Openpolis - Argomento: alleanza nazionalehttps://www.openpolis.it/2012-09-20T00:00:00ZMaurizio SAIA: TV7 alle 7 VIDEO INTERVISTA: LA DIRIGENZA DI AN (seconda parte)2012-09-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650892Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>“…non so a cosa ci si riferisca, ma situazioni di questo genere proprio non esistevano…”
Dal min 10,41 al min 10,51 <br/>fonte: <a href="http://www.gruppotv7.com/tv7alle7/articolo.php?id=114326">www.gruppotv7.com</a>Maurizio SAIA: TV7 alle 7: VIDEO INTERVISTA: POLVERINI (seconda parte)2012-09-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650891Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) <br/><br/>"…be’, il commento su come Repubblica presenta i fatti…è superfluo…sicuramente Roma sta vivendo come territorio, regione e in parte anche comune, un momento difficile da questo punto di vista…io credo che si debba andare a monte, non sulla Polverini quanto sul fatto che ci sia un partito alle spalle che sta mostrando tutti i suoi limiti in termini di gestione politica e umana delle persone…questo è quello che si desume dalle discussioni che facciamo…tutti sono molto arrabbiati sul fatto che, io e Elena (Donazzan) proveniamo da un partito dove tutto poteva succedere, ma perché queste cose non sono mai successe?, parlo di Alleanza Nazionale quando esisteva, perché esisteva un partito che prima di mandare personaggi in posizioni chiave così importanti, c’era una selezione così accurata che quando c’erano minimi dubbi sulla stabilità …non poteva un tal personaggio, ma questo vale anche per gli altri partiti…”
Dal min 08,42 al min 10,23<br/>fonte: <a href="http://www.gruppotv7.com/tv7alle7/articolo.php?id=114326">www.gruppotv7.com</a>Gennaro MALGIERI: Senza destra il Pdl resta nudo2012-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647419Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
La smentita del Cavaliere conferma la voglia di tornare alla vecchia creatura.<br />
Ma gli ex An non staranno a guardare. E hanno più voti di quanto si pensi.
<p>Dopo lo sconquasso provocato dalle sue affermazioni, riferite dal quotidiano tedesco Bild, e riportate anche da Bruno Vespa nella sua citatissima intervista, sul possibile ritorno all'antico, cioè a Forza Italia - una sorta di evoluzione della specie all'indietro - il Cavaliere ha precisato sostanzialmente confermando.
<p> «L'idea del cambio di nome dal Popolo delle Libertà a Forza Italia - ha detto - è stata equivocata trattandosi, com'è logico ed evidente, non già di una decisione assunta, ma solo di un'idea, di una proposta, da discutere e da verificare nelle sedi proprie».
<p>Una smentita, appunto, che non smentisce nulla. Al contrario, conferma l'esistenza di un progetto allo studio per cambiare i connotati al partito nato dalla fusione (sia pure «a freddo») tra gli «azzurri» e Alleanza nazionale. Progetto, peraltro, sostenuto da numerosi «colonnelli» berlusconiani, il più attivo dei quali sembra essere l'ex-ministro Giancarlo Galan che si è espresso in maniera inequivocabile sulla messa fuori gioco delle componenti di destra del partito auspicando una riconversione allo «spirito del '94», quando la sola Forza Italia valeva appena il 21%.
<p>Sia Galan che altri comprimari del neo-berlusconismo muscolare non sono stati smentiti dal leader, come era lecito attendersi, ma assecondati con i silenzi dello stesso e con i privati conversari nella solita cerchia di intimi tra palazzo Grazioli e Villa Gernetto in Brianza.
<p>Berlusconi, insomma, prova a fare un'altra cosa rispetto alla creatura partorita sul predellino di un'automobile in una fredda domenica milanese nel novembre 2007 e lancia (o fa lanciare) segnali per vedere l'effetto che fanno. Non è un metodo ortodosso perché destinato a scontrarsi con sensibilità varie e a dare adito a molte incomprensioni. I partiti, ancorché malmessi, devono pur attenersi a delle regole: la crisi del Pdl è dovuta essenzialmente all'anarchia istituzionalizzata che ha legittimato qualsiasi iniziativa al di fuori dei luoghi istituzionali. Ecco perché non si è dotato di una identità e non ha costruito una chiara linea politico-culturale.
<p>È finito così che il fragile legame tra le componenti si è logorato e la sola risorsa dei berlusconiani «duri e puri» è quella di rilanciare il movimento delle origini, come se nel frattempo non fosse accaduto nulla di significativo in Italia e nel mondo. Del resto che le tentazioni «liberal» (piuttosto all'amatriciana, bisogna aggiungere) di alcuni ambienti post-forzaitalioti siano forti, è noto da tempo. Ma è altrettanto noto che se Berlusconi dovesse assecondarle al fine di emarginare quelle componenti che provengono dal Msi e da An è inevitabile che del Pdl, o come lo si vorrà chiamare, resterà ben poco. Non è infatti credibile che la sola idea di sradicare dal movimento la destra nazionale e sociale, elemento costitutivo della «fusione», possa restare senza una risposta da parte di coloro che, oltretutto, credendo nel progetto sono rimasti fedeli al Pdl quando la scissione finiana si è concretizzata.
<p>E certamente non è stato facile per nessuno di coloro i quali provenivano da una ben definita tradizione politica accettare lealmente le innumerevoli sbracature che si sono registrate nel partito e nel governo dal 2008 in qua, soccorrendo, oltretutto, molto spesso lo stesso Berlusconi insidiato dai suoi forzisti molti dei quali più volte sono stati sul punto di abbandonarlo al suo destino. A questo punto sarebbe fin troppo banale ridurre tutto a un malinteso.
<p>La destra nel Pdl ha buon gioco nel chiedere al Cavaliere non tanto di non far volare i falchi che mettono a repentaglio la sua stessa labile candidatura, ma di ricomporre una frattura che va ben al di là delle parole dal sen fuggite e implica la permanenza stessa nel partito di quelle soggettività che finora hanno taciuto per senso di responsabilità, le quali, elettoralmente, valgono ben più di quanto i consiglieri di Berlusconi immaginano. Insomma, la possibilità di una scissione - non certo per fare un'associazione di «combattenti e reduci» - è molto più concreta di quanto si possa credere. Con tutte le conseguenza che è facile prevedere.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HRMUF">Il Tempo</a>Gianfranco FINI: Fini e l'inchiesta sulla casa di Montecarlo "Niente da nascondere, ecco la mia verità" 2010-08-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it504028Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/>«In quasi trenta anni di impegno parlamentare non ho mai avuto problemi di sorta con la giustizia e non ho assolutamente niente da nascondere nè tantomeno da temere per la vicenda monegasca. Pertanto, chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica è meglio che si rassegni». Lo afferma Gianfranco Fini in una lunga nota nella quale spiega nel dettaglio la vicenda della casa di An a Montecarlo. Ma fa anche trasparire la propria contrarietà quando ha saputo dell'affitto dell'appartamento a Tulliani: «La vendita dell'appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della socieà acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla - scrive Fini - Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite».<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/10_agosto_08/fini-csa-montecarlo_22c75e50-a2f7-11df-a1b6-00144f02aabe.shtml">www.corriere.it</a>Ignazio LA RUSSA: «L'UDC? O con noi o contro di noi» - INTERVISTA2009-03-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390549Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Difesa (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Casini si faccia bene i suoi conti perché la politica dei due forni non paga. E tanto per essere chiari: se l`Udc dovesse appoggiare Renzi, il candidato del Pd a sindaco di Firenze, per noi sarebbe impraticabile qualunque altro tipo di accordo». Ignazio La Russa non ha bisogno di parafrasi. Il messaggio che il reggente di An, 6i anni, nonché ministro della Difesa e probabile triumviro del nascente Popolo della libertà invia ai centristi è chiarissimo. La doppia sfida elettorale di giugno - europee e amministrative - è aperta e i due poli guardano con interesse i movimenti al centro. «Anche sulla decisione della Lega di presentarsi in tutto il Paese bisognerà discutere». Anche perché il Pdl, oltre a guardarsi dagli avversari, deve tenere a bada gli alleati. La decisione della Lega di schierarsi su tutto il territorio nazionale è un segnale preoccupante per il partito di Silvio Berlusconi:<br />
«Non ne abbiamo ancora parlato ma è chiaro che se la Lega persiste in questa scelta se ne dovrà discutere», anticipa La Russa.<br />
<b>Casini rivendica la sua scelta terzopolista: sostiene il candidato del centro-sinistra Dellai a Trento, va da solo in Abruzzo e si allea con voi in Sardegna e a giugno...</b><br />
Io non discuto le scelte dell`Udc. Mi limito a osservare che il nostro approccio con gli elettori è diverso. Noi puntiamo sulla trasparenza, l`elettore deve poter votare conoscendo quali sono le conseguenze della sua scelta: il leader, la coalizione, il programma. L`Udc la pensa diversamente e per questo sostiene sistemi elettorali proporzionali come quello tedesco che consentono ai partiti di decidere a posteriori. È una differenza sostanziale, direi etica.<br />
<b>Una scelta che però non vi ha impedito di allearvi con Casini in molte realtà periferiche.</b><br />
Noi siamo sempre disponibili al confronto, apprezziamo che spesso l`Udc si trovi a dover riconoscere sul merito una convergenza con il centro-destra, come dimostrano i voti in Parlamento.
