Openpolis - Argomento: reddito di cittadinanzahttps://www.openpolis.it/2018-07-02T00:00:00ZLuigi Di Maio: Reddito di cittadinanza 2018-07-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it928840Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IPF) - Vicepres. del Consiglio (Partito: M5S) - Ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro (Partito: M5S) <br/><br/>Finalmente abbiamo dei ministri che fanno quello che hanno promesso e vediamo partiti Dell, opposizione che non hanno nessun argomento su cui confrontarsi e la mettono sul, insulto gratuito.
Vai avanti ministro di Maio senza fermarti sei nel giusto e il popolo ama i giusti.
<br/>fonte: <a href="https://politici.openpolis.it/static/bookmarklet">politici.openpolis.it</a>Angela Raffa: Reddito di cittadinanza, domani "gli amici di Beppe Grillo" a piazza Cairoli2017-05-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it933951Nel pomeriggio di domani, gli attivisti del meetup “Amici di Beppe Grillo città di Messina” saranno presenti a piazza Cairoli per spiegare ai cittadini la proposta di legge istitutiva del reddito di cittadinanza. “Una misura per ridare respiro a tante famiglie sulla soglia di povertà e rilanciare i consumi. Bisogna permettere a tutti di avere una vita dignitosa, un’opportunità di formarsi e di lavorare”, spiegano gli attivisti. Nella stessa giornata tra Perugia ed Assisi si terrà, per il secondo anno, la “marcia per il reddito di cittadinanza”, in presenza di Beppe Grillo. “Istituirlo – si legge nel comunicato di presentazione dell’evento – costerebbe non più del 2% del bilancio dello stato ed è possibile trovare le coperture”.<br/>fonte: <a href="http://www.letteraemme.it/2017/05/19/reddito-cittadinanza-domani-gli-amici-beppe-grillo-piazza-cairoli/">LetteraEmme</a>Chiara Appendino: L’affondo di Appendino contro il sistema Torino, “Con noi il merito”2016-06-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it769785Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Torino (TO) (Gruppo: M5S) <br/><br/>Dire che ci sono cose che non vanno bene non significa non voler bene alla nostra città: abbiamo solo raccontato quello che abbiamo visto girando dal centro alla periferia. Narrare che tutto va bene, invece, alimenta solo la sfiducia nei confronti delle istituzioni. Nel nostro programma ci sono tanti “sì”, non vogliamo certo ucciderla come qualcuno ci accusa, in termini propagandistici, di voler fare.
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Io antimodernista perché sono contro il Tav? Il mio non è un “no” ideologico ma deriva dai fatti. Anche il premier Matteo Renzi in un suo libro l’aveva definita un’opera inutile. Non tocca ad un sindaco decidere, ma io al loro posto non l’avrei fatta investendo quei soldi nel trasporto pubblico locale
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Appendino promette che «lavorerà duro con il senso di responsabilità che mi hanno insegnato i miei genitori ma anche con l’ascolto e il calore delle persone che mi stanno intorno», la comunità dei Cinquestelle. Con loro ha costruito quel modello di «altra Torino» che emerge anche nella visione del futuro urbanistico «perché è stato sbagliato affrontare la trasformazione solo attraverso la costruzione di grandi centri commerciali che hanno distrutto il commercio di vicinato»
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Appendino parte da qui per spiegare il suo obiettivo: «Noi vogliamo ripartire dalle periferie coinvolgendo i cittadini attraverso strumenti partecipativi anche sui grandi progetti». Dunque è necessario ricucire la città perchè «non ci possono essere quartieri di serie A e di serie B». E si può farlo con una «linea express» di bus che permetta di raggiungere il centro in 19 minuti ma anche con il grande patto per le periferie che, se diventerà sindaco lancerà ad ottobre. Ma si può farlo anche con un diverso modello di Welfare «perché servono più risorse e si possono ottenere riducendo i soldi spesi per i grandi eventi».
