Openpolis - Argomento: dicohttps://www.openpolis.it/2008-09-17T00:00:00ZRenato BRUNETTA: «I miei Dico si chiameranno DiDoRe»2008-09-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359424Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Non è un progetto del governo, né della maggioranza; nel programma di governo infatti non c'è. È una riflessione da professore, non da ministro. Una riflessione politico-culturale. Nata da un articolo che firmai con Giuliano Cazzola su Libero nel febbraio 2007, contro i Pacs e i Dico della sinistra. E sviluppata con il mio vicino in consiglio dei ministri, un uomo di grande cultura e intelligenza politica come Gianfranco Rotondi. Ne parlo per la prima volta. E come prima cosa dico questo: se la nostra riflessione è utile, se serve per unire, per aggiungere, per accrescere la felicità dei cittadini, andiamo avanti», dice Renato Brunetta.<br /><br />
«Se invece ne nascono divisioni e lacerazioni, la straccio. Abbiamo ben altre cose da fare. Però...». Però ai «Didoré», come li chiama, Brunetta non ha ancora rinunciato. Non vorrebbe parlarne. La prima preoccupazione è evitare polemiche, non replicare alle critiche del mondo cattolico, espresse prima da Avvenire e ora da Famiglia Cristiana. Però il ministro della Funzione pubblica non rinuncia a chiarire meglio il suo progetto. «Né Dico, né Pacs. Con il pretesto dei diritti, la sinistra intendeva puntare alla roba. Assalire la diligenza del welfare. In particolare, le pensioni di reversibilità; su cui l'Italia ha già le norme più generose al mondo, che però non affondano il sistema perché di solito un coniuge sopravvive all'altro di una manciata di anni. Ma con i Dico il superstite avrebbe percepito la pensione per venti o trent'anni: un disastro. Al contrario, <b>i Didoré</b> — <b>DIritti e DOveri di REciprocità</b> dei conviventi — non prevedono oneri per lo Stato. Non un solo euro a carico del contribuente. Non welfare; diritti individuali. La sinistra, nascondendosi dietro le coppie omosessuali, aveva progettato un colpo grosso, un imbroglio. Paradossalmente, meglio Zapatero, per cui le due tipologie di convivenza si equivalgono. Per me, così non è, così non può essere e non voglio che sia». <br /><br />
«Ecco l'altro punto importante: nessuna mimesi, nessuna imitazione riduttiva del matrimonio. La mia visione della famiglia è quella dell'articolo 29 della Costituzione, e non può prescindere dal matrimonio tra un uomo e una donna. La famiglia è un bene pubblico, e come tale destinatrice di welfare. Lo stesso vale per una coppia con figli. Ciò non toglie esistano altri legami che non sono beni pubblici, ma possono essere considerati beni meritevoli. Cioè beni che meritano l'attenzione e la tutela dello Stato. A me pare che in questa categoria rientrino legami di affettività, di reciprocità solidaristica, di mutua assistenza; a prescindere dal sesso. Da buon laico, non voglio uno Stato che si infili in camera da letto e guardi sotto le lenzuola. Se due persone decidono di vivere insieme — non mi interessa se vadano a letto o no, se siano etero o omo; purché si scambino affettività e solidarietà —, credo possa essere considerato positivo». <br /><br />
Da qui l'idea — «dell'economista», precisa Brunetta — di un testo unico che possa migliorare la vita di molti cittadini senza spese per lo Stato. Prevedendo il diritto, in caso di malattia, di visitare il convivente e accudirlo. Di designarlo come rappresentante per le decisioni in materia di salute, donazione degli organi, trattamento del corpo e celebrazioni funerarie. Di succedergli nel contratto di locazione. Diritti, ma anche doveri: ad esempio, gli alimenti, per un periodo proporzionale alla durata della convivenza. È una proposta su cui Brunetta non cerca lo scontro, anzi. «Semplicemente, alla teoria del piano inclinato, per cui qualsiasi spiraglio può aprire una deriva che si sa come comincia e non come finisce, preferisco la teoria della barriera. Della diga. Di qua la famiglia. Di là una situazione diversa, disciplinata da poche e chiare regole, che sono pur sempre meglio dell'impasse, dell'ipocrisia, del caos di oggi. Se si può creare un terreno di convergenza tra laici e cattolici, bene. Non sono credente. Ma credo nel rispetto reciproco, nel confronto, nella collaborazione. Se invece si va alla rottura, io rinuncio. Il paese ha ben altri problemi, e il lavoro non ci manca».