Quel che però per noi non è accettabile è la politica dei due forni, ovvero l`Udc non può pensare di moltiplicare le sue posizioni al governo degli enti locali alleandosi a Firenze con il Pd e il Lombardia con il Pdl. Su questo saremo intransigenti perché, se agissimo diversamente, a non capirci sarebbero per primi i nostri elettori.<br />
<b>
Non crede però che la resistenza di Casini, la crisi del Pd e la scelta della Lega di far proseliti anche al Centro-Sud siano una seria minaccia al bipartitismo?</b><br />
Non abbiamo mai pensato a un bipartitismo perfetto. Tant`è che abbiamo fatto una coalizione con partiti di espressione territoriale quali la Lega e l`Mpa. È vero che la decisione della Lega pone seri interrogativi qualora non fosse limitata alle europee, che sono da sempre un test particolare.<br />
Non si capirebbe più perché si permetterebbe al Carroccio di schierarsi con il suo simbolo all`interno di una coalizione ponendo invece il veto all`Udc piuttosto che ai socialisti, ai repubblicani o alla Destra di Storace.<br />
<b>Il referendum elettorale potrebbe essere la soluzione? An in passato è stata tra i maggiori sponsor.</b><br />
E personalmente ritengo che vada sostenuto. Ma la spinta referendaria i suoi effetti li ha già prodotti con il voto dell`aprile scorso ora, obiettivamente, la sua utilità è diminuita. Quel che invece è certo è che ritengo sbagliato sovrapporre le europee al voto referendario, per cui le due scadenze elettorali saranno distinte.<br />
<b>Tra due settimane ci sarà il congresso di An e il 27 quello del Pdl: lei e Verdini (il coordinatore di Fi) dite che i nodi sono tutti risolti, ma allora perché Alemanno chiede il voto segreto sull`elezione di Berlusconi e ancora non si sa se i coordinatori saranno uno, due oppure tre?</b><br />
Certamente non ci sarà un coordinatore unico, su questo la bozza di statuto è chiara: si parla di due oppure tre. È ovvio che, se Fini non fosse presidente della Camera, sarebbe stato diverso e perciò non è da escludere un cambiamento dello statuto nei prossimi anni. Quanto ad Alemanno, era solo un`ipotesi di scuola. Quella parte dello statuto l`ho scritta io ed è chiarissima:
il leader sarà eletto, non proclamato, per alzata di mano.<br />
<b>In Sardegna i candidati di An sono andati bene. C`è chi parla di una gara interna al Pdl in vista delle prossime scadenze elettorali...</b><br />
La nostra gara non è su quanti candidati di An ci siano rispetto a quelli di Fi, ma quante posizioni abbiamo mantenuto e migliorato aumentando il consenso di tutto il Pdl. E un concetto che, non lo nego, ho fatto fatica a far comprendere agli amici di Fi. Per rendere forte il Pdl dobbiamo essere in grado di portarci dentro tutta An e questo si realizza trasferendo all`interno del nuovo partito la nostra identità di destra e anche la nostra classe dirigente.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KYZI1">Il Sole 24 Ore - Barbara Fiammeri</a>Domenico FISICHELLA: Pdl. «An sta negoziando la resa. Potrà solo accontentarsi di carichi e incarichi» - INTERVISTA2009-03-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390548<br />
«Sarà un'annessione, e l'ingresso nel Ppe non basta a dargli un'identità. Si parla solo di quote e di statuti. Ma il modello resta Forza Italia. E a comandare sarà solo Berlusconi»<br />
<br />
«È solo un`annessione». Domenico Fisichella, politologo e ideologo della svolta di Fiuggi parla della nascita del Pdl.<br />
<b>Il Pdl è la tappa conclusiva di Fiuggi?</b><br />
No. An si proponeva di creare una convergenza di forze politiche in un quadro che rimaneva essenzialmente bipolare e multipartitico.
La prospettiva era costruire una destra nazionale, moderna, liberale. Certo alleata di Forza Italia ma con un suo profilo.<br />
<b>E poi?</b><br />
Chiamiamola una deviazione di percorso. Il Pdl nasce su una prospettiva bipartitica che è una forzatura per l`Italia. Aggiungo che in Europa non ci sono sistemi bipartitici, tranne il caso inglese con tutte le sue specificità.<br />
<b>Che succede col bipartitismo?</b> <br />
Quando si semplifica troppo c`è un rischio: il Pdl può vincere sul Pd e viceversa, ma il livello dell`astensionismo potrebbe far sì che nessuno dei due vinca nell`elettorato.<br />
<b>Come giudica il Pdl?</b><br />
È una fusione per incorporazione.
O un`annessione, per dirla in termini giornalistici: il più grosso ingloba il più piccolo. É un processo che mi preoccupa.<br />
<b>Perché?</b><br />
Forza Italia è un mondo variegato.
C`è di tutto: ex democristiani, ex socialisti, ex comunisti.
Il vero collante è il leader. An si era data un percorso ambizioso.
Doveva essere paritaria rispetto a Forza Italia e avere un ruolo di riequilibrio nei confronti della Lega. Ora invece depotenziandosi come destra nazionale affida questo compito solo a Berlusconi.
Che potrebbe svolgerlo ma potrebbe anche fare il contrario.<br />
<b>An chiede regole, dice che non sarà un`annessione.</b><br />
Certo i suoi dirigenti non sono sprovveduti, ma allo stesso tempo queste richieste sono manifestazioni di impotenza. Essendo venuti meno gli elementi di distinzione politica si parla del dato quantitativo, le quote, e di quello statutario, le regole. E gli statuti, lo dico per esperienza, sono sempre prevaricati dalle logiche del potere.<br />
<b>Uno statuto democratico non basta a dare garanzie?</b><br />
La parola democratico la userei con cautela. Di democrazia ne vedo così poca in giro, si figuri quando si parla di partiti. A me pare che si profili un partito di tipo carismatico. E il carisma, più che con gli statuti, ha a che fare con gli elementi psicologici e affettivi di coloro che al leader si riferiscono.<br />
<b>Tradotto: comanda Berlusconi e basta.</b><br />
Non ce lo vedo Berlusconi che segue le procedure o che convoca un ufficio politico istituzionalizzato e con autonoma capacità decisionale.<br />
<b>Come giudica le ribellioni di Fini?</b><br />
Mi pare riguardino temi che attengono alla sua coscienza o alla sua funzione istituzionale. Il ruolo politico in questo momento può esercitarlo meno.<br />
<b>Si prepara al dopo Berlusconi?</b><br />
Non vedo il dopo Berlusconi.
Sono troppe le variabili in gioco:
se vince le elezioni, se il partito ci sarà ancora. Per ora noto che Fini sul partito ha conferito a La Russa le funzioni negoziali.<br />
<b>Di trattare la resa?</b><br />
Diciamo che negozia gli equilibri di potere. Ma dal punto di vista culturale non ci sono particolari elementi distintivi rispetto a Forza Italia. Ho visto il Pantheon di An al momento del suo scioglimento: era fantasmagorico.
Che c`entra Calamandrei con Gasparri? Per non parlare dell`imbarazzo su Almirante.<br />
<b>
An però ha un sua forza sul territorio.</b><br />
Una parte di quel mondo che per anni ha vissuto ai margini del sistema politico ora si è distaccata.
Un`altra parte, nel momento in cui c`è stato il successo, è diventata classe dirigente. Cariche e incarichi: la promozione economico-sociale è un collante.<br />
<b>Dietro il potere nulla?</b><br />
Non vedo una grande elaborazione.
