Openpolis - Argomento: bilancio regionalehttps://www.openpolis.it/2014-03-21T00:00:00ZLUCIO TIOZZO: “USATO COME RING DAL CENTRODESTRA. ABBIAMO SALVATO DALLA SCAZZOTTATA ALCUNE PRIORITA’ ”2014-03-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718101Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
“E’ stato un bilancio usato come ring per un torneo di boxe tra i consiglieri di centrodestra, con uno Zaia totalmente assente, che non ha minimamente pensato a tutelare il Veneto da questo spettacolo indecente, gettando la spugna ancora prima del gong iniziale. Ad uscire con le ossa rotte è stato proprio il bilancio, che risponde al massimo a qualche emergenza, ma affossa ogni spiraglio di miglioramento in settori cruciali”.
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Questo il primo commento del capogruppo del PD in Consiglio regionale, Lucio Tiozzo, sull’approvazione finale della Finanziaria e del Bilancio 2014.
“Da questa scazzottata il PD ha avuto il merito di salvare alcune priorità che ci eravamo posti come obiettivi alla vigilia di questo bilancio: dai 40 milioni per la tutela idrogeologica al pieno ripristino dei 61 milioni mancanti per il sociale e dei 14 milioni tagliati per la non-autosufficienza. Abbiamo garantito anche la prosecuzione dell’esperienza dei lavori di pubblica utilità che nel 2013 hanno dato la possibilità ad oltre 1.200 persone di trovare un’occupazione presso le amministrazioni locali. Non ultimo, il nuovo ospedale di Padova, per la cui realizzazione verranno investiti i primi 150 milioni”.
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“Le cifre sono tuttavia inferiori a quelle che avevamo richiesto. E il motivo – accusa ancora l’esponente democratico – sta tutto in questa lotta spartitoria messa in atto dal centrodestra che ha impedito di utilizzare integralmente i 240 milioni di investimenti a disposizione per gli obiettivi importanti. A pagarne le spese è stato principalmente il settore dei trasporti. Per i servizi non c’è un euro in più rispetto allo scorso anno. In questo modo non si recuperano i tagli del 2010 per i trasporti su gomma, non si investe nulla per l’acquisto di nuovi treni, non si garantisce neppure la chiusura della prima fase della metropolitana di superficie e l’inizio della seconda fase. Insomma una debacle totale, alla faccia degli utenti che chiedono un radicale miglioramento dei servizi: su questo Zaia e Chisso hanno responsabilità colossali che denunceremo nelle prossime settimane con una campagna ed iniziative sul territorio”.
“Non ho dubbi nel dire – evidenzia Tiozzo in conclusione – che questo è stato il bilancio più brutto degli ultimi lustri. Sia per qualità programmatoria, sia per assenza di interventi efficaci. Ma soprattutto per la mancanza di senso di responsabilità e di dignità istituzionale che il centrodestra e Zaia hanno drammaticamente dimostrato. Per il Veneto è un Ko tecnico”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticovenezia.it/?p=5329">www.partitodemocraticovenezia.it</a>Daniele Sabatini: Dalla Pisana 800mila euro per asili nido e patrimonio storico2013-12-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712636Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Gruppo: Altro) <br/><br/>Continua il lavoro dell’opposizione per garantire un bilancio equo, che tenga realmente in considerazione le istanze delle fasce più in difficoltà. La notte scorsa, in commissione, è stato approvato un mio emendamento al bilancio dove vengono previsti 400mila euro per i nostri asili nido. Si tratta di una misura concreta per la conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, a favore dell’infanzia (0-3 anni). Questo si aggiunge agli emendamenti che ho presentato alla legge di stabilità, approvati sempre in commissione, per l’abbassamento degli importi dovuti – dalle persone giuridiche (da 3mila a 1500euro), dalle organizzazioni non lucrative ( da 3000 a 1000euro) e anche dalle persone fisiche in condizioni di grave disagio economico (da 500 a 200 euro) per accedere alla rateizzazione dei debiti tributari nei confronti della Regione Lazio. In un momento di grave crisi economica, è necessario porre in essere misure decise e chiare per tutelare famiglie, associazioni di volontariato e il tessuto produttivo della nostra regione. Quindi, continuerà il nostro lavoro per rispondere sempre al meglio alle istanze delle categorie più deboli: non permetteremo ribadisco – che il bilancio della Giunta Zingaretti ricada su di loro. Inoltre prosegue – sempre questa notte durante i lavori della Commissione Bilancio, sono stati approvati due miei emendamenti per un totale di 400mila euro per la valorizzazione dei beni e delle attività culturali: si tratta di un intervento importante sia per la tutela e per il rilancio del nostro patrimonio archeologico, artistico e architettonico, sia per le relative ricadute positive in termini turistici ed economici.<br/>fonte: <a href="http://www.tusciaweb.eu/2013/12/dalla-pisana-800mila-euro-per-asili-nido-e-patrimonio-storico/">www.tusciaweb.eu</a>Daniele Sabatini: Approvati miei emendamenti per l’ abbassamento degli importi per l’accesso alla rateizzazione dei debiti2013-12-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712635Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Gruppo: Altro) <br/><br/>Approvati i miei emendamenti alla legge di stabilità 2014 in Commissione Bilancio. Oltre all’abbassamento da 3000 a 1500 euro dell’importo complessivamente dovuto dalle persone giuridiche per accedere alla rateizzazione dei debiti tributari nei confronti della Regione Lazio, grazie ad un mio emendamento da oggi è stato abbassato il tetto anche per le organizzazioni non lucrative da 3000 a 1000 euro”. Dichiara in una nota il consigliere del Nuovo Centrodestra Daniele Sabatini: ”Saluto inoltre con grande soddisfazione l’accoglimento dell’emendamento congiunto presentato con il consigliere Francesco Storace che abbassa tale importo da 500 a 200 euro per i cittadini in situazione di grave disagio economico. E’ stato inoltre approvato un emendamento a mia firma che riduce da tre a due anni il termine che deve decorrere dalla data di decadenza dal diritto di rateizzazione del debito, per poter formulare una nuova istanza di rateizzazione. In un periodo di grave crisi economica e con una forte esposizione debitoria delle nostre famiglie, delle associazioni e delle imprese si tratta di un primo traguardo raggiunto a favore dei cittadini del Lazio<br/>fonte: <a href="http://www.danielesabatini.it/dettagli.asp?id=818">www.danielesabatini.it</a>Roberto COTA: Le nostre linee guida per il cambiamento culturale2012-11-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656676Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Piemonte (Partito: Lega) - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: Lega) <br/><br/><br />
"La politica, purtroppo, diventa spesso l'ufficio complicazione affari semplici. Ecco alcune regole che ho già applicato e applicherò appieno durante il mio mandato.
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1) Non si può spendere più di quello che che si guadagna, come in qualsiasi famiglia. Cioè le entrate devono realmente corrispondere alle uscite, altrimenti si accumula altro debito che qualcuno deve pagare con interessi che incidono sulla disponibilità concreta di risorse negli anni futuri;
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2) La Regione deve rendere dei servizi ai cittadini, non servire a se stessa, al suo apparato. Se difendi l'apparato hai ancora meno risorse per le azioni a favore della gente;
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3) I contributi dati a pioggia non solo non servono, ma sono dannosi;
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4) Il compito della Regione non è quello di partecipare alle attività più svariate. Le partecipazioni vanno dismesse, sono un peso inutile, un costo assurdo in tempi come questi.
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Aggiungo che questi principi vanno seguiti integralmente senza trovare giustificazioni varie, mascherate da più o meno nobili cause. Agendo in questo modo si sistemano le cose e si fa il bene dei Piemontesi. Mi rendo conto che stiamo realizzando un vero e proprio cambiamento culturale, ma ho la convinzione che chi lo osteggia è perché pensa esclusivamente ai propri interessi".<br />
<br/>fonte: <a href="http://robertocota.it/index.php?option=com_content&view=article&id=827:le-nostre-linee-guida-per-il-cambiamento-culturale&catid=19&Itemid=515">robertocota.it</a>Gianfranco Polillo: Esuberi indolore negli enti locali - INTERVISTA2012-08-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648480Alla data della dichiarazione: Sottosegretario Economia e finanze<br/><br/><br />Puntare sui prepensionamenti. Bilanci oscuri negli enti locali.