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Quel che gli sta davvero a cuore, dice Brunetta, è proseguire le riforme. «Questo governo rappresenta la più grande coalizione riformatrice della storia repubblicana. Il vero erede della tradizione di centrosinistra ». Addirittura? «Forza Italia mette insieme tutte le anime riformiste del vecchio centrosinistra: noi socialisti lib-lab, i repubblicani di La Malfa, i liberali di Biondi, i socialdemo-cratici, i cattolici liberali. Insomma, il centrosinistra che ha governato il boom economico e poi il pentapartito che ha salvato il paese dall'inflazione ai tempi di Craxi e in seguito di Amato e Ciampi. Dopo il diluvio di Tangentopoli, Berlusconi ha avuto la geniale intuizione di allearsi con il riformismo padano, che porta al federalismo fiscale, e con il riformismo nazionale della nuova destra di Fini, che ha fatto un lavoro straordinario, pur se è troppo generoso quando rinuncia a ribadire che molti antifascisti non erano democratici. Di là ci sono la sinistra democristiana, le frange extraparlamentari e gli ex comunisti. Che sono sempre stati dalla parte opposta al riformismo: contro la Nato, contro l'Europa, contro lo Statuto dei lavoratori, contro il decreto di San Valentino, contro la politica dei redditi. Quando sento D'Alema definirsi socialista mi vengono i brividi. Non a caso, votano per noi i colletti blu e le partite Iva: l'Italia che lavora e quella che rischia. Votano per la sinistra i settori protetti, in particolare pezzi di pubblico impiego, e la rendita. Per troppi anni i salari del settore privato non sono cresciuti, e di conseguenza è calata la produttività; la dinamica salariale è stata vivace solo nei settori protetti. La Cgil ha scambiato moderazione salariale con potere politico. Noi dobbiamo liberare i salari dalla moderazione. Una parola che a me non piace».
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La prossima settimana, anticipa Brunetta, è in arrivo un'altra novità. «Tutto in rete. Il primo accordo sarà con la Gelmini: la scuola. Il secondo con Alfano: la giustizia. Poi toccherà alla Lombardia e alla Campania, quindi a Milano e a Napoli. Alla fine la pubblica amministrazione farà sessanta convenzioni — con gli altri ministeri, con le Regioni, con i comuni capoluogo — per digitalizzare e collegare tutti in rete. Addio carta; via mail si faranno pratiche, certificati, licenze; andranno su Internet anche la pagelle ». E la crisi Alitalia? Quanti licenziati fineranno sul groppone dello Stato? «Neanche uno. La pubblica amministrazione deve diventare un'eccellenza, non fare da ammortizzatore sociale. Mi rifiuto di credere che il mercato non possa assorbire 3200 esuberi. Se ne arriva uno solo, me ne vado io. Ma Berlusconi ha già detto che non accadrà.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=J932E">Corriere della Sera - Aldo Cazzullo</a>Gianfranco ROTONDI: «Ma io, cattolico, difendo i gay» - INTERVISTA2008-09-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359187Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Attuazione del programma (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Sono un politico di ispirazione cristiana che non prende ordini e non si fa spaventare dagli anatemi». Non perde l’abituale ironia e dice che alla fine avrà gli applausi «sia della Cei che dell’Arcigay», ma ci va giù duro, Gianfranco Rotondi. Nel giorno in cui Avvenire lo chiama in causa con un corsivo, accusandolo di incoerenza per l’annunciato progetto di legge sulle unioni civili, il segretario della Nuova democrazia cristiana dedica l’ora di pranzo a ribaltare l’argomentazione contro il quotidiano dei vescovi. Di più: arriva anche a toccare le ragioni personali per le quali non ritiene incoerente il suo agire, anche in difesa dei diritti dei gay: «Mi sono sposato in chiesa, ma tutto ciò che è al di fuori di questo patto eterno davanti a Dio, per me che sono cristiano, è interessante solo su questa terra», spiega. E aggiunge: «Per me occuparmi dei diritti dei gay è come parlare dei diritti dei divorziati e dei loro figli. Non tutti i peccati sono reati».<br /><br />
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Non avverte su di sé l’incoerenza di cui l’accusa il quotidiano della Cei?</b><br />
Avverto l’incoerenza giornalistica di Avvenire. Nei giornali le fonti si verificano sempre. Loro no: lanciano un anatema preventivo senza sapere cosa voglio fare. La mia sfida sarà preparare un testo nel quale anche il quotidiano della Cei si troverà d’accordo.<br />
<b>Ma i valori? Gli appelli di Benedetto XVI? La famiglia come nucleo portante della società?</b><br />
Senta, io sono un indegnissimo erede di De Gasperi, Moro e Sullo, contro cui pii corsivi furono indirizzati per fermare l’alleanza coi partiti laici, il centrosinistra, la riforma urbanistica. E mi dispiace che siamo tutti caduti in miseria, ma il metodo rimane lo stesso: aderire ai principi, non obbedire ai corsivi. Così potrà crescere quella nuova classe dirigente auspicata da Benedetto XVI.<br />
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Ma si ricorda il putiferio che è venuto giù tra Pacs, Dico e Cus?</b> <br />
Il politico cristiano deve risolvere i problemi di tutti. Non mi invento io i figli delle coppie di fatto e i conviventi senza diritti.