Dentro Forza Italia ci sono elementi di liberismo aggressivo che si accompagnano a forme di populismo per cui i banchieri diventano i nemici dopo che si è lavorato come professionisti per i medesimi. Anche i cattolici mi pare che come classe dirigente siano molto mondani.<br />
<b>Lei è molto severo. Il Pdl però entrerà nel Ppe.</b><br />
L`ingresso nel Ppe non basta a dare al Pdl una identità valoriale precisa. È all`interno del partito italiano che si devono fare i conti su molte questioni. Come si fa, per dirne una, a invocare lo Stato sulla sicurezza e a legittimare le ronde che rappresentano il contrario del principio di autorità statale? <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/KYY/KYYU6.pdf">Il Riformista - Alessandro De Angelis</a>Ignazio LA RUSSA: «Pdl, Silvio scherza troppo ma Fini non viva su Marte» - INTERVISTA2009-01-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388300Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Difesa (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>
Ministro Ignazio La Russa, Berlusconi ha detto che lei ha qualche problema di comunicazione con Alleanza nazionale.</b><br />
«Senta, io m'auguro proprio che Berlusconi scherzasse. In fondo anche voi giornalisti avete serie difficoltà a capire quando scherza o parla sul serio, no?».<br />
<b>Ai cronisti presenti è sembrato serio.</b> <br />
«Allora: primo, è fuor di dubbio che dentro An tutto può succedere tranne che io mi tenga le bozze del nuovo statuto del Pdl nel cassetto. Il mio partito è sempre stato puntualmente informato dei colloqui che io ho avuto con gli esponenti di FI... Secondo: l'intervista la facciamo su queste sciocchezze, o andiamo al cuore del problema?».
(Ignazio La Russa — ex destra sanbabilina, poi interista, avvocato, deputato di lungo corso, profondo conoscitore della politica italiana e ironico al punto di ridere anche per come lo imita Fiorello — attualmente non è solo il responsabile della Difesa, ma pure il reggente di Alleanza nazionale: vale a dire colui che dovrà traghettare il partito dentro il Pdl. Si suppone perciò che la frecciata di Berlusconi lo abbia un poco innervosito).<br />
<b>Ma certo, signor ministro. Andiamo al cuore del problema.</b> <br />
«Che è questo: nonostante i mesi trascorsi siano ormai molti, purtroppo non è ancora stata trovata la sintesi per dare, al nuovo partito, al Pdl, regole condivise».<br />
<b>Anzi...</b> <br />
«Anzi, leggendo qua e là, mi sembra cresca un certo malumore. Leggo le perplessità di Gasparri, di Ronchi, leggo certe riflessioni del professor Alessandro Campi...».<br />
<b>Tutti preoccupati che An possa essere inghiottita da Forza Italia.</b> <br />
«Diciamo che ci sono stati segnali allarmanti, segnali che lasciavano temere che il Pdl potesse essere percepito come un allargamento di Fi... Ed è questo, appunto, il problema».<br />
<b>Come risolverlo?</b> <br />
«Io credo che per superare gli scogli che affiorano all'orizzonte, sia necessario che Fini e Berlusconi si parlino di più. Vede: io, in fondo, sono solo il reggente del partito...».<br />
<b>Un incarico assai autorevole.</b><br />
«Sì, certo. Che però ho assunto perché Fini è diventato presidente della Camera. Ma è chiaro che il leader era e resta lui. Io gliel'ho anche detto, a Gianfranco».<br />
<b>Cosa gli ha detto, ministro?</b> <br />
«Gli ho detto che per fare il presidente della Camera con questo suo profilo straordinariamente alto, davvero al di sopra della parti, certe volte... beh, insomma, non può mica vivere su Marte. Con Berlusconi deve incontrarsi più spesso».<br />
<b>I due non si prendono molto.</b> <br />
«Guardi, hanno rispetto e stima l'uno dell'altro. Certo...».<br />
<b>Certo?</b> <br />
«Hanno caratteri diversi. E...».<br />
<b>Cos'altro?</b> <br />
«Pur avendo stessi valori e programmi, intendono la politica in modo diverso».<br />
<b>Un guaio.</b> <br />
«Un problema. Che, però, si può superare. Vede, An è un partito radicato nel tempo, che oltre al suo leader ha anche una classe dirigente e organismi capaci di interloquire e, se serve, anche condizionare».<br />
<b>Forza Italia è un po' diversa.</b> <br />
«È un partito grande ma giovane e la sua classe dirigente, certamente valida, è meno abituata a contraddire il leader. Ora il punto è questo: sbrigarci a individuare nel nuovo soggetto politico, il Pdl, regole e modus operandi che mutuino il meglio dei sistemi di An e FI».<br />
<b>Il congresso di fondazione è previsto per il 27 marzo.</b> <br />
«Con i tempi dovremmo esserci... Dico di più: la bozza dello statuto presenta tre, quattro punti su cui dobbiamo trovare un accordo, ma già sul primo punto, Fini e Berlusconi si sono intesi...».<br />
<b>
Qual è il primo punto?</b> <br />
«La condivisione».<br />
<b>
Può essere più esplicito?</b> <br />
«Esempio. Quando dovremo decidere il candidato sindaco di Napoli, non è che quelli di FI vengono e ci dicono: guardate, Berlusconi avrebbe deciso Tizio. No, perché Tizio va individuato insieme».<br />
<b>Capito. Ma sarà dura, il Cavaliere è abituato a decidere da solo.</b> <br />
«Credo che questo gli sarà ancora concesso in qualche caso... come oggi, che ha deciso, senza consultarmi, di spedire l'Arma a presidiare Gaza. Ma nella vita del partito no, quella andrà condivisa».<br />
<b>
L'impressione è che voi di An fatichiate un po' ad andarci d'accordo.</b> <br />
«E' un problema di carattere. Io, per dire, ho facilità di colloquio... altri, un po' meno... ma lui è così, capacissimo di infilarti una barzelletta e farti sembrare un bambino... proprio come l'altro giorno, quando stavamo decidendo gli assessori della Regione Abruzzo».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KHT37">Corriere della Sera - Fabrizio Roncone</a>Andrea RONCHI: D'accordo con Napolitano, in Europa manca una guida ed è priva di identità e valori condivisi.2008-12-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382991Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) - Ministro Politiche comunitarie (Partito: PdL) <br/><br/>Mi identifico e tutto il governo di cui faccio parte ci identifichiamo nel richiamo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e lavoriamo per un'Unione Europea sempre più unita che parli al più presto con una sola voce.<br />
La recente gravissima crisi economica internazionale ha dimostrato che l'Europa non ha saputo dare, se non dopo tanti tentativi di mediazione, una risposta immediata ed univoca.<br />
Impoverimento culturale e morale su meridionalismo ed europeismo? Il Presidente Napolitano ha pienamente ragione, Alleanza Nazionale lo denuncia da tempo. L'Europa manca di una guida e una guida prima che essere economica deve essere per forza di identità e valori condivisi.<br />
[...]
