Openpolis - Argomento: rigassificatorihttps://www.openpolis.it/2012-04-06T00:00:00ZStefano SAGLIA: «Per le rinnovabili va salvaguardato il modello tedesco» - INTERVISTA2012-04-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626603Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. commissione Camera Lavoro <br/><br/><br />
Pochi giorni per chiudere la telenovela sulle energie rinnovabili. Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera assicura che i decreti «arriveranno prestissimo, stiamo finalizzando con il ministro dell`Ambiente Clini che si trova in Brasile». Ma le bozze fin qui trapelate continuano a far discutere. Soprattutto chi, durante la guida allo Sviluppo economico di Scajola e poi Romani, ha disegnato in buona parte la nostra politica energetica. Per l`ex sottosegretario Stefano Saglia (Pdl) «il rischio è innescare un grande contenzioso con il quale si faranno del male tutti».
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<b>Il Quinto conto energia riscriverà completamente il quadro regolatorio sul fotovoltaico.</b>
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E un errore. Ci si dimentica che l`attuale sistema, che ha prodotto un arrembaggio eccessivo agli incentivi, scadrà comunque a fine anno, dopodiché entrerebbe in vigore il meccanismo in stile tedesco che avevamo congegnato per consentire una discesa graduale ogni sei mesi, con un quadro certo fino al 2016.
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<b>Quindi non ritiene necessario un intervento di riduzione più drastico?</b>
<p> Se si vuole procedere comunque con un Quinto conto lo si faccia pure, purché si tratti di correzioni non di stravolgimenti. Potrebbe essere l`occasione per introdurre un sistema più efficace di protezione del "made in", cioè la componente industriale europea e italiana che partecipa alla produzione del settore. Con l`attuale sistema di incentivi, è un paradosso che l`80% dei pannelli installati provenga dalla Cina.
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<b>L`Authority attribuisce all`effetto rinnovabili una larga parte del caro bolletta.</b>
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Le rinnovabili avranno sicuramente il loro effetto. Bisogna, però, pensare a situazioni equilibrate che tutelino tutti gli interessi legittimi in campo traghettandoci verso il 17% del consumo complessivo di energia al 2020. Da un lato uno sviluppo sano delle rinnovabili, senza eccesso, dall`altro le esigenze dei settori industriali " energivori". Non dimentichiamoci che esistono altri possibili interventi che farebbero scendere considerevolmente il costo della bolletta.
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<b>Quali in particolare?</b>
<p> Penso al completamento del cavo elettrico di collegamento tra la Sicilia e la Calabria per il quale si attende da 17 anni. Un anno e mezzo fa è arrivata l`autorizzazione definitiva e Terna sta procedendo con la realizzazione. A regime potrà garantire un risparmio di 800 milioni di euro. E poi c`è tutta la partita del gas.
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<b>Basta la separazione della rete Snam da Eni?</b>
<p> È un intervento che può certamente aiutare. Ma da solo non basta se non romperemo il monopolio del tubo costruendo nuovi rigassificatori.
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<b>Perché con il precedente governo non è stato fatto?</b>
<p> Ci abbiamo provato, ma le resistenze e i veti locali sono ancora forti. Su questo punto l`Italia deve cambiare passo: spero di dare un contributo con la presentazione a breve di una proposta di legge, bipartisan, che introduca il dibattito sulle grandi opere sul modello francese.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1D9FX0">Il Sole 24 Ore - Carmine Fotina</a>Raffaele Dalessandro: «Dico un no ragionato all'inceneritore di Albano»2010-07-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547365Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Castel Gandolfo (RM) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/><br />Castel Gandolfo - Gassificatore di Albano: la contrarietà di Dalessandro - «L'installazione nel territorio di Albano dell'inceneritore non è e non deve essere evento ineluttabile. L'impianto così com'è infatti – scrive Raffaele Dalessandro, Consigliere comunale Pdl Castel Gandolfo – è inaccettabile per tutto il territorio dei Castelli Romani.
<p> Un bacino di 500mila abitanti, ricco di storia e di tradizioni ambientali e agricole vedrebbe distrutta ogni sua speranza di sviluppo economico e sociale, diventando suo malgrado la discarica di Roma e del basso Lazio.
<p>Troppe sono le zone d'ombra che costellano questo inceneritore. In primis le modalità con cui si è individuato il sito su cui impiantare l'eco mostro, imposte dall'alto in spregio dei cittadini e delle istituzioni locali di ogni colore politico.
<p>La maggioranza dei Comuni e delle loro assemblee consiliari infatti hanno espresso nei tempi congrui la loro contrarietà, per non parlare dei comitati spontanei di cittadini totalmente disinformati e snobbati dalla Regione e dalla Provincia da molti anni ormai.
<p> Inquietanti sono altresì le modalità con cui si è proceduto da parte della Regione Lazio, sotto la presidenza Marrazzo, mediante le quali si è scelto di affidare l'installazione e la gestione dell'impianto, evitando la formula della gara pubblica d'appalto, affidandosi di fatto ad una trattativa privata, che mostra con evidenza una totale mancanza di trasparenza, e che, di fatto, hanno creato e sancito un monopolio in materia.
<p> Le nostre preoccupazioni crescono se guardiamo a chi è stata affidata questa impresa, chi è da sempre il monopolista dello smaltimento dei rifiuti nella nostra Regione. Questo monopolio ha prodotto numerose inchieste giudiziarie e vari scandali che hanno danneggiato il territorio laziale.
