Openpolis - Argomento: D'Alemahttps://www.openpolis.it/2012-08-08T00:00:00ZMario MONTI: Evasione fiscale: «L’Italia si trova in uno ‘stato di guerra'» 2012-08-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648208Alla data della dichiarazione: Senatore a vita- Pres. del Consiglio <br/><br/><br />
«Io penso che l’Italia si trova in uno stato di difficoltà soprattutto a causa di questo fenomeno e che si trova da questo punto di vista in uno ‘stato di guerra’».
<p>«La notorietà pubblica del nostro alto tasso di evasione contribuisce molto a indisporre nei confronti dell’Italia quei paesi verso i quali di tanto in tanto potremmo aver bisogno di assistenza finanziaria. Come i paesi del Nord Europa, che dicono: “l’Italia è un paese molto ricco, però lo stato ha un fortissimo debito pubblico che magari richiederà domani di aiutarla a rinnovare; eppure ci sono italiani ricchi o medi che sistematicamente non pagano le tasse”». Insomma, «l’evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del paese all’estero».
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«Io stesso, fino a poche settimane fa, quando sono stato anche ministro dell’Economia e delle Finanze e quindi responsabile dell’Agenzia dell’entrate e responsabile politico della Guardia di Finanza, ho sempre incoraggiato fortemente le persone che vi lavorano a fare una dura lotta all’evasione. La seria lotta all’evasione può comportare la necessità di momenti di visibilità che possono essere antipatici. Ma che hanno un forte effetto preventivo nei confronti degli altri cittadini».
<p> «Questa degli eurobond è una proposta articolata e intelligente che contiene anche elementi che da tempo il governo italiano ha portato al tavolo europeo. Abbiamo visto tutti che alcuni paesi (certamente la Germania, ma anche alcuni Paesi nordici) non sono disposti in questo momento a dare il loro consenso agli eurobond. Ciò significa che probabilmente essi verranno ma un po’ più avanti, quando si saranno fatti passi verso una maggiore messa sotto controllo delle finanze pubbliche dei singoli paesi da parte delle istituzioni comunitarie. L’idea della Germania e di altri è che si possono mutualizzare in tutto o in parte i debiti pubblici solo quando si è sicuri che nessun paese sia deviante in materia di troppo debito pubblico. Ovvero, quando la politica di indebitamento sarà gestita in modo più coordinata dal centro».
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<b>In tema di carcere</b> sollevato da Pannella, associazioni del volontariato e 120 giuristi che hanno rivolto un appello al Capo dello Stato sollecitando indulto e amnistia: «Voglio ricordare che si tratta di una misura per la quale sono necessari due terzi dei voti del Parlamento che non mi pare al momento ci siano».
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«<b>Sulla questione del federalismo</b> noi rispettiamo quello che c’è nelle attuali leggi dello stato. Forse in precedenti governi si è lavorato all’insegna del federalismo nella convinzione che esso fosse la riforma strutturale per dare ordine e slancio all’economia italiana. Mentre noi siamo convinti che il federalismo deve essere solidale, non può cioè non tenere conto delle diversità tra le diverse regioni e delle differenze territoriali. Soprattutto non deve esimerci dal fare riforme strutturali nei vari campi: dalle pensioni, al mercato del lavoro, alle liberalizzazioni, alla concorrenza, alle semplificazioni».
<p><b>Il riconoscimento alla sussidiarietà.</b> «Il nostro è un governo che, per sua composizione, per suo programma, per suo orientamento, riconosce importanza e grandi spazi alla sussidiarietà, alla convivenza nel profondo reciproco rispetto tra pubblico e privato, tra stato e chiesa, tra le religioni. Io che ho studiato in una scuola cattolica, conosco ovviamente il grande ruolo, accanto all’istruzione pubblica, dell’istruzione paritaria e al contributo sociale che le scuole non statali offrono sopperendo alle difficoltà di molte realtà del paese.<br />
Pur nelle ristrettezze finanziarie da tutti avvertite e ferma l’esigenza di consolidamento e messa in sicurezza del bilancio, il sostegno a quanti sono espressione dei valori della sussidiarietà e della solidarietà è perciò un obiettivo importante per quanti hanno a cuore il benessere e la crescita dell’intero Paese.
<p>«Posso assicurare che il Governo non farà mancare al settore, cui riconosce una essenziale funzione complementare rispetto a quella esercitata dalle scuole pubbliche, il necessario sostegno economico. A ciò si provvederà, compatibilmente con i limiti tracciati con i recenti interventi di revisione della spesa pubblica, con la legge di stabilità del prossimo autunno».
<p><b>«Grave» intercettare le telefonate del Capo dello Stato</b> dalla procura di Palermo: «E' peraltro evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi. E' compito del governo prendere iniziative a riguardo».
<p><b>Sulle indiscrezioni dell’Espresso</b> secondo cui, nell’autunno del 2010, venne contattato dall’onorevole Massimo D’Alema che a Milano, in una cena a casa di un noto professionista, gli propose con altri l’assunzione di responsabilità politiche e di governo nel caso di una caduta anticipata del governo Berlusconi, conferma e rivela: «Non smentisco quell’occasione e posso solo dire che nel mondo politico ci furono diverse persone che, intorno a quell’epoca, nelle loro previsioni o scenari sul futuro politico italiano di breve termine, mi prospettarono ipotesi che mi coinvolgessero. E io sono sempre stato ad ascoltare pensando che si sbagliassero».<p>
<b><a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1JAB46">QUI L'INTERVISTA INTEGRALE IN FORMATO .PDF</a></b><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.tempi.it/monti-a-tempi-evasione-fiscale-litalia-e-in-uno-stato-di-guerra#.">Tempi - Luigi Amicone</a>Arturo Mario Luigi PARISI: Da Bersani e D’Alema una “bella pietra tombale” sulle primarie Pd2012-07-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647361Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/> <br />
“Già dire, come ha detto Bersani, che "il segretario del Partito Democratico” partecipa ‘in ossequio alle regole statutarie’ è dire tutto. Dire in terza persona il segretario del partito – riflette Parisi – e non io Pierluigi Bersani in prima persona, e ribadirlo con le nitide parole di D’Alema, sta infatti a dire che in gara siamo ‘noi il Partito in quanto tale’ e che, essendo il Partito in quanto tale a vincerle o perderle, l’organizzazione del Pd e tutti noi non potremo non metterci pancia a terra al servizio di questo obiettivo.
<p> Questo anche perché la data del loro svolgimento dovrebbe essere, a dire di Bersani, a ‘ragionevole distanza dalle elezioni e cioè entro la fine dell’anno’, come a dire a poco più di un mese dall’inizio della campagna elettorale, il Partito non può permettersi di perderle”.
<p> “Se le primarie non fossero sicuramente preordinate al risultato atteso – prosegue Parisi – potremmo finire infatti per assistere, questa volta sì, al più spettacolare ‘big bang’ della breve storia della Seconda Repubblica. Come già è accaduto per le primarie a sindaco nei principali comuni, il Pd entrerebbe infatti nella campagna elettorale sconfitto nelle primarie che lui stesso ha voluto in questo modo. Ma questa volta – conclude Parisi – senza neppure la soddisfazione di vedere vincere il candidato comune del centrosinistra nel posto di sindaco d’Italia, non fosse altro perchè questo posto non esiste”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/14/pd-allassemblea-e-bagarre-sul-matrimonio-gay-e-primarie/293931/">Redazione Il Fatto Quotidiano.it</a>Carlo GIOVANARDI: «Dal 2006 Casini flirta con D’Alema... » - INTERVISTA2012-06-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646434Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
Dove sta la novita? Carlo Giovanardi, fondatore del Ccd con Casini, primo centrista a passare con Forza Italia dopo aver fiutato aria di inciucio con la sinistra, non è sorpreso dall’alleanza con Bersani. «È solo l’epilogo scontato di una vecchia storia iniziata nel 2006».
