Adesso toccherà al pacchetto auto».<br />
<b>Un`altra beffa?</b><br />
«L`obiettivo dell`Ue è produrre auto che inquinano meno. Ma il paradosso vuole che il testo finisce per penalizzare le industrie italiane che producono le utilitarie e in realtà inquinano meno, mentre chi in altri Paesi produce macchine grandi ha condizioni più vantaggiose.
E noi non ci stiamo. La prossima settimana discuteremo proprio questo a Lussemburgo.
Sarà la nostra prossima battaglia. D`ora in poi non accettiamo più pacchetti chiusi».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JK2ZC">Il Tempo - Fabio Perugia</a>Franco Frattini: Il pacchetto sul clima va rinegoziato a Bruxelles.2008-10-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375640Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>Chiesta la valutazione d`impatto ambientale</b><br /><br />
BRUXELLES - Quanto costerà alle industrie e alle economie nazionali il piano europeo contro le emissioni di C02, il biossido di carbonio? Forse troppo, soprattutto con la crisi finanziaria che ora sconvolge i mercati, e con la recessione che picchia alle porte un po` dovunque:<br />
e forse per questo, nella lotta al cambiamento climatico, bisognerà pensare a tempi più lunghi, pur non cambiando gli obiettivi di fondo.
Questo dubbio esprime l`Italia, anzi chiede all`Unione Europea una «valutazione di impatto». E la Francia, presidente dì turno della Ue, sembra stare al suo fianco, con il ministro degli esteri Bernard Kouchner che - al vertice appena tenuto nel granducato del Lussemburgo - loda il piano anti-C02 parlando con il suo omologo italiano Franco Frattini, ma si augura anche che sia un <b>progetto «sostenibile», nel senso economico della parola.</b><br />
Traduzione: se le industrie già colpite dalla crisi dovranno pagare in soldoni troppi «permessi di emissioni inquinanti», o dovranno imbavagliare troppi tipi di produzione, il piano anti-C02 potrà fare più male che bene. Timore confermato dalle industrie automobilistiche, che chiedono lo stesso tipo di aiuto pubblico già offerto alle banche. «Non sarà facile per i politici - parole del commissario europeo all`Industria, Guenter Verheugen - spiegare ai lavoratori perché centinaia di miliardi siano a disposizione del sistema bancario, ma non avviene lo stesso quando un intero settore industriale è in difficoltà». Risposta degli ambientalisti: la vera emergenza è in ogni caso quella climatica, e la salute umana è più importante dei bilanci aziendali.<br />
Il perno dello scontro è l`ormai celebre <b>«modello 20-20-20»</b>, messo nero su bianco nello scorso gennaio:<br />
<b>20% in meno di emissioni inquinanti, 20%o in più di efficienza energetica, 20% in più di energia tratta da fonti rinnovabili.</b><br />
Su questo crinale, si dipana la schermaglia che sta dividendo tutta la Ue. E «la situazione è fluida», come dice Frattini. II luogo dove molto si decide, è probabilmente Berlino: la Germania, patria, come Italia e Francia, di colossi dell`automobile per ora fa l`osservatore silenzioso.<br />
Ma prima o poi, dovrà parlare. Spagna, Polonia, Repubblica Ceca e Romania sembrano invece fiancheggiare l`Italia e la Francia.<br />
A gennaio, anche l`Italia aveva approvato il piano presentato dalla Commissione Europea. Ma oggi, come ha spiegato Frattini, «il mondo è cambiato». Sono saliti i prezzi petroliferi e alimentari;
e c`è stata la «tempesta perfetta», negli Usa e in Europa.<br />
I governi corrono al salvataggio delle banche, ma tutto ciò ha un costo: «Abbiamo appena deciso di drenare centinaia di miliardi di liquidità - ha detto ancora il capo della Farnesina - non possiamo dare con una mano e con l`altra bastonare».