<p>Come non ricordare la gestione dell'Impianto di Colleferro che ha devastato l'agricoltura e la salubrità di tutta la valle del Sacco e non solo? Come dimenticare che la magistratura ha in più di un'occasione attenzionato la gestione della discarica di Malagrotta, ricavandone numerosi elementi distorsivi di un corretto svolgimento del ciclo dei rifiuti? Perché nel Lazio non c'è concorrenza e libero mercato tra coloro che producono e gestiscono la filiera dello smaltimento dei rifiuti? Perché da quando la catena è in mano ai soliti noti (vedi anche a Castel Gandolfo) le tasse sui rifiuti hanno visto impennare i costi per i cittadini senza un miglioramento del servizio (la raccolta differenziata stenta a partire e addirittura a Castel Gandolfo è ancora pari a Zero)?».
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«Perché inoltre si affida la gestione a chi non fornisce impianti tecnologicamente all'avanguardia, e quindi più inquinanti rispetto a molti termovalorizzatori che sono attivi in Italia ed in Europa oggi? Perché la politica laziale sembra il porto delle nebbie in materia?
<p> Molti termovalorizzatori moderni rappresentano una risorsa per le comunità che se ne servono, ma non è il caso di quello di Albano, che infatti, non prevede la chiusura dell'attuale discarica di Roncigliano, ma paradossalmente, produrrà il suo raddoppio.
<p>A testimonianza di ciò sta il fatto che, ad inceneritore approvato si è provveduto parallelamente all'apertura del sesto invaso della discarica a Cecchina. <br />
Nebulosa è anche l'effettiva dimensione dell'impianto, ossia in quanti sverseranno i rifiuti ad Albano? Solo i comuni dei Castelli o più presumibilmente dovremo farci carico di quelli di Roma e di tutto il basso Lazio? Perché ogni alternativa allo sversamento agli inceneritori è ostacolata? Perché l'impianto di riciclo dei rifiuti che giace a Colleferro non vede l'autorizzazione alla sua apertura dalla Regione? <br />
È vero che per ogni tre tonnellate di rifiuti bruciati con l'inceneritore si ottiene una tonnellata di cenere tossica? Il riciclo dei rifiuti sarebbe una possibile alternativa allo smaltimento a caldo, ci sono esempi come l'impianto di Vedelago, in provincia di Treviso, che testimoniano la bontà del metodo.
<p>Perché non si punta effettivamente sulla raccolta differenziata e non si pone in essere ad esempio la "strategia rifiuti zero" del chimico ambientale Paul Konnet? Forse perché qualcuno vedrebbe ridotti i suoi cospicui introiti?
<p>La Regione Lazio si è dotata di un piano straordinario per la raccolta e smaltimento rifiuti alquanto dissimile da quelli di altre Regioni.
<p>Si pensi solo che il piano della Regione Lombardia consta di 3000 pagine quello laziale di poche decine. Sono forse troppo logorroici gli amici lombardi? Perché notiamo alcune criticità in alcune regole regionali per l'individuazione dei siti adatti all'installazione degli inceneritori?
<p>In Lombardia si afferma che il confine dell'area in cui si trova ad operare un impianto di termovalorizzazione o incenerimento deve essere a 500 metri dall'abitazione più vicina e ad 1 km dalle strutture sensibili come ospedali e scuole. <br />
Nel Lazio si è previsto un limite di 200 metri dal punto di sversamento e non dal confine, per le abitazioni e 500 metri dagli edifici sensibili».
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«Perché questa discrepanza? Forse per agevolare certe installazioni in barba alla salute dei cittadini? Si pensi che l'inceneritore sarebbe a 100 metri da una scuola e da un asilo a Roncigliano. È vero che si prevede la costruzione di una ferrovia che porterebbe rifiuti persino dalla Campania?
<p> Perché si lasciano cadere i richiami delle Asl che lanciano l'allarme idrico, visto che l'impianto richiederebbe per il suo funzionamento una quantità d'acqua insostenibile per territori che vedono già una carenza strutturale cronica?
<p>Sono troppi gli interrogativi per procedere d'imperio ad un simile scempio. Non ci lanciamo in allarmismi ma la salute dei cittadini viene al primo posto per noi.
<p>Cosa dire a tutte quelle aziende agricole e vitivinicole Castellane che vedrebbero azzerati i loro prodotti, perdendo tutti quei marchi Dop, Doc e Igp, che con fatica e sacrifici avevano conseguito? La svalutazione complessiva del territorio, della sua economia ci spaventa e ci fa dire con forza che l'impianto non si può fare, non così e non questo tipo di impianto. Quanti giovani saranno costretti ad andarsene dai Castelli per insicurezza? La politica dovrebbe pensare alle future generazioni e non limitarsi a guardare e tutelare i finanziatori delle future elezioni. Non siamo avvezzi ai no pregiudiziali, che lasciamo a chi fa della questione ambientale solo un motivo di propaganda, ma poniamo questioni nell'interesse delle nostre comunità, che spesso travalicano gli schieramenti partitici.
