Openpolis - Argomento: regione venetohttps://www.openpolis.it/2014-03-21T00:00:00ZLUCIO TIOZZO: “USATO COME RING DAL CENTRODESTRA. ABBIAMO SALVATO DALLA SCAZZOTTATA ALCUNE PRIORITA’ ”2014-03-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718101Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
“E’ stato un bilancio usato come ring per un torneo di boxe tra i consiglieri di centrodestra, con uno Zaia totalmente assente, che non ha minimamente pensato a tutelare il Veneto da questo spettacolo indecente, gettando la spugna ancora prima del gong iniziale. Ad uscire con le ossa rotte è stato proprio il bilancio, che risponde al massimo a qualche emergenza, ma affossa ogni spiraglio di miglioramento in settori cruciali”.
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Questo il primo commento del capogruppo del PD in Consiglio regionale, Lucio Tiozzo, sull’approvazione finale della Finanziaria e del Bilancio 2014.
“Da questa scazzottata il PD ha avuto il merito di salvare alcune priorità che ci eravamo posti come obiettivi alla vigilia di questo bilancio: dai 40 milioni per la tutela idrogeologica al pieno ripristino dei 61 milioni mancanti per il sociale e dei 14 milioni tagliati per la non-autosufficienza. Abbiamo garantito anche la prosecuzione dell’esperienza dei lavori di pubblica utilità che nel 2013 hanno dato la possibilità ad oltre 1.200 persone di trovare un’occupazione presso le amministrazioni locali. Non ultimo, il nuovo ospedale di Padova, per la cui realizzazione verranno investiti i primi 150 milioni”.
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“Le cifre sono tuttavia inferiori a quelle che avevamo richiesto. E il motivo – accusa ancora l’esponente democratico – sta tutto in questa lotta spartitoria messa in atto dal centrodestra che ha impedito di utilizzare integralmente i 240 milioni di investimenti a disposizione per gli obiettivi importanti. A pagarne le spese è stato principalmente il settore dei trasporti. Per i servizi non c’è un euro in più rispetto allo scorso anno. In questo modo non si recuperano i tagli del 2010 per i trasporti su gomma, non si investe nulla per l’acquisto di nuovi treni, non si garantisce neppure la chiusura della prima fase della metropolitana di superficie e l’inizio della seconda fase. Insomma una debacle totale, alla faccia degli utenti che chiedono un radicale miglioramento dei servizi: su questo Zaia e Chisso hanno responsabilità colossali che denunceremo nelle prossime settimane con una campagna ed iniziative sul territorio”.
“Non ho dubbi nel dire – evidenzia Tiozzo in conclusione – che questo è stato il bilancio più brutto degli ultimi lustri. Sia per qualità programmatoria, sia per assenza di interventi efficaci. Ma soprattutto per la mancanza di senso di responsabilità e di dignità istituzionale che il centrodestra e Zaia hanno drammaticamente dimostrato. Per il Veneto è un Ko tecnico”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticovenezia.it/?p=5329">www.partitodemocraticovenezia.it</a>ANDREA BASSI: Bilancio 2013, Bassi: “Da parte mia nessuna lotta di potere, ma una convinta difesa del trasporto pubblico su gomma”2013-03-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it692726Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/>Il presidente della commissione trasporti, Andrea Bassi, risponde al capogruppo del Pd, Lucio Tiozzo, che aveva parlato di guerra di potere tra Bassi e Chisso. “Io non porto avanti nessuna guerra contro Chisso – afferma l’esponente del Carroccio -, perché sono abituato a battermi per qualcosa e non contro qualcuno. E in questo caso è un qualcosa in cui credo fortissimamente: lo stanziamento per il trasporto pubblico locale su gomma deve assolutamente restare a 264,8 milioni (in aumento rispetto ai 255,5 milioni dello scorso anno). Questa è la cifra che è stata approvata dalla Giunta nel dicembre scorso e, più recentemente, dalla commissione che presiedo: con questi fondi si darebbe finalmente respiro ad un settore massacrato dai tagli degli ultimi anni, con conseguente miglioramento e potenziamento dei servizi, ponendo fine alle soppressioni di linee e, per esempio, alle bizzarre idee di proporre le settimane scolastiche da 5 anziché da 6 giorni per risparmiare kilometri di servizio. All’effetto benefico di questi milioni in più poi, si andrebbe ad aggiungere il fatto che da quest’anno, dopo 3 anni di battaglie, dovrebbero entrare finalmente in vigore anche i nuovi criteri di ripartizione delle risorse, che avvantaggiano le realtà che da sempre erano state più penalizzate. Quindi i 264,8 milioni non si possono e non si devono toccare. Questa è l’unica battaglia che sto portando avanti e che difenderò fino all’ultimo”.
“Non accetto però lezioni da chi ha approvato un emendamento per stanziare due milioni di euro a favore dei vongolari, togliendoli al fondo dedicato alle politiche attive per il lavoro: si è di fatto privato di importanti risorse economiche un capitolo di bilancio davvero fondamentale. L’emendameto pro-vongolari è stato votato sì da qualche consigliere di maggioranza, ma anche da tutti i consiglieri del Pd: non è certo un provvedimento di cui vantarsi. Con tutto il rispetto dei vongolari, questa non era certo una priorità”.<br/>fonte: <a href="http://www.leganord.veneto.it/2013/03/14/bilancio-2013-bassi-da-parte-mia-nessuna-lotta-di-potere-ma-una-convinta-difesa-del-trasporto-pubblico-su-gomma/">Sito ufficiale della Lega Nord Veneto</a>LAURA PUPPATO: «In Veneto la saga Lega-PdL è arrivata ad un punto di non ritorno» 2012-10-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it655871Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Montebelluna (TV) (Lista di elezione: Ulivo) <br/><br/><br />
«Di fronte alle insanabili tensioni, che si vivono in Giunta e tra i rispettivi gruppi dirigenziali di partito, è evidente che Zaia non può pensare di proseguire oltre, in questo modo. I cittadini chiedono chiarezza e rispetto, a loro interessa che il territorio venga governato e non sia terreno di battaglia per interessi che poco hanno a che vedere con quelli della comunità veneta».
<p>«Siamo stufi di supplire alle carenze altrui, di sanare col nostro senso di responsabilità una serie di voragini operative e politiche. Senza di noi non si sarebbero prodotte leggi importanti, compresa l'approvazione dello Statuto e della nuova legge elettorale regionale. Siamo stufi di un governo veneto che sa solo comunicare ed inaugurare, magari ripetutamente, le stesse opere, peraltro pagate dai privati. Lega e PdL sono distanti su tutto, sono in disaccordo su ogni questione. Che senso ha proseguire? La soluzione giusta è quella di andare a casa».<p>
<i>Il giudizio è della capogruppo del Pd in Consiglio regionale alla luce delle dure schermaglie politiche di queste ore tra gli alleati del centrodestra alla guida della Regione Veneto</i>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.pdconsiglioveneto.org/dett_PP.asp?ID=128">pdconsiglioveneto.org</a>Pierangelo Pettenò: Il Consiglio del Veneto approva la gratuità dei farmaci derivati da cannabis2012-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650090Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Federazione della Sinistra) - Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) <br/><br/><br />«Dotare il Veneto di una legge applicativa in tale senso rappresenta una scelta di civiltà che consentirà ai malati e al servizio pubblico della nostra regione di non dipendere esclusivamente dalle importazioni dall'estero per l'approvvigionamento dei farmaci cannabinoidi, con grandi risparmi di tempo e di costi e riduzione degli enormi disagi ai quali sono sottoposti i malati che necessitano di tale tipo di farmaci».
<p>«L'utilizzo della cannabis a fini terapeutici in Italia deve superare ostracismi di tipo ideologico che associano questo tipo di cure all'abuso di stupefacenti e alla lotta contro le droghe».