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Io ho contestato alcuni investimenti in materia culturale a partire dai soldi spesi su Expo. Torino ha bisogno di essere riaperta al merito avere strumenti trasparenti e le risorse devono essere assegnate in base al progetto.
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Prendo atto che per il sindaco in questa città tutti stanno bene ma io non credo che sia così e che sia necessario dare una risposta a chi va a cercare da mangiare nei cassonetti». Ecco perché Appendino rilancia la battaglia per il reddito di cittadinanza che non è «assistenzialismo ma serve per accompagnare le persone in difficoltà ed esiste in tutto i Paesi europei. Non credo che la Germania sia un paese assistenzialista. Se voi del Pd non vi decide ad affrontare il problema della povertà questo Paese va al collasso<br/>fonte: <a href="http://www.lastampa.it/2016/06/15/italia/speciali/elezioni/2016/amministrative/laffondo-di-appendino-contro-il-sistema-torino-con-noi-il-merito-yUN4F8NHviDj1j3NswkReN/pagina.html">La Stampa</a>Carmine Doronzo: Barletta 2012-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648140Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Barletta (BT) (Gruppo: Federazione della Sinistra) <br/><br/><br />
Reddito di Formazione, dichiarazioni del consigliere Carmine Doronzo a seguito dell'appello fatto al sindaco Maffei.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=_RW7Js8HtmM">www.youtube.com</a>Elsa Fornero: «Il rigore da solo non basta. Bisogna pensare ai più deboli» - INTERVISTA2012-08-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648000Alla data della dichiarazione: Ministro Welfare<br/><br/><br />
Esattamente un anno fa, il 5 agosto del 2011, la Banca centrale europea recapitava al governo italiano la lettera che contribuirà a cambiare il corso degli eventi. Quando chiediamo a Elsa Fornero un bilancio di questo anno di governo interrompe stupita:<br />
«Anno? Spesso si dimentica che abbiamo giurato il 16 novembre».
<p>Il ministro del Lavoro si sta concedendo un week-end al mare prima di rientrare a Roma per l’ultimo consiglio. Poi, mercati permettendo, una breve pausa ferragostana. Fornero scherza: «Tutti dobbiamo sperare che ci sia. Perché se fossimo costretti al lavoro anche in quei giorni non sarebbe una buona notizia per nessuno».
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<b>Ministro, per quanto breve sia l’esperienza del governo Monti, sulle sue spalle sono state riposte aspettative enormi, in Italia e nel mondo. Lei è soddisfatta?</b>
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«Nessuno ha la bacchetta magica. Ma dico abbastanza soddisfatta».
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<b>Le cito il passaggio della lettera firmata da Mario Draghi dedicata alla riforma del mercato del lavoro: «Dovrebbe essere adottata un’accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e di politiche attive che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e i settori più competitivi». La vostra riforma soddisfa questa richiesta?</b>
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«Questa riforma, che nessuno ha mai pensato potesse essere la migliore possibile, è un buon equilibrio fra interessi sostanzialmente contrapposti, soprattutto nel breve periodo: quelli delle imprese e dei lavoratori. E non lo dico solo io, ma l’Europa e l’Ocse. Fino a poche settimane fa, dopo la decisione del governo di presentarla in Parlamento come disegno di legge, tutti mi dicevano: Elsa, vedrai, faranno finta di discuterne ma non l’approveranno mai. Dal 18 luglio è legge dello Stato. A questa riforma ora dobbiamo dare il tempo di vivere».
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<b>La critica più ricorrente: troppo morbida la modifica dell’articolo 18 sul diritto al licenziamento. Di più: in nome della lotta alla precarietà si è irrigidito l’ingresso al lavoro dei più giovani. Cosa risponde?</b>
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«Ha ragione: mi criticano in molti. C’è chi auspica deregolamentazioni, altri parlano di una riforma a metà. Nessuno però mi dice: questa specifica norma non va bene, dovresti cambiarla così».