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Esuberi senza «macelleria sociale» negli enti locali. I 13 mila dipendenti di troppo che andranno sfoltiti dagli organici di regioni, comuni e province saranno per gran parte («oltre la metà») individuati tra coloro che stanno per maturare i requisiti per il prepensionamento. I conti comunque si faranno a fine anno, quando il governo con dpcm individuerà il «giusto» livello medio delle dotazioni organiche degli enti territoriali e chiederà alle amministrazioni che si pongono al di sopra di questa asticella di virtuosità di non assumere più personale (se lo sforamento supera il 20%) o dare corso ai tagli (se lo sforamento supera il 40%).
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In attesa di conoscere come verranno spalmati i 24 mila esuberi preventivati dall'esecutivo per tutto il pubblico impiego, il consiglio ai comuni è di «limitare il più possibile le assunzioni, soprattutto quelle fatte in modo surrettizio attraverso le partecipate». La reale tenuta dei bilanci locali preoccupa, e non poco, il sottosegretario all'economia, Gianfranco Polillo, secondo cui la ricetta per accendere i riflettori su alcune «gestioni allegre al limite del default» è solo una: istituire un organismo indipendente di certificazione dei bilanci. Perché <b>l'idea, lanciata in un'</b><a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HM0AD"><b>intervista a ItaliaOggi (il 13 luglio scorso) dal presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino</b></a>, di ripristinare i controlli preventivi di legittimità, pur essendo «sacrosanta», è di difficile attuazione «in quanto richiederebbe una modifica costituzionale». Mentre un freno va posto subito visto che «molti enti locali sono diventati la Grecia d'Italia».
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<b>Sottosegretario, partiamo proprio da questa sua definizione. Non è un po' allarmistica? O davvero i bilanci degli enti locali sono una bomba pronta a esplodere?</b>
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La situazione è molto variegata, ma al tempo stesso piuttosto oscura. A tutt'oggi i conti degli enti locali non parlano un linguaggio comune, nonostante il decreto sull'armonizzazione dei bilanci (varato dal governo Berlusconi come corollario attuativo del federalismo fiscale, <i>ndr</i>) che però entrerà in vigore dal 2013. E così, accanto a enti virtuosi che hanno ben amministrato e rispettato il Patto e oggi si trovano in difficoltà per questo, c'è chi ha fatto il furbo mascherando situazioni di default occultate dietro gestioni apparentemente irreprensibili. Ma ora i nodi stanno venendo al pettine anche grazie agli ultimi interventi del governo Monti che ha imposto una stretta sulle partecipate, il mezzo attraverso cui si compie la maggior parte di questi falsi contabili, e una immediata pulizia dei bilanci. E mi riferisco al giro di vite sui residui attivi, ossia i vecchi crediti tributari non riscossi, e spesso non riscuotibili, ma messi lo stesso a bilancio. Il problema, tuttavia, rimane perché al momento non c'è nessuno che controlli efficacemente i conti pubblici. Lo dimostra quanto accaduto in Campania, dove il governatore Stefano Caldoro si è affidato ai tecnici della Ragioneria dello stato per districarsi tra le poste del bilancio regionale. E ha scoperto che l'ente era sull'orlo del fallimento.
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<b>Crede anche lei che la panacea possa essere il ritorno ai controlli preventivi di legittimità? Il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, la ritiene un'esigenza irrinunciabile perché, dice, i magistrati contabili hanno armi spuntate per realizzare un'efficace verifica delle gestioni dei comuni.</b>
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È una proposta sacrosanta, ma di difficile attuazione perché bisognerebbe cambiare il Titolo V della Costituzione. Nella legge che ha introdotto l'obbligo del pareggio di bilancio abbiamo previsto l'istituzione di un'Authority per il controllo dei conti pubblici. Un organismo indipendente (sul modello del Congressional budget office americano ndr) con compiti di analisi, verifica e valutazione in materia di finanza pubblica (si veda ItaliaOggi del 30/11/2011 <i>ndr</i>). L'Authority debutterà nel 2013 e credo che sia questa la strada per realizzare una rendicontazione realistica e trasparente dei conti pubblici. L'entrata a regime dei fabbisogni standard poi ci darà una mano nel tenere sotto controllo la spesa degli enti locali.
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<b>Insomma, lei dice che i comuni spendono e spandono. I diretti interessati invece ribadiscono, citando la Corte dei conti, la loro virtuosità e da settembre promettono battaglia contro i tagli della spending review. È una fotografia troppo ottimistica quella dei giudici contabili che riconoscono il ruolo svolto dai sindaci nel miglioramento degli obiettivi di finanza pubblica?</b>
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La Corte dei conti fotografa quel che vede. Noi, su richiesta del presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, abbiamo chiesto all'Istat di fornirci un quadro della spesa corrente al netto dei costi per previdenza, interessi e trasferimenti. E il risultato è stato che dal '95 ad oggi le pubbliche amministrazioni centrali hanno ridotto le spese del 10%, mentre gli enti locali le hanno aumentate dello stesso importo con la conseguenza che ora generano più del 50% della spesa pubblica totale. Non si può pensare di mettere sotto controllo i conti pubblici senza passare al setaccio la spesa comunale che ad oggi cresce più di quella di regioni e province. Certo, molti dei costi sostenuti dai sindaci sono serviti a pagare i servizi erogati ai cittadini, ma l'oscurità dei conti ci impedisce di calcolare se vi sia stata o meno inefficienza sul fronte delle uscite.
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<b>In realtà i dati del dossier depositato da Enrico Bondi in senato sembrerebbero certificare queste inefficienze. Ai comuni vengono attribuiti 7,8 miliardi di spese in più (di cui 4,6 nelle città con più di 100 mila abitanti), molto meno a regioni e province: 2,5 e 2,3 miliardi. Le regioni, in particolare, con i tagli della spending review riuscirebbero a coprire la spesa extra per consumi intermedi. Più difficile sembra essere il compito dei comuni che per recuperare 7,8 miliardi di spese inefficienti andranno incontro a un futuro non proprio roseo (500 milioni di tagli quest'anno, 2 miliardi nel 2013 e nel 2014 e 2,1 miliardi dal 2015, <i>ndr</i>). Si rischia il conflitto istituzionale, non crede?</b>
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La spending review non è una manovra ma un work in progress, un'indicazione di metodo che necessiterà in futuro di continue verifiche. <br />
È chiaro che non si possono tagliare subito 7,8 miliardi agli enti locali, altrimenti la maggior parte delle amministrazioni andrebbe in default. Ma bisogna cominciare a scavare per cercare di razionalizzare al massimo la spesa. Oggi noi non abbiamo strumenti analitici di indagine, ma le notizie degli sprechi sono all'ordine del giorno. Basti pensare ai contributi erogati dai consigli regionali ai partiti, pari a circa 300 milioni di euro. Dal 2013 i bilanci pubblici dovranno parlare una sola lingua e quindi saranno confrontabili. L'istituzione di un organismo centralizzato di controllo sui conti consentirà di capire dove si annidano gli sprechi.
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<b>Nel 2013 però voi non sarete più al governo. L'azione dell'esecutivo sarà inevitabilmente condizionata dalla durata di questi ultimi scampoli di legislatura. Teme che, se il «rompete le righe» da parte del presidente Napolitano dovesse arrivare prima del previsto, ci sia il rischio che alcune riforme su cui il governo Monti ha puntato molto restino delle incompiute? Cosa ne sarà del riordino delle province? Se, come sembra ormai certo, non potrà che avvenire con un disegno di legge, difficilmente entrerà in vigore in questa legislatura. E nel passaggio da un governo all'altro potrebbero inserirsi pericolosi tentativi di dietrofront. <br />
Cosa ne pensa?</b>
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In effetti, penso anch'io che qualche problema ce l'avremo. Noi però abbiamo la coscienza a posto. Ribadisco, il governo Monti ha indicato una strada, quella del riordino, che dovrebbe portare a razionalizzare la governance degli enti di area vasta. Sarà compito del prossimo governo continuare l'opera e non credo che si possa tornare indietro. Ma non sarà una battaglia semplice.