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<b>Addirittura?</b>
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Soltanto una settimana dopo la sconfitta elettorale del 2006, Casini in compagnia di Buttiglione decise inopinatamente di uscire dall’allora Casa della Libertà per essere “autonomo”. Convinto che il governo Prodi sarebbe rimasto in carica cinque anni, strinse un patto con D’Alema, poi le cose andarono diversamente e quando cadde il governo nel 2008 si trovò a metà del guado...
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<b>Lei fu tra i primi a passare con Forza Italia</b>
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Nel 2007 mi presentai al congresso dell’Udc come candidato alternativo a Cesa ottenendo il 15 per cento. La mia tesi era quella di rimanere alleati con An, Forza Italia e Lega, per coerenza e per rafforzare l’area moderata e cattolica del centrodestra.
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<b>Rotondi dice che l’ultima mossa di Casini è un favore al Pdl che può finalmente pensare al suo futuro...</b>
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Quando fondammo nel ‘94 il Ccd pensavamo a un movimento alternativo alla sinistra, scelta che è stata confermata nel 2001 con la carta costitutiva dove è scritto testualmente «partito alternativo alla sinistra, incardinato nella Casa della libertà» Nel 2007 la scelta fu disastrosa: senza convocare un congresso, senza un dibattito, Casini decise di virare a sinistra rompendo con i moderati. Ricordo noi isolati in un albergo di Palermo mentre a Roma sfilava in piazza un milione di persone. Se l’Udc fosse rimasta nel Pdl, come era naturale, alla caduta di Prodi avremmo ottenuto una vittoria molto più larga ed equilibrato la presenza della Lega.
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<b>Il “dialogo” con D’Alema si sentì soprattutto in giro per l’Italia...</b>
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In questi quattro anni è stato consegnato a Casini un potere locale enorme. Non a caso molta della classe dirigente andò via, da Mastella a Fumagalli Carulli, da D’Antoni a Baccini. Quella di Casini è una corsa solitaria e l’accordo con i Democratici è funzionale al suo disegno: un po’ come Fini, è più interessato a incarichi istituzionali che non di governo con la spregiudicatezza di chi non ha un partito dietro di sé.
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<b>Nessun congresso ma tante avvisaglie...</b>
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L’assurdo accordo in Piemonte due anni fa con la scelta di appoggiare la governatrice uscente, Mercedes Bresso, la più anticlericale dei candidati del Pd. E più di recente la sfiducia a Bondi e il sì all’arresto di Papa. Come Prodi, il leader dell’Udc serve alla sinistra per dire “vedete abbiamo i moderati con noi” e a lui per incassare quelle che saranno le condizioni dell’accordo.
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<b>La politica delle mani libere?</b>
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Prima si è rafforzato con le alleanze locali, per quattro anni ha lavorato cercando il pieno di qua e di là (in Calabria governa la regione con il centrodestra e in quasi tutti i Comuni con la sinistra), e ora teorizza l’alleanza con Bersani.
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<b>Anche il Pdl ha commesso i suoi errori?</b>
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Ora spero si possa rimediare smettendo di corrergli dietro, un atteggiamento che ha fatto bene a lui ma non certo a quell’area di provenienza democratico-cristiana che conta centinaia di amministratori che possono essere la frontiera del mondo cattolico in grado di competere con gli ex Udc. Se Rotondi, Cutufro, Pionati, Compagna, solo per fare alcuni nomi, rompono andando via è un segnale molto chiaro. Che andava recepito con più intelligenza.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1GUW86">Secolo d'Italia - Gloria Sabatini</a>FRANCO MIRABELLI: "Formigoni ha la memoria corta"2012-05-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it637868Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
'Formigoni ha la memoria corta, Massimo D'Alema si dimise dalla presidenza del Consiglio dei ministri dopo la sconfitta del centrosinistra alle regionali del 2000'.
Il consigliere regionale della Lombardia Franco Mirabelli replica così alle dichiarazioni del governatore Roberto Formigoni sulle richieste di dimissioni avanzate oggi dalle forze politiche di centrosinistra.
<p>'Abbiamo chiesto le dimissioni di Formigoni ben prima di questo voto convinti che non sia piu' in grado di rispondere ai problemi della Lombardia, che sia il capo di una maggioranza che non ha piu' nulla da dire o da dare e che sia troppo occupato a difendersi dalle accuse per poter pensare ai cittadini lombardi'.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=13663">AreaDem</a>Dario FRANCESCHINI: Solidarietà a D'Alema e Violante per le minacce ricevute2012-03-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625732Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>"A nome mio personale e dell'intero gruppo del PD esprimo a Massimo D'Alema e a Luciano Violante la piu totale solidarietà. E' assolutamente necessario da parte delle autorità preposte un controllo attento e minuzioso per individuare gli esecutori. Guai ad abbassare la guardia e sottovalutare minacce e gesti vigliacchi anche in periodi di apparente 'normalità".
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Lo afferma <b>Dario Franceschini</b>, presidente dei deputati democratici, in riferimento alla lettera di minacce fatta pervenire oggi nella sede di un'agenzia giornalistica.
<br/>fonte: <a href="http://www.dariofranceschini.it/adon.pl?act=doc&doc=6973">dariofranceschini.it</a>Massimo D'ALEMA: ENAC: D'ALEMA, PIENA FIDUCIA IN MAGISTRATURA. NULLA DA NASCONDERE2011-07-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589858Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>ENAC: D'ALEMA, PIENA FIDUCIA IN MAGISTRATURA. NULLA DA NASCONDERE
ASCA) - Roma, 6 lug - <b>''La fondazione Italianieuropei non ha nulla da nascondere e nessuno da difendere, e' nostro interesse che si proceda ad un rapido accertamento dei fatti''.</b>
Lo ha detto Massimo D'Alema a proposito dell'inchiesta sugli appalti Enac e riferendosi alle notizie del 'Fatto Quotidiano' che D'Alema ha fatto sapere di avere querelato.
<b>''E' in corso un'indagine e occorre rispettare l'azione della magistratura che riscuote la mia piena fiducia. La Fondazione Italianieuropei -ha aggiunto D'Alema- si e' comportata in modo corretto e sono persuaso che le indagini non potranno che confermare che e' del tutto estranea ad eventuali illeciti''</b>
http://www.asca.it/news-ENAC__D_ALEMA__PIENA_FIDUCIA_IN_MAGISTRATURA__NULLA_DA_NASCONDERE-1032510-POL-1.html<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-ENAC__D_ALEMA__PIENA_FIDUCIA_IN_MAGISTRATURA__NULLA_DA_NASCONDERE-1032510-POL-1.html">www.asca.it</a>Massimo D'ALEMA: Adesso dal Pd al Fli sono tutti amici della Lega 2011-06-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it585403Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>Adesso dal Pd al Fli sono tutti amici della Lega Ma lo fanno solo per cacciare Berlusconi...