<p>Ancora i responsabili hanno il modo ed il tempo per fermarsi a riflettere ed insieme alle comunità ed agli enti locali continuare ad investigare sul trattamento dei rifiuti, sui pericoli dell'incenerimento e su altre alternative migliori. Serve progettare uno sviluppo autenticamente sostenibile per i Castelli Romani, che sia capace di valorizzarne le risorse e non di mortificarne l'identità, la storia e le tradizioni».
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<br/>fonte: <a href="http://www.castellinews.it/popup/stampanotizia.asp">www.castellinews.it</a>Renato BRUNETTA: «Eolico e energia solare? Pippe a costi altissimi»2010-03-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it495186Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/>«Gli sventoloni e i pannelli solari sono pippe: dal punto di vista tecnico scientifico sono pippe a costi altissimi».<br />
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«Hanno costi altissimi - afferma intervenendo al dibattito di Cernobbio sul tema dell’efficienza energetica - e contribuiscono alla produzione di energia in modo del tutto marginale. Chi ci guadagna è la Germania che produce pippe per chi compra pippe: un solo rigassificatore, per esempio, da solo contribuisce in modo molto maggiore a risolvere il problema energetico del Paese»<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornale.it/economia/eolico_e__energia_solare__pippe__costi_altissimi/13-03-2010/articolo-id=429144-page=0-comments=1">il Giornale.it</a>Claudio SCAJOLA: «Questa è una giornata storica per la politica energetica dell'Italia».2008-09-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359546Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Sviluppo economico (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Questa è una giornata storica per la politica energetica dell'Italia, ora promuoveremo il carbone pulito». Ha parlato chiaro Claudio Scajola, il ministro per le Attività produttive, e senza nominarla, ha indicato la linea del Governo per quanto riguarda la Centrale Enel di Polesine Camerini, il colosso che appare vicinissimo al terminal. Riferendosi all'impianto off-shore, Scajola ha aggiunto: «Il progetto è partito nel 1998 con qualche autorizzazione del governo di centrosinistra, ma all'impianto con queste potenzialità l'impulso è stato dato dal 2004 grazie all'esecutivo Berlusconi che ha dato tutte le autorizzazioni e fornito ogni agevolazione e aiuto. In futuro questi ritardi non ci saranno più, perchè nel nostro programma c'è di dare una svolta alla politica energetica del Paese».<br />
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All'esterno dell'area della base logistica di Ca' Cappello un gruppetto di dipendenti dell'Enel ha esposto due striscioni: "Viva la politica del fare, ora il VIA per la centrale", "Con il carbone più occupazione".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Rovigo&Codice=3913680&Data=2008-9-21&Pagina=3">Il Gazzettino - Rovigo - P.Ponzetti</a>Silvio BERLUSCONI: «Via al nucleare e al ponte sullo Stretto»2008-09-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359526Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>Il premier: «la sicilia avra' il suo ponte entro la legislatura»</b><br />
<i>«In primavera il governo presenterà un Piano energetico nazionale che prevede rà anche l'avvio del nucleare»</i><br /><br />
<b>ROVIGO</b> - «Entro la prossima primavera il governo presenterà un Piano energetico nazionale» che prevedrà anche «l'avvio del nucleare». Lo ha annunciato il premier Silvio Berlusconi intervenendo alla cerimonia per l'inaugurazione del rigassificatore di Rovigo spiegando che il Piano si baserà «sulla diversificazione delle fonti, l'avvio del nucleare e le energie rinnovabili» e consentirà al Paese di riportare «i costi energetici allo stesso livello delle altre imprese e famiglie europee».<br /><br />
<b>CRISI USA</b> - «Abbiamo un bilancio dello stato che piange» a causa di un «enorme debito pubblico» ha agiunto Berlusconi. Per il premier la crisi americana porterà ad un aumento dei tassi di interesse «e il bilancio italiano certamente ne risenterà».<br /><br />
<b>PONTE SULLO STRETTO E TAV</b> - «La Sicilia avrà il suo ponte entro la legislatura» ha promesso poi il premier. Che è poi intervenuto anche sull'Alta velocità ferroviaria spiegando che: «lo Stato deve inmporsi sulle spinte anarchiche».