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<b>Come non sarà semplice la battaglia sugli esuberi. Ne avete individuati 13 mila solo negli enti locali, ma il dpcm che fisserà i livelli di spesa media per il personale arriverà a fine anno. Avete già fatto i conti allora?</b>
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Diciamo che le previsioni sono quelle che lei ha citato. Abbiamo riscontrato che in linea di massima le piante organiche sono sovradimensionate rispetto alle necessità degli enti. Ma non vogliamo nessuna «macelleria sociale». I tagli si concentreranno per lo più su coloro che matureranno a breve i requisiti per la pensione. Più che esuberi dunque saranno prepensionamenti. Intanto però anche gli enti sono chiamati a fare la loro parte collaborando col governo in questi mesi che ci separano dall'emanazione del dpcm. Nuove assunzioni dovranno essere autorizzate con molta cautela perché potrebbero correre il rischio di finire successivamente sotto la ghigliottina della spending review. Per non parlare poi delle assunzioni surrettizie effettuate scaricando i costi sulle partecipate.
<br /><br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1JCQBY">Italia Oggi - Francesco Cerisano</a>PAOLO TIRAMANI: “Nessuno s’azzardi ad aumentare le tasse al Nord per pagare il deficit siciliano”2012-07-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647484Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Borgosesia (VC) (Lista di elezione: Lega) - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: Lega) <br/><br/><br />
“Voglio sperare che questo governo non eletto dai cittadini non s’azzardi a inventarsi nuove tasse per ripianare il dissesto della Regione Sicilia. Sappia il tecnocrate Monti, che noi mai e poi mai saremo disposti a pagare anche per chi in questi anni ha mangiato a sbafo della collettività. Troppo facile sprecare i soldi pubblici e poi sperare che paghi sempre pantalone”.
<p>Lo ha detto il Consigliere regionale della Lega Nord Paolo Tiramani primo firmatario di un ordine del giorno che chiede alla Giunta regionale di opporsi con ogni mezzo a eventuali nuove tasse, o al rialzo di imposte o tasse esistenti, che dovessero essere decise dal governo centrale per ripianare i debiti della Regione Sicilia.
<p>“Il Nord già oggi subisce un’imposizione fiscale che lo strozza si trascina sulla schiena tutto il resto del Paese e continua a essere penalizzato da decisioni romane che uccidono il lavoro, il commercio e l’impresa. Voglio proprio sperare che ora non ci vengano a dire che dobbiamo anche pagare per le voragini della Sicilia. Mai e poi mai il Nord si presterà a questa beffa”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.giovanipadanipiemonte.net/index.php?option=com_content&view=article&id=72:tiramani-ln-nessuno-sazzardi-ad-aumentare-le-tasse-al-nord-per-pagare-il-deficit-siciliano&catid=16&Itemid=119">www.giovanipadanipiemonte.net</a>PAOLO TIRAMANI: “Ecco come la sinistra ha rovinato il Piemonte” 2012-07-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647450Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Borgosesia (VC) (Lista di elezione: Lega) - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: Lega) <br/><br/><br />
Dai derivati dell’operazione “Peveraro Bond”, che porta il nome dell’ex assessore al bilancio, ai sei miliardi di euro di voragine soltanto nella sanità regionale. E’ la disastrosa situazione dei conti pubblici piemontesi, che la nuova giunta regionale guidata dal leghista Roberto Cota, <br />
neo-presidente eletto nel marzo 2010, ha ereditato dalla precedente amministrazione targata Mercedes Bresso.
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Con la sinistra al governo regionale, il Piemonte ha rischiato il crack. Ed ora la nuova giunta è costretta a sistemare i disastri della precedente, subendo l’opposizione proprio del centro-sinistra che ha male amministrato la regione durante la precedente legislatura.
A illustrare i disastri della giunta Bresso è Paolo Tiramani, giovane consigliere regionale classe ’83 eletto in quota Lega Nord, che ha accettato di rilasciare questa intervista in esclusiva per Qelsi blog.
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Tiramani, ex consigliere provinciale nonché assessore al bilancio e vicepresidente della provincia di Vercelli ed attualmente ancora consigliere comunale di Borgosesia, laureato in economia e commercio, svolge attualmente la professione di promotore finanziario dopo aver sempre lavorato in banca. E’ quindi un esperto del settore finanza.
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<b>Paolo Tiramani, come si può descrivere la situazione del bilancio regionale che il centro-destra ha ereditato dalla precedente amministrazione Bresso?</b>
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La situazione del bilancio regionale è tragicomica! La cosa più eclatante è l’impegno di spesa per quasi un miliardo di euro cancellato dalla giunta Bresso con una delibera straordinaria, ad urne aperte , il 29 marzo 2010.
Per non parlare della cultura, dove l’ex assessore regionale ha lasciato circa 30 milioni di euro di impegni, diciamo “cabriolet”.<br />
Ad oggi, ad oltre due anni di distanza dalla vittoria alle regionale, la situazione del bilancio è ancora poco chiara. Nonostante il lavoro dell’assessore regionale Giovanna Quaglia ,affiancata da un team di esperti, sono troppi gli errori di mala gestione da sanare imputabili alla giunta Bresso.
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<b>Quali sprechi maggiori sono riconducibili alla cattiva amministrazione della sinistra?</b>
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L’operazione più assurda, lo dico da esperto del settore finanziario, è stata quella di creare dei derivati regionali per aumentare la disponibilità immediata di liquidità, andando però ad aumentare vistosamente l’indebitamento pubblico.
Questa operazione è stata malignamente ribattezzata “Peveraro Bond “ e porta il nome dell’ex assessore al Bilancio, arcinoto per aver in passato dissestato anche i conti del Comune di Torino.
Una gestione allegra della cosa pubblica, sulla quale anche la Corte dei Conti ha riscontrato delle irregolarità.
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<b>Parlando solo di sanità, a quanto ammonta il buco creato dalla precedente gestione? E perché?</b>
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Si parla di sei miliardi di euro, ma anche i debiti delle singole aziende sanitarie locali fanno levitare questa cifra.
I problemi principali sono legati all’alto numero di personale, non tanto in termini ospedalieri quanto tecnici e amministrativi, che ha aumentato a dismisura la spesa corrente.
Un sistema consolidato che si è protratto per anni, anche da prima dell’entrata della Giunta Bresso, che ha portato la Regione a vivere al di sopra delle proprie possibilità. Per non parlare delle innumerevoli convenzioni concesse ai privati sui territori, creando veri e propri doppioni che contrastano il pubblico invece di favorirlo.
In tema sanitario abbiamo tanto da imparare dalla Lombardia che ha la migliore sanità al costo più basso, questo perché i nostri cugini hanno messo in concorrenza i privati ,invece di favorirli.
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<b>Cosa ha dovuto fare la nuova giunta guidata da Cota per arginare questi sprechi?</b>
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La vera spending rewiew nasce dal Piemonte, con la giunta Cota, impegnata fin da subito a rientrare con il Ministero della Sanità di circa 500 milioni di euro, prestati da Roma, per non far fallire il sistema sanitario regionale.
Così da gennaio 2011 si è imposto un blocco alle assunzioni di personale tecnico e amministrativo e una riduzione dei reintegri di medici e infermieri. A marzo 2012 è stato approvato, dopo due anni di lotte con il centro-sinistra in commissione e in consiglio, il Piano Sanitario. La vera proposta di Roberto Cota è quella di mettere in rete gli ospedali, aumentando la qualità e diminuendo i costi. Un piano ben studiato e per il quale abbiamo dovuto subire l’opposizione strumentale di chi non voleva accettare una svolta così epocale.