RomaAdesso tutti spingono il Carroccio affinché travolga Berlusconi: «Ve lo diamo noi il federalismo» è il senso dell’ultima ipocrita garanzia offerta dalle opposizioni, in cambio della spallata definitiva al Cavaliere. Sembra di sentire la canzone di De Andrè, La guerra di Piero, rivisitata per l’occasione: «Sparagli Umberto, sparagli ora, e dopo un colpo sparagli ancora». Trattasi di un remake di un film già visto, andato in onda nel dicembre del 1994. All’epoca Bossi staccò la spina al primo governo Berlusconi e divenne l’idolo delle sinistre. A suggellare l’assassinio dell’esecutivo, il celebre «patto delle sardine» nella casa romana del Senatùr. Attorno al tavolo, Massimo D’Alema per il Pds e Rocco Buttiglione per il Ppi: sardine in scatole, pancarrè, birre e Coca Cola e il governo Dini ottenne l’appoggio esterno. Subito dopo furono salamelecchi ed encomi per il buzzurro padano, considerato fascista e razzista fino a due minuti prima.<b> D’Alema arrivò a giurare, ottobre ’95, che la Lega era «una costola della sinistra» e che tra sé e il leghismo c’era «una forte contiguità sociale».</b>
http://www.ilgiornale.it/interni/dal_pd_fli_tutti_amici_lega_ma_solo_cacciare_berlusconi/18-06-2011/articolo-id=529910-page=0-comments=1
sabato 18 giugno 2011, 08:00
<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornale.it/interni/dal_pd_fli_tutti_amici_lega_ma_solo_cacciare_berlusconi/18-06-2011/articolo-id=529910-page=0-comments=1">www.ilgiornale.it</a>Massimo D'ALEMA: «UNA FORTE CONTIGUITÀ SOCIALE»...2011-06-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it585178Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>sabato 18 giugno 2011, 08:00
«UNA FORTE CONTIGUITÀ SOCIALE»...
Attorno al tavolo, Massimo D’Alema per il Pds e Rocco Buttiglione per il Ppi: sardine in scatole, pancarrè, birre e Coca Cola e il governo Dini ottenne l’appoggio esterno. Subito dopo furono salamelecchi ed encomi per il buzzurro padano, considerato fascista e razzista fino a due minuti prima. D’Alema arrivò a giurare, ottobre ’95, che la Lega era <b>«una costola della sinistra</b>» e che tra sé e il leghismo c’era <b>«una forte contiguità sociale».</b>
http://www.ilgiornale.it/interni/dal_pd_fli_tutti_amici_lega_ma_solo_cacciare_berlusconi/18-06-2011/articolo-id=529910-page=0-comments=1
<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornale.it/interni/dal_pd_fli_tutti_amici_lega_ma_solo_cacciare_berlusconi/18-06-2011/articolo-id=529910-page=0-comments=1">www.ilgiornale.it</a>Massimo D'ALEMA: Pd, D'Alema: Furbizie Terzo polo senza successo elettorale2011-06-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it582739Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>Pd, D'Alema: Furbizie Terzo polo senza successo elettorale
I loro elettori sono un passo avanti
ROMA - <b>"Le pigrizie, le furbizie e il terzoforzismo del Terzo polo</b> non hanno concorso al loro successo elettorale". Lo ha detto Massimo D'Alema alla Direzione del Pd, nella quale si sta analizzando il risultato delle amministrative. Secondo l'ex premier infatti "gli elettori del Terzo polo sono un passo avanti" rispetto ai loro dirigenti.
http://www.lapoliticaitaliana.it/Articolo/?d=20110606&id=36987<br/>fonte: <a href="http://www.lapoliticaitaliana.it/Articolo/?d=20110606&id=36987">www.lapoliticaitaliana.it</a>Fabrizio CICCHITTO: D'Alema fuori da realta'2011-05-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572734Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/>Cicchitto: D'Alema fuori da realta'
Presidente deputati Pdl: Udc non potra' mai allearsi con loro
19 maggio, 20:20
(ANSA) - ROMA, 19 MAG - 'Se leggiamo le cifre vediamo che il Pd rivendica una vittoria elettorale inesistente'. Lo dice il presidente dei deputati del Pdl Cicchitto, che contesta l'analisi fatta da D'Alema in un'intervista, secondo la quale alle Amministrative ha vinto il Pd e non la sinistra radicale.
Cicchitto si dice convinto del contrario e afferma che l'Udc non potra' mai allearsi con una coalizione costituita da Pd, Idv, Sel e Rifondazione Comunista.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/05/19/visualizza_new.html_867252934.html
<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/05/19/visualizza_new.html_867252934.html">www.ansa.it</a>Massimo D'ALEMA: "Solo accuse fantasiose da giornali di serie B"2011-05-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560817Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>http://www.ilgiornale.it/interni/affari_rossi_dalema_arrogante_accuse_giornali_serie_b/09-05-2011/articolo-id=522033-page=0-comments=1
L'arroganza di D'Alema: "Solo accuse fantasiose da giornali di serie B"
D'Alema non dà spiegazioni "Una fondazione culturale non è un partito - prova a spiegare il presidente del Pd - non ha finanziamenti pubblici e percepisce finanziamenti dai privati. Non si capisce perché dovrebbe prendere di nascosto finanziamenti che ha in modo del tutto trasparente". "La legge - ricorda D'Alema - incentiva i finanziamenti dei privati con vantaggi fiscali a chi li fa". In realtà, l'esponente democratico non dà alcuna spiegazione ma si limita a dire che sono "stupidaggini che non stanno né in cielo né in terra" e attacca duramente il Giornale:....
<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornale.it/interni/affari_rossi_dalema_arrogante_accuse_giornali_serie_b/09-05-2011/articolo-id=522033-page=0-comments=1">www.ilgiornale.it</a>Emma BONINO: Sostiene Bonino - INTERVISTA2011-05-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560315Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Da una parte il test delle elezioni milanesi cavalcato da Massimo D’Alema. Dall’altra il dibattito che tormenta l’opposizione, il centrosinistra e affini, sul percorso per tornare a battere Berlusconi e vincere di nuovo. E poi la battaglia sui referendum. Emma Bonino, giacimento di consenso non proprio nel cuore del Pd, vessillo radicale e non solo, vice presidente del Senato, ha idee chiare sulla strada da intraprendere «prima che il Paese si perda per sempre». <br />
Cita Arendt, Gandhi e Sciascia e lancia la «rivoluzione legalità».
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<b>Allora, elezioni milanesi e opposizione. Massimo D’Alema ha stressato l’appuntamento: se Berlusconi perde deve andare a casa. E se vince?</b>
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«D’Alema è recidivo. Già nel 1999 si infilò in un trabocchetto: considerare la sfida elettorale delle regionali un referendum su Berlusconi. Perse e dopo si dimise. Come è possibile che caschi nello stesso gigantesco trappolone teso ancora dal Cavaliere? Sa perché succede? Perché ancora una volta non si rispettano i livelli istituzionali. Anch’io credo che le elezioni milanesi abbiano una valenza incisiva, infatti presentiamo Marco Cappato capolista della lista Bonino-Pannella per Pisapia.<br />
Ma, attenzione, stiamo parlando di elezioni locali, molto significative, ma locali. E i temi per contestare duramente l’infinita gestione formigoniania
e morattiana abbondano. Dall’Expo al fatto straordinario che Milano, patria della libera impresa, si stia trasformando nella capitale dei pubblico. <br />
C’è perfino Milano Ristora: le pare che la famosa imprenditoria meneghina non sappia più fare neanche i panini?».