E' inaccettabile che nell'Unione Europea la lingua italiana possa essere discriminata. Stiamo facendo una vera battaglia che è prima culturale e poi politica perché l'italiano possa avere il giusto ruolo all'interno dell'Unione Europea.<br/>fonte: <a href="http://www.politichecomunitarie.it/comunicazione/16271/napolitano-ronchi-condivido-il-richiamo-lue-parli-con-una-sola-voce">Sito del Dipartimento delle Politiche Comunitarie</a>Andrea RONCHI: An non si scioglie e non viene meno ai suoi principii.2008-11-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382973Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) - Ministro Politiche comunitarie (Partito: PdL) <br/><br/>Nessuno pensi che An si scioglie: noi costruiremo insieme il Pdl, ma An rimane intatta. Nessuno annettera' nessuno. An portera' in questo partito la sua identita', i suoi valori, la sua cultura, le sue idee-forza, la sua costruzione morale, culturale e politica. Chiunque pensi che An si possa sciogliere o venire meno ai suoi principi si sbaglia di grosso e se ne rendera' conto presto. La scelta e' stata fatta a San Giovanni due anni fa e alle urne ad aprile che hanno dato all'intuizione di Fini e Berlusconi una grande risposta, come numero di elettori e come entita' della vittoria. Un percorso dal quale non si puo' tornare indietro. <br />
<br />
Fini e' stato interpretato in modo demagogico. Il suo era un ragionamento culturale, piu' che politico. Chi ha pensato di vedere in quelle parole una critica, certamente sbaglia. Il Pdl che si va a costruire deve essere fondato su regole: non ci sono padroni nel partito. [Il Pdl] sara' fatto da democrazie interne e questo e' bene che tutti se lo mettano in testa. Lo vedrete nel congresso nel quale ritengo che An decidera' di confluire e di creare questo nuovo partito. Noi non entriamo in Forza Italia, noi facciamo un nuovo partito dove An entra con tutte le sue motivazioni, con tutta la sua storia insieme agli amici di Forza Italia. Quello che e' oggi sara' anche domani. Nessuno pensi che noi possiamo cambiare registro.<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/RONCHI-INSIEME-IN-PDL-MA-AN-NON-SI-SCIOGLIE/news-dettaglio/3433224">La Repubblica</a>Gianfranco ROTONDI: No ad altri soci fondatori del Pdl, piccoli partiti si uniscano per la costituente.2008-11-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382884Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Attuazione del programma (Partito: PdL) <br/><br/>Benvenuto alla Santanche' e alle personalita' che sceglieranno il Pdl, ma nel partito serve un chiarimento: non possiamo sciogliere i nostri partiti e poi favorire la fondazione di un partito al giorno. I soci fondatori del Pdl sono Forza Italia e Alleanza Nazionale, poi hanno aderito Dca, Azione sociale, Psi, Pri e il presidente Dini. Per noi l'elenco si chiude qui o il banco salta. Ritengo, anzi, che i partiti fuori da Forza Italia e An, per quanto piccoli, rappresentano culture omogenee e potranno anche decidere di unirsi riducendo a tre i soggetti costituenti. L'ultima cosa che potremo accettare e' una frammentazione artificiale che e' tutto il contrario del Pdl<br/>fonte: <a href="http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDgxMTIzMTI1NTUwLnhtbCI7fQ==">Il Tempo</a>Gianfranco ROTONDI: Costruiremo la cosa azzurra nel Pdl; disposti ad accogliere socialisti, liberali e forze minori di destra, centro e sinistra.2008-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382887Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Attuazione del programma (Partito: PdL) <br/><br/>La prossima settimana costituiremo la cosa azzurra nel Pdl. Dentro il Pdl noi siamo pronti ad incontrare socialisti, liberali, forze minori di destra e di centro e di sinistra che oltre ad An e Fi sono entrate nel Pdl per cambiare la politica italiana. La prossima settimana provvederemo a semplificare il quadro interno, non ci saranno piu' la Dc, il Psi e il gruppo di Dini.Stiamo lavorando ad una cosa nuova, una cosa azzurra.<br />
Contiamo di rappresentare nel Pdl una realta' piu' coesa in cui ci sia il dna dei democratici cristiani e le culture che hanno fatto grande l'Italia, quella democristiana, quella socialista, quella liberale, anche la destra.<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/moddettnews.php?idnews=792592&canale=ORA&articolo=PDL:%20ROTONDI,%20PROSSIMA%20SETTIMANA%20COSTITUIREMO%20LA%20COSA%20AZZURRA">ASCA</a>LUIGI RISPOLI: RISPOLI (PDL) AL GOVERNO: ACCELERARE LA NOMINA DEL COMMISSARIO PER IL FORUM DELLE CULTURE2008-11-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382145Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Napoli (Gruppo: AN) <br/><br/>"Accelerare la nomina del Commissario per il Forum universale delle culture da parte del Governo" questo è l'invito rivolto al Ministro Sandro Bondi dal Capogruppo di AN alla Provincia di Napoli, Luigi Rispoli.
"Lo scandalo che con gli amici Enzo Rivellini e Carlo Lamura, rispettivamente capigruppo di AN al Comune ed alla Regione abbiamo denunciato in settimana quando abbiamo riferito della cifra e soprattutto delle modalità con cui sono state spesi 1.500.000,00 di €uro (tre miliardi di vecchie lire!!!) per l'Accampamento della Pace è rivelatrice di come la sinistra intenda utilizzare questo appuntamento.
Il Forum universale delle culture -ha continuato Rispoli- può essere considerato una opportunità per il rilancio della città di Napoli o l'ennesima occasione di sprechi e non vi è dubbio che il centrosinistra ha già scelto per la seconda ipotesi. Basti pensare, infatti, che per un evento passato assolutamente sottotraccia, l'Accampamento della Pace appunto, dicono di aver speso addirittura 300.000,00 €uro per la sola comunicazione senza contare, poi, l'illegittimo affidamento diretto a Città della Scienza per l'organizzazione dell'evento.
E poi a tutto ciò aggiungiamo anche che il Comune di Napoli è incapace di assicurare i più elementari servizi alla cittadinanza; che Oddati in questi anni passati da amministratore a S. Giacomo di qualunque cosa si sia occupato ha sempre miseramente fallito; come possono pensare di organizzare un evento del genere?
Il mio appello al Ministro Bondi, quindi, è, nell'esclusivo interesse della città, assolutamente pertinente e tempestivo, affinché il Governo nomini in fretta il Commissario per iniziare a preparare l'evento e non ceda alle pressioni di qualcuno che per il povero Oddati vorrebbe si ritagliasse almeno un ruolo da sub-commissario.
Se il problema di Oddati è quello di avere la possibilità di continuare a farsi un viaggetto ogni tanto a spese della collettività lo faccia, finché potrà, con i soldi del comune ma qui è in gioco la credibilità di Napoli e questa non si può certamente affidare a lui".
<br/>fonte: <a href="http://luigirispoli.blog.tiscali.it//RISPOLI__PDL__AL_GOVERNO__ACCELERARE_LA_NOMINA_DEL_COMMISSARIO_PER_IL_FORUM_DELLE_CULTURE_1945354.shtml">La politica per passione</a>LUIGI RISPOLI: RISPOLI (PDL) provincia : di palma risponda alla interrogazione sul direttore generale dellasub!2008-11-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381974Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Napoli (Gruppo: AN) <br/><br/>Il 31 luglio 2008 il dottor Carlo Pandolfi ha lasciato l'incarico di amministratore delegato della Società Asub Spa, controllata (al 100%) dalla Provincia di Napoli, ma anziché andare a casa si è fatto nominare direttore generale per i prossimi 5 anni con un contratto che prevede un compenso annuo di € 95.000,00, oltre gli oneri previdenziali ed assistenziali.
Una cosa vergognosa che ha quale unico scopo quello di garantire al dottor Pandolfi uno stipendio anche nel caso in cui alle prossime elezioni, che si svolgeranno tra qualche mese, dovesse cambiare il quadro politico in provincia e, conseguentemente, procedere alla sostituzione del CdA dell'ASUB.
Abbiamo presentato come PdL una interrogazione urgente il 23 settembre scorso senza che finora vi sia stata risposta ma a questo punto riteniamo che il Presidente Di Palma non può sottrarsi dall'esprimersi chiaramente nel merito di quella che è semplicemente una squallida vicenda di privilegi che si vogliono mantenere ad ogni costo.
Vogliamo che il Presidente si esprima in merito ad una situazione che è fuori da ogni comportamento di etica politica dicendo chiaramente se lui, in quanto rappresentante della proprietà, approva o meno questo artifizio che nulla ha a che fare con l'interesse generale ma che è messo in pratica ad uso e consumo del dottor Pandolfi e del Partito Democratico che lo sostiene.
Giova ricordare che l'Asub, che si permette il lusso di nominare per altri 5 anni, un direttore generale, chiuderà il 2008 con una perdita di circa 650mila euro e con una catastrofica situazione che si è determinata nell'ambito dello svolgimento del servizio di manutenzione scolastica che ha presentato uno scostamento negativo, rispetto al budget previsto, di €uro 1.168.000,00, con un ingiustificato ricorso continuo all'impiego di società terze per lo svolgimento del servizio.