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<b>L’idea di affidare ad un giudice l’applicazione o meno dell’articolo 18 non equivale a non cambiare nulla?</b>
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«Su questo punto c’è un pregiudizio negativo, quello secondo il quale il giudice del lavoro non è in grado di valutare correttamente e rapidamente eventuali ricorsi. E poi: se avessimo fatto una scelta più drastica, ammettendo il ricorso per meri motivi discriminatori, lei crede che il numero delle istanze di fronte al giudice sarebbe stato diverso?»
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<b>Insomma, lei chiede tempo per giudicare la qualità della riforma. E’ così?</b>
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«Proprio oggi, a venti giorni dalla sua entrata in vigore, mi hanno informata di un accordo firmato alla Golden Lady. Le mille operaie assunte come associate in partecipazione - uno dei tanti sistemi di cattiva flessibilità usata dagli imprenditori per eludere gli obblighidi legge - verranno assunte quasi tutte a tempo indeterminato. A me questo sembra un bell’esempio di norma che migliora i comportamenti. Ciò detto, nessuno considera la riforma intoccabile, siamo pragmatici, e pronti a modificarla in qualunque momento. Ci sono ancora diverse deleghe da attuare, e sto costruendo un sistema di monitoraggio che resterà a disposizione del mio successore. Io credo che questa sia una buona riforma, e sono convinta sia anche l’opinione della gran parte degli italiani».
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<b>Lei si dice soddisfatta di quanto fatto in questi nove mesi. Se il metro del giudizio è il livello di spread fra Btp e Bund, quello dei mercati invece è negativo. Perché secondo lei?</b>
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«Il metro del giudizio degli investitori è la sostenibilità del debito pubblico. Se lo ritengono sostenibile, anche se alto non costituisce un problema. Per ottenere tutto questo la politica deve mostrarsi credibile, fare scelte lungimiranti e non ripiegate sul presente».
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<b>In questa fase della crisi c’è una responsabilità delle scelte politiche dell’Europa?</b>
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«La crisi finanziaria si è imposta come tema dominante e vincolo stringente. Ma per quanto inevitabile, oggi non è facile spiegare alle persone che si aiuta il sistema bancario spagnolo per salvare il sogno europeo e l’euro. Nelle riunioni con i colleghi europei discuto spesso della necessità di spostare maggiormente l’attenzione sulle politiche sociali, il lavoro, le famiglie. Per quanto importante, imporre il rigore per garantire la sopravvivenza di una moneta non è sufficiente».
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<b>Ministro, risorse da distribuire non ce ne sono. Dunque?</b>
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«Il sentiero è stretto, ma occorre guardare a una qualche forma di redistribuzione del carico fiscale. Il primo passo per noi è una maggiore lotta all’evasione. Bisogna pensare a una riduzione del carico fiscale sui più deboli, o all’introduzione di un reddito di cittadinanza, presente in molti Paesi europei. Oggi le condizioni non ci sono, ma una volta superata l’emergenza la prospettiva deve essere questa. Non è un mio pensiero estemporaneo, ma è anche una posizione autorevolmente sostenuta dal presidente Monti e mi pare anche da Francois Hollande».