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<b>Le nuove Partecipazioni statali proprio nel cuore della Padania.</b>
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«L’altro giorno ero a un dibattito con l’imprenditore siciliano Ivan Lo Bello e si diceva proprio come questo modello abbia funzionato ben poco al Sud. Ora pari pari lo ritroviamo al Nord?».
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<b>Tornando alle elezioni, il sostegno dei Pd a Giuliano Pisapia, candidato non ortodosso, è virtuale o reale?</b>
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«Mi sembra che nelle ultime settimane ci sia una reale mobilitazione. Spero solo che non gli capiti quello che è successo a me: a dieci giorni dalle elezioni Dario Franceschini e Rosy Bindi ebbero il piacere di dire che non ero la loro candidata ideale».
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<b>Le lotte fratricide, altro problema grave. Ma al dl là dell`anti-berlusconismo, cosa dovrebbe fare l’opposizione per riuscire a essere più convincente?</b>
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«Per esempio, ora: siamo di nuovo in campagna elettorale. E l’Agcom ha dimostrato quanto siano già debordanti i tempi delle apparizioni di Berlusconi in televisione. Non è il caso di mobilitarci per questo? Di fare degli esposti, andare in piazza, presentarci in tribunale, chessò, fare qualcosa. Vogliamo che finisca come le regionali, come in Sardegna, con lui tutti i giorni in tutti i tg - questa volta probabilmente presenterà pure il meteo - fino alla vittoria finale?».
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<b>Sbandierare la sua supremazia mediatica non ha portato grandi risultati. Evidentemente il percorso è un altro. C’è crisi, c’è disoccupazione, la gente non arriva alla fine del mese.</b>
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«Il percorso è uno solo. O si capisce che la battaglia delle battaglie è il ripristino della legalità e che le leggi scritte vanno rispettate oppure tutto è inutile, il Paese è perso. Non si tratta di optional. E io mi rifiuto di essere trascinata a parlare di grandi riforme, a disegnare piani straordinari per lo sviluppo e per il lavoro, importantissimi certo, se prima, però, non si stabilisce questo principio. I nostri problemi sono enormi, giustizia, immigrazione, economia, come stare in Europa e nel mondo: temi sui quali non sempre la sinistra ha dato risposte e se le ha date non sono state sempre convincenti. Per questo l’alternativa radicale è attuale e credibile. Da noi, ormai, non esiste legge politica o economica che non venga infranta. Eppure sembra che l’opposizione non percepisca quanto la situazione sia grave. Tutto finisce per tradursi in quella che Hannah Arendt ha chiamato la banalità dei male».
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<b>E quindi, quale formula?</b>
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«Non spallate, né scorciatoie, vedi il Terzo polo, come fu a suo tempo la Lega costola della sinistra o ultimamente il compagno Fini. Dobbiamo attrezzarci a battere Berlusconi alla scadenza naturale, lasciando fare alla politica il suo corso, facendo opposizione in Parlamento, tallonando senza requie governo e maggioranza in commissione come in aula. Gutta cavat lapidem, non bisogna mai dimenticarlo».
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<b>Alberto Asor Rosa ha invocato l’esercito. Rosy Bindi l’Aventino...</b>
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«Quando a Milano assessori e consiglieri comunali di destra e di sinistra siedono nei cda delle aziende pubbliche, quando ottenere l’anagrafe degli incarichi pubblici diventa impossibile, quando non c’è trasparenza, perché mai la signora Maria o la signora Amelia dovrebbero appassionarsi di nuovo alla politica? Naturalmente la malattia endemica della politica italiana viene da lontano, vedi Mani pulite. Berlusconi ne è stato frutto e anche potentissimo acceleratore. La mia sarà pure un’ossessione einaudiana, ma la democrazia è legalità e la vera rivoluzione può essere solo questa».
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<b>La scelta della leadership è prioritaria? Al tempo, venne individuato Romano Prodi. Poi arrivò il resto.</b>
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«Si vagheggia di governi di decantazione (Veltroni-Pisanu) o tecnici, di comitati di liberazione nazionale, di angeli esterni come Luca di Montezemolo. Bah. C’è un segretario, Pier Luigi Bersani, dunque... La verità è che il Pd ha un problema di leadership ma anche troppe posizioni diverse che lasciano spazio ai Di Pietro, Vendola, rottamatori, grillini... Ci si dovrebbe concentrare su una politica nuova, non discutere a vuoto sulla leadership in termini di autoflagellazione».
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<b>Forse il collante per tenere radicali, vendoliani, anime cattoliche, è proprio un leader condiviso e autorevole.</b>
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«Il leader non è secondario. Ma viene dopo. Non sottovaluto il carisma, purché rappresenti qualcosa. Mario Draghi, per esempio, è simbolo di serietà e non è nemmeno noioso. Se va alla Bce lascerà un grande vuoto e mi preoccupa molto chi lo riempirà. Ma non ci sono formule magiche per unire. Basterebbe la volontà. Gandhi sosteneva che prima si è derisi, poi combattuti e alla fine si vince. Ma li vedo ancora tesi a trovare il deus ex machina, la spallata o un giudice qualunque, soluzioni solo perdenti».
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<b>Quando dice “noi” e poi “li” a chi si riferisce?</b>
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«"Noi" è noi radicali. "Li", sono loro, il Pd. Sa, trovo veramente stupefacente che non ci sia nessun contatto politico tra noi e loro. Ho provato tante volte a rincorrere Bersani, a stabilire una comunicazione. Nulla. Eppure facciamo un lavoro parlamentare che tutti riconoscono serio non servile ma certo leale. Quando dissento, informo Anna Finocchiaro "Presento quest’emendamento, questa mozione". Ma non siamo stati mai oggetto di consultazione o di rapporto. Evidentemente ritengono poco interessante il nostro contributo politico».
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<b>Eppure il Pd con Antonio Di Pietro...</b>
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«Forse con "loro" valgono solo i rapporti di forza, che dire: tanti auguri. Fu Veltroni nel 2006 a dare l’apparentamento all’Idv, se no la storia sarebbe stata diversa..».
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<b>Il mistero Bonino. II consenso su di lei è notevole e trasversale, anche a livello Internazionale. È donna ed è una risorsa, eppure...</b>
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«Eppure. Non so nemmeno io perché. Prendiamo la Rai. Per "Ballarò" non esisto. C’è, invece, una compagnia di giro di una ventina di persone: Di Pietro, Bindi, Castelli, La Russa, Fitto sono loro a essere sempre invitati. Sono grata, invece a Fabio Fazio che mi ha resuscitata a " Vieni via con me" e a "Che tempo che fa". E non è che gli ascolti in tv non mi premino, anzi. Forse la ragione sta nel mio essere non organica e non rispettosa di certe ortodossie. So che alla sinistra non piaccio perché non voglio battere Berlusconi sul bunga bunga. Per me la condizione femminile è ben più complicata e articolata. Preferisco dimostrare che il premier non sa governare e non ne ha azzeccata una».
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<b>Secondo molti, il problema è il cordone ombelicale con Marco Pannella.</b>
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«Per carità di Dio: la famiglia radicale è sacra. L’altro giorno in aereo un signore mi sommerge di apprezzamenti: come ho fatto bene da ministro del Commercio, etc etc. Poi come molti sbotta: "E però Pannella digiuna di nuovo". E io: "Le fa qualche danno? No. Ne condivide le ragioni? Sì. E allora perché la irrita l’azione di un signore che accetta la derisione e il peso di un digiuno in nome di un’idea? Non sarà che è questo a metterla in difficoltà?". Risposta: "Non ci ho mai pensato, mi irrita e basta". Credo che il clima del Paese, e la brutalità in giro, rendano queste forme di protesta non violenta insopportabili».