<br/>fonte: <a href="http://luigirispoli.blog.tiscali.it//RISPOLI__PDL__provincia___di_palma_risponda_alla_interrogazione_sul_direttore_generale_dell_asub__1941502.shtml">La Politica per Passione</a>PIERGIORGIO CORTELAZZO: Veneto. An: niente fondi pubblici ai centri sociali.2008-10-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it376276Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: AN) - Consigliere Consiglio Comunale Este (PD) (Lista di elezione: CEN-DES(LS.CIVICHE)) <br/><br/><br />
E' iniziata la discussione nella commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale del Veneto del progetto di legge presentato da Alleanza Nazionale che propone di escludere dai contributi regionali le amministrazioni locali e le associazioni che sostengono o finanziano attivita' di gruppi estremistici e che adottano comportamenti illegali come le occupazioni abusive di alloggi pubblici. <br />
Ne da' notizia il capogruppo di Alleanza nazionale Piergiorgio Cortelazzo, primo firmatario del testo di legge. ''E' arrivato il momento - sostiene Cortelazzo - che la Regione Veneto adotti il pugno di ferro contro le amministrazioni canaglia: quelle che sostengono le attivita' dei gruppi estremisti disobbedienti che fanno riferimento ai centri sociali, proprio come gli stati canaglia''.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.2620102894">Adnkronos</a>Giovanni ALEMANNO: "La sinistra mi stima ma mi demonizza" - INTERVISTA2008-09-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it374843Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Roma (RM) (Partito: PdL) - Consigliere Consiglio Comunale Roma (RM) (Lista di elezione: PdL) <br/><br/><br />
<i><b>«Abbiamo fatto insieme molte cose per l'ambiente. Poi ho vinto a Roma ed è tornato l'odio ideologico»</b></i><br /><br />
Era uno dei “colonnelli” di Fini. Si trascinava dietro una fama di “duro” conquistata quando militava nel Fronte della Gioventù. Nominato ministro dell’Agricoltura, gli avversari politici cominciarono ad esaminarlo con interesse perché mostrava grande attenzione ai temi dell’ambientalismo e diceva spesso cose “eretiche”. In pochi anni, così, Gianni Alemanno è diventato uno dei politici di destra più stimato dalla sinistra. Poi ha vinto le elezioni a sindaco di Roma. «E la sinistra - dice ha ricominciato a maltrattarmi».<br />
<b>E’ finita la pacchia…</b><br />
«Avevo fatto molte cose trasversali insieme alla sinistra. Le quote latte, la lotta contro gli Ogm...»<br />
<b>Invece adesso...</b><br />
«E’ di nuovo demonizzazione ideologica. Sono tornate le accuse di fascismo... Un certo razzismo ideologico di sinistra tende a catalogare tutto quello che è di destra come fascismo».<br />
<b>C’è qualcuno del centro sinistra da cui non se lo sarebbe aspettato?</b><br />
«Francesco Rutelli. Con lui c’erano rapporti più che cordiali. Nel periodo del ballottaggio, quando fu aggredita la studentessa del Lesotho, una certa sinistra giunse ad accusarci di aver organizzato quell’aggressione».<br />
<b>Rutelli non lo fece.</b><br />
«Ma mi sarei aspettato che prendesse posizione contro quella strumentalizzazione, Invece zitto. Anche altri, con i quali ci eravamo scambiati reciproci apprezzamenti, come Realacci o Bertinotti, hanno taciuto».<br />
<b>Ricorda quando D’Alema diceva che lei era il miglior ministro di Berlusconi?</b><br />
«Non è più il tempo di apprezzamenti di questo genere».<br />
<b>Dica la verità, le piacciono quelli di sinistra?</b><br />
«Sì, quando vedo una sensibilità sociale vera. Non ho schemi pregiudiziali, non parto dal presupposto che se uno è di sinistra mi sta per forza antipatico».<br />
<b>Chi le piace?</b><br />
«Carlin Petrini di Slow Food. E’ una persona geniale che ha aperto un fronte completamente nuovo sulla critica alla globalizzazione. In realtà lui è al di là della destra e della sinistra ma non se ne rende conto».<br />
<b>Dopo Petrini?</b><br />
«Sicuramente Bertinotti. Forte autenticità dei valori. Spirito aristocratico. Utopia. Mi piace anche Realacci. E D’Alema, nonostante il suo carattere».<br />
<b>Tra D’Alema e Veltroni?</b><br />
«D’Alema. Certo molto duro, aggressivo. Ma nel Pd è l’unico che ha capacità di leadership. Ma è molto più disponibile e onesto di Veltroni. Veltroni sembra aperto e disponibile ma in realtà è molto più fazioso di quello che appare. E’ convinto di avere sempre ragione. Ed è troppo legato all’immagine».<br />
<b>Lei contro Veltroni aveva perso.</b><br />
«Ricordo ancora la campagna di Veltroni. Impressionante. C’era Donna Assunta Almirante che parlava bene di lui sui giornali. Io la chiamai e le dissi: “Assunta, perché mi fai questo?” Rispose: “Veltroni mi manda sempre i fiori, è gentilissimo”».<br />
<b>Che cosa invidia alla sinistra?</b><br />
«La capacità di strutturare un pensiero complesso».<br />
<b>E voi...</b><br />
«Noi dobbiamo rimontare. Non riusciremo mai ad essere così egemoni come lo sono stati loro. Ma mi accontenterei di un pareggio. I valori del centrodestra sono più autentici di quelli della sinistra. Ma spesso sono declinati in maniera unilaterale e rozza».<br />
<b>Le capita di avere pensieri di sinistra?</b><br />
«Mi capita il contrario. Sento parlare quelli di sinistra e dico: “Questa è una cosa di destra”».<br />
<b>Facciamo qualche esempio.</b><br />
«L’identità del territorio, la difesa dei centri storici, l’ambientalismo. Tutta roba che rimanda a radici, a tradizioni... Roba di destra».<br />
<b>A sua moglie, Isabella Rauti, piace Moretti.</b><br />
«A me no. E’ troppo negativo nei nostri confronti. Essere di destra per lui è un insulto».<br />
<b>All’inizio vi piaceva Di Pietro.</b><br />
«Di Pietro tendenzialmente è un uomo di destra. Ma la sua propensione a utilizzare i mezzi delle giustizia come un’arma politica è pessima. Il suo giustizialismo è qualunquismo».<br />
<b>Una volta i duri eravate voi, tutti legge e ordine...</b><br />
«Per lungo tempo è stato uno dei limiti della destra. Essere così unilaterali è un errore».<br />
<b>Molti di destra in questo momento sono a sinistra. Travaglio per esempio...</b><br />
«Non so se Travaglio è di destra. Io lo trovo troppo aggressivo e voglioso di distruggere».<br />
<b>Teodoro Buontempo disse che quelli come lei scimmiottavano la sinistra.</b><br />
«Nel nostro passato c’è stato anche questo. Soprattutto quando ci sentivamo emarginati. Era il gusto della trasgressione. Verso la fine degli Anni Ottanta in alcuni gruppi giovanili si era addirittura cercato di usare Che Guevara come simbolo».<br />
<b>Lei ha fama di violento. Si dice sempre: Alemanno, ex picchiatore fascista.</b><br />
«Veramente Alemanno ex picchiatore fascista lo dicono soltanto gli extraparlamentari di sinistra: sono stato un militante dell’Msi in anni difficili, ma non credo davvero di poter essere definito un picchiatore. Anche nelle situazioni più difficili ho sempre cercato di dialogare con gli avversari».<br />
<b>Non picchiatore ma mediatore?</b><br />
«A quei tempi a Roma c’era una spirale di odio. Quando uccisero uno dei nostri, Paolo Di Nella, io ero appena diventato segretario del Fronte della Gioventù. Riuscii a bloccare ogni ritorsione e finalmente uscimmo da quel vicolo cieco».<br />
<b>Praticamente un pompiere.</b><br />
«L’odio e la faziosità non mi sono mai piaciuti».<br />
<b>Anche quando fu arrestato per l’aggressione a uno studente di sinistra?</b><br />
«Le cose non andarono proprio così. C’era stata un’aggressione precedente».<br />
<b>C’è sempre un’aggressione precedente.</b><br />
«Avevano rotto un braccio proprio a Paolo Di Nella. Due schieramenti contrapposti. Uno di noi esagerò tirando fuori un bastone. Non voglio presentarmi in maniera angelica, ma quando qualcuno superava il limite coinvolgeva tutti gli altri».<br />
<b>Lei è sempre stato di destra?</b><br />
«Mio padre era militare. Fino a 12 anni ho girato l’Italia vivendo in caserma. Tricolore, patria, disciplina. Così dopo, quando al liceo parlavo dei miei valori, tutti mi dicevano: “Fascista!” Un’etichetta che ti appiccicavano addosso».