<p><i>La legge, approvata all'unanimità, prevede non solo l'avvio sperimentale della distribuzione gratuita di questo tipo di farmaci negli ospedali e nelle farmacie, ovviamente previa prescrizione medica, ma anche la produzione diretta tramite la stipula di una convenzione con il Centro per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura di Rovigo e lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (unici centri autorizzati in Italia alla produzione sperimentale) al fine di poter acquistare direttamente, al prezzo di costo, i cannabinoidi ad uso terapeutico. Sino ad oggi, infatti, nonostante siano stati riconosciuti dalle tabelle ministeriali dal 2007, in Italia non ci sono produttori registrati di medicinali cannabinoidi: ospedali e farmacie possono quindi solo importarli dall'estero, su esclusiva responsabilità del medico richiedente, con lunghe attese per tempi e modalità di ordine e di consegna (circa sei mesi) e spese maggiorate da sette a dieci volte il costo effettivo del prodotto farmaceutico prescritto. Farmaci e preparati galenici a base dei principi attivi contenuti nella pianta della cannabis sativa (la specie utilizzata in medicina) risultano efficaci nelle cure palliative e antalgiche: ne potranno quindi beneficiare in particolare i malati terminali, i malati di cancro per lenire gli effetti delle chemioterapie e radioterapie, i pazienti affetti da malattie croniche irreversibili, come SLA e distrofia muscolare, gli affetti da Alzheimer e da morbo di Parkinson. I farmaci a base di cannabinoidi si dimostrano efficaci inoltre in oculistica per la cura del glaucoma, nel trattamento della nausea e del vomito in pazienti affetti da neoplasie, di patologie neurologiche e traumi cerebrali, nel trattamento dell'asma. Da sperimentazioni scientifiche risulterebbe inoltre che i cannabinoidi hanno proprietà di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, quali la morfina e i suoi analoghi, necessari a lenire il dolore nei malati oncologici sottoposti a trattamenti cronici, evitando così i fenomeni di assuefazione e di tossicità cronica.In fase di prima applicazione sperimentale, per il 2012, la Regione Veneto stanzierà 100 mila euro per assicurare la gratuità dei farmaci. Una somma probabilmente insufficiente per garantire, a regime, l'erogazione gratuita dei farmaci cannabinoidi a tutti i potenziali utilizzatori: si calcola, infatti, che il costo annuo per curare cento malati di sclerosi multipla si aggiri sui 500 mila euro.L'approvazione della legge è stata salutata da un coro di consensi 'bipartisan'.</i><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=80&p=84&c=5&e=88&t=0&idNotizia=22324">www.consiglioveneto.it</a>LUCA ZAIA: Il Veneto sperimenta l’autoassicurazione per le Aziende sanitarie dall’1 gennaio 2013.2012-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650089Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: Lega) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />
Saranno le Aziende sanitarie della provincia di Padova (Azienda Ospedaliera, Istituto Oncologico Veneto, e Ulss 15, 16 e 17) le prime a sperimentare le nuove modalità assicurative per la responsabilità civile verso terzi, secondo un modello che prevede l'autogestione interna alle aziende stesse dei sinistri al di sotto dei 500 mila euro e l'accensione di polizze con compagnie assicurative per quelli superiori, i cosiddetti 'danni catastrofali', nonché la rinegoziazione dei contratti in essere sulla base delle nuove indicazioni decise dalla Regione.
<p>La via dell'autoassicurazione è da percorrere fino in fondo e contiamo molto sugli esiti di questa sperimentazione per trasferire al più presto possibile il nuovo modello a tutto il Veneto. Oggi le coperture assicurative costano alle aziende oltre 70 milioni di euro l'anno, contro liquidazioni di sinistri per 25-26 milioni. Con la nuova organizzazione la stragrande maggioranza dei sinistri sarà trattata direttamente tra azienda e cittadino, con evidenti risparmi di spesa, maggior celerità di liquidazione del danno e meno burocrazia e spese legali per tutti.
<p>Nel frattempo nessuna Ulss, nessun ospedale, nessun operatore sanitario rimane senza copertura assicurativa e non c'è quindi nulla da temere.
<p>Le aziende sanitarie padovane avvieranno la sperimentazione l’1 gennaio prossimo, cominciando dalla rinegoziazione a termini di legge dei contratti assicurativi in essere in modo da renderli compatibili con il nuovo modello gestionale. Qualora non venissero raggiunti i necessari accordi, le aziende potranno procedere a nuove gare d’appalto.
<p><i>Lo ha annunciato il governatore della Regione Veneto nel corso del consueto punto stampa seguito alla seduta della Giunta.</i><br /><br/>fonte: <a href="http://www.regione.veneto.it/Notizie/Primo+Piano/Sanit%C3%A0.htm">www.regione.veneto.it</a>LAURA PUPPATO: Il referendum sull'indipendenza del Veneto è fuorilegge. Zaia si dimetta subito dopo.2012-09-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649704Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Montebelluna (TV) (Lista di elezione: Ulivo) <br/><br/><br />
«Il presidente Zaia indica pure il referendum fuorilegge sull'indipendenza del Veneto, ma ne tragga le conseguenze dimettendosi subito dopo. L'esito della consultazione segnerà in ogni caso la sua sconfitta di uomo politico».
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«Qualora nell'ipotetico referendum dovesse vincere il fronte indipendentista l'esito rappresenterebbe una bocciatura del modello di Regione che per quasi vent'anni PdL e Lega hanno governato e che, per molti versi, si è dimostrato addirittura più centralista dello stesso Stato».
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«Basti pensare all'arroganza con la quale il centrodestra ha trattenuto competenze di gestione, persino sottraendole ai Comuni, col risultato di produrre una sostanziale paralisi o inefficacia d'azione. O all'incapacità di legiferare in modo innovativo in materie di pressoché esclusiva competenza regionale come i trasporti, l'urbanistica, il turismo, la formazione, il commercio, i rifiuti e l'energia».
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«Se invece dovessero prevalere i sostenitori dell'unità della repubblica italiana e di una Regione che rimane nell'alveo costituzionale, Zaia dovrebbe fare ugualmente le valigie: sarebbe delegittimato a continuare a presiedere un'istituzione in cui non crede e che di certo non ha contribuito, in tutti questi anni, a rendere più vicina alle aspettative dei veneti».
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«Il presidente Zaia non può continuare a parlare come se fosse un uomo della strada: da presidente di una Regione che ha già grandi autonomie legislative in settori strategici e da esponente che ha avuto anche ruoli di governo nazionale alle spalle, non può ritenersi immune da pesanti responsabilità presenti e passate».
<p><i>E' quanto dichiara la capogruppo del Pd in Consiglio regionale in merito all'ipotesi prospettata da Zaia di una consultazione referendaria sull'autonomia del Veneto e a quanto dichiarato anche oggi dal presidente del Veneto che ''da sempre i veneti accarezzino l'idea dell'indipendenza. E sto dalla loro parte, perché qualcosa, in questa Regione, deve accadere''.</i><br /><br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/newsregioni-Veneto__Puppato_28Pd29__referendum_indipendenza_implica_dimissioni_Zaia-1195265-.html">asca</a>Pierangelo Pettenò: Veneto. Contro il rincaro delle tariffe di autoambulanze revocare la delibera 1411 del 6 settembre 20112012-09-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649532Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Federazione della Sinistra) - Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) <br/><br/><br />
Contro il rincaro delle tariffe di autoambulanze e idroambulanze il consigliere regionale della Federazione della Sinistra veneta, mobilita il Consiglio regionale e la Giunta veneta chiedendo la revoca della delibera 1411 del 6 settembre 2011.
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«La Giunta, con quella delibera che sul problema ha depositato una risoluzione da sottoporre al voto dell'assemblea veneta - ha rivisto i costi a carico degli utenti per i servizi di soccorso e trasporto sanitario.