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<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/08_settembre_20/berlusconi_nucleare_ponte_845790c6-870c-11dd-bd39-00144f02aabc_print.html">Corriere della Sera.it</a>Enrico LETTA: Energia: grave abolire l'Autority, saremo intransigenti.2008-09-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359522Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Venezia, 20 sett. - "Un fatto grave" che rappresenta "un ritorno indietro di 14 anni", che va "contro le regole europee" e contro il quale "l'opposizione sarà durissima e intransigente". E' senza mezzi termini il giudizio di Enrico Letta, esponente del Pd ed ex ministro dell'Industria, sull'emendamento del governo al ddl sviluppo che rivede il ruolo dell'Autorità per l'energia. "Trovo contraddittorio che questa giornata positiva per l'energia, in cui viene inaugurato il rigassificatore di Rovigo, venga accompagnata da una pagina nera per abolire l'Autorità dell'energia, per togliere il mercato e per sottometterla al volere del governo. - afferma - E' un fatto molto grave, invito il governo a tornare indietro. Su questo punto la nostra opposizione sarà durissima e intransigente".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_764097020.html">ANSA</a>Elisabetta ZAMPARUTTI: Intervento alla Camera sul DDL rifiuti.2008-06-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356960Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
• Intervento di Elisabetta Zamparutti, deputata radicale-Pd e membro della Commissione Ambiente della Camera, tenuto oggi in Aula sul Disegno di Legge sull'emergenza rifiuti in Campania.<br />
Grazie Presidente.<br />
<b>Intervengo a nome della delegazione radicale nel PD</b> per condividere i principali punti di intervento di questo disegno di legge che individua quali priorità operative il reperimento e la costruzione di discariche a norma e la costruzione di impianti di trattamento dei rifiuti, la cui assenza è stata la causa tecnica dell'emergenza in Campania, riconosciuta come tale già nel Commissariamento del '94.<br />
Siamo consapevoli che per troppo tempo altre parole d'ordine hanno prevalso risolvendosi, in assenza della contestuale predisposizione di discariche e di impianti di trattamento, nell'irresponsabile indicazione di obiettivi fuorvianti che hanno lasciato affogare progressivamente la Campania in un mare di rifiuti.<br />
Il limite però di questo provvedimento è quello di essere improntato ad un <b>dirigismo emergenziale</b> senza che vi siano spiragli che quantomeno prefigurino una <b>prospettiva di soluzione strutturale tecnologicamente avanzata.</b><br />
<b>Per essere più precisa, ho presente che discariche e termovalorizzatori sono soluzioni che possono essere considerate strutturali ma, se facciamo il confronto con altri paesi, tali soluzioni costituiscono la preistoria del trattamento dei rifiuti.</b><br /><br />
Ad esempio, gli <b>impianti di dissociazione molecolare</b>, operanti con successo in Islanda, negli Stati Uniti ed in Giappone, non solo trattano i rifiuti ma ne <b>ricavano energia</b> in quantità superiore ed in forma maggiormente utilizzabile rispetto al calore prodotto dagli inceneritori.<br />
<b>Questa nuova tecnologia consente di trattare i rifiuti con performance che possono toccare punte del 90% di produzione di gas e 10% di residuo inerte in discarica, contro circa il 50% dei termovalorizzatori.</b><br /><br />
<b>Faccio questo esempio perchè non capisco come possa accadere che mentre il Presidente della Provincia di Gorizia</b> <b>Enrico Gherghetta può programmare con lungimiranza lo smaltimento di rifiuti con l’innovativa tecnologia dei gassificatori tramite dissociazione molecolare, questo è stato impedito in Campania all’ex Presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone, non da Bertolaso ma dal Prefetto Panza,</b> in questo modo escludendo l’avvio dell’uscita dall’emergenza in una prospettiva di ordinaria gestione dei rifiuti.<br />
E’, in buona sostanza, lo stesso approccio che si persegue sul <b>nucleare</b>, imponendo oggi la costruzione di modelli ormai superati, rischiosi ed antieconomici peraltro senza un piano strategico complessivo per l’energia..<br />
E tutto questo accade perché ci si ostina a legiferare, qualora anche si pongano obiettivi come è giusto fare, ad avere la pretesa di indicare anche i mezzi per raggiungerli anziché lasciare alle tecnologie esistenti sul mercato il compito di raggiungerli.<br />
<b>Ci si ostina a procedere in modo illiberale.</b><br />
Noi sappiamo che in Campania non si producono più rifiuti che altrove essendo i numeri al di sotto della media nazionale; <br />
noi sappiamo che in Campania non manca la competenza tecnica né, come addirittura la Corte dei Conti è giunta al punto di mettere per iscritto, l’assenza di un efficiente sistema di gestione dipende da un dato antropologico.<br />
Noi sappiamo però che quell’ammasso indifferenziato dei rifiuti a cui oggi dobbiamo far fronte ha il suo corrispondente nell’ammasso indifferenziato di una classe politica la cui omologazione antropologica è la vera causa, al di là delle ragioni tecniche, dell’emergenza rifiuti in Campania, situazione rispetto alla quale noi radicali vogliamo oggi parlare di “emergenza democratica” con una regione che rischia di divenire il laboratorio di una politica da riproporre poi sul piano nazionale.<br />
Sarebbe stato un bene per Napoli, come diceva Marco Pannella nel ’93, abbattere il monumento a Nicotera o ai trasformisti ed innalzarne altri dedicati a Spaventa ed ad altri eroi della libertà, perché, ammoniva Pannella, <b>o Napoli conquista un'altra storia subito o altrimenti, diventerà una città che rischia di non risollevarsi per decenni.</b> <br />
Ed il punto a cui siamo giunti a 15 anni di distanza in assenza di un mutamento nel segno della libertà che auspicavamo è esattamente questo: il rischio per Napoli e la Campania di non risollevarsi per decenni.<br />
Perché quelle parole furono pronunciate dopo che <b>dal 62 al 75, la DC ebbe il controllo ininterrotto dell’assessorato alla nettezza urbana, a cui seguì un controllo da parte del PCI dal 75 all’83 e poi del vecchio centrosinistra fino al 1993 quando vennero istituiti quei consorzi obbligatori dei Comuni che sono stati il fulcro di una politica centralistica, rafforzata con l’istituzione del Commissario straordinario nel ’94, e che ha generato una rete clientelare e parassitaria di interessi politici, imprenditoriali, professionali e camorristici a cui nessuno si è potuto sottrarre, con una magistratura che, guarda caso, non si è accorta praticamente di nulla.</b><br />
Ma forse a Napoli le intercettazioni non funzionano o almeno non hanno funzionato fino a quando è stato annunciato questo provvedimento.