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<b>Il centro-sinistra si è mai preso la responsabilità della situazione piemontese? Oppure gioca allo scarica-barile?</b>
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Avete mai visto il centro sinistra prendersi delle responsabilità in Italia? Da anni sento che ogni cosa che non va è attribuibile a Berlusconi, oggi che l’ex premier non c’è più il centro sinistra sostiene a Roma il governo dei poteri forti ma è pronto sul territorio a criticare l’operato dei singoli ministri. Un giochino che più scaricabarile di così non si può.<br />
Lo stesso è in Regione: dimenticano i disastri degli anni Bresso e si ergono a professori capaci delle più grandi teorie risolutive. Mi sorge una domanda: nei cinque anni in cui hanno avuto l’opportunità di governare in Piemonte, hanno dormito?<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.qelsi.it/2012/ecco-come-la-sinistra-ha-rovinato-il-piemonte-la-denuncia-del-consigliere-regionale-paolo-tiramani/">www.qelsi.it</a>Raffaele LOMBARDO: Al presidente Monti la scelta di dimettermi. La finanza regionale è sostenibile.2012-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647434Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Sicilia (Partito: MOV. PER L'AUTONOMIA) - Consigliere Regione Sicilia (Gruppo: MpA) <br/><br/><br />
«A seguito della <a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/17/mario-monti/lettera-di-monti-al-presidente-della-regione-sicilia/647432">nota inviata da Palazzo Chigi</a>, ho parlato al telefono con il primo ministro Mario Monti rassicurandolo del fatto che, nonostante le criticità segnalategli, peraltro precedute da una campagna mediatica mirata alla delegittimazione e fondata su dati palesemente mistificati e funzionali a interessi politico lobbistici ben evidenti, gli rassegnerò formalmente, oltre all'immane impegno riformatore svolto in questi quattro anni, tutti gli elementi utili a dimostrare la sostenibilità della finanza regionale».
<p>«Al presidente Monti parlerò anche della scelta di dimettermi per consentire agli elettori l'esercizio al diritto democratico di scegliere un nuovo governo e un nuovo parlamento, entro un tempo costituzionalmente previsto, nel corso del quale viene assicurata la piena funzionalità dell'esecutivo. Incontrerò il presidente Monti martedì prossimo a Roma, a Palazzo Chigi».<br /><br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/politica/notizie/201207172029-pol-rt10202-sicilia_il_governatore_lascio_mai_conti_sono_ok">AGI</a>Mario MONTI: Lettera di Monti al Presidente della Regione Sicilia2012-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647432Alla data della dichiarazione: Senatore a vita- Pres. del Consiglio <br/><br/><br />
Il Presidente del Consiglio, facendosi interprete delle gravi preoccupazioni riguardo alla possibilità che la Sicilia possa andare in default a causa del proprio bilancio ha scritto una lettera al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo per avere conferma dell’intenzione, dichiarata pubblicamente, di <a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/10/raffaele-lombardo/%C2%ABribadisco-che-mi-dimetto-il-31-luglio%C2%BB/647374">dimettersi il 31 luglio</a>.
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Infatti, le soluzioni che potrebbero essere prospettate per un’azione da parte dell’esecutivo non possono non tener conto della situazione di governo a livello regionale ma anzi devono essere commisurate ad essa, in modo da poter utilizzare gli strumenti piu efficaci e adeguati.<br /><br/>fonte: <a href="http://www.governo.it/Presidente/Comunicati/dettaglio.asp?d=68712">www.governo.it | Comunicato</a>CATENO ROBERTO DE LUCA: «Mi dimetto dall'Ars per iniziare la mia rivoluzione in Sicilia» 2012-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647430Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Sicilia (Gruppo: MpA) - Sindaco Comune Santa Teresa di Riva (ME) (Partito: ) <br/><br/><br />
«Mi dimetto dall'Ars per iniziare la mia rivoluzione in Sicilia».
<p>Con una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni il deputato della Regione Sicilia annuncia la rinuncia all'incarico dopo aver messo per <a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/17/cateno-roberto-de-luca/dimissioni-da-deputato-della-regione-sicilia/647429"><b>scritto le proprie dimissioni e le motivazioni</b></a> che l'hanno portato alla decisione.
<p>«Sono pronto a candidarmi alla Presidenza della Regione, ma solo se troverò i compagni di viaggio disposti ad un percorso davvero rivoluzionario».
<p>«Il bilancio della Regione è falso, l'indebitamento dell'isola arriva a 10 miliardi, dal 2007 ad oggi ci sono state 5.000 assunzioni senza concorso nelle società e negli enti regionali e fra gli assunti vi sono figli e congiunti di parlamentari, assessori, magistrati, sindacalisti e burocrati: di fronte a questa gravissima situazione che sta vivendo la Sicilia, sento il bisogno di dimettermi da parlamentare regionale».
<p>«Tra qualche settimana presenterò un programma in 20 punti, sarà una proposta rivoluzionaria frutto di un'analisi economico-finanziaria di ciò che ha fatto la regione siciliana, sui fondi per la la forestale, la formazione e il risanamento finanziario». <br /><br/>fonte: <a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/07/17/cateno-roberto-de-luca/dimissioni-da-deputato-della-regione-sicilia/647429">politici.openpolis.it | sito web siciliavera.com</a>ANDREA CAUSIN: Bilancio e Legge finanziaria, un'altra occasione persa 2012-03-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626039Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
<b>Nei corridoi di Palazzo Ferro Fini</b> da settimane si sente la litania dei Consiglieri e degli Assessori, che al telefono o ai questuanti di turno ripetono <b>“quest’anno va mal, no ghe xe più schei”</b>.
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In Veneto, il dialetto è la lingua ufficiale, si usa nelle occasioni importanti, nei momenti ufficiali o per rimarcare la verità in una questione che si vuole sostenere.
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Per fare gli affari, per litigare tra marito e moglie, per chiudere un accordo.
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Ma per comprendere il clima a “palazzo” bisogna inquadrare bene la questione.
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<b>La Regione del Veneto può contare su un bilancio di circa 14 miliardi di euro.</b>
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<b>Di questa cifra enorme la cifra destinata alla spesa corrente, ovvero quella destinata a finanziare le leggi regionali relative alle competenze che la Costituzione affida alle regioni, è poco più di 1 miliardo e 400 milioni di euro. Ciò accade perché circa 9 miliardi sono vincolati alla spesa sanitaria e 3 miliardi e qualcosa sono quella che si definisce spesa “vincolata”, ovvero spese per il personale, organi istituzionali, trasferimenti ad enti ed agenzie, ammortamenti, mutui, etcc….
</b>
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La disponibilità di spesa corrente si è progressivamente ridotta negli ultimi tre anni (quasi dimezzata) perché la Corte dei Conti ha, a più riprese, eccepito sul fatto che era stato raggiunto “il livello massimo di indebitamento consentito”.
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Che significa questa frase?
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<b>Significa, che negli anni scorsi, che ogni qual volta sono stati assunti degli impegni economici di spesa corrente si è acceso un mutuo…..come se una famiglia, per fare la spesa ricorresse al finanziamento.</b>
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In questo meccanismo, consentito dalla legge, risiede la ragione della quota parte di indebitamento pubblico che ha contratto la nostra Regione.
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<b>Nella situazione delicata che sta attraversando il nostro paese si è persa una occasione importante per razionalizzare la spesa e per rompere un meccanismo consociativo “maggioranza – opposizione” che negli anni scorsi ha cagionato un'aumento della spesa e del debito.</b>
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<b>Il bilancio che il Consiglio si accinge ad approvare può essere definito solo in un modo:</b><i></i> <b>incivile</b>.
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<b>Perché azzera quasi tutti i capitoli a sostegno delle situazioni di povertà.</b>
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Coerentemente alla situazione che (semplificando molto) ho illustrato, <b>ho presentato alcuni emendamenti che non producono spesa, in modo particolare il fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà, e lo sgravio IRAP per le imprese che assumono le persone over 50 in disoccupazione.</b>
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<b>Serve</b> però, in prospettiva, <b>un lavoro radicale che miri alla riduzione dei costi della pubblica amministrazione regionale, attraverso processi di semplificazione e liberalizzazione, che possano generare economie di 500 milioni di euro l’anno, per poter tornare a contare su un bilancio che contiene misure di sviluppo e di sostegno alle povertà.</b> <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.andreacausin.it/component/content/article/166-bilancio-e-legge-e-finanziaria-unaltra-occasione-persa?tmpl=component&print=1&page=http://www.andreacausin.it/component/content/article/166-bilancio-e-legge-e-finanziaria-unaltra-occasione-persa?tmp">www.andreacausin.it</a>ROBERTO CIAMBETTI: Non ho guardato ai voti o al consenso, ma a creare le basi per il benessere del futuro2011-03-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558850Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Veneto (Partito: Lega) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: Lega) - Consigliere Consiglio Comunale Sandrigo (VI) (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />
Non ho guardato ai voti o al consenso, ma a creare le basi per il benessere del futuro.