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<b>Per via dell’alto spread l’Italia rischia di essere costretta a chiedere l’attivazione di un meccanismo di aiuti e la sottoscrizione di ulteriori impegni con l’Europa. Molti sostengono che questo equivale a un «commissariamento della politica», che costringerà ad un nuovo governo di larga coalizione dopo le elezioni. L’Europa a trazione tedesca comprime la democrazia?</b>
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«No, non lo credo. Il problema è che abbiamo ancora molte cose da fare, molte riforme da attuare. L’unico disegno pericoloso è quello di chi pensa si possa uscire dall’euro. Allora sì che prevarrebbero idee poco democratiche».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1INGKP">La Stampa - Alex Barbera</a>Carmine Doronzo: Reddito di formazione. Basta ritardi.2012-08-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648065Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Barletta (BT) (Gruppo: Federazione della Sinistra) <br/><br/><br />
"In un tempo di crisi globale, le risposte ai bisogni dei cittadini possono e devono arrivare anche dagli Enti locali. E mentre si sente parlare di “spending review” imposta dal governo Monti (sostenuto da PDL, PD e UDC), ovvero taglio incondizionato di spesa statale anche per servizi pubblici essenziali come scuola e sanità, dare risposte dal basso è tanto più difficile quanto più le risorse si assottigliano. Ma difficile non vuol dire impossibile: lo scorso anno, in una situazione così drammatica, il Consiglio Comunale di Barletta ha avuto il merito di accogliere una proposta che, con i movimenti studenteschi, abbiamo proposto al dibattito pubblico, ossia l'introduzione con una sperimentazione triennale del Reddito di Formazione.
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L'idea generale che sottende tale misura è quella per cui di fronte ad un mutamento globale (il passaggio dal paradigma dominante di un capitalismo fordista a quello di un capitalismo cognitivo) in cui i saperi e le conoscenze diventano direttamente produttivi, anche gli studenti ed i giovani in formazione, pervasi da un presente ed un futuro di precarietà per certi aspetti irreversibile, necessitano di un reddito minimo per remunerare la propria “produzione sociale”, vivere dignitosamente e proseguire il proprio percorso formativo fino al raggiungimento dei più alti gradi di istruzione.
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Se da una parte i “soggetti in formazione” sono costretti a ricorrere agli aiuti monetari delle famiglie o, peggio, a dei lavoretti sottopagati e a nero, dall'altra aumentano le tasse scolastiche e universitarie, i costi dei libri, dei trasporti, delle stanze per fuorisede, dei costosissimi master post-lauream, senza contare gli ormai irrinunciabili abbonamenti per internet. Si è precari e senza certezze per il futuro, mentre si continua a consumare e ad arricchire questo sistema capitalistico (in questo momento, per esempio, il mio “profilo” facebook, con la sua mole di informazioni condivise e di contatti in tutto il mondo, ha un valore per l'azienda di oltre 35 dollari).
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Mentre i governi tagliano sistematicamente risorse a scuola, università e ricerca, e mentre la provincia Bat si concede “il lusso” di regalare soldi ad un'università privata, a Barletta con il Reddito di Formazione si è voluto rispondere localmente ad un'istanza globale, dando seguito ad una sperimentazione di welfare universalistico destinato alle nuove generazioni tramite un assegno mensile di 200 € per chi, pur essendo bisognoso, decide di proseguire i propri studi.
Fin qui tutto bene: “la politica ogni tanto fa anche il proprio dovere”, direbbero in molti, tant'è che anche il sito nazionale dei Comuni Virtuosi parla di questa buona pratica dedicandogli la propria home page.
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I problemi però nascono nel momento in cui gli aspiranti beneficiari(diverse centinaia, a conferma di una situazione economica drammatica), non conoscono ancora l'esito delle verifiche da parte del settore servizi sociali e, di conseguenza, la graduatoria definitiva, come denunciato ieri sulle pagine della Gazzetta da una decina di studenti barlettani.
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Di fronte ad una situazione così contraddittoria la politica dovrebbe dar seguito alle istanze dei cittadini, soprattutto i più giovani e privi di tutele economiche, e porvi subito rimedio.
Per questo chiedo al Sindaco e al dirigente ai servizi sociali di monitorare lo stato di ultimazione della graduatoria e di rendere conto ai richiedenti e alla città tutta delle motivazioni di un ritardo così inspiegabilmente prolungato.