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Le aziende sanitarie come l'Ulss 12 hanno già provveduto a modificare i propri regolamenti in materia di trasporti sanitari, consentendo di fatto il servizio solo a chi ha i soldi per pagarselo. Infatti, con le nuove regole, gli utenti sono tenuti ora a pagarsi l'ambulanza (o l'idroambulanza), salvo i casi di emergenza e altre pochissime eccezioni».
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«Prima di questo adeguamento tariffario tutti i pazienti non deambulanti e non trasportabili con normali mezzi venivano trasportati gratuitamente. Ora invece i pazienti, anche quelli dimessi precocemente o che devono recarsi in ospedale per sottoporsi a terapie invasive, devono pagarsi i servizi di trasporto sanitario. Tutto ciò mina il diritto fondamentale e costituzionale alla salute».<p>
Con la risoluzione, che sarà all'attenzione del Consiglio veneto in una delle prossime sedute, Pettenò chiede quindi il ripristino delle vecchie regole e delle vecchie tariffe nell'Ulss 12 e in tutte le aziende sanitarie del Veneto.
<p><i>Lo comunica in una nota il Consiglio regionale del Veneto</i>.<br /><br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/newsregioni-Veneto_Sanita___Petteno__28Fsv29__no_a_rincaro_trasporti_sanitari-1194763-.html">asca</a>MAURIZIO CONTE: «No al passaggio delle scorie nucleari»2012-08-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649169Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale San Martino di Lupari (PD) (Lista di elezione: Lega) - Assessore Regione Veneto (Partito: Lega) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />«Sono ad annunciare un secco no sul parere chiesto alle Regioni da parte del governo per il transito in Veneto del materiale nucleare».
<p> «Sono cosciente che la nostra risposta potrebbe non servire in quanto non vincolante, ma la ferma convinzione che il Veneto non debba farsi parte attiva di questo percorso della radioattività, rimane forte. Questa Regione non ha nemmeno le caratteristiche necessarie per ospitare una centrale nucleare, è la posizione che il governo Zaia ha intrapreso sin dall’inizio del mandato, il nucleare è una buona tecnologia ma il territorio che lo ospita deve possedere le garanzie a tutela della sicurezza quale ad esempio la stabilità sismica».<p>
«Questo transito non deve essere una “servitù senza ritorni” e senza assenso, il governo centrale non dovrebbe chiedere un coinvolgimento degli enti territoriali senza poi tenerne in considerazione l’opinione, ancor di più se riguarda materiale appartenente ad altri paesi».<br />
.<br/>fonte: <a href="http://tribunatreviso.gelocal.it/2012/08/31/news/no-al-passaggio-delle-scorie-nucleari-1.5620320">Tribuna di Treviso</a>CLODOVALDO RUFFATO: Urgono test contro il rischio di tossine nel mais2012-08-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648373Alla data della dichiarazione: Pres. Consiglio Regione Veneto (Lista di elezione: PdL) <br/><br/><br />
''Urgono test di monitoraggio in tempi rapidi e un vero e proprio piano di azione per salvare i raccolti di mais, già dimezzati da siccità e temperature torride, dal rischio aflatossine, le tossine di origine micotica che intaccano la granella delle pannocchie stressate dalla carenza d'acqua''.
<p>A lanciare l'appello alle strutture sanitarie della Regione, ai tecnici del dipartimento Agricoltura e ai consorzi dei produttori veneti è il presidente del Consiglio regionale, allarmato per i primi dati pervenuti dai centri di raccolta della regione.
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''Ho già incontrato il segretario regionale alla Sanità Domenico Mantoan per attivare le strutture regionali a servizio dei produttori. La prolungata siccità ancora in atto può procurare problematiche di questo tipo. Ecco perché urge un impegno rapido e diretto delle strutture regionali. L'eccessiva presenza di aflatossine rappresenterebbe l'ulteriore e definitivo colpo di grazia per una coltura che nel Veneto copre 290 mila ettari di superficie e che ha già subito un calo delle rese di oltre 7 milioni di quintali con un danno economico quantificabile nell'ordine di un miliardo di euro''.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/newsregioni-Veneto_Agricoltura__Ruffato__urgono_test_contro_rischio_tossine_nel_mais-1188481-.html">asca</a>Andrea Franceschi: sindaco di Cortina: «In prima linea per impedire la cementificazione dei territori»2012-08-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648372Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Cortina d'Ampezzo (BL) (Partito: LISTA CIVICA) <br/><br/><br />
''Ogni anno il Comune di Cortina d'Ampezzo destina più di 400mila euro per difendersi dai ricorsi di chi vorrebbe costruire nuove case o ampliare gli edifici esistenti. Ma il comune di Cortina ha respinto i diversi piani casa mettendo dei paletti molto limitanti per tutelare esclusivamente i veri residenti. Il risultato è aver preservato il proprio territorio dalla speculazione edilizia.
<p>La linea dura paga e stiamo avendo ragione su tanti ricorsi di diverse società immobiliari sia al Tar che al Consiglio di Stato".
<p>Il primo cittadino della Regina delle Dolomiti si schiera quindi con la svolta anti-cemento del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e non si accoda a chi lo accusa prima di aver sostenuto il piano casa e, poi, di aver cambiato idea.
''Il piano casa, dice Franceschi, non è cattivo in sé, ma deve essere lasciata ai singoli Comuni la possibilità di accettarlo o meno perché nessuno conosce meglio degli amministratori locali le esigenze del loro singolo territorio. Cortina è una grande città e vi sono altre esigenze diverse perché sono realtà diverse: non può esserci una norma urbanistica identica''.
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Da cambiare del tutto, invece, è la norma che permette di ampliare del 50 per cento la propria abitazione a chi autocertifica un trasferimento di residenza nei prossimi 24 mesi. ''C'è il rischio - denuncia Franceschi - che la residenza sia fittizia e quindi si finisca per favorire l'evasione fiscale incentivando chi ha la seconda casa a frodare l'Imu - oppure che non venga realmente effettuato il cambio nonostante lo spropositato aumento volumetrico effettuato.
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Queste sono frodi e speculazioni belle e buone e i Comuni, Cortina in primis, sono in prima linea per impedire la cementificazione dei propri territori. La possibilità di ampliare va lasciata solo a chi è già residente, e subordinata ai vincoli di tutela e salvaguardia delle singole realtà territoriali''.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/newsregioni-Veneto__sindaco_Cortina_a_Zaia__anche_noi_contro_cementificazione-1188626-.html">asca</a>LUCA ZAIA: a Durnwalder: «Né io né lui decidiamo le sorti delle comunità»2012-08-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648204Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: Lega) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />
"Non modificherò le mie convinzioni sulle istanze di appartenenza amministrativa dei cittadini nemmeno di fronte alle provocazioni di Durwalder.
Lo ribadisco: democrazia significa rispettare la volontà del popolo e quando una comunità sceglie di cambiare io sarò il primo a rispettare tale scelta''.
<p>Il Governatore del Veneto, commenta così l'invito del presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durwalder, a ''cedere'' all'Alto Adige i Comuni di Cortina d'Ampezzo, Colle Santa Lucia e Pieve di Livinallongo.
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''Non debbo essere io a decidere le sorti di questi Comuni, ma nemmeno il presidente altoatesino. Sono gli abitanti di Cortina, Colle Santa Lucia e Pieve di Livinallongo a determinare il proprio destino. Di una cosa sono certo: l'attrazione che queste realtà subiscono dalle regioni confinanti, così come è avvenuto per Cinto Caomaggiore e Lamon, non è dettata dal fatto di non sentirsi veneti, bensì dalle condizioni di privilegio di cui quelle aree godono. E la causa di tutto ciò è Roma, è lo Stato italiano che ha permesso nel corso degli anni il consolidarsi di situazioni sperequative tra le Regioni a statuto speciale e quelle a statuto ordinario.