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I tagli sono stati imposti dalla manovra finanziaria, manovra che ha salvato il sistema Italia da situazioni drammatiche: noi abbiamo fatto tagli consistenti, comprimendo le uscite al massimo; in altre realtà, penso alla Puglia di Vendola, non solo si è tagliato, ma si sono aumentate le tasse e imposti ticket sanità maggiorati; in altri paesi, come Irlanda o Grecia, si è tagliato, aumentato le tasse, diminuite le pensioni e licenziato dipendenti pubblici.
<p>In questo scenario, essere riusciti a salvare la sanità e buona parte del welfare e del trasporto pubblico è stato un grande risultato.<br />
Non dimentichiamo che in Veneto abbiamo mantenuta inalterata l'Irap, non è stata applicata l'addizionale Irpef, non sono previsti aumenti per i ticket sanitari.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ladomenicadivicenza.it/a_ITA_3668_1.html">La Domenica di Vicenza</a>STEFANO PERARO: Proposte per il bilancio del Veneto 20112011-03-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558865Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Padova (Gruppo: UDC) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: UDC) <br/><br/><br />
Vogliamo che si riducano i costi di funzionamento della macchina Regione. Pertanto abbiamo proposto in finanziaria che tutti i nominati nei consigli di amministrazione in società collegate alla Regione, vengano sostituiti con i dirigenti della Regione stessa. Pertanto i gettoni di presenza sarebbero riversati nelle casse della Regione. Così si eliminerebbero una serie di enti e società e ci sarebbe un notevole risparmio di spesa.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=L359TdbfheY">Canale YouTube</a>Stefano VALDEGAMBERI: Tagli ai bilanci dei consorzi2011-02-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558849Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Verona (VR) (Gruppo: UDC) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: UDC) <br/><br/><br />
Inconcepibile. Soprattutto dopo un'alluvione. Erano le tre priorità dell'Udc, e ho scoperto che la difesa idraulica è l'area più penalizzata dalla Giunta di Luca Zaia. La previsione del 2010 era di 210 milioni di euro, quella del 2011 è in tutto di 98 milioni.
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I fondi trasferiti dalla Regione ai Consorzi di bonifica vanno a zero. Si passa da quattro milioni a zero per le somme urgenze, da 3,5 milioni a zero per la difesa del delta del Po e, in più, la Regione decide di non trasferire un euro ai Consorzi come quota di gestione oneri. Spariscono così 17 milioni, che sono quelli corrispondenti alle quote di 16,53 euro dovute da chi ha proprietà non agricole, e cancellate dalla nuova normativa sui Consorzi.
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Non è ancora tutto, perché si passa da 2,3 milioni a mezzo milione per interventi di difesa del suolo nel bacino dell'Adige, da otto a due milioni per interventi di difesa del suolo dei fiumi dell'alto Adriatico, da un milione a 360 mila euro per l'area del Sile, Piave e Livenza. La disponibilità per gli interventi di difesa del suolo già di competenza del Magistrato alle acque passa da sei a 2,656 milioni, la sistemazione del nodo idraulico di San Bonifacio e Vicenza da sei milioni a 650 mila euro. <br />
Da 15 milioni si passa a sette per il terzo programma quadro di difesa del suolo e della costa, da due milioni si va a zero per il programma straordinario triennale di difesa idrogeologica, da 6,9 milioni si va a 2,1 per la sicurezza idraulica di Vicenza e si tagliano i 14 milioni, andando a zero, per la prevenzione delle calamità naturali.
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L'ultima chicca? Il dimezzamento da 20 a 10 milioni per interventi urgenti di riduzione del rischio idrogeologico.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.larena.it/stories/Provincia/228492__consorzi_mannaia_di_venezia_ci_sono_cento_milioni_in_meno/">L'Arena</a>ANDREA CAUSIN: Risoluzione per i comuni alluvionati del Veneto2010-11-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547732Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Il Consiglio Regionale ha approvaro una risoluzione a favore della polpolazione dei 121 comuni alluvionati del Veneto pubblicata da Andrea Causin il giorno giovedì 4 novembre 2010. Il Consiglio Regionale del Veneto, dopo una lunga discussione, ha approvato una risoluzione a favore delle popolazioni venete alluvionate che, letteralmente,dopo le premesse " impegna il Presidente delle Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo della Repubblica per reperire le risorse necessarie ad affrontare lo stato di crisi e garantire il risarcimento dei danni subiti dai cittadini e dalle Amministarzioni venete e impegna la Giunta regionale a:
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1) reperire le risorse per:
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a) attuare il piano di manutenzione delle strutture idrauliche esistenti;
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b) attuare i piani di bacino previsti dalla pianificazione regionale;
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2) utilizzare le risorse disponibili già assegnate dallo Stato per le mitigazioni ambientali previste per la cassa di espansione di Caldogno ( un milione di euro) per gli interventi urgenti nella stessa area;
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3) ripristinare nell'assestamento di bilancio i capitoli relativi alla difesa del suolo e al rischio idraulico;
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4) predisporre sgravi fiscali e l'esenzione delle tasse di competenza regionale per tutti i cittadini colpiti dall'alluvione;
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5) predisporre un progetto di riorganizzazione e semplificazione delle procedure per l'individuazione dei soggetti competenti per la difesa idraulica;
6) attivarsi presso il Governo della Repubblica al fine di:
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a) esentare la Regione e i Comuni interessati dall'alluvione dai vincoli previsti dal patto di stabilità;
b) stabilire una moratoria per il pagamento degli oneri fiscali gravanti sul reddito delle famiglie e delle imprese colpite dall'alluvione;
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7) attivarsi presso gli istituti di credito bancario per la sospensione del pagamento delle rate dei mutui contratti dalle famiglie e dalle imprese copite dall'alluvione;
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8) presentare al Consiglio regionale entro il corrente anno una relazione sul piano degli interventi e sulle risorse reperite e rese disponibili."
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Per arrivare a queste conclusioni è stato fondamentale il ruolo del Partito Democratico e di tutta l'opposizione in Consiglio.
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Ora sarà necessario che in sede di assestamento del bilancio 2010 vengano reperite ulteriori risorse, in modo consistente, per risarcire i danni subiti dalle imprese e dalle famiglie. Questo sarà l'impegno del gruppo consigliare del Partito Democratico Veneto.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.andreacausin.com/index.php?option=com_content&view=article&id=89">andreacausin.com</a>ANDREA CAUSIN: Nuovi tagli a scuola e formazione nell'assestamento di bilancio della Regione Veneto2010-11-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547731Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
La sesta commisione consigliare della Regione Veneto ha licenziato mercoledì 3 novembre a maggioranza, con il voto contrario del PD e delle altre forze dell'opposizione, la proposta di assestamento del bilancio 2010 prevedendo, tra le altre cose, un taglio sulle spese per l'istruzione e la formazione.
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Nel dettaglio si tagliano 100.000 euro al capitolo "Interventi a sostegno delle università popolari e della terza età (L.R. 30.03.1995 n.17); 200.000 euro al capitolo "Azioni regionali per favorire la fornitura di libri di testo in comodato gratuito (art. 12 L.R.03.02.2006 n.2 - art. 8 LL.R. 27.02.2006 n.1);1.000.000 di euro al capitolo"Attività di formazione professionale- Finanziamento e contributi (L.R.30.01.1990 n.10).
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Si tratta di tagli che potevano essere evitati intervenendo su altre voci di spesa meno urgenti e prioritari. Sono provvediementi particolarmente gravi perchè si sommano ai già pesantissimi tagli del Governo. Alla faccia del federalismo la maggioranza di centro- destra che governa la Regione non sa trovare il modo per risparmiare tagli odiosi alla scuola e all'istruzione colpendo i settori più deboli dellla società. I commissari del PD, Causin, Fasoli, Sinigaglia hanno vivamente protestato per l'assenza in commissione dei dirigenti del settore ed hanno annunciato un'azione emendativa forte quando il provvedimento arriverà in aula.