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E sull’istituzione della Superprocura che come radicali ci vede contrari, voglio dire che il procedimento penale serve per accertare le responsabilità penali e non a governare fenomeni emergenziali.<br />
Certamente la magistratura non ha saputo o voluto incidere su quanto avveniva sotto i suoi occhi ma questo è un problema che non si risolve con la concentrazione di poteri, in violazione dei norme costituzionali, ma con la sagacia delle investigazioni e la volontà ed il rigore del rispetto della legge.<br /><br />
<b>Colleghi, e mi rivolgo in particolare alla maggioranza</b>, <b>a volte in politica è bene ascoltare le parole degli scienziati</b>,<b> anche relativisti</b>, come Albert Einstein che ci insegna che: <b>"Non possiamo risolvere i problemi se non abbandoniamo il modo di pensare che li ha creati".</b><br />
E allora, di fronte ad un centralismo antidemocratico, vera causa strutturale dell’emergenza Campania e che questo provvedimento rafforza proponendo il consorzio unico e senza consentire spazi per soluzioni alternative, mi guardo bene dal proporre un “decentramento obbligatorio”, ma riconoscere la facoltà – laddove uno dimostra di saperla esercitare -, nei limiti delle norme fissate per legge, alle amministrazioni locali di trattare i propri rifiuti sulla base di un piano di fattibilità a tal fine idoneo e senza oneri per lo stato, mi pare non solo una forma di sano e virtuoso decentramento, ma anche una via più democratica e liberale alla soluzione del problema rifiuti, nella sua fase emergenziale ed in quella ordinaria.<br /><br />
In un provvedimento zeppo di deroghe, anche gravi e che noi radicali non condividiamo, non mi si potranno avanzare proprio su questo obiezioni legate ad impedimenti normativi siano essi regionali o nazionali.<br />
Vedete, noi tutti viviamo nella patria di Macchiavelli e a tutti noi hanno insegnato che i fini giustificano i mezzi. Ma vi è un’altra affermazione, praticata da noi radicali con le forme della nonviolenza, che sono invece i mezzi a prefigurare i fini che mi porta a dire che, di fronte alla quantità di deroghe che il provvedimento in esame introduce rispetto a norme interne come europee e alla militarizzazione del territorio, pur apprezzando il decisionismo, <b>il rispetto delle regole non è una perdita di tempo ma l’unico strumento affinché da un’emergenza non si generino altre emergenze.</b><br />
E che la logica per cui i fini giustificano i mezzi sia perversa e pervasiva lo dimostra la storia che ho visto generarsi attorno a questo decreto, con una maggioranza che non ha esitato, dopo aver derogato alle norme comunque attinenti la materia, ad introdurre norme si istituti che non c’entrano nulla con l’emergenza che stiamo discutendo.<br />
Per concludere, noi radicali diamo atto ai colleghi del PD di aver voluto sostenere e alla Lega, all’Italia dei Valori e all’UDC oltre ad alcuni colleghi della PdL di aver votato una nostra proposta affinché il Governo presenti semestralmente al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni del decreto in cui sia fornita dettagliata illustrazione dell’impiego del Fondo per l’emergenza rifiuti in Campania e di ogni altro finanziamento destinato alle finalità del decreto con distinta indicazione degli interventi per i quali le risorse sono state utilizzate.<br />
Finora infatti non vi è stata una valutazione ufficiale del costo complessivo dell’emergenza e della gestione commissariale dal ’94 ad oggi e questo ha indubbiamente favorito quell’inefficacia denunciata dalla stessa Corte dei Conti con la sua relazione degli inizi del 2007 sulla gestione dell’emergenza commissariale.<br />
Con lo stesso spirito con cui abbiamo avanzato quell’emedamento, vogliamo proporre un ulteriore miglioramento del provvedimento proponendo, con il Prof. Aldo Loris Rossi, accogliere la proposta di limitare la produzione di rifiuti in discarica disponendo la trattenuta degli imballaggi che costituiscono il 40% in peso ed il 60% in volume dei rifiuti e di attivare subito le aree di insediamento produttivo attrezzate ed immediatamente disponibili per realizzare impianti di compostaggio, selezione differenziata e stoccaggio di rifiuti.<br />
Parliamo per la sola provincia di Napoli di 320 ettari.<br />
Per questo ci auguriamo che siano accolti i nostri suggerimenti che intanto abbiamo formulato come emendamenti al provvedimento oggi in discussione.