<br />
<b>E’ mai stato innamorato di una ragazza di sinistra?</b><br />
«Non era possibile. Erano due clan separati. Noi ci fidanzavamo con ragazze di destra. Tranne rarissimi casi».<br />
<b>E quei rarissimi casi?</b><br />
«Ne menavano gran vanto. Tipico atteggiamento maschilista».<br />
<b>
Quando ha cominciato a fare politica?</b><br />
«Prestissimo. Avevo solo 13 anni quando mi mandavano a parlare nelle assemblee».<br />
<b>Ma allora vi facevano parlare...</b><br />
«Io stavo in un liceo di destra, il Righi. C’era abbastanza spazio. Negli altri licei era impossibile».<br />
<b>Ha preso mai botte?</b><br />
«In quegli anni poteva capitare qualche baruffa per un volantinaggio. E magari anche di peggio. Tuttavia ho avuto la fortuna di non subire mai danni gravi. Fortuna, appunto, perché molti ragazzi in quella assurda riedizione dei Montecchi e Capuleti, si rovinarono l’esistenza».<br />
<b>E’ più di destra lei o sua moglie?</b><br />
«Credo io. A lei piace Moretti».<br />
<b>Vi siete separati per motivi politici. Sua moglie era contro la svolta di Fiuggi.</b><br />
«Siamo stati separati per cinque anni. Ma un passo prima del divorzio ci abbiamo ripensato».<br />
<b>Lei ha mai girato armato?</b><br />
«No».<br />
<b>Il suo braccio destro, Umberto Croppi, mi ha detto che una volta ha comprato una pistola.</b><br />
«Non ho mai perso il senso del limite, né la percezione del rischio di cadere nel baratro della violenza cieca e distruttiva».<br />
<b>Una molotov comunque l’ha tirata.</b><br />
«E mi è costata la prigione. Ma non l’avevo tirata io».<br />
<b>Un suo stretto collaboratore, Marcello De Angeli, ha militato in Terza Posizione.</b><br />
«Non era un gruppo terroristico, era un gruppo extra-parlamentare. Era la Lotta Continua della destra».<br />
<b>Il fascismo aveva elementi positivi... ricorda l’intervista al Corriere della Sera?</b><br />
«Ho commesso un grave errore di comunicazione: ho cercato di esprimere considerazioni storiche difficili in una confusa intervista che è stata strumentalizzata dai miei avversari politici».<br />
<b>Quindi aveva elementi positivi.</b><br />
«Il fascismo, come tutte le ideologie di destra e di sinistra degli Anni Trenta, fu segnato dalla perversione del totalitarismo. Questo fece sì che anche i valori positivi della destra si rovesciassero in senso negativo. La patria diventò nazionalismo aggressivo, l’autorità diventò dittatura».<br />
<b>E le leggi razziali?</b><br />
«Il cedimento al razzismo fu non l’unico ma il più grave degli orrori. Lo abbiamo sempre condannato, anche ai tempi dell’Msi. Chi si dichiarava antisemita, nell’Msi, veniva espulso».<br />
<b>Vogliamo dire con coraggio che cosa pensa del fascismo?</b><br />
«Va rispettato chi aderì al fascismo in buona fede, convinto di combattere per un ideale e rifiutando comportamenti criminali. Pensiamo a Giorgio Perlasca, a Giovanni Gentile, a Marinetti. Ma questo non ci deve impedire di fare scelte nette e chiare di condanna complessiva del fascismo, perché altrimenti rimangono spazi di ambiguità che non permettono di dare dei fondamenti precisi a una destra moderna e democratica».<br />
<b>C’è qualcosa che la divide da Fini?</b><br />
«Lui è veloce e determinato. Io sono più riflessivo, tormentato».<br />
<b>E’ ancora arrabbiato con la Bignardi?</b><br />
«La considero una persona scorretta».<br />
<b>Le chiese di mostrare in diretta la croce celtica che porta al collo.</b><br />
«Ci sono cose che fanno parte dell’intimità di una persona. Io caddi nella trappola, rimasi spiazzato. Potevo anche rifiutarmi e non l’ho fatto. Non mi sono tirato indietro di fronte alla provocazione della Bignardi».<br />
<b>Però, la croce celtica...</b><br />
«Io non la ostento mai. La porto con me perché è un ricordo di Paolo Di Nella, un amico che non c’è più».<br />
<b>La croce celtica è fuorilegge...</b><br />
«Come simbolo politico. Ma in realtà è un simbolo religioso, un modo di disegnare la croce cristiana molto diffuso in Irlanda e anche nelle chiese di Roma. Io l’ho portata da un prete e me l’ha benedetta. Anche Francesco Cossiga la porta al collo come segno di amicizia al popolo irlandese».<br />
<b>Mai stato a Predappio?</b><br />
«Mai».<br />
<b>
Mai indossata la camicia nera?</b><br />
«Mai. Nemmeno quando avevo quindici anni».<br />
<b>Mai fatto il saluto romano?</b><br />
«Da molti anni per evitare il minimo equivoco saluto sempre con la sinistra».<br />
<b>Busto di Mussolini in casa?</b><br />
«Non mi identifico in questi cimeli».<br />
<b>Anche lei, come Rutelli, ha negato il patrocinio al Gay Pride.</b><br />
«Il Gay Pride è una manifestazione di tendenza».<br />
<b>Ce l’ha con gli omosessuali?</b><br />
«Ho dichiarato la massima disponibilità alla comunità gay a studiare azioni in comune contro forme di discriminazione sessuale».<br />
<b>Se un giorno suo figlio arriva a casa col suo fidanzato lei non fa una piega.</b><br />
«Beh... non credo che mi farebbe piacere».<br />
<b>E...</b><br />
«Beh, ovviamente cercherei di capire...»<br />
<b>Si sente imbarazzato ad avere come alleati i leghisti?</b><br />
«Qualche problema c’è. Per loro la Patria è la Padania e per me è l’Italia. Su questo bisognerà lavorare ancora parecchio. Comunque pian piano ci si abitua. Adesso io mi sento amico di Maroni e Calderoli».<br />
<b>Quando insultano la bandiera e l’inno lei come la mette con la Patria?</b><br />
«Mi dà molto fastidio. E quando gli si va a contestare la cosa in privato la buttano sullo scherzo».<br />
<b>Sono anni che aiutate Berlusconi a far approvare le leggi ad personam...</b><br />
«C’è un attacco pregiudiziale nei suoi confronti che giustifica un atteggiamento difensivo. Quando uno è il simbolo di uno schieramento va protetto. Il rischio di ricatto è troppo forte. Va costruito uno schermo, un meccanismo di difesa».<br />
<b>Anche lei ha avuto qualche piccola grana giudiziaria.</b><br />
«Cose per le quali sono stato completamente prosciolto. Da un giudice di sinistra».<br />
<b>Vede? I giudici di sinistra sono bravi.</b><br />
«I giudici, nella stragrande maggioranza, sono delle ottime persone».<br />
<b>Una delle prime cose che ha fatto appena arrivato in Campidoglio: ha venduto le auto blu.</b><br />
«Le due Thesis di Veltroni».<br />
<b>Quanto ha incassato?</b><br />
«Poco, 200 mila euro. Erano blindate, c’era la televisione. Io preferisco girare con una semplice Fiat Croma».<br />
<b>
Lei si è definito il campione del mondo di alpinismo senza allenamento.</b><br />
«Era una battuta. Però effettivamente mi alleno poco».<br />
<b>
E’ stato sull’Himalaya.</b><br />
«L’anno scorso, sull’Ama Dablam, una montagna di 6800 metri. Sono arrivato al secondo campo, 6000 metri, poi è nevicato e siamo tornati indietro».<br />
<b>Quando ha preso il posto di Pecoraro Scanio al ministero ha fatto benedire l’ufficio. “Visti i precedenti...”, ha detto...».</b><br />
«Una battuta. Poi mi sono chiarito con lui».<br />
<b>Ma la benedizione?</b><br />
«Faccio sempre benedire i locali quando entro in un ufficio nuovo».<br />
<b>Lei vuol fare un Casinò a Roma.</b><br />
«Non mi sembra uno scandalo. In tutte le capitali europee c’è un Casinò. Non capisco questa demonizzazione. A Roma la sinistra ha fatto 20 sale Bingo. Che tra l’altro sono tutte mezze fallite».<br />
<b>Era favorevole all’indulto?</b><br />
«All’inizio. Tutti i parroci delle carceri lo chiedevano perché la situazione era indecorosa. Poi durante il dibattito parlamentare ho cambiato opinione. Non mi piaceva quel colpo di spugna su tanti reati».<br />
<b>
Si farà via Almirante?</b><br />
«Almirante è stato un grande leader che ha portato la destra verso la democrazia. Un riconoscimento lo merita. Dedicare una via non significa santificare una persona».<br />
<b>Ma gli articoli contro gli ebrei...</b><br />
«Il manifesto per la difesa della Razza fu firmato anche da Giorgio Bocca e perfino da Fanfani. Almirante non ha nascosto quei vergognosi errori giovanili ma ne ha preso nettamente le distanze».<br />
<b>Gioco della torre. Alessandra Mussolini o Buontempo?</b><br />
«Teodoro ha una storia, un percorso, è una persona che merita rispetto».<br />
<b>La Mussolini?</b><br />
«Ha una storia politica più breve».<br />
<b>Però ha un bel nome. Il nome Mussolini non la commuove?</b><br />
«No. Non mi interessa».<br />
<b>Travaglio o la Guzzanti?</b><br />
«Butto Travaglio. La Guzzanti è simpatica e fa ridere».<br />
<b>La Russa o Gasparri?</b><br />
«Butto La Russa perché con Gasparri mi sono riappacificato da poco. Io e Gasparri siamo sempre stati cane e gatto. A lui piace la politica schematica. O è rosso o è nero».<br />
<b>Berlusconi le piace?</b><br />
«E’ un’icona per tutto il centrodestra. Oggi ho grande rispetto per Berlusconi».<br />
<b>E ieri?</b><br />
«Ero più critico. Mi sembrava estraneo alla cultura politica. Non capivo che era il suo punto di forza».<br />