All’epoca, il centrosinistra ha adottato una soluzione ideologica, dal presupposto inaccettabile: equiparare le convivenze alla famiglia. Non è certo il nostro obiettivo. <br />
<b>Intendete tutelare anche le unioni gay?</b><br />
Ma perché mai i gay non dovrebbero aver diritto ad assistersi reciprocamente nella malattia o a succedere nel contratto di affitto? Fare una legge che, agendo sui diritti soggettivi, garantisca questo significa risolvere questioni pratiche. Questioni che la saggia Dc avrebbe chiuso con un compromesso e una leggina, magari a Ferragosto.<br />
<b>Due anni fa Prodi ha fatto un buco nell’acqua. Perché ricominciare?</b><br />
Dirò una cosa molto dura, ma è ora di farlo. Sono un cristiano, mi sono sposato prima in municipio e poi in chiesa. La sera prima delle nozze a mia moglie ho detto pensaci bene, siamo cristiani, per noi è per sempre. Tutto quello che è fuori da questo patto eterno davanti a Dio, per me che sono cristiano, è interessante solo su questa terra; ed io, come legislatore, i diritti dei mortali li amministro solo su questa terra: quindi per me occuparmi dei diritti dei gay è come parlare dei diritti dei divorziati e dei loro figli. E un affare terreno, doveroso per chi, pur da cristiano, deve legiferare per tutti e tenendo unita la società. Come disse Rocco Buttiglione - incompreso - a Strasburgo non tutti i peccati sono reati e viceversa. È una distinzione che fonda la cultura liberale e spiega perché uno come me, che in quarant’anni non ha mai perso una messa, si affatichi tanto per le vedovanze fuori sacramento.<br />
<b>E’ ottimista sui risultati?</b><br />
Brunetta ha un geniaccio tale che alla fine applaudiranno sia la Cei che l’Arcigay.<br />
<b>La proposta di legge a che punto è?</b><br />
Nero su bianco non c’è ancora nulla. L’importante è che sarà a costo zero per lo Stato.<br />
<b>Non ci sarà la reversibilità della pensione?</b><br />
Esatto: così abbiamo chiuso la polemica sull’ipotesi che si tratti di una famiglia alternativa. Vogliamo invece introdurre diritti nelle cure, nella successione nel contratto di affitto e nella proprietà della casa. Proponiamo una sorta di contratto unico valido davanti allo Stato, limitatamente alle questioni accennate e restando nell’ambito del diritto privato. <br />
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Chi sarà della partita?</b><br />
Ci sono altri colleghi attenti al tema: questo corsivo di Avvenire è stato coli rapido perché si sa che cattolici eminenti e anche eminenze hanno approvato le mie dichiarazioni.<br />
<b>Come rassicurerà i cattolici?</b> <br />
Il testo nascerà da un dibattito culturale che partirà dal mondo cattolico. Sentirò anzitutto colleghi come Pezzotta, Binetti,Volontè ed altri. Ed è chiaro che l’iniziativa avrà successo solo se ci sarà più o meno l’unanimità. Altrimenti non partiamo neanche.<br />
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E perché un Parlamento di centrodestra dovrebbe venirvi dietro?</b><br />
I veri conservatori sono quelli che al momento giusto sanno salvare il minimo indispensabile: altrimenti la rivoluzione li travolge. <br />
<b>Il Pdl travolto da masse di coppie di fatto?</b><br />
Voglio dire che se lasciamo il problema irrisolto e, per un malaugurato accidente, il governo dovesse cadere... La Chiesa lo sa come risolverebbe il problema la sinistra tornata al potere? <br />
<b>Lo dica lei.</b> <br />
Alla Zapatero. Perciò, qua giù nelle retrovie c’è un manovale cristiano al lavoro.