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=124319">Radicali.it</a>Roberto DELLA SETA: IL RITORNO AL NUCLEARE? UNA FUGA VERSO IL PASSATO.2008-05-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356456Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Il nucleare è la soluzione? E' questa la via d'uscita per rispondere ai problemi economici del caro-petrolio e a quelli non meno urgenti dei mutamenti climatici, legati anch'essi all'immane consumo di greggio e di altri fossili?<br />
La pensa così il governo Berlusconi, che con il ministro Scajola ha annunciato che entro cinque anni verrà dato concreto avvio alla realizzazione di nuove centrali nucleari.<br /><br />
Ora, il tema del nucleare è certamente serio, molto meno seri sono i toni propagandistici e le previsioni tempistiche contenuti nell'annuncio di Scajola. <br />
E' propaganda, intanto, sostenere che il nucleare che c'è, quello delle centrali attualmente in funzione, sia sicuro: i problemi di sicurezza e d'impatto ambientale, a cominciare dalle scorie, che hanno reso l'energia dell'atomo molto impopolare, e non solo in Italia, restano irrisolti; irrisolti dappertutto, anche nei Paesi come la Francia, gli Stati Uniti o il Giappone, che sul nucleare hanno scommesso di più. <br />
Il nucleare è tuttora una tecnologia molto insicura e molto rischiosa, ed è ad oggi - persino con il petrolio a 130 dollari il barile - una tecnologia economicamente poco conveniente per gli alti costi di costruzione e di smantellamento delle centrali e di smaltimento dei rifiuti.<br />
Insicurezza e costi molto alti sono anche le principali ragioni per le quali da oltre un decennio nessun Paese occidentale costruisce più nuove centrali. <br />
Insomma, il nucleare è fermo da tempo là dove le preoccupazioni e il controllo dell'opinione pubblica hanno più peso e dove l'energia è un affare del mercato; invece continua ad andare avanti in Cina, in India, in Russia, dove il controllo democratico o non c'è oppure è molto più fragile e dove le centrali vengono pagate con i soldi dello Stato. <br />
Nel complesso, comunque, il nucleare è in declino, e la Iea - la International Energy Agenbcy - calcola che nel 2030 la quota di elettricità prodotta nelle centrale atomiche si ridurra dall'attuale 16% al 9-12%,<br /><br />
Anche sui tempi, Scajola fa più che altro propaganda. <br />
Se si parla di nucleare di nuova generazione, quello per intendersi dei grandi programmi internazionali di ricerca che vede mobilitati tutti i più importanti Paesi europei e nei quali è auspicabile che s'impegni pure l'Italia, per le prime centrali bisogna attendere almeno 15 o 20 anni. <br />
Darsi un orizzonte di cinque anni significa che si pensa al nucleare disponibile oggi, magari da realizzare nei vecchi siti atomici dimessi come Caorso e Trino: una prospettiva socialmente impraticabile, destinata a fallire prima di nascere.<br /><br />
Il nucleare, almeno il nucleare che c'è, è dunque per l'Italia una soluzione sbagliata, impropria: ma una soluzione sbagliata ad un problema terribilmente serio.<br />
Il problema è quello dell'insostenibilità ambientale e anche economica dell'attuale sistema energetico largamente basato sulla dipendenza dal greggio. <br />
Il caro-petrolio e i mutamenti climatici, tendenze entrambe ormai consolidate, impongono di ridurre tale dipendenza: bisogna "rottamare il petrolio", per usare lo slogan coniato in campagna elettorale da Walter Veltroni, deve farlo tutto il mondo e deve farlo a maggior ragione a un Paese come l'Italia che importa tutto il petrolio che consuma.<br />
<b>Da noi le principali vie da battere sono tre.</b><br />
Una è puntare sul metano, il combustibile fossile di gran lunga meno inquinante, e per questo serve realizzare alcuni rigassificatori, necessari per rendere più agevoli ed elastici i nostri approvvigionamenti di gas.<br />
Le altre due strade sono riassunte dai tre 20% indicati dall'Unione europea come obiettivi al 2020: -20% sulle emissioni di anidride carbonica, il gas responsabile del "global warming"; -20% sui consumi di energia; almeno il 20% di rinnovabili sul mix energetico.<br />
L'Europa sta camminando da tempo in questa direzione, l'Italia è quasi al palo: siamo agli ultimi posti nell'Unione per efficienza energetica e per sviluppo delle energie rinnovabili, e siamo in abissale ritardo rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni dannose per il clima assegnatici dal Protocollo di Kyoto.<br /><br />
I paladini dell'atomo ripetono spesso che dalle rinnovabili può venire soltanto un contributo modesto alla produzione totale di energia: ma già oggi ci sono molti Paesi europei - la Danimarca, la Germania, la Spagna, il Portogallo - nei quali la quota di elettricità prodotta con eolico e solare sfiora o addirittura supera il 10%.<br />
Inoltre, puntare sull'efficienza e sulle energie pulite vale a spingere l'innovazione tecnologica, a rendere le imprese più competitive, a creare nuovi e stabili posti di lavoro: in Germania già oggi il settore delle rinnovabili occupa 200 mila lavoratori, e negli Stati Uniti, dove si prevede che entro vent'anni l'eolico coprirà almeno il 20% del fabbisogno elettrico, tra diretto ed indotto l'energia del vento darà lavoro a mezzo milione di persone.
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Allora il nucleare proposto dal governo Berlusconi non rappresenterebbe un ritorno al futuro ma una fuga verso il passato, e farebbe perdere al nostro Paese altro tempo prezioso rispetto alle vere innovazioni di cui abbiamo bisogno in campo energetico.<br />
Sarebbe pura e vecchia ideologia, non troppo lontana dall'opposta ideologia di quanti nel nome dell'ambiente si battono contro scelte e opere - l'eolico, i rigassificatori - senza le quali proprio l'ambiente, e soprattutto noi umani che ne facciamo parte, ce la vedremo malissimo.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/print_primopiano.asp?ID=17">partitodemocraticoveneto.org</a>Raffaele FITTO: Energia nucleare in Italia2008-05-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356237Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Rapporti con le regioni (Partito: PdL) <br/><br/>"Il tema del nucleare e' un tema che vede il nostro paese in ritardo, perche' anche la discussione che si sta aprendo dopo le dichiarazioni di ieri, sconta un problema di fondo: il nostro paese non ha solamente detto no al nucleare trenta anni fa, il che gia' di per se' fu una scelta sbagliata, ma ha abbandonato la ricerca sul tema".