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E' bene che i cittadini veneti inizino ad aprire gli occhi sulle scelte di una maggioranza regionale guidata da Zaia, che agli annunci ripetuti di tipo propagandistico a favore del Veneto fa seguire scelte che danneggiano i cittadini, soprattutto quelli in maggiore difficoltà.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.andreacausin.com/index.php?option=com_content&view=article&id=87">andreacausin.com</a>CLAUDIO SINIGAGLIA: «Dove sono finiti 40 milioni di euro per realizzare i lavori di adeguamento dell'ospedale di Padova?»2010-09-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505803Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
"Spariti nel nulla 40 milioni di finanziamenti per lavori di adeguamento dell'Ospedale di Padova. Dove sono?"
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A chiederlo con una interrogazione è il consigliere regionale del PD, Claudio Sinigaglia che denuncia come “gli interventi sono stati dapprima inseriti all’interno di una delibera regionale approvata nel novembre 2008 (che prevedeva un programma complessivo di investimenti in strutture sanitarie dal valore di oltre 179 milioni di euro di cui 155,5 a carico dello Stato e 23 della Regione e degli enti appaltanti), riconfermati successivamente dall’allora assessore Sandri ma poi improvvisamente spariti dall’accordo di programma del novembre 2009 tra la Regione e il Ministero del Welfare”.
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“Come mai è stato stralciato l’intervento di Padova, mentre per Verona ne vengono finanziati due dal valore di 40 milioni ciascuno? L’azienda ospedaliera di Padova - prosegue ancora Sinigaglia, vice presidente della commissione sanità - sta attendendo inutilmente e da troppo tempo le risorse promesse. Soldi che sono indispensabili per tutta una serie di lavori messi nero su bianco ma che sembrano essere stati inghiottiti nel nulla e lasciati nel dimenticatoio dalla Giunta regionale”.
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Si tratta in particolare della realizzazione di una struttura prefabbricata per il gruppo operatorio e terapia intensiva presso il policlinico, oltre ad interventi strutturali ed impiantistici per il miglioramento funzionale e di sicurezza dell’area materno-infantile, con il nuovo collegamento aereo tra la clinica e la divisione ostetrica.
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Per quanto riguarda invece la piastra operatoria si prevedono dieci sale operatorie a piano terra, cinque sale operatorie e sedici posti letto di terapia intensiva al primo piano, un reparto di terapia intensiva al secondo piano.
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L’esponente democratico chiede quindi alla Giunta Zaia di far luce sulla situazione e di spiegare “se è vero che il finanziamento dei 40 milioni per Padova è stato trasferito dal Ministero ad altra Regione, senza che l’attuale assessore al bilancio Ciambetti e l’attuale assessore alla sanità Coletto siano riusciti a far nulla”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pdconsiglioveneto.org/dett_news.asp?ID=183">pdconsiglioveneto.org</a>MAURO BORTOLI: «Il Federalismo fiscale promesso dalla Lega non premia il Veneto». 2010-06-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502468Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
Il federalismo della Lega non premia il Veneto, questa, in sintesi, l’analisi del consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Bortoli sugli effetti dell’applicazione della Legge delega 42 del 2009 nella regione.
<p> «L’applicazione dei cosiddetti costi standard alla devoluzione fiscale non produrrà benefici per i cittadini veneti» tiene a precisare l’esponente dell’opposizione.
<p>
A riguardo, il consigliere Bortoli ha predisposto un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta del Presidente Luca Zaia, chiedendo di risolvere lo squilibrio tra contribuzione fiscale e ritorno di spesa in Veneto.
<p> «L’indicatore del residuo fiscale parla chiaro: ogni veneto paga, sotto forma di tasse, quasi 4 mila euro in più di quanti ne riceve a titolo di spesa pubblica – ricorda Bortoli – Uno squilibrio clamoroso, dovuto al modello di riferimento che non si basa sulle capacità fiscali dei territori ma sul fabbisogno standard che assicura risorse alle Regioni a prescindere dalla loro capacità contributiva».
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Di conseguenza, insiste Bortoli, «L’attuazione di questo federalismo fiscale non assicurerà alcun surplus di risorse alle Regioni virtuose come il Veneto, visto che il costo standard viene calcolato prendendo a riferimento la Regione più efficiente, mentre la capacità fiscale viene applicata unicamente alle funzioni residuali che incidono solo per un misero 10% del bilancio regionale».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pdconsiglioveneto.org/dett_news.asp?ID=112">pdconsiglioveneto.org</a>Rosanna FILIPPIN: L'intervento da neosegretario del Pd Veneto.2009-11-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it419032Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Bassano del Grappa (VI) (Partito: PD) - Assessore Comune Bassano del Grappa (VI) (Partito: PD) <br/><br/><br />
Cari amici,
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la nostra assemblea ha una responsabilità grande.
Oggi si chiude un percorso, quello del nostro congresso.
Trasformare questo traguardo in un nuovo punto di partenza dipende solo da noi.
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Quando penso alle primarie del 25 ottobre, penso sempre che quel giorno è successo qualcosa di straordinario. Nessun partito, né in Italia né in Europa, riesce a coinvolgere milioni di persone nella scelta del suo progetto politico e della sua leadership.<br />
Il Partito Democratico riesce a farlo. Possiamo e dobbiamo esserne orgogliosi. Questa è la nostra carta d’identità. Ciò che ci distingue.
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Abbiamo dimostrato a tutto il paese che non abbiamo perso la sintonia con il nostro popolo. E abbiamo anche dimostrato che i nostri iscritti e i nostri elettori non vivono su due pianeti diversi.
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Gli elettori delle primarie sono il nostro patrimonio più prezioso, il nostro maggiore punto di forza. Tre milioni di italiani. Quasi 180 mila veneti. La loro fiducia non va tradita.<br />
L’orgoglio per quello che abbiamo fatto è sacrosanto. Ma da solo non basta. Serve anche il coraggio. Il coraggio di scelte chiare per il futuro.
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Certamente dobbiamo partire da noi: da quello che siamo e da quello che vogliamo fare. Ma la sfida più importante non è quella per il governo del partito, ma quella per il governo del Veneto. Dobbiamo decidere con quali parole nuove rivolgerci agli elettori della nostra Regione.
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Io ho una mia idea sul tipo di Partito Democratico che dobbiamo costruire. La dico in tre parole. Ci serve un Partito Democratico che sia Veneto per davvero, cioé più simile alla nostra terra.<br />
Un partito concreto.<br />
Un partito innovatore.<br />
Un partito fiero delle sue radici.<br />
Un partito determinato nella sua autonomia, innanzi tutto sulle alleanze e le candidature.
<p>
Credo che ci serva un partito popolare e vicino al cuore vero della nostra regione: il mondo produttivo e del lavoro.
E quando dico lavoro, intendo il lavoro in tutte le sue forme: da quello dell’operaio a quello dell’artigiano, da quello dell’insegnante a quello dell’imprenditore.
Perché il lavoro è la storia di questa terra, il segreto del suo successo nel passato e, soprattutto, l’unica speranza per il suo futuro.
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Non possiamo nasconderci dietro a un dito. Da qui alle elezioni regionali abbiamo compiti impegnativi da affrontare. E tempi molto stretti per farlo.
Questo richiede, da parte di tutti noi, uno scatto di determinazione e di coesione.<br />
In un congresso dividersi è normale. Ma da oggi in campo dobbiamo giocare come una squadra sola: quella del Partito Democratico.
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Dobbiamo anche cambiare passo, alzare lo sguardo. E tarare lo strumento-partito in funzione della nuova fase che si apre ora.
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Dalle elezioni regionali ci separano solamente 131 giorni.
È un tempo breve, brevissimo. Che dobbiamo usare al meglio. Innanzi tutto valutando attentamente lo scenario che abbiamo di fronte.
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Nel centrodestra si sta manifestando una competizione accesa.
Ad oggi non sappiamo se prevarrà l’attaccamento alle poltrone o se Lega e Pdl correranno divisi. Ma alcune cose sono invece già chiare:<br />
Il Partito Democratico è una delle tre principali forze politiche del Veneto. Governa 4 capoluoghi di provincia su 7. È la principale forza di opposizione. Non può rassegnarsi a giocare un ruolo da spettatore, né fare da stampella alle tattiche altrui.
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Le primarie ci hanno consegnato una forza importante. Quei 176 mila veneti che hanno votato il 25 ottobre si aspettano che il Partito Democratico giochi da protagonista la sua partita. Abbiamo il dovere di dare loro un nostro progetto di governo per il Veneto.