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=128435">Liberal - Susanna Turco</a>Rocco BUTTIGLIONE: «I cristiani sono allo sbando» - INTERVISTA2008-09-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359125Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) - Vicepres. Camera <br/><br/><br />
«L'Italia è avviata in un percorso distruttivo, con la vita del popolo ridotta ad uno scontro di potere tra due grandi partiti. In questo modo, viene meno la vita reale della gente, i valori importanti, l'educazione dei figli.Da qui l'esistenza di un popolo cristiano allo sbando e senza punti di riferimento». Le parole del Papa, sull'esigenza di «nuovi politici cattolici», vengono accolte dal presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, come «un incoraggiamento» ad andare avanti nello sforzo che il partito di via Due Macelli sta facendo «per rinnovare la politica». Un'esortazione, quella di Benedetto XVI che servirà anche come spunto di riflessione per la festa del partito di via Due Macelli (a Chianciano da giovedì fino a domenica prossimi). Quello che in sostanza deve venir fuori, secondo Buttiglione, è l'esistenza di un intero popolo cattolico «che anima la vita del Paese: lo troviamo nelle parrocchie, nel volontariato, nelle misericordie e nei movimenti ecclesiali, un mondo che orienta e dà senso alla vita di milioni di cattolici italiani».<br />
<b>Secondo lei il Papa ha voluto bacchettare il bipolarismo, che esiste attualmente in Italia, e che non lascia spazio al cattolicesimo politico organizzato?</b> <br />
«Non spetta a me dirlo. Certamente rappresenta una critica a una politica in cui la spinta della fede appare annacquata o in un generico umanesimo o in un altrettanto generico arroccamento ai cosiddetti valori tradizionali. Certo è che c'è un intero popolo di cattolici che avrebbe bisogno di una politica diversa». <br />
<b>Un popolo di cui, secondo lei, la politica non si occupa?</b> <br />
«Oggi lo sforzo per rendere questa società più umana non è confinato alla sola politica ma certamente non può rimanerne estranea. Io che già sono in politica da tempo sento di avere la responsabilità di aprire cammini per consentire a queste realtà di assumersi le proprie piene responsabilità. Credo molto nei grandi movimenti cattolici: da Cl a Rinnovamento dello Spirito o Azione Cattolica, passando anche per tutti quelli più piccoli. C'è una grande realtà di persone che sono la speranza vera di questo paese».<br />
<b>Ma il popolo cattolico di cui lei parla ha bisogno del contatto con la politica?</b><br />
«Sì. Questo popolo è ora alla frontiera della politica: capisce che la fede deve investire in politica, ma ha paura. Le parole del Papa vanno in questa direzione, lui ci esorta ad andare avanti senza avere paura». <br />
<b>Qual è il punto di partenza per costruire una nuova classe di politici cattolici?</b><br />
«Costruire un'altra politica. Noi, come Udc, stiamo lavorando per questo: è da tempo che sentiamo il grido del Papa. A inizio novembre faremo un'assemblea a Loreto, aperta a tutti i movimenti cattolici, invitando uomini che arrivano proprio da quella realtà. E a loro rivolgeremo una domanda ben precisa: "Voi cosa pensate di fare?"