"Quindi noi oggi per poter avviare un programma sul nucleare dobbiamo andare a recuperare fuori dal nostro paese tutto il know how adeguato".
"Questo lo possiamo collegare a tutte le diverse questioni sul tema dell'energia, perche' non e'possibile che il paese non abbia i rigassificatori, che non si possa in alcune parti del paese realizzare termovalorizzatori".
"Molte delle questioni che hanno costituito in questi anni nodi fondamentali per il nostro paese nascevano non da valutazioni tecniche di merito ma c'e' stata un'impostazione ideologica che ha portato a dire no in maniera preventiva ad una serie di scelte fondamentali per il nostro paese".<br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/200805231633-eco-rt11151-art.html">AGI</a>Raffaele LOMBARDO: Lombardo a Confindustria: no a burocrazia, sì a rigassificatori e nucleare2008-04-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331464La semplificazione amministrativa "è una priorità". "Ma bisogna migliorare la legislazione dubbia che provoca interpretabilità. Al burocrate bisogna offrire un testo unico di legge che lo ponga davanti a un percorso obbligato, senza la possibilità di dare interpretazioni diverse".
"Non ho nessuna preclusione ideologica per i rigassificatori e neppure per il nucleare. Io declino il termine energia in due modi: convenienza e sicurezza". Lombardo ha quindi detto che qualora venisse eletto governatore della Sicilia ridurrà "drasticamente" i 27 Ato (ambito territoriale ottimale) così come tanti altri enti inutili che sprecano risorse".<br/>fonte: <a href="http://notizie.alice.it/notizie/politica/2008/04_aprile/04/elezioni_lombardo_a_confindustria_sicilia_pronto_a_confrontarmi,14465380.html">Apcom</a>Francesco GIORDANO: Giordano ai cancelli Electrolux2008-04-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331251Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) <br/><br/>Il segretario Prc in Friuli, davanti a una fabbrica dove si ha meno di trent’anni e si vota Lega
Delusione per il governo ma anche complicità emotiva con la Sinistra. Quello che riesce a leggere Franco Giordano sui volti dei lavoratori che incontra ai cancelli dell’Electrolux di Pordenone, è una serie complessa di impressioni. Dati che vanno razionalizzati ma che in qualche modo lo lasciano ripartire rincuorato. E’ una campagna elettorale più difficile del solito. Specialmente se decidi di non farti bastare le «immagini di plastica della televisione» e scegli di guardare in faccia «la sofferenza reale». Per esempio andando a volantinare al cambio turno. E questa è una «fabbrica difficile», spiega Laura Sartori, segretaria provinciale del Prc, che al di là di quei cancelli ha lavorato fino a due anni fa. Fabbrica che vota in massa per la Lega, lo confermano anche i sondaggi, ma pure stabilimento con un’età media più bassa del solito. La prima a bocciare il lavoro a chiamata nel 2000 ma dove, proprio ieri, è piombata la notizia dell’ennesimo calo produttivo.
Duemila addetti per 51 etnie di tute blu. I più numerosi dei nuovi operai friulani sono ghanesi. E’ proprio sui loro volti che Giordano legge il maggior grado di complicità emotiva. La delusione, invece, è generale, e il segretario del Prc su questo non sarà reticente. Si tratta dello scarto tra le aspettative di chi aveva molto sperato dalla caduta di Berlusconi e invece ha dovuto sopportare il risanamento senza la redistribuzione, come invece era tracciato dal programma dell’Unione. «Hanno ragione!», spiega Giordano ai cronisti in una pausa del volantinaggio. Stesso concetto nel comizio del pomeriggio, molto partecipato, nella piazza di Mestre,con Gino Sperandio, segretario del Veneto, e Gianfranco Bettin, consigliere regionale di provenienza Verde, sul palco. E spiegherà, in entrambe le circostanze, che Dini e Mastella non bastano a dare conto del tradimento del programma. Più utile osservare le liste del Pd in cui sono rappresentate «tutte le anime di Confindustria». Per queste ragioni la partita si gioca sull’esistenza di «un punto di vista autonomo sul capitalismo contemporaneo. E’ la costruzione della sinistra su pratiche nuove, per contrastare l’importazione di un modello autoritario, quello statunitense».