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<b>Come i referendum, a quanto pare. Qualunque cosa pur di bloccarli.</b>
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«La storia dei tradimenti referendari ha una lunga tradizione. Quelli vinti sono stati ignorati. Una cinquantina non sono stati ammessi dalla Corte costituzionale. Per cinque volte si è andati alle elezioni anticipate per evitarli. Berlusconi è l’ottimo allievo dei maestri dei passato: moratoria sul nucleare, inserimento della norma sulla acqua nel dl sviluppo...».
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<b>In un dibattito D’Alema ha detto che il ventre del Paese ha sempre partorito i Berlusconi.</b>
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«Penso che avesse invece ragione Leonardo Sciascia. Sosteneva che l’Italia non vede l’ora di essere governata. E che non esiste Paese più paziente, capace di mettersi in fila di fronte a un qualunque servizio che naturalmente non funziona. C’è piuttosto per molti una grave responsabilità di non governo e non è che la sinistra al governo sia stata così brillante.<br />
Non voglio tirare in ballo il caso della Campania ma insomma...».
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<b>Intanto lo spettro è che dopo il presidente Napolitano, al Quirinale arrivi il Cavaliere.</b>
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«Veramente andrei io al Quirinale. Perché no? Anzi, perché no, lo so. Non faccio parte di "noi"».
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<b>Noi chi, questa volta?</b>
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«"Noi" nel complesso».<br />
<br/>fonte: <a href="http://notizie.radicali.it/print/1635">l'Espresso - Denise Pardo</a>MICHELE EMILIANO: «Il Pd è meno credibile del giullare Berlusconi» - INTERVISTA2011-04-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559853Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Bari (BA) (Partito: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Bari (BA) (Lista di elezione: Cen-sin) <br/><br/><br />
Archiviate le esperienze Bassolino e Loiero, Michele Emiliano prova a diventare il punto di riferimento del Partito democratico nell’Italia meridionale. Sabato scorso ha tenuto a Bari una megaconvention per lanciare il progetto di un coordinamento a Sud del partito. Dice di non avere ambizioni nazionali. Ma secondo molti, il primo obiettivo che si è prefissato è la successione di Chiamparino alla presidenza dell’Anci.
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<b>
Sindaco, ha intenzione di fare un nuovo partito del sud?</b>
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«Non ho mai fatto parte dei partiti e non me ne frega nulla»
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<b>Ma lei è il presidente regionale del Pd in Puglia.</b>
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«È vero, ma sono anche presidente di molte altre cose. Il partito è solo un mezzo. Le idee sono il fine»
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<b>Però, di fatto, ha gettato le basi per la costituzione di una nuova corrente.</b>
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«Ma quale corrente. Io sono un’energia civile e non un politico. Qui al sud siamo incazzati neri. Quella che abbiamo lanciato è una battaglia vera su delle proposte e delle istanze precise. Per questo abbiamo chiamato la manifestazione “Mezzogiorno di fuoco”. È come un duello all’ultimo sangue. Lo sceriffo o vince o muore. Non c’è spazio per tatticisimi o politicismi».
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<b>
E per Vendola c’è spazio?</b>
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«Vendola è il politico più furbo d’Italia, ha delle grandissime intuizioni tattiche.<br />
Quando all’inizio io dicevo che i partiti non servivano, lui mi contestava duramente. Adesso però è diventato molto più antipolitico di me. Questo perché ha una grande intelligenza politica, ma non è un grande uomo di governo. Non perché non ne abbia le capacità per poterlo fare, il problema è che non ha mai avuto una formazione da amministratore. Vendola non sa fare il presidente di Regione, come io all’inizio non sapevo fare il sindaco. Al Sud serve un nuova classe dirigente che va formata».
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<b>Lei parla di nuova classe dirigente, ma alla sua manifestazione le conclusioni le ha fatte D’Alema.</b>
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«Io sono tra due fuochi: Vendola e D’Alema. Sono molto simili e quindi incompatibili. Entrambi a un certo punto si sono resi conto che il loro dio, il comunismo, non esisteva. Uno è stato addestrato nella Germania dell’Est e un altro nell’Urss. Per me, anche se ho sempre votato Pci, in passato questo costituiva un problema. Io ho fatto il magistrato e quindi chiunque avesse a quei tempi relazioni con il nemico era da tenere d’occhio. Ora le cose sono cambiate. D’Alema è stato l’unico in Italia a mollare la poltrona».
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<b>E del resto del gruppo dirigente del Pd cosa pensa?</b>
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«Credo che se uno perde 3 o 4 partite di seguito, a un certo punto dovrebbe decidere di fermarsi. La classe dirigente del partito, che è la stessa del Pci, è stata sovraesposta e ha perso tutte le elezioni con Berlusconi. E per sconfiggere uno che si mette i tacchi, che ha i capelli finti e abitudini personali così discutibili basterebbe trovare un candidato dignitoso. Ma noi eravamo peggio di lui e meno credibili. La storia da giullare di Berlusconi è molto più divertente della grigia storia di un dirigente medio del Partito democratico».
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<b>La riproposizione della questione meridionale non è però esattamente una novità.</b>
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«Noi vogliamo dimostrare che anche se siamo meridionali e siamo del Pd possiamo farci venire buone idee. La classe dirigente meridionale del centrosinistra non è solo emergenza rifiuti. Sono tantissime le città un cui siamo riusciti a gestire in modo eccellente il problema della spazzatura, altre in cui siamo in grado di chiudere i conti in modo corretto e altre ancora dove siamo stati capaci di demolire milioni di quadrati costruiti in modo illegale».
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<b>Di nuovo cosa c’è nella sua iniziativa?</b>
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«Le faccio un esempio. Una delle prime proposte che vorremmo fare è una legge sul ripristino della bellezza. Grazie a dio non siamo più comunisti. E quindi possiamo coniugare la bellezza con il mercato. Non è detto che ogni demolizione di cose brutte si debba fare solo con soldi pubblici ed europei».
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<b>È cominciata la sua corsa per la leadership nazionale?</b>
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«Non è un’ipotesi in campo. Io sono magistrato di cassazione e sono stato investigatore. Se continuo a far arrabbiare tutti, la cosa più probabile è che me ne torni in magistratura».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/news/2011/04/emiliano-%C2%ABil-pd-e-meno-credibile-del-giullare-berlusconi%C2%BB">Terra</a>LUCA ZAIA: Immigrati. Il comportamento di Sarkozy è ignobile2011-04-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559773Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: Lega) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />
Luca Zaia, governatore del Veneto, al Messaggero spiega che "per colpa della propria inconcludenza l'Europa ha perso mille occasioni per avere un ruolo determinante e autorevole". E con il suo atteggiamento sulla crisi immigrazione l'Ue "sta perdendo anche questa di occasione". Poi, l'attacco ai cugini d'Oltralpe: "il comportamento di Nicolas Sarkozy - sancisce Zaia - è ignobile, perchè ha violato gli accordi di Schengen ripristinando la dogana fra Italia e Francia".