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Le forze con cui il Pd ha condiviso l’opposizione al centrodestra sono degli interlocutori naturali in vista delle prossime regionali. Ma non credo possano essere i nostri interlocutori esclusivi.<br />
Il 2010 non è il 2005. E noi dobbiamo avere la forza di fare scelte coraggiose.<br />
Credo che con il mondo delle liste civiche un confronto sia doveroso. Perché danno voce a un Veneto che non accetta le etichette delle appartenenze politiche nazionali, a un Veneto che ragiona sui problemi con concretezza e modernità. A un Veneto che non accetta padroni: né dogi berlusconiani, né condottieri con la camicia verde.
<p>
Credo che anche con l’Udc un confronto sia possibile e necessario. E che il nuovo segretario del Partito Democratico debba farsene carico. Non si tratta di salvare il soldato Galan, ma di verificare tutte le convergenze utili ad evitarci il destino di un Veneto a trazione leghista.
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Non mi piace il partito degli affari berlusconiano.<br />
Ma non mi piace nemmeno la visione del mondo che ha la Lega. Una visione che non ha spazio per la solidarietà, che soffia sul fuoco delle paure, che strumentalizza i valori della nostra tradizione per una becera ricerca di visibilità.
<p>
Credo infine che un confronto, al di là delle forze politiche e dei tavoli di trattativa, serva con la società reale. Perché tra il mondo reale e quello della politica c’è un distacco sempre più preoccupante. E tocca a noi costruire una proposta in grado di superarlo.
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Su alcuni grandi temi si decide il futuro della nostra Regione:<br />
Penso ad esempio alle politiche per la convivenza tra vecchi e nuovi veneti.
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La Lega propone un approccio sostanzialmente razzista ai problemi dell’integrazione. La vicenda della discussione regionale sul Fondo per la non autosufficienza è lì a dimostrarlo. Tocca a noi indicare un’alternativa. Perché senza una seria politica dell’integrazione, l’equilibrio sociale nelle nostre comunità è destinato a saltare.
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La Lega ha illuso gli elettori con il suo “pacchetto sicurezza”. Cioè meno risorse per le forze dell’ordine e più chiacchere sulle ronde e la sicurezza fai da te. Quello che serve al Veneto, invece, è un serio “pacchetto convivenza”.<br />
E tocca a noi realizzarlo.
<p>
Oppure pensiamo al sistema socio-sanitario.
In una società che invecchia, come la nostra, questo tema sarà sempre più decisivo.<br />
Il ruolo della Regione è centrale: la grande parte del bilancio regionale va in spesa sanitaria. Eppure, proprio su questo fronte, il centrodestra ha fallito. A tutt’oggi manca un serio piano socio-sanitario. Sarà impossibile approvarne uno, fino a quando la sanità sarà terreno di competizione tra la lottizzazione leghista e quella del Pdl.
<p>
E che dire delle scelte sull’energia e sul nucleare?
Mentre in tutto il mondo i governi si attrezzano per rilanciare lo sviluppo attraverso la green economy, il nostro governatore ha offerto il Veneto per la costruzione di una centrale nucleare.<br />
Anche su questo fronte, dobbiamo indicare una chiara alternativa. In primo luogo perché contestiamo la scelta del nucleare: sul piano della sicurezza, della compatibilità ambientale e pure su quello della convenienza economica.
<p>
E in secondo luogo, perché il Veneto non è una proprietà del suo governatore. E non tocca a Galan decidere a mezzo stampa il destino delle comunità locali.
<p>
Ma un'altra nota dolente è quella delle infrastrutture e delle reti di collegamento della metropoli veneta.
Un polmone industriale e produttivo come quello veneto ha bisogno di un sistema di infrastrutture moderno. Ma non basta un’opera come il Passante per risolvere i problemi.
In questi anni, ancora nulla è stato fatto di concreto per rilanciare il progetto di un sistema metropolitano di superficie. Manca una strategia sull’intermodalità.
<p>
E mentre il governo nazionale ha derubato il Veneto di quel primo esperimento di federalismo autostradale costruito grazie anche al governo Prodi, in Veneto quasi ogni nuovo progetto infrastrutturale è realizzato in project financing, cioè con un costo pagato dai cittadini.
Questo è il bilancio del federalismo in salsa leghista: condoni permanenti per i Comuni amici del governo del premier, come quello di Catania, e pedaggi da pagare per i cittadini del Veneto.
<p>
Per non parlare degli altri contenuti del federalismo fiscale.<br />
Come sanno bene i nostri amministratori, l’abolizione dell’Ici non è stata compensata da un vero federalismo. E mentre la spesa dei ministeri romani è esplosa negli ultimi anni, il Patto di stabilità impedisce persino ai comuni virtuosi di spendere i soldi che hanno in cassa. È così che l’economia locale viene paralizzata. E tre ministri veneti nel Governo Berlusconi non sono serviti a cambiare questo dato di fatto.
<p>
Ma i fallimento del centrodestra regionale non si fermano qui. Anni di chiacchere sul federalismo non hanno portato nulla alla montagna veneta. Toccherà al Partito Democratico farsi carico di questo tema. Servono misure decise: con l’applicazione di un regime fiscale di vantaggio per le attività economiche dei territori che scontano la concorrenza delle regioni a statuto speciale.
<p>
Su nessuno dei temi che ho citato, Lega e Pdl parlano con una voce comune. E i risultati sono sotto i nostri occhi: nessun piano socio-sanitario regionale, un piano regionale dei trasporti fermo a 20 anni fa, scelte contraddittorie sulle politiche per l’energia, una riforma dello statuto al palo da anni. E un consiglio regionale con tassi di assenteismo e improduttività che farebbero impazzire il Ministro Brunetta.
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In tempi in cui la rapidità delle scelte è tutto, la competizione tra Lega e Pdl ha prodotto una paralisi impressionante dell’attività politica e amministrativa.
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In tempi in cui il futuro di un’azienda veneta è condizionato anche dalla politica economica che sarà decisa in Germania o dalla concorrenza di competitori usciti magari dalle regioni della Cina profonda, la Lega offre solo il localismo, come se di fronte a una tempesta bastasse chiudere gli occhi, anziché cambiare rotta.
<p>
In tempi in cui la società affronta sfide mai sperimentate prima sul fronte della convivenza, tra italiani e stranieri, tra giovani e anziani, tra lavoratori protetti e lavoratori precari, il centrodestra offre il vicolo cieco della paura, come se un esorcismo cancellasse i problemi. Invece non è così. I problemi si affrontano con politiche adeguate. Non voltando la testa da un’altra parte.
<p>
Il centrodestra regionale è una casta in cerca di conservazione.<br />
Il Veneto merita di più e questo perché, come questa estate hanno scritto in un loro documento i nostri Sindaci dei comuni capoluogo, il Veneto è “la più avanzata frontiera di sperimentazione dei processi di trasformazione del nostro paese”.
<p>
Credo che quel documento riassumesse bene le sfide che la nostra terra deve affrontare e che una proposta politica seria deve raccogliere.
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La prima sfida è quella del lavoro e dell’impresa: sfide che in una regione come la nostra, dove le piccole e medie imprese sono la fibra del tessuto economico, vanno di pari passo. Inevitabilmente.
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La sfida di questo mondo deve essere la nostra sfida. La nostra proposta di governo non deve saper parlare soltanto ai nostri elettori. Deve saper parlare al mezzo milione di aziende che operano in Veneto. E ai loro lavoratori. Se non c’è prospettiva per questo tessuto di imprese, non c’è futuro per il Veneto, né coesione possibile per le nostre comunità.
<p>
A livello regionale dobbiamo batterci per usare gli strumenti che il centrodestra ha paralizzato. Penso a Veneto Sviluppo, una finanziaria regionale rimasta bloccata dalla competizione tra Lega e Pdl proprio quando più necessario sarebbe stato un suo intervento a sostegno delle Pmi.
E a livello nazionale, dobbiamo batterci per interventi che riducano il costo del lavoro, per una riforma dell’Irap che non penalizzi chi investe sull’occupazione, per un sistema fiscale che non incentivi la rendita e per un sistema del welfare che tuteli i lavoratori privi di tutele: non solo i precari, ma anche, ad esempio, i piccoli artigiani.