E tra queste ultime a patirne di più sono proprio le Regioni del Nord come il Veneto, chiamate ingiustamente a farsi carico degli sprechi e del malgoverno di quelle del Sud''.
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''Durnwalder mi chiama amico e io in effetti così mi reputo e da amico gli ricordo che la parola secessione lui la pronuncia da tanto più tempo di me, ma invano, perché i primi a non spendersi per portare Bolzano a Vienna sono proprio gli austriaci".<br /><br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/newsregioni-Veneto__Zaia_a_Durnwalder__ne__io_ne__lui_decidiamo_sorti_comunita_-1187602-Veneto.html">asca</a>LUCA ZAIA: Siccità in Veneto: Governo dichiari calamità, no accise su benzina2012-08-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648165Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: Lega) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: Lega) <br/><br/><br />
Venezia - «E' visibile che il Veneto sta perdendo per la siccità circa un miliardo di euro di produzione agricola: abbiamo campi rinsecchiti. Ora attendiamo le decisioni del Governo a sostegno delle imprese danneggiate. Noi abbiamo fatto conoscere le nostre richieste».
<p>Sul tema della siccità il Governo «è latitante, si sta distraendo: ci vuole piu' attenzione e il ministro deve decidere cosa fare. Dichiari lo stato di calamità e trovi le risorse nazionali per sostenere le imprese agricole».
<p>«In ogni caso l'approccio rispetto alle singole posizione dovrà essere di perequazione: chi ha l'acqua vicino a casa e la utilizza per irrigare fa l'imprenditore fino in fondo; chi non ce l'ha proprio è destinato a soccombere di fronte alla siccità; chi ha l'acqua a portata di mano e non irriga fa una scelta di vita. Questo viene per ultimo in fatto di indennizzi. Noi vogliamo introdurre questo principio rispetto a figure che sono assolutamente diverse».
<p>Quanto alla parte burocratica, la Regione ha già attivato tutte le azioni che servono, compresa una prima individuazione da parte di Avepa delle aree danneggiate e della percentuale di perdite per coltura. Ma ci sono colture ancora in atto e per un bilancio formale definitivo occorrerà attendere la fine della stagione. La stessa Avepa, per semplificare la parte amministrativa e non far circolare troppe carte, considerato che le aziende colpite sono alcune decine di migliaia, sta predisponendo una scheda digitale da utilizzare con sistemi informatici.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/newsregioni-Veneto_Siccita___Zaia__governo_dichiari_calamita___no_accise_su_benzina-1187241-.html">asca</a>ACHILLE VARIATI: «C’è un centro di potere che lega Padova, Treviso e Venezia» - INTERVISTA2012-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648152Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Vicenza (VI) (Partito: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Vicenza (VI) (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
Benvenuto il patto con Verona, ovvero al «Polo ovest» da contrapporre alla «lobby della Pa-Tre-Ve». L’idea è stata lanciata dal vicepresidente della Provincia di Verona, il leghista Fabio Venturi, che aveva ipotizzato un patto fra la città scaligera e il capoluogo berico in grado di far concorrenza agli interessi che uniscono Padova, Treviso e Venezia. Nella guerra scoppiata fra i capoluoghi di provincia, quella proposta è nata in scia alle critiche mosse dal primo cittadino di Verona, Flavio Tosi, sui «troppi privilegi» di Venezia, e che Venturi aveva superato, abbozzando, per unire Vicenza e Verona, un «sistema metropolitano da altissimo livello». E Variati, sindaco Pd, sposa l’idea dei vertici del Carroccio veneto: «Il Polo ovest serve per dare equilibrio a tutta la regione».
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<b>Sindaco Variati, da Verona arriva la proposta di un «Polo ovest» che leghi la città scaligera con Vicenza. Cosa ne pensa?</b>
<p>«Sono assolutamente d’accordo, è una proposta intelligente ed è quello che auspico da qualche tempo ormai. È importante far nascere questo Polo ovest nel Veneto, perché qui siamo tralasciati dalla Regione, ci sentiamo come i parenti dimenticati. E basta pensare al Smfr (Sistema metropolitano ferroviario regionale, ndr) che non decolla. Ma Vicenza e Verona sono due realtà importanti dal punto di vista dello sviluppo economico e finanziario di tutta la regione». Venturi l’ha chiamato «sistema metropolitano ad altissimo livello».
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<b>Per lei, quest’unione, cosa dovrebbe essere?</b>
<p> «Per me si dovrebbe partire dai servizi, da dove siamo già attivi in molti ambiti come l’acqua, il gas e l’energia. È un percorso che abbiamo già intrapreso con la società consortile "Viveracqua" (sorta nel 2011, ndr), e che sono intenzionato ad approfondire. Anche perché le aziende municipalizzate veronesi e vicentine sono molto simili, quindi un’integrazione ha senso».
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<b>Tempi previsti?</b>
<p>«Convocherò un incontro a breve, già il prossimo autunno, fra i rappresentanti dei nostri due Comuni e degli apparati economici pubblici, per discutere di questi temi».
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<b>Quale sarà il contenuto concreto di questo patto? Da Verona si è parlato di unire le partecipazioni in enti e infrastrutture come autostrade, l’aeroporto, ma anche dialogare sul trattamento dei rifiuti e sulle multiutility.</b>
<p> «La priorità, per me, dovrà essere l’energia. Vorrei chiudere al più presto l’accordo annunciato lo scorso anno fra Aim energy e Agsm per la creazione della newco, che potrà rinforzare entrambe le aziende e creare risparmi per i cittadini. Poi, si discuterà del resto».
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<b>Dunque sarà Vicenza e Verona contro la Pa-Tre-Ve?</b>
<p> «C’è un centro di potere che lega Padova, Treviso e Venezia, si sa. Ma proprio per questo, il Polo ovest è utile per dare maggiore equilibrio a tutto il Veneto».
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<b>Venezia, secondo il sindaco di Verona Flavio Tosi, avrebbe «troppi privilegi». È d’accordo?</b>
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«Tosi ha ragione. Venezia ha delle particolarità innegabili ma anche tanti benefici, come ad esempio il servizio di trasporto su acqua, che non è in deficit, viene pagato dai turisti e, ciò nonostante, riceve contributi. E pure sul trasporto pubblico locale ci sono differenze, perché in laguna il viaggio dei mezzi che vanno a Mestre viene considerato tratta urbana, quindi pagato di più dalla Regione, mentre da noi non è così».
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<b>Un sindaco del Pd che accetta proposte leghiste. Nessun imbarazzo?</b>
<p> «No, perché <a href="http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2012/9-agosto-2012/venturi-alleanza-vicenza-contrastare-privilegi-venezia-2111376904902_print.html">l’intelligenza non ha colore politico</a>».<br /><br/>fonte: <a href="http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2012/10-agosto-2012/variati-alleanza-verona-polo-ovest-contro-venezia-2111390743263_print.html">Corriere del Veneto | Gian Maria Collicelli</a>FLAVIO ZANONATO: Veneto: «È Padova la città metropolitana» - INTERVISTA2012-08-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648119Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Padova (PD) (Partito: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Padova (PD) (Lista di elezione: Cen-sin) <br/><br/><br />
Chi conta di più, nel Veneto barcollante sotto i colpi della crisi, alla disperata ricerca di un nuova centralità? La millenaria Venezia o Verona, capitale morale dell’economia e del commercio? «E’ una polemica estiva,che mi appassiona poco» sorride il sindaco di Padova. «E sa perché? Perché la città metropolitana, al di là delle chiacchiere, esiste già nei fatti. Siamo noi».