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Venendo alle cose italiane, secondo Zaia la Lega è stata la prima "a lanciare l'allarme e il ministro Roberto Maroni è stato il primo a invocare un intervento comune di tutta l'Europa". "Ho visto che Massimo D'Alema vuole impartirci lezioni parlando del Kosovo - osserva inoltre Zaia - ma queste sono due situazioni completamente diverse. Tanto per cominciare se Italia e Tunisia fossero confinanti via terra l'impatto sarebbe molto più soft". Ci sono poi, continua il governatore veneto, "ragioni culturali: un uomo dell'Est europeo per religione, abitudini, valori, è molto più assimilabile. Invece i tunisini, tanto per cominciare, pretendono che tu non dia loro carne di maiale da mangiare".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.rosarossaonline.org/art/2011/04/11/immigrati-zaia-comportamento-di-sarkozy-e-ignobile_13980">rosarossaonline.org</a>Alfredo MANTOVANO: «L’Anm? È un partito d’opposizione» - INTERVISTA 2011-03-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558980Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Interni (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Macché attacco alla magistratura, con la riforma della giustizia il governo rispetta solo gli impegni presi con gli elettori nel suo programma».<br />
Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, anche da ex magistrato, conosce bene i problemi del settore.
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<b>Molte toghe dicono, anche nelle loro mailing list, che si vuole limitare la loro autonomia e indipendenza.</b>
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«E invece non ci sarà nessun asservimento della magistratura alla politica. Da anni è aperto un dibattito su queste ipotesi tra i vari protagonisti, dai magistrati agli avvocati e anche tra i politici diversi esponenti dell’opposizione hanno condiviso la necessità di cambiare».
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<b>Ora che la riforma è pronta, però, fuori da Pdl e Lega è difficile trovare consensi.</b>
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«C’è qualche apertura da parte di alcune forze politiche, come Udc, Fli, una certa cautela da parte del Pd e la solita pregiudiziale chiusura dell’Idv. Chi ha appoggiato certe proposte in passato, ora non trova di meglio da dire che: non è il momento opportuno».
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<b>Su quali punti si aspetta una certa convergenza?</b>
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«Mi meraviglierei se ci fosse ostilità riguardo al nuovo sistema di giustizia disciplinare: oggi è chiaro a tutti che un magistrato accusato di illeciti disciplinari viene giudicato dalla sezione di un Csm a maggioranza togata, in cui troppo spesso prevalgono logiche correntizie. L’idea di una corte esterna al Consiglio viene dalla Bicamerale di D’Alema ed è stata appoggiata da Violante».
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<b>È sulla separazione delle carriere che si preannuncia lo scontro più duro.</b>
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«Eppure, una valutazione libera e laica dovrebbe riconoscere che da quando è entrato in vigore il codice di procedura penale dell’89, con il sistema accusatorio, si è resa necessaria la parità tra le parti. In Europa non riescono a capire come pm e giudici appartengano alla stessa carriera. E sappiamo come dai tempi di Mani Pulite sia forte il condizionamento delle procure sui giudici. Le contestazioni sono solo ideologiche».
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<b>Due carriere e due Csm. Quello dei pm lo presiederà il Pg della Cassazione?</b>
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«Non conosco il testo definitivo, ma se al vertice di quello dei giudici c’è il Capo dello Stato potrebbe essere la soluzione naturale, visto che il Procuratore generale della Cassazione ha già un potere di controllo sull’azione penale e promuove le azioni disciplinari».
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<b>Intervenire sull’obbligatorietà dell’azione penale dettando delle priorità vuol dire limitare l’azione dei pm?</b>
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«Questo principio costituzionale viene violato ogni giorno, perché il procuratore deve scegliere alcuni fascicoli e lasciar morire gli altri. Se questa scelta, invece di lasciarla al suo arbitrio, la fa il Parlamento è più giusto».
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<b>Quali vantaggi porterebbe una maggiore autonomia della polizia giudiziaria dal pm?</b>
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«Una maggiore responsabilizzazione della polizia e valorizzazione delle sue competenze. Non per mortificare la magistratura ma per riequilibrare il rapporto. Prima della riforma dell’89 il pm non aveva il monopolio delle indagini, ma faceva da filtro a quelle della polizia. Dobbiamo fare tesoro dell’esperienza di questi anni e guardare avanti migliorando le cose».
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<b>La riforma è costituzionale ma sulla responsabilità civile delle toghe basta una legge ordinaria.</b>
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«Infatti. La legge sulla responsabilità civile di fine anni ’80 ha avuto effetti molto relativi e le cause sono state pochissime. I magistrati si sono fatti una bella assicurazione e con una tassa di 100-150 euro l’anno si sono messi al sicuro. Un intervento è necessario, anche se mi sembra più importante quello disciplinare».
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<b>Per l’Anm questa riforma non renderà più efficiente la giustizia, ma è solo punitiva.</b>
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«Invece, soprattutto separazione delle carriere e interventi sulla responsabilità dei magistrati serviranno a migliorarne l’efficienza e a garantirne l’imparzialità. L’Anm, soprattutto con questa presidenza, ha assunto il ruolo di un partito d’opposizione. Dovrebbe spogliarsi di questi abiti impropri, sgraditi anche a molti magistrati».<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=Y36QL">Il Giornale - Anna Maria Greco</a>Achille OCCHETTO: «Pd, svolta tradita per sete di potere» - INTERVISTA2011-02-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557655<br />
«Sacrificata la ricerca di una nuova identità» - Il 12 novembre del 1989 Occhetto annuncia lo scioglimento del Pci. Il 3 febbraio del 1991 il partito si sciolse e nacque il PdS.
<p>Nell'89 impose la Svolta della Bolognina, nel '91 vinse il congresso che a Rimini seppellì il Pci e diede vita al Pds, ma anche a Rifondazione comunista. Quel che non torna è che Achille Occhetto oggi militi nel partito nato da Rifondazione (Sel) anziché in quello nato dal Pds (il Pd).
<p> <b>Cos'è, una nemesi?</b>
<p> «No, anche se allora non avrei mai pensato a uno scenario simile. La mia vicinanza a Sel è la reazione a una situazione stagnante con l'obiettivo di riunificare il centrosinistra. Ma va detto che Vendola, col suo antistalinismo e la sua fede nel primato della libertà, non ha nulla a che vedere con la storia del Pci».
<p> <b>Vero, paradossalmente...</b>
<p> «Paradossalmente, ci sono molti più comunisti nel Pd. Penso a D'Alema e alla sua realpolitik».
<p><b> Nel '91 si capì quel che moriva, ma non quel che nasceva. E la mancanza di identità politica riguarda ancora il Pd...</b>
<p>
«E' vero. Con la Svolta lanciammo il tema di una nuova identità socialista, ma subito dopo il problema della coesistenza delle diverse anime nel partito fu risolto non con un sano e definitivo confronto politico bensì con un accordo volto alla spartizione del potere. E' chiaro che la ricerca del potere per il potere ha sostituito la ricerca di una nuova identità politica».
<p> <b>Quali furono, allora, le diverse correnti di pensiero nel Pci?</b>
<p> «Innanzitutto c'erano quelli contrari alla Svolta che intendevano rifondare il comunismo accreditandosi come eredi del Pci».
<p> <b>Programma ambizioso...</b>
<p> «E infatti non lo realizzarono. Anzi: Rifondazione ebbe una lunga fase regressiva rispetto alle innovazioni del Pci di Berlinguer».