<p>
Ma il Veneto è una frontiera anche per i problemi delle autonomie locali. Ormai è chiaro quanto poco concreto sia il federalismo voluto dalla Lega Nord. Proprio quando dovrebbero dare un impulso all’economia locale, con un piano di piccole opere immediatamente cantierabili, i nostri comuni, che sono comuni virtuosi, sono soffocati dalle maglie strettissime di un patto di stabilità irrazionale, che impedisce di usare risorse anche a chi è capace di risparmiare.
<p>
E il Veneto è una frontiera delle politiche di sostenibilità ambientale. Siamo una regione che deve raccogliere la sfida della green economy. Perché la ricerca nel campo del risparmio energetico, delle energie rinnovabili, dell’edilizia eco-compatibile, possono rappresentare altrettante opportunità di sviluppo: per le nostre aziende e per il nostro sistema di formazione e ricerca universitaria.
<p>
E siamo una regione in cui serve una scelta chiara: per la riqualificazione del territorio, contro il suo consumo incontrollato.
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Il Veneto, infine, è una frontiera della convivenza.
In pochi anni, abbiamo assorbito un’immigrazione di proporzioni europee. Quella che altri paesi hanno accumulato in decenni. È inevitabile che questo crei tensioni e problemi. Una politica di governo deve gestire queste tensioni, non fomentarle. Occorre investire sulle politiche di integrazione, a partire dal mondo della scuola e anche cercare soluzioni più avanzate sul nodo della cittadinanza: considerando ad esempio il passaggio dallo ius sanguinis allo ius solii.<br />
Altrimenti non sarà mai possibile stabilire quell’equilibrio necessario tra il valore di regole valide per tutti e l’idea di una società aperta, che non teme chi è diverso da noi.
<p>
Il Partito Democratico deve essere il garante di questa idea di società, aperta ai diritti di tutti, inclusiva verso le diversità, coesa sulle regole che consentono una convivenza davvero civile tra tutti i cittadini.
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Se sono nuove le sfide da affrontare, nessuno, né il centrodestra, né noi, può pensare semplicemente di riproporre le ricette di ieri.<br />
Ecco perché serve, anche da parte nostra, il coraggio di osare. E la capacità di ritornare ad ascoltare la nostra Regione portando il nostro partito là dove la gente sta. In fondo, per riuscire a vincere in una terra che non politicamente vicina, è questo che hanno fatto i nostri Sindaci.
<p>
Per tornare a vincere in Veneto, ci serve la stessa sintonia con il territorio che hanno saputo conquistare i nostri amministratori. Per questo credo che il loro ruolo, nel futuro del Pd Veneto, non possa essere limitato alla testimonianza. Da segretaria, spero che questi Sindaci accettino di essere a mio fianco. Perché loro rappresentano la nostra più concreta esperienza di governo. ed è da qui che dobbiamo ripartire.
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Tra l’assemblea regionale del 15 novembre e le elezioni del 27 marzo non ci sono nemmeno 20 settimane.<br />
Dobbiamo muoverci rapidamente.<br />
Ritornare da subito al lavoro nei territori, provincia per provincia.<br />
Riallacciare un dialogo con le forze vive della nostra regione: il mondo del lavoro e dell’impresa, quello dell’associazionismo e della cooperazione, il mondo delle autonomie locali, quello della formazione e dell’innovazione. Per costruire la proposta del Pd a partire dall’ascolto del Veneto reale.
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Ci serve un partito all’altezza dei tempi. E questo richiede la chiarezza di alcune scelte. Innanzi tutto relative allo “strumento-partito”.
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C’è una nuova generazione da coinvolgere e responsabilizzare.<br />
Ci sono organismi dirigenti da far funzionare al meglio.<br />
Un esecutivo regionale snello, che concili l’esigenza del pluralismo con la rappresentanza dei territori.
Una direzione regionale più leggera ed efficiente.
E dato che su questo punto è necessaria una modifica dello statuto, credo sia indispensabile avviare questo iter immediatamente: con l’istituzione di una commissione incaricata di redigere una proposta di revisione, da sottoporre per l’approvazione all’Assemblea regionale al massimo entro 30 giorni.
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C’è un rapporto più stretto da costruire tra la segreteria regionale e quelle provinciali.<br />
A pochi mesi dalle elezioni regionali, ci servono contatti più frequenti e regolari.<br />
E anche scelte chiare sull’uso delle risorse, per assegnarne il 50% all’attività dei circoli e delle strutture provinciali.<br />
C’è un patrimonio da mettere a frutto: quello dei nostri amministratori, che sono stati capaci, anche in anni difficili per il nostro partito, di costruire, nei fatti e non a parole, il modello di un Pd capace di vincere.
E infine c'è un percorso da tracciare verso le regionali, che richiede in tempi rapidi, io credo non più di 30 giorni, decisioni da parte della direzione regionale.
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Abbiamo un partito vitale. E abbiamo un rapporto solido con gli elettori delle primarie.<br />
Sono due nostri punti di forza. E credo che dobbiamo usarli:
- Per costruire liste competitive alle prossime elezioni regionali, con candidati scelti attraverso una larga consultazione degli iscritti.<br />
- E per scegliere un candidato al ruolo di Governatore che riceva da elezioni primarie la forza di un’autentica investitura popolare. Quella che mancherà ai nostri avversari, rassegnati a subire il baratto romano sulle candidature.
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Noi siamo il Partito Democratico.<br />
Siamo quelli che non sono condannati a scegliere il meno peggio tra due alternative entrambe sbagliate.<br />
Siamo quelli che non sono condannati ad attendere le mosse altrui.<br />
Siamo quelli che, con l’orgoglio della propria storia, hanno avuto il coraggio di incamminarsi lungo una rotta nuova.
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Il 27 e il 28 marzo, per il Veneto, si aprirà in ogni caso una nuova pagina politica.<br />
Cosa sarà scritto in quella nuova pagina, adesso, dipende da noi.
Non dobbiamo dimenticarcelo mai.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/primopiano.asp?ID=74">partitodemocraticoveneto.org</a>MARIO DIANA: Agricoltura, positivo ma insufficiente l’interessamento del governo2009-02-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388533Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Sardegna (Gruppo: AN) <br/><br/>“Prendo atto con soddisfazione dell’intervento del Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, che ha assicurato lo stanziamento di risorse per risarcire le aziende zootecniche sarde dei danni subiti a causa del blocco della movimentazione del bestiame imposto in seguito alla comparsa del nuovo focolaio di Blue Tongue in Gallura”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana. “L’impegno del Ministro va nella direzione delle proposte da me più volte formulate nel corso della passata legislatura, ma sempre respinte dal centrosinistra che governava la Regione”.
“Purtroppo, però”, prosegue Diana, “il comparto agropastorale sardo si aspettava anche altri impegni dal rappresentante dell’esecutivo nazionale, che invece per ora non sembrano esserci stati. Il maltempo di questo inverno ha ridotto gran parte della Sardegna ad un unico, immenso pantano e migliaia di aziende non hanno potuto seminare o impiantare le coltivazioni. Il danno da mancato reddito non è coperto da alcuna forma di risarcimento pubblico per le calamità naturali e non rientra neppure nelle polizze assicurative per l’agricoltura. E’ pertanto necessario che il governo studi delle forme specifiche di aiuto alle imprese che non hanno riportato danni diretti ma che, a causa del maltempo, si trovano impossibilitate a portare avanti la loro attività”.
“Infine”, conclude il consigliere, “è auspicabile che trovino conferma nei fatti gli impegni di Zaia per quanto riguarda la tutela delle aziende indebitate a causa della legge regionale 44, vale a dire il blocco delle aste giudiziarie. L’agricoltura sarda attraversa un momento difficile ma il governo ha tutti gli strumenti per aiutarla a risollevarsi. Il centrodestra isolano farà la sua parte per vigilare affinché le promesse siano mantenute e, in caso di vittoria alle elezioni regionali del 15 e 16 febbraio, affinché anche la Regione si impegni per rilanciare uno dei settori più importanti dell’economia sarda”.<br/>fonte: <a href="http://mariodiana.blogspot.com/2009/02/agricoltura-positivo-ma-insufficiente.html">Blog di Mario Diana</a>