<p><b>Tosi e Orsoni, che si contendono il primato a suon di accuse reciproche, strabuzzeranno gli occhi.</b>
<p> «Ho letto in questi giorni diagnosi arci note, che sentiamo da anni: a Venezia il trasporto costa troppo, a Verona ci sono sprechi in sanità... Penso che dovunque vi siano margini per migliorare. I Comuni dovrebbero smetterla di litigare e stringere un patto tra loro».
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<b>Zanonato ambasciatore per un armistizio?</b>
<p>«Le accuse di Tosi restano stupefacenti. Il centrodestra governa la Regione da 17 anni, da 2 anni c’è Zaia, hanno la presidenza dell’Anci: riscontrano dei problemi? Li risolvano. Non strillino e basta, come al solito».
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<b>Venezia è un problema da risolvere?</b>
<p> «Venezia presenta delle specificità che sono sotto gli occhi di tutti ed è sottoposta a dinamiche complesse, che non si riscontrano in nessun altra città del Veneto e, forse, del mondo. Questo può tradursi con alti costi di gestione. Alle volte, non sempre».
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<b>Torniamo per un attimo al patto tra i Comuni. Quali sarebbero i punti su cui stringersi la mano?</b>
<p> «C’è un aspetto politico, che sta nel superamento di quella logica dei campanili e dei potentati locali che ci ha impedito, ad esempio, di creare una grande multiutility regionale, o quanto meno in sinergia tra due o più città venete, costringendoci ad andare in Emilia Romagna. Il secondo è un aspetto tecnico, e sono i costi standard, la migliore delle invenzioni centraliste, per cui "al centro" si decide quanto deve costare un servizio nella sanità, nel sociale, nei trasporti e su quello si devono parametrare tutti. Solo così si può mettere fine alle baruffe ed agli sprechi».
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<b>La Regione dovrebbe essere il regista di questo patto?</b>
<p> «Ho poche speranze al riguardo. In 15 anni Galan non è riuscito a fare neppure la Smfr. Vedo che con Zaia le cose non sono cambiate: si vive alla giornata, manca la visione strategica».
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<b>La futura città metropolitana di Venezia consegna alla storia quella che da anni, nei convegni, si disegnava attorno a Padova.<br />
E’ preoccupato?</b>
<p> «Nient’affatto, la città metropolitana di Venezia esiste solo sulla carta e a dire il vero non da oggi ma dal 1993. Ma non è per legge che si acquista centralità: alle imprese importa poco fin dove arrivano i confini sulla cartina geografica. Guardano ai servizi offerti, alla logistica, alle chance di sviluppo date da un territorio. E in questo Padova ha pochi rivali. Abbiamo completato l’anello delle tangenziali, siamo un crocevia autostradale, col treno da qui si arriva a Roma in 3 ore ed a Milano in un’ora e mezza, c’è una totale copertura della banda larga, il wi-fi diffuso, abbiamo i centri di ricerca, l’università, il melting pot. Questi sono fatti».
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<b>Ma al di là dell’attrazione esercitata sul mondo economico, Padova è in grado di acquisire anche una leadership politica e istituzionale?</b>
<p> «Penso che la spending review e i continui tagli costringeranno i Comuni più piccoli ad aggregarsi per sopravvivere e noi siamo pronti a fare da catalizzatore. Con i Comuni della cintura potremmo arrivare a 350 mila abitanti, con gli universitari a 410 mila. Saremmo una delle città più grandi d’Italia».<br />
<br/>fonte: <a href="http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2012/9-agosto-2012/guerra-le-risorse-parla-zanonato-padova-citta-metropolitana-2111374433633_print.html">Corriere del Veneto - Marco Bonet</a>Pierangelo Pettenò: Veneto. Primo sì a distribuzione farmaci derivati da cannabis2012-07-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647372Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Federazione della Sinistra) - Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) <br/><br/> <br />Approvato il progetto di legge presentato da Sinistra veneta.
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''Dotare il Veneto di una legge applicativa in tale senso rappresenta una scelta di civiltà che consentirà ai malati e al servizio pubblico della nostra regione di non dipendere esclusivamente dalle importazioni dall'estero per l'approvvigionamento della cannabis medicinale, con grandi risparmi di tempo e di costi e riduzione degli enormi disagi ai quali sono sottoposti i malati che necessitano di tale tipo di farmaci''.
<p><b>NEI FATTI</b>
<p>La commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto, ha approvato senza nessun voto contrario il progetto di legge che consente la distribuzione gratuita negli ospedali e nelle farmacie di farmaci e preparati a base di cannabinoidi. L'iniziativa di legge, se confermata dal voto finale, farà del Veneto la seconda regione in Italia, dopo la Toscana, a dare concretezza alle disposizioni ministeriali del 2007 che hanno riconosciuto la valenza terapeutica dei derivati dalla cannabis.<br />
<br/>fonte: <a href="http://salute.asca.it/interna-Salute-Veneto_Sanita___primo_si__a_distribuzione_farmaci_derivati_da_cannabis-1176288-0-0.html">asca</a>ANDREA CAUSIN: Sanità in Veneto: 15 anni per non cambiare nulla: un piano sanitario nato morto2012-06-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646366Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Dopo 15 anni, il Consiglio Regionale del Veneto si appresta in queste ore ad approvare il nuovo piano Socio Sanitario. Un documento di programmazione atteso dagli operatori e soprattutto dai cittadini, ma che è destinato a frustrare le aspettative.
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In 15 anni sono cambiate molte cose.
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La popolazione della Regione è cresciuta ma è anche invecchiata, seguendo il trend demografico della vecchia Europa. Il fatto che viviamo di più è sicuramente positivo, tuttavia è ineludibile che l’invecchiamento comporta un maggiore risorso alle strutture sanitarie.
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La revisione del Piano Sanitario, che definisce la programmazione del capitolo di spesa più importante della Regione (circa 8 miliardi e mezzo di euro l’anno), accade in un momento in cui il quadro delle risorse a disposizione è in continua contrazione.
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Dopo alcuni mesi di dibattito in commissione, di boutade giornalistiche del Presidente e le logiche e innumerevoli controspinte di conservazione la montagna sta per partorire il topolino.
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La politica non arretrerà di un millimetro dalla sanità, riservandosi arbitrariamente le nomine dei dirigenti strategici e conseguentemente anche dei primari, secondo criteri che a me francamente sembrano molto distanti da quelli del merito, della competenza e dell’efficacia.
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Serviva il coraggio di compiere una riforma vera, che prevedesse la riduzione delle Ulss e che potesse così porre fine a quella parcellizzazione amministrativa, dove si annidano le clientele del consociativismo dei partiti della prima e della seconda repubblica.
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C’era il bisogno di mettere mano con decisione alla medicina territoriale, che quando non funziona (e nella maggior parte dei casi purtroppo è così) finisce per congestionare gli ospedali.
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C’era il bisogno di dire con onestà che alcune strutture che ci ostiniamo a chiamare “ospedali” devono essere chiuse o riconvertite, per liberare quelle risorse economiche che servono per dare impulso alle strutture di eccellenza.
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Il nuovo piano Socio Sanitario sta nascendo “morto” perché tradisce quei principi riformatori che potevano garantire con certezza una prospettiva di crescita della qualità dei servizi.
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Ma ciò che viene tradito maggiormente è il principio della libera scelta della persona, che si concretizza nella possibilità di individuare il medico migliore e una struttura di elevata qualità, a scapito di un sistema che vuole conservarsi per mantenere posizioni di privilegio.