All’Electrolux alle 13 c’è l’ora del cambio turno. Giordano è accompagnato dalla capolista della Sinistra l’Arcobaleno per il Friuli, Sabina Siniscalchi. Chi entra ha tempo al massimo per una stretta di mano, acchiappa il volantone e timbra al torniello. Chi esce ha tempo per due chiacchiere, si forma qualche capannello. A tenere banco la decisione dell’azienda di tagliare la produzione. «120mila lavatrici in meno su meno di 2 milioni programmate. In un anno ne sono state tagliate mezzo milione. Il turn over è bloccato da tre anni e ne faranno le spese i 500 operai a tempo determinato che servivano per i picchi produttivi», spiega una delle Rsu che, alla fine dell’iniziativa, incontreranno Giordano. Flavia Valerio, 42 anni, candidata alle regionali friulane per la Sinistra, spiega che si tratta della decisione del gruppo di dedicarsi solo alla gamma alta. Una rinuncia che potrebbe costare la chiusura dello stabilimento di Scandicci, il ridimensionamento di quello nel trevigiano, e la dismissione di un centinaio di posti dell’indotto creati con soldi regionali. Venerdì sranno tutti a Firenze a manifestare contro una variante perversa di quello che dice il Pd sullo scambio salari-produttività, o di quello che promette Berlusconi sulla detassazione degli straordinari. Nuovo paniere, nuova scala mobile, blocco delle tariffe: le proposte della Sinistra sono le uniche che sganciano dalla produttività gli aumenti salariali. Come sull’ambiente, sono arcobaleno le uniche proposte alternative. Eppure, proprio ieri, un giornale friulano titolava, capovolgendo le sue parole, su un Giordano possibilista sulla Tav: «L’unica grande opera che ci piace è la messa in sicurezza del territorio - ha rettificato immediatamente Giordano - no alla Tav, no ai rigassificatori».
Di Cecchino Antonini da Liberazione<br/>fonte: <a href="http://www.liberazione.it">Liberazione</a>ROSSANA INTERLANDI: Interlandi: "No ai rigassificatori"2008-03-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331493Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Sicilia (Partito: MOV. PER L'AUTONOMIA) <br/><br/>"Contraria alla realizzazione dei rigassificatori, dal momento che la Sicilia non ha un deficit energetico."<br/>fonte: <a href="http://www.akragas.net/tva/art.php?art=2008_03_15_014_le_ultime_notizie">Tele Video Agrigento</a>Pier Ferdinando CASINI: Destra populista e Veltroni raccoglie tutto.2008-03-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329762Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) <br/><br/><b>Vogliono creare duopolio in politica</b> <br />
"La destra populista non e' la soluzione ai problemi del paese e Veltroni sta mettendo insieme tutto e il contrario di tutto". Ne ha per entrambi gli schieramenti il candidato premier dell'Udc, Pierferdinando Casini, che e' intervenuto in Calabria a Gizzeria (Catanzaro) nel suo tour elettorale.
"Come c'e' un duolopolio Rai-Mediaset, cosi' vogliono creare un duopolio in politica" continua Casini. Poi una frecciatina a Berlusconi: "Da quando l'Udc e' in crescita nei sondaggi, dice che i sondaggi non sono attendibili".<br />
Quindi ricorda i temi della lista di centro moderato, condivisi tra Udc e Rosa bianca: "Noi parliamo di etica perche' siamo omogenei, la famiglia, buoni fitto per le giovani coppie, politica di facilitazione per l'acquisto di nuove case, modernizzazione del Paese".<br />
Casini non risparmia la componente ambientalista del Governo Prodi: "E' prevalso l'egoismo dei no - dice riferendosi alla Tav e alla questione dei rigassificatori - ma sono atti di miopia perche' restiamo indietro". Quindi parla dell'energia: "Proprieta' pubblica e gestione privata".<br />
Altri temi caldi sono la giustizia (processi piu' svelti) e il lavoro, con la proposta di "agganciare scuola e universita' al mondo del lavoro", inserendo un sistema meritocratico nella selezione dei lavoratori. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.udc-italia.it/?page=front/pageref&pageref=">Adnkronos</a>VALTER VELTRONI: ambientalismo del fare, par 5.e del programma integrale2008-02-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329682e) Infrastrutture: proporre, valutare, decidere...
Il Paese ha bisogno di infrastrutture e servizi che oggi sono ostacolati più da incapacità di decisione che da carenza di risorse finanziarie. <b>Maggiore partecipazione/consultazione dei cittadini e maggiore capacità di decisione sono compatibili.</b> I progetti devono essere presentati agli enti locali ed anche alla cittadinanza, rendendoli disponibili su web. <b>Dopo uno spazio di tempo per la discussione e per l'ascolto di tutte le opinioni, il progetto viene rielaborato sulla base delle osservazioni</b>, per poi decidere con un sistema di <b>avocazione della capacità decisionale</b>. In questo contesto, va riformata la normativa di valutazione d’impatto ambientale delle opere (VIA-AIA) con l'eliminazione dei tre passaggi attuali e la concentrazione in un’unica procedura di autorizzazione, da concludere in tre mesi. Una volta assunta la decisione, deve essere previsto un divieto di revoca o l'applicazione di sanzioni pecuniarie elevate con responsabilità erariale a carico degli amministratori pubblici interessati.
L<b>a priorità va data al trasporto ferroviario (TAV Torino-Lione-Trieste</b>, alta capacità e trasporto urbano e locale), agli impianti per produrre energia pulita, ai <b>rigassificatori</b> indispensabili per liberalizzare e diversificare l'approvvigionamento di metano, agli impianti per il trattamento dei rifiuti, alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica.
Ecco la novità del nostro ambientalismo del fare: basta con l'ambientalismo che cavalca ogni Nimby e impedisce di fare le infrastrutture necessarie al Paese: l'impegno va concentrato nella realizzazione di infrastrutture veramente moderne (quindi sostenibili).<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?id_doc=45315">Programma integrale del Partito democratico</a>