Questo per ribadire che per tutti i cattolici in Italia esiste un problema politico. E poi abbiamo un altro progetto».<br />
<b>Quale?</b><br />
«Realizzare una costituente di centro, che permetta di aprire l'Udc e farlo diventare una realtà più grande, che sia anche un'espressione educativa».<br />
<b>Quanto conta il dialogo con il Pdl in questo percorso di costruzione del nuovo Udc?</b><br />
«In questa fase non è quello che ci interessa. Ora dobbiamo lavorare su un altro livello. La gente non ragione in base alle alleanze ma sui valori e sull'esperienza dei cristiani. L'appello del Papa non è rivolto ad un partito piuttosto che ad un altro. È assolutamente per un altro modo di fare politica. Da qui il nostro sforzo sempre maggiore per costruire un percorso basato su questi valori».<br />
<b>Quindi niente Pdl?</b><br />
«Io sono convinto dell'importanza del dialogo con il Pdl, quindi è una cosa che noi faremo. Ma non ora. Quello di cui c'è bisogno in questo momento è cominciare a lavorare fuori dai partiti, partendo dall'esperienza di fede. Un'esperienza che poi arriva in politica, ma che prima implica un percorso basato sui veri valori».<br />
<b>La prossima settimana si aprirà la vostra festa nazionale. Quale sarà il leit motiv dell'edizione di quest'anno?</b><br />
«Certo ogni festa ha molte sfaccettature. In questa andremo a ribadire il primato della politica dei valori su quella delle alleanze».<br />
<b>Altra questione che vi riguarda da vicino, i Dico. I ministri Rotondi e Brunetta stanno lavorando ad una nuova versione della la legge sulle unioni civili, compreso quelle omosessuali.</b> <br />
«Non è una novità la mia antica battaglia ai Dico. Sono sempre stato contrario ad ogni forma di matrimonio diverso da quello tradizionale, e quindi a quello omosessuale. Se muore la famiglia, concepita come l'unione di un uomo e di una donna, muore l'Italia. Sono amico di Rotondi e ammiro anche il suo tentativo di trovare una soluzione possibile. Ma trovare soluzioni accettabili su questo tema è davvero difficile. Alla costruzione di un'alternativa al matrimonio o a lanciare un nuovo modello di famiglia, io dico decisamente no». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=J5USO">Il Tempo - Giancarla Rondinelli</a>Laura BIANCONI: Coppie di fatto: AMMIRO LA CONTINUA COERENZA DELL’AMICA BINETTI2008-04-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331639Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) <br/><br/> “Ancora una volta le contraddizioni, soprattutto sui temi etici, all’interno del PD mettono in evidenza come non sia possibile prendere in seria considerazione il loro programma elettorale”. Questo è quanto sottolinea la senatrice Laura Bianconi, candidata al Senato nella regione Emilia Romagna per il PDL in merito alla posizione del partito di Veltroni a favore del riconoscimento delle unioni omosessuali e di fatto.
“Apprezzo, come sempre, la coerenza della mia amica Paola Binetti che ha confermato ancora una volta – spiega la senatrice Bianconi –che non voterà mai a favore di leggi che regolino le coppie di fatto ed omosessuali. Entrambe abbiamo sempre sostenuto - conclude – che un conto è il rispetto dei diritti individuali, altro è minare le basi della famiglia quale istituto riconosciuto dalla Costituzione come nucleo fondante della nostra società, così come hanno cercato di fare questo Governo e la maggioranza uscente di sinistra prima con le proposte di legge dei DICO e poi con quella dei CUS.”
Cesena, 4 aprile 2008<br/>fonte: <a href="http://www.cesenalibera.it/socfam005.htm">CesenaLibera</a>BEATRICE BIAGINI: Convivenze, nuove famiglie, e diritti: una dimensione europea2008-03-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331041Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Firenze (Lista di elezione: DS) - Consigliere Consiglio Comunale Fiesole (FI) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/>Non vediamo segni di rovina o di incivilità nelle società che hanno regolamentato le unioni di fatto e hanno riconosciuto i matrimoni omosessuali. Solo in Italia la discussione sembra prigioniera di immagini folkloristiche di che cosa significhi convivere, avere cura del proprio compagno o compagna, o desiderare di mettere al mondo dei figli, o adottarli.
Sui diritti dei conviventi e i matrimoni omesessuali, come minimo si deve discutere su basi chiare, al di là delle "preferenze" per questo o quel "principio etico". E oggi è possibile farlo. Invece di parlare di problemi immaginari creati da unioni immaginarie, si può andare a vedere che cosa accade con le unioni reali nei paesi che hanno regolamentato i diritti dei conviventi o legalizzato i matrimoni omosessuali.
(...)
I Pacs non riducono la natalità. E i matrimoni omosessuali non creano ambienti familiari ostili allo sviluppo dei figli, propri o adottivi.
Sul piano etico, una società che abbandona una parte della popolazione, in particolare la parte che più di ogni altra è esposta a discriminazioni, relegandola in una una zona in cui non vige il diritto, non può considerarsi giusta. I diritti delle coppie di fatto devono essere affermati chiaramente. Una legislazione europea, che preveda quantomeno dei Pacs europei riconosciuti in ogni stato dell'Unione, permetterà a molti cittadini di superare la non 'esportabilità' della loro unione e a molti altri di avere semplicemente riconosciuto il loro progetto di vita.