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Anche se la politica ha mancato l’appuntamento, potremo comunque contare sulla dedizione e passione dei medici, degli infermieri, del personale tecnico e amministrativo, che consente nonostante tutto di garantire un sistema capace di risponde con elevata qualità ai bisogni dei cittadini.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.andreacausin.it/component/content/article/173-15-anni-per-non-cambiare-nulla-un-piano-sanitario-nato-morto?tmpl=component&print=1&page=">andreacausin.it</a>Francesco Siviero: Non escludo che il futuro del Polesine sia la fusione con Padova. L'ipotesi è da valutare2012-06-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649800Alla data della dichiarazione: Pres. Consiglio Comunale Taglio di Po (RO) (Lista di elezione: Lista Civica - Cen-Sin) - Sindaco Comune Taglio di Po (RO) (Partito: Lista Civica - Cen-Sin) <br/><br/><br />
Aspetta chiarimenti il sindaco di Taglio di Po prima di esprimere un parere sul futuro della provincia di Rovigo.
<p> "Se la fusione con Padova è una delle opzioni in campo è da valutare".
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<i>Nell'ipotesi di fusione con Padova</i>: <br />
"Le soluzioni vanno valutate tutte, l'importante è che tengano in considerazione tutti i rappresentanti dei cittadini e siano discusse tutti insieme".
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<i>Il comune di Taglio di Po, per il momento non porterà la questione in consiglio comunale</i>: <br />
"Ne abbiamo discusso come maggioranza ma non abbiamo presentato alcun ordine del giorno perché aspettiamo di vedere i passi che faranno la Provincia e la Regione".
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"A livello nazionale il quadro normativo non è ancora chiaro"<br /><br/>fonte: <a href="http://www.rovigooggi.it/stampa/2012-09-05/il-comune-bassopolesano-vicino-a-padova/">www.rovigooggi.it | Elisa Barion</a>Elena DONAZZAN: “Da Galan pochezza politica e nostalgia estemporanea”2012-03-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626375Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Veneto (Partito: PdL) - Consigliere Regione Veneto (Gruppo: FI) <br/><br/><br />"Vedo troppi capetti candidati ad assumere il ruolo di censori o selettori".
Replica all'ex governatore del Veneto Galan, che vuole rifondare Forza Italia e invita gli ex An in disaccordo “ad andare a casa”. “Non ci sono gli ex di questo o di quello, c'è il Pdl”. "Più di qualcuno è preso da delirio di onnipotenza”.
<p>“Galan vuole cacciare gli ex An? Forse così potrebbe provare a risolvere il problema di pochezza politica che sta manifestando in questo ultimo periodo tutto preso da una nostalgia estemporanea: non ci sono né ex di questo né di quello, c’è il Pdl."
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Risponde così Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto all’Istruzione, Formazione e Lavoro, all’intervista di Giancarlo Galan su “Italia Oggi” e intitolata “Galan, ora fuori An dalle balle” (vedi link a fine pagina).
<p>l’ex presidente del Veneto sostiene di voler seppellire il Pdl, rifondare Forza Italia e dice che chi dei provenienti da Alleanza Nazionale non è d’accordo se ne deve andare a casa.
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“Invece di perdere energia e tempo a trovare nemici interni - precisa l’assessore regionale - dovremmo piuttosto offrire soluzioni alla difficoltà delle imprese, alla tassazione oltre l'umana sopportazione, all'aggressività della finanza speculativa, alla paura della gente, all'aumento dell'incertezza e della criminalità.”
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“Il resto sono espressioni da delirio di onnipotenza, delirio che ahimè, sta prendendo più di qualcuno, ma che poco interessano a chi ci osserva da fuori, e io non perderò del tempo dietro a chi vuole allontanare dalla politica e dividere, perché preferisce essere solo al comando, invece di costruire un movimento popolare diffuso e partecipato.”
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“Nessuno in questi anni da assessore regionale mi ha chiesto da dove venivo, se ero ex di qua o di là. Mi hanno sempre chiesto invece dove volevo andare e cosa stavo facendo, oppure cosa proponevo per risolvere i tanti, troppi problemi in cui imprenditori, giovani studenti, lavoratori in cassa integrazione, madri lavoratrici si trovavano e si trovano ad affrontare.”
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“Ciascuno di noi se ha una storia di appartenenza deve andarne fiero e ha il proprio bagaglio di valori e di cultura, ma il momento non ci permette di vivere di nostalgia o torcicollo, ma impone alla politica coerenza , credibilità e chiarezza.”
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“Vedo però troppi capetti candidati ad assumere il ruolo di censori o selettori, quando al contrario abbiamo bisogno di essere inclusivi, partecipativi e propositivi e soprattutto dobbiamo avvicinare persone nuove innamorate del senso del dovere per la propria terra, per la propria gente, capaci di rinnovare la politica nello spirito, capaci di schierarsi.”
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“A me piace costruire e rispondere alle persone, alle imprese alle loro esigenze e nel Popolo della Libertà siamo in tanti a pensarla così.”
<p><b><a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1CV76E">Intervista a G.Galan di Emilio Gioventù su Italia Oggi "Ora fuori An dalle balle"</a></b><br /><br/>fonte: <a href="http://notizie.bassanonet.it/politica/10697.html">Bassanonet.it</a>ANDREA CAUSIN: Bilancio e Legge finanziaria, un'altra occasione persa 2012-03-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626039Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
<b>Nei corridoi di Palazzo Ferro Fini</b> da settimane si sente la litania dei Consiglieri e degli Assessori, che al telefono o ai questuanti di turno ripetono <b>“quest’anno va mal, no ghe xe più schei”</b>.
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In Veneto, il dialetto è la lingua ufficiale, si usa nelle occasioni importanti, nei momenti ufficiali o per rimarcare la verità in una questione che si vuole sostenere.
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Per fare gli affari, per litigare tra marito e moglie, per chiudere un accordo.
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Ma per comprendere il clima a “palazzo” bisogna inquadrare bene la questione.
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<b>La Regione del Veneto può contare su un bilancio di circa 14 miliardi di euro.</b>
<p>
<b>Di questa cifra enorme la cifra destinata alla spesa corrente, ovvero quella destinata a finanziare le leggi regionali relative alle competenze che la Costituzione affida alle regioni, è poco più di 1 miliardo e 400 milioni di euro. Ciò accade perché circa 9 miliardi sono vincolati alla spesa sanitaria e 3 miliardi e qualcosa sono quella che si definisce spesa “vincolata”, ovvero spese per il personale, organi istituzionali, trasferimenti ad enti ed agenzie, ammortamenti, mutui, etcc….
</b>
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La disponibilità di spesa corrente si è progressivamente ridotta negli ultimi tre anni (quasi dimezzata) perché la Corte dei Conti ha, a più riprese, eccepito sul fatto che era stato raggiunto “il livello massimo di indebitamento consentito”.
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Che significa questa frase?
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<b>Significa, che negli anni scorsi, che ogni qual volta sono stati assunti degli impegni economici di spesa corrente si è acceso un mutuo…..come se una famiglia, per fare la spesa ricorresse al finanziamento.</b>
<p>
In questo meccanismo, consentito dalla legge, risiede la ragione della quota parte di indebitamento pubblico che ha contratto la nostra Regione.
<p>
<b>Nella situazione delicata che sta attraversando il nostro paese si è persa una occasione importante per razionalizzare la spesa e per rompere un meccanismo consociativo “maggioranza – opposizione” che negli anni scorsi ha cagionato un'aumento della spesa e del debito.</b>
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<b>Il bilancio che il Consiglio si accinge ad approvare può essere definito solo in un modo:</b><i></i> <b>incivile</b>.