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In vista dell'approvazione del bilancio comunale, caratterizzato da ritardi questa volta imputabili ai partiti, tutti gli attori sia interni che esterni alle istituzioni cittadine si stanno sforzando di garantire una caratterizzazione sociale e di contrasto alla povertà e alla precarietà. La chiusura delle pratiche del Reddito di Formazione prima di questa scadenza (ed al massimo entro e non oltre la prossima settimana!), rappresenta sia un segnale politico che certifichi questi sforzi, sia l'ultima frontiera di una lunga attesa che, se protratta, potrebbe avere conseguenze politiche delle più radicali.
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La comunione di intenti con il mondo della scuola e dell'università non rappresenta un'unione ideale ma un vero e proprio patto di sangue: stiamo parlando della società futura, della speranza, delle condizioni materiali ed immateriali che noi studenti viviamo ogni giorno e per cui abbiamo deciso di lottare al fianco di docenti, genitori e tutti i lavoratori e i precari. In questa direzione ogni ritardo è un intralcio al futuro, all'innovazione e alla giustizia sociale e noi, per dirla con Gramsci, continueremo ad “agitarci, organizzarci e studiare con tutto il nostro entusiasmo” fino alla rimozione dell'ultimo ostacolo."<br /><br/>fonte: <a href="http://www.carminedoronzo.it/index.php/blog/173-reddito-di-formazione-carmine-doronzo-qbasta-ritardiq">www.carminedoronzo.it</a>Gianfranco BETTIN: Reddito di cittadinanza e riconversione ecologica come risposta alternativa alla crisi2012-02-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it624415Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Venezia (VE) (Partito: Lista Civica - Cen-Sin) <br/><br/><br />
«Il reddito di cittadinanza è uno strumento nuovo che può offrire sicurezza alle persone e alle comunità, abbandonate all’angoscia di fronte alla crisi. <br />
Allo stesso modo è necessaria la governance politico-istituzionale della trasformazione di aree e distretti industriali in direzione di un vero risanamento ambientale, con strumenti e risorse che devono essere estremamente concreti. E urgenti».<br />
<br/>fonte: <a href="http://selvenezia.wordpress.com/2012/02/10/veneto-reddito-di-cittadinanza-e-riconversione-ecologica/">http://selvenezia.wordpress.com</a>FRANCESCO MIAZZI: Reddito di cittadinanza e riconversione ecologica come risposta alternativa alla crisi2012-02-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it624414Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Monselice (PD) (Lista di elezione: Lista Civica - Cen-Sin) <br/><br/><br />
«La proposta crea per la prima volta un percorso istituzionale che, coinvolgendo imprese e sindacato, associazioni ambientaliste ed enti locali, incentivi nella pratica la riconversione di industrie e cicli produttivi obsoleti, pericolosi e nocivi, in nuove attività ecologicamente sostenibili. Un vero stimolo alla green economy di cui tutti si riempiono la bocca, garantendo occupazione pulita per tutti».<br />
<br/>fonte: <a href="http://selvenezia.wordpress.com/2012/02/10/veneto-reddito-di-cittadinanza-e-riconversione-ecologica/">http://selvenezia.wordpress.com</a>ALESSANDRO SABIUCCIU: Reddito di cittadinanza e riconversione ecologica come risposta alternativa alla crisi2012-02-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it624413<br />
«La proposta dell’istituzione su base regionale di un reddito di cittadinanza rappresenta una misura universale di welfare, un nuovo welfare adeguato ai bisogni di migliaia di donne e uomini privi di qualsiasi tutele di fronte alla precarietà e alla disoccupazione. Immaginiamo almeno settecentocinquanta euro al mese per persona, con risorse direttamente recuperate dal bilancio di alcuni carrozzoni regionali».<br />
<br/>fonte: <a href="http://selvenezia.wordpress.com/2012/02/10/veneto-reddito-di-cittadinanza-e-riconversione-ecologica/">http://selvenezia.wordpress.com</a>Giuseppe CACCIA: Reddito di cittadinanza e riconversione ecologica come risposta alternativa alla crisi2012-02-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it624412Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Venezia (VE) (Lista di elezione: Lista Civica - Cen-Sin) <br/><br/><br />Due progetti di legge d’iniziativa popolare a livello regionale: «Si tratta di due proposte innovative che insieme offrono una risposta alternativa ad una crisi dai pesantissimi effetti sociali anche qui in Veneto, una crisi che è innanzitutto crisi irreversibile di un modello di sviluppo che si è mangiato territorio e ambiente, ed ha schiacciato la vita delle persone».