<b>Santoro o Floris?</b><br />
«Floris è migliorato. Non è più fazioso. Da Santoro certe volte sembra di stare in un tribunale di quarta categoria».<br />
<b>Perché la destra non produce un programma accettabile?</b><br />
«L’unico non fazioso è Porta a Porta. Speriamo che la nuova gestione della Rai riesca a crearne altri». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JDGTV">La Stampa - Claudio Sabelli Fioretti</a>CARLO FIDANZA: “Antifascismo? Andiamoci piano” - INTERVISTA2008-09-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359527Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Milano (MI) (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
Fascismo e antifascismo. Razzismo, immigrazione, violenza: a Milano Alleanza Nazionale viene messa sotto i riflettori da una polemica artificiosa sulla memoria condivisa. Ieri la maggioranza di Palazzo Marini è stata oggetto di contestazione da parte del corteo di studenti e appartenenti ai centri sociali, organizzato dal Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano, che ha ricordato Abdul Salam G., il diciannovenne di origini africane, ucciso a sprangate da due commercianti domenica scorsa. Abbiamo chiesto a Carlo Fidanza, tra i dirigenti emergenti di An, capogruppo al Comune di Milano e vice presidente di Azione Giovani, di parlarci del clima di questi giorni.<br />
<b>Cosa risponde a chi dice che Milano sta diventando una città razzista?</b><br />
Che siamo di fronte ad un caso tipico di speculazione politica su un fatto tragico che tutta la città ha immediatamente condannato ma che, come ha precisato la polizia e il magistrato che indaga sull’episodio, non ha nessun tipo di connotazione discriminatoria o razzista. E’ un omicidio, un fatto criminale gravissimo che nulla ha a che fare con la politica. Ci auguriamo che i responsabili vengano puniti molto duramente, come meritano.<br />
<b>Quando si parla di criminalità, entra in gioco la cosiddetta percezione di insicurezza. La situazione sta cambiando con il governo del Pdl?</b><br />
Sta cambiando qualcosa soprattutto con il nuovo governo. Adesso finalmente ci sono strumenti nuovi, normative nazionali che contrastano con più energia questi fenomeni. Per anni centrodestra e centrosinistra hanno invocato maggiori poteri, ora che questi poteri ci sono – ed abbiamo provvedimenti concreti come quelli dei militari nelle città – abbiamo un clima nuovo e spero si possa continuare a lavorare con questo contesto di attenzione alla sicurezza.<br />
<b>In questi giorni si è acceso il dibattito, anche dentro An, sul giudizio storico sul fascismo.</b><br />
Gli italiani oggi sono molto attenti ai problemi della loro quotidianità e non molto sensibili a questa discussione. La popolarità del governo Berlusconi registra non a caso il massimo nella scala del gradimento, proprio perché ha iniziato a spron battuto e sta affrontando e risolvendo uno dopo l’altro i problemi degli italiani.<br />
<b>Però un giudizio sulla storia del Ventennio ce l’ha.</b><br />
La storia io la lascerei scrivere e commentare agli storici. Non c’è nessun dubbio sul percorso della destra italiana che si riconosce da moltissimi anni nei valori della Costituzione, della libertà e della democrazia e ne fa una sua bandiera: nella nostra attività politica è un dubbio che non si è mai posto.<br />
<b>Alla festa di Azione Giovani, Atreju, Gianfranco Fini ha dichiarato di riconoscersi nei valori della democrazia italiana, a partire dall’antifascismo. Si associa?</b><br />
Sono valori di base per una destra moderna quelli della libertà e della democrazia. Devo altresì sottolineare che l’antifascismo italiano è stato non soltanto un antifascismo democratico, ma anche altro, anche un fenomeno antidemocratico, nel nome del quale si sono consumati lutti e tragedie. Per questo non possiamo approvarlo in toto.<br />
<b>Quindi l’antifascismo non è stato del tutto positivo.</b><br />
E’ stato positivo per alcuni aspetti ma ha conosciuto anche tante pagine tragiche. Io combatto ogni giorno per la democrazia e per i valori della nostra Costituzione, ma non è vero che quei valori sono stati incarnati da una parte sola.<br />
<b>Definirebbe o no il fascismo come un male assoluto?</b><br />
Io lascio la categoria del male assoluto ai teologi. La politica deve ragionare su categorie diverse. Ci sono state delle abiezioni e delle tragedie che sono scritte e sancite dalla storia e sulle quali il nostro giudizio è quello di tutti gli italiani. Dopodiché ogni fenomeno va storicizzato, ma noi guardiamo avanti, non accettiamo nessun processo da parte di nessuno e sulla nostra affidabilità non si discute, dimostriamo ogni giorno con i fatti la nostra fede nella democrazia.<br />
<b>
In questi giorni gli studenti tornano sui banchi di scuola. Qual è l’istanza di Alleanza Nazionale nei confronti della ricerca di una memoria storica condivisa?</b><br />
E’ molto importante che una memoria comune e condivisa si basi su una verità storica riconosciuta. Per troppi anni si è insegnata ai nostri ragazzi una verità parziale, con tante pagine di storia strappate per ragioni ideologiche e ragioni politiche. Questo fortunatamente sta venendo meno: si sta squarciando questa coltre di silenzio, e tanti episodi drammatici, come le Foibe ma anche altri fatti sanguinari della storia italiana, stanno diventando oggetto di studio. Conoscere la vera verità è un presupposto insopprimibile, e in tanti da destra e da sinistra si sono adoperati negli ultimi anni, come ad esempio il presidente Ciampi durante il suo settennato. Stiamo recuperando sul terreno dell’amor patrio, un elemento culturale messo al bando solo pochi anni fa.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=197&id_art=7477&aa=2008">l'Opinione.it - Aldo Torchiaro</a>Antonio MAZZOCCHI: A chi pensava che il giovane Fini scherzasse. - INTERVISTA2008-09-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359425Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
<b>Onorevole Mazzocchi Repubblica Sociale e antifascismo occupano sulle prime pagine lo stesso spazio di Alitalia e carovita</b>. <br />
Credo che a Fiuggi, durante la costituente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini abbia dipanato ogni tipo di dubbio aggiornando, definitivamente, l'agenda politica della destra italiana.Quando leggo certe dichiarazioni di alcuni nostri dirigenti rimango perplesso, credo non abbiano colto fino in fondo la portata riformatrice di quella svolta.<br />
<b> Un po' tardi per non capire?</b><br />
L'errore di molti in An è stato di aver condiviso solo a parole un grande progetto.<br />
<b>Lei è tra i fondatori di An, cosa non ha funzionato nel partito?</b><br />
C'è stata una profonda distonia tra la fase di elaborazione progettuale della nuova destra e quella applicativa. Nel 1996 An arrivò, in termini elettorali, a un passo dai consensi di Forza Italia. Un grande bagaglio elettorale fatto per oltre il 70% da persone che non avevano mai dato fiducia alla destra italiana. Molte ci hanno abbandonato non ritenendoci più rappresentativi, credibili. Se avessimo dato seguito al nostro progetto iniziale con un'azione politica di profonda apertura verso la società civile, gli imprenditori, il mondo cattolico, la cultura della destra moderata europea, sicuramente, oggi, gli equilibri interni al futuro Pdl sarebbero diversi.<br />
<b>È pessimista dunque per il futuro del Popolo della Libertà?</b><br />
Assolutamente no, il Pdl deve fare tesoro delle mancanze e degli errori che hanno, in passato, connotato i percorsi di An e di FI evitando di ripeterli. Allontanare lo spettro del correntismo esasperato, della lotta spietata per occupare spazi interni di potere. Occorrerà attivare la partecipazione della base, rendere efficiente il sistema di selezione della classe dirigente sulla base del merito e delle capacità. Le faccio un esempio, Daniele Capezzone, ex radicale, si è dimostrato un ottimo presidente di commissione alla Camera e un giovane capace di affrontare tanto un salotto quanto una piazza. Sarà un ottimo dirigente del Pdl.<br />
<b>E in tutto questo come vede Fini?</b> <br />
Fini vede realmente in maniera lungimirante. È uno dei pochi "giovani" in An. Il suo incarico istituzionale è un giusto riconoscimento. Fa bene a chiudere con forza ogni polemica perché tante persone non hanno ancora capito che l'antifascismo in questi giorni viene usato con la stessa finalità di collante a sinistra, proprio come avveniva con l'antiberlusconismo qualche anno fa. <br />
<b>Con i Cristiano Riformisti avete fatto le barricate contro i Pacs ai tempi di Prodi ma ora che la proposta viene da Rotondi siete più tiepidi.</b> <br />