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<b>Perché azzera quasi tutti i capitoli a sostegno delle situazioni di povertà.</b>
<p>
Coerentemente alla situazione che (semplificando molto) ho illustrato, <b>ho presentato alcuni emendamenti che non producono spesa, in modo particolare il fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà, e lo sgravio IRAP per le imprese che assumono le persone over 50 in disoccupazione.</b>
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<b>Serve</b> però, in prospettiva, <b>un lavoro radicale che miri alla riduzione dei costi della pubblica amministrazione regionale, attraverso processi di semplificazione e liberalizzazione, che possano generare economie di 500 milioni di euro l’anno, per poter tornare a contare su un bilancio che contiene misure di sviluppo e di sostegno alle povertà.</b> <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.andreacausin.it/component/content/article/166-bilancio-e-legge-e-finanziaria-unaltra-occasione-persa?tmpl=component&print=1&page=http://www.andreacausin.it/component/content/article/166-bilancio-e-legge-e-finanziaria-unaltra-occasione-persa?tmp">www.andreacausin.it</a>Elisabetta ZAMPARUTTI: Nord Adriatico. Approfondire le analisi sulle schiume nelle vicinanze del rigassificatore di Porto Viro. Interrogazione 2012-02-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625655Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Il fenomeno delle schiume, legato con molta probabilità all'attività del rigassificatore di Porto Viro, si ripete. Gli ultimi due episodi si sono verificati tra gennaio e febbraio di quest'anno in cui una coltre vischiosa ghiacciata ha raggiunto la spiaggia delle acque polesane e veneziane di Bocassette e dell'Isola Verde. Nella primavera del 2010 venne segnalata una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero che arrivava anche a lambire la costa. Maria Grazia Lucchiari, della direzione di Veneto Radicale e del Comitato nazionale Radicali Italiani ha sollecitato l'intervento della deputata Radicale e membro della commissione Ambiente, Elisabetta Zamparutti che ha presentato un'interrogazione con la quale chiede al Ministro dello Sviluppo economico, dell'Ambiente e dell'Agricoltura e della pesca "quali azioni urgenti si intendano assumere per chiarire la natura della schiuma per approfondire e documentare con maggior precisione il tipo di danni ambientali prodotti, in particolare per quanto riguarda i cloroderivati organici e gli alo-derivati in genere". Il rigassificatore di Porto Viro si configura "a ciclo aperto", si preleva acqua di mare per sottrarle il calore che serve a riportare allo stato gassoso il Gnl, gas naturale arrivato via nave sotto forma liquida a 162°C. L'acqua viene restituita al mare più fredda e clorata. Questo comporta una sterilizzazione quasi totale della massa d'acqua adoperata a causa degli shock meccanico e termico e l'impiego di cloro implica il rilascio di sostanze tossiche.
<p> "Il rischio è che venga seriamente danneggiato l'ecosistema marino con relativi danni all'economia costiera". L'esponente Radicale ricorda che dal 2000, con decreto del Ministero dell'Ambiente, la Regione Veneto ha ottenuto il divieto dell'utilizzo del cloro come "agente antifouling" nei circuiti industriali che scaricano in laguna di Venezia, in considerazione dei problemi che questa sostanza causa alle biocenosi di un habitat tanto delicato. "L'Adriatico è un mare semi-chiuso, considerato sotto più aspetti quale zona ecologicamente sensibile – afferma ancora Zamparutti – ed è opportuno valutare di estendere la limitazione in vigore in laguna di Venezia a tutti gli impianti di questa voracità lungo l'Adriatico, attivandosi anche per creare una governance comune con gli altri Paesi che si affacciano su questo mare. Gli impianti proposti, che in questi tempi procedono nel loro iter autorizzativi – aggiunge la deputata - consumano notevoli quantità d'acqua di mare, "senza che siano adeguatamente valutate le alternative tecnologiche percorribili, il cosiddetto "ciclo chiuso". Il vecchio rigassificatore di Panigaglia, che è in funzione dal 1971, lavora unicamente in modalità a ciclo chiuso. Ecco quindi la richiesta di Zamparutti ai Ministri "rafforzare nelle procedure autorizzative la presa in considerazione delle alternative tecnologiche percorribili a quanto proposto dal gestore, nel caso in questione il cosiddetto "ciclo chiuso", anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto, ed in particolare considerare la possibilità di riconvertire il rigassificatore di Porto Viro da ciclo aperto a "ciclo chiuso".
<p><b>Il testo dell'interrogazione</b>
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Al Ministro dello Sviluppo economico<br />
Al Ministro dell'Ambiente<br />
Al Ministro dell'Agricoltura e della pesca
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<b>
Premesso che:</b>
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il rigassificazione offshore di Porto Viro, entrato in regime di esercizio provvisorio da settembre 2009, ha registrato le prime due ricadute ambientali: nella primavera del 2010 quando venne segnalata una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero che arrivava anche a lambire la costa, e la seconda, segnalata nel gennaio 2012, in cui sulla spiaggia di Boccassette di Porto Tolle (RO) si poteva osservare uno spesso strato di piccoli cristalli di ghiaccio per una profondità verso mare di 10, 20 metri che accompagnava tutta la lunghezza della battigia;
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tra la notte di venerdì 17 e sabato 18 febbraio, dopo la spiaggia di Boccasette, la schiuma è arrivata anche a Isola Verde, completamente ghiacciata dalle rigide temperature della notte;
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a seguito del primo episodio la Procura della Repubblica di Rovigo ha indagato per danneggiamento aggravato due dirigenti di Adriatic Lng, la società che gestisce il rigassificatore. Una perizia della Procura dimostra che a produrre queste schiume sono le lavorazioni sul rigassificatore per trasformare il metano da liquido a gas, che poi viene immesso nelle condotte e convogliato nella rete nazionale di distributore. Le conseguenze sull'ecosistema sono di alterazione della clorofilla e del fitoplancton marino;
<p>
il fenomeno della "schiuma" è stato analizzato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il quale ha concluso che: "E' una matrice di origine naturale (…) in quanto miscela polifasica principalmente caratterizzata da un elevato contenuto organico (…). La formazione di schiume pertanto non sembra dovuta ad immissione nell'impianto di sostanze esogene all'ambiente marino quanto piuttosto all'azione meccanica dello stesso". "..la presenza di composti cloro organici è, con molta probabilità, dovuta all'impiego di cloro attivo, utilizzato come biocida nelle acque di scambio termico dell'impianto (…)". "…La particolare composizione di tutti i componenti costituenti la miscela (fino ad ora individuati) è tale da indurre effetti biologici avversi riscontrabili anche ad elevate diluizioni riproducibili in laboratorio";
<p>
il rigassificatore di Porto Viro si configura "a ciclo aperto": si preleva acqua di mare per sottrarle il calore che serve a riportare allo stato gassoso il Gnl (arrivato via nave sotto forma liquida, a -162°C) restituendola poi al mare più fredda e clorata. Questo comporta una sterilizzazione quasi totale della massa d'acqua adoperata a causa degli shock meccanico e termico (a questi sono da imputare il fenomeno delle schiume); a causa dell'impiego di cloro che implica il rilascio di sostanze tossiche (i cloro-derivati organici), ed infine per la perdita dei servizi ecosistemici forniti dall'habitat marino (autodepurazione, assorbimento di CO2, habitat di specie ittiche);
<p>