<p><b> Vi furono distinzioni tra quanti formalmente la seguirono?</b>
<p> «Certo, vi furono tre diverse ispirazioni. I riformisti di Giorgio Napolitano puntavano all'unità socialista, ma io ero contrario perché non ritenevo che il socialismo coincidesse col craxismo. Se li avessimo assecondati saremmo stati annessi dal Psi e dopo aver faticosamente schivato le macerie del Muro di Berlino saremmo finiti sotto quelle del pentapartito».
<p><b> La seconda corrente?</b>
<p> «Era quella di Veltroni, che voleva dar subito vita al Pd. Obiettai che di partiti democratici ne possono esistere diversi, e scelsi quello di sinistra».
<p> <b>La terza?</b>
<p> «Era la mia, e puntava alla costituzione di una nuova formazione politica che andasse oltre le culture del Novecento nel solco dell'Internazionale socialista».
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<b>Ma non eravate propriamente una falange macedone.</b>
<p> «No, non eravamo compattissimi. I più convinti erano Mussi, Petruccioli e nomi simbolici come la Iotti e il fratello di Berlinguer, Giovanni. Ma anche tra noi c'erano diversi malpancisti».
<p>
<b>Ad esempio?</b>
<p> «Antonio Bassolino e Massimo D'Alema».
<p> <b>Come lo ricorda, D'Alema?</b>
<p> «Spaventato, disse che a convincerlo fu suo padre. Ma era chiaro che per lui la Svolta rappresentava il male minore: non un'occasione, ma una necessità della storia».
<p>
<b>Le pesò rompere con Ingrao?</b>
<p> «Ingrao aveva un grande carisma ed era un eccellente oratore, al congresso di Bologna fu applauditissimo e tutti ricordano che quando ci stringemmo la mano i nervi cedettero e piansi».
<p> <b>Altri tempi, oggi i partiti nascono e muoiono senza che nessuno versi una lacrima...</b>
<p>«Vero, oggi non avvertiamo più il peso delle ideologie, spesso anche delle idee, quasi sempre delle identità e delle appartenenze. E' logico che si pianga meno. Il rischio, però, è quello di passare sorridendo da un vuoto all'altro».
<p> <b>E' vero che decise tutto da solo?</b>
<p> «No. La Svolta maturò nell'arco di un anno: al congresso dell'89 decidemmo di chiamarci Nuovo Pci; in un'intervista all'<i>Espresso</i> dissi che il nostro punto di riferimento era la Rivoluzione francese e non quella d'Ottobre; in occasione di Tienanmen parlai di morte del comunismo. Poi, certo, alla Bolognina decisi da solo di dire che bisognava cambiare tutto e che occorrevano 'nuove vie'».
<p> <b>Ebbe paura?</b>
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«Tanta. Le confesso che temevo di finire in minoranza».
<p> <b>Cosa ricorda dell'atmosfera di Rimini?</b>
<p> «Una grande tensione, accresciuta dal fatto che incombeva la guerra del Golfo su cui avevamo idee diverse. La campana di un nuovo inizio stava suonando non solo per noi ma per tutti, anche se molti non la sentivano. Portare il partito dall'Internazionale comunista a quella socialista era cosa di non poco conto».
<p>
<b>Ci riuscì grazie a Bettino Craxi.</b>
<p> «Per la verità, all'inizio Craxi era contrario. Lo convinsero gli altri leader socialisti europei e alcuni suoi compagni a partire da De Michelis».
<p> <b>E' possibile che, agli occhi dei suoi compagni, su di lei abbia pesato la colpa irrazionale di aver sepolto il mitico Pci?</b>
<p> «Sì, credo che questo sentimento ci sia stato. Ho più volte avvertito il giudizio negativo di chi irrazionalmente mi considerava reponsabile della fine di un mondo che, con i suoi errori, era ovviamente caro a tutti noi».
<p>
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<b>Il peso del partito nelle urne:</b>
<p>POLITICHE 1987 = 26,6%; Sono le ultime in cui partecipa il Pci. Segretario è Natta, gli succede Occhetto.
<p>POLITICHE 1996 = 21,6%; La percentuale del Pds. Vince l'Ulivo: al governo vanno gli ex comunisti, è la prima volta.
<p>POLITICHE 2001 = 16,6%; I Ds scivolano al minimo, il centrosinistra perde. Nel 1998 il Pds cambia nome e diventa Ds.
<p>POLITICHE 2008 = 33,2%; I voti, alla Camera, al Partito democratico, nato dall'unione di Ds e Margherita.
<p>STIME 2010 = 26%; E' all'incirca la percentuale di consensi indicata dai sondaggi per il Pd, lo scorso anno.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=X6VR0">Giorno/Carlino/Nazione - Cangini Andrea</a>Nichi VENDOLA: «Niente alchimie nelle alleanze. Le urne? Le ho chieste io per primo» - INTERVISTA2011-01-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557514Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Puglia<br/><br/><br />
«Il ricorso alle urne è indispensabile ma non mi piacciono le alchimie di D'Alema».
<p> <b>Vendola, quindi lei è d'accordo sul voto?</b>
<p> «Dovrebbero chiedermi scusa per avermi tanto criticato quando dicevo che la strada erano le elezioni. L'Italia è un paese ferito nel proprio decoro e nell'immagine internazionale: è un paese allo sbando. Berlusconi rivendica l'impunità e si presenta come un sovrano medioevale "legibus solutus", vantando le sue amicizie con il fiorfiore dei dittatori, avendo con Ben Alì e Mubarak una confidenza indifferente al tema della democrazia e dei diritti.<br />
L'immagine poi, di un ministro degli Esteri, Franco Frattini che viene in Parlamento non per parlare dell'incendio che divampa nel Mediterraneo ma delle carte che gli ha dato il governo di un paradiso fiscale nell'intento di utilizzarle contro il presidente della Camera, dà la misura della gravità assoluta in cui siamo piombati».
<p> <b>Elezioni urgenti, insomma: il Pd avrebbe dovuto insistere prima?</b>
<p> «Persino Confindustria dice che si stanno perdendo mesi fondamentali mentre l'Italia sprofonda in questo pantano. Non è possibile stare dentro una logica del rinvio permanente. La crisi è politica, istituzionale, sociale. La crisi del berlusconismo si sta riverberando drammaticamente sull'Italia intera, sta infettando il paese ed è urgente un momento di igiene democratica, cioè le elezioni. Si sente cattivo odore e bisogna fare pulizia. È importante inoltre aprire squarci sul vuoto di prospettiva di una intera generazione, sulla violenza dei processi di precarizzazione del mercato del lavoro, sui colpi furibondi inferti alla scuola e all'università, sulla dittatura della volgarità del maschilismo e del sessismo».
<p>
<b>Per tutte queste ragioni, comunque lo si definisca - fronte di "salute democratica", o "repubblicano", "patto costituzionale" o "un'alleanza strategica" - la vedrebbero della partita?</b>
<p> «La politica ha il compito di contesa tra modelli sociali, programmi e culture politiche alternativi. Non ci può chiudere la stagione del berlusconismo se non si dicono parole chiare sui diritti di libertà, sui diritti umani e quelli sociali. Necessaria è un'alternativa forte e credibile».