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<i>I due progetti sono stati presentato alla stampa al Municipio di Mestre.</i> <br />
<br/>fonte: <a href="http://selvenezia.wordpress.com/2012/02/10/veneto-reddito-di-cittadinanza-e-riconversione-ecologica/">http://selvenezia.wordpress.com</a>Enrico Musso: «Un ddl in Senato sul reddito minimo garantito di cittadinanza»2012-01-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646472Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Genova (GE) (Lista di elezione: Lista Civica - Cen-Des) - Senatore (Gruppo: UCD-SVP-AUT) <br/><br/><br />
«Un provvedimento per contrastare la povertà, garantire un welfare sugli standard europei, e favorire la flessibilità del mercato del lavoro».
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Enrico Musso del Partito liberale italiano insieme ad alcuni esponenti del (PD, UdC, PDL) hanno presentato in Senato il disegno di legge sull’istituzione del reddito minimo garantito “di cittadinanza”.
<p> «Questo istituto – dice Musso – non solo vige attualmente in pressoché tutti i Paesi europei, esclusa la Grecia, ma nei Paesi di più consolidata democrazia è considerato una vera e propria conquista del welfare, immancabilmente legata alla riqualificazione del lavoratore perché capace di assicurargli la soglia minima vitale nel presente e di tornare a essere competitivo nel mercato del lavoro nel futuro.
<p> Indirettamente, incide positivamente sulla flessibilità del mercato del lavoro e può utilmente essere ripreso nell’imminente riforma annunciata dal Governo».
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Nel dettaglio: ogni cittadino italiano residente sul territorio, che abbia compiuto i 18 anni, senza altri redditi, potrà ricevere un reddito mensile minimo garantito, al netto delle imposte, pari a 700 euro se vive da solo, o, se convive, pari alla differenza fra 1.300 euro e il reddito del convivente, o alla differenza fra 1.500 euro e il reddito di due conviventi.
<p>Secondo quanto previsto da Musso nel suo disegno di legge, perde il diritto al reddito di cittadinanza chi abbia rifiutato per tre volte un qualsiasi lavoro o chi per tre volte si sia dimesso o sia stato licenziato, prima di aver lavorato almeno ogni volta per 1.400 ore; inoltre, nessun reddito è garantito a chi abbia un patrimonio finanziario, aziendale o immobiliare superiore ai 20 mila euro.
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«L’obiettivo della legge è garantire che la politica economica sia orientata, da un lato, al contrasto della povertà ed esclusione sociale e, dall’altro, al miglioramento delle condizioni economiche, sociali, culturali e di vita del nostro Paese, col predisporre, in particolare, a favore dei cittadini italiani un reddito sufficiente per una vita decorosa. La riforma del lavoro non può prescindere da una seria pianificazione del welfare, oggi quasi inesistente in Italia, che consenta un’equa applicazione della flessibilità nel lavoro, di cui non debbano fare le spese i cittadini e le loro famiglie».
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Hanno già sottoscritto il disegno di legge i senatori Teresa Armato (Pd), Giuseppe Astore (Gruppo Misto), Maurizio Fistarol (Udc), Elio Lannutti (Idv), Vincenzo Oliva (Autonomie), Massimo Palmizio (Pdl), Luciana Sbarbati (Movimento Repubblicani Europei), Helga Thaler (SVP).<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.redditodicittadinanza.com/musso-partito-liberale-presenta-un-ddl-in-senato-sul-reddito-minimo-garantito">www.redditodicittadinanza.com</a>