<br/>fonte: <a href="http://beabiagini.googlepages.com/convivenze%2Cnuovefamiglie%2Cediritti">Beatrice Biagini - Partito Democratico Europa</a>Stefano Montanari: Molto favorevole alle unioni civili2008-03-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330501Risposta ufficiale ai temi di voisietequi<br/>fonte: <a href="http://elezioni2008.voisietequi.it/risposte_partito/14">Voi Siete Qui</a>Luigi BOBBA: Il mio impegno2008-03-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330873Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: L' Ulivo) <br/><br/>È la famiglia l’architrave della coesione sociale e del bene comune di una nazione. Per questo ho sempre cercato di tutelarla e promuoverla contrastando tutte quelle mistificazioni che - come i pacs e le unioni di fatto - rappresentano una smentita del dettato costituzionale (art. 29).<br/>fonte: <a href="http://www.luigibobba.it/index.php?mod=newssettori&act=visualizzasettore&id=2">www.luigibobba.it</a>Daniela GARNERO SANTANCHE': Ferma opposizione a formule tipo DICO e PACS che investono il Diritto pubblico2008-03-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330593Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/>Dal programma elettorale de La Destra per le elezioni 2008 (pag. 3):<br />
"<b>Tutela della famiglia tradizionale</b>: consapevoli della necessità di regolamentare i rapporti di Diritto privato che scaturiscono dalle diverse forme di unione di fatto, vogliamo ribadire la nostra ferma opposizione a formule tipo DICO e PACS, che investono il Diritto pubblico oltre alle finanze dello Stato."<br/>fonte: <a href="http://www.danielasantanche.com/wp-content/uploads/2008/03/programma.pdf">Programma Elettorale La Destra 2008</a>Marco CAPPATO: «Non torneremo indietro su testamento biologico e Dico»2008-02-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329464Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/>Il confronto va bene, ma su questioni come l'eutanasia, le unioni di fatto, la droga, il Concordato, le posizioni sono inconciliabili.
«Anche nel Partito democratico americano sui diritti civili ci sono posizioni molto articolate. E comunque, da quando abbiamo pensato all'alleanza con il Pd, abbiamo sempre detto che per noi prioritarie sono le riforme in senso liberale in campo economico, istituzionale e della giustizia. Sui diritti civili crediamo ci siano anticorpi laici sia nella Chiesa sia nella società che ci garantiscono».<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=117437">QN</a>Enzo CARRA: Noi Teodem sentinelle contro il laicismo2008-02-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330874Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo) <br/><br/>«La vita va salvaguardata dal concepimento alla sua fine naturale. E’ un valore assoluto e non negoziabile, quindi dobbiamo fare nostro il monito di Benedetto XVI. Noi ci impegniamo a vigilare affinché nel Pd sia adeguatamente rappresentata la sensibilità cattolica e non diventi ininfluente la voce dei credenti sui temi eticamente sensibili. Non consentiremo uno stravolgimento del programma del Pd in senso radicale e laicista».
«Occorre tenere conto dell’equilibrio delle forze politiche in campo. Il Papa sa bene che anche nel prossimo Parlamento non ci saranno i numeri per cambiare la 194 anche se per noi la soppressione della vita resta il male assoluto. E’ già una vittoria per noi cattolici il fatto che nel programma del Pd non ci siano i Dico ma solo i diritti delle persone conviventi. E sul testamento biologico contiamo ancora di poter raggiungere una sintesi tra laici e credenti».<br/>fonte: <a href="http://www.lastampa.it/search/articolo.asp?IDarticolo=1751243&sezione=Interni">www.lastampa.it</a>Pier Ferdinando CASINI: No a uguali diritti per le coppie gay2006-12-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330546Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) <br/><br/>Casini contro i pari diritti alle coppie gay. Il presidente dell'Udc va all'attacco e annuncia battaglia: "C'è una parte della maggioranza che vuole portare l'Italia verso la Spagna di Zapatero - dice Casini - parificando la famiglia regolare a due conviventi omosessuali. Noi non li vogliamo discriminare, ma non possono pretendere uguali diritti rispetto alle coppie regolari, previste non solo dalla legge, ma anche dalla Costituzione. Su questo faremo una battaglia, in Parlamento e nel Paese, coinvolgendo i settori moderati, cattolici e non, della maggioranza" .<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/cronaca/padova-pacs/avvenire-e-polemiche/avvenire-e-polemiche.html">repubblica.it</a>