<p> <b>All'appello di D'Alema risponde sì o no?</b>
<p> «Rilancio con un altro appello: apriamo un cantiere, discutiamo della crisi della società italiana e di come restituire speranza a una generazione che non può aprire una finestra per affacciarsi sul futuro. Mettiamo al centro la vita materiale, i dolori, le speranze di un paese in cui il ceto medio si sta squagliando, la povertà interroga anche chi ha un contratto di lavoro, il welfare è stato colpito alla nuca. Oggi la prima cosa è sbarrare la strada alla violenza di una proposta di federalismo che marginalizza irreparabilmente il mezzogiorno del paese. <br />
Voglio una grande alleanza per salvare l'Italia, per difendere la laicità dello Stato, per dare ossigeno ai ceti popolari ma le formule alchemiche mi lasciano perplesso. Il gioco di Palazzo mi imbarazza e non mi interessa parteciparvi».
<p> <b>Ci vogliono manifestazioni di piazza per convincere Berlusconi a dimettersi?</b>
<p> «Penso si stia consolidando un sentimento popolare di reazione all'insopportabilità di questo clima tossico. La compravendita dei parlamentari non mette al riparo il premier, che non ha la convenienza a fare marcire questa situazione temendo che nel Pdl si possano aprire tentazioni di fuga dalla nave che affonda».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=X41D8">la Repubblica - Casadio Giovanna</a>Nichi VENDOLA: «D'Alema e Veltroni vogliono fare fuori me e Bersani»2010-12-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548512Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Puglia<br/><br/><br />
«Latorre <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/548511"><b>ha detto una verità</b></a> che è passata quasi inosservata: ha aperto a me e ha ammesso che il progetto del Pd è fallito. Ora ci saranno delle contromosse: D'Alema e Veltroni, per esempio, che sono lontanissimi, hanno però due obiettivi identici: fare fuori me e Bersani. Ma l'importante è restare tranquilli, non farsi prendere da questi giochi del ceto politico».
<p>Il governatore della Puglia è sicuro che le primarie, nonostante D'Alema, si faranno: «Bersani è una persona perbene e le ha promesse». <br />
Lo sostiene anche in un libro-intervista a Cosimo Rossi, ex giornalista del manifesto («La sfida di Nichi - Dalla Puglia all'Italia»): «Le primarie si faranno: questa è un'acquisizione fondamentale, penso che non ci sia più modo di impedire e anche di pilotare questo strumento».
<p>Non faccio finta di non sapere che nel Pd molti vorrebbero che la legislatura proseguisse per riassestare il partito, cambiare candidato alla premiership e andare al confronto con il governatore pugliese da una posizione di forza. Lo dice anche nel libro di Rossi: «Immaginare che ci sia una destra buona con cui allearsi transitoriamente contro la destra cattiva mi pare un'ennesima manifestazione di vocazione al suicidio». Già, ma nel Pd si torna a parlare di un possibile governo Draghi che affronti l'emergenza economica: «Sarebbe ugualmente devastante» taglia corto Vendola.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=VRBVF">Corriere della Sera - Meli Maria Teresa</a>Paolo DE CASTRO: «Caro Renzi, leader si diventa sudando» - INTERVISTA2010-11-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547670Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
I «rottamatori»? Paolo De Castro - presidente di Red, braccio politico della dalemiana Fondazione ItalianiEuropei - spara a zero: «Se sei un trombone, saranno i cittadini a stabilirlo, mica può farlo Matteo Renzi con la sua prosopopea...».
<p>A poche ore dall'inizio della tre giorni di Firenze, indetta dal sindaco Matteo Renzi e da Pippo Civati, sulla parola d'ordine del ricambio generazionale, i promotori sono riusciti a far accendere i riflettori sull'evento e anche un battitore libero di fede dalemiana come l'ex ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro va all'assalto.
<p>
<b>La parola d'ordine dei «rottamatori» sarà semplistica, ma è chiara: dopo 15 anni a casa...</b>
<p> «Se stessimo alla loro logica, oggi al Quirinale non avremmo il presidente Napolitano, una personalità che gode il massimo della fiducia degli italiani E non mi pare che abbia 35 anni...».
<p>
<b>Forse ci sono dei politici che hanno saputo affrontare la maturità meglio di altri?</b>
<p> «Guardi, nel saper dare le risposte giuste in politica, non conta l'età. La politica è responsabilità e rispetto dei cittadini: se hai 90 anni e riesci nella missione politica meglio di uno di 30, belloccio e con la parlantina, vivaddio, meglio uno di 90 anni! Una battuta certo, per dire: l'alternativa non deve essere tra giovane o vecchio, ma tra bravo e incapace».
<p>
<b>Restiamo ai fatti: ai vertici del Pd ci sono gli stessi personaggi - da Bersani a D'Alema, da Finocchiaro a Veltroni - che erano in prima fila nel 1996, quando i leader nel mondo erano Clinton, Blair, Chirac, tutti usciti di scena...</b>
<p> «Anche in altri schieramenti i leader sono gli stessi di allora: Berlusconi, Fini, Casini. Perché la politica è frutto di battaglie. Si diventa leader sudando. Con gli atti concreti, guadagnando giorno per giorno la fiducia di chi ci ha eletto. Non si occupano le poltrone, per diventare leader con le interviste sui giornali».
<p>
<b>Certo, è altamente opinabile sostenere che uno è più bravo solo perché è più giovane, ma non pensa che una intera generazione si sia logorata, tra gelosie e risentimenti che durano anni?</b>
<p> «Ma figurarsi, ognuno può avere dei difetti.<br />
E governando, abbiamo dovuto fronteggiare sicuramente una eccessiva litigiosità. Ma andiamo al dunque: uno come D'Alema, che può essere simpatico o antipatico, ma è un politico invidiato in tutta Europa. Vogliamo pensare cosa sarebbe la politica estera dell'Ue se invece della signora Ashton avessimo avuto lui?».
<p>
<b>Insomma il Pd deve tenersi e valorizzare i suoi leader di sempre?</b>
<p> «lo ribalterei l'accusa: si rimprovera ad una generazione un eccesso di personalismo, ma questa campagna per la rottamazione, cosa altro è, se non un altro tipo di personalizazione?».
<p>
<b>
Renzi si è guadagnato la ribalta, battendo i notabili...</b>
<p>«Ma è appena arrivato! Faccia il sindaco per 5 anni e poi vediamo, magari si guadagna così i galloni da leader». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=V4V3I">La Stampa - Martini Fabio</a>Paolo FERRERO: «Siamo molto interessati a cacciare Berlusconi e difendere la Costituzione italiana, ma non siamo interessati al nuovo Ulivo»2010-09-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507239<br />
«Noi non siamo interessati al nuovo Ulivo, siamo molto interessati a cacciare Berlusconi e difendere
la Costituzione italiana».
<p> Lo ha affermato Paolo Ferrero della Federazione della Sinistra a Vasto durante la festa dell'Idv.
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«La proposta di Alleanza Democratica - ha detto - e' una proposta intelligente capace di cacciare Berlusconi. Entrerei nel nuovo Ulivo se fosse in grado di fare alcune cose per cambiare il Paese: abrogare la legge 30, andare via dall'Afghanistan, assunzione dei precari e riconversione ambientale dell'economia. La mia opinione - ha concluso - e' che non vi siano queste condizione per un nuovo Ulivo".
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«La vecchia Democrazia cristiana era più attenta al territorio del Pdl» ha detto ancora Paolo Ferrero. Poi quando ha fatto riferimento alla legge elettorale e al sistema alla tedesca, citando anche Massimo D'Alema, è arrivato qualche fischio: «Non so se questi fischi sono per il sistema alla tedesca o per Massimo D'Alema ....».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.liberazione.it/news-file/Ferrero---Non-siamo-interessati-all-Ulivo----LIBERAZIONE-IT.htm">Liberazione.it</a>