Di qui, l`asserita necessità di una valutazione d`impatto:
«non per fermare» il piano anti-C02, ma per capire, ad esempio, «che cosa accade se queste misure saranno attuate solo dall`Europa e non dagli altri grandi attori mondiali, Usa, Cina, Brasile, India».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JJ6PL">Il Corriere della Sera - Luigi Offeddu</a>Elisabetta ZAMPARUTTI: Caccia: domani l’apertura ufficiale e generalizzata. fra pre-aperture e regali alle lobbies venatorie la caccia alla biodiversità è già in corso da mesi.2008-09-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359521Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>
<br />
Domani si apre ufficialmente la stagione venatoria italiana, secondo le norme scritte nella legge 157 del 1992, per la tutela della fauna selvatica e la regolamentazione del prelievo venatorio. Nel frattempo ben 15 regioni italiane su 20 hanno autorizzato autonomamente la pre-apertura della caccia, prevista in termini assolutamente eccezionali e motivati, della stessa legge per il 1° settembre. Le associazioni ambientaliste ed animaliste hanno già avuto modo di denunciare ed argomentare sulla inesistenza di reali motivazioni giustificative dei provvedimenti eccezionali, in un contesto generalizzato di attacco alla biodiversità ed al patrimonio faunistico in generale e degli uccelli, stanziali e migratori, in particolare. <br /><br />
<b>Elisabetta Zamparutti, deputata radicale eletta nelle lista del Partito Democratico, membro della Commissione Ambiente di Montecitorio,</b> e Bruno Mellano, Presidente di Radicali Italiani, hanno dichiarato:<br />
“Domani inizia ufficialmente un’altra, ennesima, stagione venatoria nei nostri boschi e nelle nostre campagne. Ma con il malcostume delle pre-aperture all’inizio di settembre in 15 su 290 regioni, la norma è stata chiaramente aggirata e disattesa.<br />
Negli ambiti istituzionali, poi, la caccia alla biodiversità ed alla tutela della fauna selvatica del Bel Paese non si è fermata un attimo, da quando con la vittoria di Berlusconi, una certa parte del centro-destra ha ritenuto di aver acquisito dall’elettorato un via libera preventivo per tutte le istanze più reazionarie delle lobbies dei cacciatori italiani. L’attacco al Decreto Ministeriale varato dallo scorso Governo Prodi per l’istituzione, definizione e tutela della “Rete Natura 2000” come sistema europeo di zone protette è sfociato nella preparazione di una bozza di modifica che intende incidere sulle specie cacciabili, sui limiti di sfruttamento ed utilizzo delle zone, fino anche alla sospensione del divieto di utilizzo dei pallini di piombo nelle aere umidi, contro la legge di ratifica dell’accordo internazionale AEWA. Un ritorno al passato bello e buono, che non tiene conto del depauperamento complessivo subito dal patrimonio faunistico in Italia e dal mutamento, anche generazionale, dell’approccio dell’opinione pubblica italiana rispetto all’ambiente. Anche il riassetto organizzativo dell’APAt, ICRAM e soprattutto INFS ha una incidenza notevole sulla capacità, prima ancora che sulla volontà, di tutela degli animali selvatici in Italia.
<br />
Come Radicali, in Parlamento e fuori, intendiamo oggi ribadire un impegno storico, affianco delle associazione ambientaliste ed animaliste, innanzitutto per il rispetto delle direttive europee e per la tutela di interessi diffusi che riguardano la totalità dei cittadini.<br />
Preannunciamo per le prossime settimane interventi ed iniziative mirate.”
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=129020">Radicali.it</a>SILVIO BELLETTI: Dove mettiamo le 30mila tonnellate di indifferenziato?2008-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356756Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Biella (Lista di elezione: PDCI) - Consigliere Consiglio Comunale Candelo (BI) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/>Comunque nessuno ha ancora spiegato una cosa, ambientalisti compresi. Ammesso che la nostra provincia arrivi al 60% di differenziata, dove metteremo le 30mila tonnellate all’anno di indifferenziato che il Biellese comunque produrrebbe?<br/>fonte: <a href="http://www.ilbiellese.it/">Il Biellese</a>Davide Bazzini: Avremo otto inceneritori in Piemonte2008-06-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356575Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Biella<br/><br/>Con questa sentenza <i>(del Tar, ndr)</i> si costringerebbe ogni provincia ad avere un proprio impianto di smaltimento, inceneritori compresi, il che, paradossalmente, verrebbe a contraddire le richieste ambientaliste di averne meno in regione. Questa decisione apre le porte alla realizzazione di otto inceneritori in Piemonte, uno per territorio.<br/>fonte: <a href="http://www.ecodibiella.it/">Eco di Biella</a>Alfonso PECORARO SCANIO: L'AQUILA: PECORARO SCANIO INAUGURA NUOVA SEDE ARTA2008-02-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329100Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Verdi) - Ministro Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare (Partito: Verdi) <br/><br/>"L'unico voto alternativo al Partito Democratico e al Partito delle Libertà è quello per la Sinistra Arcobaleno evitando, cosi, "l'inciucio" tra Veltroni e Berlusconi." (...) "La Sinistra Arcobaleno fa una scelta di parte: è dalla parte degli inquinati e contro gli inquinatori e i palazzinari. Dalla parte dei precari e dei lavoratori e non da quella dei padroni e degli speculatori. Credo che è giusto che in politica si dica da che parte si sta e cosa si sceglie perché copiarsi i programmi non è bello". (...) "Andiamo ad una campagna elettorale in cui chiediamo il massimo dei voti per la Sinistra Arcobaleno perché è l'unico modo anche per evitare che il partito democratico magari faccia poi l'inciucio con Berlusconi, visto che già i programmi sono molto simili".
"Quindi è l'unico voto che può consentire all'Italia di avere non solo una maggiore forza ambientalista, di sinistra e progressista e di guardare se non a queste elezioni almeno in un futuro vicino ad avere un'Italia come la Spagna di Zapatero e che non precipiti a diventare come un paese fondamentalista".<br/>fonte: <a href="http://www.ilcapoluogo.it/content.php?article.4861">ilCapoluogo.it</a>