Non ci siamo ancora pronunciati solo perché la proposta non è ancora concreta. Ma siamo comunque contrari a qualsiasi forma di censura. Perché non presentare la proposta al congresso del Pdl quando si farà? Se si è contrari a una proposta non si esce da un partito, semplicemente si discute. È questa la differenza di metodo che dobbiamo imporre da subito nel nuovo partito. Come si faceva nella: si discuteva notti intere sui contenuti delle leggi e si trovava sempre un punto d'accordo. Ed eravamo tutti orgogliosi di vedere il nostro partito vincere per 40 anni di seguito.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=J93CI">Il Tempo - Anna De Rubertis</a>Altero MATTEOLI: "Così si mettono fuori da An" - INTERVISTA2008-09-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359400Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Roma - <b>In una lettera aperta pubblicata su Internet, il presidente di Azione giovani di Roma, Federico Iadicicco, consigliere provinciale del Pdl, si dice convinto che non ci sia «un motivo valido per essere antifascista». Anzi, afferma di averne trovati «molti per non esserlo». Ministro Altero Matteoli, che succede? Le parole di Gianfranco Fini, pronunciate alla festa di Atreju, sembrano in realtà non aver fatto breccia in tutto il partito. Quantomeno tra i ragazzi. È così?</b><br />
«Non succede nulla di traumatico e non è così».<br />
<b>Sì, ma a parlare è il leader romano di Ag.</b><br />
«Guardi, Alleanza nazionale ha rigettato con forza ogni ipotesi di regime dittatoriale che limitasse la libertà dei cittadini. Il nostro partito, quindi, ha già fatto una scelta democratica ben chiara, accettata tra l’altro da tutti. Esu questa strada certamente andremo avanti. Tutto qua». <br />
<b>E le parole di Iadicicco?</b><br />
«La questione è molto semplice. Chi non condivide appieno le parole di Gianfranco Fini sull’antifascismo si mette automaticamente fuori da Alleanza nazionale. Perché chi dice no, evidentemente, non condivide il nostro tragitto, politico ma anche culturale, iniziato già al Congresso di Fiuggi. Quindi, come avvenuto anche in quell’occasione, quando qualcuno decise di iniziare una nuova avventura, anche oggi, chi crede di non voler più seguire la nostra linea, può anche lasciare».<br />
<b>Insomma, se la pensa così può andar via?</b><br />
«Esatto. Se crede, può farlo. E con lui tutti quelli che condividono la sua posizione». <br />
<b>Tutti allineati sulle parole di Fini?</b><br />
«Certo, perché il presidente ha semplicemente sintetizzato con il suo discorso alla Festa di Azione giovani il pensiero comune di An, condiviso dall’intera classe dirigente, maanche dalla base del partito. A Fiuggi, infatti, avevamo accettato tutti di lanciare una nuova sfida, di andare avanti. Insomma, si trattava solo della prima fase, della prima tappa. Ma l’obiettivo finale era ed è quello di far nascere un partito unico, democratico, moderno, che guardi al futuro». Quindi, nessuna divisione interna? «Assolutamente no, non esistono divergenze tra noi sul progetto finale da raggiungere».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=J92PR">Il Giornale - VLM</a>LUIGI RISPOLI: Napoli, record del non fare: 10 anni per posare le transenne2008-09-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359429Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Napoli (Gruppo: AN) <br/><br/>Napoli - Più che un «Villa per il popolo» è un altro «Pacco per il popolo», l'ennesimo schiaffo ai napoletani, imbottiti da quindici anni (da quando, sotto la voce Prima Repubblica, è stata tirata una riga) dalla politica degli annunci che restano tali e dalle promesse mai mantenute.
Il «Pacco per il popolo» doveva sorgere in via Marinella, strada che costeggia il Porto di Napoli, ma il cantiere è ancora lì, testimonial di quest'altro spreco alla napoletana. Fu immaginato nel 1998, quando il sindaco era Antonio Bassolino, campione mondiale nella politica degli annunci, abile tagliatore di nastri di opere appena iniziate e a volte mai ultimate. L'idea di un Parco da consegnare al popolo del Mercato, storico quartiere popolare dove risiedono tra l'altro la più amata delle basiliche di Napoli dedicata alla Madonna del Carmine e un importante mercato all'ingrosso e al dettaglio, venne a un esponente di Alleanza nazionale, Luigi Rispoli, oggi consigliere provinciale, che accusa: «Per il Mercato c'era una grande opportunità per migliorare la propria vivibilità, invece ora parliamo dell'ennesimo spreco del Comune». Nell'ottobre del '98, il consiglio comunale approvò l'istituzione di un parco alla Marinella, fino a quel momento arteria stradale importante, parcheggio per bus pubblici e camion di giorno e per prostitute e trans in attesa di clienti di notte.
L'area, circa 30mila metri quadrati, fu recintata dal Comune e chiusa al traffico. Cofinanziata dall'Unione europea con un costo previsto di 3 milioni e 819mila euro, per l'opera era stata prevista, come in ogni appalto che si rispetti, anche una data per la consegna: 8 marzo 2006. Oggi, è il 16 settembre 2008, sono trascorsi 2 anni 6 mesi e 8 giorni dalla data prevista per la inaugurazione della Villa del popolo ma, in Comune, nessuno sa dire quando e se il Parco verrà consegnato alla gente del Mercato. Dire che per tutto questo tempo l'area della «Villa del popolo» sia restata inutilizzata, sarebbe come commettere una grossa infamia nei confronti dell'amministrazione comunale.
Ad esempio è servita a qualcuno per stendere sulle reti migliaia di alici, poi lasciate per giorni ad essiccare al sole. Chi le avrà mangiate quelle alici, restate in compagnia di topi e di cumuli di spazzatura? Già, perché come se non bastasse il disagio di avere un cantiere senza fine sotto casa, gli abitanti del quartiere hanno dovuto sopportare anche che l'area della Marinella sia stata utilizzata da incivili come discarica per la «munnezza» e dagli extracomunitari come area su cui costruire delle baracche. Baracche che ogni tanto vengono abbattute dal comune ma che vengono ricostruite puntualmente il giorno successivo. Ma soprattutto, la zona dove doveva nascere la «Villa del popolo» è stata anche il cimitero per due uomini, uccisi in tempi diversi e lì ritrovati dalla polizia. Si tratta di un diplomatico canadese di stanza a Londra, Lewis Brooks Miskell, il cui cadavere sbucò nel 2006 da un tombino, e di un extracomunitario originario del Ghana, trovato senza vita nel marzo di quest'anno.
di Carmine Spadafora da IL GIORNALE
<br/>fonte: <a href="http://luigirispoli.blog.tiscali.it//Napoli__record_del_non_fare__10_anni_per_posare_le_transenne_1927189.shtml">La Politica per passione</a>Sandro BONDI: La lezione di Fini contro le dittature.2008-09-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359342Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Beni e Attività Culturali (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Ilvo Diamanti scrive giustamente che "è difficile guardare avanti quando si continua a camminare con la testa voltata indietro", a proposito di un passato che riaffiora di continuo nelle discussioni politiche.<br />
<b>Ma come dare torto a Walter Veltroni quando teme la perdita della memoria da parte dell'opinione pubblica italiana?</b> <br />
Fra questi due estremi si pone il problema dell'unità nazionale e, in ultima analisi, il fondamento più solido della nostra democrazia.<br />
La memoria del nostro passato continua purtroppo ad alimentare contrapposizioni e divisioni politiche. Sia che si parli del fascismo che addirittura del Risorgimento. Basti pensare alle incredibili dichiarazioni di una persona colta come Adriano Sofri, che aveva dato l'impressione di aver riflettuto con drammatica sofferenza e lucida intelligenza alla storia dell'estremismo rivoluzionario. Oppure alle incredibili parole pronunciate ieri dallo stesso Veltroni, sì proprio Veltroni l'uomo del dialogo e del rinnovamento della sinistra, sul valore del comunismo, sia pure nella sua tragica grandezza (sic).<br />
Quanto siamo lontani da un Paese normale. Eppure solo una memoria condivisa del nostro passato può al contrario rendere normale la nostra democrazia e vita politica. Bene ha fatto perciò il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a ripetere il giudizio inappellabile nei confronti del fascismo. In questo modo, il leader di Alleanza Nazionale e del costituendo Partito della Libertà compie un atto di verità, favorendo al tempo stesso l'evoluzione positiva dell'intero sistema politico italiano.<br />
Quando anche nel nostro Paese tutti saranno disposti a dichiarare la stessa e inequivocabile condanna verso tutti i totalitarismi che hanno funestato il Novecento (l'equivalenza di nazismo, comunismo e fascismo), allora saremo davvero sicuri di essere diventati una democrazia normale, di cui la libertà e la democrazia sono gli unici valori fondanti. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=J8A62">Il Tempo - Sandro Bondi</a>