secondo quanto riferito da Carlo Franzosini, biologo dell'Area Marina Protetta di Miramare,a seguito della reazione della Sostanza Organica Disciolta in acqua di mare ("DOM") ed il cloro attivo immesso nel circuito si formano dei composti: i cloro-derivati organici che sono tossici, persistenti e mutageni (trialometani, clorammine, ecc.). Una prima quantificazione di questi prodotti parte dal tenore di DOM in acque costiere non eutrofiche, che in Adriatico è indicativamente di 2 mg/litro. Il funzionamento di un rigassificatore comporterebbe l'immissione di quantità dell'ordine di 32,8 chili per ora di cloro-derivati, qualcosa più di 280 tonnellate all'anno. Gli effetti del cloro e dei cloro-derivati (ad esempio: a seguito di disinfezione) sono studiati da oltre 40 anni, tanto che già nel 1972 in USA (US Federal Water Pollution Control Act) era obbligatorio l'abbattimento del tenore di cloro nelle acque di scarico e la riduzione chimica dei sottoprodotti alogenati. Questi composti, stabili e non facilmente degradabili, si accumulano nelle acque, da qui entrano nella catena alimentare, si depositano nei tessuti grassi degli organismi marini e possono finire sulle nostre tavole. Nell'uomo, alcuni effetti tossici noti sono la possibile azione mutagenica e /o cancerogenica. L'esposizione cronica comporta una possibile relazione con cancro del retto e del colon e della prostata (IARC International Agency for Research on Cancer);
<p>
nei documenti di VIA questo aspetto non è considerato perché ci si limita a valutare i soli effetti del cloro attivo in uscita dall'impianto: questo viene limitato a non più di 0,2 mg/litro, paragonabile a quello dell'acqua di acquedotto conforme a norma di legge. Quindi questo procedimento è apparentemente innocuo "come bere un bicchier d'acqua". Ma il cloro, utilizzato in quantità massiccia (all'interno dell'impianto si hanno tenori di 2 mg/litro), viene abbattuto prima di restituire l'acqua al mare, neutralizzandolo con bisolfito (reazione: si forma solfato), al fine di rientrare nei parametri di legge (max 0,2 mg/litro);
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inoltre, poiché è il proponente dell'opera a redigere gli studi di impatto ambientale, non sempre vi è l'interesse ad illustrare alternative di progetto in fase di VIA migliori dal punto di vista ambientale anche se meno convenienti economicamente e non sempre i funzionari che devono valutare questi studi sono adeguatamente attrezzati e tecnicamente supportati dagli enti preposti
l'acqua di mare è ricca di sostanza organica da neutralizzare, contrariamente all'acqua di acquedotto che possiamo bere a volontà ed in cui il cloro è aggiunto solo per un'azione preventiva antibatterica. La differenza tra le 2 acque – pur con lo stesso tenore di cloro attivo – è che l'acqua in uscita dall'impianto è carica di sostanza organica degradata combinata chimicamente al cloro;
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questo vale in particolare per quanto riguarda l'acqua di mare di Porto Viro in considerazione della produttività primaria dell'Adriatico (parametro collegato alla concentrazione di cellule fitoplanctoniche per unita' di volume dell'acqua di mare) e della posizione collocata di fronte alla foce di uno dei maggiori fiumi del Mediterraneo;
<p>
Adriatic Lng prima che iniziassero i lavori di realizzazione del terminal aveva valutato il tenore del disturbo ambientale che l'impianto andava a causare al territorio circostante, arrivando nel febbraio 2008 ad un accordo con gli Enti locali "per la compensazione territoriale destinata al Polesine e legata all'insediamento del terminal". Si tratta in tutto di 12,1 milioni di euro di cui 2,45 per il comparto della pesca professionale, che si è visto imporre una nuova zona di interdizione dell'attività;
già alcuni mesi dopo l'avvio dell'attività del rigassificatore di Porto Viro le associazioni dei pescatori avevano osservato con preoccupazione la presenza di schiume attorno all'impianto e la morìa di fasolari e vongole di mare nelle acque veneziane e polesane. Fenomeni insoliti e inspiegabili alla luce della loro esperienza;
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l'area dell'alto Adriatico è attualmente interessata da 3 progetti di rigassificatori: uno in Slovenia, uno on-shore (Zaule), uno off-shore (al largo di Grado). Per il rigassificatore proposto da "Gas Natural", l'intero volume d'acqua della Baia di Muggia (circa 100 milioni di m3) verrebbe fatto fluire attraverso l'impianto per oltre due volte all'anno. In un anno circa il 4-5% dell'acqua dell'intero bacino del golfo di Trieste (8.800 milioni di m3) verrebbe a circolare attraverso l'impianto, una quantità di gran lunga superiore a quella utilizzata da tutti gli stabilimenti industriali attualmente in esercizio sulle sponde del golfo.
E stiamo parlando di 1 dei 3 rigassificatori proposti;
<p>
il rigassificatore di Capodistria è l'unico, della decina di progetti che interessano tutto l'Adriatico, che funzionerebbe "a ciclo chiuso": i progettisti, consci dei problemi ambientali di questo litorale, non ricorrerebbero all'impiego di acqua di mare ma ricaverebbero il calore utile alla rigassificazione da altre fonti. Ad esempio la combustione di un'aliquota marginale del gas conferito in impianto (ne basta l' 1,3%) è sufficiente per riportare il metano dalla fase liquida a quella gassosa. L'aliquota che andrebbe bruciata corrisponde a quanto viene spontaneamente perso durante il trasporto (per via del cosiddetto "boil-off") ed immesso in atmosfera (il metano è tra i più potenti gas-serra, 25 volte più della CO2). Gli impianti sono inoltre dotati di "torce" che, per questioni di sicurezza, bruciano o immettono direttamente in atmosfera il gas in sovrapressione che si sviluppa nel processo di rigassificazione;
<p>
dal 2000, con decreto del Ministero dell'Ambiente, la Regione Veneto ha ottenuto il divieto dell'utilizzo del cloro come "agente antifouling" nei circuiti industriali che scaricano in laguna di Venezia, in considerazione dei problemi che questa sostanza causa alle biocenosi di un habitat tanto delicato;
<p>
l'Adriatico è un mare semi-chiuso, considerato sotto più aspetti quale "zona ecologicamente sensibile" e gli impianti proposti, che in questi tempi procedono nel loro iter autorizzativo, consumano notevoli quantità d'acqua di mare, senza che, a giudizio degli interroganti, siano adeguatamente valutate le alternative tecnologiche percorribili (il cosiddetto "ciclo chiuso"), anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto;
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al Veneto e al Polesine non sono state riconosciute quelle royalties sui ricavi previste dalla legge nel caso della presenza di impianti come il rigassificatore, circostanza per cui è pendente un ricorso della Regione verso il governo";
se per eccesso di offerta i rigassificatori rimanessero fermi, ai gestori è comunque sempre assicurato l'introito del 71% delle royalties calcolate sulla capacità nominale di rigassificazione, per tutta la durata di vita dell'impianto. Sono gli effetti delle delibere dell'Autorità per Energia Elettrica e Gas n. 178 del 2005 e n. 92 del 2008, che andranno a prelevare gli importi da girare ai gestori dalle nostre bollette del gas;
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<b>si chiede di sapere:</b>
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quali azioni urgenti si intendano assumere per chiarire la natura della schiuma;
quali analisi abbia fatto finora Ispra e se non si ritenga debbano essere approfondite per documentare con maggior precisione eventuali danni ambientali prodotti, in particolare per quanto riguarda i cloroderivati organici e gli alo-derivati in genere;
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se non si ritenga di valutare l'estensione della limitazione in vigore in laguna di Venezia a tutti i gli impianti di questa voracità lungo l'Adriatico, attivandosi anche per creare una governace comune con gli altri Paesi che si affacciano su questo mare anche attraverso una ratifica più stringente dei protocolli "Dumping" o "Land-Based Sources of pollution",
se e come si intenda rafforzare nelle procedure autorizzative la presa in considerazione delle alternative tecnologiche percorribili a quanto proposto dal gestore, (nel caso in questione il cosiddetto "ciclo chiuso"), anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto, ed in particolare se non si ritenga di considerare la possibilità di riconvertire il rigassificatore di Porto Viro da ciclo aperto a "ciclo chiuso";
in alternativa, se in vista della predisposizione di un piano energetico nazionale, si intenda rivedere la soglia del 71% comunque garantita ai gestori dei rigassificatori in modo che la remuneratività sia legata all'adozione da parte dei gestori di tecnologie che tutelino maggiormente l'ambientale.<br />
<br/>fonte: <a href="http://venetoradicale.blogspot.com/2012/02/approfondire-le-analisi-sulle-schiume.html">venetoradicale.blogspot.com</a>